lunedì 31 dicembre 2012

AntiMessaggio di Fine Anno

da Paolo Becchi a Rete unificata

Buona sera e Buon Anno a Voi tutti, italiane e italiani di ogni generazione. È con profonda commozione che mi rivolgo a Voi, cari sudditi … pardon, cari concittadini, in questi tempi così difficili, ma anche così pieni di speranza e di fiducia per il futuro che ci attende. Questo è stato un anno difficile per la nostra amata Costituzione, la nostra amatissima Carta nella quale sono enunciati i valori e i principi fondamentali cui si ispirarono quanti, sacrificando se stessi e la propria vita, hanno consegnato alle generazioni successive una Repubblica nuova e libera. Spetta a ciascuno di noi, in nome di quegli stessi principi, continuare ad amarla e consolidarla, perché, ricordatevi, chi lascia la strada vecchia per la nuova…

Ma cosa sto dicendo?!... Qui bisogna cambiare tutto, anche questi proverbi…scusate, ora ricomincio tutto da capo.

Poveri italiani: I proverbi dei vecchi fanno morire i giovani di fame. Non abbiamo più una Costituzione, dopo che per tutto questo anno è stata stuprata da coloro che erano incaricati di difenderla e di garantirne il rispetto. Essa è stata trasformata nel canovaccio di un indegno spettacolo.

L’anno finisce come era iniziato il precedente: con la liquidazione di ogni forma di governo rappresentativo e con l’eliminazione di ogni garanzia di democrazia a favore dei cittadini e degli elettori. Che sia in carica o dimissionario, il Governo Monti è uno spettro che si aggira dentro la nostra Costituzione. E’ un fantasma, il fantasma di una Terza Repubblica che sta nascendo a forza di interpretazioni faziose del testo costituzionale, di ossequio formale alla legalità e di violazione di ogni principio democratico di legittimità.

Come tutto ciò è cominciato lo sapete: una telefonata. A volte una telefonata allunga la vita - si diceva - una telefonata del Presidente della Repubblica tedesco Christian Wulff a Re Giorgi: “Lieber Giorgio, wie geht’s Frau Clio?” Senti, guarda, abbiamo un problema…bisognerebbe rovesciare il governo di Berlusconi. Già, proprio così. Lo capisci anche tu, ormai la situazione è diventata insostenibile, e non si tratta di Ruby… “Eine schöne Frau, übrigens”. Che ne dici di Monti? Sì, Mario Monti, lui…l’uomo che rappresenta l’Europa nel Bilderberg, consulente internazionale per molti anni di Goldman Sachs. Re Giorgio ascolta, annuisce… Lo spread che sale, sale sempre più, e noi, e noi ancora più giù. Berlusconi si dimette. Si sciolgono le Camere. Si va alle elezioni? E per quale motivo? C’è la “responsabilità” nazionale che ora, stimolati da Re Giorgio, Centro e Sinistra invocano. Monti sale al governo e lo spread scende. Strana storia, una storia sbagliata: una storia da basso impero, una storia da una botta e via, come cantava De André.

sabato 29 dicembre 2012

Charming thirteens (Gli affascinanti 13)

di Stefano Davidson
Informare per Resistere

affascinato

E’ incredibile constatare che comunque vadano le cose, qualunque cosa succeda emerga sempre e costantemente la solita incapacità totale da parte di “Sua Rigidità” di evitare di pensare che tutto quanto ruoti solamente intorno a se stesso e alla sua “magnifica presenza” con pettinino annesso.

Mi chiedo infatti come possa un essere umano (e qui qualcuno già avrà da ridire, soprattutto dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa del presidente russo Medvedev sulla presenza degli alieni tra di noi), che si immagina avere – o quantomeno poter simulare, una parvenza di responsabilità, assennatezza, magari anche un po’ di sensibilità – rilasciare una dichiarazione come quella “sparata” senza ritegno appunto dal bocconiano varesino:

“Grazie di avermi permesso di concludere qui questi difficili, MA AFFASCINANTI 13 mesi” seguìta addirittura da una battutaccia degna di un bambinetto delle scuole elementari (e nemmeno di quelli più intelligenti) “Un anno fa questo esecutivo era al varo, oggi invece, NON PER COLPA DELLA PROFEZIA MAYA, dovremo terminare il ruolo”.

Ok. Allora, definire affascinante:

affascinante agg. [part. pres. di affascinare 1]. – Che affàscina, incantevole: donna a., di un’a. bellezza; sguardo, sorriso, parole a.; spettacolo, musica a.; che attrae fortemente: un progetto, una prospettiva affascinante.

Vorrei capire cosa Mario Monti ha trovato di affascinante in questi 13 mesi a parte il luculliano pasto che ha servito al suo insaziabile narcisismo egocentrico mentre si pavoneggiava, sostenuto dai suoi “burattinai” (senza i quali ovviamente non saprebbe, come ogni burattino, nemmeno reggersi in piedi), a fare l’incostituzionalmente eletto Capo di Governo, ciarlando con le varie Merkel, Sarkozy prima, Hollande poi, Van Roompuy, Barroso, tramando con il suo “padrino” Napolitano e il suo “compare” Mario Draghi.

Vorrei sapere cosa c’è stato di affascinante nel vedere i propri concittadini cadere sotto i suoi stessi colpi, vedere la res pubblica sfasciarsi come mai, vedere imprese chiudere al ritmo di 1000 (MILLE!!!) al giorno.

Inganni elettromagnetici nella base Usa di Niscemi

di Antonio Mazzeo

muosProcedure sin troppo superficiali; pericolose sottovalutazioni dei campi elettromagnetici esistenti; misurazioni incomplete, inidonee e ingannevoli; conclusioni contraddittorie, incompatibili e irragionevoli. È quanto emerge dalla nota del fisico Massimo Coraddu (autore con il prof. Massimo Zucchetti dello studio del Politecnico di Torino sui rischi associati all’impianto di telecomunicazioni militari USA di Niscemi e al costruendo centro satellitare MUOS), consegnata dai Comitati No MUOS all’Assessore regionale al territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, in occasione dell’incontro congiunto tenutosi a Palermo il 28 dicembre 2012.

“Quelli della realizzazione del MUOS e della sicurezza elettromagnetica nella base NRTF di Niscemi sono problemi gravi che non è più possibile rimuovere”, spiega Coraddu. “I loro aspetti più preoccupanti sono tali da mettere seriamente in discussione la fondatezza delle autorizzazioni concesse anche dopo una valutazione dei rischi legati alle emissioni elettromagnetiche da parte di ARPA-Sicilia”. Gli studi dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, avviati solo a partire del 2009, non sono giunti ancora a qualsivoglia conclusione, soprattutto a causa degli ostacoli frapposti dai militari statunitensi. “I pochi dati sicuri emersi, nel corso dei rilievi, hanno invece mostrato un chiaro superamento dei livelli di sicurezza previsti per la popolazione, già con l’impianto nella sua configurazione attuale”, scrive il prof. Coraddu. Per l’ARPA, invece, le proprie verifiche (“effettuate sempre con tecniche di misure conformi alla norma”) hanno “confermato il non superamento del valore di attenzione”. A smentire però l’agenzia ci sarebbero alcune conclusioni nelle relazioni sui monitoraggi effettuati a Niscemi. “Nell’istruttoria del 2009, l’ARPA dichiara ad esempio di non essere stata in grado di portare a termine il compito affidatole, in quanto le informazioni tecniche relative agli impianti già operanti risultano secretate dall’attività militare, così come i valori di campo elettromagnetico ante e post opera”, rileva Coraddu. “Di fronte a questo insormontabile rifiuto, ARPA Sicilia non ha potuto valutare complessivamente la distribuzione, sul territorio limitrofo, dei valori di campo elettromagnetico, come si era invece proposta”.

