sabato 29 ottobre 2011

Costruire un pretesto per muovere guerra alla Siria: L'Agenda nascosta dietro la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU

di Ronda Hauben
Global Research
blogs.taz.de/netizenblog - 27 Ottobre 2011

I - Introduzione

Martedì, 4 ottobre, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha annunciato di voler riprendere un progetto di risoluzione sulla Siria. Questo incontro doveva essere un'occasione, nella quale le lezioni che alcuni membri del Consiglio di Sicurezza avevano tratto dall'esperienza con le risoluzioni sulla Libia, potevano riflettersi sul loro comportamento riguardo ad un progetto di risoluzione contro la Siria.

Diverse settimane prima, era stato detto ai giornalisti che c'erano due diverse bozze di risoluzione sulla Siria; presentate al Consiglio di Sicurezza.

Un progetto di risoluzione sulla Siria era stato proposto da Russia e Cina. Russia e Cina hanno dichiarato che la loro risoluzione era stata progettata per favorire un processo pacifico per aiutare il governo siriano, sia ad effettuare le riforme secondo il suo desiderio dichiarato, che con la violenza estremista contro il governo siriano che rendeva tali riforme difficili.

L'altro progetto di risoluzione è stato presentato da altri quattro membri europei del Consiglio di Sicurezza - Francia, Regno Unito, Germania e Portogallo. (1) Questo progetto condannava le azioni del governo siriano. Non si opponeva all'intervento straniero negli affari interni della Siria. Il progetto europeo invitava tutti gli Stati a negare armi al governo siriano, ma non faceva alcuna richiesta di negare armi all'opposizione armata.

La bozza del progetto europeo individuava il problema nel governo siriano, similmente a come la risoluzione 1973 individuava il problema in Libia nel governo guidato da Muammar Gheddafi.
Arrivando nella zona controllata dove erano riuniti i giornalisti, i quattro membri Europei del Consiglio di Sicurezza hanno informato i giornalisti che avevano chiesto un voto per la loro risoluzione, quella sera in una riunione programmata per le 6 pm.

II - Il voto del Consiglio di sicurezza sul progetto di risoluzione europea


Alle 18:20, l'ambasciatore nigeriano U. Gioia Ogwu come Presidente del Consiglio di Sicurezza per il mese di ottobre, ha aperto l'incontro. (2) Ai sensi dell'articolo 37 del regolamento provvisorio di procedura del Consiglio di Sicurezza, ha invitato l'ambasciatore siriano alle Nazioni Unite Bashar Ja'afari a partecipare alla riunione (3).

Il Presidente del Consiglio di Sicurezza ha chiesto un voto sul progetto di risoluzione europea. Nessun membro aveva parlato prima del voto.

Ci sono stati nove voti a favore della risoluzione, due voti contrari e quattro astensioni. Hanno votato a favore del progetto di risoluzione Bosnia-Erzegovina, Colombia, Francia, Gabon, Germania, Nigeria, Portogallo, Regno Unito, e Stati Uniti. Hanno votato contro Cina e Russia. Si sono asteuti  ​il Brasile, l'India, Libano e Sud Africa. Il  voto 'no' di Cina e Russia, come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, ha rappresentato un doppio veto al progetto di risoluzione europea. Il progetto di risoluzione europeo non è riuscito a passare.

III - Commenti delle Nazioni che hanno votato 'No' alla risoluzione


Quello che c'era di diverso in questa situazione, rispetto al voto sulla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza sulla Libia, è che i due membri permanenti Russia e Cina invece di  astenersi, come avevano fatto sulla risoluzione libica a marzo, questa volta hanno votato 'no'.

L'ambasciatore della Federazione russa alle Nazioni Unite Vitaly Churkin  ha spiegato il suo voto. Egli ha detto che in collaborazione con la Cina, la Russia aveva preparato un progetto di risoluzione sostenuto da Brasile, India e Sud Africa. La filosofia fondamentale del progetto di risoluzione che aveva elaborato, ha spiegato, era quello di sostenere il rispetto per la sovranità nazionale e l'integrità territoriale della Siria, e il principio di non intervento negli affari interni. Questi sono principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. Tale sforzo, ha sostenuto, ha richiesto la necessità di astenersi dal confronto. Non ci dovrebbero essere minacce, ultimatum, o sanzioni contro il governo siriano.

"La situazione in Siria non può essere considerata nel Consiglio separatamente dall'esperienza libica", ha detto l'ambasciatore Churkin. (Trascrizione, p. 4) Ha fatto riferimento all'allarme espresso dalla comunità internazionale in seguito alle dichiarazioni della NATO secondo cui le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sulla Libia hanno fornito un modello per le azioni future della NATO.

Churkin ha sottolineato in particolare come le parole delle Risoluzioni 1970 e 1973 sulla Libia siano state travisate da alcuni membri del Consiglio. La richiesta di un cessate il fuoco rapido, è stata trasformata nella richiesta di una vera e propria guerra civile. La fornitura di una no fly zone, ha spiegato, "si è trasformata nel bombardamento delle raffinerie di petrolio (libiche), delle stazioni televisive e di altri siti civili". (Trascrizione, p. 4) L'embargo sulle armi è stato usato come pretesto per un  blocco navale che ha influito sugli aiuti umanitari. La richiesta di evitare una tragedia a Bengasi ha portato a una tragedia a Sirte e Bani Walid, ha osservato l'ambasciatore.

Anche se Churkin non ha presentato una descrizione specifica di questa tragedia, campagne di bombardamenti della NATO venivano effettuate contro i civili a Bani Walid e Sirte, proprio mentre il Consiglio si riuniva. "Questi tipi di modelli devono essere esclusi dalle pratiche globali una volta per tutte", ha detto Churkin.

Una delle ragoni che Churkin ha addotto per ll voto contrario al progetto europeo, è che coloro che avevano scritto la risoluzione si erano rifiutati di accettare la formulazione di un divieto contro l'intervento straniero nel conflitto siriano. "Le nostre proposte per la formulazione della non accettabilità di un intervento straniero non sono state prese in considerazione e, sulla base dei noti eventi in Nord Africa, questo può solo metterci in guardia", Churkin ha detto al Consiglio.

Mentre l'Ambasciatore Russo ha condannato la repressione di manifestazioni non violente da parte del Governo Siriano, ha anche sottolineato la necessità di condannare le azioni violente degli estremisti contro il governo siriano, adottate illegalmente e volte a guadagnare sponsor stranieri per le loro azioni. Churkin si è offerto di continuare a lavorare sulla bozza di risoluzione russo-cinese per supportare un processo verso una risoluzione pacifica del conflitto interno siriano.

L'ambasciatore della Cina alle Nazioni Unite Li Baodong, spiegando il suo voto proprio contro il progetto di risoluzione europea, ha invitato tutte le parti in Siria ad evitare la violenza. Un ulteriore  intervento del Consiglio di Sicurezza sulla questione della Siria, ha detto, dovrebbe dipendere dal fatto che tale azione faciliterebbe l'allentamento della tensione in Siria, contribuendo a disinnescare le differenze attraverso il dialogo politico, e contribuendo al mantenimento della pace e della stabilità nella Medio Oriente.

Per la Cina era importante che gli sforzi del Consiglio di Sicurezza  rispettassero la Carta delle Nazioni Unite e il principio di non ingerenza negli affari interni degli stati, "che ha un impatto sulla sicurezza e la sopravvivenza dei paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi di piccole e medie dimensioni", ha detto l'ambasciatore Li al Consiglio di Sicurezza.

L'ambasciatore cinese ha ricordato al Consiglio che vi erano due progetti di risoluzione, uno dei quali  supportato dalla Cina perché "sostiene il rispetto della sovranità della Siria e la risoluzione della crisi attraverso il dialogo politico." L'altro progetto, quello che è stato bocciato, si concentrava "esclusivamente sull'esercizio di pressioni sulla Siria, anche minacce di sanzioni ", ha spiegato.

IV - Le Nazioni che si sono Astenute Spiegano il loro voto

Anche le quattro nazioni che si sono astenute hanno parlato al Consiglio sui motivi dei loro voti.

L'ambasciatore indiano Hardeep Singh Puri, ha spiegato che gli stati hanno l'obbligo "di rispettare le aspirazioni fondamentali e rispondere alle lamentele" del loro popolo. (Trascrizione, p. 6) "Allo stesso tempo", ha detto, "gli stati hanno anche l'obbligo di proteggere i loro cittadini dai gruppi armati e militanti." Per chiarire la sua preoccupazione, ha detto, "Mentre il diritto delle persone a protestare pacificamente deve essere rispettata, gli stati non possono non prendere i provvedimenti opportuni, quando i gruppi militanti - armati -ricorrono alla violenza contro l'autorità e le infrastrutture dello Stato"

Ha ravvisato la necessità per la "comunità internazionale" di dare "tempo e spazio al governo siriano per implementare le misure di vasta portata della riforma annunciata." Perché questo accada, ha proposto, è necessario "che le forze di opposizione in Siria abbandonino il percorso di insurrezione armata e si impegnino in modo costruttivo con le autorità."

L'ambasciatore indiano ha avvertito che la comunità internazionale dovrebbe "non complicare la situazione con minacce di sanzioni,  cambio di regime, eccetera."

L'ambasciatore del Sud Africa Basu Sagqu ha spiegato l'astensione del suo paese. Egli ha osservato: "Abbiamo visto di recente che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono state abusate, e che la loro attuazione è andata ben oltre il mandato di ciò che era nelle intenzioni." (Trascrizione, p. 11)

Ha chiesto se i piani degli sponsor europei del progetto di risoluzione non facessero parte di un'"agenda nascosta, destinata ancora una volta a istituire un cambiamento di regime che è stato un obiettivo chiaramente espresso da alcuni." Si riferiva al rifiuto da parte dei membri europei del Consiglio di Sicurezza di utilizzare un "formulazione che escludesse chiaramente  la possibilità di un intervento militare nella risoluzione ...." Egli ha proposto che "il Consiglio di Sicurezza dovesse procedere con cautela sulla Siria per non esacerbare una situazione già esplosiva".

L'Ambasciatore del Libano Nawwaf Salam ha detto che il suo paese si è astenuto per difendere il diritto alla sovranità della Siria e "l'integrità della sua gente e del suo territorio" e per proteggere l'unità e la stabilità. della Siria(Trascrizione, p. 9)

Spiegando perché la nazione si era astenuta dal voto per il progetto di risoluzione, l'Ambasciatore del Brasile Maria Luiza Ribeiro Viotti ha detto che il progetto di risoluzione europea era stata corsa al voto, piuttosto che lasciare il tempo necessario per esprimere le preoccupazioni sollevate dai membri al riguardo. (Trascrizione, p. 11-12)

V - Voti delle Nazioni che Sponsorizzano il progetto di risoluzione

Spiegando il loro voto a favore della risoluzione, Francia, Regno Unito, Germania e Portogallo hanno descritto ciò che sta accadendo in Siria, soprattutto come un movimento per la "libertà e democrazia" essenzialmente negando che ci sono stati violenti attacchi contro il governo siriano o un intervento straniero che incoraggia questi attacchi. La loro risposta alle preoccupazioni espresse da Russia e Cina e da altri membri del Consiglio è stata quella di respingere le questioni che avevano sollevato. I quattro membri europei hanno portato il loro progetto di risoluzione al voto senza risolvere le divergenze. Anche se probabilmente avevano previsto un veto, hanno affermato di essere sorpresi dai risultati del voto.

L'Ambasciatore britannico Sir Mark Lyall Grant ha dichiarato che il loro testo "non contiene nulla per cui ogni membro di questo Consiglio dovrebbe sentire il bisogno di opporsi." (Trascrizione, p. 7)

VI - Altri membri del Consiglio che hanno votato a Favore del Progetto di risoluzione


L'ambasciatore Usa Susan Rice ha detto che gli Stati Uniti sono "indignati" per l'azione del Consiglio. (Trascrizione p. 8). Gli Stati Uniti non hanno offerto risposte concrete alle preoccupazioni sollevate da altri membri del Consiglio sulla risoluzione, come la preoccupazione dell'ambasciatore Churkin su come le parole della risoluzione libica sono state travisate, o la preoccupazione del Sud Africa che il progetto di risoluzione europea sulla Siria potesse essere utilizzato per azioni al di là di ogni mandato previsto da tutti i membri del Consiglio. L'Ambasciatore Rice semplicemente ha detto che la risoluzione contro la Siria non riguardava "un intervento militare" o la Libia.

In nessuna parte delle sue osservazioni, c'era una risposta al problema sollevato da altri membri del Consiglio per i presunti interventi stranieri, come quello di Turchia e altri Stati che stanno ripetendo con la Siria lo stesso modello che le nazioni NATO avevano seguito nel caso della Libia. Colombia e Bosnia hanno espresso il loro sostegno alla risoluzione di condanna del governo siriano. Gabon e Nigeria non hanno parlato per spiegare perché hanno votato a favore della risoluzione europea.

