sabato 31 ottobre 2009

E se fosse l’Olandese Volante?

inviato da Anna M.P.
di Carlo Bertani

Citta_di_Catania

Gentile Ministro Prestigiacomo,
quella che può osservare nella fotografia, sarebbe il relitto scovato dalla nave oceanografica “Mare Oceano” al largo di Cetraro, in Calabria. Molto probabilmente lo è, perché la nave “Città di Catania” (all’epoca si apponeva sempre, prima, la locuzione “Città di”) fu affondata nel Marzo 1917 da un sommergibile tedesco – all’Ufficio Storico della Marina lo confermeranno di certo – e siamo dunque felici che la “Città di Catania” (proveniente dall’India e diretta a Napoli) sia stata finalmente ritrovata.
Siamo un po’ più freddi, invece, al riguardo della “cessata emergenza” diramata ai quattro venti poiché – a nostro avviso – la conclusione ci sembra cozzare contro le più elementari regole della logica. Soprattutto della logica delle costruzioni navali.
Partiamo dall’inizio.

La presunta “nave dei veleni”, individuata dalla ricerca finanziata dapprima dalla Regione Calabria, doveva essere la Kunsky (che risultava, invece, demolita in Oriente ma, sulle pratiche di demolizione in quelle aree, meglio non fare troppo affidamento) ed invece si scopre che è un relitto italiano risalente alla Prima Guerra Mondiale. Le vendite di pesce sono crollate dell’80%, ed è dunque un bel sollievo sapere che si tratta di un innocente piroscafo italiano.
Ci sono, però, alcune discrepanze fra le due descrizioni, che saltano agli occhi.
Nelle risultanze pubblicate sui primi rilevamenti – quelli ordinati dalla Regione Calabria – si dice che:

E' lei. E' la nave descritta dal pentito di mafia Francesco Fonti. E' come e dove lui aveva indicato. Sotto cinquecento metri di acqua, lunga da 110 a 120 metri e larga una ventina, con un grosso squarcio a prua dal quale fuoriesce un fusto. Si trova venti miglia al largo di Cetraro (Cosenza). I fusti sarebbero 120, tutti pieni di rifiuti tossici[1].

Ci sono dei fusti. Fusti in metallo, ovviamente. Peccato, Ministro Prestigiacomo, che lo stivaggio di materiali in fusti metallici non fosse assolutamente in uso agli inizi del ‘900: all’epoca, tutto veniva stivato in barili di legno, tanto che le tabelle d’armamento, almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale, prevedevano che a bordo vi fosse almeno un mastro bottaio con alcuni aiutanti. Controlli, la prego.
Ci sono dei fusti nei pressi della “Città di Catania”? Approfondisca.

Altro capitolo che non ci convince riguarda le dichiarazioni della “Grande Silenziosa”, la Regia Mar…pardon, oggi Marina Militare Italiana:

Di certo i misteri che hanno sempre avvolto questa vicenda non lasciano sperare bene. Come aveva già confermato la Marina Militare, nella zona – siamo a venti miglia al largo di Cetraro (CS) – non ci sono relitti bellici né della prima né della seconda guerra mondiale
.[2]

Ohibò, vuoi vedere che alla gloriosa Marina Italiana era sfuggita la povera “Città di Catania”? Oppure qualcuno se n’era scordato? Per di più: una nave che porta il nome della sua città natale…
Insomma: furono oppure no affondate navi, per eventi bellici, nel mare di Cetraro? Controlli, la prego: se desidera, posso inviarle i riferimenti dell’Ufficio Storico della Marina, ma sono certo che lei già li possiede.

Se il mistero dei fusti e dei barili, più le incertezze della Marina, ancora non la convincono, le sottoponiamo la relazione stesa durante i primi rilevamenti:

L’epoca della costruzione della nave affondata, secondo quanto emerso dai primi rilievi, risalirebbe agli anni `60-´70. Secondo quanto riferito dal procuratore Bruno Giordano, infatti, non sarebbe visibile la bullonatura, il che indurrebbe a pensare che sia stata costruita in quegli anni. Il relitto è coperto da numerose reti da pesca
[3].

Non vorremmo tediarla con inutili dissertazioni sulle costruzioni navali, ma vorremmo ricordarle – questa è Storia, non invenzioni – che le prime navi a non avere bulloni per collegare le lamiere alle ordinate furono le corazzate “tascabili” tedesche della classe Admiral Graf von Spee (più precisamente, Admiral Graf von Spee, Admiral Scheer e Deutschland, poi Lützow), le quali – dovendo sottostare ai limiti imposti dalle Conferenze Navali di Londra e Washington – non potevano dislocare più di 10.000 tonnellate.
I tedeschi, per risparmiare il peso dei bulloni, “inventarono” la saldatura della lamiere alle ordinate, il che consentì di costruire navi con cannoni di maggior calibro (280 mm) al posto dei 203 mm dei “classici” incrociatori pesanti da 10.000 tonnellate.
Tutto questo, per dirle che – come afferma il Procuratore di Paola – se la nave in questione non ha bulloni nello scafo, non può essere la “Città di Catania” (varata nel 1906, quando si “bullonava” sempre, da non confondere con l’omonima nave affondata in Adriatico durante il secondo conflitto mondiale), ma un’altra. Che la Kunsky sia solo un poco più in là? Perché chiudere così frettolosamente le indagini? “Caso chiuso”: così in fretta?

Rimane il mistero del Cesio 137 ritrovato nei molluschi[4], proprio in quel mare: siccome il Cesio 137 non si trova in natura, chi ce lo avrà messo? Lei ha un’idea? Che siano stati gli iraniani?

