sabato 6 novembre 2010

Il falso attivismo contro la guerra. La "Via Umanitaria" verso una Guerra Nucleare totale?

di Michel Chossudovsky
Global Research

fake-anti-war Alcune delle guerre dell'America vengono condannate apertamente mentre altre vengono propagandate come "interventi umanitari". Un segmento significativo del movimento anti-guerra americano condanna la guerra ma appoggia la campagna contro il terrorismo internazionale, che costituisce la spina dorsale della dottrina militare statunitense.

La teoria della "Guerra Giusta" è servita a camuffare la natura della politica estera americana, fornendo al contempo un volto umano agli invasori. In entrambe le versioni classica e contemporanea, la teoria della guerra giusta difende la guerra come "operazione umanitaria". Invoca un intervento militare per motivi etici e morali contro i "ribelli", "terroristi", "falliti" o "Stati canaglia".

Insegnata nelle accademie militari degli Stati Uniti, una versione moderna della teoria della "Giuerra Giusta" è stata incorporata nella dottrina militare statunitense. La "guerra al terrorismo" e il concetto di "prevenzione" si basano sul diritto alla "autodifesa". Essi definiscono "quando è ammissibile fare la guerra": jus ad bellum.

Lo jus ad bellum è servito per costruire un consenso all'interno delle strutture di comando delle Forze Armate. E' servito anche a convincere le truppe che stanno combattendo per una "giusta causa". Più in generale, la teoria della giusta guerra nella sua versione moderna è parte integrante della propaganda di guerra e della disinformazione dei media, applicata per ottenere il sostegno dell'opinione pubblica per un'agenda di guerra. Sotto Obama come  Nobel per pace, la giusta guerra diventa universalmente accettata, confermata dalla cosiddetta comunità internazionale.

L'obiettivo finale è di sottomettere i cittadini, spoliticizzare  totalmente la vita sociale in America, impedire alle persone di pensare e di concettualizzare, analizzare i fatti e contestare la legittimità della guerra della NATO, guidata dagli Stati Uniti.

La guerra diventa pace, un'utile "impresa umanitaria", il dissenso pacifico diventa eresia.

Lo scoppio della guerra in Jugoslavia nel marzo 1999 fu per molti aspetti uno spartiacque, un punto di rottura nello sviluppo della "Guerra Giusta" combattuta per motivi "umanitari". Molti settori della sinistra sia in Nord America che in  Europa occidentale abbracciarono il concetto di  "Guerra Giusta". Molte organizzazioni "progressiste" sostennero quella che percepivano come "una guerra umanitaria" per tutelare i diritti degli albanesi kosovari. La guerra veniva descritta come una guerra civile, piuttosto che  un bombardamento ed invasione a guida USA-NATO.

Al culmine dei bombardamenti della NATO, molti scrittori 'progressisti' descrissero il Kosovo Liberation Army (KLA), come un esercito di liberazione nazionalista in buona fede, impegnato a sostenere i diritti civili degli albanesi kosovari. Il KLA è un'organizzazione terroristica sostenuta dalla CIA, con collegamenti con la criminalità organizzata. Senza prove, il governo jugoslavo è stato presentato come  responsabile dell'innesco di una crisi umanitaria in Kosovo. Nelle parole del professor Richard Falk: 

"La guerra in Kosovo era una guerra giusta, perché si era impegnata ad evitare una probabile istanza di "pulizia etnica" intrapresa dalla leadership serba della ex Jugoslavia, ed è riuscita a dare  al popolo del Kosovo un'opportunità per un futuro pacifico e democratico. Fu una guerra giusta, nonostante fosse stata intrapresa illegalmente senza l'autorizzazione dell'ONU e nonostante sia stata condotta in un modo che ha causato indebitamente vittime civili kosovare e serbe, riducendo al minimo il rischio di morte o lesioni sul lato della NATO".

(Vedi  http://www.wagingpeace.org/articles/2003/08/01_falk_interview.htm )

Come può una guerra essere "giusta nonostante sia illegalmente intrapresa", causando la morte di uomini, donne e bambini?

Una guerra illegale, che costituisce un atto criminale, viene accolta come una missione umanitaria.