VII - Commento siriano al Consiglio

Dopo che a tutti i membri del Consiglio che avevano chiesto di parlare, è stata data la parola, l'ambasciatore siriano Ja'afari è stato invitato a presentare i suoi commenti al Consiglio. E' la solita prassi del Consiglio di Sicurezza per consentire a un membro delle Nazioni Unite con un interesse effettivo in una questione presa in considerazione, di presentare la sua posizione, ma solo dopo una votazione.

L'ambasciatore siriano ha suggerito che la ragione per cui i paesi della NATO stanno prendendo di mira il suo paese per un'azione ostile non è a causa di preoccupazioni umanitarie. La base per le loro azioni ostili, ha detto, è "dovuta alla nostra posizione politica indipendente, che non è conforme alle agende di quelle capitaliste." (Trascrizione, p. 12)

Indicando i massacri e le violazioni dei diritti umani da parte degli USA e di altre nazioni occidentali in Vietnam, Laos, Cambogia, Algeria, molti paesi africani, Iraq, Afghanistan e Libia, Ja'afari ha detto di non capire come li si potesse ignorare. Il sottinteso era che le nazioni che hanno presentato la bozza di risoluzione al Consiglio hanno avuto un doppio standard sulle violazioni dei diritti umani che hanno chiesto al Consiglio di condannare. Riconoscendo la necessità e il desiderio del popolo siriano e il desiderio del governo di attuare riforme economiche, politiche e sociali, ha denunciato l'uso improprio di tali richieste per cercare "di facilitare l'opposizione esterna" e "aprire la strada a un intervento esterno."

Egli ha avanzato l'idea che, "incoraggiare le richieste radicali dell'opposizione in Siria di rovesciare il governo con la forza delle armi, violenza e terrorismo, equivale ad un colpo di stato sostenuto da potenze esterne ...." (Trascrizione, p. 14)

Ha sostenuto che "l'intervento del Consiglio di sicurezza negli affari interni siriani aggrava ulteriormente la situazione e manda un messaggio agli estremisti e terroristi. - Che i loro atti di sabotaggio e di violenza ... sono incoraggiati e sostenuti dal Consiglio di sicurezza" (Trascrizione, p . 14)

Concludendo i suoi commenti, ha espresso il suo apprezzamento agli Stati che avevano respinto quello che ha definito come un abuso del Consiglio. "Se siamo ottimisti riguardo al Consiglio", ha detto, "è perché noi continuiamo a sentire l'eco della voce dei saggi nella Camera".

La riunione del Consiglio di Sicurezza si è conclusa alle 7:45 pm.

VIII - Alcuni esempi di commenti dei Cittadini della Rete sulla risoluzione

Mentre gran parte dei media occidentali ha descritto la riunione del Consiglio di Sicurezza del 4 Ottobre nei termini proposti dai membri statunitensi ed europei del Consiglio, molte risposte postate su Internet hanno dimostrato che ci sono molte persone che si oppongono alle azioni dei membri occidentali del Consiglio di sicurezza (4).

Per esempio, in una risposta alle notizie di stampa secondo cui l'ambasciatore Rice ha detto che gli Stati Uniti erano "indignati" dal veto russo e cinese al progetto di risoluzione europeo, una netizen ha chiesto: "Dov'è tutta l'indignazione contro gli Stati Uniti e la repressione dell'Europa contro i manifestanti ? Dov'è la risoluzione delle Nazioni Unite su tutto questo? "

Un certo numero di cittadini della rete ha applaudito il veto di Russia e Cina alla risoluzione europea contro la Siria.

Alcuni cittadini della rete hanno scritto che la Russia e la Cina "avrebbero dovuto porre un veto anche alla risoluzione libica." Un netizen ha espresso l'opinione che "loro (Russia e Cina) hanno consentito alla NATO di uccidere i libici, e distruggere il paese solo per poter fare un sacco di soldi con i contratti per la ricostruzione ."

Un netizen americano che ha espresso un'opinione simile, riferendosi al presidente degli Stati Uniti Obama, ha detto: "Suppongo che il nostro Premio Nobel per la Pace voglia diffondere altra pace nel mondo. Dovrà farlo in stile Bush senza l'approvazione dell'Onu ».

Un altro netizen ha detto che un veto come questo pochi mesi fa nella situazione libica avrebbe impedito il "genocidio attualmente in corso e la catastrofe che gli Stati Uniti, la Francia e il cosiddetto Regno Unito hanno portato nella nazione libica tramite bombardamenti NATO e l'evidente - spudorato sostegno alla rivolta armata. Forse c'è ancora una possibilità per la 'Nazioni Unite' di riabilitarsi dal punto di vista storico e recuperare la sua credibilità da lungo tempo perduta e una posizione onorevole. "

Esprimendo un punto di vista simile, un netizen ha concluso il suo commento, dicendo "Se una 'no-fly zone' viene interpretata da Obama e Sarkozy come 6 mesi di bombardamenti illimitati (della Libia), come potrebbero la Cina e la Russia azzardarsi a consentire un qualunque tipo di risoluzione su un altro Paese".

IX - Conclusione


Confrontando la riunione del Consiglio di Sicurezza del 4 ottobre, che ha respinto l'ostile progetto di risoluzione europeo contro la Siria, con l'incontro del 17 marzo che ha approvato la risoluzione 1973 contro la Libia, quello che emerge è che il 4 ottobre, alcuni membri del Consiglio di Sicurezza hanno riconosciuto le azioni violente di alcuni oppositori interni contro il governo siriano. In marzo il Consiglio non era riuscito a riconoscere l'insurrezione armata contro il governo libico.

Una lezione che molti membri del Consiglio sembrano aver tratto dall'azione del Consiglio di Sicurezza sulla Libia, è stata la necessità di evitare di approvare una risoluzione vaga o ostile che potrebbe essere abusata da nazioni potenti come pretesto per realizzare un programma segreto di cambio di regime.

L'opposizione nel Consiglio di Sicurezza al progetto europeo ha dimostrato una determinazione a impedire  un'intervento come quello della NATO contro la Siria, simile a quello che era stato effettuato dagli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna contro la Libia, attraverso l'uso della NATO. L'esperienza libica ha dimostrato che questi potenti governi occidentali potrebbero fare quello che vogliono usando una risoluzione del Consiglio di Sicurezza come pretesto e il Consiglio di Sicurezza non avrebbe i mezzi per fermare tali abusi delle sue risoluzioni.

Il dovere del Consiglio di Sicurezza secondo la Carta delle Nazioni Unite è quello di lavorare per la risoluzione pacifica dei conflitti che interessano la pace e la sicurezza in ambito internazionale. La situazione in Siria, com'è accaduto in Libia, è un affare interno complicato da un intervento estero . Il fatto che molti civili libici sono stati e hanno continuato ad essere uccisi da missioni di bombardamento della Nato in Libia mentre il Consiglio prendeva in considerazione una risoluzione simile contro la Siria, ha offerto uno scenario grottesco, per il fatto che alcuni membri della NATO che sono membri del Consiglio di Sicurezza hanno continuato a tentare di utilizzare il Consiglio di Sicurezza per rivendicare l'autorità legale per il loro attacco, chiaramente illegale, alla sovranità delle nazioni membri delle Nazioni Unite (5).

I commenti dei Netizen in risposta ai resoconti dei media occidentali a sostegno di tali azioni illegali, dimostrano un rifiuto da parte di questi netizen del tipo di azione che la NATO ha intrapreso contro la Libia. Lo sforzo dei membri della NATO del Consiglio di Sicurezza per utilizzare la risoluzione Libia come modello per sostenere il loro attacco alla Siria, è stato accolto da un doppio veto e quattro astensioni nel Consiglio di Sicurezza. E' stato affrontato anche da netizen che hanno inviato articoli e commenti su Internet per contrastare le azioni della NATO e mostrare approvazione per i veti russo e cinese al progetto di risoluzione europea.

Ronda Hauben è stato un corrispondente presso l'ONU per gli ultimi 5 anni e ha scritto articoli sulle Nazioni Unite prima per l'edizione inglese di OhmyNews International, e più recentemente come editorialista del blog taz.de . E' co-autore del libro "Netizens:. Storia e impatto di Usenet e Internet"

Note
1) S/2011/612, Progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza (non approvato)
http://daccess-ods.un.org/TMP/8257293.10512543.html

2) Articolo 37 del "Regolamento provvisorio di procedura del Consiglio di Sicurezza"
http://www.un.org/Docs/sc/scrules.htm
"Ogni Membro delle Nazioni Unite che non sia un membro del Consiglio di Sicurezza può essere invitato, in seguito ad una decisione del Consiglio di Sicurezza, a partecipare, senza diritto di voto, alla discussione di qualsiasi questione sottoposta al Consiglio di Sicurezza, quando il Consiglio di Sicurezza ritiene che gli interessi di tale Membro siano particolarmente coinvolti, o quando un membro porta una questione all'attenzione del Consiglio di Sicurezza ai sensi dell'articolo 35 (1) della Carta ".

3) S/PV.6627, il Consiglio della sicurezza della riunione del 4 ottobre 2011. Mi riferisco a questo documento delle Nazioni Unite come "Trascrizione" nel testo dell'articolo. Un URL per il documento sul sito delle Nazioni Unite è la seguente:
http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N11/529/74/PDF/N1152974.pdf?OpenElement

4) Osservazioni in risposta ad un articolo del Washington Post.
http://www.washingtonpost.com/world/national-security/russia-china-block-syria-resolution-at-un/2011/10/04/gIQArCFBML_allComments.html#comments

5) Si veda ad esempio un estratto di un discorso tenuto da John Pilger alla protesta dell'8 Ott 2011 in Trafalgar Square, UK.  http://mrzine.monthlyreview.org/2011/pilger101011.html
"Gli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia stanno bombardando una città chiamata Sirte, in Libia. Ci sono 100.000 persone. Giorno e notte, edifici residenziali, cliniche, scuole sono stati colpiti con bombe a frammentazione e missili Hellfire. . . . I media si riferiscono a Sirte come ad una vera roccaforte di Gheddafi. Il reporter di Canale 4 in Libia descrive gli attacchi come "taglio della testa del serpente". Per tali eroici giornalisti, ci sono due tipi di umanità in guerra: ci sono vittime degne e vittime  indegne. Le persone di Sirte sono vittime indegne, e quindi sono sacrificabili sia come persone che come notizie. In Iraq anche le persone  di Fallujah erano vittime indegne. I Marines americani, aiutati dagli inglesi, hanno ucciso circa 5.000 persone. . . . Come direbbe Harold Pinter. . . niente di tutto ciò è accaduto. Non è successo anche se stava accadendo. Non aveva importanza. . . . Abbiamo avuto dieci anni di crimini che non sono accaduti, che non avevano importanza. . . . La guerra contro l'Afghanistan era una truffa fin dall'inizio, così come l'attacco all'Iraq era una frode e l'invasione della Libia è una frode ".

Questo articolo si trova sul mio blog  taz.de. L'indirizzo è:
http://blogs.taz.de/netizenblog/2011/10/27/security_council_veto_on_syria/

Fonte: Global Research 28  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

giovedì 27 ottobre 2011

La Robin Hood Tax: Il Movimento Occupare sta marciando direttamente verso il precipizio globalista

di Patrick Henningsen
Global Research
21st Century Wire

Era inevitabile che un movimento che ha lottato per concordare un manifesto, avrebbe alla fine eseguito gli ordini degli stessi poteri globalisti d'elite contro i quali stanno manifestando, tanto per cominciare.

Invece di ottenere la libertà dalla schiavitù del debito della Banca Centrale, gli ingenui Occupanti  sembrano aver abboccato, spingendo la massa ad avallare un sistema globale di tassazione, che dovrebbe essere amministrato ... da un nuovo ente governativo globale.

Mentre il Movimento Occupare mette a punto le sue idee sul prossimo vertice del G20 in Francia, il 3-4 novembre, i manipolatori globalisti dietro le quinte sono riusciti a dirigere le masse esattamente verso il Santo Graal di tutti i super-stati socialisti - la famosa, alla moda  "Robin Hood Tax", nota anche come Tobin Tax, una tassa sulle transazioni finanziarie applicata a tutte le operazioni che riguardano azioni, obbligazioni e derivati. Almeno secondo i piani ...

I fondi ottenuti, affermano, calcolati nell'ordine delle centinaia di miliardi di dollari l'anno, andrebbero a beneficio di commoventi fantastiche cause liberali introdotte da Bono come 'ridurre la povertà nel terzo mondo' e sorpresa, sorpresa ... "lotta al cambiamento climatico "e forse anche salvare gli orsi polari - una mossa che farebbe sicuramente piacere agli uomini disperati come Al Gore (ma che sarebbe uno spreco di soldi visto che l'origine antropica del riscaldamento globale è già stata completamente screditata).

