domenica 22 maggio 2011

Quale percorso verso la Persia?: Redux

Siria, Libia, e non solo, i Globalisti si preparano per la seconda fase.

di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

BrookingsWhichPathtoPersia2010Cover Bangkok, Thailandia 18 maggio 2011 - Mentre le nazioni "più facili" Tunisia ed Egitto sono state messe da parte attraverso le rivoluzioni colorate finanziate dall'estero, l'oligarcha mondiale corporativa-finanziara sapeva bene in anticipo che per nazioni come la Libia, la Siria e l'Iran sarebbe stato fondamentalmente diverso . Nazioni tra cui Bielorussia, Pakistan , Myanmar, e Thailandia , arrivano dopo, ponendo ostacoli simili, e, naturalmente, la Russia e la Cina rimangono alla fine della strada e richiederanno la più vigorosa di tutte le campagne in vigore per il cambio di regime e per assimilarle alla "comunità internazionale" corporativa-finanziaria di  Wall Street/ Londra .

A tutti gli effetti questa è la battaglia finale tra stati-nazione e questa aberrante, illegittima "comunità internazionale". La battaglia si sta sviluppando verso ciò che molti analisti di geopolitica chiamano Terza Guerra Mondiale, ma con uno svolgimento insidioso . Si tratta di una battaglia in cui le corrotte reti imperiali che operano sotto le mentite spoglie di "società civile" e "ONG" stanno facendo ribellare le popolazioni contro i loro governi e servendo come impulso all'introduzione di uomini di paglia. Le istituzioni nazionali saranno soppiantate da questa rete globale della "società civile", che a sua volta si interfaccia con artificiose istituzioni internazionali  come il parassita FMI, la Banca Mondiale, e le sempre più farsesche Nazioni Unite.

Le rivoluzioni in Tunisia e in Egitto erano destinate a servire da sfondo morale e retorico per le campagne successive sempre più violente e costose contro la Libia, la Siria e l'Iran. Nel caso della Libia, quasi 30 anni di insurrezione armata intermittente, pienamente sostenuta da Stati Uniti, Regno Unito, e dalla legione straniera araba dell'America, Al Qaeda, hanno delineato la campagna contro Gheddafi. Quando il 17 febbraio c'è stato l'appello per una "Giornata della rabbia" da parte del leader libico in esilio a Londra, la guerra era la scontata conclusione completamente prestabilita . Lo sono anche le operazioni contro la Siria e l'Iran. Questi sono  i fatti ammessi apertamente all'interno degli stessi think-thanks dell'elite globale e ripetuti a pappagallo, testualmente, da questi irresponsabili burattini che costituiscono i governi dell'Occidente.

Per abbandonare ogni dubbio sui progetti dell'élite globale riguardo ai rimanenti stati nazionali sovrani del mondo, c'è la relazione della Brookings Institution "Quale Percorso verso la Persia? ". Precedentemente segreta, la relazione ha senso ora più che mai, poichè definisce testualmente l'approccio, le tattiche e i risultati attesi nella prossima, decisamente più violenta fase di riordino geopolitico mondiale. Possiamo vedere come le astuzie e la metodologia definita all'interno di questa relazione hanno avuto un ruolo non solo in Iran, ma in Libia e Siria, con preparativi e atteggiamenti da tenere nei confronti degli obiettivi lungo la  "String of Pearls" della Cina "e lungo le vaste frontiere della Russia .

Riesaminando questa infida trama, finanziata da alcune delle più grandi società e interessi bancari sulla terra, possiamo vedere il playbook che l'elite globale sta chiaramente utilizzando, partendo dall'Iran, e strisciando verso Mosca e Pechino. La comprensione di questo rapporto, la sua diffusione, sia ai popoli sotto i governi da perseguire penalmente che a quelli che si stanno disperatamente difendendo da esso, può ostacolare quello che è forse il più grande riordino geopolitico mai tentato nella storia umana.

Quale percorso verso la Persia?

Quasi un manuale per rovesciare le nazioni, il rapporto di 156 Pagine si concentra sulla realizzazione di un cambiamento di regime in Iran. Tuttavia, è chiaro che si basa su un insieme di conoscenze derivate dalla lunga esperienza dell'impero anglo-americano nel fomentare disordini, divisioni, insurrezioni, colpi di stato, e cambi di regime in tutto il mondo. E' la prova inconfutabile che l'élite globale, non i nostri legislatori, sono gli arbitri della politica estera occidentale.

