sabato 4 maggio 2013

Rubare il petrolio della Siria: il consorzio petrolifero UE-al-Qaida

Bollettino Aurora
Gearóid Ó Colmáin, Global Research, 1 maggio 2013

stevebell512

La decisione dell’Unione europea di sostituire l’embargo sulle esportazioni di energia del governo siriano con l’importazione di petrolio dell”opposizione armata’ è un’altra flagrante violazione del diritto internazionale. Viola la dichiarazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1962 sulla sovranità permanente sulle risorse naturali, ed è l’ennesima violazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1981 sull’inammissibilità dell’intervento e l’ingerenza negli affari interni degli Stati. Ma è molto più di una violazione tecnica della legge. Segna la discesa della civiltà nella barbarie. Londra e Parigi, più di Washington, sono in prima linea nell’aggressione contro la Siria.  Nonostante il fatto che sia stato ora confermato dalla maggior parte dei media, che l”opposizione  siriana’ è al-Qaida, Londra e Parigi persistono nella loro follia di armare i terroristi, utilizzando l’argomento spurio che se non armano i ‘moderati’, gli ‘estremisti’ occuperebbero il Paese. Tuttavia, nelle parole del New York Times, ‘in nessuna parte controllata dai ribelli in Siria, c’è una forza combattente laica degna di questo nome‘. [1] Il fatto che i “ribelli” siriani sono di fatto al-Qaida, è stata anche ammessa dal bellicista quotidiano francese Le Monde. [2] Così, Parigi e Londra  spingono all’ulteriore armamento di al-Qaida e alla legalizzazione del commercio petrolifero con i terroristi jihadisti. In parole povere questo significa che la rete terroristica nota al mondo come al-Qaida sarà presto uno dei partner dell’UE nel business del petrolio. Un nuovo assurdo capitolo nell’era del terrore sta per aprirsi.

Il diritto internazionale e le sue violazioni

La risoluzione 1803 delle Nazioni Unite del 1962, sulla sovranità permanente sulle risorse naturali, afferma: ‘La violazione dei diritti dei popoli e delle nazioni alla sovranità sulle proprie ricchezze e risorse naturali è in contrasto con lo spirito e i principi della Carta delle Nazioni Unite e ostacola lo sviluppo della cooperazione internazionale e il mantenimento della pace‘ [3]. Jabhat al-Nusra e altri gruppi affiliati ad al-Qaida non rappresentano in alcun modo il popolo siriano, e non costituiscono uno Stato sovrano secondo il diritto internazionale. L”opposizione armata’ è al-Qaida, pertanto la decisione dell’Unione europea di acquistare ufficialmente petrolio dalle bande terroristiche che attualmente occupano territori della Repubblica araba siriana, costituisce un crimine odioso ed è un’ulteriore beffa ai principi base che regolano i rapporti tra gli Stati.

Il documento ONU del 1981 condanna esplicitamente: ‘La crescente minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale a causa del frequente ricorso a minaccia o uso della forza, aggressione, intimidazione, intervento e occupazione militare, escalation della presenza militare e tutte le altre forme di intervento o di interferenza, diretta o indiretta, palese o occulta, minacciando la sovranità e l’indipendenza politica degli altri Stati membri, con l’obiettivo di rovesciarne i governi‘. La dichiarazione continua condannando categoricamente il dispiegamento di “bande armate” e “mercenari” da parte degli Stati, per utilizzarli nel rovesciare i governi di altri Stati sovrani: ‘Consapevole del fatto che tali politiche mettono in pericolo l’indipendenza politica degli Stati, la libertà dei popoli e la sovranità permanente sulle loro risorse naturali, danneggiando in tal modo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Consapevoli anche della necessità indispensabile che qualsiasi minaccia di aggressione, qualsiasi arruolamento, qualsiasi utilizzo di bande armate, in particolare dei mercenari, contro Stati sovrani deve terminare definitivamente, al fine di consentire ai popoli di tutti gli Stati di determinare il proprio sistema politico, economico e  sociale, senza interferenze o controllo esterno.’ [4]