ROBIN HOOD TAX: un'idea utopistica, tassare i ricchi e il carbonio - non funzionerà.

Il grido di battaglia per questo sentimentale sogno globalista è venuto direttamente dal presunto cervello del neonato Movimento Occupare, l'organizzazione sostenuta dai globalisti e finanziata da Soros, Ad Busters, che sta guidando tranquillamente il suo gregge verso una delle più grandi truffe per la creazione e il controllo dele entrate mai concepite.

Reuters ha riferito Lunedi:

"Adbusters con sede in Canada vuole che il Movimento di protesta Occupare Wall Street contro la disuguaglianza economica scenda in piazza per chiedere una tassa dell'1 per cento su tali accordi in vista di un vertice del 3-4 novembre del Gruppo delle 20 (G20) principali economie in Francia .

"Inviamo loro un messaggio chiaro: Vogliamo che rallentiate alcuni di quei 1.300 miliardi di dollari facili riversati ogni giorno nel casinò globale - abbastanza denaro per finanziare tutti i programmi sociali e le iniziativa ambientali nel mondo", il gruppo di attivisti ha detto sul suo sito web, www.adbusters.org.

Adbusters ha lanciato il primo invito ad Occupare Wall Street e da quando i manifestanti si sono accampati in un parco nel quartiere finanziario di New York il 17 settembre, hanno ispirato manifestazioni di solidarietà e le cosiddette occupazioni in tutto il mondo ".

Si potrebbe sentire un po di compassione per gli Occupanti, desiderosi di afferrare tutto questo "denaro facile riversato in giro" ... se solo l'utopia fosse così facile.

In molti modi, la Robin Hood Tax è un'operazione fiscale truffa, identica a quella proposta dai globalisti al Summit 2009 delle Nazioni Unite sul clima, COP15, a Copenhagen, dove una serie di nuove tasse sulle transazioni finanziarie e nuove carbon tax sarebbero state versate in giganteschi "fondi neri" per essere gestiti niente di meno che dalla Banca Mondiale.

In definitiva, è molto probabile che qualsiasi Robin Hood Tax andrà a finire in un fondo gigante per "garantire che le banche siano adeguatamente capitalizzate", e che sarà utilizzato per il salvataggio, o per garantire alle grandi banche le perdite e le migliaia di miliardi persi nelle scommesse dei rischiosi derivati.

In realtà, una Robin Hood Tax fa esattamente il contrario di ciò che il suo nome suggerisce. Piuttosto che rubare ai ricchi per dare ai poveri, è progettata per rubare più soldi attraverso la tassazione sui redditi dei lavoratori che finiranno direttamente nelle mani di istituzioni come la Federal Reserve americana e il suo cartello di banche di Wall Street.

Inoltre, un tale potere di prelievo fiscale porterà con sé nuove tasse fuori controllo in un secondo momento, tasse finanziarie globali che alla fine elimineranno cose come i prelievi in contanti e i trasferimenti di denaro. Purtroppo, è così che i governi si comportano.

Occupare Wall Street perde il filo

E 'molto facile per la folla di giovani manifestanti cadere in una trappola palesemente socialista, o collettivista , poichè molti ingenui giovani americani non sono in grado, o non vogliono, di liberarsi dalla dialettica hegeliana che dice loro che il governo deve aumentare le tasse e la spesa per ottenere qualsiasi progresso sociale.

E' ovvio che i problemi numero uno e due in America sono la mancanza di posti di lavoro e l'inflazione strisciante, una doppia piaga che sta alimentando la caduta dello standard di vita negli Stati Uniti e in Europa-e, infine, il dissenso a livello globale. Gli Occupanti non si chiedono perché il loro governo ha permesso alle aziende americane di spedire milioni di posti di lavoro americani all'estero, e perché non si è mai preso la briga di offrire incentivi a società straniere per  trasferirsi negli Stati Uniti. Allo stesso modo gli occupanti non hanno capito che proprio la Federal Reserve li sta derubando tutti i giorni con la creazione di una carestia artificiale, guidando quel genere di cicli di boom and bust (bolle e scoppi) che in ultima analisi, impediscono agli americani di salvare la loro vita e il loro patrimonio.

Invece di richiedere un ulteriore nuovo mostruoso sistema di tassazione, gli occupanti dovrebbero prima chiedersi se un governo è affidabile per la gestione delle entrate fiscali in modo responsabile. Certamente oggi sembra che le leggi porcate di Washington e dell'amministrazione Obama stiano controllando il deficit di bilancio più grande nella storia degli Stati Uniti. Questo dovrebbe essere motivo di allarme, tuttavia, non viene certo menzionato dalla massa del movimento Occupare.

Incredibilmente, il Movimento Occupare non chiede al governo di tagliare la spesa e diventare fiscalmente responsabile.

Potrebbero anche chiedere al loro amato governo a Washington - ed anche altrove in tutto il mondo, dove vanno a finire attualmente tutte le loro entrate fiscali. Se hanno capito che in questo momento, la loro imposta sul reddito federale (in alcuni casi, prelevata a mano armata dalla IRS) va direttamente a pagare il debito che il loro governo detiene su ogni dollaro stampato dalla privata Federal Reserve Bank.

Ogni tassa sul commercio dovrebbe diventare globale al fine di mantenere l'industria all'interno delle nazioni partecipanti. Gli Occupanti dovrebbero sicuramente stare attenti a non permettere ad un governo federale o globale di erigere un nuovo sistema di tassazione di massa, no? Apparentemente, una delle grandi caratteristiche del Movimento Occupare in America è la loro travolgente lealtà e fiducia nell'amministrazione Obama. Se al potere ci fosse un'amministrazione repubblicana, allora è certo che le manifestazioni avrebbero un tono molto più anti-governo.

Il Movimento OWS, a suo merito, ha esortato i manifestanti a chiudere i loro conti in banca e a trasferire il loro denaro presso le cooperative di credito, istituendo una giornata del trasferimento bancario il 5 novembre, sicuramente un passo in una direzione positiva. Ma è sufficiente?

Reale Soluzione: Sganciarsi dal sistema finanziario

C'è un antico detto: "Se non sei felice, allora vattene". I manifestanti del movimento OWS dovrebbero parlare di adozione di misure per svincolarsi completamente dal sistema che li schiavizza, questo potrebbe includere la rimozione della loro sudata liquidità dal sistema, mediante annullamento di tutte le carte di credito, non acquisendo prestiti studenteschi, o per auto inutili e prodotti elettronici.

Un'altra trappola evidente della Robin Hood Tax è che potrebbe (e sarà) utilizzata per prendere di mira tutte le operazioni - compresi i fondi pensione. Gli Occupanti potrebbero invece considerare di non versare i loro fondi pensione e del piano di previdenza 401K in fondi pensione quotati in borsa. Per i manifestanti più anziani, potrebbe essere l'occasione di cambiare il loro IRA (Individual Retirement Account-Fondo Pensione Individuale) in fondi pensione basati su oro e argento, non consentendo agli speculatori e ai giocatori d'azzardo di Wall Street di decimare i loro risparmi di oltre una vita.

C'è stato un qualunque appello per una protesta di massa contro l'IRS, che continua a sfidare la Costituzione degli Stati Uniti derubando ogni lavoratore americano del suo lavoro e della sua proprietà, per sostenere il loro debito nazionale con il cartello della Federal Reserve? Certamente questo farebbe vacillare d'improvviso l'establishment. Il Movimento Occupare dovrebbe colpire nella maniera più seria e più ovvia che si possa immaginare, quella che metterebbe finalmente in discussione la legittimità dell'incostituzionale tassa federale sul reddito.

O meglio ancora, gli occupanti potrebbero prendere in considerazione di detrarre il totale delle spese delle forze armate statunitensi a livello nazionale e all'estero, e dividerlo per il numero dei lavoratori americani, dando loro una cifra individuale di denaro che ogni manifestante si rifiuterà di consegnare come tassazione al governo federale - una protesta pacifica in combinazione con un'intelligente azione di libertà da parte di uomini e donne liberi.

Purtroppo, nessuna di queste idee veramente rivoluzionarie è uscita dalle proteste di Piazza della Libertà. Invece, tutto quello che potrebbero gestire, alla fine, è adottare uno dei programmi più ingannevoli e tirannici dell'establishment, la Robin Hood Tax - dove il 99% finirà per dare all'1%, anche più dei loro sudati risparmi. Mirano sl sintomo del collasso finanziario, non al problema, lasciando tutti i vecchi giocatori ancora in gioco, perchè possano creare altre bolle e fare fortuna con il crollo di nuovi mercati.

Ironico, ma questa è l'attuale direzione verso cui sta andando la folla inferocita, ma ingenua, di OWS..

Se uno qualsiasi dei 99% crede veramente che le banche di alto livello regalerebbero volentieri miliardi di dollari all'anno al nuovo Fisco Robin Hood, ci ripensi.

Come dimostra la storia, la loro nuova tassa sarà probabilmente imposta più rigorosamente su istituzioni di piccole e medie dimensioni e sui gestori di fondi, nel tentativo di spazzare via qualsiasi concorrenza alle banche, che godono già di mega tagli sul reddito delle società, e in alcuni casi, non pagano alcuna imposta. Le grandi banche sono al sicuro, ma la concorrenza più piccola sarà sicuramente colpita duramente da una Robin Hood Tax - garantendo che l'attuale gerarchia rimanga esattamente così com'è. Questo è sempre stato il modo in cui normative governative globali e tasse punitive entrano in gioco.

In maniera tipicamente in malafede, quando una folla non ha alcun chiaro obiettivo normalmente segue il leader. In questo caso, il leader è finanziato dalla fondazione Ad Busters, che ha fornito al movimento OWS senza direzioni e senza cervello il vero piano generale per la sua stessa fine.

Lì, la Suprema Assemblea Generale ha abboccato all'amo.

Qui, qui, Robin Hood.

Fonte: Global Research 26  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

martedì 25 ottobre 2011

L'assassinio di Gheddafi è parte del cambio di regime globale


Adrian Salbuchi su GRTV

Mentre alcuni leader europei dimostrano uno stato d'animo celebrativo per la morte violenta del colonnello Gheddafi, essi stessi non sono meno terroristi, sostiene il consulente internazionale e autore Adrian Salbuchi.

Salbuchi ha dichiarato che la morte di Gheddafi è stata senza dubbio un messaggio per il mondo intero, in quanto non si tratta solo della Libia.

"Stiamo vedendo come Hillary Clinton, segretario di Stato Usa l'ha rivelato molto chiaramente: 'Siamo venuti, abbiamo visto, è morto,' e poi ha iniziato a ridere. Questo è un messaggio al mondo su come questo nuovo modello di ordine mondiale funziona davvero ", ha affermato. "Quando decidono di cambiare il regime, lo fanno con la massima violenza, ed è un modello totale. Prima prendono di mira un paese, definendolo stato canaglia, poi sostengono i terroristi locali e li chiamano combattenti per la libertà, poi portano morte e distruzione contro i civili, e le chiamano sanzioni delle Nazioni Unite. Poi diffondono menzogne ​​e le chiamano opinione della comunità internazionale espressa dai media occidentali. Poi invadono e controllano il paese e la chiamano liberazione e, infine, rubano l'appetitoso petrolio e lo chiamano investimenti stranieri e ricostruzione ", ha spiegato Salbuchi.

Al momento le potenze occidentali stanno inneggiando ad un futuro democratico per la Libia. Anche quando Saddam Hussein fu catturato nel 2003 gli Stati Uniti pensarono che fosse tutto finito - ma era appena iniziata. E secondo Salbuchi, sta per succedere lo stesso, o peggio ancora, per la Libia.

"Penso che una delle ragioni per cui il paese di Gheddafi è stato invaso e lui è stato ucciso è perché aveva in programma di introdurre il dinaro d'oro come moneta d'oro che avrebbe potuto molto facilmente diventare una delle principali valute, almeno in Nord Africa e nel mercato del petrolio", ha detto.

"Non dimenticate che la Libia è la nona più grande riserva di petrolio al mondo e la riserva di petrolio principale in tutta l'Africa, quindi penso che questo puzzi decisamente di petrolio e di avidità da parte delle aziende occidentali. Stanno usando questo solo per giustificare il fatto che hanno sostenuto i peggiori terroristi, probabilmente perché anche alla Casa Bianca e al Palais de l'Elysée, in Francia, e al 10 di Downing Street, abbiamo molti terroristi di altissima classe e mafie che gestiscono questi paesi e la migliore parte del mondo ", ha sottolineato.

Ha aggiunto che Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e la NATO dovrebbero essere ritenuti responsabili per la violenza settaria, dovrebbe avvenire in Libia.

"In qualsiasi paese, inclusa la Libia, c'è sempre circa la metà della popolazione che è contro il governo in carica. Dovremmo invadere anche la Grecia a causa del modo in cui stanno gestendo le loro divisioni interne?", ha ipotizzato.