Diversi mezzi di comunicazione progressisti si unirono al carrozzone, condannando il "regime di Milosevic" senza prove, e al tempo stesso facendo l'apologia della guerra guidata dalla NATO ed esprimendo un moderato sostegno all'UCK. Nelle parole di Stephen Shalom, in un articolo di ZNet:

"Sono favorevole alla tesi che dice che se la gente [il KLA] vuole lottare per i suoi diritti, se non stanno chiedendo ad altri di farlo per loro, allora devono essere riforniti con armi per aiutarli ad avere successo. Tale argomento mi sembrava convincente per quanto riguarda la Bosnia. "(citato in Michael Karadjis, Bosnia, Kosovo & West, Resistance Books, 2000, p. 170).

L'associazione Human Rights Watch (HRW), che è nota per il suo supporto alla politica estera degli Stati Uniti ha "sollecitato sia un  cambiamento di regime per la Jugoslavia, mediante atto d'accusa del Presidente Slobodan Milosevic che una guerra degli Stati Uniti per influenzare l'esito stesso." (Edward S. Herman, David Peterson e George Szamuely, Yugoslavia: Human Rights Watch in Service to the War Party, Global Research, 9 marzo 2007). Secondo un comunicato di  Fred Abrahams dell'HRW, pubblicato sul New York Herald Tribune:

"[Il] fallimento della comunità internazionale nel punire Milosevic per crimini commessi in Croazia e in Bosnia ha inviato il messaggio che gli sarebbe stato concesso di continuare con tali crimini. E' ormai evidente che l'uomo che ha iniziato questi conflitti non può essere attendibile per fermarli." (Fred Abrahams, "L'ammiccamento dell'Occidente alle atrocità serbe in Kosovo," International Herald Tribune, 5 agosto 1998. Citato in Edward S. Herman et al, op cit).

Punire un capo di Stato facendo guerra al suo paese?

Nel 1999, Milosevic fu descritto dal settimanale britannico "progressista" The Observer,  come il "macellaio di Belgrado". (Vedi Peter Beaumont e Ed Vulliamy, Dieci anni dopo, alla fine della linea, The Observer 24 giugno 2001)

Lo stesso ragionamento è stato fatto in relazione a Saddam Hussein, nei mesi che hanno preceduto il bombardamento e l'invasione dell'Iraq del marzo 2003. Saddam Hussein è stato descritto dallo stesso autore del London Observer come il "macellaio di Baghdad":

"L'infanzia solitaria di Saddam, il sanguinoso percorso verso il potere ed il finale  e  letale errore di calcolo dei suoi nemici stranieri tracciati da Peter Beaumont, editore per gli affari esteri" (vedi Peter Beaumont. La morte di Saddam Hussein, The Observer, Domenica 31 dicembre 2006)

Nel frattempo, i nomi dei "macellai di Washington, Londra e Bruxelles", che hanno lanciato una "Guerra Giusta" contro il popolo della Jugoslavia, Afghanistan, Palestina e Iraq sono raramente menzionati.

Falso Attivismo Anti-guerra: Proclama l'Iran come una minaccia nucleare

Molte persone nel movimento anti-guerra, pur condannando l'amministrazione statunitense, condannano anche il governo del Presidente Ahmadinejad per il suo atteggiamento bellicoso nei confronti di Israele. Il criterio dello Jus ad Bellum come pretesto per bombardare la Jugoslavia per motivi umanitari ora viene applicato all'Iran.

Si dice che il Presidente Ahmadinejad vuole che Israele sia "cancellato dalla carta geografica" come segnalato per primo dal New York Times, nell'ottobre del 2005:

"Il  nuovo Presidente conservatore dell'Iran, Mahmoud Ahmadinejad, ha detto mercoledì che Israele deve essere "cancellato dalla carta geografica" e che gli attacchi da parte dei palestinesi lo distruggerebbero, ha riferito l'Agenzia di stampa ISNA.

Ahmadinejad stava parlando ad un pubblico di circa 4.000 studenti all'interno di un programma chiamato "Il mondo senza sionismo,".... Il suo tono ricordava quello  dei primi giorni della rivoluzione Islamica dell'Iran nel 1979. L'Iran e Israele sono stati acerrimi nemici fin da allora e gli slogans anti-israeliani sono comuni durante i raduni. (Vedi Nazila Fathi, Cancellare Israele 'dalla mappa geografica' dice l'Iraniano - The New York Times , 27 Ottobre 2005)

La presunta dichiarazione "Cancellare dalla Mappa Geografica" non è mai stata fatta dal Presidente iraniano. La voce è stata costruita dai media americani per screditare il capo dello stato dell'Iran e fornire una giustificazione per condurre una guerra totale  contro l'Iran:

Il 25 ottobre 2005.... il neoeletto Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha pronunciato un discorso all'interno di un programma, intitolato "Il mondo senza sionismo"....

