Bollettino Aurora
John Helmer, Mosca 20 marzo 2013
Gli Stati Uniti, la Germania, la Turchia e gli alleati della NATO pensano di avere quasi tutte le munizioni necessarie per produrre un cambio di regime in Siria, come avevano fatto in Libia. Ma non sembrano avere i 5miliardi di euro richiesti per compiere il trucco a Cipro, dopo che il regime è stato modificato dai ciprioti stessi, che avevano votato il partito al potere un mese fa. La mossa per raccogliere questo denaro dai depositanti russi e dalle altre banche di Cipro, appariva una scommessa sicura a Bruxelles, perché i russi apparentemente più influenti, come il Primo Viceprimo Ministro Igor Shuvalov e il ministro delle Finanze Anton Siluanov, avevano segnalato la loro volontà di andare avanti. Ma Shuvalov e Siluanov sono impiegati, non contano politicamente. Il russo che conta oggi, si vede presentare dall’alleanza occidentale la possibilità di effettuare un potente cambiamento strategico nel Mediterraneo, a un costo minimo e con poco rischio. E’ una lezione sul maggiore valore del denaro sulle armi, nella grande strategia. E’ anche un cambiamento che le potenze occidentali e l’impero ottomano hanno contrastato per tre secoli. Ci sono riusciti con l’imperatrice Caterina II e la flotta del conte Aleksej Orlov nel 1770, che vinse la battaglia di Chesme*, tradendo poi la rivolta di Daskalogiannis (Ioannis Vlachos) contro i Turchi a Creta e, in ultima analisi, perdendo la guerra nel Mediterraneo. Gli alleati ci riuscirono con Stalin tra il 1945 e il 1949 perché le sue priorità erano più a nord. Nel 1974 la NATO incoraggiò e sostenne l’occupazione turca della parte settentrionale di Cipro, perché il Politburo di Leonid Breznev [1] non era in grado di risolvere le proprie differenze interne, per paura di offendere la Turchia, compiendo errori di valutazione d’intelligence uno dopo l’altro.
Il modo in cui viene raccontata questa vicenda della storia greca, gli elleni la ricordano, e ricordano abbastanza spesso, che nei momenti più atroci, le promesse di aiuto russo contro gli infedeli non si materializzarono. C’è anche una parola russa per questo tradimento greco. L’incapacità di arrivare in tempo a Creta per evitare le sanguinose rappresaglie turche del 1770, è conosciuto in greco con il nome di Orlov. Vediamo quanto di meglio Putin potrebbe fare: i neo-ottomani gli hanno presentato l’opportunità di contrattaccare e vincere. Ma quali sono i concreti interessi russi ora in gioco, e sono grandi abbastanza per puntare su una grande strategia che sparigli il quadro?
I media russi sono stati insolitamente lenti nel valutare le notizie da Cipro, e il Cremlino è stato insolitamente silenzioso. Quest’ultimo aspetto spiega il primo [2]. Il primo ministro Dmitrij Medvedev non ha permesso di far passare respiro sul tema, fino da quando Putin ha espresso [3] la sua condanna, l’unico capo di governo o di Stato a farlo in tutto il mondo. Dopo l’incontro con il Consiglio della Vnesheconombank (VEB) Medvedev ha detto: “Sembra che si confisca il denaro altrui. Non so a chi sia venuta questa idea, ma si tratta di questo, come sembra. Purtroppo, conoscevamo questa pratica durante l’epoca sovietica, quando il denaro veniva scambiato con un coefficiente e non totalmente restituito alle persone. Ma Cipro è un Paese con un’economia di mercato e si suppone che sia membro dell’Unione europea. Naturalmente, dovremo trarre alcune conclusioni da ciò, perché abbiamo le nostre relazioni con Cipro e continueremo le consultazioni. Ma dovremo apportare alcune modifiche alla nostra posizione, anche nella consapevolezza che, in generale, sarebbe meglio tenere i soldi nelle banche russe.“