Una vittoria in Libia sostenuta dai ribelli non segnerà la fine degli interesse della NATO nel paese, ha sottolineato Salbuchi.

"Questo è solo l'inizio e parte del cambio di regime globale. Questo significa allerta arancione per Venezuela, Bolivia ed Ecuador e allarme rosso sicuramente per la Siria e l'Iran. Questo è il tipo di democrazia che Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna vogliono per il mondo intero ", ha concluso.

Fonte: Global Research TV 23 Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

lunedì 24 ottobre 2011

Il Testamento di Muammar Gheddafi-Testo completo

"Questa è la mia volontà": "Continuare la Resistenza, lottare contro qualsiasi aggressore straniero della Libia ,..." Testo completo del testamento

di Muammar Gheddafi
Global Research

gaddafi

Tradotto dall'arabo dalla BBC

"Questa è la mia volontà. Io, Muammar bin Mohammad bin Abdussalam bi Humayd bin Abu Manyar bin Humayd bin Nayil al Fuhsi Gaddafi, giuro che non c'è altro Dio che Allah e che Maometto è il profeta di Dio, la pace sia con lui. Mi impegno a morire come un musulmano.

Se dovessi essere ucciso, vorrei essere sepolto, secondo i riti musulmani, con i vestiti che avevo addosso al momento della mia morte e il mio corpo non lavato, nel cimitero di Sirte, accanto alla mia famiglia e ai miei  parenti.

Vorrei che la mia famiglia, soprattutto donne e bambini, fossero trattati bene dopo la mia morte. Il popolo libico deve proteggere la sua identità, i suoi successi, la sua storia e l'immagine onorevole dei suoi antenati e dei suoi eroi. Il popolo libico non dovrebbe dimenticare i sacrifici delle persone libere e migliori.

Invito i miei sostenitori a continuare la resistenza, e a combattere qualsiasi aggressore straniero della Libia, oggi, domani e sempre.

I popoli liberi del mondo sappiano che avremmo potuto contrattare e svendere la nostra causa in cambio di una vita personale sicura e stabile. Abbiamo ricevuto molte offerte in questo senso, ma abbiamo scelto di essere all'avanguardia del confronto come simbolo del dovere e dell'onore.

Anche se non vinceremo subito, daremo una lezione alle generazioni future che la scelta di proteggere la nazione è un onore e la sua svendita è il più grande tradimento che la storia ricorderà per sempre, nonostante i tentativi degli altri di dirvi il ​​contrario."

Fonte: Global Research 24  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

venerdì 21 ottobre 2011

L'uccisione di Gheddafi porta il criminale di guerra Tony Blair fuori dai guai

Dubbie relazioni d'affari e incontri segreti rimarranno riservati

di Steve Watson
Prisonplanet.com

blair-gaddafi L'assassinio di Muammar Gheddafi attraverso l'azione combinata di bombe NATO e ribelli affiliati di al-Qaeda sostenuti dagli Usa, serve a spazzare via una miriade di, diciamo, circostanze scomode . Forse le più incriminanti  tra queste sono le intime relazioni tra Gheddafi e il suo "buon amico" Tony Blair.

La morte dell'ex dittatore libico nega qualsiasi esigenza di un processo del Tribunale Internazionale delle Nazioni Unite, come per Saddam Hussein o Slobodan Milosevic. Così gli stretti rapporti d'affari e i numerosi incontri segreti di Blair con Gheddafi, durante il suo mandato come primo ministro britannico, e non solo, saranno tenuti lontani dal controllo pubblico.

Come riportato dal Telegraph di Londra appena il mese scorso, lo stretto rapporto di Blair con Gheddafi è stato posto ancora una volta sotto i riflettori, con la rivelazione che Blair ha incontrato privatamente il dittatore per un totale di sei volte dopo aver lasciato Downing Street nel 2007.

In due di queste occasioni, Blair è arrivato in Libia su un jet, noleggiato in privato dal regime di Gheddafi.

Cinque delle visite si sono svolte nei mesi precedenti al rilascio di Abdelbaset al-Megrahi, l'attentatore di Lockerbie. Si pensa che Blair sia stato utile agli affari di Gheddafi come mediatore  promettendo di fare pressione per il rilascio di al-Megrahi dalla prigione in Scozia.

Secondo l'indagine della squadra di documentaristi del britannico Channel 4, Blair ha incontrato l'ex capo di stato maggiore di Gheddafi Bashir Saleh Bashir nella sua casa londinese il 20 luglio 2009, appena un mese prima del rilascio di al-Megrahi.

Si ritiene che Gheddafi avesse minacciato di porre fine ai lucrosi accordi commerciali con la Gran Bretagna (che Blair aveva sigillato quando era primo ministro) riguardanti minerali, servizi finanziari e altri beni.

Il Telegraph di Londra ha anche scoperto i dettagli di un incontro tra i due uomini nel gennaio 2009, quando Blair stava agendo per conto della banca d'investimenti americana JP Morgan.

Secondo il giornale, la banca, che gestisce oltre un miliardo di dollari per conto della Libyan Investment Authority (LIA) stava "cercando di negoziare un accordo tra la LIA e una società gestita dall'oligarca russo Oleg Deripaska,"

"L'accordo multi-miliardario, che poi è fallito, prevedeva che la LIA fornisse un prestito alla Rusal, il più grande produttore mondiale di alluminio." ha riportato il Telegraph.

Dati i legami di Blair con il regime libico e il fatto che JP Morgan lo paga con 2.000.000 di sterline all'anno come consulente senior, si pensa che la banca abbia visto Blair come l'uomo perfetto per il lavoro.

Il vice presidente di JP Morgan, Lord Renwick, ha inviato una mail alla LIA nel dicembre 2008, cercando di "finalizzare i termini del mandato relativo alla Rusal prima della visita di Blair a Tripoli".

Un dirigente della LIA, parlando in condizione di anonimato, ha detto al Telegraph che i funzionari LIA furono informati che i "progetti" che avevano ricevuto l'ordine di realizzare venivano direttamente da Blair.

"Le visite di Tony Blair erano solo visite a scopo lobbistico per accordi bancari con JP Morgan",  ha detto il funzionario.

L'Ufficio di Blair nega di aver avuto a che fare con l'accordo proposto, e JP Morgan nega che Blair sapesse qualcosa dell'affare.

Alcuni  critici, tra cui il gruppo per la campagna anti-corruzione Global Witness, che hanno ottenuto l'e-mail e l'hanno trasmessa ai media, sostengono che i ruoli attivi di Blair come inviato di pace in Medio Oriente, fund-raiser in Africa e consulente aziendale per corporazioni giganti come JP Morgan, presentino un chiaro conflitto d'interessi.

Robert Palmer di Global Witness osserva: "E' difficile mettere insieme il ruolo di inviato di pace in Medio Oriente con gli affari con un tiranno".

Quando sono state trovate lettere al regime libico, da parte dei collaboratori di Blair, che riguardavano incontri d'affari nel 2008, è stato osservato con sospetto che siano state scritte su carta intestata "Ufficio del rappresentante del Quartetto", titolo formale di Blair come inviato in Medio Oriente per l'Unione europea, le Nazioni Unite, Russia e Stati Uniti.

Alla richiesta di spiegazioni da parte dei media, un portavoce di Ban Ki-moon, il segretario generale dell'Onu, ha dichiarato: "Sta a lui spiegare perché ha fatto questo".

Dopo un'altra visita in Libia nel febbraio 2008, Blair ha inviato una lettera molto personale al colonnello Gheddafi nella quale si è rivolto al leader libico come "Caro Muammar" Gheddafi e lo consigliava su quello che lui riteneva i progetti africani degni di investimento.

Lo stesso giorno, Blair ha inviato una lettera all'allora primo ministro libico Baghdadi al-Mahmoudi e al vice primo ministro Dr. Abdulhafid al-Zulaytini, ringraziandoli per "facilitare il mio incontro con il leader" e chiedendo loro di fargli sapere quando sarebbero andati a Londra.

Certamente, Blair ha trattato con Gheddafi, mentre era ancora in carica, in una serie di negoziati, i cui dettagli rimangono tranquillamente in ombra.

Nel 2004, Blair ha incontrato Gheddafi nella famigerata "Trattativa nel deserto" , durante la quale ha dichiarato che un nuovo rapporto era stato raggiunto tra la Gran Bretagna e la Libia. Ore dopo l'incontro, la Shell ha annunciato di aver firmato un accordo del valore di circa 550 millioni di sterline per l'esplorazione di gas al largo della costa libica.

All'inizio di quest'anno è stato rivelato che durante la riunione Blair aveva accettato di addestrare le forze speciali di Gheddafi e di fornirgli segreti sulle strutture di difesa e la tecnologia della NATO.

Secondo i termini dell'accordo, la Gran Bretagna si impegnava a "scambiare informazioni e opinioni sulle strutture di difesa, militari e organizzazioni di sicurezza; a scambiare visite di esperti e materiali stampati nel campo dell'istruzione militare e della scienza, a scambiare informazioni su concetti militari attuali e in sviluppo, principi e migliori pratiche, e la gestione di esercitazioni congiunte.''

L'accordo inoltre sottolineava che la Gran Bretagna aveva accettato di lavorare con il regime di Gheddafi nella "formazione dei processi di pianificazione operativa, formazione del personale, e di comando e controllo, formazione del personale nelle operazioni di sostegno alla pace, cooperazione nella formazione in materia di software, sicurezza delle comunicazioni, tecnologia e  funzione di apparecchiature e sistemi, scambio di informazioni e di esperienze sulle leggi sui conflitti armati, nonché l'acquisizione di apparecchiature e sistemi di difesa.''

Nel maggio 2007, due mesi prima di lasciare l'incarico, Blair ritornò in Libia per mediare altri enormi accordi di affari, inclusi un accordo petrolifero per 900 milioni di sterline per la BP e contratti per la difesa per 350 milioni di sterline.

Come parte della transazione, Gheddafi aveva chiesto un accordo sul trasferimento di prigionieri per aprire la strada al ritorno dell'attentatore di Lockerbie a Tripoli.

Blair è stato così vicino al regime di Gheddafi che, quando la NATO ha iniziato i bombardamenti aerei sulla Libia all'inizio di quest'anno, gli assistenti del figlio di Gheddafi, Saif, hanno supplicato Blair di venire in soccorso del regime .

"Lui è un operatore di pace in Medio Oriente, e dovrebbe essere in grado di utilizzare le sue capacità per la pace qui. Abbiamo bisogno della sua abilità diplomatica ora mentre ci prepariamo a schiacciare i nostri nemici." un alto funzionario libico ha detto ai media.

"E' tempo che la comunità internazionale porti la pace in Libia e Tony Blair potrebbe essere in prima linea in questo processo. Tony Blair è un buon amico che metterebbe il paese in una posizione di stabilità.", ha aggiunto, sottolineando che Blair si era incontrato ancora con "il Fratello Leader" nel 2010.

Blair ha rifiutato di rendere pubblica la piena portata dei suoi incontri in Libia, da quando si è dimesso da primo ministro. Con l'uccisione di Gheddafi, a quanto pare, i dettagli rimarranno ora perennemente riservati.

Fonte: Prisonplanet.com 19  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

giovedì 20 ottobre 2011

La prossima crisi dei derivati ​​che potrebbe distruggere l'intero sistema finanziario globale

The Economic Collapse

La maggior parte delle persone non ha idea che Wall Street è diventata un gigantesco casinò finanziario. Le grandi banche di Wall Street stanno facendo miliardi di dollari all'anno con il mercato dei derivati, e nessuno nella comunità finanziaria vuole che la festa finisca. La parola "derivati" sembra complicata e tecnica, ma comprenderli non è poi così difficile. Un derivato è essenzialmente un modo elegante per dire che è stata fatta una scommessa. Originariamente, queste scommesse sono state progettate per coprire il rischio, ma oggi il mercato dei derivati ​​si è sviluppato in una montagna di speculazione, diversa da qualunque cosa il mondo abbia mai visto prima. Le stime del valore nominale del mercato dei derivati ​​in tutto il mondo vanno dai 600 trilioni di dollari a 1,5 quadrilioni di dollari. Tenete presente che il PIL mondiale si avvicina ai 65 trilioni di dollari. Il pericolo per il sistema finanziario globale rappresentato dai derivati ​​è così grande che Warren Buffet una volta li ha definiti "armi finanziarie di distruzione di massa" . Per ora, i poteri finanziari stanno cercando di mantenere il funzionamento del casinò, ma è inevitabile che ad un certo punto l'intero pasticcio crollerà. Quando lo farà, affronteremo una crisi dei derivati ​​che potrebbe davvero distruggere l'intero sistema finanziario globale

La maggior parte delle persone non parla molto di derivati ​​perché semplicemente non li capisce.

Forse un paio di definizioni sarebbero utili.

Di seguito il modo in cui un recente articolo di Bloomberg ha definito i derivati ​​....

