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domenica 21 aprile 2013

Perché il FMI non può affrontare la verità sul fallimento dell'euro?

Voci dall’estero

Sul Telegraph ci si interroga sul perché  il  FMI, invece di inchiodare i leader UE alle loro responsabilità,  continui a rassettare il ponte del Titanic mentre la nave affonda...

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di Jeremy Warner - Sono stato a Washington questa settimana per la riunione di primavera del Fondo Monetario Internazionale. Vorrei poter dire che si è vista la luce in fondo al tunnel, ma la realtà oggettiva è che siamo ancora in una depressione profonda. Mi dispiace usare luoghi comuni, ma mi vengono alla mente due espressioni: giocherellare mentre Roma brucia, e risistemare le sedie sul ponte del Titanic.

In "Le conseguenze economiche della pace", l'economista britannico John Maynard Keynes ha scritto che la sua scelta in qualsiasi negoziato o arbitrato era "dire la verità violenta e spietata", ma nelle discussioni di questa settimana non c'è stata nessuna dimostrazione in questo senso. Invece di affrontare le cause alla base del disastro economico attuale - il fallimento dell'euro - il dibattito si è incentrato su questioni marginali di bilancio e monetarie, come il ritmo troppo veloce del consolidamento fiscale nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Che il chief economist del FMI, Olivier Blanchard, e il suo direttore generale, Christine Lagarde, possano pensare che qualche allentamento dei cordoni della borsa fiscale nel Regno Unito siano misure adeguate e in grado di riportare alla crescita, quando in Europa è in corso una crisi così profonda, non è solo strano, è patetico. Ho già scritto sulle gravi carenze del FMI nell'affrontare la peggiore crisi economica dalla seconda guerra mondiale nell'edizione cartacea odierna del Daily Telegraph, ma c'è ancora molto da dire in proposito.

Invece di costringere i leader della zona euro ad affrontare la verità - che il loro progetto nella sua forma attuale sta facendo fallire non solo loro, ma l'intera economia mondiale - lo stesso FMI si affanna su questioni irrilevanti, come quella se nel Regno Unito ci sia lo spazio fiscale per un po' più di indebitamento al fine di alimentare la domanda. Peggio ancora, va avanti nel tentativo di sostenere ciò che chiaramente, nella sua forma attuale, rappresenta uno sforzo insostenibile.

venerdì 12 aprile 2013

Nuova eugenetica: la troika sa bene quello che fa

L'austerità ci ammala e ci uccide
di  Sergio Cararo
Contropiano 

austerityDalle previsioni del Fmi alla prestigiosa rivista scientifica "The Lancet" giungono conferme inquietanti: vogliono che moriamo prima e adottano misure economiche per raggiungere tale obiettivo.

Qualcuno lo dice più brutalmente qualcuno meno, ma la sostanza coincide. L'Oulook pubblicato esattamente un anno fa dal Fondo Monetario Internazionale scriveva esplicitamente: "I rischi connessi a un aumento dell'aspettativa di vita sono molto alti: se entro il 2050 la vita media dovesse aumentare di tre anni più delle stime attuali, aumenterebbero del 50% i già elevati costi dei sistemi di welfare”. Gli anziani malati? “Se lo vogliono, dovremmo consentirgli di morire in fretta” ha dichiarato tre mesi fa Taro Aso, ministro delle Finanze del Giappone, costretto poi a scusarsi pubblicamente dopo la gaffe sui giapponesi che “peserebbero” in modo eccessivo sulle finanze del paese, a causa delle spese ingenti per le cure mediche.

Si tratta di due indicatori – inquietanti ma chiarissimi – sul come la ristrutturazione complessiva dell'economia capitalista preveda anche morti e feriti, tanti, come in una guerra.

Quando la crisi è determinata dalla sovrapproduzione – innanzitutto di capitali e poi di merci – la regola di monsieur le capital punta esplicitamente alla distruzione degli eccessi di capitale. Non si chiudono solo le fabbriche ma si elimina anche il “capitale umano” in eccesso. Si tengono e mantengono solo i settori di popolazione funzionali alla produzione. Sul resto gli Stati devono “de-responsabilizzarsi” per ridurre i costi. Il capitale umano in eccesso e non più produttivo o funzionale (anziani, poveri, esclusi strutturali dal mercato del lavoro , popolazioni marginali) possono e debbono essere abbandonati a se stessi. La morte perde così ogni fatalità per diventare un fattore di razionalizzazione dei costi e di “igiene sociale”.

In passato a fare il lavoro sporco ci avevano pensato le guerre. Distruzione di capitali in eccesso in quantità notevoli: città e fabbriche distrutte, ponti, strade, ferrovie da ricostruire, popolazione decimata dai bombardamenti e dagli stenti.

Nell'epoca delle armi nucleari praticare questo terreno appare un po' più difficile. I rischi e le incognite sono troppo elevati anche per le classi dominanti. Meglio procedere con una guerra di classe condotta dall'alto e perseguita attraverso misure economiche che, magari più lentamente, producano lo stesso effetto.

giovedì 11 aprile 2013

Il popolo dei tunnel che vive sotto le strade d'America

di Michael Snyder
The Economic Collapse

tunnel people

Sapevate che ci sono migliaia e migliaia di persone senza fissa dimora che vivono sottoterra sotto le strade delle principali città degli Stati Uniti? Sta accadendo a Las Vegas, sta accadendo a New York City e anche a Kansas City. Mentre l'economia crolla, la povertà negli Stati Uniti sta letteralmente esplodendo e così i senza fissa dimora. Oltre alle migliaia di persone del "popolo dei tunnel" che vivono sotto le strade d'America, ci sono anche migliaia di persone che vivono nelle tendopoli, ci sono decine di migliaia di persone che vivono nei loro veicoli e ci sono più di un milione di bambini della scuola pubblica che non hanno una casa nella quale tornare di notte. Il governo federale ci dice che la recessione "è finita" e che "le cose stanno migliorando", eppure la povertà e i senza fissa dimora in questo paese continuano ad aumentare senza una fine in vista. Cosa succederà quando arriverà la prossima crisi economica?

