mercoledì 30 novembre 2011

La quarta guerra mondiale è cominciata

Appello al Popolo
pubblicato nel giugno 1997, su "Le Monde Diplomatique"

di Marcos

La guerra è una questione fondamentale per lo Stato, è la provincia della vita e della morte, la via che conduce alla sopravvivenza o all'annichilimento.

È indispensabile studiarla a fondo  ("Arte della guerra". Sun Tzu)

La globalizzazione moderna, il neoliberismo come sistema mondiale, deve essere intesa come una nuova guerra di conquista di territori.

La fine della III Guerra Mondiale, o "Guerra Fredda", non significa che il mondo abbia superato il bipolarismo o che sia stabile sotto l'egemonia del vincitore. Al termine di questa guerra si è avuto, senza alcun dubbio, un vinto [il campo socialista], ma è difficile dire chi sia il vincitore. L'Europa occidentale? Gli Stati uniti? Il Giappone? Tutti questi? Il fatto è che il crollo dell'"impero del male" [Reagan e Thatcher dixerunt] ha comportato l'apertura di nuovi mercati senza padrone. Era necessario, pertanto, lottare per prenderne possesso, conquistarli.

Non solo: la fine della "Guerra Fredda" ha trascinato con sé una nuova cornice nelle relazioni internazionali, nella quale la lotta nuova per questi nuovi mercati e territori ha prodotto una nuova guerra mondiale, la IV. Questo ha reso necessaria, come in tutte le guerre, una ridefinizione degli Stati Nazionali. Ancora, oltre alla redifinizione degli Stati Nazionali, l'ordine mondiale è tornato alle vecchie epoche delle conquiste di America, Africa e Oceania. Strana modernità, questa che avanza all'indietro, il crepuscolo del XX secolo assomiglia di più ai brutali secoli precedenti che al placido e razionale futuro di qualche romanzo di fantascienza. Nel mondo del Dopoguerra Freddo vasti territori, ricchezze e, soprattutto, forza lavoro qualificata, aspettavano un nuovo padrone…

Ma uno solo è il posto di padrone del mondo, e diversi sono gli aspiranti a diventarlo. E per ottenerlo si dispiega altra guerra, questa volta tra coloro che si erano autonominati "impero del bene".

Se la Terza Guerra Mondiale è stata tra il capitalismo e il socialismo [capeggiati dagli Usa e dall'Urss, rispettivamente], con scenari alterni e differenti gradi di intensità, la IV Guerra Mondiale si fa ora tra i grandi centri finanziari, con scenari totali e con una intensità acuta e costante.

Dalla fine della II Guerra Mondiale fino al 1992 si sono svolte 149 guerre in tutto il mondo. Il risultato sono stati 23 milioni di morti, perché non vi siano dubbi sull'intensità di questa III Guerra Mondiale [i dati sono dell'Unicef]. Dalle catacombe dello spionaggio internazionale fino allo spazio siderale della cosiddetta Iniziativa di Difesa Strategica [le "guerre stellari" del cowboy Ronald Reagan]; dalle spiagge di Playa Girón, a Cuba, fino al Delta del Mekong, in Vietnam; dalla sfrenata corsa nucleare fino ai selvaggi colpi di stato nella dolorante America latina; dalle minacciose manovre degli eserciti Nato fino agli agenti della Cia nella Bolivia dell'assassinio di Che Guevara; la guerra impropriamente chiamata "Fredda" ha raggiunto temperature molto alte, che, nonostante il continuo cambio di scenario e all'incessante su-e-giù della crisi nucleare [o precisamente a causa di ciò], hanno finito per dissolvere il campo socialista come sistema mondiale, e lo hanno diluito come alternativa sociale.

La III Guerra Mondiale ha mostrato le virtù della "guerra totale" [ovunque e in ogni forma] dal punto di vista del trionfatore: che è il capitalismo. Ma lo scenario del dopoguerra ha mostrato, nei fatti, il profilo di un nuovo teatro di operazioni mondiali: grandi "terre di nessuno" [create dal fallimento politico, economico e sociale dell'Europa dell'est e dell'Urss], potenze in espansione [Usa, Europa occidentale e Giappone], crisi economica mondiale, e una nuova rivoluzione tecnologica, l'informatica. "Allo stesso modo in cui la rivoluzione industriale aveva permesso di rimpiazzare il muscolo con la macchina, la attuale rivoluzione informatica punta al rimpiazzo del cervello [per lo meno di un numero crescente delle sue funzioni] con il computer. Questa 'cerebralizzazione generale' dei mezzi di produzione [accade lo stesso nell'industria e nei servizi] è accelerata dall'esplosione di nuove ricerche nelle telecomunicazioni e dalla proliferazione dei cybermondi" [Ignacio Ramonet, "La planètee des désordres", in "Géopolitique du chaos", Manière de voir 3, Le Monde diplomatique, aprile 1997].

Il re supremo del capitale, la finanza, ha cominciato allora a sviluppare la sua strategia bellica, nel nuovo mondo, e su ciò che restava in piedi del vecchio. Attraverso la rivoluzione tecnologica, imposta al mondo intero per mezzo di un computer, a loro arbìtrio, i mercati finanziari hanno imposto le loro leggi e i loro precetti a tutto il pianeta, La "mondializzazione" della nuova guerra non è altro che la mondializzazione delle logiche dei mercati finanziari. Da regolatori dell'economia, gli Stati Nazionali [e i loro governanti] sono passati ad essere regolati, meglio telediretti, dal fondamento del potere finanziario: il libero scambio commerciale. Non solo: la logica del mercato ha sfruttato la "porosità" che, in tutto lo spettro sociale mondiale, è stata provocata dallo sviluppo delle telecomunicazioni, ed è penetrato, si è appropriato di tutti gli aspetti dell'attività sociale. Il fine è una guerra mondiale totalmente totale!

Una delle prime vittime di questa nuova guerra è il mercato nazionale. Come una pallottola sparata dentro una stanza blindata, la guerra iniziata dal neoliberismo rimbalza da un lato all'altro. Una delle basi fondamentali del potere dello Stato capitalista moderno, il mercato nazionale, è liquidato dal cannoneggiamento della nuova era dell'economia finanziaria globale. Il capitalismo internazionale incassa alcune delle sue vittime fiaccando i capitalismi nazionali e smagrendo, fino all'inedia, i poteri pubblici. Il colpo è stato tanto brutale e definitivo che gli Stati Nazionali non dispongono della forza necessaria per opporsi all'azione dei mercati internazionali, quando questi vanno contro gli interessi dei cittadini e dei governi.

La sorvegliata e ordinata vetrina che si supponeva essere l'eredità della "Guerra Fredda", il "nuovo ordine mondiale", si è frantumato sotto l'urto neoliberista. Il capitalismo mondiale sacrifica senza misericordia alcuna ciò che gli ha assicurato futuro e progetto storico: il capitalismo nazionale. Imprese e stati capitombolano in pochi minuti, ma non nella tormenta delle rivoluzioni proletarie, bensì a causa degli uragani finanziari. Il figlio [il neoliberismo] divora il padre [il capitalismo nazionale], e di passaggio distrugge tutte le promesse dell'ideologia capitalista: nel nuovo ordine mondiale non c'è democrazia, né libertà, né eguaglianza, né fraternità.

Nello scenario mondiale prodotto dalla fine della "Guerra Fredda" si vede solo un nuovo campo di battaglia e, in esso, come in tutti i campi di battaglia, regna il caos.

Negli ultimi tempi della "Guerra Fredda", il capitalismo aveva creato un nuovo orrore bellico: la bomba a neutroni. La "virtù" di quest'arma è che distrugge solo la vita e risparmia gli edifici e le cose. Già si potevano distruggere intere città [ovvero, i loro abitanti] senza che fosse necessario ricostruirle [e spendere soldi per questo]. L'industria degli armamenti si era felicitata con se stessa, l'"irrazionalità" delle bombe nucleari era soppiantata dalla nuova "razionalità" della bomba a neutroni. Eppure, una nuova "meraviglia" bellica sarebbe stata scoperta, all'inizio della IV Guerra Mondiale: la bomba finanziaria.

Perché la nuova bomba neoliberista, a differenza delle sue antenate di Hiroshima e Nagasaki, non solo distrugge la polis [la Nazione, in questo caso] e impone morte, terrore e miseria e chi la abita; e, a differenza della bomba a neutroni, non distrugge solo "selettivamente". La bomba neoliberista, in più, riorganizza e riordina ciò che attacca e lo ricostruisce come una tessera del rompicapo della globalizzazione economica. Dopo che il suo effetto di distruzione ha agito, il risultato non è un mucchio di rovine fumanti, o decine di migliaia di vite spente, ma una periferia che si aggiunge a qualcuna delle megalopoli commerciali del nuovo ipermercato mondiale, e una forza lavoro risistemata nel nuovo mercato del lavoro mondiale.

L'Unione europea, una delle megalopoli prodotte dal neoliberismo, è un risultato della IV Guerra Mondiale in corso. Qui, la globalizzazione ha ottenuto di cancellare le frontiere tra Stati rivali, nemici tra loro da molto tempo, e li ha obbligati a convergere e a progettare l'unione politica. Dagli Stati Nazionali alla federazione europea, il cammino economicista della guerra neoliberista nel cosiddetto Vecchio Continente sarà disseminato di distruzione e di rovine, e una di esse sarà la civilizzazione europea.

Le megalopoli si riproducono in tutto il pianeta. Le zone commerciali integrate sono il terreno su cui vengono edificate. Questo accade nell'America del Nord, dove il Trattato di libero commercio dell'America del Nord [Nafta, la sigla in inglese], tra Canada, Stati uniti e Messico, non è altro che il preludio del compimento di una vecchia aspirazione di conquista statunitense: "L'America agli americani". In America del Sud si segue lo stesso cammino con il Mercosur tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. In Africa del Nord, con l'Unione del Maghreb arabo [Uma] tra Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania; in Africa del Sud, nel Vicino Oriente, nel Mar Nero, in Asia, nel Pacifico… in tutto il pianeta esplodono le bombe finanziarie e riconquistano territori.

