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domenica 3 marzo 2013

Obiettivo Siria tra disinformazione mediatica e mistificazione: chi e perché vogliono la caduta di Assad?

“Se non si capisce che l'universalismo è la tara di fondo, che non è mai esistito né mai esisterà un «cosmopolita», cioè un «cittadino del mondo», che la «vera democrazia» esiste solo nella mente di Giove, che la democrazia è solo questa bieca democrazia reale, non si è capito nulla. La differenza non è più tra destra e sinistra, tra rossi e neri, e così via. La differenza è fra mondialisti e difensori del diritto dei popoli ad essere se stessi. Per distruggere le appartenenze al mondo reale – fatto di razze, stirpi, nazioni, popoli e Stati – tre sono le strategie dei Nemici degli uomini liberi.”

Federico Dal Cortivo per Europeanphoenix ha intervistato lo studioso Gianantonio Valli, collaboratore e redattore della rivista l’Uomo Libero.

turchiamericana

La Siria è sotto tiro da mesi oramai e dopo la liquidazione della Libia di Gheddafi, l’apparato bellico e mediatico degli Stati Uniti e dei suoi fidi alleati, ha iniziato a muoversi contro il legittimo presidente siriano Bashar al  Assad. Una guerra al momento fatta d’intelligence, gruppi ben armati di mercenari, operazioni sotto copertura, provocazioni, che hanno già causato migliaia di vittime tra la popolazione civile e tra le forze di sicurezza governative. I fatti riportati dai media embedded tutti allineati al mainstream imposto da Washington, ogni giorno ci dipingono una Siria nel caos, un presidente delegittimato, una forza di opposizione che gode del pieno consenso dei siriani e una popolazione in attesa di essere “liberata”. Ne abbiamo parlato con il dott. Giannantonio Valli che è stato di recente in visita a Damasco.

1) Dott. Valli innanzitutto una premessa, lei in una recente conferenza ha esordito parlando della totale disinformazione che c’è sull’argomento Siria. Giornali, riviste, canali televisivi tutti salvo rare e lodevoli eccezioni ci propinano ripetitivamente la solita immagine degli insorti liberatori e dei governativi oppressori, come giudica la libertà di stampa in Italia oggi e in Europa in generale?

Il paradigma storico-politico dal quale l'umanità viene conformata dal secondo conflitto mondiale o per dirla più semplicemente la cornice che inquadra la ricezione delle informazioni da parte dell'uomo comune, è stato forgiato da precise centrali di guerra psicologica. Tali centrali altro non sono che le dirette eredi della Psychological Warfare Branch angloamericana. La creazione dei più diversi immaginarii è quindi, da un lato, il risultato pressoché inconscio della conformazione dei cervelli dell'uomo democratico, dall'altro dell'incessante opera dei mezzi di comunicazione di massa. Questi ultimi rispondono, in ogni Paese dell'Occidente, per il 99 per cento ai potentati finanziari, padroni pure della quasi totalità delle forze politiche maggiori. La residua libertà, di stampa e più latamente di informazione, è dovuta a voci assolutamente coraggiose, che mettono in discussione non tanto questo e quel singolo fatto, ma le radici stesse, ideologiche e storiche, del mondo attuale. Tra queste mi piace ricordare, per la loro serietà, coerenza e irriducibilità al Sistema, il quotidiano Rinascita e la rivista l'Uomo libero, come pure i siti internetici olodogma e syrian free press network. Quest'ultimo è la maggiore e più obiettiva fonte di informazione sugli eventi siriani. Come ho detto in una recente intervista radiofonica al periodico online La voce del ribelle, tale sito, oltre ad un'infinità di notizie, smentite e rettifiche, diffonde sia filmati girati dai cosiddetti ribelli «siriani», sia filmati di provenienza governativa. Tra questi, anche i telegiornali siriani, la cui diffusione viene impedita da mesi, alla faccia del pluralismo vantato dalla cosiddetta Libera Stampa, dai canali satellitari non solo occidentali, ma in primo luogo delle petromonarchie saudita, emiratica e qatariota. Li si guardi. Ognuno giudichi poi da sé, con la propria testa, la propria sensibilità, la propria coscienza. Quanto alle mie convinzioni sugli eventi siriani, oltre che sulle citate testate, mi sono basato sull'analisi degli eventi dell'ultimo trentennio, su una quindicina di volumi, reperibili con qualche impegno per ogni volonteroso che non voglia farsi accecare dalla propaganda degli aggressori, ed infine sulle impressioni ricavate dal mio viaggio in Siria nel maggio 2012. Una settimana non permette certo di conoscere la realtà di un Paese nella sua complessità. Ma io, a differenza della quasi totalità dei giornalisti di regime, ci sono stato. A mie spese. Il mio cervello non lo paga nessuno.

