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giovedì 1 novembre 2012

Sulle ultime accuse all’Iran: ma quali sono le “fonti” del giornalismo occidentale?

di Enrico Galoppini
European Phoenix

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Bisogna ammettere che non gli manca la fantasia. Da mesi, anzi da anni, ci si attende quale scusa definitiva, o “pistola fumante” (come piace dire ai “cowboy”), salterà fuori per giustificare una guerra all’Iran (quanto al “dichiarare”, la guerra ormai non la si dichiara ufficialmente più a nessuno, altrimenti gli si dovrebbe riconoscere almeno la dignità del “nemico” stabilita dal diritto internazionale, il quale recepisce a sua volta una “etica della guerra”).

Ne abbiamo già sentite di tutti i colori, dalle “armi di distruzione di massa” al “nucleare iraniano” (di per sé “terrificante”), dal sostegno al “terrorismo” (o a Chavez, il che è lo stesso) ai “diritti umani violati”. E questo mentre fior di (giovani) scienziati iraniani – sull’esempio iracheno - vengono uccisi da sicari armati dall’occidente. Ma di questo non si deve parlare, mentre si elevano lodi alla “scienza” come una sorta di divinità laica.

Sull’onda di simili “infamanti” accuse, uno poteva immaginarsi chissà quali altri ‘conigli’ sarebbero saltati fuori dal cilindro dello Zio Sam, notoriamente ricco di trovate ad effetto.

Ma quest’accusa davvero le supera tutte o quasi, perché peggio ci potrebbe essere solo quella di aver diffuso nel mondo la lebbra o il colera.

Così, nientemeno che il “Washington Post” ci fa sapere che l’uragano Sandy, spettacolarizzato a dovere dai “media” di tutta la parte di mondo sottomessa all’America, sarebbe stato creato da unità delle Forze armate iraniane, in combutta con quelle siriane, per sferrare un grave colpo agli Stati Uniti, colpevoli di alimentare e sostenere l’insurrezione dei “ribelli” in Siria.

giovedì 19 luglio 2012

Siria e Iran: a un passo dalla guerra?

di  Marco Santopadre
Contropiano

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Nello stesso giorno un attentato decapita l'elite dei servizi di sicurezza siriani e un altro uccide alcuni gitanti israeliani in Bulgaria. Nelle strade di Damasco si combatte con l'artiglieria pesante e improvvisamente in tutto il Medio Oriente si trattiene il respiro.

Secondo molti analisti, e secondo alcune delle cancellerie che hanno finalmente cominciato a parlar chiaro, si tratta di ore fondamentali per capire in quale direzione proseguirà la crisi innescata in Siria e in tutto il Medio Oriente dall’attivismo di un gran numero di forze in campo.

L’attentato di ieri contro lo stato maggiore dei servizi di sicurezza di Damasco rappresenta un salto di qualità in una opera di destabilizzazione che poco ha a che vedere con una presunta attività rivoluzionaria delle opposizioni siriane e certamente assai di più con l’intervento diretto contro il regime degli Assad di potenti competitori internazionali.

lunedì 28 maggio 2012

BREAKING NEWS: I piani del Pentagono per l'attacco militare contro l'Iran

Le minacce velate del Segretario alla Difesa Panetta

Global Research
Press TV

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Segretario alla Difesa Leon Panetta

"La premessa fondamentale è che né gli Stati Uniti nè [sic] la comunità internazionale permetteranno all'Iran di sviluppare un'arma nucleare. Faremo tutto il possibile per impedire loro di sviluppare un'arma". Segretario alla Difesa americano Leon Panetta

Il Segretario alla Difesa americano Leon Panetta dice che il Pentagono ha preparato piani per effettuare un attacco militare contro l'Iran se, nella disputa sul programma nucleare della Repubblica islamica, la diplomazia dovesse fallire.

domenica 20 maggio 2012

L'America attaccherà l'Iran perché i leader degli Stati Uniti vogliono incrementare la minaccia del terrorismo globale

di Saman Mohammadi
The Excavator

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L'America ha circondato l'Iran per una ragione, e non è quella di sedersi e fare un picnic.

L'America ha circondato l'Iran per una ragione, e non è quella di sedersi e fare un picnic. Washington si sta preparando per una guerra contro l'Iran. La storia dimostra che la preparazione per la guerra conduce alla guerra.
Quindi ci sarà la guerra tra USraele e Iran. E Obama giocherà il suo ruolo di venditore della guerra.

Numerosi esperti di sicurezza e terrorismo hanno detto che una delle conseguenze di un attacco all'Iran è che aumenterà la frequenza degli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti. Detto questo, perché l'America insiste ad attaccare l'Iran e a difendere  Israele ad ogni costo? I leader americani vogliono che la minaccia terroristica cresca e si diffonda, contrariamente a quello che dicono in pubblico?

La risposta breve è sì.

giovedì 26 aprile 2012

Israele, attacco all’Iran a toni alterni

L'establishment politico-militare israeliano continua a diffondere messaggi contrastanti sulla guerra all'Iran. L'attacco comunque scattera', quando Tel Aviv sancira' il "fallimento" delle sanzioni internazionali contro Tehran

Michele Giorgio
Nena-News

Israele_attacco_Iran-300x199Roma, 26 aprile 2012, Nena News  (immagine e’ dal sito mirror.co.uk) – Il tono è stato controllato ma deciso. «L’Iran sta procedendo passo dopo passo per raggiungere il punto in cui potrà decidere di produrre un’arma atomica. Ancora non ha deciso di percorrere il miglio decisivo… Se lo facesse commetterebbe un errore madornale». Ha scelto le commemorazioni per il giorno dei caduti per uscire allo scoperto il capo di stato maggiore israeliano Beny Gantz. Il comandante militare con queste dichiarazioni – fatte al quotidiano Haaretz – ha confermato le voci che, prima della sua nomina, lo indicavano come un sostenitore dell’attacco all’Iran. Qualcuno, al contrario, ha letto nelle sue parole una «prudenza» distante dai toni drammatici usati – di nuovo l’altra sera davanti alle telecamere della Cnn – dal premier Netanyahu a proposito della «minaccia iraniana». Ma Gantz è un militare e Netanyahu un uomo politico. Ed è normale che si esprimano in modi diversi.

Tanto la sostanza è sempre quella. Israele è sempre pronto ad accendere i motori dei suoi cacciabombadieri e a farli decollare verso l’Iran. E darà il via libera all’attacco non appena verrà accertato il «fallimento» delle sanzioni internazionali contro Tehran. Tra sei mesi, dopo le elezioni presidenziali americane di novembre, o forse il prossimo anno.

mercoledì 7 marzo 2012

Usa e Israele, summit di guerra

di Michele Paris
Altrenotizie

Obama Israel UNL’atteso vertice di lunedì alla Casa Bianca tra il presidente Obama e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato monopolizzato dalla questione iraniana e dalla ricerca di una strategia di aggressione comune nei confronti di Teheran. L’incontro di tre ore, tra cui un faccia a faccia di mezz’ora tra i soli due leader, è giunto il giorno dopo l’apparizione di Obama alla convention annuale dell’AIPAC (America Israel Public Affairs Committee), la principale lobby filo-israeliana negli Stati Uniti, che è stata l’occasione non solo per anticipare i temi del summit con Netanyahu ma anche per ribadire il pressoché totale allineamento di Washington con Tel Aviv.

In un clima cordiale ma caratterizzato dalla consueta freddezza dei rapporti tra i due leader, il presidente americano ha sostanzialmente invitato il premier israeliano ad attendere che la diplomazia e le pesanti sanzioni applicate all’Iran negli ultimi mesi facciano il loro effetto prima di ricorrere all’opzione militare. Da parte sua, Netanyahu ha da un lato confermato la sfiducia nei confronti delle sanzioni e della diplomazia per risolvere la questione del nucleare iraniano e dall’altro ha espresso irritazione per le dichiarazioni fatte nelle ultime settimane dai vertici militari e dell’intelligence USA volte a mettere in guardia dai pericoli di un attacco preventivo contro la Repubblica Islamica.

martedì 21 febbraio 2012

L'ex capo della CIA dice che l'Iran attaccherà la Statua della Libertà

di Kurt Nimmo
Infowars.com

liberty

L'ex capo della CIA James Woolsey ha detto a Radio WABC a New York che l'Iran farà una ritorsione contro gli Stati Uniti, colpendo la Statua della Libertà.

