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domenica 5 dicembre 2010

Il Serraglio di Cancun: di serpenti, ratti e un cavallo di Troia

da JeffConant
Cross-posted from Global Exchange

atmospheric-geoengineering_cancun

Alla COP 16  in questa settimana, il tono è stato teso e difficile, sia all'interno dei negoziati nell'opulento Moon Palace a Cancun, che ai margini, dove si sono riuniti movimenti sociali, ONG e gruppi di popoli indigeni per alzare la voce in opposizione alle decisioni sempre più schiaccianti delle elites globali. Dopo l'irritante incontro  dello scorso anno a Copenaghen, e con l'eco della disfatta del 2003 del WTO che ancora persiste, Cancun, all'inizio della settimana era un accampamento armato. Tra i veicoli corazzati che pattugliavano l'esterno e il complicato ed estenuante percorso per arrivare da qualche parte vicino al suo interno,  è stato fatto un chiaro tentativo di emarginare la società civile, se non di neutralizzarla del tutto. Il titolo di un articolo del quotidiano messicano La Jornada la scorsa settimana ha riassunto lo stato d'animo con un gioco sul significato letterale del nome dato a questo paradiso artificiale dei Caraibi: Cancun è davvero un nido di serpenti.

Dopo un anno di dispute contenziose tra un oggetto inamovibile ed una forza inarrestabile - l'Accordo del popolo di Cochabamba ratificato da 35.000 persone lo scorso aprile, e l'accordo di Copenaghen, speronato da Stati Uniti, Cina, e un piccolo gruppo di colossi economici lo scorso dicembre - e con paesi di destra e sinistra che minacciano di abbandonare il Protocollo di Kyoto come topi da una nave che affonda, è più che chiaro che nessun accordo significativo verrà fuori a Cancun la prossima settimana. Ma, data la natura di un eventuale accordo che potrebbe essere raggiunto, la domanda pertinente potrebbe essere: e allora?

Entrando a Cancun, il ritornello da parte dei governi del Nord e dei media è stato che ci sono scarse aspettative per la COP 16.  Dagli Stati Uniti, per esempio, l'amministrazione Obama invierà i segretari per l'energia e l'agricoltura, dando prova di mancanza di volontà di muoversi attraverso un alto livello diplomatico, anche se lo scandalo diplomatico delle comunicazioni pubblicate da Wikileaks mina qualunque restante traccia di fiducia possa essere stata presente nella comunità internazionale. In risposta alle dichiarate 'basse aspettative', Pablo Solone, ambasciatore della Bolivia alle Nazioni Unite ha sottolineato in un articolo del britannico Guardian, "mi chiedo di quali aspettative stanno parlando? La realtà è che parlare di 'basse aspettative' è una manovra di un piccolo gruppo di paesi industrializzati per nascondere i loro obblighi di agire."

Mentre gli Stati Uniti ed altre potenze sembrano fare 'non abbastanza' sui cambiamenti climatici, in realtà  stanno facendo anche troppo - il blocco degli accordi, il bullismo verso le altre Parti,  l'attuazione di politiche militariste anti-immigrazione al fine di reprimere ulteriormente chi è costretto a fuggire dal collasso ambientale e sociale nel Sud del mondo, e fingendosi disponibili per il clima attraverso false soluzioni, come i biocarburanti, gli alberi GE (Genetically Engineered), e politiche molto dubbie come il progetto REDD (Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado).

REDD - una delle proposte politiche sul tavolo di Cancun - è indicativo della differenza tra Copenaghen e Cochabamba. Troppo complesso da spiegare quì in poche frasi, il progetto REDD propone di attribuire un prezzo alle foreste in base al valore della CO2 che catturano, al fine di conservare gli alberi, attribuendo ad essi più valore come alberi che non come legname. Un approccio fondamentalmente  basato sul mercato  per mitigare la crisi climatica, molte popolazioni indigene e gruppi di contadini, tra cui Via Campesina e la Rete Ambientale Indigena, vedono REDD come un cavallo di Troia che nasconde potenzialmente, nelle sue viscere bizantine,  il più grande furto di terra di tutti i tempi. Infatti, molti dei delegati indigeni con i quali ho parlato lo vedono sia  come  una violazione del sacro, che come prossima fase del genocidio al quale hanno sopravvissuto per secoli.