Quando ho sentito che ci sono persone senza fissa dimora che vivono in una rete di tunnel sotterranei sotto le strade di Kansas City, sono rimasto assolutamente sbalordito. Ho dei parenti che vivono in quella zona. Non ho mai pensato a Kansas City come ad una delle città più difficili negli Stati Uniti.

Ma secondo il Daily Mail, la polizia ha recentemente scoperto una rete di tunnel sotto la città dove vivevano delle persone ..

Sotto le strade di Kansas City, ci sono profonde gallerie sotterranee dove un gruppo di vagabondi senza tetto viveva accampata.

Questi cosiddetti accampamenti per i senza tetto sono stati scoperti dalla polizia di Kansas City, che ha  sfrattato i residenti a causa dell'ambiente insicuro.

Le autorità hanno detto che queste persone vivevano nello squallore, con mucchi di immondizia e pannolini sporchi lasciati nelle zone boschive dei dintorni.

La parte più triste è il fatto che le autorità hanno trovato pannolini sporchi nelle zone vicino a questi tunnel. Questo deve significare che i bambini erano stati allevati in quel tipo di ambiente.

Purtroppo, questo  sta accadendo in tutto il paese. Negli ultimi anni, il popolo dei tunnel di Las Vegas ha ricevuto un bel po' di pubblicità in tutto il mondo. E' stato stimato che più di 1.000 persone vivono nella massiccia rete di gallerie inondate sotto la città ...

Nelle profondità sotto le luci scintillanti di Las Vegas si trova un sinistro labirinto abitato da ragni velenosi e da un uomo soprannominato The Troll che brandisce una sbarra di ferro.

Ma, sorprendentemente, i 200 chilometri di gallerie inondate sono anche la dimora di 1.000 persone che sbarcano il lunario in quel lungo ventre buio.

Alcuni, come Steven e la sua fidanzata Kathryn, hanno arredato la loro casa con notevole attenzione - il loro 'bungalow' di 400 piedi quadrati  vanta un letto matrimoniale, un armadio e persino una libreria.

Riuscireste ad immaginare di vivere in quel modo? Purtroppo, per un numero crescente di americani una "vita normale" non è più un'opzione. O sono costretti ad andare nei rifugi per senzatetto o devono cercare di guadagnarsi un'esistenza in proprio in qualunque modo possibile.

sabato 23 marzo 2013

Una cassaforte e un fucile, oppure una banca pubblica? La battaglia di Cipro

Voci dall'estero

Ellen Brown su Seeking alpha punta all'aspetto più cruciale della battaglia di Cipro: il tentativo di far passare i depositanti come dei creditori che devono sostenere le perdite, mentre i veri creditori la fanno franca.

cassaforte

"Se questi problemi diventano davvero gravi ... i piccoli risparmiatori porteranno via i loro soldi dalle banche e si procureranno una cassaforte e un fucile" - Martin Hutchinson a proposito del tentativo di incursione sui depositi bancari a Cipro della UE.

La confisca dei depositi è in preparazione da tempo. I depositanti degli Stati Uniti potrebbero essere i prossimi ...

Martedì scorso, 19 marzo, il Parlamento di Cipro ha respinto all'unanimità la proposta di un prelievo sui depositi bancari posta come condizione per un piano di salvataggio europeo. Reuters l'ha definita "una scioccante battuta d'arresto per il gruppo dei 17 paesi della moneta unica", ma potrebbe essere una splendida vittoria per la democrazia. Come ha detto Reuters, citando un pensionato di 65 anni, "La voce del popolo è stata ascoltata."

L'Unione europea ha avvertito che non avrebbe versato i €10 miliardi di prestiti del salvataggio, e la Banca Centrale Europea (BCE) ha minacciato di porre fine all'emergency lending assistance per le banche cipriote in difficoltà, a meno che i depositanti - compresi i piccoli risparmiatori – non condividano il costo del salvataggio.

La mossa del Parlamento Cipriota è audace, ma la battaglia non è ancora finita. Ora l'UE ha dato tempo a Cipro fino a lunedi per trovare i miliardi di euro necessari per aggiudicarsi un piano di salvataggio internazionale - o affrontare il minacciato collasso del suo sistema finanziario e la probabile uscita dalla zona dell'euro.

Lo schema di confisca pianificato da tempo

L'accordo sostenuto dalla "troika" - UE, BCE e FMI – è stato presentato come un evento unico, concepito come una misura di emergenza apposita per  questo caso estremo. Ma il piano di confisca è in gestazione da molto tempo, e non si limita a Cipro.

In un articolo del settembre 2011 pubblicato nel Bollettino della Reserve Bank della Nuova Zelanda dal titolo A Primer on Open Bank Resolution”, Kevin Hoskin e Ian Woolford hanno discusso di un piano molto simile di haircut, che, hanno detto, era nelle ipotesi già dalla crisi finanziaria asiatica del 1997. L'articolo fa riferimento alle raccomandazioni formulate nel 2010 e 2011 dal Comitato di Basilea della Banca dei Regolamenti Internazionali, la banca centrale delle "banche centrali" con sede in Svizzera.