"Avremo un problema molto serio con il terrorismo se insistiamo sull'Iran chiudendo il suo programma nucleare, ma dobbiamo farlo. E quindi dobbiamo essere pronti ad affrontare assalti alle strutture di governo, ai simboli famosi del paese, come la Statua della Libertà, alle sinagoghe ebraiche, ci sono un certo numero di cose che Hezbollah potrebbe attaccare ... e probabilmente lo farà ", ha detto Woolsey ad Aaron Klein.

venerdì 3 febbraio 2012

Guerra Valutaria: Quali sono i veri obiettivi dell’embargo petrolifero dell’UE contro l’Iran?

Aurora Sito
Mahdi Darius Nazemroaya Strategic Culture Foundation 31.01.2012

20061018_iran_oel_gasContro chi è in realtà volto, il cosiddetto “embargo petrolifero contro l’Iran” dell’Unione europea? Si tratta di una importante questione geo-strategica. Oltre a rifiutare le nuove misure dell’UE contro l’Iran come controproducenti, Teheran ha messo in guardia gli Stati membri dell’Unione Europea che l’embargo petrolifero contro l’Iran danneggerà loro e le loro economie, molto più che l’Iran. Teheran ha così avvertito i leader dei paesi dell’Unione europea che le nuove sanzioni sono stolte e contrarie ai loro interessi nazionali e di blocco, ma ciò è corretto? Alla fine, chi beneficerà della catena di eventi che vengono messi in moto?

L’embargo petrolifero contro l’Iran è nuovo?

L’embargo del petrolio contro l’Iran non è una cosa nuova. Nel 1951, l’amministrazione del primo ministro iraniano Mohammed Mossadegh, con il sostegno del parlamento iraniano, nazionalizzò l’industria petrolifera iraniana. In risposta al programma di nazionalizzazione del Dr. Mossadegh, gli inglesi bloccarono militarmente  le acque territoriali e i porti nazionali dell’Iran con la Royal Navy inglese, e impedirono all’Iran di esportare il suo petrolio. Inoltre impedirono militarmente il commercio iraniano. Londra congelò anche beni iraniani e iniziò una campagna per isolare l’Iran con le sanzioni. Il governo del Dr. Mossadegh era democratico e non poteva essere facilmente diffamato internamente dagli inglesi, così cominciarono a ritrarre Mossadegh come una pedina dell’Unione Sovietica che avrebbe trasformato l’Iran in un paese comunista con i suoi alleati politici marxista.

L’embargo illegale navale internazionale britannico fu seguito da un cambio di regime a Teheran, attraverso un colpo di stato progettato dagli anglo-statunitensi nel 1953. Il colpo di stato del 1953 trasformò lo Scià di Persia da figura costituzionale a monarca assoluto e in un dittatore, come i sovrani di Giordania, Arabia Saudita, Bahrain e Qatar. L’Iran fu trasformato in una notte da monarchia costituzionale democratica in dittatura.

Oggi, un embargo petrolifero imposto militarmente contro l’Iran non è possibile, come lo fu nei primi anni ’50. Invece Londra e Washington usano il linguaggio della giustizia e si nascondono dietro i falsi pretesti sulle armi nucleari iraniane. Come negli anni ’50, l’embargo sul petrolio contro l’Iran è legato al cambio di regime. Eppure, ci sono anche più ampi obiettivi che vanno oltre i confini dell’Iran, legati al progetto di Washington d’imporre un embargo petrolifero contro gli iraniani.

giovedì 2 febbraio 2012

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia si preparano alla guerra nel Golfo Persico

Global Research
Voice of Russia

aircraft carrierUna concentrazione delle forze militari nel Golfo crea una situazione esplosiva nella regione. Un colpo accidentale sarebbe sufficiente per innescare il fuoco su entrambi i lati.

Tutti i paesi dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva condividono la preoccupazione della Russia. La Cina è anche un altro grande attore internazionale che si oppone ad una campagna militare contro l'Iran. Sfortunatamente, né le proteste della Cina, né gli avvertimenti della Russia hanno avuto alcun effetto sugli alleati mentre accelerano i preparativi per un nuovo conflitto in Medio Oriente.

Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno cominciato a dispiegare le truppe nel Golfo in una mossa che, secondo gli esperti, lascia intravedere i preparativi per una guerra con l'Iran. I primi attacchi potrebbero essere effettuati all'inizio dell'estate, dicono i media.

martedì 17 gennaio 2012

Gli Stati Uniti rinunciano ad attaccare l'Iran?

Massiccia esercitazione congiunta USA-Israele rinviata

Paul Joseph Watson
Infowars

Gli Stati Uniti hanno cancellato un'esercitazione militare congiunta con Israele, in una mossa che secondo alcuni analisti potrebbe rappresentare una certa riluttanza a sostenere un attacco all'Iran.

"Israele e gli Stati Uniti hanno rinviato una grande esercitazione di difesa comune, che avrebbe dovuto essere effettuata nelle prossime settimane, al fine di evitare un'escalation con l'Iran," riporta Haaretz .

Anche se gli Stati Uniti hanno già inviato 9.000 soldati in Israele, una mossa descritta come uno "schieramento" piuttosto che un'esercitazione, dal Comandante statunitense Tenente-Generale Frank Gorenc, l'esercitazione Austere Challenge 12, che voleva essere una risposta strategica ai missili sparati dall'Iran, è stata rinviata fino all'estate.

giovedì 12 gennaio 2012

SATIRA VERITIERA: Henry Kissinger: "Se non riesci a sentire i tamburi di guerra allora devi essere sordo"

Kissinger
Kissinger, il più famoso esperto vivente sull'arte di governare internazionale

di Alfred Heinz
Global Research
dailysquib.co.uk (giornale satirico)

NEW YORK - Stati Uniti - Con una notevole ammissione l'ex Segretario di Stato dell'era Nixon, Henry Kissinger, rivela ciò che sta accadendo in questo momento nel mondo e in particolare in Medio Oriente.

Parlando dal suo lussuoso appartamento di Manhattan, l'anziano statista, che compirà 89 anni a maggio, con la sua analisi della situazione attuale, è molto più avanti del forum mondiale di geo-politica ed economia.

lunedì 9 gennaio 2012

USA e Israele alle grandi manovre, obiettivo Teheran

di Antonio Mazzeo
Antonio Mazzeo Blog

Israel-missile-testSaranno le esercitazioni più imponenti della storia dell’alleanza militare tra Stati Uniti d’America ed Israele e vedranno schierati decine di batterie missilistiche, cacciabombardieri, tank, sistemi radar, unità navali e migliaia di soldati provenienti dai reparti d’élite dei due paesi. Da fine gennaio in poi, ogni giorno potrebbe essere quello buono per l’avvio di Austere Challenge 12, il war game che rischia d’inasprire ulteriormente le tensioni politiche nella regione mediorientale. L’annuncio arriva una decina di giorni dopo le grandi manovre navali iraniane nello Stretto di Hormuz, conclusesi con il lancio sperimentale di tre missili a breve e medio raggio; Washington e Tel Aviv negano però, con non poca ambiguità, che l’esercitazione congiunta sia indirizzata contro Teheran. “Lo scenario comprenderà eventi simulati e addestramenti nel campo e non è una risposta ad alcuna situazione odierna”, ha spiegato un portavoce militare israeliano all’agenzia France Press. “Il comando delle forze armate USA in Europa, Eucom, e le forze armate israeliane conducono periodicamente esercitazioni in Israele, nel quadro di una lunga e stabile partnership strategica, finalizzate a migliorare i loro sistemi difensivi”.

martedì 27 dicembre 2011

Preparazione per attaccare l'Iran con armi nucleari: "Nessuna opzione fuori dal tavolo"

di Michel Chossudovsky
Global Research

nuclear attack on iran"Quando una guerra nucleare sponsorizzata dagli USA diventa uno "strumento di pace", perdonato e accettato dalle istituzioni mondiali e dalle più alte autorità, comprese le Nazioni Unite, non si può tornare indietro: la società umana è stata lanciata a capofitto sul sentiero dell'auto-distruzione in maniera indelebile." (Verso uno scenario di Terza Guerra Mondiale , Global Research, maggio 2011)


Il mondo è a un bivio pericoloso.