Le ricordo, infine, che le precedenti rilevazioni stabilirono che – nel mare di Cetraro – il SONAR aveva individuato ben sette “macchie scure”, che non indicano necessariamente una nave, ma che forniscono alte probabilità che lo siano.
Ciò che insospettisce, è che la notizia fu pubblicata da AdnKronos e – proprio mentre scrivevo questo articolo – è sparita! Sì, ritirata dal circuito!
Credo che, anche per lei, la cosa risulterà assai strana.
Non vorremmo che, per correre dietro all’urgenza economica di garantire la pesca, per ovviare alle proteste dei pescatori e per tacitare chi fa “allarmismo”, aveste semplicemente scambiato una nave per un’altra. Capita. In fin dei conti, quel che conta è la verità mediatica: il resto…

Provi a rifletterci un poco; se mai, chieda lumi a Bertolaso ed alla Marina: vedrà che – con un poco di calma e di riflessione – tutto si chiarirà. Come sempre, in Italia.

Note:

[1] Fonte: http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/trovata/trovata.html
[2] Ibidem.
[3] Fonte: Il Secolo XIX – 12 Settembre 2009.
[4]Fonte:http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/risultato-indagini/risultato-indagini.html

Fonte: Blog di Carlo Bertani

martedì 27 ottobre 2009

ISRAELE RAZIONA L’ACQUA AI PALESTINESI

COMUNICATO STAMPA AMNESTY INTERNATIONAL 
CS131-2009
ISRAELE-TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI: ISRAELE RAZIONA L’ACQUA AI PALESTINESI

amnesty-palestina Amnesty International ha accusato oggi, martedi’ 27 ottobre, Israele di negare ai palestinesi il diritto a un adeguato accesso all’acqua, mantenendo il controllo totale delle risorse idriche comuni e mettendo in atto politiche discriminatorie, concepite per limitare la disponibilita’ di acqua e impedire lo sviluppo di infrastrutture idriche operative nei Territori palestinesi occupati.


‘Israele consente ai palestinesi di accedere solamente a una piccola parte delle risorse idriche comuni, che si trovano per la maggior parte nella Cisgiordania occupata, dove invece gli insediamenti illegali dei coloni ricevono forniture praticamente illimitate. A Gaza il blocco israeliano ha reso peggiore una situazione che era gia’ terribile’ - ha dichiarato
Donatella Rovera, ricercatrice di Amnesty International su Israele e i Territori palestinesi occupati.

In un nuovo approfondito rapporto, Amnesty International mostra fino a che punto le politiche e le pratiche israeliane negano ai palestinesi il loro diritto all’accesso all’acqua. Israele utilizza piu’ dell’80 per cento dell’acqua della falda montana, la maggiore riserva idrica del sottosuolo
dell’area, e limita l’accesso dei palestinesi al solo 20 per cento. La falda montana e’ l’unica risorsa per i palestinesi della Cisgiordania, mentre e’ solo una delle tante a disposizione d’Israele, che tiene per se’ tutta l’acqua disponibile del fiume Giordano.

Mentre il consumo giornaliero di acqua dei palestinesi raggiunge a malapena i 70 litri a persona, quello degli israeliani e’ superiore a 300 litri, quattro volte di piu’. In alcune aree rurali i palestinesi sopravvivono con solamente 20 litri al giorno, la quantita’ minima
raccomandata per uso domestico in situazioni di emergenza. Da 180.000 a 200.000 palestinesi che vivono in comunita’ rurali non hanno accesso all’acqua corrente e l’esercito israeliano spesso impedisce loro anche di raccogliere quella piovana. Al contrario, i coloni israeliani, che vivono in Cisgiordania in violazione del diritto internazionale, hanno fattorie
con irrigazioni intensive, giardini ben curati e piscine: 450.000 coloni israeliani utilizzano la stessa, se non una maggiore quantita’ d’acqua, rispetto a 2.300.000 palestinesi.

Nella Striscia di Gaza, il 90-95 per cento dell’acqua dell’unica risorsa idrica presente, la falda acquifera costiera, e’ contaminato e inutilizzabile per uso domestico. Inoltre, Israele non permette il trasferimento di acqua della falda acquifera montana della Cisgiordania verso Gaza. I rigorosi divieti, imposti negli ultimi anni da Israele all’ingresso a Gaza di materiali e apparecchiature necessari per lo sviluppo e la riparazione di infrastrutture, hanno causato un ulteriore deterioramento dell’acqua e della situazione sanitaria, che a Gaza ha raggiunto un livello drammatico.

Per far fronte alla carenza d’acqua e alla mancanza di impianti di distribuzione, molti palestinesi sono costretti ad acquistare acqua dalle cisterne mobili, spesso di dubbia qualita’ e a un prezzo maggiore. Altri ricorrono a varie misure per risparmiarla, pericolose per la salute loro e delle loro famiglie e che ostacolano lo sviluppo socio-economico.

‘In oltre 40 anni di occupazione, i divieti imposti da Israele all’accesso all’acqua dei palestinesi hanno impedito lo sviluppo di infrastrutture e di servizi idrici nei Territori palestinesi occupati, negando cosi’ a centinaia di migliaia di persone il diritto di vivere una vita normale, di
avere cibo a sufficienza, una casa, la salute e sviluppo economico’ - ha dichiarato Donatella Rovera.

Israele si e’ appropriato di vaste aree delle terre palestinesi ricche di acqua, occupandole e vietando l’accesso ai palestinesi. Ha inoltre imposto un complesso sistema di permessi che i palestinesi devono ottenere dalle forze armate e da altre autorita’ israeliane per portare avanti progetti idrici nei Territori palestinesi occupati. Tali richieste sono spesso
rifiutate o subiscono lunghi rinvii. I divieti imposti da Israele al movimento di persone e beni inaspriscono ulteriormente le difficolta’ che
i palestinesi devono affrontare quando cercano di portare a termine progetti idrici e sanitari o anche solo quando vogliono distribuire piccole quantita’ di acqua.

Il fatto che le cisterne siano costrette ad allungare il percorso per evitare i posti di blocco dell’esercito israeliano e le strade vietate ai palestinesi, determina un eccessivo aumento del prezzo dell’acqua. Nelle zone rurali, i contadini palestinesi lottano quotidianamente per
procurarsi abbastanza acqua per i loro bisogni primari, in quanto l’esercito israeliano spesso distrugge o confisca le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana destinata all’irrigazione. Invece, nei vicini insediamenti israeliani, gli impianti irrigano i campi sotto il sole di
mezzogiorno, quando buona parte dell’acqua si perde evaporando persino prima di raggiungere il suolo.