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Quale percorso verso la Persia?. Pdf

E 'anche la prova inconfutabile che in effetti l'élite globale è in grado e disposta a fomentare le proteste di piazza popolare, utilizzare il terrorismo omicida contro stati nazionali sovrani, comprare legioni di traditori all'interno di forze militari straniere per effettuare colpi di stato, e usare la violenza delle sue stesse creazioni come  pretesto per intervenire con la completa forza militare.

Sanzioni

Le sanzioni, pagina 39 (pagina 52 del pdf): "Per coloro che sono a favore del cambiamento di regime o  di un attacco militare contro l'Iran (da parte degli Stati Uniti o di Israele), vi è un forte argomento che deve essere sostenuto per provare questa prima opzione. Per istigare un cambiamento in Iran sarebbe molto utile convincere il popolo iraniano che il loro governo è così ideologicamente cieco che si rifiuta di fare ciò che è meglio per il popolo e invece si aggrappa a una politica che non poteva che portare la rovina del paese. Lo scenario ideale in questo caso sarebbe che gli Stati Uniti e la comunità internazionale presentassero un pacchetto di incentivi positivi così allettante che i cittadini iraniani sosterrebbero l'affare, solo per ottenere il rifiuto del regime.

In modo analogo, qualsiasi operazione militare contro l'Iran sarà probabilmente molto impopolare in tutto il mondo e richiederà il corretto contesto internazionale, sia per assicurare il sostegno logistico che l'operazione richiede che per minimizzare il contraccolpo. Il modo migliore per ridurre al minimo la riprovazione internazionale e massimizzare il supporto (sebbene a denti stretti o dissimulato) è di colpire solo quando vi è una diffusa convinzione che gli iraniani hanno avuto, ma poi rifiutato, un'offerta superba — così buona che solo un regime determinato ad acquisire armi nucleari e ad acquisirle per le ragioni sbagliate la rifiuterebbe. In tali circostanze, gli Stati Uniti (o Israele) potrebbero dipingere le loro operazioni come intraprese con dolore, non rabbia e almeno alcuni nella comunità internazionale potrebbero concludere che gli iraniani "se la sono voluta" rifiutando un affare molto buono."


Si parla del cambio di regime e forse anche delle operazioni militari contro l'Iran  come di una conclusione scontata, e la Brookings usa il pretesto delle sanzioni come un semplice mezzo per portare sempre di più il mondo in punta di piedi  a supportare il cambio di regime, compresa la guerra con la nazione se necessario . Questo è esattamente quanto è stato fatto per quanto riguarda la Libia, con le finte preoccupazioni di ordine umanitario tradotte in una no fly zone , che gradualmente si è trasformata in attacchi alle forze di terra di Gheddafiomicidi mirati contro lo stesso Gheddafi, e ora si parla di distruzione di infrastrutture civili e di una completa invasione di terra .

La stessa sceneggiatura si sta replicando in Siria, dove la violenza finanziata dall'estero viene usata come mezzo per impegnarsi in un intervento più ampio . Mentre i governi occidentali fingono inerzia ed esitazione di fronte ad un bagno di sangue che loro stessi hanno istigato, in realtà stanno creando per la Siria la stessa sensazione che "se la sono voluta" come dice il Brookings per quanto riguarda l'Iran.

Invasione

Giustificare l'nvasione, pagina 65 (pagina 78 del PDF): "Se gli Stati Uniti dovessero decidere che per raccogliere un maggiore sostegno internazionale, galvanizzare il sostegno interno degli Stati Uniti e/o fornire una giustificazione legale per l'invasione, sarebbe meglio aspettare una provocazione iraniana, allora i tempi per l'invasione potrebbero allungarsi a tempo indeterminato. Con una sola vera eccezione, a partire dalla rivoluzione del 1978, la Repubblica islamica non ha mai volontariamente provocato una reazione militare americana, anche se sicuramente ha avviato delle azioni che avrebbero potuto farlo, se Washington fosse stata in cerca di una lotta.