L'America è su un sentiero di guerra.

La terza guerra mondiale non è più un concetto astratto

Gli Stati Uniti e i suoi alleati si stanno preparando a lanciare una guerra nucleare contro l'Iran con conseguenze devastanti.

Questa avventura militare minaccia nel vero senso della parola il futuro dell'umanità.

giovedì 17 novembre 2011

Inizia un'altra guerra per procura della NATO, Ribelli attaccano base militare in Siria

Siria:un'altra guerra per procura della NATO

di Eric Blair
Activist Post

In quello che sta diventando un déjà vu della politica estera occidentale, un altro segmento scontento della popolazione di una nazione musulmana, armato dalla NATO, ha intrapreso un'azione militare offensiva contro il  suo governo.

VOA News riferisce che "i ribelli del Libero Esercito Siriano hanno sparato razzi e colpi di mitragliatrice contro un complesso di intelligence dell'aeronautica, nel sobborgo di Harasta a Damasco, nelle prime ore di Mercoledì."

La notizia è arrivata da un "portavoce con sede in Germania" sebbene non ci fosse alcuna conferma indipendente dell'attentato che, a quanto riferito, ha ucciso 11 persone.

Nel frattempo, la Turchia e le nazioni della Lega Araba si sono riunite per esaminare ulteriori sanzioni contro la Siria per il suo "rifiuto di porre fine alla repressione" contro i ribelli violenti che sono stati costantemente indicati come manifestanti pacifici dai media occidentali.

La Siria ha attribuito gran parte della violenza a terroristi appoggiati dall'estero, e sta crescendo la prova che dimostra che le sue preoccupazioni erano valide.

Anche prima dell'annuncio di agosto che la NATO stava armando segretamente questi manifestanti siriani,  agenti del Libano legati agli Stati Uniti e all'Arabia Saudita sono stati sorpresi a contrabbandare armi ai ribelli siriani.

Ora con l'attacco militare di ieri, sembra che la situazione in Siria non possa più essere definita come un "giro di vite" del regime di Assad su innocui insoddisfatti che ancora una volta sembrano essere una piccola minoranza di civili siriani.

Nelle ultime settimane, ci sono state manifestazioni di massa di decine di migliaia di fedelissimi del governo che portavano foto di Assad e denuncivano i ribelli.

L'ondata di malcontento in Medio Oriente e Africa del Nord ha permesso alle potenze occidentali di affermare la loro autorità, cosa che sarebbe stata difficile altrimenti. Il risultato è stato un cambio di regime per mezzo di rivolte civili in paesi come la Tunisia e l'Egitto, e otto mesi di guerra della NATO in Libia, per cacciare Gheddafi.

L'Occidente ha seguito esattamente lo stesso piano per il cambio di regime, in Siria, come ha fatto in Libia. In primo luogo, riconoscono l'appoggio ai civili arrabbiati. Poi impongono sanzioni paralizzanti con un ordine esecutivo . Poi, armano l'esercito per procura dei ribelli che vengono poi coordinati da organizzatori stranieri, come l'anonimo  portavoce tedesco di cui sopra. E se la Libia è davvero il modello, all'orizzonte ci sono attacchi aerei della NATO.

Il deja vu in Siria non è privo di ipocrisia, in quanto nessuna ragione è stata data sul motivo per cui si è consentita la soppressione delle proteste popolari in Bahrein, Arabia Saudita, e perfino negli Stati Uniti, senza neanche una parola da parte dei media occidentali.

Mentre gli Stati Uniti predicano il diritto alla libertà di parola in queste nazioni bersaglio,  i campi del movimento "Occupare" sono stati smantellati con la forza e i manifestanti sfrattati, soprattutto a New York e in  Oregon . A Oakland, in California, gli studenti pacifici sono stati brutalizzati dalla polizia Stormtrooper. Immaginate se la Cina avesse cominciato ad armare segretamente i gruppi Occupare perchè potessero difendersi contro la brutalità della polizia.

Ipocrisia intellettuale a parte, la NATO e gli Stati Uniti  proseguono, ancora una volta, con la loro sanguinosa campagna per un cambio di regime in Siria, mentre continuano a battere i tamburi per colpire l'Iran. Con i media occidentali che individuano chiaramente i nemici, a quanto pare nessuno potrà fermare questi continui interventi violenti in Medio Oriente e oltre.

Fonte: Activist Post 17 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

sabato 12 novembre 2011

Gli Stati Uniti stanno già attaccando l'Iran tramite terroristi per procura

La CIA finanzia dichiaratamente i gruppi  accusati di sanguinosi attacchi volti a destabilizzare Teheran

di Paul Joseph Watson
Prison Planet

La tesi di Teheran che gli Stati Uniti stanno portando avanti attacchi terroristici in Iran nel tentativo di destabilizzare il regime di Ahmadinejad, in preparazione di un assalto militare, è stata in gran parte ignorata dai media, ma è un fatto ammesso che la CIA utilizza terroristi per procura per fare proprio questo.

"L'Iran dispone di prove inconfutabili che rivelano il coinvolgimento ufficiale del governo degli Stati Uniti nella pianificazione in funzione anti-Iran e nell'invio di elementi per condurre atti di sabotaggio e di terrore in Iran e altri paesi della regione", ha detto la scorsa settimana il segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale iraniano, Saeed Jalili, promettendo di inviare alle Nazioni Unite la prova del "terrorismo sostenuto dagli Stati Uniti".

"Siamo in possesso di 100 prove inconfutabili che rivelano il ruolo degli Stati Uniti nel dirigere i terroristi per lo svolgimento di atti di terrorismo in Iran e nella regione," il Leader Supremo della Rivoluzione Islamica Ayatollah Seyed Ali Khamenei ha aggiunto.

Mentre la storia è stata riportata dai media di Stato iraniani, la stampa occidentale l'ha accolta con una scrollata di spalle collettiva. Al nuovo rapporto dell'AIEA che sostiene che l'Iran era sul punto di sviluppare un'arma nucleare, è stata concessa una copertura mille volte più ampia.

Tuttavia, il fatto che gli Stati Uniti stiano addestrando e finanziando gruppi terroristici per destabilizzare l'Iran, attraverso la violenza e altri atti di sovversione, è stato ammesso.

L'ex veterano della CIA, Robert Baer, ha spiegato nel documentario Vanguard: guerra segreta degli Stati Uniti con l'Iran , che gli Stati Uniti sono in guerra con l'Iran da anni, attraverso i suoi terroristi per procura, in particolare il gruppo nazionalista militare curdo PJAK, che è stato accusato di numerosi attacchi in Iran.

Come hanno riferito nel 2007 il Telegraph di Londra, ABC News e numerose altre testate mainstream, gli Stati Uniti stanno utilizzando anche il gruppo terrorista sunnita Jundullah affiliato ad Al-Qaeda, per effettuare attentati suicidi e altri attacchi di destabilizzazione in Iran, una politica realizzata dall'amministrazione Bush e continuata sotto Obama.

Fonti di intelligence hanno rivelato che "Il presidente George W. Bush ha dato l'approvazione alla CIA per avviare operazioni "in nero" sotto copertura per ottenere un cambiamento di regime in Iran. Bush ha firmato un documento ufficiale approvando i piani della CIA per una campagna di propaganda e disinformazione destinata a destabilizzare, e infine rovesciare il governo teocratico dei mullah", ha riferito il Telegraph.

Parte di questa campagna di destabilizzazione della CIA comprendeva "Dare supporto a distanza, fornendo denaro e armi, a un gruppo militante iraniano, Jundullah, che ha condotto raid in Iran dalle basi in Pakistan", affermava il rapporto.