In un successivo passaggio della stessa relazione, l’ARPA ammette che la “documentazione acquisita non è conforme a quanto previsto dall’allegato n.13 (art 87 e 88) - Mod. A del D.lgs 259/03”, pertanto “non è stato possibile emettere un parere ai sensi del citato decreto legislativo”. Come evidenzia Coraddu, l’agenzia per l’ambiente non ha dunque potuto svolgere correttamente il proprio compito, “né da allora risulta che ci siano stati altri tentativi”. Così, nell’assenza di una sufficiente documentazione tecnica, “l’inquinamento elettromagnetico prodotto complessivamente dalla stazione di telecomunicazioni della Marina militare Usa di Niscemi resta ignoto”.

venerdì 28 dicembre 2012

La Germania ‘esporta’ i suoi vecchi malati nelle case di cura dei paesi a basso costo

Investire Oggi

Il modello dello stato sociale europeo a pezzi: da giovani si sfruttano e da vecchi si delocalizzano

German-pensioners

Pensionati tedeschi a Berlino. accade Sempre di più che i tedeschi anziani siano “dislocati” in sistemazioni di lunga durata presso case di cura in Europa orientale e in Asia. Foto: Sean Gallup / Getty Images

The Guardian – I pensionati sono mandati nelle case di cura dell’Europa orientale e dell’Asia, respinti dall’austerità verso una ‘deportazione disumana’.

Un numero crescente di tedeschi anziani e malati sono mandati all’estero in centri di riabilitazione per cure a lungo termine a causa dell’aumento dei costi e del calo degli standard in Germania .

Questo movimento, che ha visto migliaia di tedeschi in pensione sistemati nelle strutture dell’est Europa e in Asia, è stata aspramente criticata dalle organizzazioni del welfare, che l’hanno definita una “deportazione disumana”.

Ma con un numero sempre maggiore di tedeschi che non possono permettersi i costi crescenti delle case di riposo, e una popolazione che invecchia, il numero di persone che ci si attende sarà inviato all’estero nei prossimi anni è solo destinato ad aumentare. Gli esperti la descrivono come una “bomba ad orologeria”. La crisi delle cure per i malati cronici in Germania – il settore della sanità soffre di mancanza di lavoratori e costi crescenti – per anni è stata mitigata dalla migrazione crescente degli europei dell’est in Germania per la cura degli anziani del paese.

giovedì 27 dicembre 2012

Armi e militari italiani per l’emiro del Qatar

di  Antonio Mazzeo

qatar-italia

L’ultimo incontro al vertice tra le autorità politiche e militari d’Italia e Qatar, uno dei più ricchi e armati emirati arabi, si è tenuto a Doha a fine novembre.

Dal sovrano Sheikh Hamad Ben Khalifa al-Thani, al potere in Qatar dal 1995 quando con un golpe spodestò il padre, si sono recati in visita il sottosegretario alla difesa Filippo Milone, il sottocapo di Stato maggiore ammiraglio Cristiano Bettini e il consigliere strategico del ministro della difesa, Andrea Margelletti. Motivo ufficiale della missione l’esercitazione multinazionale “Falcone Feroce 3”, svoltasi nei pressi della capitale e a cui l’Italia ha partecipato con alcuni “osservatori” militari.

“L’esercitazione multinazionale è promossa dal Qatar fin dal 2008 con cadenza biennale”, spiegano in una nota le forze armate italiane. “Sviluppa diverse tematiche addestrative, tra le quali la lotta alle minacce asimmetriche e il contrasto al terrorismo, la gestione di crisi umanitarie ed eventi di rischio chimico, biologico, radiologico e nucleare”. Nel corso della missione in  Qatar, sempre secondo lo Stato maggiore della difesa, il sottosegretario Milone ha incontrato un distaccamento di istruttori del GIS, il Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri, “presenti in Qatar per fornire addestramento specialistico al Reparto incaricato della sicurezza dell’emiro del Paese”.

Al Grande Bluff della Lotta al Contante si risponde con un Big Bang (3 Gennaio 2013)

Di FunnyKing
Rischio Calcolato

ScreenHunter_03-Dec.-26-11.21-490x295

Guest Post da Il Grande Bluff di Stefano Bassi

Il Big Bang sarà il 3 Gennaio 2013 ed avremo bisogno di Voi.
Potrete essere parte del più grande e corale evento web che si sia mai visto sulla rete italiana…..

Si videro i primi allarmanti segnali sui RAI 3, in una puntata di Report in cui la Gabanelli sponsorizzò la tassazione del contante (!) (al 33%!) per indirizzare sempre più “il topo nel labirinto” verso forme di pagamento elettronico…

Reagì inorridito UsemLab nel post: Inorriditi, scioccati, sdegnati e basiti, mettendo in luce il Grande Bluff della Lotta al Contante…che tante persone sta ingannando…
La campagna contro il Contante continuò, sponsorizzata NON A CASO proprio dall’ABI e dalle Banche….;-)
Questa volta toccò al Prof. Beppe Scienza (sulle pagine del Blog di Beppe Grillo), SMONTARE le falsità che vengono propinate in questa STRUMENTALE e fuorviante lotta al contante e mettere in luce i VERI OBIETTIVI perseguiti sotto traccia dalle solite lobbies

lunedì 24 dicembre 2012

Giulio Sapelli: ”Andiamo incontro all’icerberg – L’Euro è una pazzia”

Oltre la Coltre

giulio-sapelli_h_partbdi Roberto Santilli

L’AQUILA – “Le dimissioni di Monti sono uno strappo costituzionale. Avrebbe dovuto attendere un voto di sfiducia, così invece alimenta una tendenza sovversiva tipica delle classi dominanti italiche, mancando di rispetto allo stesso dettato della Carta”.

Ci mancava pure questa. Con il recente abbandono del premier, Mario Monti, e il ritorno in politica dell’ex ‘disarcionato’ Silvio Berlusconi, si apre l’ennesima bagarre all’italiana a qualche mese dalle elezioni del 2013.

Eppure, l’economista Giulio Sapelli non smette di guardare in alto, precisamente in quel luogo chiamato Banca centrale europea governata dall’italiano Mario Draghi (“messo lì da Timothy Geithner, ministro del Tesoro degli Usa,” aveva chiarito in una trasmissione televisiva il professore, in riferimento alla paura degli americani che l’Europa vada a scatafascio, “come andrebbe se la cancelliera tedesca Angela Merkel avesse il potere assoluto”).

Perché, di sicuro, la moneta e il sistema Euro non sono più visti come simboli di prosperità economica. “A cascata”, i danni saranno pressoché irreparabili, annunciano gli esperti come Sapelli.