2) Veniamo alla Siria, che da tempo faceva parte di quella lista di “Stati canaglia” stilata dal Dipartimento di Stato statunitense e quindi prima o poi sarebbe finita sotto il mirino di Washington, quali sono state a suo avviso le ragioni principali di quest’offensiva a tutto campo contro Damasco?

La Sua domanda mi permette di proseguire il discorso in tutta naturalezza. In effetti, come ho detto alla televisione siriana, non si può capire il problema Siria se non lo si inquadra in una più ampia visione ideologica e in una strategia economico-geopolitica. Ideologia e strategia non solo americane, ma più ampiamente mondialiste, vale a dire giudaiche. Avere bollato da decenni la Siria come «Stato canaglia» ha significato, per gli Occidentali (mi riferisco agli Stati Uniti, all'Inghilterra, alla Francia e ad Israele, eterno nemico con il quale mai Damasco ha sottoscritto un trattato di pace) tenere sotto scacco quel Paese fin dagli ultimi anni Settanta. In questa ottica, è comprensibile che la diffamazione di ogni atto del governo siriano sia stata e venga condotta col massimo della tenacia e della «buona coscienza» democratica. «Buona coscienza» che io riconosco non solo ai giornalisti della cosiddetta Libera Stampa, ma persino ai loro direttori e ai più «autorevoli» commentatori. Tra questi ultimi cito, persona tra le più velenose, l'ex ambasciatore Sergio Romano. Gran penna del Corriere della Sera, costui non perde occasione per pedissequare, con supponenza, la versione degli eventi siriani data dal foglio che lo nutre. Invero, oggi, la battaglia non la si vince tanto sul campo con le armi, quanto con la conquista dei cervelli dei sudditi democratici. Al contrario del nostro Solone, io ho potuto fare esperienza diretta, vedere coi miei occhi, toccare con le mie mani, come sia possibile manipolare le coscienze. Quella in atto è in primo luogo una guerra mediatica. Prima che sul campo, la guerra oggi si vince, ripeto, invadendo la mente degli individui. Sono quindi lieto – tristemente lieto – per avere assistito di persona alla creazione di realtà fittizie con immagini manipolate e le menzogne più sordide. In particolare, mi riferisco ai massacri compiuti nell'ultimo ventennio da Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Israele col massimo di buona coscienza e avallati dalla complicità, dalla viltà dei popoli del Libero Occidente. Prima però di trattare dell'aggressione alla Siria, mi permetta di rammentare sette altri casi di menzogna, altrettanto atroci.

giovedì 30 agosto 2012

"I Globalizzatori"

Quando la trasmissione Report poteva essere ancora considerata un servizio pubblico…

Questa inchiesta di Paolo Barnard, del 2000, all’interno della trasmissione Report, parla degli accordi internazionali supervisionati dal WTO e firmati dagli stati aderenti, senza un dibattito pubblico, a svantaggio dei popoli e a favore delle multinazionali.

Il WTO, World Trade Organization,  e cioè l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), regola il commercio mondiale.

L’inchiesta è ancora molto attuale e sottolinea anche le responsabilità della Commissione Europea, quando si parlava poco di globalizzazione ma, in silenzio, si agiva molto alle nostre spalle.

Caricato su Youtube da paolobarnardclips in data 31 Ottobre 2011

sabato 28 luglio 2012

Disuguaglianza sociale globale:comunque vada, noi non ce la faremo

ilupidieinstein.blogspot.it

financial eliteNon ce la faremo perchè questa crisi è programmata dall'elite globale che ci ha tenuti in un continuo stato di preoccupazione e di paura, e quindi di asservimento, al fine di arricchirsi ancora di più e di trasformarci in un branco di disperati.

Quelli che ora stanno governando nel mondo, diretti mandanti dell'elite, ci stanno sottraendo non solo quello che serve alla nostra sopravvivenza fisica ma anche, e soprattutto, la nostra dignità, il nostro onore, la nostra sicurezza, la nostra fiducia e le cose in cui crediamo.

Quelli che ora governano nel mondo sono "globalisti", la peggiore specie che si sia mai vista nella storia. Sono perversi, vili, narcisisti (esistono anche stupendi narcisisti ma non è questo il caso), e non vogliono mai macchiare la loro falsa immagine, quell'immagine con la quale si presentano al mondo e che attribuisce loro un'aria di finta bonomia.

Sono talmente desiderosi di non rovinare la loro immagine, neanche di fronte a se stessi, da escogitare sempre nuove tecniche, volte a fare in modo che siamo noi stessi a farci del male.