Jundullah è un ramo sunnita di Al-Qaeda precedentemente guidato dal presunto cervello dell'11/9, Khalid Sheikh Mohammed. Nel mese di ottobre 2009, Jundullah ha attaccato la Guardia Rivoluzionaria Iraniana presso la sua sede a Pishin, vicino al confine con il Pakistan, uccidendo 40 persone.

Il gruppo è stato accusato di numerosi attentati in Iran con l'obiettivo di destabilizzare il governo di Ahmadinejad ed è attivo anche in Pakistan, dopo essere stato indicato per il suo coinvolgimento in attacchi contro stazioni di polizia e autobombe al Centro Culturale USA in Pakistan nel 2004.

Nel maggio 2008, ABC News ha riferito che il Pakistan stava minacciando di riconsegnare sei membri del Jundullah all'Iran dopo essere stati presi in custodia dalle autorità pakistane.

"I funzionari americani hanno detto ad ABC News che ufficiali dell'intelligence degli Stati Uniti di frequente incontrano e consigliano i leader del gruppo Jundullah, e che funzionari dei servizi segreti, attuali ed ex, sono al lavoro per impedire che gli uomini siano inviati in Iran", ha riferito ABC News, evidenziando ancora una volta la stretta relazione tra il gruppo terroristico e la CIA.

Nel luglio 2009, un membro del gruppo Jundullah ha ammesso dinanzi al tribunale di Zahedan Iran che il gruppo era un delegato per gli Stati Uniti e Israele.

Abdolhamid Rigi, un membro anziano del gruppo e il fratello del leader del gruppo, Abdolmalek Rigi, che era uno dei sei membri dell'organizzazione estradati dal Pakistan, ha detto alla corte che Jundullah era stato addestrato e finanziato da "Stati Uniti e sionisti". Ha anche detto che il gruppo aveva ricevuto ordini da America e Israele di intensificare i suoi attacchi in Iran.

Jundullah non è l'unico gruppo terroristico anti-iraniano che il governo degli Stati Uniti è stato accusato di finanziare, nel tentativo di fare pressione sul governo iraniano.

Molti soggetti credibili, inclusi informatori dell'intelligence statunitense ed ex personale militare, hanno affermato che gli Stati Uniti stanno conducendo operazioni militari segrete all'interno dell'Iran con gruppi di guerriglieri per effettuare attacchi contro le unità della Guardia Rivoluzionaria Iraniana.

Si sospetta ampiamente che la ben nota organizzazione terroristica di destra, conosciuta come Mujahedeen-e Khalq (MEK), un tempo gestito dai temuti servizi segreti di Saddam Hussein, ora lavorano esclusivamente per la Direzione delle Operazioni della CIA ed eseguono bombardamenti a distanza in Iran.

Dopo un bombardamento in Iran nel marzo 2007, il Telegraph di Londra ha anche riferito di come un alto ufficiale della CIA, ha denunciato il fatto che l'America sta segretamente finanziando gruppi terroristici in Iran, nel tentativo di aumentare la pressione sul regime islamico perchè rinunci al suo programma nucleare.

Un articolo dal titolo Gli Stati Uniti finanziano gruppi terroristici per seminare il caos in Iran , rivela come i finanziamenti per gli attacchi effettuati da gruppi di terroristi "proviene direttamente dal bilancio classificato della CIA", un fatto che ora non è "un gran segreto", secondo un ex alto funzionario della CIA di Washington che Domenica ha parlato in forma anonima a The Telegraph.

Fonte: Prison Planet 11 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

mercoledì 9 novembre 2011

Attacco all'Iran: un atto hitleriano di aggressione

Lettura indispensabile riguardo all'Iran

di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

6 novembre 2011 - Mentre aumenta la retorica sulla guerra con l'Iran, prima con la messa in scena dell'attentato  DEA-saudita, e ora, con un prossimo rapporto dell'AIEA  che apparentemente "espone" le ambizioni nucleari dell'Iran, è importante rileggere le confessioni firmate dagli interessi corporativo-fascisti dietro questa spinta alla guerra, nelle quali si ammette che:

1. L'Iran non rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA - anche se acquisisse armi nucleari, piuttosto l'Iran minaccia gli interessi americani in tutto il Medio Oriente, nell'altra metà del mondo.

2. L'Iran vuole disperatamente evitare il conflitto armato con Israele e l'Occidente e userebbe le armi nucleari solo come deterrenza difensiva.

3. Gli Stati Uniti e Israele stanno cercando attivamente di spingere l'Iran alla guerra attraverso una combinazione di sostegno segreto alla destabilizzazione all'interno dell'Iran, sostenendo la lista delle organizzazioni terroristiche, e un limitato attacco militare preventivo unilaterale, per provocare una risposta iraniana necessaria per giustificare un più ampio confronto militare.

Tutto questo è stato incredibilmente enunciato fin nei più piccoli dettagli, all'interno delle pagine del rapporto del Brooking Institution, finanziato dall'elite corporativa-finanziaria, "Quale percorso verso la Persia?".  E 'essenziale che ogni americano, europeo e israeliano legga quanto l'elite globalista sia perfida, incallita e desiderosa di innescare una guerra catastrofica con la Repubblica islamica, con l'unico scopo di proteggere Wall Street e l'egemonia di Londra in tutto il Medio Oriente.

 
"Which Path to Persia?" Brookings Institution 2009 .pdf

Di seguito sono riportati i collegamenti agli sforzi per coprire in dettaglio gli aspetti chiave di questa crescente propaganda di guerra, i giocatori chiave dietro di esso, comprese le società che finanziano questo programma, così come la prova inconfutabile che illustra questi piani, delineati nel 2009 e che si stanno già realizzando.

1. "Quale percorso verso la Persia?" del Brookings: La guerra è già iniziata, la guerra totale è una possibilità

2. Quale percorso verso la Persia? Redux: Siria, Libia, e non solo, i globalisti si preparano per la seconda fase.

3. La politica americana verso l'Iran Biglietto Solo Andata per la guerra, gli arroganti della politica fanno i finti tonti sull'Escalation iraniana.

4. Il clamore per la guerra all'Iran dell'elite corporativa-fascista. Responsabili politici non eletti, finanziati dalle corporazioni, costituiscono la maggiore minaccia alla sicurezza nazionale degli USA

5. I collegamenti dei terrroristi dell'Iran, finanziati dagli Usa, con il complotto Arabia-DEA. Accuse infondate degli Stati Uniti contrastate da più probabili accuse iraniane

6. Ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq altamente sospetto. I progetti per l'Iran del Think-tank lasciano sul tavolo solo la provocazione attacco&persuasione di Israele per una guerra totale.

Dopo aver letto queste informazioni, ci si rende conto con orrore con quanta persistente pazienza gli interessi corporativo-finanziari di Wall Street e Londra hanno perseguito questa campagna verso la guerra con l'Iran, e il modo assolutamente ingannevole con cui sono disposti ad agire al fine di andare avanti. E' assolutamente imperativo che le persone capiscano non solo quanto sia artificiosa la minaccia dell'Iran, ma che coloro che spacciano bugie su una tale minaccia, a porte chiuse, l'hanno ammesso.

BrookingsCorporateSponsors_1 Immagine: Solo alcune delle aziende-sponsor dietro il non eletto, guerrafondaio "think tank", Brookings Institution, che ha prodotto il pericoloso rapporto "Quale percorso verso la Persia?"

Prestate inoltre particolare attenzione alle corporazioni che finanziano questo atto di aggressione hitleriana contro una nazione di 70 milioni di persone con la potenziale perdita delle vite di decine di migliaia di americani e israeliani (e di altri soldati per procura), per non parlare del costo incalcolabile della guerra per un contribuente americano già in difficoltà. Si noti inoltre che queste stesse società non perderanno i loro figli e figlie, né un solo centesimo nello sforzo bellico, infatti, molti di loro guadagnano indicibili fortune e potere - la ragione stessa per cui perseguono una tale linea di condotta.