Le megalopoli sostituiscono le nazioni? No, o non solo. Le includono, anche, e riassegnano loro funzioni, limiti e possibilità. Paesi interi si convertono in dipartimenti della megaimpresa neoliberista. Il neoliberismo produce così distruzione/spopolamento, da un lato, e la ricostruzione/riordinamento dall'altro, di regioni e nazioni, per aprire nuovi mercati o modernizzare quelli esistenti.

Se le bombe nucleari avevano un carattere dissuasivo, intimidatorio e coercitivo, nella IV deflagrazione mondiale non accade lo stesso con le iperbombe finanziarie. Queste armi servono ad attaccare territori [Stati Nazionali] distruggendo le basi materiali della sovranità nazionale [ostacolo etico, giuridico, politico, culturale e storico contro la globalizzazione economica] e producendo uno spopolamento qualitativo dei loro territori. Questo spopolamento consiste nel prescindere da tutti quelli che sono inutili alla nuova economia di mercato [per esempio gli indios]. Però, in più, i centri finanziari operano, simultaneamente, una ricostruzione degli Stati Nazionali e li riordinano secondo la nuova logica del mercato mondiale [e i modelli economici sviluppati si impongono su relazioni sociali deboli o inesistenti].

La IV Guerra Mondiale sul terreno rurale, per esempio, produce questo effetto. La modernizzazione rurale, che i mercati finanziari esigono, punta a incrementare la produttività agricola, però quel che ottiene è distruggere le relazioni sociali ed economiche tradizionali. Risultato: esodo massiccio dai campi alle città. Sì, come in una guerra. Intanto, nelle zone urbane si satura il mercato del lavoro e la distribuzione diseguale del reddito è la "giustizia" che spetta a coloro che cercano migliori condizioni di vita. Di esempi che illustrano questa strategia è pieno il mondo indigeno: Ian Chambers, direttore dell'Ufficio del Centro America dell'Organizzazione internazionale del lavoro [dell'Onu], ha dichiarato che la popolazione indigena mondiale, calcolata in 300 milioni di persone, vive in zone che detengono il 60 per cento delle risorse naturali del pianeta. Così, "non sorprendono i conflitti molteplici per l'utilizzo e il destino delle loro terre attorno agli interessi di governi e imprese [...] Lo sfruttamento delle risorse naturali [petrolio e minerali] e il turismo sono le principali industrie che minacciano i territori indigeni in America" [Intervista di Martha Garcia, La Jornada, 28 maggio 1997]. Dietro i principali progetti di investimento ci sono l'inquinamento, la prostituzione e le droghe. Vale a dire, si compiono distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordinamento delle zone interessate.

In questa nuova guerra mondiale, la politica moderna come organizzatrice dello Stato Nazionale non esiste più. Ora la politica è solo una organizzatrice economica e i politici sono moderni amministratori di impresa. I nuovi padroni del mondo non sono "governo", non ne hanno bisogno. I governi "nazionali" si incaricano di amministrare gli affari nelle differenti regioni del mondo. Questo è il "nuovo ordine mondiale", l'unificazione del mondo intero in un solo mercato. Le nazioni sono botteghe di dipartimenti con gestori in forma di governi, e le nuove alleanze regionali, economiche e politiche si avvicinano più a un moderno "mall" commerciale che a una federazione politica. L'"unificazione" prodotta dal neoliberismo è economica, è l'unificazione dei mercati che facilita la circolazione del denaro e delle merci. Nel gigantesco ipermercato mondiale circolano liberamente le merci, non le persone.

Come ogni iniziativa imprenditoriale [e di guerra] questa globalizzazione va accompagnata con un modello generale di pensiero. Eppure, tra tante novità, il modello ideologico che accompagna il neoliberismo nella sua conquista del pianeta ha molto di vecchio e di ammuffito. L'"american way of life" che accompagnò le truppe nordamericane in Europa nella II Guerra Mondiale, e nel Vietnam degli anni sessanta, e, più di recente, nella Guerra del Golfo, ora va mano nel mano [o meglio, nei computer] dei mercati finanziari.

Non si tratta solo di una distruzione delle basi materiali degli Stati Nazionali, ma anche [in un modo tanto imponente quanto poco studiato] di una distruzione storica e culturale. Il degno passato indigeno dei paesi del continente americano, la brillante civilizzazione europea, e la poderosa e ricca antichità di Africa e Oceania, tutte le culture e le storie che hanno forgiato nazioni sono attaccate dal modo di vita nordamericano. Il neoliberismo impone così una guerra totale: la distruzione di nazioni e gruppi di nazioni per omologarli al modello capitalista nordamericano.

Una guerra dunque, una guerra mondiale, la IV. La peggiore e più crudele, quella che il neoliberismo conduce ovunque e con tutti i mezzi contro l'umanità.

Però come in tutte le guerre ci sono combattimenti, ci sono vincitori e vinti, ci sono pezzi rotti di questa realtà distrutta. Per tentare di comporre l'assurdo rompicapo del mondo neoliberista mancano molte tessere. Alcune si possono trovare tra le rovine che questa guerra mondiale già ha lasciato sulla superficie del pianeta. Ciononostante sette di queste tessere si possono ricostruire, e incoraggiare la speranza che questo conflitto mondiale non finisca uccidendo il contendente più debole: l'umanità.

Sette tessere da disegnare, colorare, ritagliare e tentare di comporre tra loro per ricostruire il rompicapo mondiale.

La prima è la doppia accumulazione, di ricchezze e povertà, ai due poli della società mondiale. L’altra è lo sfruttamento totale della totalità del mondo. La terza è l’incubo di una parte errante dell’umanità. La quarta è la nauseabonda relazione tra crimine e Potere. La quinta è la violenza dello Stato. La sesta è il mistero della megapolitica. La settima è la multiforme borsa di resistenza dell’umanità contro il neoliberismo.

Tessera 1:

La concentrazione della ricchezza e la distribuzione della povertà.

Nella storia dell'umanità, diversi modelli sociali hanno fatto a gara per inalberare l'assurdo come segno distintivo dell'ordine mondiale. Sicuramente il neoliberismo otterrà un posto privilegiato, al momento dei premi, perché la sua "distribuzione" della ricchezza sociale non fa altro che distribuire un doppio assurdo della accumulazione: l'accumulazione della ricchezza nelle mani di un certo numero, e la accumulazione della povertà per milioni di esseri umani.

Nel mondo attuale, l'ingiustizia e la diseguaglianza sono i segni distintivi. Il pianeta Terra, terzo del sistema planetario solare, ha cinque miliardi di esseri umani. In esso, solo 500 milioni di persone vivono comode, mentre quattro miliardi e mezzo soffrono la povertà e tentano di sopravvivere.

Un doppio assurdo è il raffronto tra ricchi e poveri: i ricchi sono pochi e i poveri sono molti. La differenza quantitativa è criminale, ma il raffronto tra gli estremi si fa usando la ricchezza come metro di misura: i ricchi suppliscono alla loro minoranza numerica con migliaia di milioni di dollari. I patrimoni delle 358 persone più ricche al mondo [migliaia di milioni di dollari] è superiore al reddito annuale del 45 per cento degli abitanti più poveri, qualcosa come due miliardi e 600 milioni di persone. Le catene d'oro degli orologi finanziari si trasformano in pesanti ceppi per milioni di persone. Mentre la "… cifra degli affari della General Motors è più elevata del Prodotto interno lordo della Danimarca, quella della Ford è più grande del Pil dell'Africa del Sud, e quella della Toyota oltrepassa il Pil della Norvegia" [Ignacio Ramonet, Lmd di gennaio 1997], per tutti i lavoratori i salari reali sono caduti, in più essi devono affrontare le riduzioni di personale nelle imprese, la chiusura di fabbriche e la delocalizzazione dei centri produttivi. Nelle cosiddette "economie capitaliste avanzate" il numero dei disoccupati arriva già a 41 milioni di lavoratori.

In modo lento, la concentrazione della ricchezza in poche mani e la distribuzione della povertà in molte, va delineando il volto della società mondiale moderna: il fragile equilibrio di diseguaglianze assurde.

La decadenza del sistema economico neoliberista è uno scandalo: "Il debito mondiale [comprendento quello delle imprese, dei governi e delle amministrazioni] ha oltrepassato i 33 miliardi e 100 milioni di dollari, come dire il 130 per cento del Pil mondiale" [Frédéric F. Clairmont, "Le duecento società che controllano il mondo", Lmd, aprile 1997].

La crescita delle grandi multinazionali non implica il progresso delle nazioni sviluppate. Al contrario, mentre i giganti finanziari aumentano i loro profitti, si acutizza la povertà nel cosiddetti "paesi ricchi".

La differenza da colmare tra ricchi e poveri non pare avere alcuna tendenza a ridursi, anzi il contrario. Lontano dall'attenuarsi, già non diciamo dall'essere eliminata, la diseguaglianza si accentua, soprattutto nelle nazioni capitaliste sviluppate: negli Usa, l'1 per cento dei nordamericani più ricchi ha incamerato il 61,1 per cento dell'insieme della ricchezza nazionale del paese, tra il 1983 e il 1989. L'80 per cento dei nordamericani più poveri non si sono divisi che l'1,2 per cento. In Gran Bretagna il numero dei senzatetto si è raddoppiato; il numero dei bambini che vivono solo con gli aiuti sociali è passato dal 7 per cento nel 1979 al 26 del 1994; il numero di inglesi che vivono in povertà [soglia fissata alla metà del salario minimo] è passata da 5 milioni a 13 milioni e 700 mila; il 10 per cento dei più poveri ha perso il 13 per cento del potere d'acquisto, mentre il 10 per cento dei più ricchi ha guadagnato il 65 per cento e da cinque anni in qua si è raddoppiato il numero dei milionari [dati di Lmd, aprile 1997].