Quindi, non è impossibile che Teheran potrebbe intraprendere qualche azione che giustificherebbe l'invasione americana, e come sempre se Washington andasse in cerca di una provocazione, potrebbe intraprendere azioni che potrebbero rendere più probabile una provocazione di Teheran (anche se è troppo evidente che questo potrebbe vanificare la provocazione stessa). Tuttavia, poiché spetterebbe all'Iran fare la mossa provocatoria, cosa che l'Iran ha evitato di fare più volte in passato, gli Stati Uniti non saprebbero mai con certezza quando potrebbero ottenere la necessaria provocazione iraniana. In realtà, potrebbe non arrivare mai."

Questi sono niente di meno che i responsabili politici degli Stati Uniti che parlando apertamente provocano di proposito una nazione, al fine di giustificare un'invasione su larga scala che altrimenti sarebbe insostenibile. Se di un tale tradimento a costo di migliaia di vite americane e forse milioni di vite iraniane si discute apertamente all'interno degli ambienti di questi think thanks finanziati dalle corporazioni, di cosa parlano, che non è nel documento? Per coloro che rifiutano su due piedi l'idea che l'11/9 sia stato un lavoro interno, perchè  i responsabili politici occidentali non sarebbero capaci di un simile orribile calcolo, la prova è qui, che spunta dalle pagine di questo rapporto della Brookings Institution che tutti possono vedere e con le quali fare i conti.

In Libia, le provocazioni per il bombardamento della NATO erano una valanga di segnalazioni non verificate provenienti dagli stessi ribelli e comprovate bugie  circa bombardamenti aerei sui manifestanti disarmati. Con l'assassinio mirato di Gheddafi che ha causato la morte di suo figlio e di tre dei suoi nipoti, la NATO sembra aver avviato "azioni che possono rendere più probabile" una provocazione a Gheddafi giustificando una sorta di ampia invasione di terra della NATO. Se la litania di bugie che sono alla base dell'attuale campagna della NATO indica in qualche modo, anche se Gheddafi non fa nulla, una provocazione, si costruirà una provocazione per lui. Con le operazioni contro la Siria ancora nelle loro fasi di apertura, possiamo essere certi che l'opzione militare sarà messa sul tavolo, così come anche opportune provocazioni, indotte o fabbricate.

Fronte unito contro l'Iran

Un 11/9  sponsorizzato dall'Iran e un cambio di leadership in tutto il Medio Oriente, pagina 66 (pagina 79 del pdf): "La maggior parte degli europei, asiatici e dei Medio Orientali  sono inflessibili contro qualsiasi azione militare americana contro l'Iran derivata dalle attuali differenze tra l'Iran e la comunità internazionale, per non parlare di Iran e Stati Uniti. Tranne un 11/9 sponsorizzato da Teheran, è difficile immaginare cosa potrebbe far loro cambiare idea. Per molte democrazie e alcune fragili autocrazie a cui Washington potrebbe guardare per un sostegno, questa antipatia del pubblico rischia di essere decisiva. Per esempio, l'Arabia Saudita è positivamente arrabbiata per il programma nucleare iraniano, così come per le loro marachelle in Libano, Iraq e nei territori palestinesi. Eppure, finora, Riyadh ha chiarito che non intende supportare le operazioni militari di qualsiasi tipo contro l'Iran. Certo che potrebbe cambiare, ma è difficile immaginare che cosa ci vorrebbe.

Dato che questa situazione non è stata sufficiente per spingere il Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) a sostenere le operazioni militari contro l'Iran, che cosa lo sarebbe? Certamente l'Iran potrebbe testare un dispositivo nucleare, ma a quel punto, quasi certamente sarebbe troppo tardi: se gli Stati Uniti stessero per invadere l'Iran, cercherebbero di farlo prima che l'Iran ha messo a punto delle effettive armi nucleari, non dopo. E 'difficile sapere cos'altro potrebbe fare l'Iran che cambierebbe l'atteggiamento del GCC sull'uso della forza a meno che  nel Golfo non prendano il potere nuovi leaders,  molto più determinati a fermare l'Iran rispetto all'attuale dirigenza."