L'obiettivo del piano, chiamato Open Bank Resolution (OBR) è quello di affrontare i fallimenti bancari quando sono così costosi che i governi non sono più disponibili a tirare fuori dai guai gli istituti finanziari. Gli autori hanno scritto che gli obiettivi primari dell'OBR sono i seguenti:

garantire che, per quanto possibile, le eventuali perdite siano in definitiva sostenute dagli azionisti della banca e dai suoi creditori ...

mercoledì 20 marzo 2013

Cipro boccia il prelievo sui depositi e chiede aiuti alla Russia

Il Parlamento rifiuta il piano di aiuti Ue e chiede a Mosca di intervenire, pena il default. Gli interessi in gioco sono molto più grandi di quello che si pensa

Investire Oggi

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Salvataggio di Cipro con ricatto? No grazie. Senza andare tanto per il sottile, il Parlamento cipriota ha bocciato la proposta vessatoria di Berlino sul prelievo forzoso dei conti correnti bancari elaborato dai ministri delle finanze dell’eurogruppo e dai tecnici del Fmi in cambio di aiuti per oltre 10 miliardi di euro. Uno schiaffo al rigore tedesco, alla politica del bastone e la carota della Merkel o un gioco di tattica e strategia politica per costringere la Russia a pagare dazio per aver sfruttato un paradiso fiscale all’interno della Ue? (Cipro verso un prelievo forzoso più leggero, la paura resta).

Già, perché il prelievo forzoso andrebbe a colpire soprattutto i depositi degli oligarchi russi (e non solo) che da sempre depositano capitali di dubbia provenienza nelle banche di Cipro (Cipro il falso problema, Europa e diritti cancellati le verità dei fatti).

Interessi russi a Cipro: una zona offshore nel cuore del Mediterraneo

Ma se questo è lo stato dell’arte, la situazione finanziaria dell’isola è sull’orlo del baratro con le banche che hanno bisogno di essere ricapitalizzate e il Tesoro che rischia la bancarotta con un debito/pil al 145%. In ballo c’è soprattutto un titolo di stato da 1,5 miliardi di euro, in mano soprattutto a banche tedesche e francesi, che dovrà essere rimborsato il 3 giugno e non può essere ristrutturato come avvenuto per la Grecia (essendo stato emesso sotto la legislazione inglese) e per il quale il Tesoro cipriota non ha soldi sufficienti da metter sul piatto. Bruxelles vorrebbe che a rifinanziare il debito fosse anche la Russia che dovrebbe intervenire per salvaguardare i depositi dei propri concittadini sottratti dalle casse di Mosca. Ma la Russia, d’altro canto, ritiene di non dover contribuire poiché anche le banche europee hanno tratto enormi vantaggi dalla posizione offshore di Cipro. Insomma, un braccio di ferro fra Berlino e Mosca che rischia di acuirsi se presto non si troverà una soluzione per Cipro che, a questo punto, potrebbe anche dire addio all’euro. Sacrificio che, sul piano economico, costerebbe all’Europa lo 0,2% del Pil, ma sul piano geopolitico e strategico avrebbe risvolti ben più pesanti.

lunedì 11 marzo 2013

Nel caso abbiate bisogno di altre prove che è stupido tagliare la spesa pubblica in un'economia debole ...

Voci dall’estero

Su Business Insider  la risposta empirica al dilemma tra austerità e politiche espansive nel bel mezzo di una recessione - se per caso ce ne fosse ancora bisogno...

auaterity

Esistono due approcci di base sul modo di stabilizzare la nostra pessima economia.

Il primo approccio si chiama "austerità".

La logica di questo approccio si basa sulla teoria che la nostra economia è pessima perché il nostro governo spende più di quanto incassa e il deficit che ne risulta crea "incertezza". Una volta che questo deficit spending sarà ridotto, secondo questa teoria, l'incertezza sparirà, e la fiducia tornerà. E quindi la nostra economia sarà in grado di riprendersi sul serio.

Il secondo approccio è chiamato "stimolo".

La logica di questo approccio si basa sulla teoria che la nostra economia è pessima perché i consumatori sono disoccupati e al verde e hanno pochi soldi da spendere. Dato che i consumatori hanno pochi soldi da spendere, continua questa teoria, il governo dovrebbe assumersi il compito di spendere in deficit fino al calo della disoccupazione e fino a che i consumatori non abbiano più soldi da spendere. Questa spesa pubblica, in altre parole, manterrà attiva la circolazione del sangue finché il paziente non sarà guarito.

Cinque anni fa, gli economisti erano bloccati in una feroce discussione su quale approccio fosse il migliore". Austerità" o "Stimolo".

Per fortuna, ora la questione ha avuto una risposta.

L'approccio dello "stimolo" è il migliore.

È importante sottolineare che questo problema non ha avuto solo una risposta teorica.

E' stata una risposta empirica.

domenica 10 marzo 2013

Il presidente greco mette in guardia dall”esplosione sociale’, di chi?