All'inizio degli anni novanta, "… circa 37 mila imprese stringevano, con le loro 170 mila filiali, l'economia internazionale nei loro tentacoli. Ciononostante, il centro del potere si colloca nel cerchio più ristretto delle prime duecento: dall'inizio degli anni ottanta esse hanno conosciuto una espansione ininterrotta per via delle fusioni e degli acquisizione di imprese. In questo modo, la parte di capitale transnazionale nel Pil mondiale è passata dal 17 per cento della metà degli anni sessanta al 24 del 1982 e a più del 30 per cento nel 1995.

Le prime duecento sono conglomerati le cui attività planetarie coprono senza distinzione i settori primario, secondario e terziario: grandi sfruttamenti agricoli, produzione manifatturiera, servizi finanziari, commercio, ecc. Geograficamente, esse si ripartiscono tra dieci paesi: Giappone [62], Usa [53], Germania [23], Francia [19], Regno Unito [11], Svizzera [8], Corea del Sud [6], Italia [5] e Paesi Bassi [4]". [Frédéric Clairmont, cit.].

La figura 1 si costruisce disegnando il simbolo del dollaro. Rappresenta il potere economico. Va colorato di verde dollaro. Dell’odore nauseabondo non ci si deve preoccupare, la Roma di sterco, fango e sangue ce l’ha dalla nascita.

Fonte: Appello al Popolo 29 Novembre 2011

Elsa Fornero: l'imbrogliona signora «equità»

Scritto da Leonardo Mazzei
Campo Antimperialista

elsa-fornero Dal governo dei «professori» il più grave attacco ai diritti pensionistici
Si dice che gli italiani non sopportassero un parlamento di "nominati". Bene, ora oltre allo stesso parlamento di prima, hanno anche un governo di "nominati". Professori e manager che nessuno ha eletto, ma che i vampiri della finanza hanno selezionato e scelto con cura.

Tra questi si distingue la signora Fornero, professoressa di economia, consigliera di Confindustria, editorialista del Sole 24 Ore, vice presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo (ma guarda un po'), vice presidente della Compagnia di Sanpaolo, e (per gli amanti del gossip), moglie dell'economista Mario Deaglio.

Per avere un'idea di cosa si sia occupata fino ad oggi la neo-ministra, basti ricordare il suo ruolo di componente della commissione della Banca Mondiale incaricata di «valutare l'attuazione delle riforme previdenziali nei paesi con "economie in transizione"». Un ruolo che è tutto un programma.

Ce ne occupiamo per tre motivi. Il primo è che le pensioni (quelle attuali e quelle future) sono nuovamente nel mirino dei tagliatori di Stato, sanguisughe superpagate per accanirsi con la povera gente. Il secondo è che tutto ciò ci verrà presentato come «equo», paroletta che nella neo-lingua orwelliana è l'equivalente della parola «pace» sulla bocca dei peggiori guerrafondai. Il terzo è che la sinistra del capitale (Pd, ma anche Sel) ha già deciso una plateale apertura di credito nei confronti della titolare del Ministero del Lavoro.

La scoperta dell'acqua calda, l'ennesimo imbroglio, gli applausi di Vendola e Bersani
Giovedì scorso Fornero parlando davanti ad un'assemblea della Cna sintetizza in questo modo il suo messaggio: «La riforma delle pensioni è stata già fatta, ma va accelerata». Questa frasetta è quanto di più disonesto si possa immaginare. La prima parte - «la riforma delle pensioni è stata già fatta» - è la più classica scoperta dell'acqua calda, la seconda - «ma va accelerata» - contiene l'imbroglio ed il succo del nuovo devastante attacco alle condizioni di vita di milioni di persone che si va preparando.

Di (contro) riforme delle pensioni ne sono state fatte diverse, da Dini in poi. Gli ultimi ritocchi sono avvenuti nelle manovre estive del precedente governo. Tutti sanno che i conti dell'Inps sono in ordine, che il Fondo lavoratori dipendenti ha un notevole attivo, che oggi in Italia l'età del pensionamento effettivo, già notevolmente superiore a quella dei lavoratori francesi, ha raggiunto quella dei tedeschi e che andrà ben oltre a legislazione attuale nei prossimi anni. Tutte realtà spesso ricordate dallo stesso presidente dell'Inps Mastrapasqua.

Ma allora perché l'ulteriore attacco ai diritti pensionistici dei lavoratori italiani? Semplice, perché i soldi che servono a garantire la finanza internazionale (Monti e soci sono stati messi lì per questo) da qualche parte andranno presi. E non c'è nessuna intenzione di colpire i ricchi, tant'è che non vi sarà alcuna patrimoniale degna di questo nome. Dunque, per l'ennesima volta, le pensioni sono sotto attacco. Ma naturalmente in nome dell'«equità».

L'imbroglio è così sfacciato che è perfino avvilente doversene occupare. Eppure, ma non deve sorprendere, esso è stato addirittura esaltato dal politicantume di centrosinistra. Se il segretario del Pd ha parlato di «intervento veramente notevole sia nel merito che nei toni», per il leader di Sel «bene la ministra che ha ridimensionato la portata del tema pensioni».

Ora, lasciando perdere le lodi sperticate di Bersani, non sappiamo dove sia il ridimensionamento ravvisato da Vendola. Quest'ultimo, con ogni probabilità, non sa neppure di cosa si sta parlando, ma deve cogliere ogni occasione per rimanere interno ai giochi di potere. Aggrapparsi ad una parola è il loro esercizio quotidiano, in modo da poter sempre aggirare le questioni. Lasciamoli perdere ed entriamo nel merito.

Sabato 26 novembre, la Repubblica, un giornale così estasiato dal «governo delle élite» da non sapersi ormai più trattenere dal manifestare la gioia di poter infilzare il popolo lavoratore al posto del buffone di Arcore, si è preso la briga di presentare ai suoi lettori il Fornero-pensiero, pubblicando ampi stralci di un suo articolo uscito pochi giorni prima della nomina a ministro.

Non sappiamo in quale percentuale il governo Monti saprà tradurre in interventi legislativi la ricetta antipopolare della professoressa, ma sta di fatto che tutti i giornali discutono dei prossimi interventi governativi a partire dalle idee della Fornero. Idee devastanti, della cui gravità ancora non ci si rende conto.

La «soluzione finale»
Come ovvio (ci mancherebbe!), la ministra giudica positivamente tutti i tagli fin qui effettuati, ma li considera insufficienti, uno «spezzatino» a cui dare ordine con una sorta di «soluzione finale». Per costei ci sono ancora troppi privilegi. Già, ma quali? I privilegiati sarebbero coloro che ancora godono dei benefici del sistema retributivo. Più esattamente, come l'autrice precisa, si tratta dei «"salvati" oggi ancora attivi nel mercato del lavoro, ossia i lavoratori nati tra il 1950 e il 1962».

Il caso vuole che si tratti proprio della stessa generazione protagonista delle lotte degli anni settanta. Che si consumi in questo modo un'ennesima vendetta di classe? Quel che è certo è che si tratta di una fascia di lavoratori che ha già pagato abbondantemente le controriforme degli ultimi anni, come dimostreremo più avanti.

Ora lasciamo parlare la Fornero, che se non altro ha il pregio della chiarezza:
«Si tratterebbe di applicare, a partire dal 2012, il metodo contributivo pro-rata per tutti i lavoratori, rendendo subito effettive un'età minima di pensionamento pari a sessantatré anni e una "fascia di flessibilità" che incoraggi il lavoratore a ritardare l'uscita fino ai sessantotto (settanta) anni, con un incremento di pensione che - secondo calcoli matematici, e non in base ad arbitrari criteri politici - tenga conto dei maggiori contributi versati e della maggiore età. I requisiti minimi e massimi sarebbero successivamente indicizzati alla longevità, così come già previsto dalla normativa vigente».

In poche righe ecco il cuore della proposta, riassumibile in quattro punti: contributivo per tutti, abolizione definitiva delle pensioni di anzianità, meccanismo premiale per incentivare la permanenza al lavoro, il tutto integrato dall'indicizzazione alla longevità in base alla legislazione vigente.

Vediamo brevemente le conseguenze micidiali di questi quattro aspetti.

Contributivo per tutti
Questa misura ci viene presentata come il massimo dell'equità. Il ragionamento è semplice: poiché il sistema retributivo è più vantaggioso di quello contributivo, azzeriamo questa differenza portando tutti al contributivo. Ora, se di equità si trattasse, logica vorrebbe che ad un peggioramento per i «privilegiati» del 1950-1962 corrispondesse un miglioramento per gli altri lavoratori. Peccato che un simile meccanismo non sia stato neppure preso in considerazione.

A questa banale osservazione ne va aggiunta un'altra, probabilmente meno evidente della prima. Bisogna sapere che la differenziazione tra queste fasce di lavoratori, decisa dalla controriforma Dini del 1995, venne motivata con il fatto che i lavoratori meno giovani - ai quali rimaneva il sistema retributivo - non avrebbero avuto il tempo di costruirsi un'adeguata pensione integrativa, possibilità che veniva riservata ai più giovani, passati fin da allora al contributivo.

Naturalmente questa divisione servì a far meglio digerire la legge Dini e quella differenziazione, accettata da Cgil-Cisl-Uil, fu una vera infamia. Ma che forse vi si ripara in questo modo? No, se si volesse un minimo di giustizia, bisognerebbe riconoscere il fallimento, peggio la truffa, delle pensioni integrative. Ma è inutile dire che di questo argomento non vi è la minima traccia nelle riflessioni forneriane.