Ovviamente, ora "nuovi leaders" stanno prendendo il potere in tutto il Golfo tramite la "primavera araba" creata dagli Stati Uniti ", con l'Arabia Saudita  tacitamente minacciata di destabilizzazione in Bahrain e nello Yemen, mentre l'asse di influenza dell'Iran  attraverso la Siria e in Libano viene destabilizzato. Egitto e Nord Africa sono stati gettati nel caos politico precario, nonché, con i burattini globalisti pronti a prendere il sopravvento e a svolgere con entusiasmo qualunque dettato provenga da Washington. Ciò conferma i peggiori timori degli analisti geopolitici come il dottor Webster Tarpley che aveva previsto fin dal metà di febbraio 2011 che la "Primavera araba" creata dagli Stati Uniti è stato un tentativo di riordino del Medio Oriente contro l'Iran e, infine, contro la Cina e la Russia.

Fabbricare Provocazioni

Sollecitare provocazioni per un attacco aereo, pagina 84-85 (pag. 97-98 del pdf): ... sarebbe molto più preferibile se gli Stati Uniti potessero citare  una provocazione iraniana come giustificazione per gli attacchi aerei, prima di lanciarli. "Chiaramente , più scandalosa, più mortale, e più non provocata sarebbe l'azione iraniana, meglio sarebbe per gli Stati Uniti . Certo, sarebbe molto difficile per gli Stati Uniti pungolare l'Iran ad una tale provocazione senza che il resto del mondo, riconoscendo questo tranello, lo renda inutile. (Un metodo che avrebbe qualche possibilità di successo sarebbe aumentare gli sforzi sotto copertura per un cambiamento di regime a Teheran con la speranza che ci siano ritorsioni apertamente, o anche semi-apertamente, che potrebbero poi essere presentate come un atto di aggressione iraniano non provocato).

Questo suggerisce che questa opzione sarebbe più efficace se tenuta in sospeso fino a quando gli iraniani faranno una mossa adeguatamente provocatoria, come fanno di tanto in tanto. In tal caso, sarebbe una politica meno determinata ad impiegare attacchi aerei e invece più di una speranza opportunistica che l'Iran fornirebbe agli Stati Uniti  il tipo di provocazione che giustifichi i bombardamenti aerei. Tuttavia, ciò significherebbe che l'uso di attacchi aerei non potrebbe essere la politica primaria degli Stati Uniti  verso l'Iran (anche se  sarebbe una fervente preferenza di Washington), ma semplicemente un'eventualità ausiliaria ad un'altra opzione che sarebbe il criterio primario, a meno che e fino a quando l'Iran non fornisce il pretesto necessario."

Qui vediamo ancora una volta, il tracciato di una mossa  ingannevole per spingere una nazione sovrana in guerra, una nazione che, come nota la Brookings più e più volte, non ha alcun interesse ad un conflitto armato con gli Stati Uniti. Da notare anche la prima menzione di "sforzi per un cambiamento di regime sotto copertura" usati come mezzo per esercitare una pressione sufficiente per ottenere una particolare reazione utilizzata per un'ulteriore escalation politica e successivi interventi militari.

Tale mossa è stata recentemente utilizzata in Libia e ora in Siria dove il supporto estero ha creato violenza, alla quale i regimi sono stati costretti a reagire - le violenze successive poi sono servite da impulso per l'espansione dell'intervento degli Stati Uniti. La Brookings rileva che un tale incitamento deve essere fatto in modo tale da non destare sospetti sul "tranello" in tutto il mondo. Si spera che, non appena la gente leggerà questa confessione scritta e firmata della cospirazione criminale, non cadranno di nuovo in questo "tranello".

Rivoluzione Colorata Finanziata dall'Estero

Trovare e costruire Gonzi per una rivoluzione colorata, pagina 105 (pagina 118 del PDF): Gli Stati Uniti potrebbero svolgere più ruoli nel facilitare una rivoluzione." Finanziando e aiutando l'organizzazione dei rivali interni del regime, gli Stati Uniti potrebbero creare una leadership alternativa per impadronirsi del potere. Come sostiene Raymond Tanter della Iran Policy Committee, studenti e altri gruppi "hanno bisogno di sostegno clandestino alle loro manifestazioni. Essi hanno bisogno di apparecchi fax. Hanno bisogno di accedere a Internet, di fondi per duplicare il materiale, e fondi per impedire ai vigilantes di picchiarli."