In alcuni villaggi palestinesi, poiche’ non hanno accesso all’acqua, i contadini non riescono a coltivare la terra ne’ a produrre piccole quantita’ di cibo per il loro sostentamento o come mangime per gli animali e sono quindi costretti a ridurre la quantita’ dei capi bestiame.

‘L’acqua e’ un bene e un diritto fondamentale ma avere una quantita’ d’acqua anche minima e di cattiva qualita’ e’ diventato un lusso che molti palestinesi possono a malapena permettersi’ - ha commentato Rovera. ‘Israele deve porre fine alle sue politiche discriminatorie, abolire immediatamente tutti i divieti che impone ai palestinesi per l’accesso
all’acqua, assumersi la responsabilita’ di affrontare i problemi che ha creato e accordare ai palestinesi un’equa ripartizione delle risorse idriche comuni’.

Ulteriori informazioni
Questo nuovo rapporto fa parte della campagna globale ‘Io pretendo dignita’’, lanciata da Amnesty International nel maggio di quest’anno per chiedere la fine delle violazioni dei diritti umani che creano e acuiscono la poverta’. La campagna sta mobilitando persone di ogni parte del mondo per pretendere che i governi e le aziende ascoltino la voce di coloro che vivono in poverta’ e rispettino i loro diritti.

Roma, 27 ottobre 2009
Il rapporto Israel/Occupied Palestinian Territories: Demand Dignity:
Troubled waters - Palestinians denied fair access to water e’ disponibile
all’indirizzo:
http://www.amnesty.org/en/news-and-updates/report/israel-rations-palestinians-trickle-water-20091027

Appello rivolto al governo israeliano e all’autorita’ palestinese e’
disponibile al seguente indirizzo:
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2723

Visita la community http://www.iopretendodignita.it dedicata ai temi della
campagna ‘Io pretendo dignita’’

Fonte: Amnesty International

venerdì 23 ottobre 2009

IL MITO DELLA POPOLAZIONE

22 ottobre 2009
DI GEORGE MONBIOT
monbiot.com

popolazione_mondiale Non è una coincidenza che la maggior parte di coloro che sono ossessionati con la crescita della popolazione siano ricchi uomini bianchi post-riproduttivi: si tratta dell’unico problema ambientale per cui non possono essere biasimati. Il brillante scienziato di sistemi terrestri James Lovelock, per esempio, ha affermato il mese scorso che "coloro che non riescono a vedere che la crescita demografica e i cambiamenti climatici sono due facce della stessa medaglia o sono ignoranti o nascondono la verità. Questi due enormi problemi ambientali sono inseparabili e discutere di uno, ignorando l'altro è irrazionale”. (1) Ma è Lovelock ad essere ignorante e irrazionale.

Un articolo pubblicato ieri sulla rivista Environment and Urbanization (Ambiente e Urbanizzazione, ndt) dimostra che i luoghi dove la popolazione è cresciuta più velocemente sono quelli in cui l'anidride carbonica è cresciuta più lentamente, e viceversa. Tra il 1980 e il 2005, per esempio, l’Africa sub-sahariana ha prodotto il 18,5% della crescita della popolazione mondiale e appena il 2,4% della crescita delle emissioni di CO2. L’America del Nord ha riportato il 4% delle persone in più, ma il 14% di emissioni in più. Il sessantatre per cento della crescita della popolazione mondiale si è verificato in luoghi con emissioni molto basse (2).

Anche questo non rende l’idea. Nell’articolo si rileva che circa un sesto della popolazione mondiale è così povero che non produce alcuna emissione significativa. Questa è anche la categoria il cui tasso di crescita è probabilmente il più alto. Le famiglie in India che guadagnano meno di 3.000 rupie al mese usano un quinto di energia elettrica pro capite e un settimo del carburante per le famiglie che guadagnano 30,000 rupie o più. I senza casa non usano quasi nulla. Coloro che vivono riciclando i rifiuti (una gran parte del sottoproletariato urbano) spesso risparmiano più gas serra di quanto producono.

Molte delle emissioni per cui i paesi più poveri vengono accusati dovrebbero giustamente appartenere a noi. L’emissione di gas da parte di società che esportano petrolio dalla Nigeria, per esempio, ha prodotto più gas serra di tutte le altre fonti dell’Africa sub-sahariana messe insieme (3). Anche la deforestazione nei paesi poveri è dovuta soprattutto ad operazioni commerciali che forniscono legno, carne e mangimi ai consumatori ricchi. I poveri delle campagne fanno molto meno danni (4).

L'autore dell’articolo, David Satterthwaite dell'Istituto Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo, ricorda che la vecchia formula insegnata a tutti gli studenti di sviluppo - che l'impatto totale è uguale a: Popolazione x Affluenza x Tecnologia (I = PAT) - è sbagliata. L’ impatto totale dovrebbe essere misurata come I = CAT: Consumatori x Affluenza x Tecnologia. Molte delle persone del mondo usano così poco che non dovrebbero figurare in questa equazione.
Sono quelle che hanno più bambini.

Mentre c'è una scarsa correlazione tra riscaldamento globale e crescita della popolazione, c'è invece una forte correlazione tra il riscaldamento globale e la ricchezza. Ho dato uno sguardo ad alcuni superyacht, perché avrò bisogno di un posto dove intrattenere i Ministri del Lavoro nello stile a cui sono abituati. Prima ho guardato le offerte della RFF135 Royal Falcon Fleet, ma quando ho scoperto che brucia solo 750 litri di carburante all'ora (5) mi sono reso conto che non avrebbe impressionato Lord Mandelson. Potrei dare uno sguardo a Brighton alla Overmarine Mangusta 105, che succhia fino a 850 litri all’ora (6). Ma la zattera che davvero ha attirato la mia attenzione viene fabbricata dalla Wally Yachts di Monaco. Il WallyPower 118 (che dà a tutti i Wallies una sensazione di potenza) consuma 3.400 litri/h quando viaggia a 60 nodi (7). E’ quasi un litro al secondo. Un altro modo di metterla è di 31 litri per chilometro (8).