Abolizione definitiva delle pensioni di anzianità
Questa misura è semplicemente odiosa. Essa colpisce in maniera particolare chi ha iniziato a lavorare in giovane età, ma danneggia pesantemente anche i giovani disoccupati che avranno sempre più difficoltà a trovare un'occupazione.

Quel che molti non sanno è che già oggi le pensioni di anzianità propriamente dette sono di fatto già quasi abolite del tutto. A beneficiarne, con le regole attuali, sono ormai pochi lavoratori, peraltro in diminuzione anno dopo anno. Quel che finora è rimasto è invece il diritto alla pensione dopo 40 anni di contribuzione. Quaranta anni che diventano quarantuno con la cosiddetta «finestra», ed in realtà quarantuno più un mese dal 2012, quarantuno più due mesi dal 2013, eccetera...

Cosa resterà di questo diritto che anche Attila-Dini aveva preservato? Non lo sappiamo. La Fornero non lo esplicita, ma scrive che l'età minima del pensionamento dovrà essere portata da subito a 63 anni. In realtà sul Sole 24 Ore di ieri, 28 novembre, veniva avanzata l'ipotesi di lasciare il diritto alla pensione dopo i 40 anni, ma imponendo in quel caso una maxi decurtazione della pensione con l'applicazione del calcolo contributivo su tutta la vita lavorativa.

Cerchiamo di capire quanto sia aberrante l'eliminazione delle pensioni di anzianità, facendo un caso concreto. Si prenda un lavoratore nato nel 1955, con 38 anni di anzianità contributiva. Quando ha cominciato a lavorare, all'età di 18 anni, nel lontano 1973, sapeva di poter accedere alla pensione dopo 35 anni. Nel 1995 la sua vita lavorativa è stata allungata di altri 5 anni, mentre gli interventi successivi hanno aggiunto ancora un anno e tre mesi. Attualmente, se ha avuto la fortuna di lavorare in maniera continuativa, riceverebbe la sua prima pensione (cosa diversa, come abbiamo visto, dalla semplice maturazione del diritto) nel 2014, dopo 41 anni e tre mesi di lavoro effettivo.

Calcolando una pensione lorda di 25mila euro annui ed una contribuzione media all'Inps di 10mila euro annui, questo lavoratore ha già dato alle casse dello stato 156.250 euro di mancata pensione e 62.500 euro di contributi aggiuntivi, per un totale di 218.750 euro! Si noti che essendo il debito pubblico pro-capite pari a circa 33mila euro, questo «privilegiato», per la Fornero un inqualificabile percettore di «regali» (leggere per credere), ha già pagato quasi sette volte la sua quota parte di debito. Ma evidentemente non basta.

Ed infatti la neo-ministra vuole spostargli la data del pensionamento dai 59 ai 63 anni come minimo. A questo punto il lavoratore del nostro esempio - sono centinaia di migliaia le persone in questa situazione - arriverebbe a lavorare 45 anni e passa, ottenendo oltretutto una pensione più bassa a causa del passaggio pro-quota dal 2012 al contributivo.

Meccanismo premiale e indicizzazione alla longevità
La Fornero non è donna da porsi dei limiti. Ed infatti non appena raggiunti i 63 anni mira ai 68, guardando ai 70. Ma perché fermarsi a questa soglia psicologica? In fondo non viviamo in quel Paese in cui l'ex  primo ministro, da poco defenestrato, dichiarava di puntare ad allungare la vita fino a 120 anni? Ed allora vai con i «premi» a chi ritarda il pensionamento.

Premi che sono un insulto a tanti lavoratori, premi che negano qualsiasi principio di equità. Già oggi alcune categorie - queste sì privilegiate - possono ritardare il momento del pensionamento. Lo possono fare grazie ad un lavoro assai poco usurante. Ma se questa è la condizione di magistrati e docenti universitari, che dire degli operai di fabbrica, dei muratori, di chi comunque deve sgobbare per 8 e più ore al giorno?

Signora «equità» la faccia finita. E la facciano finita i pagliacci che la applaudono. Vedrà che i lavoratori che pagheranno per le «sue idee» applaudiranno di meno.

Ma i premi da soli potrebbero non bastare, ed ecco allora la provvidenziale indicizzazione all'aspettativa di vita, un lascito del vecchio governo ben accetto dal nuovo. La signora «equità», questa imbrogliona di turno, arriverebbe così alla sua soluzione finale.

Ma siccome sull'«equità» questo governo non scherza, e tanti allocchi dell'antiberlusconismo formato Scalfari magari ci credono davvero, è arrivata sui giornali di ieri la ciliegina sulla torta pensionistica. Dato che l'obiettivo è fare cassa, di cosa discute il governo degli «equi»? Niente meno che del blocco degli aumenti delle pensioni. Per arraffare i miliardi che non si vogliono prendere a lorsignori, cosa c'è di meglio che gettarsi sulle già misere pensioni di milioni di persone?

E che dire della brillante idea di finanziare la riduzione delle tasse per le aziende con un nuovo aumento dell'IVA? Equità, gente, equità!, che gli italiani sono dei gonzi. Almeno fin che dura.

Fonte: Campo Antimperialista 29 Novembre 2011

22 Ragioni per le quali potremmo assistere ad un collasso economico in Europa nel 2012

The Economic Collapse

Il 2012 sarà l'anno nel quale vedremo un collasso economico in Europa? Prima di respingere il titolo di questo articolo come "allarmista", leggete prima i fatti elencati nel resto di questo articolo. Nel corso degli ultimi mesi, c'è stata una sorprendente perdita di fiducia nel sistema finanziario europeo. In questo momento, praticamente nessuno vuole prestare denaro alle nazioni europee in difficoltà finanziaria e praticamente nessuno vuole prestare denaro alle grandi banche europee.

Ricordate, una delle ragioni principali per la crisi finanziaria del 2008 è stata una stretta creditizia importante che si è verificata qui negli Stati Uniti. Questa crisi del credito nascente in Europa è solo un elemento di una "tempesta perfetta" che si sta rapidamente avvicinando mentre ci apprestiamo ad entrare nel 2012. I segnali di difficoltà sono ovunque. In tutta Europa, i governi stanno attuando misure di austerità e riducendo drasticamente la spesa. Le banche europee stanno sostanzialmente tagliando i finanziamenti mentre cercano di soddisfare nuovi requisiti patrimoniali che vengono loro imposti.

Nel frattempo, i rendimenti obbligazionari stanno andando alle stelle in tutta Europa mentre gli investitori perdono la fiducia e chiedono rendimenti molto più elevati per investire in debito europeo. È ormai chiaro che se non accade un miracolo, non pochi paesi europei e un numero significativo di banche europee non saranno in grado di ottenere dal mercato i finanziamenti di cui hanno bisogno nel 2012. L'unica cosa che potrebbe evitare un crollo finanziario completo e totale in Europa è un'azione drammatica, ma in questo momento i leader europei sono così impegnati a litigare tra loro che un piano coraggioso sembra fuori questione.

I seguenti sono 22 motivi per cui potremmo vedere un collasso economico in Europa nel 2012 ....

# 1 La Germania potrebbe salvare il resto d'Europa, ma questo richiederebbe un impegno finanziario senza precedenti, e il popolo tedesco non ha lo stomaco per farlo. E' stato stimato che alla Germania costerebbe  il 7 per cento del PIL per diversi anni, salvare le altre nazioni dell'UE in difficoltà finanziaria. Tale importo supererebbe di gran lunga i risarcimenti incredibilmente pesanti che la Germania fu costretta a pagare a seguito della prima guerra mondiale

Una serie di recenti indagini hanno dimostrato che il popolo tedesco è fermamente contro il salvataggio del resto d'Europa. Per esempio, secondo un recente sondaggio il 57 per cento del popolo tedesco è contro la creazione degli eurobond.

A questo punto, i politici tedeschi si oppongono fermamente a qualsiasi misura che imporrebbe un onere eccessivo per i contribuenti tedeschi, quindi, a meno che questo non cambi, l'Europa non sarà salvata dall'interno.

# 2 Gli Stati Uniti potrebbero salvare l'Europa, ma l'amministrazione Obama sa che questa è una cosa davvero difficile da vendere al popolo americano nel corso di una stagione elettorale. Quello che segue è ciò che l'addetto stampa della Casa Bianca Jay Carney ha detto oggi circa la possibilità di un piano di salvataggio dell'Europa da parte degli Stati Uniti ....

"E' una cosa che hanno bisogno di risolvere e hanno la capacità di risolverla, sia la capacità finanziaria che la volontà politica"

Carney ha anche detto che l'amministrazione Obama non ha intenzione di impegnare "risorse aggiuntive" per salvare l'Europa ....

"Non crediamo in alcun modo che siano necessarie risorse aggiuntive dagli Stati Uniti e dai contribuenti americani".

# 3 In questo momento, le banche in tutta Europa stanno riducendo la leva finanziaria nel tentativo di soddisfare le nuove esigenze di adeguare il capitale entro il prossimo giugno.

Secondo il noto giornalista finanziario Ambrose Evans-Pritchard, le banche europee hanno bisogno di ridurre la quantità di prestiti nei loro registri di circa 7 miliardi di dollari, al fine di scendere a livelli di sicurezza ....

Le banche europee devono affrontare una contrazione di 7.000 miliardi dollari di prestito per portare i loro bilanci in linea con Stati Uniti e Giappone, minacciando di intrappolare la regione in una stretta creditizia e nella depressione cronica per un decennio.

Che cosa vuol dire?

Ciò significa che le banche europee diventeranno molto, molto avare con i prestiti.

Ciò significa che sta per diventare veramente difficile acquistare una casa o espandere un business in Europa, e questo significa che l'economia europea sta per rallentare sensibilmente.

# 4 Le banche europee sono sovraccariche di "titoli tossici" dei quali cercano disperatamente di sbarazzarsi. Proprio come abbiamo visto con le banche degli Stati Uniti nel 2008, le grandi banche europee sono impegnate nel tentativo di scaricare montagne di titoli senza valore che hanno un valore contabile di miliardi di euro, ma praticamente nessuno vuole comprarli .