Al di là di questo, i media appoggiati dagli USA potrebbero evidenziare le carenze del regime e dare maggior rilievo a critiche altrimenti fumose. Gli Stati Uniti supportano già la televisione satellitare in lingua persiana (Voice of America persiana) e radio (Radio Farda) che portano notizie non filtrate agli iraniani (negli ultimi anni, queste hanno fatto la parte del Leone con i palesi finanziamenti degli Stati Uniti per la promozione della democrazia in Iran). La pressione economica degli Stati Uniti (e forse anche la pressione militare) può screditare il regime, rendendo la popolazione desiderosa di una leadership concorrente."

Qui Brookings fa apertamente appelli a  creare all'interno dell'Iran, o di qualsiasi altra nazione obiettivo, le condizioni che sono più favorevoli alla creazione di disordini. Poi invoca i  finanziamenti e l'organizzazione dei disordini  e l'utilizzo di  tutti i mezzi di comunicazione nazionali e  ovviamente stranieri, per manipolare la percezione pubblica e perpetuare la propaganda appoggiata dagli Stati Uniti. Lo vediamo in quasi ogni paese designato per la destabilizzazione, generalmente finanziata da organizzazioni come la National Endowment for Democracy (NED), i cosiddetti "media indipendenti", le organizzazioni e le ONG per i diritti umani  che "danno maggior rilievo a critiche altrimenti fumose".

Il Progetto per la Democrazia in Medio Oriente finanziato dal NED  è uno sbocco operativo per tale propaganda in tutto il Medio Oriente, che diffonde la narrativa ufficiale degli Stati Uniti riguardo ai disordini fomentati dall'Egitto alla Siria. Voice of America è apertamente citato da Brookings all'interno di questa relazione, mentre esempi in Europa orientale includono Radio Free Europe , una filiale di Voice of America sotto la Broadcasting Board of Governors  all'interno della quale il segretario di Stato Hillary Clinton siede come membro. Degno di nota anche il giornale del sudest asiatico Prachatai della Thailandia finanziato dal NED.

Insieme, questa nefasta rete globale  alimenta il mainstream, i media corporativi che trasmettono le istruzioni che vengono poi ripetute alla lettera o citati a titolo definitivo come fonti affidabili.  Va ricordato però, che nelle 156 pagine del rapporto "Quale Percorso verso la Persia?",  viene esplicitamente e spesso dichiarato che questi tranelli servono a : proteggere ed espandere gli interessi statunitensi in tutta la regione, e allo stesso tempo diminuire la capacità dell'Iran di sfidare tali interessi, in qualsiasi condizione, forma, o modo - non per promuovere la democrazia, proteggere la libertà, o anche proteggere l'America da un vero attacco alla sicurezza.

Uso della forza militare per sostenere le rivoluzioni popolari, pagina 109-110 (pagine 122-123 del pdf): "Di conseguenza, sempre che gli Stati Uniti riescano a suscitare una rivolta contro il regime in carica, Washington dovrebbe valutare se rifornirla di qualche forma di sostegno militare per evitare che Teheran la soffochi. "Questo requisito implica che una rivoluzione popolare in Iran non sembra adattarsi al modello delle "rivoluzioni di velluto" che si sono verificate altrove. Il punto è che il regime iraniano potrebbe non essere disposto a sparire dolcemente nella notte; invece, a differenza di tanti regimi dell'Est europeo, potrebbe scegliere di combattere fino alla morte. Stando così le cose, se non c'è un sostegno militare esterno ai rivoluzionari, essi potrebbero non solo fallire, ma essere massacrati.

Di conseguenza, se gli Stati Uniti vogliono proseguire questa politica, Washington deve prendere in considerazione questa possibilità. Questo aggiunge alcuni requisiti molto importanti  alla lista: o la politica deve includere i modi per indebolire l'esercito iraniano, o indebolire la volontà del regime leader di far intervenire i militari, oppure gli Stati Uniti devono essere pronti ad intervenire per sconfiggerli".