Naturalmente per fare colpo sul serio, dovrò sborsare soldi per accessori in teak e mogano, pilotare qualche jet ski e un mini-sommergibile, traghettare i miei ospiti al porto turistico con un aereo privato e un elicottero, offrire loro sushi di tonno rosso e caviale di beluga e guidare la bestia così velocemente da schiacciare metà della vita marina del Mediterraneo. Come proprietario di una di queste barche, farò più danni alla biosfera in dieci minuti che non gli africani in una vita. Ora bruciamo, baby.

Qualcuno che conosco e che frequenta gente molto ricca, mi dice che nella cintura dei banchieri della valle inferiore del Tamigi ci sono persone che riscaldano le piscine all'aperto a temperatura da bagno tutto l'anno. A loro piace mentire in piscina nelle notti d'inverno, guardando le stelle. Il carburante gli costa 3.000 sterline al mese. Un centinaio di migliaia di persone che vivono come questi banchieri distruggerebbero i nostri sistemi di supporto vitali più velocemente di 10 miliardi di persone che vivono come contadini africani. Ma almeno i super ricchi hanno la buona creanza di non procreare molto, così i vecchi ricconi che martellano a proposito di riproduzione umana li lasciano in pace.

In maggio il Sunday Times ha pubblicato un articolo intitolato "Club miliardario nel tentativo di frenare la sovrappopolazione". L’articolo rivelava che "alcuni dei primi miliardari d’America si sono incontrati segretamente" per decidere quale buona causa avrebbero dovuto sostenere. "E’ emerso un accordo secondo cui essi avrebbero puntato su una strategia in cui la crescita della popolazione sarebbe stata affrontata come una minaccia ambientale, sociale ed industriale potenzialmente disastrosa." (9) Gli ultra-ricchi, in altre parole, hanno deciso che sono i più poveri che stanno riducendo il pianeta a spazzatura. Si annaspa per una metafora, ma è impossibile satireggiare.

James Lovelock, allo stesso modo di Sir David Attenborough e Jonathan Porritt, è un sostenitore di Optimum Population Trust (OPT). E’ una delle decine di campagne e associazioni di beneficenza il cui unico scopo è quello di scoraggiare le persone dal procreare in nome della salvezza della biosfera. Ma non sono stato in grado di trovare nessuna campagna il cui unico scopo è quello di dedicarsi agli impatti dei molto ricchi.
I maniaci potrebbero obiettare che le persone che oggi si riproducono rapidamente potrebbero un giorno diventare più ricche. Ma dal momento che i super ricchi agguantano una quota sempre maggiore e le risorse cominciano a rimanere a secco, questo, per la maggior parte dei più poveri, è una prospettiva in diminuzione. Ci sono forti ragioni sociali per aiutare le persone a gestire la loro riproduzione, ma poche ragioni ambientali, eccetto tra le popolazioni più ricche.

L'Optimum Population Trust sorvola sul fatto che il mondo sta attraversando una transizione demografica: i tassi di crescita della popolazione stanno rallentando un po’ ovunque e il numero di persone verosimilmente, secondo un articolo in Nature, raggiungerà questo secolo (10), probabilmente i 10 miliardi (11). La crescita maggiore si avrà tra coloro che non consumano quasi nulla.

Ma nessuno prevede una transizione di consumo. Le persone procreano meno man mano che diventano più ricche, ma non consumano meno; consumano di più. Come dimostrano le abitudini dei super-ricchi, non ci sono limiti alla stravaganza umana. Ci si può aspettare che il consumo aumenti con la crescita economica finché la biosfera non raggiunga i limiti. Chiunque capisce questo e ritiene ancora che la popolazione, non il consumo, è il grande problema, sta, nelle parole di Lovelock, "nascondendo la verità". E’ il peggior tipo di paternalismo: incolpare i poveri per gli eccessi dei ricchi.

Quindi, dove sono i movimenti di protesta contro i disgustosi ricchi che stanno distruggendo i nostri sistemi di vita? Dove è l'azione diretta contro superyacht e jet privati? Dov’è la classe combattente quando ne hai bisogno?

È ora che abbiamo il coraggio di chiamare per nome il problema. Non è il sesso; è il denaro. Non sono i poveri; sono i ricchi.
George Monbiot

Fonte: www.monbiot.com
Link: http://www.monbiot.com/archives/2009/09/29/the-population-myth/
28.09.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CONCETTA DI LORENZO

Riferimenti:
1. Optimum Population Trust, 26 agosto 2009 da Gaia Scientist OPT Patron. http://www.optimumpopulation.org/releases/ opt.release26Aug09.htm
2. David Satterthwaite, settembre 2009. Le implicazioni della crescita demografica e dell’ urbanizzazione per il cambiamento climatico. Ambiente & Urbanizzazione, Vol. 21 (2): 545-567. DOI: 10.1177/0956247809344361.
3. http://www.foei.org/en/publications/pdfs-members/ economic-justice/gasnigeria.pdf
4. Ad esempio, Satterthwaite cita lo studio di Gerald Leach e Robin Mearns, 1989. Beyond Woodfuel Crisis- People, Land and Trees in Africa, Earthscan Publications, London.
5. http://www.ybw.com/auto/newsdesk/20090802125307syb.html
6. http://www.jameslist.com/advert/5480
7. http://machinedesign.com/article/118-wallypower -a-high-end-power-boat-0616
8. 15 US gallons / nm = 56.775l/nm = 31 l / km.
9. John Harlow, 24 maggio 2009. Club Billionaire in bid to curb overpopulation. The Sunday Times
10. Wolfgang Lutz, Warren Sanderson e Sergei Scherbov, 20 gennaio 2008. The coming acceleration of global population ageing. Nature. doi: 10.1038/nature0651
11. ONU Dipartimento di Affari Economici e Sociali, 2005. World Population Prospects. 2004 Revisione. http://www.un.org/esa/population/ publications/sixbillion/sixbilpart1.pdf

sabato 17 ottobre 2009

Crisi politica italiana: Berlusconi è la principale minaccia per la democrazia italiana?