Aurora Sito 9 marzo 2013
Darkernet
6 marzo 2013

greece

Il presidente greco ha rilasciato una dichiarazione (vedi sotto) secondo cui si aspetta presto una ‘esplosione sociale’. Questo si combina con la dichiarazione, pubblicata su un blog lo scorso novembre, dell’ex ambasciatore greco in Canada. Entrambi sono sinceramente preoccupati che non vi siano elementi rivoluzionari o contro-rivoluzionari all’opera, o le loro dichiarazioni sono insincere e il governo greco sta preparando un giro di vite sulla sicurezza. Maggiori informazioni di seguito…

Due settimane fa abbiamo riportato l’ex ambasciatore greco in Canada, Leonidas Chrysanthopoulos, sostenere che sei società di sicurezza private, mercenari, erano state assunte dal governo ellenico per sorvegliare la polizia e il personale a protezione del governo. Nel blog si indicava specificatamente la Blackwater (in seguito ribattezzata Xe, quindi Academi). L’articolo riceveva oltre 15.000 visitatori in 36 ore, di cui quasi 5000 solo da Facebook, così come 35 commenti da tutto lo spettro politico. E’ stato anche ri-bloggato più volte (nel complesso, si stima circa 30.000 visitatori in tre giorni).

Il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo, Academi ha rilasciato una dichiarazione (al New Statesman, che aveva anche pubblicato un articolo basato sulle indicazioni di Chrysanthopoulos) negare che fosse una delle sei società di sicurezza. Tuttavia, è interessante notare un altro articolo su come la Blackwater sia piuttosto esperta nel sfuggire alle accuse e nel coprire le proprie tracce, quindi, forse a questo punto non dobbiamo giungere ad una qualche conclusione in merito. Tuttavia, riteniamo che il governo greco abbia la responsabilità di chiarire: a) i nomi delle società di sicurezza private assunte e b) il loro ruolo preciso.

Tornando alla recente dichiarazione del presidente greco Karolos Papoulias ha detto che temeva che il saccheggio governativo dei contribuenti farà saltare in aria il Paese. “Saremo di fronte a una esplosione sociale, se aumenterà la pressione sulla società“, ha aggiunto. Questo è esattamente ciò che Chrysanthopoulos aveva detto, qualche mese prima. Abbiamo anche messo in guardia da una possibile ‘strategia della tensione’, in cui gruppi di estrema destra (come i terzaposizionisti in Italia e all’estero negli anni ’80), crearono il caos per incoraggiare la legge marziale, o almeno accresciute misure di sicurezza.

venerdì 22 febbraio 2013

Il giullare d’Europa e quella stupida prova di cui (non) abbiamo bisogno

E’ allora che Gladwell esclama, schifato: “e se ti chiedono le prove, digli che non ce n’è bisogno. A volte le prove sono solo una parola per far soffrire la gente”. E ancora: “c’è questa strana catena di indifferenza che si osserva verso la sofferenza altrui …”, che impedisce di agire, anche di fronte alla più smaccata evidenza.

Gustavo Piga

giullareDentro il modello economico della Commissione europea, incastrato tra due complicate equazioni, c’è un piccolo giullare, sorridente. Come quello che vedete nella fotografia.

Il suo status? Asservito all’elite di Bruxelles. Il suo compito? Ridare slancio ed allegria alle sempre più nere previsioni della Commissione, uscite, oggi, come ogni trimestre.

E dunque eccolo di nuovo qui, ad aiutare un re-padrone in difficoltà, obbligato a spiegarci come sia possibile che solo 3 mesi fa la sua previsione di crescita 2013 per l’area euro era +0,1% ed oggi è di -0,3%, facendo entrare formalmente l’economia dell’area per il  secondo anno consecutivo in recessione, come l’Italia.

Il piccolo giullare deve giustificare, come per tutti i modelli economici, l’impossibile: ovvero che tutto ritornerà a splendere, se si seguiranno i consigli del re-padrone, non quest’anno, ma … l’anno prossimo.

Ma certo, perché no, il 2014. Visto che doveva essere il 2013, ma chissà perché non lo è stato, l’anno della ripresa, allora adesso annunciamo urbi et orbi che c’è poco da temere. Verrà, siate pazienti, verrà. Nel 2014.

E qui il giullare si infila nel modello econometrico per dare scientificità a tali asserzioni.

Quali le cause del disastro 2013? La domanda interna, inesistente, i cui effetti recessivi sono stati soltanto in parte compensati dalla positiva performance dell’export fuori dall’area euro.

Allora un buon economista si dovrebbe porre la domanda ovvia: ma chi ci dice che nel 2014 la domanda interna migliorerà e l’export fuori area euro terrà come ha tenuto quest’anno?

Semplice. La risposta ce l’ha pronta il giullare, al lavoro sugli ingranaggi dei modelli per fargli sputar fuori non la risposta economicamente giusta, ma quella politicamente corretta.

E così scopriamo che nel 2014 … gli investimenti e i consumi riprenderanno con vigore. Ohibò. E come mai?

Ma certo, basta leggere: perché “l’incertezza si diraderà, la fiducia ritornerà e l’aggiustamento comincerà a dare i suoi frutti”. Nulla di scientifico, solo ipotesi ad hoc. Fuffa. Imbarazzante fuffa. E’ ovvio che nell’attuale clima nessuno nel 2014 avrà maggiore fiducia. Ci vuole ben altro.

venerdì 15 febbraio 2013

La tragedia greca parla da sola

di Monia Benini
Teste Libere

La Grecia, oggi. Poche scarne notizie sulla stampa estera, sfuggite dalle fitte maglie del controllo, ma i viaggi ad Atene, le testimonianze di scrittori, economisti, rappresentanti di movimenti di protesta, o di semplici cittadini, forniscono un quadro drammatico della Grecia, che non ha bisogno di forzature. Perché la realtà è già sin troppo tragica.