Chiaramente, dopo aver precedentemente cospirato per attuare agitazioni finanziate dall'estero, la repressione prevedibile da parte delle forze di sicurezza iraniane per ristabilire l'ordine "richiede" una qualche forma di deterrente o di sostegno militare da utilizzare per evitare che il movimento venga schiacciato. Vediamo che questo preciso scenario si è svolto letteralmente in Libia, dove "i manifestanti" erano in realtà ribelli armati fin dall'inizio, destinatari di decenni di supporto degli Stati Uniti e del Regno Unito, e poco dopo l'inizio della loro ribellione,  le forze della NATO hano messo in scena  una serie di goffi pretesti  per impedire che l'insurrezione armata potesse essere intrappolata dalle forze di Gheddafi.

La conduzione dello stesso identico  scenario sta avvenendo in Siria, dove i politici fantoccio di Regno Unito e Stati Uniti stanno minacciando il governo siriano di intervento militare secondo il principio della  "Precedenza libica". Noi vediamo in realtà, che questa "precedenza" era stata chiaramente formulata in questo rapporto 2009, e si basa sulla ben nota metodologia  "problema, reazione, soluzione" utilizzata dagli imperialisti nel corso della storia umana.

Sia in Libia, Siria e Yemen, che in altre inamovibili nazioni obiettivo, come la Thailandia, i militanti armati sono guidati da gruppi di opposizione per aumentare le proteste di piazza. Spesso questi elementi armati sono guidati all'insaputa degli stessi manifestanti, e in alcuni casi, soprattutto in Siria e Yemen , sembra che gruppi di "misteriosi uomini armati" " si stiano scontrando sia con le forze di sicurezza che con i  manifestanti, al fine di aumentare ulteriormente violenza e disordini. Qualora l'escalation di violenza non riuscirà a far pendere l'ago della bilancia a favore dei manfestanti, la violenza stessa diventerà il pretesto per un intervento più manifesto degli Stati Uniti.

Il terrorismo sponsorizzato dagli Stati Uniti & insurrezione armata

Armare, finanziare, e usare organizzazioni terroristiche, pagina 113 (pagina 126 del PDF): "Gli Stati Uniti potrebbero collaborare con gruppi come il National Council of Resistance of Iran(NCRI) con base in Iraq e la sua ala militare, il Mujahedin-e Khalq (MEK), aiutando le migliaia di suoi membri che, sotto il regime di Saddam Husayn, erano armati e avevano condotto operazioni terroristiche e di guerriglia contro il regime dei mullah. Sebbene il NCRI oggi sia apparentemente disarmato, questo potrebbe rapidamente cambiare."

"Potenziali bracci armati etnici", pagina 117-118 (pagine 130-131 del pdf): «Forse il più importante (e certamente il più controverso) gruppo di opposizione che ha attirato l'attenzione come un  potenziale braccio armato degli Stati Uniti è il NCRI (National Council of Resistance of Iran), il movimento politico istituito dal MEK (Mujaheddin-e Khalq). Alcuni critici ritengono che il gruppo sia antidemocratico e impopolare, anzi anti-americano.

Invece, i difensori del gruppo sostengono che  l'opposizione di lunga data del movimento al regime iraniano e il record di attacchi riusciti e di operazioni di raccolta informazioni contro il regime lo rendono meritevole del sostegno degli Stati Uniti. Essi sostengono anche che il gruppo non è più anti-americano e mettono in discussione il merito delle accuse precedenti. Raymond Tanter, uno del gruppo dei sostenitori negli Stati Uniti, sostiene che il MEK e il CNRI sono alleati per il cambio di regime a Teheran e che agiscono come  utili delegati per la raccolta di informazioni. La più grande mossa di  intelligence del MEK è stata la raccolta di informazioni nel 2002 che ha portato alla scoperta di un sito segreto in Iran per l'arricchimento dell'uranio.

Nonostante le affermazioni dei suoi difensori, il MEK rimane nell'elenco governativo delle organizzazioni terroristiche straniere degli Stati Uniti. Nel 1970, il gruppo ha ucciso tre ufficiali statunitensi e tre contractors civili in Iran. Durante la crisi degli ostaggi 1979-1980, il gruppo ha elogiato la decisione di prendere ostaggi americani e Elaine Sciolino ha riferito che mentre i leaders del gruppo condannavano pubblicamente gli attentati dell'11/9, all'interno del gruppo le celebrazioni erano molto diffuse.

