sabato 28 maggio 2011

I Gendarmi dello Stato del Golfo: l'Occidente appoggia la Santa Alleanza per il controllo del Mondo Arabo e del Golfo Persico

di Rick Rozoff
Stop NATO

Gli alfieri dell'imperialismo anglo-americano in epoca attuale, il presidente Barack Obama e il primo ministro David Cameron, si sono incontrati a Londra il 25 maggio per discutere delle due guerre di aggressione in corso nel mondo, quelle in Afghanistan e in Libia, entrambe sotto il comando della North Atlantic Treaty Organization dominata da Washington e Londra.

Come se partecipassero ad un barbecue per le truppe americane e britanniche nel ritrovo del primo ministro, nei giardini del Numero 10 di Downing Street, i due potentati hanno chiesto di continuare a bombardare la Libia risalente all'età paleolitica.

Esibendo quello che passa per sofisticato umorismo in questa intorpidita era contemporanea, Cameron ha detto alla stampa, "E' stata ... probabilmente la prima volta nella storia, mentre eravamo dietro quel barbecue, che si possa dire che un primo ministro britannico ha offerto ad un presidente americano un pezzo di grigliata."

I corrispondenti ridacchiavano mentre i civili libici, afghani e pakistani si contorcono nell'agonia per le bombe e i missili Hellfire liberati dagli aerei da guerra di Cameron e di Obama.

Diventando confidenziale come solo lui è capace di fare, il primo ministro britannico ha aggiunto:.. "Barack ed io abbiamo raggiunto la maggiore età negli anni '80 e '90.  Abbiamo visto la fine della guerra fredda e la vittoria sul comunismo. Abbiamo visto l'invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein e il mondo che si univa per liberare quel paese. Durante tutto questo, abbiamo visto presidenti e primi ministri schierarsi insieme per la libertà."

In piedi spalla a spalla in trionfalismo e sfrenato militarismo, diciamo.

Aerei da guerra inglesi, francesi, italiani, danesi, olandesi, norvegesi, del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti hanno compiuto più di 8.000 missioni e oltre 3.000 missioni di combattimento contro la Libia da quando la NATO ha preso il controllo della guerra il 31 marzo, prima che Stati Uniti e Gran Bretagna sparassero almeno 160 missili da crociera all'interno della nazione. Poche ore prima che Cameron e Obama si godessero il loro barbecue, aerei da guerra NATO hanno sferrato un bombardamento di un'ora sulla capitale libica di Tripoli, l'attacco più feroce in più di due mesi, uccidendo 19 persone e ferendone più di altri 130.

Il terzo plenipotenziario dell'espansione della potenza globale anglo-americana, l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e per le Politiche di Sicurezza dell'Unione europea, Catherine Ashton, Baronessa Ashton di  Upholland - che è subentrata all'ex Segretario generale della NATO Javier Solana - la scorsa settimana era a Washington per incontrare il Segretario di Stato Hillary Clinton e pianificare sanzioni comuni più onerose contro la Siria, con Clinton che ha affermato "abbiamo discusso di ulteriori passi che possiamo fare per aumentare la pressione e isolare ulteriormente il regime di Assad," dando un esempio dela finezza diplomatica che il mondo si aspetta dall'esecutrice della politica estera dell'unica superpotenza militare del mondo.

Una settimana prima, l'Unione Europea e il Gulf Cooperation Council (GCC), i cui sei Stati membri - Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain e Oman, tutte monarchie ereditarie, Emirati e teocrazie, ma che rappresentano il 45 per cento delle riserve accertate di petrolio al mondo - sono gli alleati principali  e i delegati dell'Occidente  nel mondo arabo e nel Golfo Persico, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo che il leader libico Muammar Gheddafi rinunci al potere a favore del ribelle Consiglio Nazionale di Transizione finanziato e armato dalla NATO e dalle nazioni del GCC e sostenendo l'uscita del  presidente Ali Abdullah Saleh dello Yemen a favore di un committente più flessibile e affidabile.

L'UE e il CCG, non senza un briciolo di ironia apparente alla luce di quanto sopra, hanno anche chiesto che l'Iran "svolga un ruolo costruttivo e smetta di interferire negli affari interni degli stati membri del GCC e di altri paesi della regione". Il 14 marzo, il primo di 1.500 uomini dall'Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed altri stati del GCC è entrato nel Bahrain, due giorni dopo che il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, ha lasciato il Regno Unito, per spalleggiare la dinastia Al-Khalifa contro gli oppositori dell'autocratica minoranza religiosa.
La settimana seguente il Kuwait ha schierato le forze navali nel Golfo Persico "per proteggere le acque territoriali del regno" come parte dell'intervento  militare della Peninsula Shield Force del GCC.