Fonte: Teste Libere

sabato 12 gennaio 2013

Iperliberismo, vera causa del declino economico dell’Unione europea

Uno studio realizzato per conto della Commissione Ue rivela il divario economico crescente tra gli Stati membri, provocato dalle misure di vera e propria macelleria sociale richieste dalla troika

di Andrea Perrone
Rinascita

homeless

La Commissione europea lancia l’allarme: I popoli europei sono sempre più poveri e cresce il divario economico tra gli Stati membri dell’Ue. La crisi economica, che ha evidenziato come la distruzione dei diritti sociali di milioni di persone, sta contribuendo ad una povertà crescente e ad un divario tra gli Stati membri, come hanno confermato i Soloni europei.

I più colpiti sono i giovani, le donne e le madri disoccupate dei singoli Stati membri prevalentemente situati a est e a sud dell’Unione. “La maggior parte dei sistemi assistenziali ha perso la capacità di proteggere i redditi delle famiglie dagli effetti della crisi”, ha commentato il commissario Ue all’Occupazione Laszlo Andor ai giornalisti presenti a Bruxelles. Una verità inoppugnabile provocata dalle scelte della stessa Commissione Ue e dai diktat della Bce, che insieme al Fondo monetario internazionale hanno imposto misure da vera e propria macelleria sociale ai Paesi in crisi in cambio di prestiti a tassi d’usura. Ma questo il commissario europeo non ha avuto il coraggio di denunciare, preferendo rimanere nel vago, piuttosto ha chiesto l’adozione di misure contro la disoccupazione e a favore dei non abbienti, il cui numero è ormai in crescita esponenziale.

sabato 29 dicembre 2012

Charming thirteens (Gli affascinanti 13)

di Stefano Davidson
Informare per Resistere

affascinato

E’ incredibile constatare che comunque vadano le cose, qualunque cosa succeda emerga sempre e costantemente la solita incapacità totale da parte di “Sua Rigidità” di evitare di pensare che tutto quanto ruoti solamente intorno a se stesso e alla sua “magnifica presenza” con pettinino annesso.

Mi chiedo infatti come possa un essere umano (e qui qualcuno già avrà da ridire, soprattutto dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa del presidente russo Medvedev sulla presenza degli alieni tra di noi), che si immagina avere – o quantomeno poter simulare, una parvenza di responsabilità, assennatezza, magari anche un po’ di sensibilità – rilasciare una dichiarazione come quella “sparata” senza ritegno appunto dal bocconiano varesino:

“Grazie di avermi permesso di concludere qui questi difficili, MA AFFASCINANTI 13 mesi” seguìta addirittura da una battutaccia degna di un bambinetto delle scuole elementari (e nemmeno di quelli più intelligenti) “Un anno fa questo esecutivo era al varo, oggi invece, NON PER COLPA DELLA PROFEZIA MAYA, dovremo terminare il ruolo”.

Ok. Allora, definire affascinante:

affascinante agg. [part. pres. di affascinare 1]. – Che affàscina, incantevole: donna a., di un’a. bellezza; sguardo, sorriso, parole a.; spettacolo, musica a.; che attrae fortemente: un progetto, una prospettiva affascinante.

Vorrei capire cosa Mario Monti ha trovato di affascinante in questi 13 mesi a parte il luculliano pasto che ha servito al suo insaziabile narcisismo egocentrico mentre si pavoneggiava, sostenuto dai suoi “burattinai” (senza i quali ovviamente non saprebbe, come ogni burattino, nemmeno reggersi in piedi), a fare l’incostituzionalmente eletto Capo di Governo, ciarlando con le varie Merkel, Sarkozy prima, Hollande poi, Van Roompuy, Barroso, tramando con il suo “padrino” Napolitano e il suo “compare” Mario Draghi.

Vorrei sapere cosa c’è stato di affascinante nel vedere i propri concittadini cadere sotto i suoi stessi colpi, vedere la res pubblica sfasciarsi come mai, vedere imprese chiudere al ritmo di 1000 (MILLE!!!) al giorno.

lunedì 24 dicembre 2012

Giulio Sapelli: ”Andiamo incontro all’icerberg – L’Euro è una pazzia”

Oltre la Coltre

giulio-sapelli_h_partbdi Roberto Santilli

L’AQUILA – “Le dimissioni di Monti sono uno strappo costituzionale. Avrebbe dovuto attendere un voto di sfiducia, così invece alimenta una tendenza sovversiva tipica delle classi dominanti italiche, mancando di rispetto allo stesso dettato della Carta”.

Ci mancava pure questa. Con il recente abbandono del premier, Mario Monti, e il ritorno in politica dell’ex ‘disarcionato’ Silvio Berlusconi, si apre l’ennesima bagarre all’italiana a qualche mese dalle elezioni del 2013.

Eppure, l’economista Giulio Sapelli non smette di guardare in alto, precisamente in quel luogo chiamato Banca centrale europea governata dall’italiano Mario Draghi (“messo lì da Timothy Geithner, ministro del Tesoro degli Usa,” aveva chiarito in una trasmissione televisiva il professore, in riferimento alla paura degli americani che l’Europa vada a scatafascio, “come andrebbe se la cancelliera tedesca Angela Merkel avesse il potere assoluto”).

Perché, di sicuro, la moneta e il sistema Euro non sono più visti come simboli di prosperità economica. “A cascata”, i danni saranno pressoché irreparabili, annunciano gli esperti come Sapelli.