E L’Aquila, l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna terremotati, per restare a due dei tanti drammi di casa, sono già dentro fino al collo. Dai primi scricchiolii alla condanna sdoganata negli ultimi tempi anche da chi non apparteneva alla schiera degli euroscettici il passo non è stato breve ma molto sofferto, poiché in tutti gli angoli dedicati all’economia, tra politica e media, l’Unione europea aveva generalmente goduto di una certa fiducia, “pompata” lungo il decennio segnato dalla “moneta senza patria e senza politica” che ha tolto di mezzo la vecchia lira.

mercoledì 19 dicembre 2012

Lo sporco business delle cavie umane

lo-sporco-business-delle-cavie-umane_2746

di Andrea Barolini

Fonte: Valori (Rivista)

L’industria farmaceutica delocalizza i test sui farmaci, per risparmiare costi e tempo. Sfruttando anche normative assurde, come quella che ha fatto nascere in India un fenomeno molto simile a una nuova forma di colonialismo.

«Il dottore ci disse che bastava firmare un documento per ricevere le cure di cui aveva bisogno mio padre, e che in questo modo sarebbe guarito completamente. Ma papà non sapeva leggere molto bene, è andato a scuola solo fino a 9 anni». A parlare è Pradeep Gehlot, ragazzo indiano figlio di Krishna, 61enne malato cronico di asma. Dal 2009 aveva accettato la proposta di uno pneumologo di un ospedale pubblico di seguire un “trattamento gratuito”. In realtà era stato inserito in uno delle decine di migliaia di test alle quali le multinazionali del farmaco sottopongono cittadini indiani. Era diventato una cavia umana. Con la complicità della legge locale.

Nello specifico – ha rivelato di recente un’inchiesta del mensile francese Alternatives Economiques – la “cura” consisteva nella somministrazione di un nuovo broncodilatatore, l’Olodarerol, sviluppato dal secondo più importante laboratorio tedesco: Boehringer Ingelheim. Krishna è morto a gennaio, proprio poco dopo aver saputo che il medicinale che aveva assunto per un anno non era mai stato approvato in India.

martedì 18 dicembre 2012

Il “debito pubblico” come il famoso “pollo a testa”: ma si può andare avanti così?

European Phoenix

banchieri truffa-debito-pubblicodi Enrico Galoppini

Notizia di pochi giorni fa, data con gran pompa da tutti i media: “Italia: il debito pubblico sfonda i 2.000 miliardi”. L’Ansa, nell’occhiello, aggiungeva: “Pesa per ben oltre 33mila euro su ogni cittadino, bebè compresi”.

Mi dispiace essere ripetitivo, ma anche stavolta faccio appello a chi ha ancora mantenuto un residuo di facoltà razionali (e d’amor patrio). È mai possibile ridurre a barzelletta un tema così essenziale, coinvolgendo anche i neonati e, specialmente, mettendola su un piano di “responsabilità individuale”?

Che cosa vuol dire, altrimenti, “bebè compresi”, se non enfatizzare il fatto che “siamo tutti sulla stessa barca” e che dobbiamo dunque “rimboccarci le maniche” per “risolvere il problema”? Un “problema” che, oltretutto, vien fatto percepire come un capriccio del fato, come una sciagura ineluttabile capitataci tra capo e collo, e non come un esito perseguito metodicamente da qualcheduno a suo proprio ed esclusivo beneficio. Eh sì, il “debito pubblico” diventa come la casa che va a fuoco, e tutti sono tenuti a gettare secchi d’acqua, senza porsi il dubbio su chi ha appiccato l’incendio e perché. Una spada, una ghigliottina che pende sulla testa di tutti quanti, “bebè compresi”, quindi bisogna prenderne atto e frugarsi le proverbiali tasche. Con la nemmeno troppo velata insinuazione che se questo “debito” c’è, la colpa è di tutti noi, nessuno escluso, che viviamo “sopra le righe” e dobbiamo perciò “tirare la cinghia”. Questo intendono farci pensare, ‘sta genia di filibustieri.

Peccato che la “soluzione”, per chi imposta la faccenda del “debito pubblico” in questo modo truffaldino, sia regolarmente quella di dover versare sempre più soldi nelle casse di uno Stato imbelle, gestito da camerieri dei banchieri e burattini della grande finanza. Uno Stato in mano a personaggi che sanno benissimo come funziona la “fabbrica del debito”, ma che manco per sogno - visto che sono lautamente pagati per tacere e sviare l’attenzione - si azzardano a metterne in discussione il meccanismo perverso e diabolico. Anzi, sono messi lì apposta per dare veste “legale” al più grande crimine della storia.

Al riguardo, la confusione regna sovrana nella testa della maggioranza delle persone, cosicché la truffa della “moneta-debito” prosegue indisturbata. Che ci si può fare se sono stati raggirati con tutta una serie di falsi problemi: fino a un po’ di tempo fa c’erano le ideologie ed i “partiti ideologici” ad infervorare il popolo-bue (per i più attempati, esistono ancora i sindacati), e se da vent’anni a questa parte il “problema Berlusconi” ha rappresentato un ottimo diversivo, con “la crisi”, l’unica preoccupazione pare essere diventata “la casta” dei politici spendaccioni e dissoluti, che avrebbero, in quanto specchio di un’Italia con le tasche bucate, alimentato la “spirale del debito” e delle esangui casse dello Stato (e di ogni altro ente pubblico).

sabato 15 dicembre 2012

Dal Britannia alla Goldman Sachs: Draghi svelato in Germania

goldman sachs draghi

13 dicembre 2012 (MoviSol) - Il secondo canale della televisione pubblica tedesca, ZDF, ha trasmesso un servizio che svela il vero Mario Draghi al pubblico tedesco, finora imbonito dai vari tabloid che attizzavano odio verso l'artefice della politica inflazionistica dell'Euro, vestendolo però nei panni dell'Arlecchino che è arrivato per "lirizzare" o "italianizzare" la moneta unica.

Draghi è un esponente dei circoli finanziari internazionali, ha spiegato la ZDF nel suo servizio, mandato in onda il 6 dicembre nel corso del seguito programma di approfondimento politico Heute Journal, come commento alla riunione del Consiglio e della conferenza stampa della BCE di quel giorno.

Alla conferenza stampa, Draghi ha dovuto rispondere ad un numero insolitamente alto di domande scomode provenienti non solo dal reporter della ZDF, ma anche da altri giornalisti tedeschi, francesi e inglesi che gli hanno chiesto conto dell'intenzione della BCE di assumere poteri assoluti e antidemocratici sul sistema bancario europeo, della disoccupazione record in Europa e della "medicina-killer" applicata in Grecia (cfr. Sotto). Nel suo solito stile sofistico, Draghi ha giustificato ogni devastazione economica e sociale causata dalle ricette della BCE, addossandone la responsabilità ai governi che non avrebbero seguito la disciplina di bilancio prima della crisi, ignorando il fatto che i bilanci pubblici sono saltati a causa dei salvataggi bancari – la cui indisciplina di bilancio era non solo nota, ma favorita dalla BCE!

venerdì 14 dicembre 2012

“Monti for premier”, gridano all’unanimità gli ammazza-Italia

Dalle ovazioni dei partiti di regime agli applausi di governi ed eurocrati infeudati dal Fmi

di Lorenzo Moore

monti premierFolle oceaniche salutano il Monti-bis. Il Rettore delegato dalla finanza a reggere le sorti del governo dell’Italia taglieggiando i suoi cittadini, sta incassando ovunque cambiali in bianco.