Annunciando il penultimo round di sanzioni contro la Siria alla fine di aprile, il presidente Obama ha incluso l'Iran, sostenendo che "le azioni dell'Iran a sostegno del regime siriano sono in netto contrasto con la volontà del popolo siriano". La volontà del popolo del Bahrein è un'altra questione.

Dal mese di aprile il GCC, di cui lo Yemen non è membro, ha fatto pressioni sul governo yemenita perchè accettasse i suoi presunti sforzi di mediazione per  effettuare un cambiamento di regime, un'iniziativa sostenuta dagli Stati Uniti e dai loro alleati della NATO. Come ha recentemente detto alla stampa il portavoce del ministero degli Esteri tedesco, Andreas Peschke, "Chiediamo al presidente Saleh di non cercare di rimandare la questione, di prendere in seria considerazione e di accettare l'offerta di mediazione da parte del Gulf Cooperation Council". Ha aggiunto che "L'Unione europea potrebbe adottare nuove misure per aumentare  la pressione sul regime 'nel caso il Presidente Saleh dovesse ostinatamente resistere.'" [1]

Durante il suo incontro con il Primo Ministro Cameron, lo stesso giorno, il presidente Obama è intervenuto affermando: "Chiediamo al presidente Saleh di lasciare immediatamente la sua carica e trasferire il potere".

Il 23 maggio, i ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno imposto sanzioni più severe contro Bielorussia, Iran, Libia e Siria, quattro nazioni - senza sorpresa - anch'essi presi di mira dagli Stati Uniti per il cambiamento di regime.

Né gli USA né i suoi alleati della NATO nell'Unione europea hanno detto una parola circa l'introduzione di sanzioni contro i re ed emiri degli stati del GCC.

Il Qatar e i suoi partners del GCC sono stati i principali promotori del ricorso da parte della Lega Araba, di cui costituiscono appena un quarto dei membri, per chiedere una risoluzione delle Nazioni Unite contro la Libia il 12 marzo. Una settimana dopo Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia ed i loro alleati della NATO hanno iniziato il bombardamento del paese.

Il minuscolo Qatar, una monarchia assoluta, con una popolazione sotto gli 1,7 milioni, è stato il primo paese a riconoscere il regime dei ribelli in Libia, il primo stato del Golfo Persico a partecipare ad una missione di combattimento della NATO, fornendo aerei da combattimento Mirage di  fabbricazione francese e C-17 Globemasters di origine statunitense, per lo sforzo bellico, e istituendo un canale televisivo satellitare - TV Ahrar - come portavoce del Consiglio nazionale di transizione, fornendo inoltre  lanciamissili MILAN di fabbricazione francese. Il Qatar gestisce anche le esportazioni di petrolio dalla Libia controllate dai ribelli.

Il 28 Marzo, una fonte di notizie in Azerbaigian ha pubblicato il seguente  resoconto, nove giorni dopo il lancio della guerra contro la Libia:

"L'operazione della NATO, del valore di circa 300-500 milioni di dollari al giorno, spazzando il cielo sopra la Libia apre una nuova epoca storica: l'inizio delle conquiste coloniali degli Stati del Golfo Persico. Allo stesso tempo la NATO agisce come un 'soldato di ventura' - un  mercenario professionista, assicurando la conquista coloniale stessa.

La sconfitta delle forze terrestri del colonnello Gheddafi ad opera dell'aviazione della Nato ha aperto possibilità per l'opposizione per il restauro delle esportazioni di petrolio dalla Libia. Di conseguenza, secondo un rappresentante per l'economia e il petrolio del 'governo di transizione' dell'opposizione, Ali Tarkhuni , l'opposizione ha già raggiunto un accordo sulle esportazioni di petrolio sotto la supervisione del Qatar." [2]

Il 14 aprile il presidente Obama ha ospitato l'emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa Al-Thani, alla Casa Bianca e ha elogiato il suo ospite per "la leadership" che ha dimostrato nel promuovere la "democrazia nel Medio Oriente", in particolare in Libia, aggiungendo:

"Il Qatar non solo ha supportato [la campagna contro la Libia] diplomaticamente, ma ha anche sostenuto militarmente e siamo molto grati per il lavoro straordinario che il Qatar ha fatto fianco a fianco con gli altri membri della coalizione internazionale". L'emiro ha risposto ringraziando Obama per "la posizione che gli Stati Uniti hanno preso a sostegno del processo di democratizzazione che ha avuto luogo in Tunisia e in Egitto e quello che sta cercando di realizzare in Libia."

