15 marzo 2013 (MoviSol) - La lealtà nei confronti della folle politica dell'Unione Europea ha fatto cadere altri due governi. Il 20 febbraio si è dimesso il governo bulgaro del Premier Boiko Borisov a seguito di tre settimane di proteste di massa contro la sua politica di austerità, mentre una settimana dopo il Parlamento sloveno ha costretto alle dimissioni il primo ministro conservatore Janez Jansa accusato di corruzione.
Dilaga lo scontento in Slovenia, la cui appartenenza all'Eurozona è stata premiata con una crisi bancaria, una disoccupazione del 12% ed un'economia che cade nella recessione più rapidamente dell'Eurozona. Girano voci che il paese sarà presto costretto a chiedere aiuti per poter pagare 2 miliardi di Euro di debiti nei prossimi mesi. Alenka Bratusek, leader del Partito Socialista che è stata incaricata di formare un nuovo governo, ha dichiarato di essere contraria all'austerità e che "non ci sarà uno scenario greco in Slovenia". Se il suo tentativo fallirà si andrà ad elezioni anticipate.
In Bulgaria, il paese più povero dell'UE, il salario medio è di 250 Euro e la pensione media è di 130 Euro, il che fa proclamare ai funzionari UE che il paese ora è "competitivo". Le manifestazioni di piazza sono state scatenate dagli aumenti delle bollette della luce, ed hanno condotto alle dimissioni del Premier Borisov, con le nuove elezioni previste per il 12 maggio.