# 5 Programmi di austerità dei governi sono ora in corso di attuazione in tutta Europa. Ma i programmi di austerità del governo possono avere effetti economici molto negativi. Per esempio, abbiamo già visto cosa ha fatto alla Grecia l'austerità del governo. 100.000 aziende hanno chiuso e un terzo della popolazione ora vive in povertà.

Ma ora i governi di tutta Europa hanno deciso che l'austerità è la strada da percorrere. Il seguente è un estratto da un recente articolo dell'Economist ....

I piani di bilancio della Francia stanno per essere approvati, sono probabili ulteriori tagli, ma saranno rimandati a dopo le elezioni in primavera. L'Italia deve ancora votare un pacchetto molto rivisitato di tagli. Il nuovo governo spagnolo ha promesso ulteriori tagli alla spesa, soprattutto spese regionali, al fine di raggiungere gli obiettivi di deficit concordati con Bruxelles.

# 6 L'importo del debito dovuto da alcune di queste nazioni europee è così grande che è difficile da comprendere. Per esempio, Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna devono tutti insieme al resto del mondo circa tre trilioni (3000 miliardi) di dollari. 

Quindi cosa puo fare una massiccia austerità del governo  per nazioni travagliate come la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda e l'Italia? Ambrose Evans-Pritchard è molto preoccupato di ciò che un'ulteriore aumento della disoccupazione significherà per molti di questi paesi ....

Ancora oggi, il tasso di disoccupazione per i giovani è vicino al 10pc in Giappone. E' già al 46pc in Spagna, 43pc in Grecia, 32pc in Irlanda, e 27pc in Italia. Scopriremo col tempo cosa farà a queste società un ulteriore alleggerimento del debito.

# 7 L'Europa era in grado di salvare la Grecia e l'Irlanda, ma non c'è modo che l'Italia possa essere salvata se richiederà un vero e proprio salvataggio.

Purtroppo, mentre leggete questo, l'Italia è nel bel mezzo di una crisi finanziaria enorme. Il rendimento dei titoli italiani a due anni è circa il doppio di quello che è stato per la maggior parte dell'estate. Non c'è modo che sia sostenibile.

Sarebbe difficile sopravvalutare quanto di una crisi, l'Italia rappresenta. Di seguito viene riportato come l'ex manager di hedge fund Bruce Krasting ha recentemente descritto la situazione attuale ....

A questo punto vi è zero possibilità che l'Italia possa rifinanziare una qualsiasi parte dei suoi 300 miliardi di debito in scadenza nel 2012. Se c'è qualcuno al tavolo che pensa ancora che l'Italia possa tirare fuori un miracolo, si sbaglia. Sono certo che i ragazzi delle finanze presso la BCE e l'italiana BC lo capiscono. Ripeto, c'è una possibilità pari a zero per una soluzione di mercato per l'Italia.

Krasting ritiene che o l'Italia ottiene una gigantesca montagna di denaro da qualche parte o farà default entro sei mesi e questo significherà l'inizio di una depressione globale ....

Penso che la storia dell'Italia sia creare o distruggere. O si sistema questa situazione o l'Italia farà default in meno di sei mesi. L'opzione di default non è realmente un'opzione che i responsabili politici prenderebbero in considerazione. Se l'Italia non ce la fa, allora ci sarà un crollo molto rumoroso. Finirebbe col tirarsi dietro la maggior parte degli istituti di credito globali, un discreto numero di paesi seguirebbero l'italia nel vortice. A mio parere un default dell'Italia porterà certamente una depressione globale, una di quelle che ci vorrebbero molti anni per venirne fuori.

# 8 Un default italiano può essere più vicino di quanto molti pensano. Come il Telegraph ha recentemente riferito, solo per rifinanziare il debito esistente, il governo italiano deve vendere più di 30 miliardi di euro di nuove obbligazioni entro la fine di gennaio ....

Il Nuovo governo in Italia dovrà vendere più di 30 miliardi di euro di nuove obbligazioni entro la fine di gennaio per rifinanziare i propri debiti. Gli analisti dicono che non c'è garanzia che gli investitori compreranno tutte quelle obbligazioni, e questo potrebbe costringere l'Italia al default.

Il governo italiano ieri ha detto che nei colloqui con il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, il Primo Ministro Mario Monti aveva accettato il fatto che un crollo italiano "significherebbe inevitabilmente la fine dell'euro".

# 9 Paesi europei diversi dai semplici "PIIGS" stanno entrando in un numero crescente di difficoltà. Per esempio, S & P ha recentemente tagliato il rating del Belgio ad AA .

# 10 Declassamenti del credito ora stanno arrivando fast and furious in tutta Europa. A questo punto sembra di vedere un nuovo declassamento quasi ogni singola settimana. Alcune nazioni sono state declassate diverse volte. Per esempio, Fitch ha declassato il rating del Portogallo di nuovo. A questo punto si prevede che il PIL portoghese si ridurrà di circa il 3 per cento nel 2012.

# 11 Il crollo finanziario dell'Ungheria non ha fatto molta notizia negli Stati Uniti, ma dovrebbe. Moody's ha tagliato il rating del debito ungherese a livello spazzatura, e l'Ungheria ha ora presentato una richiesta formale all'UE e al Fondo Monetario Internazionale per un salvataggio .

# 12 Anche la fiducia nel debito tedesco sembra vacillare. La scorsa settimana, la Germania ha avuto "una delle sue peggiori aste di bond".

# 13 Le banche tedesche stanno cominciando a mostrare segni di debolezza. L'altro giorno, Moody's ha declassato il rating di 10 grandi banche tedesche .

# 14 Come il Telegraph ha recentemente riportato, il governo britannico sta ora facendo piani basati sul presupposto che un crollo dell'euro è "solo una questione di tempo"....

Mentre il governo italiano combatteva per ottenere prestiti e la Spagna prendeva in considerazione la richiesta di un bail-out internazionale, i  ministri britannici avvertivano privatamente che il disfacimento dell'euro, un tempo quasi impensabile, oggi è sempre più plausibile.

I diplomatici si stanno preparando ad aiutare i britannici all'estero ad attraversare un collasso bancario e persino sommosse derivanti dalla crisi del debito.

Il Tesoro ha confermato all'inizio di questo mese che la pianificazione di emergenza per un collasso è in corso.

Un ministro anziano ha ora rivelato il grado di preoccupazione del governo, dicendo che la Gran Bretagna sta facendo programmi basandosi sul fatto che un crollo dell'euro è ormai solo una questione di tempo.

# 15 Il EFSF avrebbe dovuto contribuire a portare una certa stabilità alla situazione, ma la verità è che l'EFSF è già un brutto scherzo. E' stato riferito che l'EFSF è già stato costretto ad acquistare un gran numero delle sue stesse obbligazioni.

# 16 Purtroppo, sembra che un assalto alle banche sia già iniziato in Europa. Il seguente estratto viene da un recente articolo su The Economist ....

"Stiamo iniziando a vedere i segni che le aziende stanno ritirando depositi dalle banche in Spagna, Italia, Francia e Belgio",  ha scritto un'analista di  Citi Group in un recente rapporto. "Questo è uno sviluppo preoccupante".

# 17 La fiducia nelle banche europee è andata totalmente in frantumi e praticamente nessuno vuole prestare loro i soldi, al momento.

Quello che segue è un breve estratto da un recente articolo CNBC ....

I Fondi monetari negli Stati Uniti hanno drammaticamente chiuso le loro finestre per i prestiti alle banche europee. Secondo l'Economist, Fitch stima che i fondi del mercato monetario americani hanno ritirato generalmente il 42 per cento del loro denaro dalle banche europee.

E per la Francia il numero è ancora maggiore - il 69 per cento. Anche i fondi monetari europei stanno entrando in azione.

# 18 Ci sono decine di grandi banche europee che sono in pericolo di fallire. La realtà è che le banche europee più importanti sono indebitate fino al collo e sono massicciamente esposte al debito sovrano. Prima di cadere nel 2008, il rapporto di indebitamento di Lehman Brothers era 31-1. Oggi, le grandi banche tedesche hanno un rapporto di indebitamento 32-1 , e quelle banche sono attualmente in possesso di una massiccia quantità di debito sovrano europeo.

# 19 Secondo il New York Times , l'economia dell'UE è già destinata a ridursi leggermente l'anno prossimo, e questo non tiene nemmeno conto di ciò che accadrà in caso di un totale collasso finanziario.

# 20 Ci sono già segnali che indicano che l'economia europea sta seriamente rallentando. Gli ordinativi industriali nella zona euro sono diminuiti del 6,4 per cento nel mese di settembre. Questo è stato il più grande declino che abbiamo visto dal centro della crisi finanziaria nel 2008.

# 21 Il panico e la paura sono ovunque in Europa in questo momento. L'ndice di fiducia dei consumatori della Commissione europea è sceso per cinque mesi di fila .

# 22 I leader europei sono molto impegnati a combattere l'uno contro l'altro e un vero consenso su come risolvere i problemi attuali sembra lontano in questo momento. Di seguito, come l'Express recentemente ha descritto le tensioni crescenti tra i leader tedeschi e inglesi ....

Il Cancelliere tedesco ha respinto apertamente l'opposizione di David Cameron a una nuova tassa finanziaria in tutta Europa che avrebbe un impatto devastante sulla città di Londra.

E si è rifiutata di farsi convincere dalla sua richiesta che la Banca centrale europea sostenga l'euro. I Mercati monetari hanno fatto il bagno dopo il loro mancato accordo.

Cominciate a farvi un'idea?

Il sistema finanziario europeo è in una massiccia quantità di problemi, e quando crollerà il mondo intero ne resterà scosso.