I derivati ​​sono strumenti finanziari utilizzati a copertura dei rischi o a scopo speculativo. Sono derivati da azioni, obbligazioni, prestiti, valute e materie prime, o legati ad eventi specifici come i cambiamenti nel tempo o nei tassi di interesse.

La parola chiave è "speculazione". Oggi quelli di Wall Street stanno speculando su qualsiasi cosa si possa immaginare.

Quello che segue è il modo in cui  Investopedia definisce i derivati ​​....

Una garanzia il cui prezzo dipende o deriva da una o più attività sottostanti. Il derivato stesso è semplicemente un contratto tra due o più parti. Il suo valore patrimoniale è determinato dalle fluttuazioni del sottostante. Le attività sottostanti più comuni includono azioni, obbligazioni, commodities, valute, tassi d'interesse e indici di mercato. La maggior parte dei derivati ​​sono caratterizzati da elevata leva finanziaria.

Un derivato non ha un suo proprio valore di base. Un derivato è essenzialmente una scommessa laterale. Di solito queste scommesse laterali sono fortemente indebitate.

A questo punto, le scommesse laterali sono andate totalmente fuori controllo nel mondo finanziario. Scommesse laterali sono state fatte praticamente su qualsiasi cosa si possa immaginare, e le maggiori banche di Wall Street stanno facendo un sacco di soldi con questo. Questo sistema è quasi interamente non regolamentato ed è totalmente dominato dalle grandi banche internazionali.

Negli ultimi due decenni, il mercato dei derivati ​​si è moltiplicato. Tutto andrà bene fino a quando il sistema rimarrà in equilibrio. Ma una volta che perderà l'equilibrio potremmo assistere a una serie di crolli finanziari che nessun governo al mondo sarà in grado di risolvere.

La quantità di denaro di cui stiamo parlando è assolutamente sconcertante. Graham Summers della Phoenix Capital Research stima che il valore nominale del mercato globale dei derivati ​​è di 1,4 quadrilioni di dollari e in un articolo per Seeking Alpha ha provato a presentare quel numero in prospettiva .. ..

Se si somma il valore di ogni azione del pianeta, l'intera capitalizzazione di mercato sarebbe di circa 36 trilioni di dollari. Seguendo lo stesso procedimento per le obbligazioni, si otterrebbe una capitalizzazione di mercato di circa 72 trilioni di dollari.

Il valore nominale del mercato dei derivati ​​è di circa 1,4 QUADRILIONI di dollari.

Mi rendo conto che il numero suona come qualcosa di Looney Tunes, così cercherò di metterlo in prospettiva.

1,4 quadrilioni di dollari sono approssimativamente:

-40 VOLTE LA BORSA MONDIALE.

-10 VOLTE  il valore di OGNI OGNI AZIONE  e di ogni OBBLIGAZIONE SUL PIANETA.

-23 VOLTE IL PIL MONDIALE.

E' difficile capire quanti soldi siano un quadrilione.

Se iniziate a contare in questo momento, un dollaro al secondo, ci vorrebbero 32 milioni di anni per contare fino a un quadrilione di dollari.

Sì, i ragazzi e le ragazze di Wall Street sono andati completamente e totalmente fuori controllo.

In un eccellente articolo sui derivati, Webster Tarpley ha descritto il ruolo fondamentale che in questo momento i derivati ​​giocano nel sistema finanziario globale ...

Lungi dall'essere una qualche attività arcana o marginale, i derivati ​​finanziari sono giunti a rappresentare l'attività principale dell'oligarchia finanziaria a Wall Street, la City di Londra, Francoforte, e di altri centri finanziari. Uno sforzo concertato è stato fatto dai politici e dai media per nascondere e camuffare il ruolo centrale svolto dalla speculazione da derivati ​​nei disastri economici degli ultimi anni. I giornalisti e quelli delle relazioni pubbliche hanno fatto tutto il possibile per evitare anche solo di nominare i derivati, coniando frasi come "asset tossici", "strumenti esotici", e - soprattutto - "asset problematici", come nel Troubled Assets Relief Program o TARP, alias il mostruoso salvataggio degli speculatori di Wall Street da 800.000 milioni di dollari che è stato emesso nel mese di ottobre 2008 con l'appoggio di Bush, Henry Paulson, John McCain, Sarah Palin, e i democratici di Obama.

Molti non lo sanno, ma i derivati ​​sono stati al centro della crisi finanziaria del 2008.

Saranno quasi certamente al centro della prossima crisi finanziaria.

Per molti, i campanelli d'allarme hanno smesso di suonare l'altro giorno quando è stato rivelato che Bank of America ha spostato una grossa fetta di derivati ​​dalla sua unità bancaria di investmenti in fallimento, Merrill Lynch,  al suo ramo depositi.

Che cosa vuol dire?

Un articolo pubblicato sul The Daily Bail ha spiegato l'altro giorno che questo significa che i contribuenti degli Stati Uniti potrebbero finire nei guai ....

Ciò significa che l'esposizione della banca d'investimento ai derivati europei ​​è ormai passata ai contribuenti americani. Bank of America non ha ottenuto l'approvazione regolamentare per fare questo, l'ha fatto solo su richiesta delle controparti spaventate. Ora la Fed e la Fdic litigano sul fatto se questo sia un bene. La Fed vuole "dare sollievo" alla compagnia finanziaria, che è sotto pressione.

Si tratta di un trasferimento diretto di rischio per il contribuente, operato dalla banca senza l'approvazione da parte dei regolatori e senza contributo del pubblico.

Allora, avete sentito parlare di questo al telegiornale?

Probabilmente no.

Oggi, il valore nominale di tutti i derivati ​​detenuti da Bank of America arriva a circa 75 trilioni di dollari .

JPMorgan Chase è in possesso di strumenti derivati ​​per un valore nominale di circa 79 trilioni di dollari .

E' difficile anche solo immaginare questi numeri.

In questo momento, le banche con la massima esposizione ai derivati ​​sono JPMorgan Chase, Bank of America, Goldman Sachs, Citigroup, Wells Fargo e HSBC Bank USA.

Anche Morgan Stanley ha  un'esposizione enorme ai derivati.

Avrete notato che queste sono alcune delle banche "troppo grandi per fallire" .

Le maggiori banche statunitensi continuano a crescere e continuano a conquistare un potere sempre più grande.

Nel 2002, le prime 10 banche Usa controllavano il 55 per cento degli attivi bancari di tutti gli Stati Uniti. Oggi, le prime 10 banche Usa hanno il controllo del 77 per cento degli attivi bancari di tutti gli Stati Uniti.

Queste banche sono diventate così grandi e così potenti che se crollassero il nostro intero sistema finanziario potrebbe implodere.

Si sarebbe potuto pensare che avremmo imparato la lezione nel 2008 e avremmo fatto qualcosa, ma invece abbiamo permesso alle banche "troppo grandi per essere salvate" di diventare più grandi che mai.

Ed esse fanno più o meno quello che vogliono.

Qualche tempo fa, il New York Times ha pubblicato un articolo intitolato " Un'Elite Bancaria Segreta Regola il Mercato dei Derivati ". Tale articolo ha messo in luce il controllo ferreo che le banche "troppo grandi per fallire" esercitano sul commercio dei derivati. Basta considerare il seguente estratto da questo articolo ....

Nel terzo Mercoledì di ogni mese, i nove membri di un'élite di Wall Street si riuniscono a Midtown Manhattan.

Gli uomini condividono un obiettivo comune: tutelare gli interessi delle grandi banche nel vasto mercato dei derivati, uno dei più redditizi - e controversi - campi della finanza. Essi condividono anche un segreto comune: I dettagli dei loro incontri, anche la loro identità, sono strettamente confidenziali.

Quali istituzioni rappresentato in queste riunioni?

Ebbene, secondo il New York Times , le banche coinvolte sono: JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America e Citigroup.

Perché quegli stessi cinque nomi sembrano continuare a spuntare fuori ogni volta?

Purtroppo, queste cinque banche continuano a versare denaro nelle campagne dei politici che hanno sostenuto i salvataggi nel 2008 e che loro sanno che li tireranno fuori dai guai di nuovo quando la prossima crisi finanziaria colpirà.

Quelli che difendono il commercio selvaggio dei derivati ​​che si svolge oggi affermano che Wall Street è responsabile di tutti i rischi e ritengono che le banche di emissione saranno sempre in grado di coprire tutti i contratti derivati ​​che sottoscrivono.

Ma questo è un presupposto errato. Basta guardare AIG nel 2008. Quando il mercato immobiliare è crollato AIG era dalla parte sbagliata di un enorme numero di contratti derivati ​​e sarebbe "fallita", senza i giganteschi salvataggi del governo federale. Se il salvataggio di AIG non fosse avvenuto, Goldman Sachs e un sacco di altra gente sarebbe rimasta lì con un sacco di carta senza valore.

E' inevitabile che la stessa cosa accadrà di nuovo. Tranne che la prossima volta potrebbe essere su scala molto più grande.

Quando "la casa" va in "rovina", tutti perdono. I governi del mondo potrebbero intervenire e cercare di salvare tutti, ma la realtà è che quando il mercato dei derivati ​​crollerà totalmente non ci sarà nessun governo al mondo con abbastanza soldi per ricostruirlo.

Una crisi terribile dei derivati ​​sta arrivando.

E' solo una questione di tempo.

State allerta per qualsiasi menzione della parola  "derivati" o del termine "crisi dei derivati" nelle notizie. Quando la crisi dei derivati ​​arriverà, le cose inizieranno ad andare in pezzi molto rapidamente.

Fonte: The Economic Collapse 19  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

Il colonnello Gheddafi è morto? O si tratta di un'altra falsa notizia?

Pubblicato da  Libyan Free Press

Non siamo sicuri di questo video, potrebbe trattarsi di una voce falsa
ma sembra, sfortunatamente, AUTENTICO
E se fosse
AUTENTICO i nostri cuori sono spezzati. Resta COMUNQUE,
SEMPRE, un vero eroe contro la MAFIA del Nuovo Ordine Mondiale.


Gheddafi 'Morto': Prima foto del colonnello coperto di sangue

Commento dell’amico Ryuzakero: “La finta cattura di Gheddafi potrebbe servire ai terroristi NATO per oscurare quello che hanno fatto a Sirte che è indescrivibile. Un genocidio totale. Presto Gheddafi ritornerà in vita, ma a quel punto, i criminali avranno già finito di nascondere le vere stragi che hanno fatto in questi giorni.

ozyism.blogspot.com

Sinceramente non capisco a cosa serva questa loro patetica strategia, i loro mass media corrotti non parlerebbero comunque di quello che hanno combinato a Sirte, ma evidentemente vogliono distogliere l’attenzione anche dei giornalisti indipendenti, che invece di concentrarsi su ciò che la NATO ha combinato a Sirte, -secondo le menti bacate dei propagandisti NATO- aspetteranno di tornare ad ascoltare la voce di Gheddafi.

Naturalmente i giornalisti indipendenti non sono così idioti come gli imbecilli della NATO pensano. Evidentemente sono totalmente impazziti dalla frustrazione di rimediare una batosta dietro l’altra, visto che l’unica cosa che gli riesce è quella di sterminare dei civili innocenti…

Comunque la “morte” di Gheddafi sarebbe “provata” da questa foto (a seguire):
Vediamo se è il solito fotomontaggio o se è stato veramente ferito
(anche se fosse reale questa foto non proverebbe nè la sua cattura nè la sua morte)…

ALTRE NOVITA' SONO IN ARRIVO

Il capo militare NTC  Bel Haj ha confermato che il colonnello Gheddafi è stato ucciso. Il leader è morto per le ferite subite durante la sua cattura vicino a Sirte. In precedenza NTC aveva riferito che Gheddafi era stato catturato e ferito ad entrambe le gambe.

Il portavoce NTC ha detto ai media occidentali che il cadavere di Gheddafi presto sarà trasferito a Misurata. Il leader NTC Mustafa Abdel Jalil affronterà a breve la nazione libica. Secondo la Reuters, Gheddafi è stato ferito e catturato vicino a Sirte mentre cercava di fuggire su un convoglio che è stato attaccato dalla NATO. Un funzionario della Nato, dice che l'alleanza deve verificare i rapporti sulla cattura di Gheddafi. I funzionari della Casa Bianca dicono che stanno monitorando i rapporti, ma non possono confermare lo stato di Gheddafi. Un funzionario NTC, dice che il capo delle forze armate di Gheddafi, Abu Bakr Younus Jabr, è stato ucciso durante la cattura del leader libico.

RT News

Fonte: Libyan Free Press 20  Ottobre 2011
Traduzione delle News RT: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

mercoledì 19 ottobre 2011

La truffa del riscaldamento globale gestita dal governo e da Wall Street, mentre i contribuenti pagano il conto

di Jonathan Benson
Natural News
 
Da oltre 20 anni, il dogma del riscaldamento globale di origine antropica viene annunciato con grande fanfara come sostenuto da solide basi scientifiche e logica di base. Il risultato è stato un movimento globale di allarmismo pseudo-scientifico sul cambiamento climatico che cerca di risolverlo con truffe come la carbon tax a livello globale.