E L’Aquila, l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna terremotati, per restare a due dei tanti drammi di casa, sono già dentro fino al collo. Dai primi scricchiolii alla condanna sdoganata negli ultimi tempi anche da chi non apparteneva alla schiera degli euroscettici il passo non è stato breve ma molto sofferto, poiché in tutti gli angoli dedicati all’economia, tra politica e media, l’Unione europea aveva generalmente goduto di una certa fiducia, “pompata” lungo il decennio segnato dalla “moneta senza patria e senza politica” che ha tolto di mezzo la vecchia lira.

martedì 11 dicembre 2012

La dittatura dello spread e il programma della shock economy in Italia

di Piero Valerio
Tempesta Perfetta

Allegoria del Buon Governo_Lorenzetti

Ieri è stata una giornata di fibrillazione e passione in Italia: tutti gli occhi degli analisti, degli opinionisti e degli organi di informazione erano puntati sull’andamento dello spread, che dopo essere sceso nei giorni scorsi intorno ai 300 punti base, è risalito sopra quota 350 punti base. L’indice di Piazza Affari è crollato di -2,21%. I titoli bancari sono andati a picco. L’Italia si è avvicinata di nuovo pericolosamente al cosiddetto baratro. Visi preoccupati dappertutto, catastrofismo a fiotti, paura sparsa a piene mani e raffiche di dati allarmanti. Persino il Vaticano ha ritenuto opportuno pronunciarsi, per bocca del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Bagnasco: “La casa brucia. Irresponsabile chi pensa a sé. Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno. Monti? Errore non avvalersene in futuro”. Ma cosa è accaduto di così straordinariamente minaccioso per l’Italia? Come mai la propaganda di regime italiana si è mossa all’unisono con tanta aggressività e compattezza? E’ accaduto un fatto normalissimo. Uno dei partiti di maggioranza, il PDL, che appoggiava il governo dei banchieri guidato da Monti ha avuto l’insolenza di dire la verità: tutti i dati economici, dal PIL, all’occupazione, alla produzione industriale, ai consumi, ai risparmi, al debito pubblico, alla pressione fiscale sono peggiorati dopo un anno di governo Monti, e quindi il PDL ha preferito non garantire più il suo sostegno incondizionato. Cosa c’è di tanto strano in tutto questo? Niente. E’ una normalissima dinamica democratica che si ripete da sempre in tutti i paese che possono ancora reputarsi tali. Tuttavia nello stato di diritto di eccezione in cui si trova incastrata da anni l’Italia all’interno dell’eurozona, commissariata di fatto dai "mercati" finanziari, ogni azione, che abbia una lontana parvenza di democraticità, diventa incredibilmente pericolosa e delicata.

lunedì 3 dicembre 2012

Svegliatevi! 11 fatti che mostrano che l'Europa si sta dirigendo verso una depressione economica

di Michael Snyder
The Economic Collapse Blog

Europe-Is-Heading-Into-An-Economic-Depression

L'Europa non si sta dirigendo solo verso un'altra recessione. La verità è che l'Europa si sta dirigendo verso una devastante depressione. L'economia dell'UE è in realtà più grande dell'economia degli Stati Uniti, e sta crollando davanti ai nostri occhi. Le cose continuano a peggiorare in Europa, eppure in qualche modo le autorità europee continuano ad insistere sul fatto che tutto andrà "bene". Beh, niente va "bene" in Europa in questo momento. La disoccupazione nella zona euro ha appena raggiunto un altro nuovo livello record. In alcune nazioni d'Europa, il tasso di disoccupazione è già nettamente superiore a qualsiasi cosa gli Stati Uniti abbiano sperimentato durante la Grande Depressione del 1930. I funzionari in tutta Europa stanno cercando di tenere insieme il sistema finanziario europeo con del nastro adesivo e la preghiera, ma potrebbe cadere a pezzi da un momento all'altro. L'Europa ha un sistema bancario molto più grande di quello degli Stati Uniti, per cui quando si verificherà un crollo finanziario in Europa, interesserà l'intero globo. Purtroppo, la maggior parte degli americani non prestano molta attenzione a gran parte di tutto quello che sta accadendo in Europa. Tendono a pensare che gli Stati Uniti sono il centro dell'universo e che fino a quando staremo bene  noi tutto andrà bene. Beh, tutte quelle persone che non stanno prestando attenzione devono svegliarsi. Tanto per cominciare, l'economia degli Stati Uniti è sicuramente in declino. In secondo luogo, l'economia europea sta implodendo proprio davanti ai nostri occhi e l'Europa finirà per trascinare con sé il mondo intero.

I seguenti sono 11 fatti che dimostrano che l'Europa si sta dirigendo verso una depressione economica ...

martedì 27 novembre 2012

ll BIG BANG che ha portato all'attuale "crisi": Keiser Report Intervista Ian Fraser

“Ian Fraser: abbiamo un regime di regolamento del mercato molto debole qui nel Regno Unito ma non e’ cosi’ solo da noi. C’era una connivenza tra l’FSA (Regolatore UK), la Banca d’Inghilterra e le banche.

L’FSA non effettuo’ determinate indagini nemmeno di recente e persino dopo alcune dichiarazioni fornite da un ex dipendente di Barclays.

Max Keiser: Anche nel Financial Times si leggeva qualcosa del genere cioè: beh, si hanno commesso dei crimini ma hanno salvato il sistema dal crollò. E’ una risposta legittima secondo lei?