Ma non sono solo io a dire questo. Come ho già detto in un precedente articolo, ci sono un gran numero di economisti rispettati in tutto il mondo che ora stanno dicendo che l'Europa è sull'orlo del collasso.

Per esempio, basta controllare che cosa dice Credit Suisse sulla situazione in Europa ....

"Sembra che siano iniziati gli ultimi giorni dell'euro come noi oggi lo conosciamo Questo non vuol dire un break-up molto probabile, ma significa che alcune cose straordinarie accadranno - probabilmente entro la metà di gennaio - per impedire la chiusura progressiva di tutti i mercati obbligazionari sovrani della zona euro, potenzialmente accompagnate da crescenti corse anche verso le banche più solide."

Molti leader europei stanno promuovendo un'integrazione molto più profonda e un "superstato europeo ", come  risposta a questi problemi, ma ci vorrebbero anni per attuare drastici cambiamenti, e l'Europa non ha tutto quel  tempo.

Se l'Europa sperimenterà un massiccio crollo economico e una depressione prolungata,  per alcune persone potrà sembrare come "la fine del mondo", ma le cose finiranno per stabilizzarsi.

Sembra che  un sacco di persone là fuori pensino che l'economia globale, dal suo stato attuale entrerà in uno stato di "Mad Max" nel giro di poche settimane. Beh, questo non accadrà. I problemi in arrivo in Europa saranno solo un'altra "onda" nel crollo economico in corso del mondo occidentale. Ci saranno altre "onde" in seguito.

Naturalmente questa crisi del debito sovrano potrebbe essere del tutto evitata se i paesi del mondo occidentale chiudessero le loro banche centrali e iniziassero ad emettere moneta libera dal debito.

La verità è che non c'è alcun motivo per cui una qualunque nazione sovrana sulla terra debba mai entrare in debito per un solo centesimo con nessuno. Se una nazione è veramente sovrana, allora il governo ha il diritto di emettere tutto il denaro libero dal debito che vuole. Sì, l'inflazione sarebbe sempre un potenziale pericolo in un tale sistema (proprio come sotto le banche centrali), ma il denaro libero dal debito vorrebbe dire che i problemi di debito pubblico sarebbero una cosa del passato.

Purtroppo, la maggior parte dei paesi del mondo opera in un sistema in cui si crea più debito pubblico quando più moneta viene creata. Il risultato inevitabile di un tale sistema è quello al quale stiamo assistendo ora. A questo punto, quasi tutto il mondo occidentale sta annegando nei debiti.

Ci sono alternative al nostro sistema attuale. Ma nessuno nei media mainstream ne parla mai.

Così, invece di concentrarsi sui modi davvero creativi per affrontare i nostri problemi attuali, ci apprestiamo tutti a vivere il dolore amaro del collasso economico.

Le cose non dovevano andare in questo modo.

Fonte: The Economic Collapse 29 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

lunedì 28 novembre 2011

I Neoconservatori hanno pianificato il cambio di regime in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa 20 anni fa

Washington's Blog 

Iraq ☑ Libia ☑ Siria ... ☐ ☐ Libano Somalia Sudan ☐ ☐ ☐ Iran

neoconsHo ripetutamente documentato che i neocon hanno previsto un cambio di regime in Iraq, Libia, Iran, Siria e una miriade di altri paesi subito dopo i fatti dell'11/9  ... se non prima .

E che Obama sta attuando quegli stessi piani - solamente con una faccia "più gentile, più dolce".

Glenn Greenwald fornisce ulteriore documentazione sul fatto che nei vari stati del Medio Oriente e Nord Africa le guerre sono state pianificate prima dell'11/9 :

Il generale Wesley Clark ... ha detto che lo scopo di questo complotto ["distruggere i governi di Iraq ..., ... Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran"] era questo: "Volevano che noi destabilizzassimo il Medio Oriente, lo rivoltassimo sotto sopra, per portarlo sotto il nostro controllo". Poi ha raccontato di una conversazione che aveva avuto dieci anni prima con Paul Wolfowitz. - nel 1991 - durante la quale l'allora ufficiale- numero-3-del Pentagono, dopo aver criticato Bush 41 per non aver rovesciato Saddam, ha detto a Clark: "Ma una cosa abbiamo imparato [dalla Guerra del Golfo Persico], che possiamo usare i nostri militari nella regione - in Medio Oriente - ed i sovietici non ci fermeranno. E abbiamo guadagnato circa 5 o 10 anni per ripulire i vecchi regimi sovietici - la Siria, l'Iran [sic], l'Iraq - prima che  la prossima grande superpotenza venga a sfidarci". Clark si è detto scioccato dalle richieste di Wolfowitz perché, come ha detto Clark: "lo scopo dei militari è quello di iniziare guerre e cambiare governi? Non è quello di scoraggiare i conflitti?"

In seguito del cambio di regime operato dai militari in Iraq e in Libia ... con gli sforzi concordati in corso per un cambio di regime in Siria e Iran, con attivi e crescenti combattimenti per delega in Somalia, con un modesto impegno militare nel Sudan meridionale, e l'uso attivo di droni in sei - contateli: sei - diversi paesi musulmani, vale la pena chiedersi se il sogno neocon esposto da Clark è morto o sta per essere attivamente perseguito e realizzato, anche se con mezzi più sottili e multilaterali rispetto alle invasioni militari totali  (vale la pena ricordare che i neocon sono specializzati nel vestire le loro guerre umanitarie con involucri del tipo: Le camere di stupro di Saddam! Ha gassato la sua gente!). Come Jonathan Schwarz ... ha detto sulle presunte controverse fazioni sulla sicurezza nazionale:

Per quanto posso dire, non c'è quasi nessuna differenza di obiettivi all'interno dell'establishment della politica estera. Semplicemente non sono d'accordo sulle migliori modalità per raggiungere gli obiettivi. La mia ipotesi è che tutti sono d'accordo che dobbiamo continuare a difendere il medio oriente da interferenze esterne (io amo quella linea di  Hillary), e i Democratici pensano semplicemente che la strada migliore è quattro guerre palesi e tre azioni sotto copertura, mentre i neocon vogliono saltare direttamente a sette guerre.

***

L'obiettivo dei neocon come ha riferito Clark - un cambio di regime in quei sette paesi - sembra più vivo che mai. E' semplicemente impressionante ascoltare Clark che descrive quei 7 paesi in cui i neocon hanno deciso di avere un cambio di regime nel 2001, e poi fare il paragone con quello che il governo degli Stati Uniti ha fatto e continua a fare, da allora, proprio in merito a quei paesi.

Nota: La cosiddetta "guerra al terrore" ha anche indebolito la nostra sicurezza nazionale e ha creato molti terroristi in più di quelli che ha ucciso, imprigionato o comunque fermato Sta anche. distruggendo la nostra economia.

Fonte: Washington's Blog 28 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

domenica 27 novembre 2011

Misteriosa sostanza bianca appiccicosa in Turchia

Misteriosa sostanza bianca appiccicosa ha ricoperto ripetutamente una città turca colpita dal cancro - le scie chimiche sono responsabili?

di Ethan A. Huff
Natural News

mysterious-white-goo(NaturalNews) I residenti di Dilovasi, un sobborgo industriale alle porte di Istanbul, in Turchia, sono in cerca di risposte su una misteriosa sostanza che, in numerose occasioni, è stata trovata a ricoprire le auto, gli alberi, il bucato, e gli orti in tutta la città. Milliyet, un giornale turco, riferisce che i funzionari del governo stanno cercando di identificare la fonte di questa poltiglia appiccicosa, che secondo quanto riferito ha fatto ammalare un certo numero di persone e rovinato i raccolti locali.

Secondo l'Hurriyet Daily News (HDN), il Consiglio di ricerca scientifica e tecnica della Turchia sta conducendo un'indagine sulla questione, ma solo dopo che i media locali hanno cominciato a segnalare che la sostanza non puo essere lavata o rimossa dai vestiti, dai raccolti, e da altri elementi contaminati.

"I miei prodotti valevano almeno 20.000 lire turche (circa 10.695 dollari), ma ora sono tutti distrutti. Cavolo, porro, e altri prodotti sono stati rovinati dalla poltiglia. Non posso venderli a nessuno. Devo buttarli via. Questa sostanza ha ricoperto anche le finestre della mia serra e blocca la luce del sole ", ha detto Alaattin Illik, un residente e proprietario di una serra a Dilovasi.

Secondo il Digital Journal, i funzionari locali di Dilovasi, che è una zona industriale pesante, con circa 200 impianti industriali in tutto il territorio, sono stati accusati di nascondere la gravità dell'inquinamento tossico nella zona. Questo fatto è reso evidente dal tasso di tumori nella zona più alto del solito,  circa 30 volte superiore rispetto alla media nazionale.

Ma un'altra possibile spiegazione per la copertura chimica non identificata sono le "scie chimiche", un programma di irrorazione chimica in cui jet rilasciano volutamente vari materiali nella stratosfera. Nei giorni di pesante rilascio di scie chimiche, materiali anomali e sostanze simili a quelle che  si trovano a Dilovasi sono stati osservati in una varietà di luoghi in tutto il mondo.

A differenza delle normali scie di gas di scarico dei jet che si dissipano rapidamente, le scie chimiche indugiano nel cielo e spesso si diffondono in nuvole artificiali. In alcuni casi, queste scie chimiche si lasciano alle spalle effettivamente quelli che sembrano essere residui di particelle di polvere, filamenti simili a ragnatele, e una viscida poltiglia simile a quella che è apparsa a Dilovasi (http://www.willthomas.net/Chemtrail...)..

Guardate il seguente estratto da un episodio del  1997 di Unsolved Mysteries dove i residenti di Oakville, Washington, si sono ammalti a causa di una poltiglia appiccicosa non identificata che cade dal cielo:
http://www.youtube.com/watch?v=EvRu ...

Tra le fonti di questo articolo:

http://www.hurriyetdailynews.com/n ....

http://www.treehugger.com/corporate ...