Dai suoi tre “storici” alleati Berlusconi, Bersani e Casini, dai neofiti di turno (i Donadi e i Montezemolo), i “fulminati sulla via della Bocconi (pezzi interi del Pdl, liberaliberisti doc, liberal(socialisti, futuristi e futuribili), etc. etc. Almeno qui, nella nostra derelitta patria.

Ma anche nell’Europa, dei governi, dei tecnocrati e dei non eletti: da Schauble a Hollande, dal Ppe a Barroso, e dalla troika affamapopoli, Fmi-Bce-Ue, nel suo complesso.

Tutti a spacciarlo per “moderato”, per il garante della “stabilità”, per “l’uomo che ha restituito decoro internazionale all’Italia”.

giovedì 13 dicembre 2012

Monti è una creatura di Berlusconi

Byoblu

Fu proprio Silvio Berlusconi a nominare nel 1994 il commissario allora in erba, Mario Monti, professore della Bocconi, alla Commissione Europea. E per essere sicuro che facesse buona impressione, lo inviò dal Presidente della Commissione Jacques Santer per un colloquio di presentazione. Lo ha ricordato proprio ieri Monti, con uno di quegli aneddoti che la stampa trascura. C'è da immaginare che i due avessero avuto per anni un rapporto strettissimo, in considerazione di tutti i governi Berlusconi che si sono succeduti, che hanno sempre avuto "il nostro" come inamovibile, granitico commissario europeo.

mercoledì 12 dicembre 2012

Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito

di menici60d15
Appello al Popolo

gerarchia_del_lavoro-400x273

Il merito, qualunque genere di merito, non esiste altro che per convenzione. (…) Che merito ha la mosca di avere sei zampe là dove il ragno ne ha otto? Maffeo Pantaleoni, Erotemi, 1925.

Il metro di valutazione [nel settore primario e secondario], per l’operaio e per il contadino, è facile, quantitativo: se la fabbrica sforna tanti pezzi l’ora, se il podere rende. (…) Nei nostri mestieri [terziari] è diverso, non ci sono metri di valutazione quantitativa. (…) Come si può valutare un prete, un pubblicitario, un PRM? (….) No, non abbiamo altro metro se non la capacità di ciascuno di restare a galla, e di salire più su, insomma di diventare vescovo. In altre parole, a chi scelga una professione terziaria o quartaria occorrono doti di tipo politico. La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere. L. Bianciardi, La Vita Agra.

La trasformazione dell’Italia in un Paese “ordinato secondo i criteri del merito e della gerarchia“per l’esclusivo bene del popolo”. Licio Gelli

Ci si dovrebbe guardare dal predicare ai giovani, come scopo della vita, il successo (…) Infatti un uomo che ha avuto successo è colui che molto riceve dai sui simili, incomparabilmente di più di quanto gli sarebbe dovuto per servigi da lui resi a costoro. Il valore di un uomo, tuttavia, si dovrebbe giudicare da ciò che egli dà e non da ciò che egli riceve. A. Einstein

Secondo il governo, i problemi del lavoro sono le pretese dei giovani, che si devono mettere in testa che la stabilità del lavoro è finita, che essere disoccupati è normale, che accettare qualsiasi condizione è doveroso. Per ribadire ciò, ai giovanotti è stato fatto osservare che sono sfigati (Martone),  fermi al posto fisso (Cancellieri), choosy (Fornero), e ora viziatelli troppo abituati a cercare vie dorate sempre secondo il Ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Pari Opportunità Elsa Fornero, che ha preso a cuore questa campagna di moralizzazione. E’ come ne “Il marchese del Grillo”, ma non solo per la battuta famosa; anche per la scena dove il marchese, nel suo palazzo, stanco di lanciare frutta agli accattoni postulanti al cancello, comincia a tirargli pigne: non è che quegli italiani che hanno accettato il sistema clientelare non si meritino di essere presi a pesci in faccia dai politici, ora che i nodi stanno venendo al pettine.

E non è che non ci sia una non trascurabile parte di verità nelle accuse; ma la parte più veritiera sta proprio sullo stesso pulpito dal quale proviene la predica. Per il sottosegretario Martone gli studenti che a 28 anni non si sono ancora laureati sono sfigati; nessuna precisazione sulle diverse tipologie di fuoricorso. L’università di massa amplifica il fenomeno sociale indicato da Medawar – e prima di lui da Salvemini -  nel quale alcuni vengono istruiti al di sopra della loro intelligenza; ma un sottosegretario di Stato che si esprime con tale rozza albagia mostra di essere anche lui un “pompato”, in questo non diverso da chi presume troppo di sé percorrendo un corso di studi per i quali non è adatto. Martone è divenuto ordinario a 29 anni, ma per il rotto della cuffia, con un concorso più simile all’esame di uno sfigato raccomandato al quale i professori non mancano di fare notare che il 18 gli viene regalato, che all’abbraccio a un “giovane maestro” (Martone e il concorso (non-sfigato), Il Fatto, 25 gen 2012). E’ figlio di un alto magistrato che tra gli incarichi accumulati ha avuto quello di presidente dell’ANM, l’associazione di categoria dei magistrati, una casta tra le più forti, che vive ai piedi del trono. Il padre evidentemente ha insegnato al figlio il suum cuique tribuere:  i modi ossequiosi sono per i potenti, quelli cortesi per gli altri gentiluomini di corte, mentre la plebe va trattata per quella che è.

Financial Times: La Politica fa Scoppiare la Bolla Monti

Investire Oggi 10 Dicembre 2012

Wolfgang Munchau del Financial Times afferma che il governo tecnico alimentava delle illusioni che ora la politica sta rimuovendo: il paese è in profonda depressione e le politiche di austerità devono esser rovesciate. Il problema ora è trovare il leader giusto.

bolla

di Wolfgang Münchau – Due cose devono essere sistemate in Italia, ed entrambe sono oltre la portata dei tecnocrati.

L’annuncio di Mario Monti, di aver l’intenzione di dimettersi da primo ministro, ci dice due cose: la politica sta entrando in gioco, e la crisi sta peggiorando di nuovo.

Ho sempre rispettato Mr Monti come commissario europeo e saggio osservatore degli affari europei, ma sono più scettico circa la sua performance come capo del governo in Italia. L’adulazione acritica di cui a volte ha goduto era basata sull’idea che si potessero risolvere i problemi dell’Italia mettendo da parte la politica, imponendo alcune riforme e molta austerità. In Italia vi era consenso sul fatto che solo un governo tecnocratico avrebbe potuto consegnare questo tipo di politiche.

La magia Monti è sembrata funzionare per un po’ – molto più a lungo di quanto mi aspettassi. I rendimenti sui titoli italiani a 10 anni sono scesi a circa 200 punti base durante il suo mandato, perché gli investitori, alla disperata ricerca di buone notizie, volevano credere alla magia.