Ma un semplice grafico visivo messo insieme da Jo Nova dimostra come i governi, l'industria, e Wall Street siano stati dietro la truffa del riscaldamento globale per tutto il tempo, e come continuano ad utilizzare i dollari dei contribuenti per finanziare il progetto.

Nova lo chiama "La Macchina della Paura del Cambiamento Climatico", un ciclo continuo che deruba con l'inganno i contribuenti del loro denaro, per finanziare l'agenda del riscaldamento globale di origine antropica. Dietro questa agenda ci sono società finanziarie di Wall Street, fondazioni "verdi", e persino organizzazioni create appositamente per denigrare quelli che parlano contro il riscaldamento globale. E dopo aver ricevuto il "timbro" di approvazione da parte dei media mainstream, la disinformazione creata da questi gruppi viene spacciata alle masse come verità scientifica, anche se poco o niente è in realtà basato su solide basi scientifiche.

Potete visualizzare il grafico voi stessi a questo indirizzo:
(clicca per ingrandire)
climate-scare-machine-800 
Gli Apologisti del Cambiamento climatico hanno il monopolio sulla scienza

Molte delle formule, calcoli, studi, e altri dati citati come prova dei cambiamenti climatici sono stati smascherati come gravemente carenti nel corso degli ultimi anni. Ma poiché il problema è "sistemico" piuttosto che una "cospirazione", secondo Nova, questo monopolio della scienza e del pensiero scientifico sta strangolando ogni reale progresso verso la scoperta della verità sul cambiamento climatico. Di conseguenza, la teoria del riscaldamento globale artificiale viene ancora considerato come verità, nonostante la mancanza di prove credibili.

A peggiorare le cose, i pochi scienziati ed esperti del clima che hanno il coraggio di parlare contro il riscaldamento globale, con l'appoggio della vera scienza per sostenere le loro affermazioni, continuano ad essere ignorati o ridicolizzati dall'establishment. Semplicemente non c'è spazio per le teorie alternative, o qualsiasi tipo di prove che contraddicono la versione ufficiale, dopo tutto.

Come risultato, molti altri nel settore scientifico che la pensano allo stesso modo sono intimiditi dal parlare direttamente, per paura di perdere i finanziamenti o addirittura la loro carriera. Del resto, molti dei principali gruppi scientifici che studiano nell'ambito della scienza del clima sono finanziati dagli stessi interessi che spingono la teoria del cambiamento climatico artificiale.

Cosi, a meno che il sistema non subisca una massiccia revisione, quelli che hanno molto da guadagnare a spingere la teoria del cambiamento climatico di origine antropica continueranno a mandare avanti la loro agenda, e a monopolizzare il mercato della scienza del clima. E con una fornitura pressoché illimitata di dollari dei contribuenti per mantenere questo monopolio, ogni legittima indagine scientifica indipendente sul cambiamento climatico rimarrà nell'ombra.

Tra le fonti per questo articolo:

http://blog.heartland.org/2011/10...

http://joannenova.com.au/2011/10/...

Fonte: Natural News 19 Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

La storia si ripete: I falchi statunitensi volteggiano sull'Iran

Global Research
RT

Se le richieste di guerra contro l'Iran hanno lo scopo di placare gli alleati americani in Medio Oriente che non riescono a digerire le sue presunte ambizioni nucleari, sono un tentativo di riaffermare il predominio statunitense nella regione ricca di petrolio, o sono gli ultimi segni di un impero cadente che va all'attacco con abnegazione, coloro che anelano ad un nuovo mattino in America potrebbero benissimo accelerare il suo crepuscolo imperiale.

La storia sembra ripetersi mentre i falchi che hanno chiesto il rovesciamento di Saddam Hussein nel 2003  ora fanno tintinnare le sciabole per la guerra contro l'Iran. Ma perché  quelli che una volta chiedevano un Nuovo Secolo Americano restano irrimediabilmente bloccati nel passato?

In una bellicosa diatriba pubblicata nell'ultimo numero del Weekly Standard, il redattore capo, William Kristol, accusa l'Iran di avere il sangue dei soldati americani sulle mani. Sostenendo che la "forza" è l'unica lingua che il regime comprende, chiede al Congresso degli Stati Uniti di prendere in considerazione la possibilità "di autorizzare l'uso della forza contro le entità iraniane che facilitano gli attacchi contro le nostre truppe, contro l' IRGC (Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana) e altri elementi del regime che favoriscono il terrorismo e contro il programma di armi nucleari del regime."

In un Bollettino del Foreign Policy initiative (FPI) del 17 Ottobre, il direttore esecutivo Jamie Fly indica la stessa linea, proclamando:

"Fino ad ora, il presidente ha scelto di essere la sventurata vittima delle macchinazioni dell'Iran. E' tempo che il presidente Obama segua le orme dei suoi predecessori e si erga contro i tiranni che uccidono gli americani e minacciano i nostri interessi."

"E' ora di intraprendere un'azione militare contro gli elementi del governo iraniano che appoggiano il terrorismo e il suo programma nucleare. La diplomazia non è più una risposta adeguata".

Parlando a Fox News Lunedi, l'ex ambasciatore USA alle Nazioni Unite John Bolton ha detto che è "deplorevole" che l'Iran non tema una possibile risposta militare alla luce delle recenti accuse di un complotto omicida iraniano sul suolo americano. Con un po' di ironia, Bolton ha descritto anche la recente decisione del presidente Barack Obama di inviare 100 soldati in Africa centrale per arginare una crisi umanitaria perchè "dannosa per i nostri sforzi di preservare il nostro bilancio militare".

Non c'è da stupirsi che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad affermi che l'ultima accusa secondo cui l'Iran ha cercato di assassinare l'ambasciatore saudita negli Stati Uniti ricorda stranamente le affermazioni sulle armi di distruzione di massa che hanno fornito il casus belli per l'invasione dell'Iraq nel 2003.

"In passato l'amministrazione americana ha affermato che c'erano armi di distruzione di massa in Iraq. L'hanno affermato con tanta forza, hanno offerto e presentato la documentazione e tutti dicevano "sì, ci fidiamo di voi, ci crediamo'", ha detto Ahmadinejad in un'intervista in diretta alla televisione Al Jazeera.

Il motivo di allarme di Ahmadinejad potrebbe essere giustificato date le circostanze. Fin dal Discorso sullo Stato dell'Unione del 29 Gennaio 2002 di  George W. Bush, durante il quale l'Iran (insieme a Iraq e Corea del Nord) sono stati etichettati come "Asse del Male", gli arroganti politici neo-conservatori e alti funzionari del governo hanno tenuto il paese nel mirino. E proprio come per l'Iraq, il casus belli è mutevole e adattabile come l'opinione pubblica a cui si rivolge.

Kristol da parte sua è stato uno dei principali sostenitori del cambiamento di regime in Iraq, sottolineando la situazione in un libro del 2003, di cui è co-autore, dal titolo La guerra in Iraq: la tirannia di Saddam e la missione dell'America. Ma il suo desiderio di effettuare un cambio di regime in Medio Oriente nasce ancora prima.

In un articolo del Foreign Affairs del 1996, William Kristol, sfidando ciò che egli considerava "un tiepido consenso che accetta il declino del potere Usa nel mondo come inevitabile", chiese una politica estera neo-reaganiana che avrebbe perseguito un'"egemonia benevola" e "adoperato sfacciatamente la sua autorità ".

Nel giugno del 1997, William Kristol, insieme a diversi altri importanti neo-conservatori che avevano posizioni amministrative di alto livello nell'amministrazione Bush (tra cui Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Donald Rumsfeld e Elliot Abrams), per non parlare di suo fratello Jeb Bush, firmarono una dichiarazione di principi destinati ad inaugurare un'era serena di forza militare Americana e chiarezza morale. Questa dichiarazione di principi avrebbe definito il Progetto per un Nuovo Secolo Americano.

I quattro principi chiave proclamati erano per l'aumento delle spese per la difesa e la modernizzazione della forza militare, il rafforzamento dei legami con gli alleati democratici e la volontà di affrontare i regimi ostili agli interessi americani, la promozione della libertà politica ed economica all'estero, e la "necessità di accettare la responsabilità del ruolo esclusivo dell'America di preservare ed estendere un ordine internazionale favorevole alla nostra sicurezza, alla nostra prosperità, e ai nostri principi ".

Successivamente, il 26 gennaio 1998, il gruppo inviò una lettera all'allora presidente Bill Clinton, sollecitando la sua amministrazione a realizzare "una strategia per rimuovere il regime di Saddam dal potere."

La storia di quello che è successo quando una compiacente amministrazione Bush e i tragici eventi del 11/9 hanno fornito il pretesto per l'attuazione dell'attuale politica estera neo-reaganiana, è un terreno già molto battuto. La domanda è: perché lo stanno facendo di nuovo?

Secondo la maggior parte delle opinioni, le accuse contro l'Iran sembrano sfidare la logica. Scrivendo sul Time Magazine, l'ex ufficiale di stato maggiore della CIA  Robert Baer ha affermato che la trama, come descritta dal direttore dell'FBI Robert Muller era qualcosa che si potrebbe trovare in "una bruttissima sceneggiatura di Hollywood." Ha continuato dicendo che "niente di tutto questo è all'altezza dell'insuperabile abilità dell'Iran nella conduzione di omicidi".

Ma mentre l'idea di un iraniano-americano venditore di auto usate che tenta di organizzare un colpo contro l'ambasciatore dell'Arabia Saudita attraverso  un cartello della droga messicano non si intona con l'orgogliosa professionalità delle brigate al-Quds - un'unità speciale della Guardia Rivoluzionaria iraniana responsabile per le operazioni extraterritoriali - l'inverosimile storia sembra in abbinamento perfetto con l'immaginario americano. Una tale ricchezza di teatrale inventiva è stata già esibita precedentemente, in particolare, quando l'allora Segretario di Stato americano Colin Powell ha sollevato una fialetta e ha detto che poteva contenere antrace, parlando al Consiglio di sicurezza dell'ONU il 5 febbraio 2003.

Tuttavia, con il debito nazionale degli Stati Uniti a circa 15 miliardi di dollari, 1 milione di milioni di dollari in potenziali tagli di spesa per la difesa sul tavolo, e un recente rapporto effettuato dal Progetto di Ricerca Eisenhower alla Brown University che prevede che il costo della guerra in Afghanistan e in Iraq potrebbe raggiungere circa 4.000 miliardi di dollari, il pubblico americano avrà il coraggio o i mezzi per portare avanti un'altra guerra?

Considerando tutti questi fattori, il torbido mondo della realpolitik e del multilateralismo al quale molti neo-conservatori hanno contribuito spingendo aggressivamente l'America verso l'espansione imperialistica negli anni di Bush, mal si accorda con un'ideologia che vede il mondo secondo la logica binaria bene contro male. Kristol da parte sua, ha visto sprofondare l'America nel baratro durante un'epoca in cui il ​​dominio economico e militare degli Stati Uniti inaugurò il termine iperpotenza nella coscienza collettiva.

Ma mentre una radicata crisi economica limita la capacità degli Stati Uniti di proiettare il suo dominio militare e un decennio di guerra ha volatilizzato la sua valuta morale in tutto il mondo, è diventato chiaro che molti dei neo-conservatori che fanno pressione per la guerra contro l'Iran, ora in definitiva devono incolpare i loro stessi principali ideologi per il precipitoso declino dell'America. Se le richieste di guerra contro l'Iran hanno lo scopo di placare gli alleati americani in Medio Oriente che non riescono a digerire le sue presunte ambizioni nucleari, sono un tentativo di riaffermare il predominio statunitense nella regione ricca di petrolio, o sono gli ultimi segni di un impero cadente che va all'attacco con abnegazione, coloro che anelano ad un nuovo mattino in America potrebbero benissimo accelerare il suo crepuscolo imperiale.

Fonte: Global Research 12 Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com

martedì 18 ottobre 2011

La decimazione delle banche occidentali

MegaChip

Gli analisti economici del Global Europe Anticipation Bulletin (GEAB) producono collegamenti originali che uniscono in modi inaspettati i puntini della Grande Crisi. Abbiamo tradotto per voi la presentazione redatta da GEAB del Bollettino n. 58, incentrato sul tema della"decimazione delle banche occidentali". Al di là dell'effettiva capacità di predizione, sono interessanti le fonti e i collegamenti utilizzati, specie nelle note in coda all'articolo. Il tema richiamato ci spinge a rilanciare anche un recente commento di Giulietto Chiesa: «Deve essere chiaro che non accetteremo che altri denari siano regalati alle banche che sono già fallite. Se il mercato vale, allora devono fallire. Se non le lasciate fallire è perché il mercato non vale. Se il mercato non vale, non potete chiederci di pagare il debito.»