Fonte: Natural News 24 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

Iniziative contro le Scie Chimiche e non solo

4/6 dicembre 2011 - Mola di Bari, Pesaro, Genova; tre conferenze su scie chimiche (e non solo)

lov mola

MOLA (BA) 4 DICEMBRE ORE 10.30
PALAZZO ROBERTI PIAZZA XX SETTEMBRE

Convegno TRAPPOLE MORTALI
Si dibatte di SANITA', DEBITO PUBBLICO, INQUINAMENTO, SCIE CHIMICHE

Intervengono

IVANA MANNINO del Blog Scie chimiche H.A.A.R.P.

ROSARIO MARCIANO’ del sito TankerEnemy

CORRADO PENNA fisico, gestore del sito SCIENZA MARCIA

SOLANGE MANFREDI Giurista esperta di Signoraggio e Trattato di Lisbona

FERNANDO ROSSI Coordinamento nazionale PER IL BENE COMUNE

MONIA BENINI Presidente di PER IL BENE COMUNE ( www.perilbenecomune.net)


convegno pesaro

Il 4 dicembre 2011 a Pesaro, presso la Biblioteca di Baia Flaminia (P.zza Europa, 16), dalle 17 alle 19:30, Giorgio Carana terrà una conferenza su "Scie chimiche e controllo climatico". Si parlerà anche di signoraggio bancario.


QUOTIDIANO GENOVA

Il 6 dicembre 2011 a Genova ore 17.30 - 20.30 si terrà la conferenza-dibattito


Guerra del clima anche sulla Liguria?

Al Beriocafé - Via del Seminario, 16 - 16121

Mutamenti climatici e precipitazioni straordinarie: fenomeni naturali o artificialmente indotti?

E' vero che nei nostri cieli si svolgono quotidianamente esperimenti per ottenere il controllo del clima? Quali sono le motivazioni che portano alla guerra climatica in corso con l'uso massiccio di elementi chimici e biologicici? Quali sono le ricadute sull'ambiente e sulla salute? Quali sono le conseguenze economiche e politiche e chi gestisce queste operazioni clandestine?

Intervengono :

Rosario Marcianò www.tankerenemy.com - www.tanker-enemy.tv - tankerenemymeteo.blogspot.com

Esperto in materia e sostenitore della cosiddetta "teoria del complotto" ai danni dell'umanità attraverso esperimenti di geo-ingegneria e manipolazione climatica.

Andrea Corigliano www.meteorologica.it

Docente di meteorologia presso l'Istituto Tecnico Aeronautico "G. Byron" di Genova

Moderatore:

Adriano Casissa www.casissa.it

Blogger ed organizzatore di eventi

Durante l'incontro verranno affrontati i seguenti temi:

a.. La "guerra" del clima: esperimenti di geo-ingegneria nei nostri cieli ?

b.. Alluvione in Liguria: fenomeno straordinario o cambiamento climatico indotto?

c.. Scie aeree persistenti e non persistenti: normale condensa o sostanze dannose?

E' prevista la proiezione di materiale video e slide a sostegno delle diverse tesi e la partecipazione di ospiti tramite video conferenza.

Tutto l'incontro verrà trasmesso in diretta video streaming attraverso i seguenti siti:

a.. www.beriocafe.it

b.. www.adriano.casissa.it

c.. www.tankerenemy.com

SCIE SU GENOVA 
Il cielo di Genova coperto dalle scie degli aerei ... tutto normale?

PROGRAMMA SVOLGIMENTO INCONTRO (IN VIA DI DEFINIZIONE)

17:30 / 17:50

Proiezione di un breve estratto dei documentari "La Guerra del clima" e "Scie chimiche: quali verità?".

17:50 / 18:25

Intervento del meteorologo Andrea Corigliano a sostegno della versione ufficiale.

18:25 / 19:30

- Intervento di Rosario Marcianò a sostegno della versione non supportata dagli organi ufficiali

- Contributi esterni tramite Skype

- Dibattito

Fonte: La Scienza marcia 26 Novembre 2011

venerdì 25 novembre 2011

Scie chimiche:Iniziativa dei cittadini della Contea di Suffolk per il divieto

"Proposta di vietare l'irrorazione aerea di ossido di alluminio, bario, zolfo, ..."
di Rady Ananda
Global Research

La Contea di Suffolk, NY, si appresta ad esaminare la proposta di vietare le scie chimiche

Il 6 dicembre, il governo della Contea di Suffolk di New York, terrà un'audizione pubblica sulla proposta di vietare l'irrorazione aerea di ossido di alluminio, bario, zolfo e altri sali sopra la contea senza aver prima presentato una Dichiarazione di Impatto Ambientale e aver ricevuto l'approvazione dal Dipartimento dei Servizi Sanitari della contea, Divisione di Qualità Ambientale.

Esentate dal divieto proposto sono le operazioni di aerosol per l'agricoltura e per la malattia di Lyme, l'encefalite equina dell'Est (EEE), il virus West Nile (WNV), e altre operazioni per il controllo di altri vettori di malattie.

L'udienza si terrà presso il Riverhead Legislative Auditorium, Evans K. Griffing Building, 300 Center Drive a Riverhead, NY alle 2:30 pm.

Se il pubblico sarà in grado di convincere i legislatori del rischio di tali operazioni di geoingegneria, la legge sarà poi votata nella sessione del 20 dicembre. In caso contrario, il divieto proposto sarà rinviato a tempo indeterminato.

Avviato da Cindy Pikoulas e suo marito Jim, insieme a Siobhan Ciresi di Long Island Sky Watch (LISW), con l'assistenza di Rosalind Peterson della Coalizione per la Difesa dell'Agricoltura, che si oppone alle scie chimiche, il disegno di legge è stato ultimato e proposto dal legislatore Edward P. Romaine (1° Distretto). (Testo integrale sotto).

Impegnato nel governo della Contea di Suffolk dal 1989, Romaine è un conservatore fiscale, che dà la priorità al salvataggio dei terreni agricoli e alla tutela dell'ambiente. Nel mese di agosto, ha organizzato il primo mercato degli agricoltori della contea, insieme al Farm Bureau di Long Island.

Romaine ha rappresentato il 1° distretto (all'estremità orientale di Long Island) ininterrottamente dal 2005. Fa parte del Comitato Ambiente, Pianificazione e Agricoltura, che ha votato per presentare la proposta di legge che vieta tali irrorazioni aeree ad un'udienza pubblica il 28 novembre .

Piloulases e Ciresi parleranno il 6 dicembre e stanno spingendo la gente ad "affollare l'udienza" per mostrare sostegno al divieto.

"Se questa proposta diventasse legge nella Contea di Suffolk, Long Island, sarebbe la prima nella nazione. Sarebbe un punto di partenza per gli altri che verranno dopo", ha detto LISW in un comunicato stampa.

"Finalmente, i nostri governi dovrebbero indagare sul perché i nostri alberi stanno morendo in numeri da record, perché le nostre acque contengono livelli tossici di alluminio, bario e stronzio, perché il 90% di noi presenta una carenza di vitamina D, perché le nostre colture si stanno indebolendo, e da dove proviene questo clima impazzito."

Cindy Pikoulas di LISW ha parlato alla radio di New York Sky Watch il 20 novembre, quando ha notificato che i campioni provenienti dagli alberi di Suffolk mostrano livelli elevati di bario, stronzio e alluminio. Lei sta chiedendo agli abitanti di Long Island di testare la loro acqua e gli alberi, relativamente a queste sostanze chimiche, al fine di costruire un insieme di indizi che potrebbero stimolare lo svolgimento di indagini da parte delle autorità della salute e dell'ambiente.

Oltre a frequentare l'udienza del 6 dicembre, gli abitanti di Long Island possono contattare i loro legislatori di contea attraverso il sito  http://legis.suffolkcountyny.gov/legislators.html

Le esenzioni sono necessarie?

Anche se esentati in virtù del divieto proposto, l'irrorazione dei veicoli di malattie potrebbe costituire un sotterfugio per le operazioni di controllo del clima, data l'estrema rarità dell'EEV e del WNV. Secondo il Dipartimento di Salute e Servizi Umani degli Stati Uniti:

"L'Encefalite equina orientale (AEE) è una malattia virale rara ma grave causata da un virus trasmesso dalla puntura di una zanzara infetta con sintomi più gravi rispetto a quelli del virus West Nile. EEE è un arbovirus (abbreviazione per arthropod-borne-trasportato da artropodi, cioè diffuso da insetti). Gli uccelli sono la fonte di infezione per le zanzare, che a volte possono trasmettere l'infezione ai cavalli, ad altri animali, e, in rari casi, alle persone.

"Il Virus West Nile (WNV) è comparso la prima volta negli Stati Uniti nel 1999, nella zona di Queens della città di New York. Il  WNV può vivere in un certo numero di tipi di uccelli e viene trasmesso uccello a uccello da alcuni tipi di zanzare. Occasionalmente, una zanzara infetta puo trasmettere il virus agli esseri umani o altri animali. La maggior parte delle persone sane non si ammala a causa del virus, ma a volte esso può causare sintomi."

Secondo l'Osservatorio Geologico degli Stati Uniti, due cavalli hanno contratto il WNV nel 2011 e 12 hanno contratto l'EEE, nessuno di loro nel Suffolk. Degli esseri umani, 43 hanno contratto il WNV nello stato di New York nel 2011, quattro dei quali nella Contea di Suffolk. Solo una persona ha contratto l'AEE, in tutto lo stato.

Delle altre malattie trasmesse da vettori che preoccupano le autorità sanitarie - l'Encefalite St Louis, l'Encefalite Crosse , il Virus Powassan, e la Febbre Dengue acquisita a livello locale - nessun newyorkese ha contratto alcuno di esse nel 2011. (Ma 40 abitanti di New York hanno contratto la febbre Dengue viaggiando al di fuori degli Stati Uniti nel 2011.)