Quando infatti, i negoziatori degli Stati Uniti, ieri hanno proposto che il termine "i popoli indigeni", fosse sostituito nel testo di negoziato con le parole "gruppi indigeni" - annullando con un tratto di penna,  decenni di lavoro per ottenere diritti collettivi proprio per quelle persone più colpite e meno responsabili per la crisi climatica - è come se avessero offerto coperte contagiate dal vaiolo per negoziare.

Con il linguaggio dell'Accordo di Cochabamba messo interamente fuori uso dal testo negoziale, lasciando sul tavolo poco, tranne il fondamentalismo di mercato, con il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici che sta ora rivolgendo l'attenzione alla geoingegneria, nonostante la moratoria recentemente invocata a livello mondiale, con la politica torbida e gli accordi sottobanco in piedi per "l'impegno e il compromesso" richiesti dall'UNFCCC, e con i Federali armati che pattugliano le strade per intimidire e criminalizzare il dissenso, è francamente difficile capire come faremo ad arrampicarci per uscire dalla fossa dei serpenti.

Fonte: JeffConant 4 Dicembre 2010
Traduzione: Dakota Jones

martedì 22 dicembre 2009

Copenhagen: la lunga notte dei cervelli

cop15 Dentro e fuori Copehagen, le bugie e le ipocrise sono state vendute e svendute, da quelli ai quali non costavano niente.

A Copenhagen non si è concluso niente, dice qualcuno, perchè quell'accordo infame dei paesi ricchi contro quelli poveri, non risolverà i problemi del clima.

E' vero, l'accordo non prevede limiti di quantità e di tempo da rispettare, per le emissioni di quel "gas malefico e velenoso"
-CO2- che distruggerà la terra, con il suo "effetto serra". L'unica cosa prevista da quell'accordo, così come si legge sulla carta,  è che l'incremento della temperatura globale dovrà essere tenuto al di sotto dei 2° C, pena l'apocalisse.
Ogni paese potrà prendere le iniziative che vuole per abbassare i livelli di CO2 in atmosfera. Inoltre, i "paesi ricchi" dovranno pagare tasse per aiutare i "paesi poveri".

E' strano, però, che qualcuno possa davvero pensare che i 30 miliardi previsti entro il 2012 ed i 100 miliardi previsti entro il 2020, arriveranno ai popoli poveri. Quanto costeranno le burocrazie che avranno il compito di gestire quest'affare? A quale governante disonesto andranno questi soldi e quanti di questi soldi, arriveranno realmente ai popoli? Sappiamo solo che i soldi saranno raccolti da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale e questo dovrebbe già bastare a fugare ogni dubbio sulla reale destinazione di quei ricchi proventi.

Oltre a far circolare liberamente tante bugie sul falso "riscaldamento globale", a Copenhagen, di più non è stato fatto. Qualcuno ha sperato che il "grande" Obama che, come lui stesso ha detto una volta, scherzando(?), viene da Kripton per salvare il mondo, potesse davvero salvare le inutili trattative all'ultimo momento.

Chi ha sperato ha forse dimenticato che Obama, "premio nobel per la pace", ha mentito già una volta, quando ha vinto le elezioni, lanciando, a destra e a manca, promesse che non ha mai mantenuto.

