“Quello che so è che quando mi sono messo a cercare di capire, mi sono messo le mani nei capelli. Io qui ci vedo trucchi, imbrogli, arbitri e illegalità commesse incredibili”
di Marco Berlinguer
Pubblico giornale
Può sembrare incredibile, però il professor Guarino è certo di un fatto: il trattato sulla stabilità europeo, il cosiddetto Fiscal compact, quello che sancisce l’obbligo di parità di bilancio e che ha portato alla frettolosa approvazione di una modifica della Costituzione in Italia come in altri paesi europei, secondo Guarino, è un atto che non si dovrebbe applicare. Che non dovrebbe avere validità: in base a quello che esso stesso dice. Giuseppe Guarino, 90 anni, ma ancora una grande lucidità e vitalità, è stato un grande giurista («ho esaminato» mi racconta «il presidente Napolitano e Draghi, e ho avuto il presidente Cossiga come assistente»), un protagonista di tante vicende della storia repubblicana (tra le altre la vicenda Baffi, Sarcinelli), un ministro chiave in diversi governi durante il passaggio dalla prima alla seconda repubblica (quando tentò di opporsi all’onda delle privatizzazioni). Mi ha fatto cercare. Si è buttato di recente a capofitto in questa sua nuova battaglia. Dietro la quale, c’è il fatto che proprio non si rassegna a una scelta che considera suicida per la politica e l’economia. Quando arrivo, trovo che mi ha fatto preparare un dossier di documenti giuridici.
Professore mi spieghi in modo semplice per favore.
Cominciamo a dire che il Trattato sulla stabilità è in realtà, giuridicamente un accordo di diritto internazionale tra stati. Quindi non ha per l’Unione europea forza di diritto costituzionale pari a quella dei precedenti trattati. Questa soluzione è stata usata come uno stratagemma per aggirare il fatto che non avevano la possibilità di riformare il Trattato dell’Unione europea, per l’opposizione della Gran Bretagna e della Bulgaria.