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venerdì 15 marzo 2013

La democrazia sostituita dal "pilota automatico"

Draghi ai disorientati giornalisti che cercavano di condividere con lui la propria confusione: «Dovete considerare che gran parte delle misure italiane di consolidamento dei conti continueranno a procedere con il pilota automatico».

di  Dante Barontini
Contropiano

pilota automaticoMario Draghi dice quel che nessuno vuol sentire: "non contano i risultati elettorali, né in Italia né altrove; abbiamo creato un pilota automatico per imporre il consolidamento di bilancio". Chiunque vinca.

Quando la verità è agghiacciante, c'è sempre un tecnico che ha l'obbligo di dirla. Un po' come la “lettera scomparsa”, che sta davanti agli occhi di tutti. La questione del vero “programma di governo” che da Palazzo Chigi o altrove sarà calato su questo paese è stata “rivelata” ancora una volta da Mario Draghi, presidente della Bce, quella banca centrale politicamente irresponsabile (in senso tecnico, perché non ha nessun governo o parlamento continentali in grado di “condizionarla”) che ordina “riforme strutturali” ai singoli governi nazionali dimentica di avere – unica al mondo – uno statuto illogico che la obbliga a tener conto solo del tasso d'inflazione. La quale, perciò, non possiede strumenti ordinari di intervento sui mercati oltre il banale e ormai spuntato gioco sui tassi di interesse. E che, inoltre, quando ha reso iniziative “non convenzionali” (ovvero non previste dallo statuto) è stata duramente bacchettata dalla vera banca centrale europea: Bundesbank.

La lunga premessa serve solo a ricordare l'assetto squilibrato del pulpito da cui Mario Draghi ha parlato negli ultimi giorni per mostrare la “grande tranquillità” sua e dei mercati (spesso anche lui sembra confondere i due ambiti) davanti ai risultati imprevisti delle elezioni italiane.

In sintesi: «questa è la democrazia», specie in un sistema monetario con 17 paesi (18 da luglio, entra la Croazia) all'interno dei quali si vota più volte nell'arco di quattro o cinque anni. Ma la democrazia, per l'appunto, è quel regime politico in cui le elezioni determinano cambiamenti nelle figure di governo, mutamenti orientati da valori anche ideali o ideologici, e quindi mutamenti anche notevoli nell'ordine delle priorità. Potenzialmente un caos, insomma, tra popoli differenti, sistemi industriali disomogenei, culture e sistemi legislativi e fiscali anche molto diversi.

Come fa, dunque, Draghi a rimanere calmo e a presentare “i mercati” sulla sua stessa lunghezza d'onda?

venerdì 25 gennaio 2013

Tremonti e il circolo degli Illuminati di Davos

Se vi state ancora chiedendo chi sono gli “Illuminati” e che “mestiere” fanno…questa è la risposta (parziale) di Tremonti, pubblicata sul sito Byoblu….e notate, nell’articolo che segue, il modo in cui Draghi parla di globalizzazione, come se fosse una cosa caduta dal cielo, per caso.

Naturalmente, nessuna persona con un minimo di capacità di pensiero ci crede ma gli autoproclamatisi “padroni del mondo” continuano a parlare come se loro fossero gli unici a meritare il privilegio di “guidare” il mondo. Si tratta di un vero e proprio delirio di onnipotenza o forse di banalissima paura della morte non superata, infantilismo psicologico che li spinge a giocare in questo modo con i destini delle persone….decidete voi

tremonti-illuminati-davos

Giulio Tremonti su Monte Dei Paschi di Siena a SkyTg24: "Monti ha chiesto la fiducia su Monte Dei Paschi di Siena, adesso lasci il Circolo degli Illuminati di Davos e venga a illuminare il Parlamento".

E intanto, nel "Circolo degli Illuminati di Davos", Mario Draghi annuncia che, dopo averla svuotata, si prenderà la nostra sovranità:

"Draghi a Davos: rivolete la sovranità? Datecela!"

draghi-davos

Tutti ricorderete il celebre outing di Mario Monti sul vero prodotto finale delle crisi: la sedimentazione di leggi irreversibili che facciano compiere un ulteriore passo avanti alla costruzione degli Stati Uniti d'Europa, spingendo i popoli ad accettare giocoforza la privazione della sovranità nazionale. Oggi Mario Draghi, a Davos, esplicita la roadmap per il 2013, disseminando l'opinione pubblica di evidenti paradossi spacciati per incontrovertibili verità, da accettare con animo sereno e predisponendosi a un inevitabile, ineluttabile destino.