Gli Emirati Arabi Uniti (EAU), che sono uno dei 49 fornitori ufficiali di truppe (Troop Contributing Nations) che fornisce forze all'International Security Assistance Force della NATO in Afghanistan (il Bahrain, anche se non in quella categoria, ha anch'esso personale militare assegnato alla NATO in zona di guerra), ha annunciato la scorsa settimana che sarà la prima nazione araba ad inviare un ambasciatore al quartier generale della NATO a Bruxelles. Gli EAU sono anche l'unico altro stato arabo che fornisce aerei militari per l'attacco contro la Libia che dura da 68 giorni.

Insieme con gli altri Stati membri del GCC , Qatar, Kuwait e Bahrain, gli Emirati Arabi Uniti sono un membro del partenariato militare Istanbul Cooperation Initiative della NATO istituito nel 2004. La NATO ha condotto conferenze, inviato importanti comandanti militari e distribuito navi da guerra a tutte le sei nazioni del GCC, compresa Arabia Saudita e Oman, non ancora membri a pieno titolo del Consiglio della Istanbul Cooperation Initiative. Il  ruolo sempre più importante dell'Alleanza nel Golfo Persico è stato progettato per contenere e, all'occasione, confrontarsi con l'Iran.

Due anni fa il presidente francese Nicolas Sarkozy si è recato negli Emirati Arabi Uniti per aprire la prima base militare della sua nazione in Medio Oriente, nell'emirato di Abu Dhabi, dove ha dichiarato al suo ospite: "Siate certi che la Francia sarà al vostro fianco in caso la vostra sicurezza fosse a rischio ".

A metà di aprile, a partire dal giorno in cui Obama si è incontrato con Hamad bin Khalifa al-Thani del Qatar, i ministri degli esteri della NATO si sono riuniti a Berlino per pianificare l'intensificazione della guerra contro la Libia, con Hillary Clinton che ha precisato che i membri del blocco stavano "condividendo lo stesso obiettivo, che è quello di vedere la fine del regime di Gheddafi in Libia. " I ministri degli esteri della NATO hanno firmato una dichiarazione, che promette la continuazione della guerra, sottoscritta anche dai rappresentanti di Giordania, Qatar, Marocco, Svezia, Ucraina ed Emirati Arabi Uniti, tutti membri dei programmi di partenariato della NATO: il Dialogo Mediterraneo, il Partenariato per la pace e la Istanbul Cooperation Initiative.

Dieci giorni fa il ministro degli Esteri marocchino, Taieb Fassi Fihri, ha annunciato che il suo paese intende aderire al Gulf Cooperation Council, e il GCC ha ricambiato confermando che si trattava di esaminare la richiesta insieme ad una richiesta parallela della Giordania. Nessuno dei due paesi è vicino al Golfo Persico, ma entrambi sono monarchie.

Al Congresso di Vienna del 1815, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone Bonaparte a Waterloo, le monarchie di Russia, Austria e Prussia crearono quella che divenne nota come la Santa Alleanza per unire il continente europeo in una coalizione di re, zar e imperatori, sfruttando una patina di religiosità per difendersi per sempre dalla ricomparsa del repubblicanesimo. Di forze che loro  non potevano controllare.

Gli auto-proclamatisi campioni dei valori Euro-Atlantici, raccolti sotto la bandiera della NATO, hanno trovato il loro giusto complemento: i regni e gli Emirati del Bahrain, Giordania, Kuwait, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Un legame esiste davvero, visto che la maggioranza delle nazioni che partecipano ai bombardamenti sulla Libia su entrambi i lati sono monarchie: Belgio, Gran Bretagna, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, così come la Svezia, partner della NATO, che ha fornito otto aerei da guerra Gripen per la guerra, e il Canada, una volta rimosso.

Lo scorso settembre il Financial Times ha riferito che Washington prevede di vendere  armi per il valore di 123.000 milioni  di dollari ai paesi del GCC - 67,8 miliardi di dollari in Arabia Saudita, 35,6 miliardi di dollari negli Emirati Arabi Uniti, 12,3 miliardi di dollari in Oman e 7,1 miliardi di dollari in Kuwait - oltre ad incorporare Gli Stati  del Golfo nel sistema globale dello scudo antimissili statunitense.

La Casa Bianca ha poi confermato un accordo per 60 miliardi di dollari in armi con l'Arabia Saudita, la più grande trnsazione estera di armi nella storia americana.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia ed i loro alleati della NATO hanno rivelato i loro piani per il controllo del Medio Oriente e del Golfo Persico: un'alleanza militare globale con le famiglie reali del mondo arabo.

Note:

1) Agence France-Presse, May 25, 2011
2) NATO conquered from Gaddafi control over Libyan oil for Qatar Azerbaijan Business Center, March 28, 2011
hhttp://abc.az/eng/news/main/52557.html

Fonte: Stop NATO  26 Maggio 2011
Traduzione: Dakota

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