Ora sarebbe il momento giusto per contattare i vostri rappresentanti, boicottare le multinazionali di cui sopra, e iniziare a minare un sistema che, in maniera parassitaria, sta dissanguando il pianeta a morte, sia finanziariamente che letteralmente, per ottenere l'egemonia Corporativo-fascista Globale. E ricordate, non finirà in Iran, l'attacco e la distruzione della sovranità iraniana è solo l'inizio.

Fonte: Land Destroyer Report 6 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

Leggi anche:

sabato 5 novembre 2011

Peres, toni pacati che annunciano guerra all'Iran

Il capo dello stato israeliano ieri sera ha chiesto al mondo di agire per fermare i presunti piani militari nucleari dell’Iran. Ha anche invitato il premier Netanyahu alla prudenza. In realtà ha confermato che l’attacco all’Iran si farà.

peres Gerusalemme, 05 novembre 2011, Nena News – In apparenza ieri sera è sceso in campo anche il presidente israeliano Shimon Peres per frenare il piano che il premier Netanyahu e il ministro della difesa Barak starebbero mettendo a punto per colpire nelle prossime settimane o mesi, con un raid aereo, le centrali atomiche iraniane. Ma l'intervista che ha concesso alla televisione commerciale Canale 2 è stata in realtà un altro tassello di un progetto mediatico di "avvertimento" al mondo.

Del tipo: «Agite o attaccheremo». «I servizi d’intelligence di vari Paesi stanno guardando i loro orologi e avvertono i loro leader che non rimane molto tempo. Non so se questi leader mondiali agiranno sulla base di questi avvertimenti», ha avvertito Peres. Poi però ha detto che l’Iran potrebbe essere a sei mesi dal diventare un paese dotato di armi nucleari e tocca ad Israele «avvertire il mondo del pericolo». Certo il capo di stato ha anche consigliato a Netanyahu, «di valutare le varie alternative, di agire con cervello, senza farsi trascinare dai nervi» ma l’impressione è che Peres abbia voluto più di tutto contribuire a creare il clima internazionale idoneo alla giustificazione dell’attacco. L’Iran respinge l’accusa, che viene da Tel Aviv e Washington, di voler produrre non solo energia elettrica ma anche ordigni nucleari nelle sue centrali. Tehran ricorda che Israele è l’unico Stato del Medio oriente che possiede segretamente bombe atomiche e minaccia, in caso di attacco israeliano, una reazione devastante.

Fare previsioni è arduo ma Israele potrebbe prendere una decisione definitiva, se attaccare o meno, già nei prossimi giorni quando l’Agenzia atomica internazionale (Aiea) pubblicherà il suo ultimo rapporto sui programmi nucleari iraniani. Secondo il sito del quotidiano Haaretz, l’Aiea dovrebbe riferire di aver accertato la presenza di siti sospetti in Iran, dove verrebbero o potrebbe essere effettuati esperimenti atomici.

I media israeliani nei giorni scorsi hanno ampiamente riferito dei preparativi di guerra. Netanyahu e Barak starebbero facendo tutto il possibile per raggiungere la maggioranza in seno al gabinetto di sicurezza (sette ministri), necessaria per dare il via libera al raid aereo. Tra i ministri che appoggiano Netanyahu c’è quello degli esteri e leader ultranazionalista Avigdor Lieberman che appena qualche giorno fa ha denunciato l’Iran come «il principale pericolo per la stabilità dell’ordine mondiale». «Il mondo – ha aggiunto Lieberman – deve prendere decisioni e far rispettare le sanzioni contro la banca centrale iraniana. La comunità internazionale deve interrompere gli acquisti di petrolio dall’Iran».

Non siamo ancora all’ultimatum ma poco ci manca. Il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che verrà reso noto l’8 novembre, sarà decisivo per le scelte di Israele. Almeno questo è quanto lasciano capire gli stessi leader politici israeliani. Quanto gli Stati Uniti in questa fase siano sulla stessa lunghezza d’onda di Netanyahu e Barak è difficile decifrarlo. Barack Obama però non ha mai escluso l’opzione dell’uso della forza contro Tehran e il segretario alla difesa Leon Panetta sull’argomento è molto meno prudente del suo predecessore Robert Gates. Washington però non vuole attacchi a sorpresa e Panetta, durante il suo recente viaggio in Medio Oriente, ha ottenuto dal governo Netanyahu ampie assicurazioni. Vuol dire che i due paesi attaccheranno insieme, magari con la collaborazione di qualche alleato arabo? L’ipotesi non è infondata.

Che la guerra si sia fatta più vicina lo dice anche la resistenza più debole che oppongono all’attacco i comandanti delle Forze Armate e dei servizi segreti, ossia coloro che, secondo quanto aveva riferito venerdì scorso su Yediot Ahronot uno dei giornalisti israeliani più noti, Nahum Barnea​, più di altri si sono schierati con forza contro le intenzioni di Netanyahu. Ora cominciano a cedere sotto le pressioni del premier dopo aver sottolineato per mesi le conseguenze devastanti che avrebbe il raid contro le centrali iraniane, peraltro inutile perché servirebbe a rinviare di poco i programmi di Tehran.

In Iran, naturalmente, seguono con attenzione ciò che si discute in Israele e nella Repubblica islamica non manca chi lancia avvertimenti pesanti come macigni. Il capo di stato maggiore, generale Hassan Firouzabadi, ad inizio settimana ha minacciato di «far rimpiangere un simile errore» a Israele e messo in guardia anche Washington. «Se il regime sionista (Israele) ci attaccherà, saranno colpiti anche gli Stati Uniti», ha detto. L’Iran appare in grado di rispondere ad un blitz delle forze aeree israeliane con il lancio di decine, forse di centinaia di missili balistici verso il territorio dello Stato ebraico. Tehran inoltre potrebbe sferrare un’offensiva contro gli alleati arabi degli Stati Uniti mettendo a ferro e fuoco l’intero Medio oriente. Ha anche la possibilità di bloccare lo Stretto di Hormuz paralizzando il trasporto marittino del greggio con effetti devastanti per le economie occidentali. - Nena News

Fonte: Nena News

venerdì 4 novembre 2011

Guerra Globale: Mirare all'Iran: prepararsi per la Terza Guerra Mondiale

di Michel Chossudovsky
Global Research

israel-nato-usa-iran Il dispiegamento militare delle forze USA-NATO si sta verificando in diverse regioni del mondo contemporaneamente.

La militarizzazione a livello globale è organizzata attraverso la struttura di comando unificata dei militari americani: l'intero pianeta è diviso in Comandi Combattenti geografici sotto il controllo del Pentagono. Secondo l'ex Comandante generale della NATO Wesley Clark, la road-map militare del Pentagono consiste in una sequenza di teatri di guerra: "Il piano per la campagna quinquennale[include] ... un totale di sette paesi, a partire dall'Iraq, poi Siria , Libano, Libia, Iran, Somalia e Sudan."

Il progetto militare globale del Pentagono è la conquista del mondo.

Una guerra contro l'Iran è nei piani del Pentagono dal 2004.

Il presunto programma di armi nucleari dell'Iran è il pretesto e la giustificazione. Teheran viene anche identificato come "Stato sponsor del terrorismo", con l'accusa di sostenere la rete di Al Qaeda.

Dopo i recenti sviluppi, ciò che si sta svolgendo è un piano integrato di attacco contro l'Iran guidato dagli Stati Uniti, con la partecipazione del Regno Unito e di Israele.

Mentre i media hanno presentato la pianificazione militare israeliana e britannica riguardante l'Iran come iniziative distinte, ciò che stiamo affrontando è uno sforzo militare integrato e coordinato guidato dagli Stati Uniti.

Ai primi di novembre, Israele ha confermato che si sta preparando a lanciare attacchi aerei contro gli impianti nucleari iraniani, senza tuttavia riconoscere che questo avverrebbe come parte di un'iniziativa guidata dagli Stati Uniti:

Secondo quanto riferito, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente cercato di ottenere il sostegno del governo per un attacco militare contro i siti nucleari della Repubblica islamica dell'Iran. In uno sforzo comune con il ministro della difesa Ehud Barak, Netanyahu è riuscito a strappare il supporto per un atto così sconsiderato agli scettici che si erano già opposti a lanciare un attacco contro l'Iran. Tra coloro che egli è riuscito a convincere c'è il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman.