A intervistare il presidente della Banca Centrale Europea è un'ex del Fondo Monetario Internazionale (in pratica, la Troika quasi al gran completo), che non perde occasione di ricordare come già dai loro studi all'FMI emergesse che non bisogna avere esitazioni nel perseguire con ogni mezzo il consolidamento fiscale, ovvero - in soldoni -: il toro va preso per le corna e bisogna attuare tutto e subito, a cominciare dal pareggio di bilancio, passando per il fiscal compact e altre amenità da 50 miliardi di tagli all'anno.

Ma l'apoteosi di questo teatrino dell'assurdo la raggiunge, sul finire, Mario Draghi, secondo il quale i paesi che hanno dovuto subire l'imposizione di condizionalità, o che la subiranno presto, se vogliono recuperare la loro sovranità nazionale e monetaria non devono fare altro che cederla a un livello sovranazionale.

Come dire: prima ti porto via tutto e poi, generosamente, ti dico che se rivuoi indietro le tue cose basta che mi firmi un documento in cui mi dici che è tutto mio. Firmato il quale, non sarai più padrone di niente.

Trovo fenomenale che nessuno si alzi e gli chieda se per caso ci ha preso tutti per degli emeriti deficienti. Ma temo che la sua risposta sarebbe, senza esitazioni, un chiaro e netto "sì!".

Fonte: Byoblu 25 Gennaio 2013

sabato 15 dicembre 2012

Dal Britannia alla Goldman Sachs: Draghi svelato in Germania

goldman sachs draghi

13 dicembre 2012 (MoviSol) - Il secondo canale della televisione pubblica tedesca, ZDF, ha trasmesso un servizio che svela il vero Mario Draghi al pubblico tedesco, finora imbonito dai vari tabloid che attizzavano odio verso l'artefice della politica inflazionistica dell'Euro, vestendolo però nei panni dell'Arlecchino che è arrivato per "lirizzare" o "italianizzare" la moneta unica.

Draghi è un esponente dei circoli finanziari internazionali, ha spiegato la ZDF nel suo servizio, mandato in onda il 6 dicembre nel corso del seguito programma di approfondimento politico Heute Journal, come commento alla riunione del Consiglio e della conferenza stampa della BCE di quel giorno.

Alla conferenza stampa, Draghi ha dovuto rispondere ad un numero insolitamente alto di domande scomode provenienti non solo dal reporter della ZDF, ma anche da altri giornalisti tedeschi, francesi e inglesi che gli hanno chiesto conto dell'intenzione della BCE di assumere poteri assoluti e antidemocratici sul sistema bancario europeo, della disoccupazione record in Europa e della "medicina-killer" applicata in Grecia (cfr. Sotto). Nel suo solito stile sofistico, Draghi ha giustificato ogni devastazione economica e sociale causata dalle ricette della BCE, addossandone la responsabilità ai governi che non avrebbero seguito la disciplina di bilancio prima della crisi, ignorando il fatto che i bilanci pubblici sono saltati a causa dei salvataggi bancari – la cui indisciplina di bilancio era non solo nota, ma favorita dalla BCE!

venerdì 7 dicembre 2012

Goldman Sachs, la mafia vincente

MoviSol

goldman sachs rule5 dicembre 2012 (MoviSol) - La mafia vincente del racket chiamato sistema finanziario internazionale è da decenni Goldman Sachs. Due recenti e sensazionali sviluppi lo confermano: la nomina di Mark Carney a capo della Bank of England e la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso degli "swaps greci". Entrambi vedono lo stesso vincitore: Goldman Sachs.

È la prima volta nei 318 anni di storia della Bank of England che un non-soggetto britannico si siede sulla poltrona di Threadneedlestreet. Carney è governatore della banca centrale canadese e capo dell'International Financial Stability Board, quello che Giulio Tremonti ha chiamato "il cavallo di Troia della speculazione finanziaria".

Ma soprattutto Carney ha lavorato per tredici anni, dal 1990 al 2003, a Goldman Sachs dove, tra l'altro, ha rivestito l'incarico di capo della divisione "rischio paese". Egli fu coinvolto nella crisi finanziaria russa del 1998, che fu esacerbata proprio perché Goldman Sachs consigliava la Russia mentre allo stesso tempo scommetteva contro la capacità del paese di pagare i debiti.