Quello stesso "uomo di pace" ha dato ordine, all'inizio del suo mandato, di bombardare il Pakistan e ora,  ha intensificato la guerra in Afghanistan inviando altri 30.000 uomini. Dopo aver espresso la pia intenzione di voler eliminare le armi atomiche, una promessa impossibile da mantenere, si è rifiutato di firmare una moratoria per le mine anti-uomo.
Quell'"uomo di pace" che, tra le altre cose, ha rilanciato alla grande il programma "scudo spaziale", ha dichiarato, durante il "discorso a West Point" di voler allargare la guerra. 
E' di due giorni fa la notizia che l'eroe di Kripton, ha dato ordine di bombardare lo Yemen, per colpire i "soliti terroristi"; le bombe hanno ucciso 63 civili, tra i quali anche bambini.

Mi fermo quì perchè coloro che sanno cos'è davvero lo scudo spaziale, all'interno del programma Star Wars, non avrebbe dovuto, fin dall'inizio, sperare che i padroni del mondo (USA-Gran Bretagna-Europa) al servizio dei poteri forti (banche-multinazionali-complesso militare industriale), potessero davvero avere la sia pur minima intenzione di salvare il mondo.

Chi è coinvolto nella preparazione di nuove guerre "esotiche", condotte con l'ausilio di satelliti, reti e robots, e che permette un continuo inquinamento della nostra atmosfera con nanoparticelle di metalli pesanti ed altro,  non puo', neanche lontanamente, preoccuparsi di come finirà la terra, figuriamoci dei paesi poveri. Chi ha usato in guerra le armi sperimentali più nocive, per gli uomini e per l'ambiente, chi ha mandato in guerra gli SWARDS robots o i Droni Predator che, pensando di colpire Osama Bin Laden, hanno colpito solo qualche civile, non puo dichiararsi a favore dell'ambiente, è solo un'ipocrita e un bugiardo.

Non possiamo pensare che il  Dr Rajendra Pachauri, presidente del climate change panel delle Nazioni Unite, accusato di aver fatto una fortuna, per i suoi collegamenti con aziende di "carbon trading", possa davvero avere a cuore il nostro pianeta. Tanto meno possiamo pensarlo di Al Gore, Tony Blair, o di tutti quelli che, fondazione dopo fondazione, si stanno assicurando affari miliardari, con la scusa del pianeta che si scalda.
Saremmo ingenui o, peggio ancora, stupidi.

Tra questi, l'ineffabile Mr. Blair che, tra qualche settimana salirà sul banco degli imputati, nell’ambito dell’inchiesta sull’intervento militare in Iraq attualmente in corso in Gran Bretagna, ha altre "etiche" imprese al suo attivo.
Come dichiara il giornale  UK Daily Mail, il Sig. Blair sostiene una lobby internazionale, The Climate Group, che lavora con 50 compagnie internazionali, tra le quali BP, Coca-Cola e Nestlè.
All'inizio del mese, si è saputo che Mr Blair è stato pagato con parecchie sterline per appoggiare un impianto energetico alimentato da carburante fossile, di proprietà di un oligarca dell'Azerbaijan.
Pare che l'ex PM abbia guadagnato 15 milioni di sterline da quando ha lasciato l'incarico.

Eppure c'è chi, sapendo tutto questo, si è dichiarato deluso, affermando che l'accordo di Copenhagen è inutile. Ma davvero? Inutile per chi? Io penso che, invece, a Copenhagen sia stato fatto quello che "doveva" essere fatto: stabilire le basi per un controllo globale, attraverso strumenti illeciti.

Obama ha dichiarato che saranno utilizzati droni-spia a supporto delle regole per le emissioni di CO2 e Gordon Brown ed il presidente francese Nicholas Sarkozy, come riporta il Telegraph, stanno già lavorando alla proposta di un'"organizzazzione europea di monitoraggio", anche per altri paesi, naturalmente tutto a nostro vantaggio.
A loro non basta imporre altre tasse, a favore dei soliti noti, ci vogliono controllare, anzi, vogliono controllare il mondo.

Grazie a tutti i "cervelli in fuga" che hanno seguito la corrente, senza un minimo di spirito critico, ci riusciranno e, dopo, non avremo più un posto dove andare.