Come anticipato da LEAP/E2020, la seconda metà del 2011 vede il mondo continuare la sua inarrestabile discesa verso lo smembramento geopolitico globale caratterizzato dalla convergenza di crisi monetarie, finanziarie, economiche, sociali, politiche e strategiche.

Dopo il 2010 e l'inizio del 2011, che ha visto i miti di una possibile ripresa e dell'uscita dalla crisi crollare miseramente, è ora l'incertezza a dominare i processi decisionali degli Stati, proprio come le aziende e gli individui, generando inevitabilmente crescente apprensione per il futuro.

Il contesto si presta di per sé in modo singolare: esplosioni sociali, paralisi politica e/o instabilità, ritorno alla recessione globale, la paura sulla sorte delle banche, la guerra delle valute, la scomparsa di oltre 10mila miliardi di dollari in asset fantasma nel giro di tre mesi, la diffusa e crescente disoccupazione di lungo termine...

Oltretutto, è proprio questo mondo finanziario malato che sarà la causa della «decimazione (1) delle banche occidentali» nella prima metà del 2012: con la loro redditività in caduta libera, i bilanci in disordine, con la scomparsa di asset per trilioni di dollari, con gli Stati che spingono sempre più in direzione di una rigorosa regolamentazione delle loro attività (2), fino ad assoggettarle al controllo pubblico, e scontrandosi con una opinione pubblica sempre più ostile: ora il patibolo è stato eretto e almeno il 10% delle banche occidentali (3) dovranno transitare per questo passaggio nei prossimi trimestri.

Tuttavia, in questo ambiente, in apparenza sempre più caotico, emergono delle tendenze, le prospettive a volte appaiono positive ... e, cosa più importante, l'incertezza sarebbe molto inferiore a quanto si possa pensare, se solo si analizzassero i cambiamenti nel mondo per come si è strutturato dopo la crisi, anziché con i criteri del mondo prima della crisi.

In questo bollettino del GEAB, il nostro team presenta anche le sue previsioni sul "Rischio Paese" 2012-2016 per oltre 40 Stati, dimostrando che si possono illustrare le situazioni e individuare forti tendenze perfino in mezzo all'odierna "nebbia di guerra" (4).

In un tale contesto, questo strumento decisionale si sta rivelando assai utile tanto per il singolo investitore quanto per coloro che prendono decisioni nell’ambito dell’economia e della politica. Il nostro team presenta anche i cambiamenti nell’indice GEAB $ e le sue raccomandazioni (oro-valute-immobiliare), inclusi naturalmente gli strumenti atti a proteggersi dalle conseguenze dell’arrivo della "decimazione delle banche occidentali".

Per questo numero del GEAB, il nostro team ha scelto di presentare un estratto dal capitolo sulla decimazione delle banche occidentali nella prima metà del 2012.

Prima metà del 2012: decimazione delle banche occidentali

In realtà, sarà una decimazione tripla (5) che si concluderà con la scomparsa di una percentuale tra il 10 e il 20 per cento delle banche occidentali nel prossimo anno:

    - una decimazione del loro personale;

    - una decimazione dei loro profitti

    - e infine, una decimazione del numero delle banche.

Sarà accompagnata, naturalmente, da una drastica riduzione del loro ruolo e importanza nell'economia globale e influirà direttamente sugli istituti bancari in altre regioni del mondo e su altri operatori finanziari (assicurazioni, fondi pensione ...).

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Un esempio di dati bancari al momento di una crisi sistemica globale:
i risultati dello stress test di Intesa San Paolo rispetto ai suoi concorrenti europei
(e rispetto al primo caduto: Dexia)
(6)

Il nostro team potrebbe impostare questo argomento esattamente come di recente hanno fatto i media anglosassoni, il presidente degli Stati Uniti e i suoi ministri (7), gli esperti di Washington e Wall Street e, in generale, tutti i media mainstream (8), su tutti gli aspetti della crisi sistemica globale, vale a dire dicendo: «È colpa della Grecia e dell'Euro!».

Sarebbe ovviamente bello ridurre questa parte del GEAB a poche righe e trattenersi dal fare alcun accenno alle analisi sulle possibili cause riconducibili agli Stati Uniti, al Regno Unito o al Giappone. Ma, non certo a sorpresa dei nostri lettori, non sarà questa la scelta di LEAP/E2020 (9).

In veste di unico think tank che ha anticipato la crisi e previsto abbastanza precisamente le sue varie fasi, non rinunceremo di certo ad un modello di previsione che funziona bene, immune dai pregiudizi sebbene privo della possibilità di indovinare gli eventi [Non dimentichiamo che l'euro è ancora vivo e vegeto (10) e che Eurolandia ha appena completato la piccola impresa, in sei settimane, di mettere insieme i 17 voti parlamentari necessari a rafforzare il proprio fondo di stabilizzazione finanziaria (11)].

Così, anziché fare l’eco alla propaganda o al "pensiero prefabbricato" restiamo fedeli al metodo di anticipazione e aderenti ad una realtà che dobbiamo dapprima scoprire per poterla comprendere (12).

In questo caso, per secoli, quando si è pensato alle "banche" si è sempre pensato prima di tutto alla City di Londra e a Wall Street (13).

Et pour cause: Londra per oltre due secoli e New York per quasi un secolo sono state entrambe i due cuori del sistema finanziario internazionale e il covo per eccellenza dei banchieri più importanti del mondo. Ogni crisi bancaria globale (così come qualsiasi grande evento bancario), quindi, inizia e finisce in queste due città fin dai tempi in cui il moderno sistema finanziario globale è diventato un vasto processo di incessante riciclaggio della ricchezza (virtuale o reale) sviluppato da e per queste due città (14).

La decimazione delle banche occidentali che inizia e continuerà nei prossimi trimestri, un evento di proporzioni storiche, non può quindi essere compresa senza prima di tutto misurare e analizzare il ruolo di Wall Street e Londra in questa débâcle finanziaria. La Grecia e l'euro qui avranno senza dubbio un ruolo come abbiamo discusso nei precedenti bollettini del GEAB, ma essi costituiscono la miccia: il debito greco è l’avidità delle banche di ieri che sta esplodendo nell’arena pubblica di oggi, l'euro è la freccia del futuro che sta bucando il palloncino finanziario attuale. Queste sono le due “dita” che indicano il problema, ma non sono il problema. Questo è ciò che l'uomo saggio sa mentre lo stolto non lo sa, parafrasando il proverbio cinese (15).

In realtà, bisogna solo guardare a Londra e Wall Street per prevedere il futuro delle banche occidentali, dal momento che è solamente lì che il gregge bancario si riunisce ogni sera per venire ad abbeverarsi alla sua dose di dollari.

E la condizione del sistema bancario occidentale può essere misurata attraverso la variazione del numero di dipendenti delle banche, la loro redditività e quella dei loro azionisti. Da questi tre fattori si può direttamente dedurre la loro capacità di sopravvivere o di scomparire.

La decimazione del numero degli occupati in banca

Cominciamo con i numeri, allora! Qui il quadro è desolante per i lavoratori dipendenti del settore bancario (e ora anche per le "star del sistema bancario"): a partire dalla metà del 2011 Wall Street e Londra hanno costantemente annunciato licenziamenti in massa, diffusi nei centri finanziari secondari come la Svizzera e Eurolandia e nelle banche giapponesi. Un totale di diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro bancari sono scomparsi in due ondate: prima di tutto nel 2008-2009, poi fino alla tarda primavera di quest'anno. E questa seconda ondata sta gradualmente acquistando slancio con il passare dei mesi. Con la recessione globale in corso, il prosciugarsi dei flussi di capitale verso gli Stati Uniti e nel Regno Unito, a seguito dei cambiamenti geopolitici ed economici in corso (16), le enormi perdite finanziarie negli ultimi mesi e tutti i tipi di regolamenti che gradualmente "spezzano" il super-redditizio modello bancario e finanziario degli anni 2000, i capi delle grandi banche occidentali non hanno scelta: devono, a tutti i costi, tagliare i costi il più rapidamente e profondamente possibile.

Pertanto, la soluzione più semplice (dopo quella di sovraccaricare i clienti) è quella di licenziare decine di migliaia di dipendenti. Ed è quello che sta accadendo. Ma lungi dall'essere un processo controllato, vediamo che più o meno ogni sei mesi i dirigenti delle banche occidentali scoprono di aver sottovalutato la portata dei problemi e sono quindi obbligati ad annunciare ulteriori licenziamenti di massa.

Con la "tempesta perfetta" politica e finanziaria che si profila negli Stati Uniti per il prossimo novembre e dicembre (17), LEAP/E2020 anticipa una nuova serie di annunci di questo tipo ad iniziare dai primi mesi del 2012.

Gli “ammazza-costi” del settore bancario hanno alcuni buoni trimestri di fronte, quando vediamo la Goldman Sachs, anch’essa colpita direttamente da questa situazione, costretta a limitare il numero di piante verdi nei suoi uffici per risparmiare denaro (18). Anche se, dopo aver sradicato le piante verdi, sono di solito "gli scivoli rosa (pink slip)" (19) a fiorire.

La decimazione del numero di banche

In un certo senso, il sistema bancario occidentale sembra assomigliare sempre più all'industria siderurgica occidentale del 1970. Così i " padroni delle ferriere; pensando di essere i padroni del mondo (tra l'altro contribuendo attivamente allo scoppio delle guerre mondiali), proprio come i nostri "banchieri d'affari più importanti" pensavano di essere Dio (come l’amministratore delegato diGoldman Sachs), o come minimo i padroni dell'universo . E l'industria siderurgica è stata la "punta di diamante", l’«esempio economico assoluto» del potere per decenni. Il suo potere è stato misurato in decine di milioni di tonnellate di acciaio, proprio come il potere in miliardi di bonus per i dirigenti delle banche d'affari e dei commercianti negli ultimi decenni. E poi, in due decenni per l'industria dell'acciaio, in due/tre anni per le banche (20), l'aria è cambiata: l'aumento della concorrenza, il crollo dei profitti, i licenziamenti di massa, la perdita di influenza politica, la fine dei sussidi di massa e in ultima analisi, le nazionalizzazioni e/o ristrutturazioni che hanno dato vita ad un settore ridimensionato rispetto a quello che era al suo apogeo (21). In un certo senso, dunque, l'analogia si applica a ciò che si attende per il settore bancario occidentale per il 2012/2013.

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Variazioni di prezzo delle azioni (e, quindi, perdite) per i contribuenti britannici dopo l'acquisizione parziale di RBS e Lloyds da parte del Governo
Fonte: Guardian, 10/2011

Già a Wall Street nel 2008, Goldman Sachs, Morgan Stanley e JP Morgan hanno dovuto improvvisamente trasformarsi in "holding bancarie" per essere salvate. Nella City, il governo britannico ha dovuto nazionalizzare una grande fetta del sistema bancario del paese e in questi giorni il contribuente britannico continua a sostenerne i costi, perché i prezzi delle azioni delle banche sono di nuovo crollati nel corso del 2011 (22). Questa è anche una delle caratteristiche del sistema bancario occidentale nel suo complesso: questi operatori finanziari privati (o società quotate) non valgono praticamente nulla. La loro capitalizzazione in borsa è andata in fumo. Naturalmente questo crea un'opportunità per il contribuente per una nazionalizzazione a basso costo a partire dal 2012 perché è la scelta che sarà imposta agli Stati, negli Stati Uniti come in Europa o in Giappone.

Che si tratti, ad esempio, di Bank of America (23), Citigroup o Morgan Stanley (24) negli Stati Uniti, di RBS (25) o Lloyds nel Regno Unito (26), Société Générale in Francia, Deutsche Bank (27) in Germania, o UBS (28) in Svizzera (29), istituti fra i più importanti "too big to fail” (troppo grandi per fallire) falliranno. Saranno accompagnati da una fascia intera di banche medie o piccole come Max Bank che ha appena presentato istanza di fallimento in Danimarca (30).

Di fronte a questa "decimazione", le risorse degli Stati saranno presto insufficienti, soprattutto in questi tempi di austerità, di entrate fiscali basse e di impopolarità politica del salvataggio delle banche (31). I leader politici, quindi, devono concentrarsi sulla tutela degli interessi dei risparmiatori (32) e dei lavoratori (due settori che hanno ricevuto grandi promesse elettorali) invece di tutelare gli interessi dei dirigenti di banca e degli azionisti [due settori pieni di insidie elettorali, i cui precedenti nel 2008 ne dimostrano l’assoluta inutilità economica (33)]. Questo si tradurrà in un nuovo crollo dei prezzi delle azioni finanziarie (comprese le assicurazioni, considerate molto "vicine" alla situazione bancaria) e in un aumento delle turbolenze degli hedge fund, dei fondi pensione (34) e altri operatori tradizionalmente intrecciatissimi con il settore bancario occidentale. Non c'è dubbio che questo non farà che rafforzare la situazione recessiva generale, limitando il più possibile i prestiti all'economia (35).