Alimentano continuamente il cammino verso la violenza che è sempre lo stesso ed è la sequenza frustrazione - rabbia - violenza. La frustrazione nasce quando l'azione di una persona, mirata ad un obiettivo,  viene bruscamente fermata da una causa esterna. Quale frustrazione più grande di quella che nasce dal vedersi cambiare i propri progetti di vita, elaborati in mezzo a tante difficoltà?

martedì 22 maggio 2012

I tentacoli della Finanza internazionale che stritolano l'Italia

di Gianni Petrosillo

international financeLe smancerie di Obama al nostro Presidente del Consiglio sono la mancia in spiccioli che gli Usa elargiscono all’Italia per aver eseguito gli ordini coloniali alla perfezione. Gli osservatori internazionali chiamano questa affettazione con nomi altisonanti ma l’immagine che essa rimanda alla mente è quella del biscotto tirato al cane da compagnia scodinzolante. Se a Monti è stato riconosciuto un ruolo di primo piano al G8 è soltanto perché questo evento è ormai inutile e squalificato, un summit delle chiacchiere (come lo ha definito il Generale Carlo Jean),  e di una stanca ritualità ineffettuale, fuori dalle geometrie geopolitiche dell’attuale fase storica di un mondo non più unipolare e timidamente multicentrico.

A Monti viene anche affidato il compito del mediatore tra la rigida Berlino e quel che resta della flaccida Europa, con quest’ultima davvero persuasa che i malanni comunitari abbiano origine nella foresta nera piuttosto che nella selva oscura del Nuovo Mondo, dove la nostra sovranità resta atterrita. Ma che strano intermediario questo professore affossatore al quale la divisa dell’arbitro serve solo per tenere nascosta, appena sopra la pelle, la casacca a stellette e striscette. Innalzare più in alto la bandiera europea per meglio seppellirla, ecco a cosa serve l’ostentato europeismo ex cathedra di questi illuminati spenti, pieni di sé e vuoti di spirito dei tempi. E sì, perché Monti, non può fare diversamente, essendo il prodotto di quei tentacoli finanziari atlantici che adesso rivendicano il momento della reminiscenza e della riconoscenza da parte del loro pupillo, il quale senza manine e spintarelle d’oltreoceano non sarebbe Premier e nemmeno Senatore.

sabato 17 marzo 2012

I globalisti staccano la spina a Kony 2012 con una fretta spettacolare

La devastazione dell'Africa procederà ancora come previsto

di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

Durante la scorsa settimana, mentre Invisible Children e i suoi sponsor aziendali eseguivano un disperato controllo del danno, hanno iniziato ad emergere e diffondersi i legami tra la presunta "associazione benefica"e il Dipartimento di Stato americano, lo speculatore di Wall Street George Soros e il suo Open Society Institute, e una miriade di fondazioni finanziate dalle corporazioni, con la stessa rapidità con cui il loro documentario Kony 2012 è diventato famoso.

Soros_ICG_Samantha_Power_Angelina_Jolie_KONY
Foto: (
via Infowars) Una rappresentazione visiva dei veri sostenitori e ideatori di Invisible Children. Si libereranno volentieri del loro gruppo di facciata in nome dell'autoconservazione e ne usciranno in maniera pulita.

martedì 13 marzo 2012

Quante “belle persone” dietro Kony 2012

konyAnna Moffa
Sapevo da tempo dell’affiliazione onoraria di George Clooney al CFR e avevo letto le numerose critiche mosse ad Angeline Jolie, a causa di certe sue “adozioni” di bambini africani, accompagnate da notevoli esborsi di denaro. Ormai, tutti conosciamo le false opere benefiche di Bill Gates che incoraggia le vaccinazioni, la geoingegneria,la biopirateria e tante altre manipolazioni, ai danni degli uomini e di tutta la natura.

Mi chiedo: ma se davvero il CFR ha bisogno di simili personaggi per portare a segno i suoi piani, qual’è il reale stato mentale di questa elite che ci sta rendendo schiavi? Ha un senso tutto questo?

In un articolo su prisonplanet.com dal titolo “Scoperta la truffa di Kony 2012”, Kurt Nimmo scrive :

Kony 2012 della ONG Invisible Children, un documentario sul presunto signore della guerra africano Joseph Kony, è diventato virale su YouTube la settimana scorsa.

"Con i suoi falsi valori di produzione Hollywoodiana, il film è stato un successo virale quasi immediato, dominando Twitter in tutto il mondo e con uno dei decolli più veloci mai avuti su You Tube," hanno scritto  Polly Curtis e Tom McCarthy sul Guardian Giovedi. "L'hashtag # stopkony ha avuto centinaia di migliaia di tweet, e milioni di persone ora sanno qualcosa dell'Uganda e ciò che sta accadendo lì ai bambini. Il sostegno alla campagna per porre fine al conflitto nel paese entro l'anno, si sta diffondendo."

