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venerdì 21 ottobre 2011

L'uccisione di Gheddafi porta il criminale di guerra Tony Blair fuori dai guai

Dubbie relazioni d'affari e incontri segreti rimarranno riservati

di Steve Watson
Prisonplanet.com

blair-gaddafi L'assassinio di Muammar Gheddafi attraverso l'azione combinata di bombe NATO e ribelli affiliati di al-Qaeda sostenuti dagli Usa, serve a spazzare via una miriade di, diciamo, circostanze scomode . Forse le più incriminanti  tra queste sono le intime relazioni tra Gheddafi e il suo "buon amico" Tony Blair.

La morte dell'ex dittatore libico nega qualsiasi esigenza di un processo del Tribunale Internazionale delle Nazioni Unite, come per Saddam Hussein o Slobodan Milosevic. Così gli stretti rapporti d'affari e i numerosi incontri segreti di Blair con Gheddafi, durante il suo mandato come primo ministro britannico, e non solo, saranno tenuti lontani dal controllo pubblico.

Come riportato dal Telegraph di Londra appena il mese scorso, lo stretto rapporto di Blair con Gheddafi è stato posto ancora una volta sotto i riflettori, con la rivelazione che Blair ha incontrato privatamente il dittatore per un totale di sei volte dopo aver lasciato Downing Street nel 2007.

In due di queste occasioni, Blair è arrivato in Libia su un jet, noleggiato in privato dal regime di Gheddafi.

Cinque delle visite si sono svolte nei mesi precedenti al rilascio di Abdelbaset al-Megrahi, l'attentatore di Lockerbie. Si pensa che Blair sia stato utile agli affari di Gheddafi come mediatore  promettendo di fare pressione per il rilascio di al-Megrahi dalla prigione in Scozia.

Secondo l'indagine della squadra di documentaristi del britannico Channel 4, Blair ha incontrato l'ex capo di stato maggiore di Gheddafi Bashir Saleh Bashir nella sua casa londinese il 20 luglio 2009, appena un mese prima del rilascio di al-Megrahi.

Si ritiene che Gheddafi avesse minacciato di porre fine ai lucrosi accordi commerciali con la Gran Bretagna (che Blair aveva sigillato quando era primo ministro) riguardanti minerali, servizi finanziari e altri beni.

Il Telegraph di Londra ha anche scoperto i dettagli di un incontro tra i due uomini nel gennaio 2009, quando Blair stava agendo per conto della banca d'investimenti americana JP Morgan.

Secondo il giornale, la banca, che gestisce oltre un miliardo di dollari per conto della Libyan Investment Authority (LIA) stava "cercando di negoziare un accordo tra la LIA e una società gestita dall'oligarca russo Oleg Deripaska,"

"L'accordo multi-miliardario, che poi è fallito, prevedeva che la LIA fornisse un prestito alla Rusal, il più grande produttore mondiale di alluminio." ha riportato il Telegraph.

Dati i legami di Blair con il regime libico e il fatto che JP Morgan lo paga con 2.000.000 di sterline all'anno come consulente senior, si pensa che la banca abbia visto Blair come l'uomo perfetto per il lavoro.

Il vice presidente di JP Morgan, Lord Renwick, ha inviato una mail alla LIA nel dicembre 2008, cercando di "finalizzare i termini del mandato relativo alla Rusal prima della visita di Blair a Tripoli".

Un dirigente della LIA, parlando in condizione di anonimato, ha detto al Telegraph che i funzionari LIA furono informati che i "progetti" che avevano ricevuto l'ordine di realizzare venivano direttamente da Blair.

"Le visite di Tony Blair erano solo visite a scopo lobbistico per accordi bancari con JP Morgan",  ha detto il funzionario.

L'Ufficio di Blair nega di aver avuto a che fare con l'accordo proposto, e JP Morgan nega che Blair sapesse qualcosa dell'affare.

Alcuni  critici, tra cui il gruppo per la campagna anti-corruzione Global Witness, che hanno ottenuto l'e-mail e l'hanno trasmessa ai media, sostengono che i ruoli attivi di Blair come inviato di pace in Medio Oriente, fund-raiser in Africa e consulente aziendale per corporazioni giganti come JP Morgan, presentino un chiaro conflitto d'interessi.

Robert Palmer di Global Witness osserva: "E' difficile mettere insieme il ruolo di inviato di pace in Medio Oriente con gli affari con un tiranno".

Quando sono state trovate lettere al regime libico, da parte dei collaboratori di Blair, che riguardavano incontri d'affari nel 2008, è stato osservato con sospetto che siano state scritte su carta intestata "Ufficio del rappresentante del Quartetto", titolo formale di Blair come inviato in Medio Oriente per l'Unione europea, le Nazioni Unite, Russia e Stati Uniti.

Alla richiesta di spiegazioni da parte dei media, un portavoce di Ban Ki-moon, il segretario generale dell'Onu, ha dichiarato: "Sta a lui spiegare perché ha fatto questo".