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Il debito pubblico globale (1990-2010) (in% sul PIL, i tassi di cambio costanti 2010)
Fonti: BRI / McKinsey, 08/2011

Per semplificare la visualizzazione di questo grafico, si può dire che il mercato bancario occidentale, riducendo in modo significativo la portata e il numero di operatori in questo mercato, deve ridimensionarsi in modo proporzionale. In alcuni paesi, specialmente quelli in cui le grandi banche contano per il 70% o più del mercato bancario, ciò porterà inevitabilmente alla scomparsa di uno o l'altro di questi operatori molto grandi... checché ne possano dire i loro leader, gli stress test o le agenzie di rating (36). Se sei un azionista (37) o cliente di una banca che potrebbe crollare nella prima metà del 2012 ci sono, ovviamente, delle precauzioni da prendere. Offriamo una serie di raccomandazioni in questo bollettino. Se si è funzionari o dipendenti di un tale tipo di istituto, le cose sono più complicate perché ora pensiamo che sia troppo tardi per poter evitare i fallimenti in serie, e il mercato del lavoro bancario è saturo a causa dei licenziamenti di massa. Tuttavia, ecco un consiglio del nostro team se siete un dipendente in uno di questi istituti, se vi è stata fatta un'offerta interessante di dimissioni volontarie, fino ai prossimi pochi mesi accettatela, gli esuberi non saranno su base volontaria e saranno a condizioni molto meno favorevoli.

Note:

(1) La decimazione è stata una pena capitale militare romana che comportava la morte di un legionario su dieci quando l'esercito aveva mostrato codardia in battaglia, disobbedienza o comportamenti inappropriati. Il sistema romano di decimazione veniva effettuato tramite sorteggio.

(2) Regolamenti che tassano severamente le attività bancarie più redditizie. Fonte: The Independent , 2011/12/10

(3) Il nostro team crede che la percentuale si collocherà tra il 10% e il 20%.

(4) Nebbia di guerra a cui i media mainstream incidentalmente contribuiscono in larga misura invece di cercare di chiarire la situazione.

(5) Considerando la decimazione in senso lato, vale a dire un netto calo che può essere molto maggiore di quello dell’epoca romana del 10%.

(6) Per quanto riguarda LEAP/E2020, questo tipo di classificazione non prevede nulla giacché l’attuale shock ha intensità più alta e durevole delle ipotesi degli stress test. E questo vale anche per le banche degli Stati Uniti, naturalmente.

(7) Tutto considerato per quanto riguarda Barack Obama, in posizione difficile per le prossime elezioni presidenziali a causa dei suoi risultati economici disastrosi e la profonda delusione della maggior parte di coloro che hanno votato per lui nel 2007 a causa delle sue molte promesse non mantenute, deve a tutti i costi cercare di incolpare qualcuno o qualcosa per lo stato disastroso dell'economia e della società americana. Allora perché non la Grecia e l'euro? Quando questo non funziona più (in un paio di mesi), sarà necessario trovare qualcos'altro, ma la gestione miope è una specialità dell’amministrazione Obama; senza dubbio il suo segretario al Tesoro Timothy Geithner, fedelmente legato a Wall Street, troverà un'altra spiegazione. In ogni caso, non è colpa di Wall Street, possiamo almeno essere certi di questo. Altrimenti, l'amministrazione Obama tirerà sempre fuori il "fantasma dell'Iran" per cercare di distogliere l'attenzione dai problemi interni degli Stati Uniti. Per inciso, questa sembra essere la situazione attuale con la storia farlocca del tentato assassinio dell'ambasciatore saudita a Washington a opera di trafficanti di droga messicani pagati dai servizi segreti iraniani. Anche Hollywood si sarebbe fermata di fronte all'improbabilità di un tale scenario, tranne che per “salvare il soldato "Wall Street" e cercare di essere rieletto, non vale la pena di provare? Fonti: Huffington Post , 26/07/2011, NBC , 13/10/2011

(8) Questi “media mainstream” (finanziari o generalisti) hanno, infatti, una storia brillante nella previsione delle crisi. Vi ricordate li loro titoli nel 2006 che mettevano in guardia sulla crisi dei subprime nel 2007, annunciando l’”implosione” di Wall Street del 2008 e, ovviamente, all'inizio del 2011 parlando di un ritorno importante della crisi nell'estate 2011! Non vi ricordate? Non preoccupatevi, la vostra memoria è buona ... perché non hanno mai fatto dei titoloni nei giornali, non ci hanno mai avvertito di questi grandi eventi e delle loro cause. Quindi, se si continua a pensare che, come ripetono tutti i giorni, i problemi attuali sono causati “dalla Grecia e dall'euro", vuol dire che si pensa che siano improvvisamente diventati tutti onesti, intelligenti e perspicaci ... e che si deve quindi anche credere alla stessa maniera a Babbo Natale. È accattivante, ma non molto efficace per affrontare il mondo reale.

(9) Per lungo tempo, il nostro team ha continuato a sottolineare le difficoltà europee, anticipando piuttosto correttamente l'evoluzione della crisi nel «Vecchio Continente». Ma cerchiamo di non cadere vittima della sindrome dell’”albero europeo” che nasconde la foresta dei grandi problemi degli Stati Uniti e del Regno Unito.

(10) Un cenno di formazione: coloro che hanno scommesso sul collasso dell’euro un mese fa hanno di nuovo perso del denaro. Seguendo il ritornello della "fine della crisi dell'euro" che arriva circa ogni 4 mesi, non avranno più molto nelle loro tasche nel 2012. Mentre gli Stati Uniti per esempio non sono stati in grado di dimostrare la loro capacità di superare la contrapposizione tra repubblicani e democratici sul controllo del loro deficit.

(11) Mentre gli Stati Uniti, per esempio, non sono stati in grado di dimostrare la loro capacità di superare l'opposizione repubblicana e democratica sul controllo dei loro deficit.

(12) È spaventoso vedere la preoccupazione del G20 per l'euro, mentre la questione centrale del futuro è il dollaro. Ovviamente, l'enorme operazione di manipolazione dei media lanciata da Washington e Londra sarà riuscita ancora una volta a rinviare, per un certo tempo, la messa in discussione inevitabile dello stato centrale della valuta statunitense. Come anticipato dal nostro team, non ci si può aspettare nulla dal G20 fino alla fine del 2012. Si continuerà a parlare, far finta di agire e di ignorare di fatto le questioni chiave, quelle che sono le più difficili da mettere sul tavolo. I recenti annunci di un aumento delle risorse per il Fondo monetario internazionale sono parte di questo parlare a vuoto che non avrà un seguito perché i BRICS (gli unici in grado di aumentare i fondi del FMI) non finanzieranno un istituto in cui essi continuano ad avere solo un’influenza marginale. Nel frattempo, questi annunci fanno credere che c'è ancora un impegno comune per l'azione internazionale. L'allarme sarà tanto più doloroso nei mesi a venire.

(13) Se pensate alla Grecia è perché siete greci o siete un dirigente azionista di una banca che ha prestato troppo al paese negli ultimi dieci anni

(14) E in un certo senso anche per i due Stati interessati. Ma questo è già un punto controverso, e ampiamente discusso per quella materia, sapere se tali mercati finanziari sono una benedizione o una maledizione per gli Stati e le persone che li ospitano.

(15) "Quando un dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito"

(16) Tra la crescente integrazione di Eurolandia, che priva la città di mercati redditizi e più stretti legami economici, finanziari e monetari con il BRICS, bypassando Wall Street e la City, sono sempre più le quote di mercato finanziario globale in fuga da Londra e dalle banche di New York.

(17) Cfr. GEAB N ° 57

(18) Fonte: Telegraph , 19/08/2011

(19) Negli Stati Uniti lo «scivolo rosa» è un modo di dire che indica il licenziamento. Fonte: Wikipedia

(20) Ci vuole più tempo per riposizionare l'industria pesante che la scrivania di un venditore.

(21) Questa è, più o meno, la procedura seguita negli Stati Uniti e in Europa.

(22) Cfr. tabella qui sopra.

(23) Bank of America si trova sicuramente nel bel mezzo di una confluenza di grandi e crescenti problemi: ha subito una causa legale da 50 miliardi dollari per aver occultato le perdite per l'acquisizione di Merrill Lynch a fine 2008, una chiusura dei conti in massa da parte dei clienti a seguito della decisione unilaterale di imporre 5 dollari di costo aggiuntivo mensile per le carte bancomat, un guasto lungo e inspiegabile del suo sito web; una serie di processi che coinvolgono oltre ai subprime singoli proprietari ed enti locali, e la minaccia di mandare la Countrywide (che concede i mutui immobiliari ndr) in fallimento, un’altra delle sue acquisizioni nel 2008, per limitarne le perdite. Secondo LEAP/E2020, incarna la banca ideale degli Stati Uniti per uno scenario di crack tra novembre 2011 e giugno 2012. Fonti: New York Times, 27/09/2011; ABC, 30/09/2011; Figaro, 29/06/2011, CNBC, 30/09/2011, Bloomberg, 16/09/2011

(24) La banca statunitense che, nel 2008, ha ricevuto la più grande fetta di finanziamenti pubblici e che, ancora una volta, sta mettendo nel panico i mercati. Fonti: Bloomberg, 30/09/2011; Zerohedge, 2011/04/10

(25) Una delle banche più vulnerabili in Europa. Fonte: Telegraph, 14/10/2011

(26) che è essa stessa a non veder l'ora che le applichino un taglio nel suo rating. Fonte: Telegraph, 2011/12/10

(27) La banca tedesca leader, che è già esposta a un taglio del rating di credito. Fonte: Spiegel, 14/10/2011

(28) Anche UBS va verso un taglio del rating di credito. Fonte: Tribune de Genève, 15/10/2011

(29) Société Générale, Deutsche Bank e UBS hanno un punto in comune di particolare interesse: tutte e tre si precipitarono negli Stati Uniti "El Dorado" negli ultimi dieci anni, investendo come marinai ubriachi nella bolla finanziaria Usa (Deutsche Bank in subprime, mentre Société Générale in CDS e UBS in evasione fiscale). Oggi, non sanno come uscire da questo vortice che le spinge sempre più a fondo ogni giorno. En passant, ricordiamo che nel 2006, avevamo raccomandato che le istituzioni finanziarie europee si liberassero dai mercati statunitensi nel più breve tempo possibile, che ci apparivano alquanto pericolosi.

(30) Fonte: Copenhagen Post, 2011/10/10

(31) Anche la BBC, certamente segnata da tumulti nel Regno Unito nell'estate 2011, si pone una domanda, "impensabile" appena un anno fa, per il tipo di media che rappresenta: gli Stati Uniti si possono aspettare dei disordini sociali? Porre la domanda obbliga a una risposta. E in Europa, un paese come l'Ungheria, con un governo Social-nazionalista, ha accusato direttamente le banche, soprattutto quelle straniere, di essere responsabili della crisi di fronte al paese. Fonte: BBC , 20/09/2011; New York Times, 29/10/2011

(32) Di cui un numero sempre maggiore hanno cominciano a ribellarsi contro le pratiche del sistema bancario, soprattutto negli Stati Uniti dove le proteste contro Wall Street sono in crescita esponenziale, indebolendo le principali banche degli Stati Uniti giorno dopo giorno. Fonti: CNNMoney, 2011/11/10, MSNBC, 2011/10/11

(33) Ed è ancora peggio dell’inutilità economica dal momento che un recente studio ha dimostrato che le banche che hanno ricevuto dei finanziamenti pubblici hanno successivamente dimostrato di essere più inclini a fare investimenti rischiosi. Fonte: Huffington Post, 16/09/2011

(34) I fondi pensione pubblici degli Stati Uniti sono ora di fronte ad una voragine finanziaria stimata tra uno e tre trilioni di dollari. Saranno le autorità pubbliche degli Stati Uniti a scegliere se salvare le banche o i loro pensionati? Perché si stanno apprestando a fare questa scelta. Fonte: MSNBC, 23/09/2011

(35) Fonte: Telegraph, 2011/02/10

(36) Nessuna di queste banche sono in grado di resistere alla recessione globale e l’implosiva fusione di asset finanziari che saranno prevalenti nei prossimi mesi.

(37) Avremmo potuto anche sviluppare il punto sulla situazione a cui stiamo assistendo cioè al processo di «decimazione degli azionisti della banca».

Domenica 16 Ottobre 2011

Fonte: http://www.leap2020.eu/GEAB-N-58-is-available-Global-systemic-crisis-First-half-of-2012-Decimation-of-the-Western-banks_a7904.html.

Traduzione per Megachip a cura di Tullio Cipriano e Denzel Moskva.

Fonte: MegaChip 18 Ottobre 2011