Innegabilmente, il gruppo ha condotto attacchi terroristici - spesso giustificati dai sostenitori del MEK perchè diretti contro il governo iraniano. Ad esempio, nel 1981, il gruppo ha bombardato la sede del Partito della Repubblica Islamica, che allora era la  principale organizzazione politica della leadership clericale, uccidendo circa 70 alti funzionari. Più recentemente, il gruppo ha rivendicato  oltre una dozzina di attacchi di mortaio, omicidi, ed altri assalti su obiettivi civili e militari iraniani tra il 1998 e il 2001. Per collaborare più strettamente con il gruppo (almeno in modo palese), Washington avrebbe bisogno per lo meno di rimuoverlo dalla lista delle organizzazioni terroristiche straniere".

Certo, se gli Stati Uniti avessero armato e finanziato il MEK (ed a quanto pare l'hanno fatto), essi stessi sarebbero diventati "stati sponsor del terrorismo" - anche quando combattono una guerra lunga dieci anni proprio contro questo. Il MEK è inequivocabilmente un'organizzazione terroristica che uccide e mutila indiscriminatamente i civili insieme con i loro oppositori politici. Il MEK ha anche il primato di aver  mirato e ucciso americani. Eppure, per qualche ragione, essi sono considerati un potenziale braccio armato, e le considerazioni sulla loro rimozione dalla lista, apparentemente senza senso, delle "organizzazioni terroristiche straniere", si basano unicamente sulla loro utilità per l'avanzamento della politica estera degli Stati Uniti.

Con questo ci viene fornita la piena conoscenza delle profondità insondabili della depravazione con cui l'élite globale opera. Si scopre che i degenerati dietro il rapporto "Quale Percorso verso la Persia?" tra cui Kenneth Pollack, Daniel Byman, Martin Indyk, Susanne Maloney, Michael O'Hanlon, e Bruce Riedel, la maggior parte dei quali sono collaboratori regolari dei principali quotidiani degli Stati Uniti, vedrebbero i loro piani realizzati. Secondo l'articolo del New Yorker "Preparare il campo di battaglia di Seymour Hersh, "il MEK aveva già ricevuto armi e finanziamenti a partire dal 2008 per le finalità descritte nel rapporto della Brookings che sarebbe uscito un anno dopo.

Sembrerebbe anche che mentre "Quale Percorso verso la Persia?" veniva compilato, molte delle opzioni sul tavolo erano già diventate operative. I ribelli Baluchi che risiedono in Iran orientale e Pakistan occidentale sono stati citati sia nel rapporto della Brookings che nell'articolo di Hersh. Il sostegno degli Stati Uniti a questo gruppo è piuttosto ambizioso. Oltre al suo utilizzo in operazioni terroristiche contro Teheran, si stanno anche preparando e dirigendo verso la destabilizzare e balcanizzazione del Pakistan.

Fomentare un colpo di stato militare

Mettere in scena un colpo di stato, pagina 123-124 (pagine 136-137 del pdf): "Allestire un colpo di stato è un lavoro duro, specialmente se si è in uno stato di paranoia per l'influenza  e le interferenze straniere come l'Iran. Gli Stati Uniti dovrebbero prima entrare in contatto con i militari dell'Iran (e probabilmente anche con i suoi servizi di sicurezza). Questo di per sé è molto difficile. A causa dell'ipersensibilità iraniana agli americani, gli Stati Uniti dovrebbero probabilmente fare affidamento sui "ritagli"  - cittadini di terze parti che operano per conto degli Stati Uniti - cosa che invariabilmente introduce una notevole complessità. Poi gli Stati Uniti dovrebbero utilizzare quei contatti per cercare di individuare il personale militare iraniano disposto ed in grado di mettere in scena un colpo di stato, che sarebbe ancora più difficile; sarebbe già abbastanza difficile per gli americani prendere contatto con ufficiali militari iraniani, per non parlare di entrare in contatto con quegli individui specifici disposti a rischiare le loro vite e le loro famiglie in un tentativo di colpo di stato.