Nel governo israeliano ci sono ancora alcuni che sono contrari a una tale mossa, inclusi il ministro dell'Interno Eli Yishai del partito ultra-ortodosso Shas, il ministro dell'Intelligence Dan Meridor, il ministro per gli Affari Strategici e confidente di Netanyahu Moshe Yaalon, il ministro delle Finanze, Yuval Steinitz, il capo dell'esercito Benny Gantz , il capo dell'agenzia di intelligence israeliana Tamir Pardo, il capo dell'intelligence militare Aviv Kochavi e il capo dell'Agenzia di Intelligence Nazionale di Israele Yoram Cohen.

Comunque, il sostegno espresso dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman è considerato un asso nella manica di Netanyahu, che gode anche del sostegno incondizionato di Washington.

In uno sfoggio di abilità militare e di evidente politica del rischio calcolato, Israele ha testato il lancio di un missile nucleare, Mercoledì, cosa che non può essere considerata una coincidenza vista la minaccia fatta da Netanyahu (Ismail Salami. Un Attacco di Israele contro l'Iran: suicidio militare, Global Research, 3 Novembre 2011)

Nel frattempo, anche il governo britannico ha dichiarato che parteciperà a un attacco guidato dagli Stati Uniti contro l'Iran:

Il Ministero della Difesa ritiene che gli Stati Uniti potrebbero decidere di mandare avanti i piani per attacchi missilistici mirati ad alcune strutture chiave iraniane. I funzionari britannici dicono che se Washington persisterà nella richiesta,  riceverà l'aiuto militare del Regno Unito per qualsiasi missione, nonostante alcune profonde riserve all'interno della coalizione di governo.

In previsione di un potenziale attacco, gli strateghi militari britannici stanno esaminando dove sia meglio dispiegare le navi della Marina Reale e i sottomarini dotati di missili da crociera Tomahawk nei prossimi mesi, come parte di quella che sarebbe una campagna aerea e via mare.

Credono anche che gli Stati Uniti chiederebbero il permesso di lanciare attacchi da Diego Garcia, territorio britannico nell'Oceano Indiano, che gli americani hanno usato in precedenza per i conflitti in Medio Oriente. (The Guardian, 2 nov 2011 http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=27439)

La guerra contro la Siria

C'è una tabella di marcia militare caratterizzata da una sequenza di teatri di guerra USA-NATO.

Sulla scia della guerra in Libia, ci sono anche piani di guerra contro la Siria sotto la Responsabilità di Proteggere(R2P) della NATO. Questi piani sono integrati con quelli relativi all'Iran. La strada per Teheran passa per Damasco. Una guerra contro l'Iran promossa dagli USA e dalla NATO comporterebbe, come primo passo, una campagna di destabilizzazione ("cambio di regime"), comprese le operazioni segrete di intelligence a sostegno delle forze ribelli contro il governo siriano

Il mondo è ad un bivio pericoloso.

Se un'operazione militare USA-NATO fosse lanciata contro la Siria o l'Iran, la più ampia regione del Medio Oriente dell'Asia centrale, che si estende dal Nord Africa e dal Mediterraneo orientale fino al confine Afghano-Pakistano con la Cina, verrebbe risucchiato nel turbine di un'estesa guerra regionale .

Ci sono attualmente quattro distinti teatri di guerra: Afghanistan-Pakistan, Iraq, Palestina e Libia.

Un attacco alla Siria porterebbe all'integrazione di questi teatri di guerra, e alla fine ad una più ampia guerra in Medio Oriente-Asia Centrale.

A sua volta, una guerra contro la Siria evolverebbe verso una campagna militare USA-NATO diretta contro l'Iran, in cui la Turchia e Israele sarebbero direttamente coinvolti. Contribuirebbe anche alla destabilizzazione in corso nel Libano.

Centrale per l'accordo sulla guerra, è la campagna mediatica che assicura la sua legittimazione agli occhi dell'opinione pubblica. Prevale una dicotomia bene contro male. Gli autori della guerra sono presentati come vittime. L'opinione pubblica è fuorviata: "Dobbiamo lottare contro il male in tutte le sue forme per preservare lo stile di vita occidentale." Interrompere la "grande bugia", che sostiene la guerra come impegno umanitario, significa interrompere un progetto criminale di distruzione globale, in cui la ricerca del profitto è la forza principale. Quest'agenda militare spinta dal profitto distrugge i valori umani e trasforma le persone in zombie inconsapevoli.

Lo svolgimento di manifestazioni e proteste di massa contro la guerra non è sufficiente. Ciò che serve è lo sviluppo di una rete di base contro la guerra ampia e ben organizzata, in tutto il paese, a livello nazionale e internazionale, che sfidi le strutture del potere e dell'autorità. La gente deve mobilitarsi non solo contro l'agenda militare, ma anche l'autorità dello stato e dei suoi funzionari deve essere messa in discussione. Questa guerra può essere evitata se la gente affronterà i governi con forza, farà pressione sui suoi rappresentanti eletti, organizzando un passa parola a livello locale, in città, villaggi e comuni, informando i loro concittadini per discutere le implicazioni di una guerra nucleare, avviando un dibattito e una discussione all'interno delle forze armate.

L'obiettivo è quello di invertire con forza le sorti della guerra, sfidare i criminali di guerra con alte cariche e i potenti gruppi di lobby corporative che li sostengono.

Rompere l'inquisizione americana.

Minare la crociata militare USA-NATO-Israele .

Chiudere le fabbriche di armi e le basi militari.

I membri delle forze armate dovrebbero disobbedire agli ordini e rifiutarsi di partecipare ad una guerra criminale.

Portare a casa le truppe.

Fonte: Global Research 3  Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

mercoledì 19 ottobre 2011

La storia si ripete: I falchi statunitensi volteggiano sull'Iran

Global Research
RT

Se le richieste di guerra contro l'Iran hanno lo scopo di placare gli alleati americani in Medio Oriente che non riescono a digerire le sue presunte ambizioni nucleari, sono un tentativo di riaffermare il predominio statunitense nella regione ricca di petrolio, o sono gli ultimi segni di un impero cadente che va all'attacco con abnegazione, coloro che anelano ad un nuovo mattino in America potrebbero benissimo accelerare il suo crepuscolo imperiale.

La storia sembra ripetersi mentre i falchi che hanno chiesto il rovesciamento di Saddam Hussein nel 2003  ora fanno tintinnare le sciabole per la guerra contro l'Iran. Ma perché  quelli che una volta chiedevano un Nuovo Secolo Americano restano irrimediabilmente bloccati nel passato?

In una bellicosa diatriba pubblicata nell'ultimo numero del Weekly Standard, il redattore capo, William Kristol, accusa l'Iran di avere il sangue dei soldati americani sulle mani. Sostenendo che la "forza" è l'unica lingua che il regime comprende, chiede al Congresso degli Stati Uniti di prendere in considerazione la possibilità "di autorizzare l'uso della forza contro le entità iraniane che facilitano gli attacchi contro le nostre truppe, contro l' IRGC (Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana) e altri elementi del regime che favoriscono il terrorismo e contro il programma di armi nucleari del regime."

In un Bollettino del Foreign Policy initiative (FPI) del 17 Ottobre, il direttore esecutivo Jamie Fly indica la stessa linea, proclamando:

"Fino ad ora, il presidente ha scelto di essere la sventurata vittima delle macchinazioni dell'Iran. E' tempo che il presidente Obama segua le orme dei suoi predecessori e si erga contro i tiranni che uccidono gli americani e minacciano i nostri interessi."

"E' ora di intraprendere un'azione militare contro gli elementi del governo iraniano che appoggiano il terrorismo e il suo programma nucleare. La diplomazia non è più una risposta adeguata".

Parlando a Fox News Lunedi, l'ex ambasciatore USA alle Nazioni Unite John Bolton ha detto che è "deplorevole" che l'Iran non tema una possibile risposta militare alla luce delle recenti accuse di un complotto omicida iraniano sul suolo americano. Con un po' di ironia, Bolton ha descritto anche la recente decisione del presidente Barack Obama di inviare 100 soldati in Africa centrale per arginare una crisi umanitaria perchè "dannosa per i nostri sforzi di preservare il nostro bilancio militare".