Continua a leggere su Investire Oggi...»

martedì 11 dicembre 2012

Hanno le idee molto chiare

idee-chiare

di Valerio Valentini

Ci apprestiamo a vivere le prime elezioni politiche in stato di sub-democrazia, con i “Mercati” che indicano senza parlare, secondo logiche vagamente mafiose, il candidato vincente, e gli “Alleati” che dettano l’agenda del futuro capo del governo. Nel frattempo, è interessante cercare di capire quali sono i progetti futuri di chi vuole più Europa. Il 30 novembre scorso, come chi segue il blog già sa, la Commissione Europea ha pubblicato un dossier nel quale si propone un “Progetto per una solida e concreta unione economica e monetaria”. Si profila a grandi linee, cioè, l’Europa che sarà, o che almeno dovrebbe essere secondo i piani dei cervelloni di Bruxelles. La settimana scorsa vi ho descritto quelli che sono le prospettive a breve termine (non oltre i 18 mesi); oggi invece passiamo ai progetti a media gittata (fino a 5 anni).

Di fatto, nel pianificare gli sviluppi dell’UE nell’arco dei 5 anni i relatori del dossier si sono lasciati andare alla franchezza: tutto quello che nella sezione precedente era soltanto accennato e andava letto tra le righe, ora diventa esplicito. Tanto per essere chiari: si dovrà attuare un “ulteriore coordinamento in materia di bilancio” che “dovrà includere la possibilità di pretendere la revisione di un bilancio nazionale per adeguarlo alle direttive europee”. Se il governo di un Paese, quindi, anziché ricorrere all’austerity e spremere i propri cittadini, decidesse sciaguratamente di finanziare il welfare, sforando nei limiti di budget imposti da Bruxelles, ecco che la Troika di turno arriverebbe a bacchettarlo, facendo carta straccia del bilancio votato da un Parlamento eletto dai cittadini e pretendendo aggiustamenti e correzioni.

La dittatura dello spread e il programma della shock economy in Italia

di Piero Valerio
Tempesta Perfetta

Allegoria del Buon Governo_Lorenzetti

Ieri è stata una giornata di fibrillazione e passione in Italia: tutti gli occhi degli analisti, degli opinionisti e degli organi di informazione erano puntati sull’andamento dello spread, che dopo essere sceso nei giorni scorsi intorno ai 300 punti base, è risalito sopra quota 350 punti base. L’indice di Piazza Affari è crollato di -2,21%. I titoli bancari sono andati a picco. L’Italia si è avvicinata di nuovo pericolosamente al cosiddetto baratro. Visi preoccupati dappertutto, catastrofismo a fiotti, paura sparsa a piene mani e raffiche di dati allarmanti. Persino il Vaticano ha ritenuto opportuno pronunciarsi, per bocca del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Bagnasco: “La casa brucia. Irresponsabile chi pensa a sé. Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno. Monti? Errore non avvalersene in futuro”. Ma cosa è accaduto di così straordinariamente minaccioso per l’Italia? Come mai la propaganda di regime italiana si è mossa all’unisono con tanta aggressività e compattezza? E’ accaduto un fatto normalissimo. Uno dei partiti di maggioranza, il PDL, che appoggiava il governo dei banchieri guidato da Monti ha avuto l’insolenza di dire la verità: tutti i dati economici, dal PIL, all’occupazione, alla produzione industriale, ai consumi, ai risparmi, al debito pubblico, alla pressione fiscale sono peggiorati dopo un anno di governo Monti, e quindi il PDL ha preferito non garantire più il suo sostegno incondizionato. Cosa c’è di tanto strano in tutto questo? Niente. E’ una normalissima dinamica democratica che si ripete da sempre in tutti i paese che possono ancora reputarsi tali. Tuttavia nello stato di diritto di eccezione in cui si trova incastrata da anni l’Italia all’interno dell’eurozona, commissariata di fatto dai "mercati" finanziari, ogni azione, che abbia una lontana parvenza di democraticità, diventa incredibilmente pericolosa e delicata.

L'uscita di Mario Monti è l'unico modo per salvare l'Italia

Voci dall’Estero

Anche
Evans Pritchard dal Telegraph prende le distanze dal coro: Mario Monti sarà pure un grande gentleman eropeo, ma è anche un sommo sacerdote del progetto UE  e un protagonista dell'adesione dell'Italia all'euro, la valuta sbagliata.

monti_euro
di Ambrose Evans Pritchard - L'Italia ha solo un grave problema economico. Ha la valuta sbagliata.

Il paese è più ricco della Germania in termini pro capite, con circa 9.000 miliardi di € di ricchezza privata. Ha il più grande avanzo primario nel blocco dei G7. Il suo debito pubblico e privato combinato è al 265pc del PIL, inferiore a quello di Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti o Giappone.

Il paese si piazza in cima alla graduatoria dell'indice del Fondo Monetario Internazionale per "sostenibilità del debito a lungo termine" tra i principali paesi industrializzati, proprio perché ha riformato da tempo il sistema pensionistico sotto Silvio Berlusconi.

"Hanno un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario. Se c'è un paese nell'UEM che potrebbe trarre beneficio dal lasciare l'euro e dal ripristino della competitività, è l'Italia, ovviamente", ha dichiarato Andrew Roberts di RBS.

"I numeri sono davanti a noi. Pensiamo che la storia del 2013 non è quella di paesi costretti a lasciare l'UEM, ma di paesi che scelgono di andarsene. "

Una studio di "teoria dei giochi" condotto da Bank of America ha concluso che l'Italia avrebbe da guadagnare più degli altri membri dell'UEM da un'uscita e dal ripristino di un controllo sovrano sulle leve di politica economica.

Lo spezzatino greco

di Monia Benini

grecia poveraAndare alle elezioni e sentirsi dire che il paese è ingovernabile. Tornare a votare e sperare in un rovesciamento del sistema. E invece niente. Tutto esattamente come prima. A nulla sono servite ben due tornate elettorali a distanza di poche settimane fra l’una e l’altra: con una legge che attribuisce un premio di maggioranza di ben 50 seggi su un totale di 300 al primo partito e con una massiccia e totalizzante manipolazione da parte di tv e giornali, è stato relativamente semplice vincere la volontà dell’elettorato. E riaffermare il governo globale delle banche e della grande finanza internazionale.

Dopo ben cinque anni di recessione continua, la penisola ellenica è in ginocchio. Le politiche TeT (Tagli e Tasse) hanno stremato larga parte dei cittadini. Manovre per ben 63 miliardi euro: tagli equivalenti, se contestualizzati all’Italia, a un importo di 600 miliardi di euro.

Fra le misure di contrasto alla povertà dilagante, oltre alla distribuzione di latte e alcuni generi alimentari nelle scuole primarie (per arginare la denutrizione dei bambini), la Grecia ha approvato ad inizio ottobre una legge per permettere ai supermercati di commercializzare in apposite aree e a prezzi stracciati (con uno sconto del 66%) i prodotti alimentari scaduti, fino a 90 giorni – a seconda dei generi - dalla data del consumo indicato. Ma anche acquistare questo tipo di cibo per sfamarsi può essere proibitivo per chi non ha alcun reddito, perché è stato licenziato, è stato costretto a chiudere la propria attività oppure non trova lavoro (oggi un Greco su 4 è disoccupato, mentre ben oltre il 54% dei giovani non ha occupazione).