di Angela Corrias

globalresearch.ca

berlusconi Il 7 ottobre, La Corte costituzionale italiana ha dichiarato incostituzionale il cosiddetto Lodo Alfano, un disegno di legge che il governo Berlusconi aveva portato in Parlamento. Avrebbe concesso alle quattro cariche più alte dello Stato (Primo Ministro, Presidente della Repubblica e i presidenti delle due Camere del Parlamento), l'immunità totale durante il loro incarico. Sebbene il Lodo Alfano non sia ammirevole a causa dei processi nei quali il signor Berlusconi è attualmente coinvolto, e la possibilità che egli avrebbe di allungare i termini fino alla prescrizione, la verità è che il dibattito pubblico su questo disegno di legge è un chiaro messaggio al premier che il suo attuale momento politico si avvicina alla fine.

La stampa internazionale sta letteralmente distruggendo la reputazione già traballante di Berlusconi, l'ultimo esempio è il Newsweek: "Perché l'Italia dovrebbe scaricare Berlusconi." Sebbene sia lusinghiero che la comunità internazionale si preoccupi così tanto del destino dell'Italia, molti inevitabilmente cominciano ad interrogarsi sulle vere ragioni alla base di questa processo. Certo, le origini politiche del premier italiano non sono molto ortodosse, visto che mafia e Loggia massonica P2 sono fortemente coinvolte, ma ciò che è maggiormnente evidente in tutte le cronache internazionali è l'importanza che viene data alle feste selvagge di Berlusconi in Sardegna, al punto tale che Christofer Dickey del Newsweek si spinge fino a menzionare la "corruzione" e la "dissolutezza" di Nerone o dei Borgia

Vero, Berlusconi (e la sua coalizione) non è affatto il migliore esempio di politico onesto, con la sua ossessione per il controllo dei media, dei magistrati e della mente del pubblico, cosa che inevitabilmente puzza di totalitarismo. Ma i toni esagerati della stampa inglese di solito moderata e professionale (The Times lo ha definito come "squallido" e "un buffone") dà da pensare. Perché Berlusconi ha improvvisamente acquisito tanti nemici? Perché i media internazionali sono così preoccupati per il futuro dell'Italia? Potrebbe essere una coincidenza, ma ci sono molti segnali che il governo Berlusconi non si sta adeguando al comportamento internazionale comunemente accettato.

Il tanto lodato rigetto del Lodo Alfano è servito solo a distogliere l'attenzione pubblica da ciò che potrebbero eventualmente essere le cause alla base di una condanna internazionale verso le politiche più recenti di Berlusconi. La sua amicizia sempre più stretta con la Russia di Putin, il mondo arabo ed i mercati dell'est in generale, in un momento in cui le relazioni degli Stati Uniti con l'Iran sono sempre più difficili, è comprensibilmente non apprezzato dalla Casa Bianca. Inoltre, l'invito di Berlusconi a riconsiderare un graduale ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan, dopo che sei soldati sono morti in un attentato a Kabul il 17 settembre, non è stato accolto positivamente dagli Stati Uniti, date le intenzioni di Obama di aumentare il numero delle truppe Usa e Nato in quella terra devastata.

Anche se la recente decisione della Corte costituzionale di rifiutare l'immunità dai procedimenti giudiziari a Berlusconi può avere l'effetto di far sentire i politici meno protetti in caso di corruzione, questo ci richiama inevitabilmente al maxi-caso di Mani Pulite dei primi anni '90 che fu avviato dal tribunale di Milano e si concluse con l'espulsione della vecchia classe politica che aveva offerto un consistente sostegno ad operazioni segrete della CIA ai tempi della Guerra Fredda. Tuttavia, dopo la caduta del muro di Berlino, la vecchia classe politica italiana era diventata troppo fuori moda e non abbastanza aperta ai nuovi interessi del mondo moderno. Le migliaia di processi degli anni '90 si conclusero con la fine ufficiale della Prima Repubblica e l'inizio della Seconda Repubblica. In realtà questo ha significato il congedo della vecchia classe e l'introduzione di personaggi nuovi e riciclati, con la conseguenza che nulla è cambiato nella scena politica: le coalizioni di governo sono ancora instabili ed i livelli di corruzione sono elevati.

Mentre si teneva impegnata l'attenzione pubblica con le notizie dei casi giudiziari di Mani Pulite, dietro le quinte stava accadendo qualcosa di più importante, che avrebbe fortemente influenzato il futuro dell'Italia. Il 2 giugno 1992, sullo yacht reale inglese Britannia, leaders italiani di centro-sinistra, insieme all'élite finanziaria italiana, incontravano i maggiori protagonisti della scena finanziaria internazionale. Questo fu l'inizio di ciò che avrebbe portato l'Italia sull'orlo del collasso. Le grandi aziende e la Banca Centrale d'Italia (Bankitalia), furono vendute a banche anglo-americane per quasi niente. Nel corso di tale riunione fu deciso che gli istituti finanziari stranieri potevano controllare il 48 per cento delle imprese italiane, tra le quali Buitoni, Locatelli, Negroni, Ferrarelle, Perugina e Galbani. Mentre i dibattiti sui casi di mani Pulite imperversavano in tutto il paese, élites finanziarie nazionali ed internazionali decidevano come sostituire la vecchia classe politica con una nuova, completamente manipolata dai nuovi proprietari. Quando è diventato Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, nel giugno 1992, ha iniziato un processo di privatizzazione sconsiderata, previa consultazione con le ammiraglie di Wall Street: Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers. [1]