Non c'è da stupirsi che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad affermi che l'ultima accusa secondo cui l'Iran ha cercato di assassinare l'ambasciatore saudita negli Stati Uniti ricorda stranamente le affermazioni sulle armi di distruzione di massa che hanno fornito il casus belli per l'invasione dell'Iraq nel 2003.

"In passato l'amministrazione americana ha affermato che c'erano armi di distruzione di massa in Iraq. L'hanno affermato con tanta forza, hanno offerto e presentato la documentazione e tutti dicevano "sì, ci fidiamo di voi, ci crediamo'", ha detto Ahmadinejad in un'intervista in diretta alla televisione Al Jazeera.

Il motivo di allarme di Ahmadinejad potrebbe essere giustificato date le circostanze. Fin dal Discorso sullo Stato dell'Unione del 29 Gennaio 2002 di  George W. Bush, durante il quale l'Iran (insieme a Iraq e Corea del Nord) sono stati etichettati come "Asse del Male", gli arroganti politici neo-conservatori e alti funzionari del governo hanno tenuto il paese nel mirino. E proprio come per l'Iraq, il casus belli è mutevole e adattabile come l'opinione pubblica a cui si rivolge.

Kristol da parte sua è stato uno dei principali sostenitori del cambiamento di regime in Iraq, sottolineando la situazione in un libro del 2003, di cui è co-autore, dal titolo La guerra in Iraq: la tirannia di Saddam e la missione dell'America. Ma il suo desiderio di effettuare un cambio di regime in Medio Oriente nasce ancora prima.

In un articolo del Foreign Affairs del 1996, William Kristol, sfidando ciò che egli considerava "un tiepido consenso che accetta il declino del potere Usa nel mondo come inevitabile", chiese una politica estera neo-reaganiana che avrebbe perseguito un'"egemonia benevola" e "adoperato sfacciatamente la sua autorità ".

Nel giugno del 1997, William Kristol, insieme a diversi altri importanti neo-conservatori che avevano posizioni amministrative di alto livello nell'amministrazione Bush (tra cui Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Donald Rumsfeld e Elliot Abrams), per non parlare di suo fratello Jeb Bush, firmarono una dichiarazione di principi destinati ad inaugurare un'era serena di forza militare Americana e chiarezza morale. Questa dichiarazione di principi avrebbe definito il Progetto per un Nuovo Secolo Americano.

I quattro principi chiave proclamati erano per l'aumento delle spese per la difesa e la modernizzazione della forza militare, il rafforzamento dei legami con gli alleati democratici e la volontà di affrontare i regimi ostili agli interessi americani, la promozione della libertà politica ed economica all'estero, e la "necessità di accettare la responsabilità del ruolo esclusivo dell'America di preservare ed estendere un ordine internazionale favorevole alla nostra sicurezza, alla nostra prosperità, e ai nostri principi ".

Successivamente, il 26 gennaio 1998, il gruppo inviò una lettera all'allora presidente Bill Clinton, sollecitando la sua amministrazione a realizzare "una strategia per rimuovere il regime di Saddam dal potere."

La storia di quello che è successo quando una compiacente amministrazione Bush e i tragici eventi del 11/9 hanno fornito il pretesto per l'attuazione dell'attuale politica estera neo-reaganiana, è un terreno già molto battuto. La domanda è: perché lo stanno facendo di nuovo?

Secondo la maggior parte delle opinioni, le accuse contro l'Iran sembrano sfidare la logica. Scrivendo sul Time Magazine, l'ex ufficiale di stato maggiore della CIA  Robert Baer ha affermato che la trama, come descritta dal direttore dell'FBI Robert Muller era qualcosa che si potrebbe trovare in "una bruttissima sceneggiatura di Hollywood." Ha continuato dicendo che "niente di tutto questo è all'altezza dell'insuperabile abilità dell'Iran nella conduzione di omicidi".

Ma mentre l'idea di un iraniano-americano venditore di auto usate che tenta di organizzare un colpo contro l'ambasciatore dell'Arabia Saudita attraverso  un cartello della droga messicano non si intona con l'orgogliosa professionalità delle brigate al-Quds - un'unità speciale della Guardia Rivoluzionaria iraniana responsabile per le operazioni extraterritoriali - l'inverosimile storia sembra in abbinamento perfetto con l'immaginario americano. Una tale ricchezza di teatrale inventiva è stata già esibita precedentemente, in particolare, quando l'allora Segretario di Stato americano Colin Powell ha sollevato una fialetta e ha detto che poteva contenere antrace, parlando al Consiglio di sicurezza dell'ONU il 5 febbraio 2003.

Tuttavia, con il debito nazionale degli Stati Uniti a circa 15 miliardi di dollari, 1 milione di milioni di dollari in potenziali tagli di spesa per la difesa sul tavolo, e un recente rapporto effettuato dal Progetto di Ricerca Eisenhower alla Brown University che prevede che il costo della guerra in Afghanistan e in Iraq potrebbe raggiungere circa 4.000 miliardi di dollari, il pubblico americano avrà il coraggio o i mezzi per portare avanti un'altra guerra?

Considerando tutti questi fattori, il torbido mondo della realpolitik e del multilateralismo al quale molti neo-conservatori hanno contribuito spingendo aggressivamente l'America verso l'espansione imperialistica negli anni di Bush, mal si accorda con un'ideologia che vede il mondo secondo la logica binaria bene contro male. Kristol da parte sua, ha visto sprofondare l'America nel baratro durante un'epoca in cui il ​​dominio economico e militare degli Stati Uniti inaugurò il termine iperpotenza nella coscienza collettiva.

Ma mentre una radicata crisi economica limita la capacità degli Stati Uniti di proiettare il suo dominio militare e un decennio di guerra ha volatilizzato la sua valuta morale in tutto il mondo, è diventato chiaro che molti dei neo-conservatori che fanno pressione per la guerra contro l'Iran, ora in definitiva devono incolpare i loro stessi principali ideologi per il precipitoso declino dell'America. Se le richieste di guerra contro l'Iran hanno lo scopo di placare gli alleati americani in Medio Oriente che non riescono a digerire le sue presunte ambizioni nucleari, sono un tentativo di riaffermare il predominio statunitense nella regione ricca di petrolio, o sono gli ultimi segni di un impero cadente che va all'attacco con abnegazione, coloro che anelano ad un nuovo mattino in America potrebbero benissimo accelerare il suo crepuscolo imperiale.

Fonte: Global Research 12 Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com

venerdì 14 ottobre 2011

Il falso complotto iraniano: Era già tutto scritto

I Federali sventano il loro stesso attentato: Lo attribuiscono all'Iran

iran-fake-plot La trappola Federale prende al laccio ​​un'altro babbeo e porta centinaia di milioni di persone sull'orlo della guerra.

di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

... sarebbe molto più preferibile se gli Stati Uniti potessero citare  una provocazione iraniana come giustificazione per gli attacchi aerei, prima di lanciarli. "Chiaramente , più scandalosa, più mortale, e più non provocata sarebbe l'azione iraniana, meglio sarebbe per gli Stati Uniti . Certo, sarebbe molto difficile per gli Stati Uniti spingere l'Iran ad una tale provocazione senza che il resto del mondo, riconoscendo questo tranello, lo renda inutile. (Un metodo che avrebbe qualche possibilità di successo sarebbe aumentare gli sforzi sotto copertura per un cambiamento di regime a Teheran con la speranza che ci siano ritorsioni apertamente, o anche semi-apertamente, che potrebbero poi essere presentate come un atto di aggressione iraniano non provocato).