Il tragico ritorno della croce uncinata sul trono d’Europa

di Francesco Maria Toscano
Il Moralista

europa-naz

Se gli italiani non si desteranno immediatamente dal cupo torpore che li paralizza, il sofisticato piano di sterminio neo-nazista in atto trionferà definitivamente spargendo miseria e dolore per i prossimi cento anni. La democrazia è già di fatto svuotata. Se i candidati, belli o brutti che siano, non sono graditi alla speculazione finanziaria internazionale, parte subito il ricatto dello spread.

I mostri governano con la paura. Milionari a pancia piena e senza scrupoli che chiedono impunemente sacrifici a pensionati al minimo, a disoccupati invecchiati, a famiglie al collasso. I nostri leader la credibilità in Europa se la giocano sul sangue degli ultimi.  Per essere riconosciuti dall’Europa che conta bisogna dare prova di avere gettato nella disperazione un buon numero di allocchi pronti a difendere “l’onorabilità” dell’Italia.

Viviamo all’interno di un contesto socio-culturale palesemente mafioso. I boss di stanza a Bruxelles osservano imperturbabili i picciotti di periferia pronti a scalare la gerarchia criminale a suon di manovre recessive e “fucilazioni” mirate. La scala dei valori è invertita. Chi lavora per il benessere sociale del proprio popolo è un “irresponsabile”, “un pericolo per i mercati”, “un populista demagogo”. Chi, al contrario, taglia i diritti, genera in  vitro sacche di disoccupazione utili per abbassare il costo del lavoro, svende i beni di Stato, demonizza le Istituzioni rappresentative è prestigioso e va ringraziato.

lunedì 10 dicembre 2012

Cento passi ad Atene

di Monia Benini

collage_grecia_dic_2012_400

Poche gocce lente ci piovono addosso mentre scendiamo dall'auto in centro. Siamo nel cuore dell'area “bene” di Atene, quella piena di negozi, quella che si riempiva di una folla dedita agli acquisti. Nella zona dove non si trovava un angolo per aprire un'attività, dove gli affitti dei locali erano alle stelle e dove avere uno spazio era la massima aspirazione di commercianti e liberi professionisti. Cento passi fra vetrine e palazzi. Cento passi...nella desolazione. Pochissime persone; camminano di fretta, schive. Evitano di finire nell'obiettivo della macchina fotografica.

Atene è tutta un graffito, deturpata da scritte di rabbia: insulti a chi ha fiaccato, svenduto e schiavizzato la Grecia. Qua e là sacchi di rifiuti ammassati: l'immondizia non viene raccolta da qualche giorno a causa di uno sciopero degli addetti contro i licenziamenti. Lo spray delle bombolette ha deturpato tutto: abitazioni, uffici, negozi. O meglio...quelli che erano abitazioni, uffici e negozi. Bastano cento passi, non uno di più, in questo deserto riempito da rettangoli gialli con le scritte rosse che troviamo ovunque: “affittasi”, “vendesi” sono le parole greche stampigliate su cartelli attaccati dappertutto. Porte, vetri, finestre, ingressi, colonne dei portici. Il cuore commerciale di Atene non esiste più. E quel che rimane sta chiudendo.

domenica 9 dicembre 2012

La grande truffa: Fatela conoscere a tutti

di Claudio Marconi

Con questi appunti, che non vogliono essere un articolo, si cerca di ricapitolare, per titoli, la truffa che stanno attuando sulla nostra pelle. Si ha solamente l’ambizione di semplificare delle linee guida per la necessaria opera di divulgazione giornaliera su come questi criminali ci stanno massacrando economicamente, e non solo.

408954 238413322913964 173278516094112 508847 176539380 nL’ euro non è una moneta sovrana. La moneta è estranea alla nazione, è una valuta estera. Gli Stati non hanno sovranità su questa moneta ma sono costretti a chiederla in prestito alla BCE che detta le sue condizioni

Se la valuta che si usa nella nazione è presa a debito da altri non è moneta sovrana e la nazione potrebbe fallire proprio perché la moneta è di altri, che possono darla o non darla

Se una moneta è presa a debito si debbono pagare gli interessi ed il denaro che viene usato a questo scopo viene a mancare per gli investimenti ed i servizi:

1) BCE autorizza l’emissione di moneta, che rimane di sua proprietà, e la presta agli Stati

2) Gli Stati, a causa degli interessi composti, non riescono più a pagare

3) La BCE chiede misure fiscali, di politica del lavoro e le privatizzazioni per essere sicura di incassare gli interessi

4) Lo Stato inasprisce la pressione fiscale, creando recessione, e vende i beni nazionali svuotando la Nazione degli stessi beni necessari alla produzione o alla qualità della vita

5) Per mantenere questo sistema usuraio la BCE usa ogni arma a sua disposizione per bloccare l’emissione di moneta direttamente da parte degli Stati ( trattati di Maastricht e Lisbona ). In particolare il Trattato di Lisbona esautora gli Stati della propria sovranità in quanto è stato introdotto come Nuova Costituzione Europea che ha la precedenza rispetto a qualsiasi altra Costituzione Nazionale

Guarino: «Il Fiscal Compact non è valido andrebbe cestinato»

“Quello che so è che quando mi sono messo a cercare di capire, mi sono messo le mani nei capelli. Io qui ci vedo trucchi, imbrogli, arbitri e illegalità commesse incredibili”

di Marco Berlinguer
Pubblico giornale

Può sembrare incredibile, però il professor Guarino è certo di un fatto: il trattato sulla stabilità europeo, il cosiddetto Fiscal compact, quello che sancisce l’obbligo di parità di bilancio e che ha portato alla frettolosa approvazione di una modifica della Costituzione in Italia come in altri paesi europei, secondo Guarino, è un atto che non si dovrebbe applicare. Che non dovrebbe avere validità: in base a quello che esso stesso dice. Giuseppe Guarino, 90 anni, ma ancora una grande lucidità e vitalità, è stato un grande giurista («ho esaminato» mi racconta «il presidente Napolitano e Draghi, e ho avuto il presidente Cossiga come assistente»), un protagonista di tante vicende della storia repubblicana (tra le altre la vicenda Baffi, Sarcinelli), un ministro chiave in diversi governi durante il passaggio dalla prima alla seconda repubblica (quando tentò di opporsi all’onda delle privatizzazioni). Mi ha fatto cercare. Si è buttato di recente a capofitto in questa sua nuova battaglia. Dietro la quale, c’è il fatto che proprio non si rassegna a una scelta che considera suicida per la politica e l’economia. Quando arrivo, trovo che mi ha fatto preparare un dossier di documenti giuridici.

Professore mi spieghi in modo semplice per favore.

Cominciamo a dire che il Trattato sulla stabilità è in realtà, giuridicamente un accordo di diritto internazionale tra stati. Quindi non ha per l’Unione europea forza di diritto costituzionale pari a quella dei precedenti trattati. Questa soluzione è stata usata come uno stratagemma per aggirare il fatto che non avevano la possibilità di riformare il Trattato dell’Unione europea, per l’opposizione della Gran Bretagna e della Bulgaria.

sabato 8 dicembre 2012

Il miglior discorso del mondo – Presid de Uruguay Josè Mujica

Oltre la Coltre



Un discorso che rimarrà nella storia per la sua semplicità e la sua profondità di vedute.

Esiste il bene al mondo e vale la pena di combattere per esso.