Sotto il controllo politico ed economico, e militarmente occupata, l'Italia è stata una colonia degli Stati Uniti fin dalla fine della seconda guerra mondiale quando, con il crollo del regime fascista, l'OSS (precursore della CIA) reintrodusse ex gerarchi fascisti, che avrebbero dovuto essere perseguiti. Invece, furono ingaggiati per aiutare la CIA nella creazione di Gladio, la versione italiana di Stay-Behind presente in tutta l'Europa occidentale, e nella creazione del cosiddetto Anello della Repubblica, un servizio segreto parallelo con collaboratori in tutte le principali forze armate dello Stato. Questa organizzazione avrebbe controllato e manipolato molti aspetti della vita all'interno del paese, e organizzato gli attacchi terroristici durante la "strategia della tensione", non ultimo dei quali è stato il rapimento e l'uccisione dell'ex primo ministro Aldo Moro. [2]

In seguito al rigetto del Lodo Alfano, Berlusconi ha un'idea ancora più chiara che la sua carriera politica è finita, ma, a differenza dei leaders della Prima Repubblica, non sembra arrendersi. I suoi ex alleati (come Gianfranco Fini, ex fascista e attuale portavoce della Camera del Parlamento) lo hanno abbandonato e hanno stretto strane alleanze con ex rivali. Il suo ministro dell'economia, Giulio Tremonti, che sembrava disposto a proteggere le decisioni politiche dagli interessi bancari (specialmente contro i sottili suggerimenti di Mario Draghi, attuale presidente della Banca Centrale d'Italia e uno dei principali animatori delle trame dello yacht Britannia nel 1992), ha tuttavia organizzato una riunione strategica l'8 Ottobre (il giorno dopo la decisione della Corte), all'interno dell'Aspen Institute Italia, di cui è il Presidente. Partecipanti insieme ad una vasta gamma di nomi importanti: Massimo D'Alema, ex primo ministro della coalizione di centro-sinistra, Ignazio Marino, candidato alla segreteria del PD (di centro-sinistra), Umberto Veronesi, ex Ministro della Salute di un governo di centro sinistra, Franco De Benedetti (fratello di Carlo, presidente del gruppo editoriale L'Espresso, Proprietario de La Repubblica, giornale mainstream, vicino ai partiti di centro-sinistra e tra i critici più severi del governo Berlusconi), Renato Brunetta, attuale ministro dell'amministrazione Berlusconi e Roberto Castelli, attuale vice ministro e membro del partito della Lega Nord nella coalizione di governo.

Lo scopo di tale riunione, secondo la lettera di invito, era quello di lavorare per "una nuova leadership", in grado non solo di "affrontare la crisi, ma piuttosto di immaginare e costruire il «dopo» [...] con una rinnovata e forte responsabilità, non solo sul piano socio-economico, ma anche sul piano politico". In poche parole, un gruppo eterogeneo di ordine finanziario e politico sta già programmando il post-Berlusconi, e il mix esplosivo che vede membri di entrambe le coalizioni in affari con i capi delle grandi aziende è ben lungi dall'essere la "cospirazione comunista" di cui Berlusconi continua a parlare, ma somiglia fortemente al "complotto capitalista", di cui lui pensava di avere il pieno controllo.

La nuova classe politica sembra disposta a compromettere ulteriormente l'indipendenza d'Italia, che soffre ancora per il saccheggio dei primi anni '90. La politica estera di Berlusconi è una minaccia per il forte legame che l'Italia ha sempre avuto con gli Stati Uniti. Berlusconi è forse squallido e controlla gran parte dei media italiani, ma i continui attacchi della stampa internazionale, nascosti dietro un falso "prendersi cura della democrazia italiana", sono responsabili di confondere ulteriormente l'opinione pubblica e concentrare le energie delle persone intorno a questioni secondarie, deviandole da quella che è veramente una minaccia per il benessere dell'Italia.

Traduzione : Dakota Jones

Note:

[1] Antonella Randazzo, Come è stata svenduta l’Italia, March 12th, 2007, http://www.disinformazione.it/svendita_italia2.htm

[2] Sergio Flamini, Trame Atlantiche, Kaos Edizioni, 2005; e Stefania Limiti, L’Anello della Repubblica, Chiarelettere, 2009

Angela Corrias è una giornalista freelance italiana con sede a Londra

Fonte: www.globalresearch.ca

Microchip per i bambini che marinano la scuola, una proposta indecente

Qualcuno sta cercando ancora di capire i motivi per il premio nobel per la pace ad Obama. Io non ritengo che valga la pena di perderci il sonno e tante parole perchè so che in questo "mondo di ladri", i piani nascosti sono tanti e, quando non ho elementi, preferisco non tirare ad indovinare. Ho provato a fare una lista dei pro e dei contro ma viene sempre fuori:
Numero dei Pro=Pace=0 e Numero dei Contro= indefinito, me ne farò una ragione.

Michel Chossudovsky, professore all'università di Ottawa, in un articolo su globalresearch.ca, dal titolo "Obama and the Nobel Prize: When War becomes Peace, When the Lie becomes the Truth"-"Obama e il Premio Nobel: Quando la Guerra diventa Pace, quando la Bugia diventa Verità" , scrive qualcosa che somiglia quasi ad una lista dei Contro:

"Quando la guerra diventa pace,

Quando pensieri e realtà vengono stravolti

Quando la finzione diventa realtà e la realtà diventa finzione

Quando un'agenda globale militare viene propagandata come comportamento umanitario,

Quando l'uccisione di civili viene considerata come "danno collaterale",

Quando quelli che fanno resistenza all'invasione delle loro terre da parte dall'asse US-NATO sono classificati come "insorgenti" o "terroristi".

Quando la guerra nucleare preventiva viene considerata come autodifesa.

