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giovedì 27 settembre 2012

Il Fondo Rapina-Stati - Il pizzo pagato a Germania, Olanda, Finlandia e Austria

di Claudio Messora
Byoblu

La farsa dell'assurdo non si ferma e assume tratti ancora più ridicoli. Con l'approvazione del MES, il trattato che il Parlamento italiano ha deciso il 19 luglio, insieme al Fiscal Compact, ottenendo un'attenzione di sole cinque righe e mezza a pagina 7 del Corriere della Sera, abbiamo siglato un accordo molto discutibile, di cui ho già parlato ampiamente negli ultimi mesi, l'ultima volta ieri. Il MES dovrebbe servire a salvare i paesi in difficoltà, ma oltre al danno di risultare in un nuovo, pesantissimo indebitamento, ora arriva anche la proverbiale beffa: i nostri soldi stanno di fatto arricchendo i ricchi, altro che tenere a galla i poveri.

Accade infatti che il MES richieda agli stati membri di versare un anticipo complessivo di 80 miliardi, che ognuno deve pagare secondo la propria quota parte. La nostra è del 17,9% e dunque l'anticipo richiesto, da saldare in cinque rate, è di 14,32 miliardi. Per la cronaca, con grande solerzia ne abbiamo già pagati 10. L'ho chiesto direttamente a Polillo, dunque direi che la fonte è più che attendibile.

giovedì 19 luglio 2012

La Camera approva Fiscal Compact e Mes: inizia la dittatura europea

di Italo Romano
Oltre la Coltre

euStamattina alla Camera dei deputati è stata scritta la sentenza di fine sovranità dello Stato italiano. Nel silenzio totale dei mezzi di comunicazione i Deputati dell’oramai ex Belpaese hanno dato il via libera definitivo alla ratifica del Trattato sulla stabilita’, sul coordinamento e sulla governance nell’Ue, meglio conosciuto come Fiscal Compact, sottoscritto il 2 marzo e integralmente applicabile ai 17 Stati della zona euro e al Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), al secolo “fondo salva stati”.

I si’ per il Fiscal Compact sono stati 380, 59 i no, 36 gli astenuti, quelli per il Mes sono stati 325 si’, 53 no e 36 astenuti. Solo la Lega ha votato contro; l’Idv si e’ astenuta. Questo dovremo ricordarcelo nel prossimo futuro.

Il presidente dei deputati della Lega Nord, Gianpaolo Dozzo, così spiega la contrarieta’ del suo gruppo parlamentare all’adozione del Fiscal compact e del Meccanismo europeo di stabilita’:

Oggi, nel silenzio generale, e’ cambiato l’articolo 1 della nostra Costituzione ma nessuno lo dice: la sovranita’ non appartiene piu’ al popolo, ma alla burocrazia europea, che per giunta la esercita nelle forme e nei limiti che essa stessa decide. Monti e la sua maggioranza hanno impegnato il nostro Paese su vincoli che sarebbe gia’ difficile rispettare in una fase di crescita economica, figuriamoci in una situazione di crisi e recessione come quella che stiamo attraversando. Quando non riusciremo ad onorare questo nostro impegno non potremo piu’ tirarci indietro ma dovremo consegnare le chiavi di casa nostra alle varie autorita’ europee. Quello che piu’ mi lascia basito e’ che proprio l’anno scorso con tanta enfasi tutti, non noi, hanno voluto festeggiare la ricorrenza dell’Unita’ d’Italia e oggi l’hanno svenduta a Stati stranieri, senza che i tanti e illustri costituzionalisti del nostro paese, sempre ligi e attenti a vedere le pagliuzze, non abbiano visto questa trave”.

Condivido pienamente queste dichiarazioni. E voi? Siete perplessi? Solo perchè è un leghista?

Ora cercherò di spiegarvi cosa sono il Fiscal Compact e il Mes.

sabato 31 marzo 2012

MES e austerità. Ecco come cambia la finanza europea

Il Mes, lontano dall’essere un meccanismo di solidarietà europeo, e seguendo il cammino già tracciato e testato dalla Troika in Grecia, sembra rientrare piuttosto nella strategia di un 'aiuto condizionato' a dei criteri definiti e rigidi che non portano effettivamente alla liberazione dal debito e dalle crisi, rischiando invece di sistematizzare negli anni l’austerità delle popolazioni europee.

di Dario Lo Scalzo
Il Cambiamento

unione___europea

In questi mesi i parlamenti nazionali sono impegnati a discutere del futuro del Trattato e del fondo 'salva-stati'

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio d’Europa di Bruxelles del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), in questi mesi i parlamenti nazionali sono impegnati a discutere del futuro del Trattato e, di conseguenza, del fondo 'salva-stati'. Ricordiamo che l’entrata in vigore del MES è previa ratifica da parte di ogni paese membro della modifica apportata all’art. 136 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

Ad oggi il paese vincitore del primo premio per velocità di esecuzione è la Francia che, nell’indifferenza più totale, senza un reale dibattito pubblico e nell’inconsapevolezza dei cittadini francesi, lo scorso 28 Febbraio ha ratificato il MES grazie ai voti del centro-destra (UMP e centristi) e all’astensionismo complice della sinistra (PS e PC) e degli ecologisti-verdi.

Come stupirsene se, insieme al Cancelliere Merkel, Monsieur Sarkozy è stato l’ideatore e lo sponsor di ciò che a più riprese ha avuto il coraggio di definire come un Fondo di Solidarietà? Piuttosto ciò che stupisce e, per alcuni versi rattrista, è assistere alla chute (caduta) di un paese storicamente tra i fondatori della democrazia moderna.

venerdì 16 marzo 2012

sabato 10 marzo 2012

Il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il Meccanismo europeo di stabilità (MES) contro i popoli di Europa

Damien Millet - Éric Toussaint - François Sana
Tradotto da 
Curzio Bettio

In reazione alla crisi greca e di fronte al rischio rappresentato dal contagio delle crisi del debito sovrano, gli Stati membri dell’Eurozona, invece di aggredire il problema alle sue radici, nel maggio 2010 hanno istituito con grande urgenza il Fondo europeo di stabilità finanziaria(FESF).

Costituito in Lussemburgo, questo Fondo temporaneo (era previsto che doveva vedere la sua fine nel luglio 2013) [1], è stato concepito per rassicurare i mercati finanziari.

Il Fondo ha come obiettivo quello di assicurare la stabilità finanziaria dell’Eurozona, fornendo l’aiuto di urgenza a quei paesi della zona euro in preda a difficoltà finanziarie.

In buona sostanza, il FESF può fornire capitali freschi ai paesi che si rivolgono al Fondo per ottenere aiuto. Inoltre, ha la possibilità di acquistare i nuovi titoli del debito pubblico emessi sul mercato primario, a condizione che il paese in oggetto metta in opera un programma di austerità molto rigoroso e severo, che fa ricordare il sapore amaro della “salsa Fondo Monetario Internazionale” servita ai paesi del terzo mondo dopo gli anni ’80. [2]