Prima di arrivare all'osservazione infame, è importante notare che la "citazione" in questione era essa stessa una citazione — sono le parole del defunto Ayatollah Khomeini, il padre della rivoluzione islamica. Sebbene egli abbia citato Khomeini per affermare la propria posizione sul sionismo, le parole effettivamente appartengono a Khomeini e non ad Ahmadinejad. Così, Ahmadinejad è stato  essenzialmente accreditato (o incolpato) per una citazione che non  solo non è originale, ma rappresenta un punto di vista già in vigore ben prima che lui assumesse l'incarico.

LA CITAZIONE EFFETTIVA:

Che cosa ha detto effettivamente Ahmadinejad? Per citare le sue esatte parole in farsi:

"Imam ghoft een rezhim-e ishghalgar-e qods bayad az safheh-ye ruzgar mahv shavad."

Questo passaggio per molti non significa nulla, ma c'è una parola che può suonare familiare: rezhim-e. E' la parola 'regime', che si pronuncia proprio come la parola inglese con il  suono supplementare 'eh' alla fine. Ahmadinejad non ha fatto riferimento ad Israele inteso come paese o estensione  di terra di Israele, ma al regime israeliano. Questa è una distinzione molto significativa, così come non si può cancellare un regime dalla carta geografica. Ahmadinejad non ha nemmeno fatto riferimento al nome Israele, usa invece la frase specifica  "rezhim-e ishghalgar-e qods" (regime che occupa Gerusalemme).

Quindi questo pone la questione .. che cosa voleva dire esattamente "cancellato dalla mappa geografica"? La risposta è: nulla. Questo perché la parola "mappa" non è mai stata utilizzata. La parola persiana per  mappa, "nagsheh", non è contenuta in nessun punto della citazione originale in farsi nè, per la verità, in nessun punto del suo intero discorso. Nè è stata mai pronunciata la frase occidentale "spazzare via". Eppure siamo portati a credere che il presidente iraniano ha minacciato di "cancellare Israele dalla carta geografica", nonostante non abbia mai pronunciato le parole "mappa", "spazzare via" o anche "Israele".

LA PROVA:

La citazione completa tradotta direttamente in inglese:

"L'imam ha detto che questo regime che occupa Gerusalemme deve sparire dalla pagina del tempo".

Traduzione parola per parola:

Imam (Khomeini) ghoft (ha detto) een (questo) rezhim-e (regime) ishghalgar-e (che occupa) qods (Gerusalemme) bayad (deve) az safheh-ye ruzgar (dalla pagina del tempo) mahv shavad (svanire).

Ecco la trascrizione completa del discorso in farsi (lingua ufficiale dell'Iran), archiviato sul sito web di Ahmadinejad:

www.President.IR/farsi/Ahmadinejad/Speeches/1384/Aban-84/840804sahyonizm.htm "
(Vedi l'articolo dettagliato di Arash Norouzi, Israele: "cancellato dalla carta geografica". La voce del secolo, prefabbricata dai media per giustificare una Guerra totale contro l'Iran , Global Research 20 febbraio 2007)

Ciò che il presidente Ahmadinjad stava essenzialmente chiedendo nel suo intervento era un "cambio di regime' a Tel Aviv. Confrontate la blanda dichiarazione di Ahmadinejad su un cambiamento di regime in Israele con quello dell'ex vice segretario alla Difesa Paul Wolfowitz, che ha invocato la "Fine degli Stati  che sponsorizzano il terrorismo".

Questo presunto ordine di "Cancellare dalla mappa" è servito non solo per giustificare un attacco preventivo contro l'Iran, ma anche per soggiogare e domare il movimento antiguerra.