Quanto tecniche avanzate di tortura ed "interrogatorio" vengono abitualmente usate per "proteggere operazioni di peacekeeping",

Quando armi nucleari tattiche vengono presentate dal Pentagono come "innocue per la popolazione civile circostante"

Quando i tre quarti delle tasse federali degli Stati Uniti vengono usate per finanziare quella che eufemisticamente viene chiamata "difesa nazionale"

Quando il comandante in Capo della più grande forza militare del pianeta terra viene presentato cone un pacificatore globale

Quando la Falsità diventa la Verità"

Ma nell'"America dei diritti civili, della pace e della democrazia", si lascia anche piena libertà ai parlamentari di discutere leggi che non hanno niente di etico, anzi, direi di umano. Quella che segue è la traduzione di un articolo comparso su ajc.com:

Una soluzione orwelliana per i bambini che marinano la scuola

Di Courtland Milloy
Pubblicato il: 02/20/07

rfidchip Diciamo che il tuo ragazzo è uno che abitualmente marina la scuola e non c'è niente che tu possa fare. Un politico della zona di Washington pensa di avere la soluzione:

Munire il bambino con un chip GPS(Global Positioning System), per permettere alla polizia di rintracciarlo.

"Consentirebbe di catturarli più facilmente", ha detto il Delegato del Maryland Doyle Niemann (D-Prince George's), che recentemente ha co-sponsorizzato un disegno di legge della Camera, che vorrebbe utilizzare la sorveglianza elettronica come parte di un più ampio piano di riduzione delle assenze. "Sarebbe fatto con discrezione. I chip sono piccoli e possono essere inseriti in una fascetta ID in ospedale o all'interno di una collana."

Scusatemi. Ma questo è osceno. La sorveglianza elettronica è utilizzata da giudici del tribunale penale per tenere traccia dei criminali. I ricercatori li usano per monitorare i movimenti di animali selvatici. Siano i genitori ad usare tali dispositivi se lo ritengono necessario. Ma questo non è il modo per il governo di trattare un bambino.

La normativa Niemann rispecchia un disegno di legge promosso dal Sen. Gwendolyn Britt (D-Prince George's). Entrambe fornirebbero ai pigroni e ai loro genitori, un migliore accesso ai servizi sociali, come le valutazioni di salute mentale e aiuto con i compiti a casa. Il controllo elettronico potrebbe essere l'ultima risorsa. Ancora, la prospettiva d etichettare i bambini e l'utilizzo di una sorta di caccia "cattura e rilascio" da parte della polizia getta un'ombra su tutto ciò che di buono c'è nel piano.

Tutto questo è dovuto al fatto che circa 6.800 studenti, nella periferia della contea di Prince George(su un totale di 134.000) ha perso 20-35 giorni di scuola nel 2005, e 5.800 hanno perso ulteriori 36 giorni. Un problema? Certo. Abbastanza grave da utilizzare una rapida soluzione orwelliana? In nessun caso. Inoltre, non c'è fine a questo armeggiare con i soli sintomi?

Stephanie Joseph, un membro del consiglio di ACLU del Maryland, che ha testimoniato contro il disegno di legge in occasione di una recente audizione presso la commissione al Senato, ha giustamente osservato che "la legge in realtà non affronta l'assenteismo scolastico e le sue cause". Anche se Niemann e altri legislatori cercano di raccogliere gli studenti e riportarli a scuola, i funzionari della scuola li rimandano fuori a dozzine. Più di 4.300 studenti della contea sono stati sospesi almeno due volte durante l'anno scolastico 2005-06, 480 di questi, cinque o più volte. Potete immaginare quale confusione potrebbe apparire su un monitor GPS: le immagini satellitari di puntini che entrano da una porta della scuola ed escono da un'altra.

Forse la cosa più angosciante è il numero di studenti che rimane a scuola solo fino all'età di 16 anni, quando possono legalmente ritirarsi. Le cifre delle iscrizioni mostrano che, nel corso di un dato anno, circa 14.000 studenti sono in terza media. Per il grado 12, il numero scende a 8.000.

"Abbiamo bisogno di rivedere tutto il sistema," ha detto Niemann. "Vogliamo sapere perché gli studenti abbandonano e se li stiamo preparando per il mondo in cui vivono. Ma c'è un limite a ciò che si può fare."

Strano come vengano spesi miliardi e miliardi di dollari per continuare una guerra che quasi nessuno vuole, ma non ce n'è mai abbastanza per finanziare i programmi educativi che quasi tutti dicono che sono necessari. Indirizzato esclusivamente a studenti di Prince George - l'unica regione a predominanza nera nella zona di Washington - lo sforzo per diminuire le assenze scolastiche viene chiamato "programma pilota", il primo esperimento nel suo genere. Costerebbe 400.000 $ per tenere traccia di circa 660 studenti ogni anno.

Certo che i soldi potrebbero essere spesi meglio. Facciamo un esempio: Nella vicina contea di Montgomery, la maestra d'asilo Kathleen Cohan ha notato che figli di 5 anni di genitori ricchi entravano a scuola conoscendo circa 13.000 parole inglesi, mentre i bambini provenienti da famiglie povere e immigrate ne conoscevano poco meno di 500. Così lei e gli altri insegnanti hanno avviato un piano per colmare il divario. E ha funzionato. Tra il 2002 e il 2005, la percentuale di bambini dell'asilo a basso reddito che iscritti alla prima elementare è passato dal 44 per cento nel 2002 al 70 per cento nel 2005.

Questo è un programma pilota. Investite in qualcosa di simile e troverete sempre più studenti desiderosi di frequentare la scuola.

Niemann rileva che la legge richiede che gli studenti frequentino la scuola - punto e basta. "Di chi è la responsabilità per la frequenza scolastica: di genitore e figlio, o della società?" ha chiesto. "Se voi dite che il sistema scolastico deve riempire questo o quel vuoto prima di fare affidamento su genitori e studenti responsabili, siamo in un vicolo cieco. E' solo una giustificazione di un comportamento inaccettabile".

Ma anche il mantenimento di un sistema scolastico che è tra i peggiori dello stato dovrebbe essere inaccettabile. Forse i funzionari della contea dovrebbero essere controllati per scoprire il motivo per cui non sono presenti al lavoro.

Courtland Milloy è un'editorialista del Washington Post. La sua colonna appare occasionalmente.

