"Big Science" è un'espressione adoperata da scienziati e da storici della scienza quando vogliono riferirsi ad una serie di cambiamenti, in ambito scientifico, che si sono verificati, nelle nazioni industrializzate, durante e dopo la II guerra mondiale, quando i progressi scientifici sono stati affidati a progetti su larga scala, finanziati dai governi nazionali o da gruppi di governi.
Anche oggi, piccoli gruppi o individui, nell'ambito di quella che, per contrapposto, viene definita Small Science, possono ottenere rilevanti risultati teorici ma poi, la verifica empirica che richiede esperimenti e strumenti costosi, viene affidata a grandi gruppi. E' il caso, ad esempio, del Large Hadron Collider, con un costo tra i 5 ed i 10 miliardi di dollari
Il problema è che scienza e tecnologia sono state sempre, in un certo senso, guidate da esigenze militari ma dopo la II guerra mondiale, i finanziamenti militari della "scienza" sono aumentati, assumendo scale di grandezza senza precedenti. Per questo la seconda guerra mondiale è stata definita la "guerra dei fisici", per il ruolo che i ricercatori hanno avuto nello sviluppo di nuove armi e strumenti, come ad esempio il radar o la bomba atomica. Tutto avveniva in laboratori sponsorizzati dal governo, con l'impiego di migliaia di scienziati e di tecnici, gestiti dalle università. Nel caso dei laboratori allestiti durante la seconda guerra mondiale, ebbero una parte rilevante l'università della California ed il MIT(Massachusetts Institute of Technology)
Soprattutto dopo il successo del Progetto Manhattan, sotto l'influenza delle prime armi atomiche, i governi si resero conto dell'importanza di avere istituti di ricerca scientifica forti e divennero i principali finanziatori della scienza. Accadde negli Stati Uniti, in Russia durante la Guerra Fredda ma anche in altri paesi minori.
Big Science, la scienza su larga scala, richiede grandi finanziamenti e/o grandi squadre di ricercatori e/o grandi macchinari. Certamente occorrono grandi laboratori e se da una parte, la centralizzazione della scienza attuata in questo modo, diminuisce i costi, aumenta, dall'altra parte, le difficoltà di accesso.
Verso la fine del XX° secolo, molti progetti sono passati alla Big Science, sia in campo fisico ed astronomico che nel campo delle cosiddette "scienze della vita". Un esempio: il fallito Progetto Genoma Umano. "Grande", infatti, almeno in campo scientifico, non significa "di successo"
Tutto è diventato grande ma ai consistenti finanziamenti dei governi, sono subentrati, sempre più, gli interessi industriali che hanno reso molto labile la linea di demarcazione tra ricerca pubblica e ricerca privata. Tutti i dipartimenti universitari, sia privati che pubblici, spesso sono finanziati da imprese private.
La più grande critica che viene mossa alla Big Science è quella di minare gli stessi principi fondamentali del metodo scientifico poichè è molto difficile verificare i risultati di esperimenti portati avanti con macchine enormi e uniche, come ad esempio gli acceleratori di particelle. Inoltre, per esperti esterni, è difficile avere accesso alle strutture scientifiche interessate e per questo, la Big Science viene considerata elitarista.
Big Science sfugge al controllo e, cosa altrettanto preoccupante, è che maggiori finanziamenti governativi hanno spesso significato maggiori finanziamenti militari. Insomma, la scienza come pura ricerca della conoscenza, a servizio dell'umanità, è finita.
La stretta relazione tra scienziati, la cui maggiore attività, oggi, sembra essere l'attrazione di finanziamenti (anche attraverso divulgatori e agenti PR), e accademie, governi, interessi industriali, soprattutto militari, fa sorgere il dubbio: possono gli scienziati essere completamente obiettivi quando i risultati della loro ricerca contraddicono gli interessi e le intenzioni dei loro finanziatori?
Molto spesso, gli scienziati giustificano la loro assenza dalla scena, alimentando il mito dello scienziato misantropo, dicendo di non essere bravi a comunicare ma sono credibili? Io penso di no perchè resta il dubbio che comunicare la verità sulle loro ricerche non li renderebbe molto simpatici all'opinione pubblica. Mi viene in mente Rossella O'Hara, talmente priva di scrupoli che, secondo Reth Butler , era "per niente dispiaciuta di quello che aveva fatto ma solo preoccupata di finire all'inferno".
Non riesco neanche ad immaginare come possa sentirsi uno "scienziato" che lavora per interessi di guerra o altri interessi non esattamente etici, sapendo che la sua ricerca servirà, sicuramente, a danneggiare persone innocenti.
Almeno per rivendicare la loro libertà di scienza e coscienza, potrebbero opporsi a questo sistema ma sembra quasi che nessuno riesca più a sottrarsi al suo "ineluttabile destino", come se le persone avessero perduto la parte più importante della loro mente, quella che li mette in relazione con gli altri esseri umani.
Alla luce di tutto questo, è ragionevole(a dir poco) pensare che tutta la faccenda del "clima che cambia" sia stata in realtà messa in piedi per nascondere ricerca finanziata da privati, militari o altri, come tutto il resto della cosiddetta ricerca scientifica. Vista la propaganda che circola in rete su certe operazioni, ho l'impressione che Big Science sia diventata come Big Pharma, Big Tobacco ed altri Big Qualcosa che stanno colonizzando il mondo.
Non posso fare altro che pensarne male, molto male. Molte persone che, come me, hanno una formazione scientifica e consideravano loro interesse, piacere e dovere, informarsi su quello che succedeva in ambito scientifico, hanno perso interesse perchè non si riesce più a capire dove sia la verità e dove siano, invece, gli specchietti per le allodole. Per queste persone, il silenzio della "scienza" è diventato assordante.
Se questo è quello che volevano gli scienziati, per restarsene isolati nelle loro torri d'avorio, a rimescolare nei loro pentoloni, in gran segreto, isolati dal mondo, sono stati ampiamente accontentati. Quelli che restano fuori, continueranno ad usare la loro intelligenza pienamente, senza esclusioni di capacità e sapranno trarre le giuste conclusioni.
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***Thanks: Grazie alla mia migliore amica che mi aiuta a tradurre i miei pensieri in italiano
Sugli acceleratori di particelle sempre più grandi mi ritorna in mente Galileo, che faceva esperimenti dalla Torre di Pisa e non chiedeva in continuazione torri sempre più alte, ma ragionava sui risultati degli esperimenti.
RispondiEliminaQuando si vede una crescita continua delle necessità è marketing, non scienza. E' come quando al supermarket si vedono bottiglie di Cocacola o fistini di detersivo sempre più grandi.