Naturalmente, è possibile che se Washington rende molto chiaro che si sta cercando di appoggiare un colpo di stato in Iran, i golpisti entreranno in contatto con gli Stati Uniti. Ma questo è molto raro: la storia dimostra che golpisti disposti a esporsi con un altro governo nazionale, di solito sono scoperti e uccisi, inoltre, la maggior parte di coloro che arrivano negli Stati Uniti per chiedere aiuto per rovesciare questo o quel governo tendono ad essere millantatori o addirittura agenti del controspionaggio del governo preso di mira".

Se i lettori si stanno chiedendo se esista o meno un precedente storico degli Stati Uniti riguardo all'"allestimento di un colpo di stato," il rapporto Brookings stesso fornisce l'Operazione Ajax come esempio significativo:

"Anche se molti colpi di stato sono fatti in casa, uno modello storico evidente di  colpo di stato assistito da stranieri in Iran è l'Operazione Ajax,  colpo di stato del 1953 che rovesciò il governo del primo ministro Mohammed Mossadeq e ripristinò il dominio di Shah Reza Pahlavi. Per effettuare il colpo di Stato, la CIA e i servizi britannici supportarono il generale Fazlollah Zahedi, fornendo a lui e ai suoi seguaci soldi e propaganda, e li aiutarono anche ad organizzare le loro attività."

Le rivolte in Tunisia ed Egitto sono state apparentemente assistite da membri delle forze armate, con defezioni simili ricercate in Libia e Siria per aiutare  il crollo dei regimi assediati. Nazioni di interesse occidentale potrebbero voler prendere tempo per rivalutare ufficiali militari che hanno avuto, storicamente, stretti legami con gli Stati Uniti o che abbiano ragione o  possibili motivazioni per infiammare la loro nazione con un'ondata di sommosse costruite.

Va osservato che il rapporto della Brookings suggerisce che tutte queste opzioni - rivoluzione popolare, rivolta, e colpo di stato - possano essere utilizzate simultaneamente con la speranza che almeno una possa riuscire. Essa suggerisce inoltre che "utili sinergie" potrebbero essere create tra di esse per infangare ulteriormente il regime mirato. (Pagina 150, pagina 163 del PDF.)

Conclusione

E 'inconcepibile che si possano leggere le pagine di "Quale Percorso per la Persia?" e non capire che l'attuale "comunità internazionale", è niente di meno che assolutamente illegittima. Essi escogitano una miriade di leggi con cui limitare ed eliminare la loro integrità, mentre restano completamente disinibiti nella loro palese criminalità. Capiamo anche che gli Stati Uniti non sono impegnati in relazioni diplomatiche con le nazioni del mondo come immaginato dai padri fondatori dell'America, ma piuttosto impegnati ad estorcere e costringere il mondo a conformarsi ai suoi "interessi".

Questo rapporto rappresenta una gamma completa di opzioni non solo per l'utilizzo in Iran, ma in tutto il mondo. Col senno di poi della "Primavera Araba" finanziata dagli Stati Uniti  è del tutto evidente che la metodologia definita nella relazione è stata redatta per destabilizzare e rovesciare i regimi ed anche per istigare guerre di aggressione. Studiando questa relazione, le sue implicazioni per l'Iran e la regione circostante, possiamo comprendere meglio i conflitti ancora da svolgere al di là del Nord Africa e del Golfo. E' essenziale che i rapporti di questo tipo siano resi pubblici, le loro metodologie esposte, e i veri architetti  dietro la politica estera occidentale rivelati. Come la stessa relazione afferma più volte, la stragrande maggioranza dei loro tranelli richiedono segretezza, "negazione plausibile", e che le loro azioni coperte devono essere compiute "senza che il resto del mondo riconosca questo gioco."

Il mondo deve rendersi conto chi sono i veri brokers del potere, e che comprendendo la loro agenda, possiamo respingerla completamente e perseguirne una nostra, a livello locale, in maniera autosufficiente, indipendente , e nella vera libertà.

Per i modi con i quali combattere i globalisti per raggiungere l'autosufficienza e la libertà attraverso l'indipendenza leggete anche:

Destroying the Globalists
Self-Sufficiency
Alternative Economics
The Lost Key to Real Revolution
Boycott the Globalists
Naming Names: Your Real Government

Fonte: Land Destroyer Report 18 Maggio 2011
Traduzione: Dakota Jones

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