Considerando che la popolazione di NYS è di 19 milioni, l'uso di sostanze chimiche tossiche, presumibilmente  per controllare malattie rare trasmesse da vettori, dove solo 44 persone si sono ammalate nel 2011, sembra assurdo.

Gli ufficiali sanitari degli Stati Uniti ammettono che gli ugandesi e gli egiziani, dove il WNV è stato scoperto, sviluppano un'immunità naturale prima di raggiungere l'età adulta. L'uso di sostanze chimiche tossiche che inquinano l'ambiente, causando tumori e malattie respiratorie, invece di permettere agli esseri umani di sviluppare l'immunità a tali malattie, è un metodo di controllo insostenibile e irresponsabile.

Se questi programmi di controllo dei vettori tramite irrorazione riguardano altre attività come la gestione della radiazione solare o delle precipitazioni è incerto. Ma, oltre agli evidenti jet che rilasciano scie chimiche a 30.000 piedi, essi possono contribuire agli alti livelli di alluminio, bario e stronzio presenti nelle acque e negli alberi di Suffolk.

Per leggere il testo completo della proposta di legge di Suffolk, in fondo all'articolo, clicca quì:

Fonte: Global Research 25 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

Guerra alla Siria

Lo spettro della no-fly zone oscura i cieli siriani
RT

syria-no-fly-zone E' stato riferito che gli Stati arabi sono decisi ad imporre una no-fly zone sulla Siria con il supporto logistico degli Stati Uniti. Ma, mentre continua la spinta a far cadere il presidente siriano Bashar al-Assad per "motivi umanitari", lo scenario libico sembra ripetersi.

E' stato riferito che aerei da guerra turchi con il sostegno logistico degli Stati Uniti sono pronti ad attuare la no-fly zone, una volta che la Lega Araba avrà pubblicato un decreto per chiedere la protezione dei civili siriani in conformità con la sua carta.

Le principali fonti europee hanno detto al quotidiano al-Rai del Kuwait che il piano è stato progettato per paralizzare le forze militari del paese "in meno di 24 ore." La no-fly zone dovrebbe includere un divieto alla circolazione dei veicoli militari siriani come carri armati, mezzi di trasporto di personale e artiglieria, ha riferito Albawaba news. Lo schema è stato progettato per neutralizzare la capacità della Siria di effettuare attacchi aerei sulle città.

L'opposizione siriana ha da tempo chiesto una no fly zone, anche se la NATO ha finora escluso tale misura.

I 22 membri della Lega Araba, hanno recentemente sospeso la Siria in risposta alla repressione violenta della rivolta che da otto mesi attanaglia il paese. Mentre le Nazioni Unite stimano che circa 3.500 civili sono morti nel conflitto, Damasco calcola che 1.100 membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi da "gruppi terroristici sostenuti da forze estere".

Le voci sull'imposizione di una no-fly zone sulla Siria arrivano sulla scia della risoluzione di Martedì dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha condannato le violazioni dei diritti umani da parte del regime siriano, incluse l'uccisione, l'arbitraria detenzione e tortura di civili. La risoluzione non vincolante chiede alla Siria di ritirare  i carri armati governativi dalle strade, liberare i prigionieri politici, mettere fine agli attacchi contro i civili e permettere la presenza di osservatori nel paese.

Anche se la Russia si è astenuta dal voto sulla risoluzione, il suo inviato alle Nazioni Unite, Sergey Karev, ha detto che "una questione di diritti umani non deve in alcun caso essere utilizzata come pretesto per interferire negli affari interni di un paese."

E mentre le potenze occidentali hanno da tempo accusato il regime siriano di reprimere brutalmente i propri cittadini, Damasco ha replicato che il paese è coinvolto in una guerra civile.

La Russia ha da tempo chiesto che entrambe le parti in conflitto depongano le armi, sottolineando che la comunità internazionale ha l'obbligo di facilitare il dialogo tra le due parti.

Tuttavia, i critici temono che, come è accaduto in Libia, l'Occidente utilizzerà il quadro di intervento umanitario per giustificare una vera e propria invasione della Siria.

Nel mese di marzo, la Lega Araba si preparava ad attaccare la Libia e ha chiesto una no-fly zone, mentre Muammar Gheddafi si preparava a contrastare una vera e propria rivolta contro Tripoli. Successivamente nello stesso mese, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione ONU 1973, che ha permesso alla comunità internazionale di istituire una no-fly zone e ha aperto la strada per la campagna di bombardamenti della NATO che alla fine ha rovesciato il regime di Gheddafi.

Fonte: RT 24 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

lunedì 21 novembre 2011

Il processo contro Bush e Blair per crimini di guerra a Kuala Lumpur

Bush e Blair processati per crimini di guerra - Accusati formalmente per la prima volta

Global Research
Mathaba.net  31 Ottobre 2011

bush&blair Per la prima volta saranno esaminate le accuse per crimini di guerra contro i due ex capi di Stato.

Dal 19 al 22 novembre 2011, il processo contro George W. Bush (l'ex presidente degli Stati Uniti) e Anthony L. Blair (ex Primo Ministro britannico) si terrà a Kuala Lumpur. Questa è la prima volta che le accuse per crimini di guerra contro i due ex capi di Stato saranno esaminate nel rispetto di una corretta procedura legale.

Le accuse sono state dirette contro gli accusati dalla Commissione per i Crimini di Guerra di Kuala Lumpur (KLWCC), a seguito delle procedure previste dalla legge. La Commissione, dopo aver ricevuto denunce da vittime della guerra in Iraq nel 2009, ha proceduto ad effettuare un'accurata e approfondita indagine per quasi due anni e, nel 2011, ha costituito accuse formali per crimini di guerra contro Bush, Blair e i loro associati.

L'invasione dell'Iraq nel 2003 e la sua occupazione hanno provocato la morte di 1,4 milioni di iracheni. Innumerevoli altri hanno sopportato torture e privazioni indicibili. Le grida di queste vittime sono finora rimaste inascoltate dalla comunità internazionale. Il diritto umano fondamentale di essere ascoltati è stato loro negato.

Come risultato, nel 2008 è stato costituito il KLWCC  per colmare questo vuoto e per agire, come iniziativa  dei popoli, per fornire un modo a tali vittime per presentare le loro lamentele e per avere la loro giornata in una corte di giustizia popolare.

La prima accusa contro George W. Bush e Anthony L. Blair per Crimini contro la Pace:

Gli imputati hanno commesso crimini contro la pace, nel senso che le persone Accusate hanno pianificato, predisposto e invaso lo stato sovrano dell'Iraq il 19 marzo 2003 in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.

La seconda accusa è di crimine di tortura e crimini di guerra, nei confronti di otto cittadini degli Stati Uniti che sono in particolare George W. Bush, Donald Rumsfeld, Dick Cheney, Alberto Gonzales, David Addington, William Haynes, Jay Bybee e John Yoo, in cui:

Le persone Accusate hanno commesso il crimine di tortura e crimini di guerra, in quanto: gli imputati hanno volontariamente partecipato alla formulazione di ordini esecutivi e direttive per escludere l'applicabilità di tutte le convenzioni e le leggi internazionali, in particolare la Convenzione contro la tortura del 1984, la Convenzione di Ginevra III, 1949, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Carta delle Nazioni Unite, in relazione alla guerra lanciata dagli Stati Uniti e altri in Afghanistan (nel 2001) e in Iraq (marzo 2003), inoltre, e/o sulla base e nel perseguimento dello stesso, le persone Accusate hanno  autorizzato o sono stati conniventi, ordinando atti di tortura e trattamenti crudeli, degradante e inumano trattamento nei confronti di vittime, in violazione del diritto internazionale, dei trattati e delle convenzioni tra cui la Convenzione contro la tortura del 1984 e le Convenzioni di Ginevra, inclusa la Convenzione di Ginevra III del 1949.

Il processo si terrà davanti al Tribunale per i crimini di guerra di Kuala Lumpur, che è costituito da eminenti personalità in possesso di qualifiche legali.

I giudici del Tribunale, che fanno capo al giudice in pensione della Corte Federale malese Dato' Sulaiman Abdul Kadir, includono anche altri nomi importanti come il signor Alfred Lambremont Webre, un laureato di Yale, che ha scritto alcuni libri sulla politica, Dato' Zakaria Yatim,  giudice in pensione della Corte Federale malese, Tunku Sofiah Jewa, avvocato e autore di numerose pubblicazioni in diritto internazionale, il prof Salleh Buang, ex Consigliere federale del procuratore generale Chambers e autore di spicco, il prof Niloufer Bhagwat, esperto di Diritto Costituzionale, Diritto Amministrativo e Diritto Internazionale, e il Prof. Dr. emerito Datuk Shad Saleem Faruqi, prominente accademico e professore di diritto.

Il Tribunale giudicherà e valuterà le prove presentate, come in ogni tribunale. I giudici del tribunale devono essere convinti che le accuse sono provate oltre ogni ragionevole dubbio e fornire un giudizio motivato.

Nel caso in cui il tribunale condannasse uno qualsiasi degli imputati, l'unica sanzione è che il nome del colpevole sarà iscritta nel Registro dei Criminali di Guerra della Commissione e pubblicizzato in tutto il mondo. Il tribunale è un tribunale di coscienza e un'iniziativa dei popoli.

L'accusa per il processo sarà presentata dal Prof. Gurdial S Nijar, professore di legge di spicco e autore di numerose pubblicazioni giuridiche e dal Prof. Francis Boyle, eminente professore americano, professionista e sostenitore del diritto internazionale, e assistito da un team di avvocati.

Il processo si terrà in una corte aperta dal 19 al 22 Novembre 2011 presso la sede della Fondazione Al-Bukhari a Jalan Perdana, Kuala Lumpur.

Fonte: Global Research 19 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com