Ian Fraser: No, secondo me non c’è alcuna scusa quando si commettono crimini. E persino se ci furono tempo fa delle sanzioni da parte di Paul Tucker ed altri, non si possono giustificare secondo me. 

giovedì 22 novembre 2012

Come distruggere il futuro di un paese: la morte delle piccole aziende agricole a vantaggio delle corporazioni

Stanno rendendo quasi impossibile lasciare una fattoria o un'impresa ai vostri figli
di Michael
The Economic Collapse

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Se avete una fattoria o una piccola impresa, vorreste trasmetterla ai vostri figli quando morirete? Beh, a meno che il Congresso non faccia qualcosa, diventerà molto, molto più difficile a partire dal prossimo anno. In questo momento, c'è esenzione fiscale sul patrimonio fino a  5 milioni di dollari e qualsiasi cosa li superi viene tassato al 35 per cento. Ma il 1° gennaio, l'esenzione scenderà a 1 milione di dollari e l'aliquota salirà al 55 per cento.

Molti liberal sono entusiasti di questo, perché credono che il governo manderà a fondo persone ricche come Warren Buffett e Bill Gates. Ma la verità è che un sacco di aziende agricole, allevamenti e  piccole imprese saranno assolutamente devastate da questa modifica della legge fiscale. Oggi, ci sono molti agricoltori e allevatori che non hanno molto denaro, ma risiedono su pezzi di terra che valgono milioni di dollari. Secondo l'American Farm Bureau, circa il 97 per cento di tutte le aziende agricole e allevamenti degli Stati Uniti sarà soggetto alla tassa di proprietà, se l'esenzione sarà ridotta solo ad un milione di dollari. Ciò significa che i figli di questi agricoltori e allevatori si troveranno di fronte ad una scelta molto crudele quando sarà il momento di ereditare queste aziende agricole e allevamenti.

In entrambi i casi dovranno sborsare abbastanza soldi per pagare al governo circa la metà di quello che l'azienda o ranch vale, oppure vendere la fattoria o ranch che magari appartiene alla loro famiglia da generazioni. Inutile dire che, la maggior parte delle famiglie agricole non ha tutti quei soldi contanti. La maggior parte di loro li guadagnano a mala pena di anno in anno. Quindi questa modifica della legge fiscale accelererà notevolmente la morte della fattoria di famiglia in America. Questo devasterà anche molte piccole imprese a conduzione familiare. Molte piccole imprese non guadagnano molti soldi, ma hanno fabbricati, terreni o beni per un valore di milioni di dollari. I figli che avrebbero voluto continuare la tradizione di famiglia saranno costretti a vendere a causa del pesante disegno di legge fiscale di Zio Sam. Si tratta di una crudeltà insidiosa, che mostra quanto sia diventato corrotto il nostro sistema.

martedì 20 novembre 2012

Fiscal cliff, l’economia Usa sull’orlo del burrone?

Sbilanciamoci.info

fiscal cliffLe cause e le conseguenze del buco di bilancio degli Stati Uniti e delle politiche che si preparano ad affrontarlo. Se l’austerità sbarca in America, la recessione diventa inevitabile

L’inizio del secondo mandato di Obama non sarà certo dei più facili. I Democratici hanno mantenuto il controllo del Senato ma i Repubblicani sono ancora in maggioranza al Congresso e questo vuol dire che, una volta di più, che il Presidente dovrà trovare un compromesso con il Great Old Party per far passare i suoi provvedimenti. Ed il primo test sarà il tanto temuto fiscal cliff.

La politica e il debito in America

Vediamo l’antefatto: un anno e mezzo fa, nell’estate del 2011, il debito americano veniva affossato da Standard&Poor’s che toglieva la tripla A agli Stati Uniti. In effetti i conti macro-economici sembravano, almeno in parte, fuori controllo ed erano diventati terreno di scontro politico. Il problema è che in America il debito ha un tetto determinato per legge e solo una votazione di Congresso e Senato può aumentare lo stock di debito esistente, cosa ben diversa dalla situazione europea (o giapponese, tanto per dire) dove il debito, come ben sappiamo, può crescere ad libitum. Nel passato i legislatori americani avevano alzato il tetto massimo senza particolari problemi, ma durante il primo term di Obama le cose furono ben diverse, con i Repubblicani decisi alla guerra totale contro un presidente che, ai loro occhi, cercava di trasformare l’America in una socialdemocrazia europea [i], soprattutto alla luce del piano sanitario nazionale che era divenuto il provvedimento simbolo della politica di Obama.

E dunque i Repubblicani, travolti dal successo dei Tea Party che avevano dominato le mid-term elections, si fecero portavoci di una intransigenza fiscale mai vista prima di allora. Anche perché negli ultimi 30 anni era proprio stato il partito dei Reagan e dei Bush a dimostrare indisciplina fiscale, soprattutto con i tagli alle tasse, mirati soprattutto alle classi più agiate, accompagnati da una spesa pubblica in continua crescita, soprattutto per guerre (Bush junior) ed armamenti (Reagan). Mentre il debito di Obama era invece frutto di una situazione contingente, la crisi che aveva messo in moto tutti gli ammortizzatori sociali del caso a fronte di una ovvia frenata nelle entrate dovuta alla recessione.

lunedì 12 novembre 2012

L’elefante nella stanza: Paradisi fiscali ed evasione fiscale per i ricchi, austerità per i poveri

di Julie Lévesque
Global Research

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L'offshore banking - o banche off-shore - è l'elefante nella stanza che l’elite politica e finanziaria sta cercando di tenere nascosto agli occhi del pubblico. Mentre impongono misure di austerità sui cittadini che lavorano duro sono ben consapevoli del fatto che astronomiche somme di denaro vengono tenute  segretamente in banche offshore, esentasse. Da dove viene questo denaro e a cosa serve?