Dopo un'altra visita in Libia nel febbraio 2008, Blair ha inviato una lettera molto personale al colonnello Gheddafi nella quale si è rivolto al leader libico come "Caro Muammar" Gheddafi e lo consigliava su quello che lui riteneva i progetti africani degni di investimento.

Lo stesso giorno, Blair ha inviato una lettera all'allora primo ministro libico Baghdadi al-Mahmoudi e al vice primo ministro Dr. Abdulhafid al-Zulaytini, ringraziandoli per "facilitare il mio incontro con il leader" e chiedendo loro di fargli sapere quando sarebbero andati a Londra.

Certamente, Blair ha trattato con Gheddafi, mentre era ancora in carica, in una serie di negoziati, i cui dettagli rimangono tranquillamente in ombra.

Nel 2004, Blair ha incontrato Gheddafi nella famigerata "Trattativa nel deserto" , durante la quale ha dichiarato che un nuovo rapporto era stato raggiunto tra la Gran Bretagna e la Libia. Ore dopo l'incontro, la Shell ha annunciato di aver firmato un accordo del valore di circa 550 millioni di sterline per l'esplorazione di gas al largo della costa libica.

All'inizio di quest'anno è stato rivelato che durante la riunione Blair aveva accettato di addestrare le forze speciali di Gheddafi e di fornirgli segreti sulle strutture di difesa e la tecnologia della NATO.

Secondo i termini dell'accordo, la Gran Bretagna si impegnava a "scambiare informazioni e opinioni sulle strutture di difesa, militari e organizzazioni di sicurezza; a scambiare visite di esperti e materiali stampati nel campo dell'istruzione militare e della scienza, a scambiare informazioni su concetti militari attuali e in sviluppo, principi e migliori pratiche, e la gestione di esercitazioni congiunte.''

L'accordo inoltre sottolineava che la Gran Bretagna aveva accettato di lavorare con il regime di Gheddafi nella "formazione dei processi di pianificazione operativa, formazione del personale, e di comando e controllo, formazione del personale nelle operazioni di sostegno alla pace, cooperazione nella formazione in materia di software, sicurezza delle comunicazioni, tecnologia e  funzione di apparecchiature e sistemi, scambio di informazioni e di esperienze sulle leggi sui conflitti armati, nonché l'acquisizione di apparecchiature e sistemi di difesa.''

Nel maggio 2007, due mesi prima di lasciare l'incarico, Blair ritornò in Libia per mediare altri enormi accordi di affari, inclusi un accordo petrolifero per 900 milioni di sterline per la BP e contratti per la difesa per 350 milioni di sterline.

Come parte della transazione, Gheddafi aveva chiesto un accordo sul trasferimento di prigionieri per aprire la strada al ritorno dell'attentatore di Lockerbie a Tripoli.

Blair è stato così vicino al regime di Gheddafi che, quando la NATO ha iniziato i bombardamenti aerei sulla Libia all'inizio di quest'anno, gli assistenti del figlio di Gheddafi, Saif, hanno supplicato Blair di venire in soccorso del regime .

"Lui è un operatore di pace in Medio Oriente, e dovrebbe essere in grado di utilizzare le sue capacità per la pace qui. Abbiamo bisogno della sua abilità diplomatica ora mentre ci prepariamo a schiacciare i nostri nemici." un alto funzionario libico ha detto ai media.

"E' tempo che la comunità internazionale porti la pace in Libia e Tony Blair potrebbe essere in prima linea in questo processo. Tony Blair è un buon amico che metterebbe il paese in una posizione di stabilità.", ha aggiunto, sottolineando che Blair si era incontrato ancora con "il Fratello Leader" nel 2010.

Blair ha rifiutato di rendere pubblica la piena portata dei suoi incontri in Libia, da quando si è dimesso da primo ministro. Con l'uccisione di Gheddafi, a quanto pare, i dettagli rimarranno ora perennemente riservati.

Fonte: Prisonplanet.com 19  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

martedì 22 dicembre 2009

Copenhagen: la lunga notte dei cervelli

cop15 Dentro e fuori Copehagen, le bugie e le ipocrise sono state vendute e svendute, da quelli ai quali non costavano niente.

A Copenhagen non si è concluso niente, dice qualcuno, perchè quell'accordo infame dei paesi ricchi contro quelli poveri, non risolverà i problemi del clima.

E' vero, l'accordo non prevede limiti di quantità e di tempo da rispettare, per le emissioni di quel "gas malefico e velenoso"
-CO2- che distruggerà la terra, con il suo "effetto serra". L'unica cosa prevista da quell'accordo, così come si legge sulla carta,  è che l'incremento della temperatura globale dovrà essere tenuto al di sotto dei 2° C, pena l'apocalisse.
Ogni paese potrà prendere le iniziative che vuole per abbassare i livelli di CO2 in atmosfera. Inoltre, i "paesi ricchi" dovranno pagare tasse per aiutare i "paesi poveri".