Mentre il pericolo di una guerra totale contro l'Iran è una preoccupazione, essa non è affatto una priorità per i movimenti contro la guerra degli Stati Uniti, canadesi ed europei. Negli Stati Uniti, ci sono poche manifestazioni contro la guerra che si concentrano sulle minacce americane-israeliane contro l'Iran (vedi Main US antiwar collective: United for Peace & Justice : Index, United for Peace & Justice : Events).

D'altro canto, c'è una campagna in corso, guidata da United Against Nuclear Iran (UANI), che chiede al Presidente Obama e al  Congresso di impedire all'Iran di sviluppare armi nucleari. (Vedi UANI home page) . Il collettivo UANI, fondato da Richard Holbrooke e Gary Samore, incaricati da Obama, sostiene di essere integrato da "gruppi per i diritti umani e gruppi umanitari, il movimento dei lavoratori,  gruppi di impegno politico e organizzazioni di base" (Coalition | UANI)

Nonostante la disapprovazione di Arash Norouzi, molti nel movimento anti-guerra, pur condannando gli Stati Uniti, continuano a credere che l'Iran costituisca una minaccia e che la soluzione sia il "cambiamento di regime". Il finanziamento delle ONG (che sono membri costituenti principali dei collettivi contro la guerra)  attraverso l'esenzione fiscale e le fondazioni corporative, ha anche contribuito all'indebolimento dell'attivismo contro la guerra in relazione all'Iran. L'Iran è visto da molti all'interno del movimento anti-guerra come un potenziale aggressore. Le sue inesistenti armi nucleari vengono considerate, una minaccia alla sicurezza globale.

Una guerra preventiva utilizzando armi nucleari tattiche americane contro l'Iran è sul tavolo da disegno del Pentagono dalla metà del 2003. Sia il Presidente Obama che il Segretario di Stato Hillary Clinton hanno dichiarato che "tutte le opzioni sono sul tavolo" compreso l'impiego di armi nucleari contro l'Iran, senza rendersi conto che l'uso di armi nucleari potrebbe portare l'umanità in una guerra nucleare globale, come indicato da Fidel Castro in un recente intervento:

"Oggi c'è un rischio imminente di guerra con l'uso di quel tipo di arma e non ho il minimo dubbio che un attacco da parte degli Stati Uniti e Israele nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran evolverebbero inevitabilmente  verso un conflitto nucleare globale. (Fidel Castro Ruz, VIDEO: Messaggio di Fidel contro la Guerra Nucleare: "In una guerra nucleare il "danno collaterale" sarebbe la Vita di Tutta l'Umanità." GlobalResearch, 21 Ottobre 2010)

L'Economia e la guerra

L'economia di guerra viene presentata come un mezzo per generare occupazione. Al culmine di una crisi economica, i sindacati sono chiamati non solo a parole alla creazione di posti di lavoro nel settore dell'industria della difesa, ma anche per ammorbidire la loro posizione contro la guerra. Per una strana ironia, secondo il Washington Post, una guerra contro l'Iran avrebbe il vantaggio di risolvere la crisi economica e innescare un "recupero di guerra":

"Cos'altro potrebbe pregiudicare l'economia? La risposta è ovvia, ma le implicazioni sono agghiaccianti. Guerra e pace influenzano l'economia.

Guardate indietro a Franklin D. Roosevelt e alla grande depressione. Cosa alla fine risolse la crisi economica? La Seconda guerra mondiale.

Qui è dove Obama rischia di prevalere. Con un forte sostegno repubblicano al Congresso per sfidare le ambizioni dell'Iran di diventare una potenza nucleare, egli può spendere gran parte del 2011 e 2012 orchestrando una resa dei conti con i mullahs. Questo lo aiuterà politicamente perché il partito di opposizione lo solleciterà. E mentre aumentano le tensioni e  i preparativi per la guerra accelerano, l'economia migliorerà.

Non sto suggerendo, naturalmente, che il presidente spinge verso la  guerra per essere ri-eletto. Ma la nazione si stringerà attorno ad Obama perché l'Iran è la più grande minaccia  per il mondo in questo giovane secolo. Se riescirà a fronteggiare questa minaccia e a contenere le ambizioni nucleari dell'Iran, avrà reso il mondo più sicuro e potrà essere considerato come uno dei presidenti più amati nella storia.  (David Broder, The War Recovery, Washington Post, October 31, 2010)

Fonte: Global Research,  4 Novembre 2010
Traduzione: Dakota Jones

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