Traduzione di Dakota Jones per ilupidieinstein.blogspot.com

Fonte ajc.com

giovedì 1 ottobre 2009

La CO2 non è velenosa

co2green Finalmente qualcuno alza la testa e lo dice: la CO2, tanto demonizzata, non è un veleno ed è verde perchè favorisce la vita sulla terra.


Lo dice questo spot andato in onda su alcune TV americane:

Quello che si dice in questo spot è questo:"Il Congresso sta valutando una legge che classificherebbe l’anidride carbonica come inquinante. Questo ci costerà posti di lavoro. Non c'è alcuna evidenza scientifica che la CO2 sia un inquinante. Livelli più alti di CO2 aiutano gli ecosistemi della terra e sostengono la vita di piante ed animali. Mobilitatevi. Contattate oggi stesso senatori e membri del Congresso e ricordate loro che la CO2 non è inquinante. Andate su CO2isgreen.com, perché tutti abbiamo bisogno di CO2."

Qualcuno ha voluto vedere, dietro questo spot, la mano di qualche industria petrolifera che avrebbe interesse a contrastare la legge contro le emissioni di CO2.

Mi chiedo se questo qualcuno sappia che una delle fallacie logiche più comuni consiste nel fare riferimento alle persone invece che ai fatti. In pratica, se anche si trattasse della pubblicità voluta da un'industria petrolifera, quello che dovrebbe essere contestato è il fatto che la CO2 non è un veleno, cosa che non è contestabile.
Inoltre è anche vero che la scienza non ci ha dato alcuna certezza del fatto che il cosiddetto "riscaldamento globale" sia di origine antropica ed imputabile all'aumento della CO2.
Se poi parliamo di affari, Al Gore è la persona che prima, e forse più di tutti, trarrà vantaggio dalla legge sul cap&trade, avendo già da tempo, in attesa, un'azienda per la compra-vendita di diritti di emissioni (carbon credits). Per non parlare, poi, del suo libro, del suo film, peraltro riconosciuto abbastanza inconsistente sul piano scientifico, della sua televisione Current TV e via di questo passo. Ma di persone che tentano di speculare sul "riscaldamento globale" ce ne sono molte altre.

I veri inquinanti sono altri. Perchè dovremmo spaventarci per eventuali effetti dell'aumento di CO2 di là da venire quando proprio adesso, in questo momento, stanno morendo tante persone, anche giovani e giovanissimi, a causa dell'inquinamento dell'atmosfera da particelle nocive di ogni tipo?. Una lettera della Dr.ssa Patrizia Gentilini, Oncoematologo, Associazione Medici per l’ Ambiente ISDE Italia, potrà forse chiarire le idee a qualcuno.
Riporto quì due soli passaggi della lettera:


"Gentile Direttore,
la recente scomparsa di giovani e giovanissimi per cancro nel nostro territorio ha riempito le cronache nelle ultime settimane: passata l’emozione del momento e lasciando perdere gli interrogativi che i singoli casi suscitano e su cui anche la Magistratura indaga, vorrei tornare a riflettere su questo tema così scottante."

"Non sarà che ciò che alcuni medici, spesso definiti "allarmisti", sostengono da anni è tragicamente vero? Vi invito a fare un semplice ragionamento: cosa mai vi può capitare se camminate in un campo minato? E’ ovvio che tante più mine sono state disseminate tanto più è probabile incapparci e saltare per aria.

Così è per il cancro e le “mine” cui mi riferisco sono cancerogeni noti da decenni quali benzene, arsenico, nichel, cromo, cadmio, piombo, diossine, per non parlare di PCB, particolato, pesticidi, che continuiamo a riversare intorno a noi e di cui mai nessuno parla, visto che solo la CO2 (che non è un veleno!) sembra meritare l’onore delle cronache! Da dati ufficiali emerge, che in Italia, nel pieno rispetto dei limiti di legge, abbiamo immesso in un anno in aria e acqua: benzene 715.6 ton, arsenico 8.0 ton, cadmio 3.0 ton, cromo 140.0 ton, nichel 80.6 ton.
L’ inventario europeo delle diossine ci dice che in un anno nel nostro paese ne sono state prodotte 558 grammi, ovvero, in media, circa 1,5 g al giorno: può sembrare poco ma rappresenta la dose massima tollerabile per oltre 10 miliardi (!) di persone.

Sapendo che si tratta di molecole che hanno tempi di dimezzamento di decine/centinaia di anni e che quindi ogni nuova dose si aggiunge alla precedente, come la mettiamo? La nostra regione poi è al primo posto per uso di fitofarmaci e spargiamo in media 5.7 kg di prodotti chimici per ettaro. Ci siamo mai chiesti dove vanno a finire tutti questi veleni?"

Chi vuole leggere la lettera per intero, puo' andare a questo indirizzo:
http://unitiperlasalute.blogspot.com/2009/08/20090826lettera-dagosto-di-patrizia.html

L'Italia, inoltre, è praticamente invasa dall'amianto e, proprio a due passi da casa mia, muoiono tante persone ogni anno, per aver respirato fibre di questo inquinante ma sembra che nessuno si muova per organizzare convegni, conferene, incontri e per sollecitare leggi a livello globale, contro questa vera e propria piaga. Potrei citarne altre ma non voglio dilungarmi troppo.

Gia prima del sito co2isgreen.net (ma anche .org o.com) sul quale potrete trovare molte firme eccellenti a sfavore della teoria del AGW, altri siti hanno messo in evidenza questa contraddizione.

Sul sito I Love My carbon Dioxide , ad esempio, si puo trovare un lunghissimo elenco di documenti che dimostrano quanta speculazione ci sia stata intorno all'argomento della CO2.

Potremmo anche chiederci perchè nessuno parla mai dell'influenza esercitata dalle emissioni, non di CO2, dell'aviazione sul riscaldamento globale, cosa riconosciuta dalla stessa NASA e non solo. Di chi è, allora, l'interesse a fare affari?