E' strano, però, che qualcuno possa davvero pensare che i 30 miliardi previsti entro il 2012 ed i 100 miliardi previsti entro il 2020, arriveranno ai popoli poveri. Quanto costeranno le burocrazie che avranno il compito di gestire quest'affare? A quale governante disonesto andranno questi soldi e quanti di questi soldi, arriveranno realmente ai popoli? Sappiamo solo che i soldi saranno raccolti da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale e questo dovrebbe già bastare a fugare ogni dubbio sulla reale destinazione di quei ricchi proventi.

Oltre a far circolare liberamente tante bugie sul falso "riscaldamento globale", a Copenhagen, di più non è stato fatto. Qualcuno ha sperato che il "grande" Obama che, come lui stesso ha detto una volta, scherzando(?), viene da Kripton per salvare il mondo, potesse davvero salvare le inutili trattative all'ultimo momento.

Chi ha sperato ha forse dimenticato che Obama, "premio nobel per la pace", ha mentito già una volta, quando ha vinto le elezioni, lanciando, a destra e a manca, promesse che non ha mai mantenuto.

Quello stesso "uomo di pace" ha dato ordine, all'inizio del suo mandato, di bombardare il Pakistan e ora,  ha intensificato la guerra in Afghanistan inviando altri 30.000 uomini. Dopo aver espresso la pia intenzione di voler eliminare le armi atomiche, una promessa impossibile da mantenere, si è rifiutato di firmare una moratoria per le mine anti-uomo.
Quell'"uomo di pace" che, tra le altre cose, ha rilanciato alla grande il programma "scudo spaziale", ha dichiarato, durante il "discorso a West Point" di voler allargare la guerra. 
E' di due giorni fa la notizia che l'eroe di Kripton, ha dato ordine di bombardare lo Yemen, per colpire i "soliti terroristi"; le bombe hanno ucciso 63 civili, tra i quali anche bambini.

Mi fermo quì perchè coloro che sanno cos'è davvero lo scudo spaziale, all'interno del programma Star Wars, non avrebbe dovuto, fin dall'inizio, sperare che i padroni del mondo (USA-Gran Bretagna-Europa) al servizio dei poteri forti (banche-multinazionali-complesso militare industriale), potessero davvero avere la sia pur minima intenzione di salvare il mondo.

Chi è coinvolto nella preparazione di nuove guerre "esotiche", condotte con l'ausilio di satelliti, reti e robots, e che permette un continuo inquinamento della nostra atmosfera con nanoparticelle di metalli pesanti ed altro,  non puo', neanche lontanamente, preoccuparsi di come finirà la terra, figuriamoci dei paesi poveri. Chi ha usato in guerra le armi sperimentali più nocive, per gli uomini e per l'ambiente, chi ha mandato in guerra gli SWARDS robots o i Droni Predator che, pensando di colpire Osama Bin Laden, hanno colpito solo qualche civile, non puo dichiararsi a favore dell'ambiente, è solo un'ipocrita e un bugiardo.

Non possiamo pensare che il  Dr Rajendra Pachauri, presidente del climate change panel delle Nazioni Unite, accusato di aver fatto una fortuna, per i suoi collegamenti con aziende di "carbon trading", possa davvero avere a cuore il nostro pianeta. Tanto meno possiamo pensarlo di Al Gore, Tony Blair, o di tutti quelli che, fondazione dopo fondazione, si stanno assicurando affari miliardari, con la scusa del pianeta che si scalda.
Saremmo ingenui o, peggio ancora, stupidi.

Tra questi, l'ineffabile Mr. Blair che, tra qualche settimana salirà sul banco degli imputati, nell’ambito dell’inchiesta sull’intervento militare in Iraq attualmente in corso in Gran Bretagna, ha altre "etiche" imprese al suo attivo.
Come dichiara il giornale  UK Daily Mail, il Sig. Blair sostiene una lobby internazionale, The Climate Group, che lavora con 50 compagnie internazionali, tra le quali BP, Coca-Cola e Nestlè.
All'inizio del mese, si è saputo che Mr Blair è stato pagato con parecchie sterline per appoggiare un impianto energetico alimentato da carburante fossile, di proprietà di un oligarca dell'Azerbaijan.
Pare che l'ex PM abbia guadagnato 15 milioni di sterline da quando ha lasciato l'incarico.

Eppure c'è chi, sapendo tutto questo, si è dichiarato deluso, affermando che l'accordo di Copenhagen è inutile. Ma davvero? Inutile per chi? Io penso che, invece, a Copenhagen sia stato fatto quello che "doveva" essere fatto: stabilire le basi per un controllo globale, attraverso strumenti illeciti.

Obama ha dichiarato che saranno utilizzati droni-spia a supporto delle regole per le emissioni di CO2 e Gordon Brown ed il presidente francese Nicholas Sarkozy, come riporta il Telegraph, stanno già lavorando alla proposta di un'"organizzazzione europea di monitoraggio", anche per altri paesi, naturalmente tutto a nostro vantaggio.
A loro non basta imporre altre tasse, a favore dei soliti noti, ci vogliono controllare, anzi, vogliono controllare il mondo.

Grazie a tutti i "cervelli in fuga" che hanno seguito la corrente, senza un minimo di spirito critico, ci riusciranno e, dopo, non avremo più un posto dove andare.