I governi occidentali, che per molti anni hanno apertamente e spudoratamente violato tutti i principi noti e concordati del diritto internazionale, armando bande di terroristi che uccidono e mutilano civili, finanziando criminali comuni, narcotraffico e reclutamento di bambini-soldato, sono oramai scesi ancor più in basso acquistando petrolio e gas da queste bande di terroristi, delle risorse naturali giuridicamente di proprietà della Repubblica araba siriana e dei suoi cittadini.

giovedì 2 maggio 2013

Italia, potenza scomoda: dovevamo morire, ecco come

Libre

Nino-GalloniIl primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese. Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell’Italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l’Est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all’euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi. A Roma non mancano complici: pur di togliere il potere sovrano dalle mani della “casta” corrotta della Prima Repubblica, c’è chi è pronto a sacrificare l’Italia all’Europa “tedesca”, naturalmente all’insaputa degli italiani.

E’ la drammatica ricostruzione che Nino Galloni, già docente universitario, manager pubblico e alto dirigente di Stato, fornisce a Claudio Messora per il blog “Byoblu”. All’epoca, nel fatidico 1989, Galloni era consulente del governo su invito dell’eterno Giulio Andreotti, il primo statista europeo che ebbe la prontezza di affermare di temere la riunificazione tedesca. Non era “provincialismo storico”: Andreotti era al corrente del piano contro l’Italia e tentò di opporvisi, fin che poté. Poi a Roma arrivò una telefonata del cancelliere Helmut Kohl, che si lamentò col ministro Guido Carli: qualcuno “remava contro” il piano franco-tedesco. Galloni si era appena scontrato con Mario Monti alla Bocconi e il suo gruppo aveva ricevuto pressioni da Bankitalia, dalla Fondazione Agnelli e da Confindustria. La telefonata di Kohl fu decisiva per indurre il governo a metterlo fuori gioco. «Ottenni dal ministro la verità», racconta l’ex super-consulente, ridottosi a comunicare con l’aiuto di pezzi di carta perché il ministro «temeva ci fossero dei microfoni». Sul “pizzino”, scrisse la domanda decisiva: “Ci sono state pressioni anche dalla Germania sul ministro Carli perché io smetta di fare quello che stiamo facendo?”. Eccome: «Lui mi fece di sì con la testa».

Questa, riassume Galloni, è l’origine della “inspiegabile” tragedia nazionale nella quale stiamo sprofondando. I super-poteri egemonici, prima atlantici e poi europei, hanno sempre temuto l’Italia. Lo dimostrano due episodi chiave. Il primo è l’omicidio di Enrico Mattei, stratega del boom industriale italiano grazie alla leva energetica propiziata dalla sua politica filo-araba, in competizione con le “Sette Sorelle”. E il secondo è l’eliminazione di Aldo Moro, l’uomo del compromesso storico col Pci di Berlinguer assassinato dalle “seconde Br”: non più l’organizzazione eversiva fondata da Renato Curcio ma le Br di Mario Moretti, «fortemente collegate con i servizi, con deviazioni dei servizi, con i servizi americani e israeliani». Il leader della Dc era nel mirino di killer molto più potenti dei neo-brigatisti: «Kissinger gliel’aveva giurata, aveva minacciato Moro di morte poco tempo prima». Tragico preambolo, la strana uccisione di Pier Paolo Pasolini, che nel romanzo “Petrolio” aveva denunciato i mandanti dell’omicidio Mattei, a lungo presentato come incidente aereo. Recenti inchieste collegano alla morte del fondatore dell’Eni quella del giornalista siciliano Mauro De Mauro. Probabilmente, De Mauro aveva scoperto una pista “francese”: agenti dell’ex Oas inquadrati dalla Cia nell’organizzazione terroristica “Stay Behind” (in Italia, “Gladio”) avrebbero sabotato l’aereo di Mattei con l’aiuto di manovalanza mafiosa. Poi, su tutto, a congelare la democrazia italiana avrebbe provveduto la strategia della tensione, quella delle stragi nelle piazze.