Cartelli della droga, frode, evasione fiscale e  riciclaggio di denaro sporco sono tra le risposte comuni a queste domande. Nonostante questa realtà, e anche in questo periodo di austerità fiscale, i leader mondiali evitano la domanda: perché il segreto bancario è ancora consentito? Sono in grado di fermarlo e disposti a farlo visti i benefici che esso offre? Certamente no.

Di tanto in tanto un bandito in cravatta funge da capro espiatorio per dare all'uomo comune una pallida illusione di giustizia. Anche se merita di essere punito, il sistema bancario corrotto che ha permesso loro di operare rimane intatto e i suoi difetti non vengono mai messi in discussione. L'offshore banking non è una struttura bancaria parallela. E' il cuore del sistema bancario. Tutte le principali banche hanno filiali off-shore.

giovedì 11 ottobre 2012

Fondo monetario internazionale, la longa manus degli Usa

FMI

Anche con un direttore francese, l’organismo usuraio di Washington conferma il suo ruolo di difensore dello status quo

di Filippo Ghira
Rinascita

Il Fondo monetario internazionale, pur essendo diretto da una tecnocrate francese, come l’ex ministro delle Finanze, Christine Lagarde, continua ad evidenziarsi come una estensione della finanza statunitense.

Applicando alla perfezione l’apologo della trave e della pagliuzza, il Fmi ha messo sotto accusa il debito dei Paesi dell’euro intimando agli interessati di ridurlo, attraverso lo smantellamento dello Stato sociale. Ma poi, come sempre, ignorando l’enorme debito pubblico (oltre il 100% del Prodotto interno lordo) degli Stati Uniti. Non a caso, il primo contribuente del Fmi.

Il rapporto annuale del Fmi, reso noto in occasione della riunione in comune a Tokyo con il direttivo della Banca Mondiale, continua ad insistere in questa linea anti-europea sostenendo che i Paesi dell’Unione debbano fare di più perché l’Eurozona rappresenta la principale preoccupazione dei mercati.

Insomma nonostante quelli che il Fmi definisce “i notevoli sforzi compiuti”, ossia il taglio della spesa pubblica e lo smantellamento dello Stato sociale, i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati e la fiducia del sistema è molto precaria.

Una visione delle cose davvero incredibile quella del Fmi se soltanto si pensa che la vera e continua destabilizzazione dei mercati finanziari viene dall’enorme debito pubblico Usa che democratici e repubblicani in agosto si sono accordati per portare “legalmente” sopra il 100% del Pil; viene da un debito che sale al 130% considerando pure quello delle amministrazioni dei singoli Stati della Federazione; viene dall’altrettanto enorme disavanzo commerciale degli Usa, pari a 600 miliardi di dollari; e viene infatti dalla continua emissione di dollari con la quale Washington inonda il mondo, in parte per pagare le proprie importazioni, in parte perché non gli costa nulla.

lunedì 1 ottobre 2012

14 segni che l'economia mondiale si sta indebolendo

The Economic Collapse

protests Gli Stati Uniti non sono gli unici ad avere enormi problemi economici in questo momento. La verità è che quasi ovunque si guardi nel mondo le cose stanno peggiorando. La Cina sta vivendo un notevole rallentamento economico, e il Giappone ha fatto ricorso di nuovo alla stampa di denaro nel tentativo di mantenere l'economia giapponese in movimento. La disoccupazione in Europa continua a peggiorare, e gli scontri di questa settimana in Spagna e in Grecia sono stati assolutamente spaventosi, in alcuni momenti. Negli Stati Uniti ci sono tutta una serie di segnali che una nuova recessione si sta avvicinando, e il numero di amministratori delegati americani che dicono che hanno intenzione di eliminare posti di lavoro nei prossimi mesi è in rapido aumento. L'economia mondiale oggi è più interconnessa che mai, e questo significa che siamo tutti sulla stessa barca. Basta ricordare quello che è successo nel 2008 e nel 2009. La sofferenza economica  iniziata a Wall Street è stata avvertita in ogni angolo del pianeta. Dunque, chiunque crede che gli Stati Uniti (o, se è per questo, qualsiasi altra nazione importante) eviterà la prossima ondata della crisi economica non è assolutamente realista. Perché pensate che le banche centrali di tutto il mondo sono in "modalità panico" in questo momento? Stanno sparando tutte le loro munizioni e stampando denaro come se non ci fosse un domani, nel tentativo di tenere insieme il sistema. Purtroppo, non funzionerà.

Se i poteri forti avessero un "easy button", per sistemare tutto rapidamente, l'avrebbero già premuto. Ma nonostante tutti i loro sforzi le cose diventano sempre più chiare. Se si vuole avere un'idea di dove stiamo andando, basta guardare a ciò che sta già accadendo in Europa. La disoccupazione ha superato il 24 per cento in Grecia e ha superato il 25 per cento in Spagna.

Queste due nazioni saranno sulla "cresta dell'onda" della prossima ondata di problemi economici. La disoccupazione è in aumento quasi ovunque anche in Europa, e le cose stanno andando davvero male in Asia e in Nord America.

Quindi, allacciate le cinture di sicurezza - perché state per fare un percorso accidentato.