di Dante Barontini
Contropiano
In trasferta a Bruxelles per l'European Business Summit, Mario Monti lancia l'asse con la Berlino della Merkel. Per avere la crescita, precisa, bisogna “aumentare il potenziale di sviluppo puntando su riforme strutturali”.
L'ideologia liberista viene qui ripetuta senza neppure un attimo di riflessione seria, anche perché è "bellissima" per gli interessi da cui è stata partorita.
In pratica, secondo la sua immaginazione, abbassando il costo del lavoro e i diritti di ogni singolo lavoratore si avrà un aumento più o meno significativo del prodotto interno lordo (Pil). Che da oltre 20 anni i salari dei lavoratori dipendenti in Italia siano in calo, senza che ciò abbia prodotto un solo momento di “ripresa”, anzi..., non lo sfiora neppure. I dati diffusi ierid all'Ocse ci semnbrano incontrovertibili, con l'Italia al 23° posto (su 34 paesi industrializzati) per quanto riguarda le retribuzioni). Ma la teoria più stupida del mondo – e la più redditizia per il capitale finanziario – non prevede confronti con la realtà empirica, dunque Monti va per la sua strada. Che è poi quella della Merkel (finché ci sarà; forse per un altro anno, forse meno, se lo Schlewig Holstein farà scomparire l'alleato liberaldemocratico).