La nomina di Carney sposta i rapporti di forza nelle istituzioni britanniche, in un momento in cui si decide pro o contro la separazione bancaria e la Bank of England sotto Mervyn King è stata fortemente a favore di una netta separazione alla Glass-Steagall. King si è opposto alla soluzione preferita dalla City di Londra, il cosiddetto Ringfencing raccomandato dalla Commissione Vickers e caldeggiato dal Premier Cameron e dal Cancelliere dello Scacchiere Osborne. Carney è stato scelto da Osborne dopo che il candidato naturale alla successione di King dall'interno della banca, Mark Tucker, è stato indebolito da una campagna stampa che ha addossato la responsabilità passiva dello scandalo Libor alla Bank of England e a Tucker personalmente.

sabato 24 novembre 2012

Draghi si rivende come il salvatore dell’Europa

di Filippo Ghira
Rinascita

draghi
L’ex Goldman Sachs esalta l’acquisto di titoli pubblici triennali da parte della Bce e i prestiti fatti alle banche

L’uomo della Goldman Sachs si considera il salvatore dell’Euro e quindi dell’Unione Europea.

Continua ad insistere con questa lagna Mario Draghi, arrivato alla presidenza della Banca centrale europea, soltanto perché si era ritirato il presidente annunciato, il tedesco Axel Weber, allora capo della Bundesbank. La Bce ha evitato il disastro, ha insistito l’ex direttore generale del Tesoro ed ex governatore della Banca d’Italia.

A suo dire, è bastato annunciare che la Bce avrebbe acquistato titoli di Stato triennali dei Paesi a rischio a causa dell’entità dei loro debiti pubblici perché le pressioni (le speculazioni) sugli stessi si fermassero e riportassero a livelli accettabili lo spread con i Bund tedeschi.

Un intervento, diciamo noi, che calmiererà i rendimenti dei nostri Btp e degli spagnoli Btp ma semplicemente perché la speculazione troverà subito i soggetti (appunto la Bce) pronti a comprare i titoli sui quali avranno speculato.

Così, invece di spingere unitamente ai governi europei e alla Commissione di Bruxelles per un accordo internazionale che imponga un definitivo stop alle speculazioni e alle operazioni allo scoperto che ne sono la premessa, Draghi e compagnia sanno soltanto arrivare a cose fatte, quando la malattia ha già fatto sentire i suoi effetti e con gli speculatori pronti a guadagnarci sopra.

venerdì 3 agosto 2012

Draghi sotto accusa: lasci la Bce o la “Setta dei Trenta”

Libre

Mario Draghi si dimetta dalla Bce o lasci il “Gruppo dei Trenta”, la super-lobby mondiale che tende a “infiltrare” Stati e governi per condizionare le leggi nazionali ed europee, a cominciare dall’international banking, a favore degli interessi esclusivi della grande finanza. A lanciare l’allarme stavolta è il comitato di sorveglianza dell’Unione Europea, che avrebbe avviato un’indagine – per conflitto di interessi – sul presidente della banca centrale di Francoforte.

Draghi, salito alla guida della Bce col sostegno decisivo della Germania, è attualmente impegnato per tentare di “salvare l’euro”. Obiettivo: trasformare di fatto la banca centrale europea in “prestatore di ultima istanza”, in grado cioè di assorbire – acquistando titoli tramite il Mes, il nuovo “meccanismo europeo di stabilità” – il debito sovrano dei paesi come Spagna e Italia, messi in pericolo dalla speculazione internazionale e ormai in balia dei “mercati”, in quanto pericolosamente indeboliti dalla catastrofica perdita della sovranità monetaria e costretti a farsi prestare a caro prezzo la moneta comune.

Se la Reuters annuncia il procedimento contro Draghi, interviene Gundi Gadesman, la portavoce del “mediatore europeo” Nikiforos Diamantoros, Draghi-2che deplora la “drammatizzazione” del caso. L’accusa a Draghi giunge dal Ceo, l’Osservatorio dell’Europa industriale (“Corporate Europe Observatory”), che in realtà è una campagna indipendente che monitorizza l’influenza dei “poteri forti” sulle decisioni di Strasburgo e Bruxelles. Secondo il Ceo, Draghi non sarebbe totalmente indipendente, nella sua veste di super-banchiere europeo e “signore dell’euro”, a causa della sua appartenenza al G30, il forum internazionale ultra-esclusivo che riunisce industriali e banchieri. «Abbiamo ricevuto una denuncia e abbiamo inviato una lettera alla Bce: ora stiamo aspettando una risposta», ammette il “mediatore”. L’Eurotower ha tempo fino alla fine di ottobre per rispondere. A quel punto, Diamantoros formulerà “raccomandazioni non vincolanti”. «Non abbiamo il potere di imporre sanzioni», spiega la Gadesman: «Cerchiamo di trovare una soluzione amichevole».