Questo suggerisce che questa opzione sarebbe più efficace se tenuta in sospeso fino a quando gli iraniani faranno una mossa adeguatamente provocatoria, come fanno di tanto in tanto. In tal caso, sarebbe una politica meno determinata ad impiegare attacchi aerei e invece più di una speranza opportunistica che l'Iran fornirebbe agli Stati Uniti  il tipo di provocazione che giustifichi i bombardamenti aerei. Tuttavia, ciò significherebbe che l'uso di attacchi aerei non potrebbe essere la politica primaria degli Stati Uniti  verso l'Iran (anche se  sarebbe una fervente preferenza di Washington), ma semplicemente un'eventualità ausiliaria ad un'altra opzione che sarebbe il criterio primario, a meno che e fino a quando l'Iran non fornisce il pretesto necessario."
- pagine 84-85 di "Quale percorso verso la Persia?" Istituto Brookings, 2009.

A quanto pare, costruire un "pretesto necessario" per bombardare unilateralmente una nazione di 70 milioni di persone ora fa parte della politica estera statunitense anche nei confronti dell'Iran. Una balorda invenzione annunciata questa settimana dal procuratore generale Eric Holder, riguardava un iraniano-americano venditore di auto usate che "presumibilmente" ha tentato di assumere un agente sotto copertura della DEA degli Stati Uniti, in posa come un bandito messicano di Los Zetas, per assassinare l'ambasciatore saudita negli Usa. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton avrebbe aggiunto "nessuno poteva inventarselo, giusto?" Sbagliato.

Il think thank politico statunitense finanziato da Fortune 500, l'Istituto Brookings, nel 2009 ha reso chiaro che gli Stati Uniti avrebbero perseguito i propri interessi in tutto il Medio Oriente e non avrebbero tollerato che un Iran forte, facesse da ostacolo. Il Brookings riconosce nella sua relazione, tuttavia, che l'Iran non ha cercato di confrontarsi con gli Stati Uniti sul piano militare, né ha desiderato provocare l'Occidente ad attaccare la Repubblica islamica, e ha addirittura dichiarato che la minaccia nucleare dell'Iran consisteva più nella deterrenza  verso futuri atti di aggressione degli Stati Uniti piuttosto che in aperte dichiarazioni di proliferazione o primo-attacco unilaterale.

Molte delle opzioni elencate, esaminate nella relazione Brookings, per destabilizzare e rovesciare il governo iraniano erano già state in procinto di essere effettuate anche prima che il rapporto fosse pubblicato nel 2009. Questo comprendeva il finanziamento, armamento, e addestramento di  un'organizzazione terroristica straniera elencata dal  Dipartimento di Stato americano (# 28 nella lista) , Mujahidin-e Khalq (MEK.) Ad oggi, il sostegno segreto, le armi e i finanziamenti sono  già nelle mani del MEK , e membri selezionati dell'organizzazione terroristica hanno anche ricevuto una formazione specialistica sul suolo americano. I politici americani, dopo aver ammesso che il MEK aveva sulle mani il sangue dei soldati e dei civili statunitensi e che ha "innegabilmente" condotto attacchi terroristici, scandalosamente vogliono rimuoverlo dalla lista delle organizzazioni terroristiche straniere degli Stati Uniti in modo che possa essere manipolato più da vicino per rovesciare il governo iraniano.

Sotto, Brookings ha chiaramente scritto questa politica ormai in piena attuazione:

"Forse il più importante (e certamente il più controverso) gruppo di opposizione che ha attirato l'attenzione come un  potenziale braccio armato degli Stati Uniti è il NCRI (National Council of Resistance of Iran), il movimento politico istituito dal MEK (Mujaheddin-e Khalq). Alcuni critici ritengono che il gruppo sia antidemocratico e impopolare, anzi anti-americano.

Invece, i difensori del gruppo sostengono che  l'opposizione di lunga data del movimento al regime iraniano e il record di attacchi riusciti e di operazioni di raccolta informazioni contro il regime lo rendono meritevole del sostegno degli Stati Uniti. Essi sostengono anche che il gruppo non è più anti-americano e mettono in discussione il merito delle accuse precedenti. Raymond Tanter, uno del gruppo dei sostenitori negli Stati Uniti, sostiene che il MEK e il CNRI sono alleati per il cambio di regime a Teheran e che agiscono come  utili delegati per la raccolta di informazioni. La più grande mossa di  intelligence del MEK è stata la raccolta di informazioni nel 2002 che ha portato alla scoperta di un sito segreto in Iran per l'arricchimento dell'uranio.

Nonostante le affermazioni dei suoi difensori, il MEK rimane nell'elenco governativo delle organizzazioni terroristiche straniere degli Stati Uniti. Nel 1970, il gruppo ha ucciso tre ufficiali statunitensi e tre contractors civili in Iran. Durante la crisi degli ostaggi 1979-1980, il gruppo ha elogiato la decisione di prendere ostaggi americani e Elaine Sciolino ha riferito che mentre i leaders del gruppo condannavano pubblicamente gli attentati dell'11/9, all'interno del gruppo le celebrazioni erano molto diffuse.

Innegabilmente, il gruppo ha condotto attacchi terroristici - spesso giustificati dai sostenitori del MEK perchè diretti contro il governo iraniano. Ad esempio, nel 1981, il gruppo ha bombardato la sede del Partito della Repubblica Islamica, che allora era la  principale organizzazione politica della leadership clericale, uccidendo circa 70 alti funzionari. Più recentemente, il gruppo ha rivendicato  oltre una dozzina di attacchi di mortaio, omicidi, ed altri assalti su obiettivi civili e militari iraniani tra il 1998 e il 2001. Per collaborare più strettamente con il gruppo (almeno in modo palese), Washington avrebbe bisogno per lo meno di rimuoverlo dalla lista delle organizzazioni terroristiche straniere". Pagine 117-118 di "Quale percorso verso la Persia?" Istituto Brookings, 2009.

Mentre il procuratore generale Eric Holder finge indignazione per il "presunto" ruolo dell'Iran in un "presunto" attacco terroristico, e per la sua violazione delle "norme internazionali", si scopre che gli Stati Uniti stavano in realtà realizzando proprio una campagna di terrore armato sul suolo iraniano da anni. Aggiungendo al danno la beffa, Eric Holder è attualmente sotto inchiesta per il suo ruolo nella gestione di migliaia di armi di tipo militare al confine Usa-Messico, che sono state utilizzate da bande di assassini di massa narcotrafficanti per terrorizzare la gente in tutto il Messico e persino per uccidere agenti degli Stati Uniti. Ci si potrebbe chiedere quante "norme internazionali" hanno violato.

Che l'attuale "presunto" complotto  attribuito all'Iran ruoti intorno ad un'altra agenzia federale sotto copertura che conduce un'operazione di infiltrazione a lungo termine, non è credibile. Che ci si aspetti che noi crediamo che una delle forze militari iraniane più d'elite abbia affidato un'operazione così sensibile, che poteva avviare una guerra,  ad un venditore di auto usate e ad una banda di narcotrafficanti che secondo i quotidiani erano coinvolti con le agenzie governative degli Stati Uniti (che risultano essere in realtà agenti della DEA sotto copertura) è talmente ridicolo che non può che essere "inventato", come dice il segretario Clinton. Più precisamente, è il risultato di un'impotente comunità di intelligence degli Stati Uniti incapace di escogitare qualcosa di più convincente di fronte a un pubblico americano mai consapevole, per sostenere la sua immorale agenda. La natura umoristica del complotto e l'indipendenza tra le parti che anche i suoi proponenti cercano di far apparire per mantenere la negazione plausibile è indicativo di una classe dirigente pericolosamente fuori controllo e di un governo del tutto incompetente, pazzo criminale.

Si potrebbe notare che questo è l'ennesimo esempio di "complotto terrorista" evocato da agenzie federali, pubblicizzato da politici e media, e montato per spingere la politica estera e interna che il pubblico e il mondo in generale hanno già sonoramente respinto. Due altri esempi notevoli includono l'"attentatore dell'Albero di Natale" di Portland utilizzato per terrorizzare la città e ricongiungerla alla Joint Terror Task Force dell'FBI, e il più recente "attentato all'aereo RC" sventato dagli agenti dell'FBI al fine di mantenere in vita  la frode della "Guerra al Terrore".

Per uno sguardo più approfondito a quest'ultima beffa, leggete,  "Complotto terroristico iraniano: Falso, Falso, Falso" di Anti-War.com.

Fonte: Land Destroyer Report 12 Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com