Il discorso che vorremmo ascoltare da ogni politico. Il Presidente dell’Uruguay Josè
“Pepe” Mujica tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità. E’ l’uomo che governa il mercato o il mercato che governa l’uomo? Un discorso che passerà alla storia.
_Pepe Munjica, noto come “il presidente più povero del mondo”, ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E’ stato in carcere 14 anni come oppositore del regime.

Fonte: Oltre la Coltre 7 Dicembre 2012

venerdì 7 dicembre 2012

Goldman Sachs, la mafia vincente

MoviSol

goldman sachs rule5 dicembre 2012 (MoviSol) - La mafia vincente del racket chiamato sistema finanziario internazionale è da decenni Goldman Sachs. Due recenti e sensazionali sviluppi lo confermano: la nomina di Mark Carney a capo della Bank of England e la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso degli "swaps greci". Entrambi vedono lo stesso vincitore: Goldman Sachs.

È la prima volta nei 318 anni di storia della Bank of England che un non-soggetto britannico si siede sulla poltrona di Threadneedlestreet. Carney è governatore della banca centrale canadese e capo dell'International Financial Stability Board, quello che Giulio Tremonti ha chiamato "il cavallo di Troia della speculazione finanziaria".

Ma soprattutto Carney ha lavorato per tredici anni, dal 1990 al 2003, a Goldman Sachs dove, tra l'altro, ha rivestito l'incarico di capo della divisione "rischio paese". Egli fu coinvolto nella crisi finanziaria russa del 1998, che fu esacerbata proprio perché Goldman Sachs consigliava la Russia mentre allo stesso tempo scommetteva contro la capacità del paese di pagare i debiti.

La nomina di Carney sposta i rapporti di forza nelle istituzioni britanniche, in un momento in cui si decide pro o contro la separazione bancaria e la Bank of England sotto Mervyn King è stata fortemente a favore di una netta separazione alla Glass-Steagall. King si è opposto alla soluzione preferita dalla City di Londra, il cosiddetto Ringfencing raccomandato dalla Commissione Vickers e caldeggiato dal Premier Cameron e dal Cancelliere dello Scacchiere Osborne. Carney è stato scelto da Osborne dopo che il candidato naturale alla successione di King dall'interno della banca, Mark Tucker, è stato indebolito da una campagna stampa che ha addossato la responsabilità passiva dello scandalo Libor alla Bank of England e a Tucker personalmente.

Il balzo dell’ADM: Il governo siriano non userà le armi chimiche contro i suoi stessi cittadini

Mahdi Darius Nazemroaya, Global Research, 5 dicembre 2012

318767

La Siria non userà armi chimiche o biologiche contro il proprio popolo. L’amministrazione Obama e compagnia stanno solo riciclando gli stessi pretesti utilizzati mesi prima contro Damasco. Queste dichiarazioni sono false e vacue. Possono facilmente essere smontate quale retorica. Tutto quello che dobbiamo fare è guardare ai fatti recenti. Nel 2011 non furono formulate accuse simili contro un altro paese arabo? Non sostenevano che Muammar Gheddafi avesse usato armi chimiche contro la sua stessa popolazione? Non affermavano prima anche che Gheddafi e l’esercito libico arruolavano mercenari africani neri per uccidere i cittadini libici? O che i jet libici uccidevano manifestanti libici? Cosa è successo del genocidio a Bengasi? Ora non c’è altro che silenzio e ricordi perduti. Furono fatte dichiarazioni, moralità e responsabilità furono invocate, e poi un paese arabo in ascesa è stato bombardato. Un motore del progresso economico dell’Africa è stato spento e in una notte un’intera società è stata saccheggiata.

C’è stato anche il caso da manuale dell’Iraq, prima ancora delle bugie sulla Jamahiriya libica. Non furono l’amministrazione Bush, Tony Blair e la loro cerchia di criminali di guerra al comando, a mentire a tutta la comunità internazionale dicendo che l’Iraq aveva un programma di armi nucleari e armi di distruzione di massa nel 2003? Che cosa è successo di quelle ADM? Non si tratta di qualcosa che possa essere facilmente derisa. Più di un milione di iracheni è morto a causa delle menzogne spacciate dalla coppia anglo-statunitense. Per non parlare del danno ecologico e del genocidio intellettuale perpetrato contro l’intellighenzia e le classi professionali dell’Iraq.

Cerchiamo di essere chiari, la Siria ha minacciato di usare armi chimiche contro qualsiasi forza d’invasione il 23 luglio 2012. In primo luogo, la dichiarazione è stata fatta in un contesto difensivo. In secondo luogo, era diretta contro minacce militari. È molto diverso dal pensare di usare armi chimiche contro i propri cittadini, in particolare i civili.

C'è un nuovo sceriffo in città

di  Dante Barontini
Contropiano

Un filo nero unisce la vicenda delle indagini sulle trattative Stato-Mafia (la maiuscola diventa d'obbligo anche per la seconda, visto che il primo c'è sceso a patti) con quella del decreto sull'Ilva, che strappa ai giudici ogni potere di controllo sulle attività industriali pericolose.
In tutta Italia, è necessario sottolineare.

Entrambe le partite, infatti, si giocano sul terreno della divisione dei poteri dello Stato; ed entrambe avvengono sotto il segno della prevalenza del potere esecutivo sul giudiziario. Il match infinito che Berlusconi non era mai riuscito a chiudere, nonostante un mare di leggi ad personam e scontri belluini, si avvia ora alla conclusione sotto la spinta di un governo “tecnico” e la sponda d'acciaio offerta dalla presidenza della Repubblica. Il potere politico, da sempre, pretende l'impunità per sé e il silenziamento dei nemici. Se ne ha un'eco ogni giorno, per esempio nelle parole del ministro Clini che pretende “ora nessun si opponga al decreto”. Oggi questo potere sta arrivando a chiudere la frattura che si era aperta, non a caso, nella stagione delle stragi di mafia. Quando la magistratura assunse quasi da sola il compito di rappresentare la “sovranità dello Stato” mentre il governo – e il processo deciderà se ciò è avvenuto attraverso i ministri dell'interno e della giustizia d'allora – apriva febbrili canali di comunicazione con i corleonesi.

Ma è da oltre 30 anni che la magistratura italiana “supplisce” alle carenze di una classe politica al di sotto della soglia, e spesso anche della decenza. Si cominciò nella seconda metà degli anni '70, quando l'affrontamento della lotta armata di sinistra fu delegato in toto agli organi inquirenti – quattro polizie e giudici – fino al punto di incaricare dei magistrati di scrivere le norme che il Parlamento doveva approvare e che loro avrebbero dovuto, per Costituzione, soltanto applicare. Una prima delega “tecnica”, potremmo dire, che ha fatto da format risolutore in tutte le crisi politiche successive.

giovedì 6 dicembre 2012

Gli italiani sono “disonesti”? No, sono schiavizzati!

Ci sarà ben poco da ridere quando gli italiani esploderanno e si libereranno dalle vostre catene

di Enrico Galoppini
European Phoenix

usuraAlcuni giorni fa, Domenico Scilipoti, parlamentare già dell’IdV e noto inizialmente per aver formato il Movimento di Responsabilità Nazionale a sostegno dell’ultima fase di un Governo Berlusconi colpito da “scandali” e “tradimenti”, è stato invitato ad una trasmissione de “La7” nella quale, in studio, sono ospiti fissi giornalisti della “autorevole” stampa estera.