mercoledì 1 agosto 2012

La Bce è divisa sull’acquisto di titoli pubblici

di Filippo Ghira
Rinascita

merkel-draghi
Le pressioni tedesche frenano Draghi su un intervento del fondo salva Stati. Per la Germania devono agire i governi

Voci insistenti provenienti dal direttivo della Banca centrale europea affermano che alla riunione di domani a Francoforte non è stata posta all’ordine del giorno alcuna discussione sull’acquisto di titoli di Stato di Paesi in difficoltà, come potrebbero essere Spagna e Italia. Paesi i cui governi fanno fatica a tenere sotto controllo la spesa pubblica e ad abbassare il livello del debito e del disavanzo.

Non a caso a riferire tali voci è stato il quotidiano tedesco Die Welt che si è fatto interprete del malumore dei cittadini tedeschi, sempre più restii ad investire soldi per pagare i debiti dei Paesi cicale dell’area Sud. E poca differenza fa che questo avvenga attraverso l’acquisto di Bonos e di Btp da parte della Bce o in alternativa da parte dei fondi salva Stati. Quello provvisorio (Efsf) che dovrebbe presto essere messo in liquidazione e quello permanente (Esm) che doveva essere operativo dal 1 luglio ma che è stato bloccato dal ricorso della Linke alla Corte Costituzionale che ha rinviato al 12 settembre il verdetto e posticipato a tale data il necessario voto del Bundestag.

Angela Merkel che pure aveva dato il via libera all’acquisto di titoli pubblici da parte dell’Esm al fine di calmierare il rialzo dello spread tra i Bund tedeschi e i Bonos e i Btp, sta incontrando sempre maggiori difficoltà in patria con gli alleati di governo, i liberali della Fdp e i democristiani bavaresi della Csu, che hanno alzato le barricate. La spiegazione è  duplice. Da un lato la crisi si sta facendo sentire anche in Germania. Il Pil quest’anno crescerà “soltanto” dell’1% e i tedeschi incominciano a temere per il proprio livello di vita. Dall’altro si deve tenere presente che nel 2013 si vota per il Bundestag e la Cdu della Merkel, più volte sconfitte alle ultime regionali, teme di perdere la maggioranza e quindi la guida del governo. E non ha alcuna intenzione di rafforzare tale tendenza avallando soluzioni a favore di Spagna e Italia che non verrebbero capite ed apprezzate dai cittadini.

venerdì 27 luglio 2012

Spread: luglio col bene che ti voglio, qui dietro c’è un imbroglio

By ilsimplicissimus

monti-e-draghi-tra-gli-uomini-piu-influenti-del-mondo

luglio stamane al mio risveglio
non ci speravo piu’ ia ia ia ia
luglio credevo in un abbaglio
e invece ci sei tu ia ia ia ia

Com’erano serie le canzonette di una volta, persino i tormentoni dell’estate che pervadevano “scali e pensioni” dentro un Paese che voleva cambiare e che almeno voleva vivere. Invece il luglio di quest’anno ci porta all’Italia di una confusa sopravvivenza che chiamano spread. Ed è francamente molto peggio, anzi molto più stupido.

Abbiamo un premier che quando lo spread sale  si fa di burro e tenta di risvegliare il cadavere dell’economia reale che ha  imbalsamato. Ma appena il maledetto scende di un po’ risfodera la sciaboletta giocattolo e grida alla carica atteggiandosi a monumento equino, seguito dai ragli dei debenettini. Certo non tutti amano il sociopatico di Palazzo Chigi, nemmeno a destra dove ancora lamentano la caduta del ricco Epulone che almeno alle sue mense lasciava briciole di tangenti e strafighe: così inneggiano a Draghi, ora assunto a tempo pieno come vero Salvatore e sommo Profeta.

Persino Petrucci  presidente del Coni fin dal sesto giorno della creazione del mondo ci fa sapere che vincere medaglie abbassa lo spread: lo aveva detto già dopo Italia – Germania e dopo una vittoria della Ferrari. Bè luglio col bene che ti voglio, ancor mi meraviglio….