Scilipoti, da un po’ di tempo, s’è fatto portavoce d’istanze sovraniste monetarie, culminate in un recente convegno presso la Camera dei Deputati, assieme al prof. Claudio Moffa, dedicato alla discussione di alcune proposte mirate alla restituzione della proprietà della moneta al popolo italiano.

Ma prima di procedere, invito a seguire con attenzione lo spezzone video della trasmissione in oggetto: http://www.youtube.com/watch?v=i3E2yxbW0Dg&feature=em-share_video_user

Ora, se uno non è completamente plagiato dai “media” e dalla mentalità che inducono, e se la sua capacità di discernimento non s’è ottenebrata del tutto, non faticherà a scorgere in quel che ha visto e ascoltato quanto segue.

Ma per prima cosa, una questione di “metodo”. Accettare l’invito in queste trasmissioni, sia “leggere”, sia “impegnate”, per parlare di questioni molto serie è completamente tempo perso. Gli autori, i conduttori e gli ospiti fissi di questi programmi – ammesso che lavorino “in autonomia” - preparano una situazione perfetta per screditare, di fronte ad un pubblico che conoscono bene come i proverbiali “polli”, l’invitato “scomodo” di turno. Ci sono mille sistemi: s’interrompe l’ospite mentre parla (meglio se sul più bello), si sminuisce, si travisa (“ma vuole tornare alla lira?”), si ridicolizza, si spaccia per assurda una cosa ragionevole (“ma come, un condono fiscale?”), si crea un clima non consono all’argomento trattato eccetera eccetera.

Molto meglio, quindi, se si ha qualcosa d’importante da dire, andare in mezzo alla gente, parlare faccia a faccia, ovunque si renda possibile, uscendo da quella parvenza di realtà che è la televisione: Grillo, questo, l’ha capito bene, proibendo ai suoi di partecipare a questi “salotti televisivi” e prediligendo le piazze. Molto più efficace il passa parola e il contatto reale che farsi infilare nel “panino” confezionato dagli ideatori di una trasmissione televisiva, destinata ad un pubblico per sua natura distratto e condizionabile al massimo grado.

Che cosa sono, altrimenti, situazioni come quella che avete potuto osservare e giudicare in quel breve filmato?

lunedì 3 dicembre 2012

Svegliatevi! 11 fatti che mostrano che l'Europa si sta dirigendo verso una depressione economica

di Michael Snyder
The Economic Collapse Blog

Europe-Is-Heading-Into-An-Economic-Depression

L'Europa non si sta dirigendo solo verso un'altra recessione. La verità è che l'Europa si sta dirigendo verso una devastante depressione. L'economia dell'UE è in realtà più grande dell'economia degli Stati Uniti, e sta crollando davanti ai nostri occhi. Le cose continuano a peggiorare in Europa, eppure in qualche modo le autorità europee continuano ad insistere sul fatto che tutto andrà "bene". Beh, niente va "bene" in Europa in questo momento. La disoccupazione nella zona euro ha appena raggiunto un altro nuovo livello record. In alcune nazioni d'Europa, il tasso di disoccupazione è già nettamente superiore a qualsiasi cosa gli Stati Uniti abbiano sperimentato durante la Grande Depressione del 1930. I funzionari in tutta Europa stanno cercando di tenere insieme il sistema finanziario europeo con del nastro adesivo e la preghiera, ma potrebbe cadere a pezzi da un momento all'altro. L'Europa ha un sistema bancario molto più grande di quello degli Stati Uniti, per cui quando si verificherà un crollo finanziario in Europa, interesserà l'intero globo. Purtroppo, la maggior parte degli americani non prestano molta attenzione a gran parte di tutto quello che sta accadendo in Europa. Tendono a pensare che gli Stati Uniti sono il centro dell'universo e che fino a quando staremo bene  noi tutto andrà bene. Beh, tutte quelle persone che non stanno prestando attenzione devono svegliarsi. Tanto per cominciare, l'economia degli Stati Uniti è sicuramente in declino. In secondo luogo, l'economia europea sta implodendo proprio davanti ai nostri occhi e l'Europa finirà per trascinare con sé il mondo intero.

I seguenti sono 11 fatti che dimostrano che l'Europa si sta dirigendo verso una depressione economica ...

venerdì 30 novembre 2012

Tornado sull’Ilva: ma vogliamo davvero credere alle “maledizioni”?

“Perché la vera “maledizione” che ci è toccata è quella di essere governati da una massa di cialtroni, farabutti, traditori e quanto di peggio può esprimere una nazione quando la sua sovranità è solo un pallido ricordo.”

di Enrico Galoppini
European Phoenix

tornado-ilva

Quando ho saputo della “tromba d’aria” che ha investito gli impianti dell’Ilva di Taranto, mi è corso immediatamente un brivido lungo la schiena.

Non è infatti nell’ordine delle probabilità delle cosiddette “cose normali” che un “fenomeno atmosferico” così devastante vada a colpire, con una precisione millimetrica ed una tempistica cronometrica, proprio la fabbrica che in questi giorni sta al centro delle cronache politiche ed economiche italiane.

Ma andiamo per ordine.

L’Ilva è il principale polo siderurgico italiano, ed uno dei principali d’Europa, tanto che l’Italia è seconda solo alla Germania per produzione di acciaio. E quando si parla di acciaio ci si riferisce ad una di quelle “produzioni strategiche” che fanno di una nazione una “potenza”. Una potenza è sovrana, per definizione, se detiene la proprietà e la gestione di settori-chiave quali la moneta, l’esercito, le produzioni strategiche, le comunicazioni e le principali infrastrutture. Per quanto riguarda l’Italia, la parte più rilevante di tutto questo è andata perduta: per prima cosa è andata persa la sovranità territoriale, con l’invasione, prima, e l’insediamento di una rete capillare di basi militari statunitensi, dopo; ma anche la moneta è andata completamente fuori controllo, sin dall’arrivo dei “liberatori” che imposero le loro AM-lire, con l’euro che rappresenta solo il decesso d’un malato terminale; stessa cosa dicasi per le Forze armate, depurate, in una prima fase, degli elementi “patriottici” e riluttanti ad una qualsivoglia “collaborazione”, e progressivamente impiegate per scopi diversi da quelli della “difesa nazionale”, fino alle “missioni di pace”. Per il resto, si tratta di una storia di tentativi di resistere al saccheggio della nazione da parte di uomini dotati del senso dello Stato, contro una nutrita schiera di venduti e felloni che ne han tentate di tutti i colori per svendere, con le scuse più cretine e pretestuose, i “gioielli di famiglia”: l’ultima di queste è il cosiddetto “debito pubblico”, che – si faccia attenzione – anziché diminuire, sta aumentando inesorabilmente, perché questo è il compito di un governo incaricato di trasformare l’Italia in una Repubblica delle banane. Con l’indegno e deprimente vulnus portato ad un altro pilastro della nostra sovranità, quello all’amministrazione della giustizia, poiché non può essere una coincidenza il fatto che, appena qualcheduno ha un timido sussulto di orgoglio nazionale, o quando ci viene imposto lo smantellamento di un settore strategico, le ‘danze’ cominciano sempre col tintinnio di manette…