Un gruppo di celebrità e politici si sono schierati a favore del film per sostenere la sua richiesta di rintracciare Joseph Kony del Lord’s Resistance Army (LRC) e iscriverlo nel registro degli indagati presso la Corte penale internazionale delle Nazioni Unite, per lo sfruttamento dei bambini nella sua guerra in Uganda. Lady GaGa, Bill Gates, George Clooney, Bill Clinton, Sean "Puff Daddy" Combs, Harry Reid, Angeline Jolie e altri notabili presunti "liberali" sono dietro al piano  Invisible Children che si prefigge di fermare  Kony entro la fine del 2012. Il film è stato pubblicato su Twitter da artisti del calibro di Rihanna, Justin Bieber, Oprah Winfrey, e Ryan Seacrest.

domenica 8 gennaio 2012

Alimentare la fame nel mondo: come l'industria globale dei biocarburanti sta creando distruzione di massa

di Jean Ziegler e Siv O'Neall

Global Research
Axis of Logic

land-grabL'espansione globale dell'industria dei biocarburanti - in cui vengono utilizzati terreni agricoli e colture per produrre carburante per i veicoli da trasporto, piuttosto che cibo per gli esseri umani - è un fattore fondamentale per la drammatica escalation dei prezzi alimentari in tutto il mondo. [1]

In un nuovo libro, Massive Destruction [2], l'autore francese Jean Ziegler [3] mostra come l'industria dei biocarburanti e la più vasta agroindustria minacciano di provocare la fame nel mondo su una scala senza precedenti.
Non è un incidente involontario, dice Ziegler. E' il risultato intenzionale delle politiche attuate dai governi legati a potenti corporazioni agro-alimentari nella loro ricerca del profitto privato. In questo modo, il conseguente aumento dei livelli della fame nel mondo può essere descritto come una forma di "omicidio calcolato".

Ironia della sorte, l'industria dei biocarburanti viene promossa da società e governi come sostenibile, un'alternativa ai combustibili fossili "sicura per l'ambiente". In realtà, è solo un'altra forma dello sfruttamento sconsiderato di risorse che deriva dall'insaziabile profitto privato dell'elite nella produzione economica capitalista. L'industria dei biocarburanti nasce da un connubio delle multinazionali dell'agrobusiness e del petrolio che sanno benissimo che questa nuova impresa globale sta provocando una massiccia distruzione ambientale e sofferenza umana.

giovedì 1 dicembre 2011

Siria: Si avvicina il genocidio della NATO

 Il Rapporto delle Nazioni Unite sulla Siria scritto in collaborazione con il direttore di un  Think-Tank corporativo degli Stati Uniti

di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

syria-approaches Menzogne ​​palesi raccontate da presunti "attivisti per i diritti umani" hanno portato alla igominiosa brutalità autorizzata dalla NATO e alla fine hanno portato il rappresentante del Petroleum Institute sponsorizzato da BP, Shell, Total, Abdurrahim el-Keib, al potere in Libia. Ora, questi stessi interessi corporativi-finanziari, attraverso le loro stesse reti di propaganda, doppiezza e inganno, stanno gettando le basi per una replica in Siria.

Proprio di recente è stato rivelato che la relazione del Consiglio per i diritti umani dell'ONU suii "crimini contro l'umanità" della Siria, era in realtà stato scritto in collaborazione con Karen Koning AbuZayd, direttore di un think-tank corporativo degli Stati Uniti con sede a Washington, il Middle East Policy Council, che ha al suo interno uomini della Exxon, agenti della CIA, militari Usa e rappresentanti del governo, e anche il presidente dell'US-Qatar Business Council, che comprende tra i suoi membri, AlJazeera, Chevron, Exxon,  il produttore di armi belliche Raytheon (che ha fornito le salve di apertura durante le operazioni della NATO contro la Libia), e Boeing. Il conflitto di interessi è talmente monumentale che è superato solo dalla zelante accettazione del rapporto dai media corporativi e dalla loro completa negligenza nel mandare in onda il passato compromesso dei responsabili della compilazione.

Lo stesso rapporto delle Nazioni Unite (. pdf) non conteneva elementi di prova verificabili, ma piuttosto resoconti per sentito dire, registrati a Ginevra da presunte "vittime" "testimoni" e "disertori", sostenuti da "tutte le persone e le organizzazioni interessate". In altre parole, era un aperto invito ai nemici della Siria a tratteggiare qualunque immagine volessero del governo al potere. Mentre i critici sostengono che questo è dovuto alla mancanza di cooperazione del governo siriano con le Nazioni Unite, è più probabile che la stessa ONU, con una comprovata esperienza per aver agito così in Iraq, Costa d'Avorio, e più recentemente in Libia, è semplicemente complice nel fornire una "falsa copertura" per le conquiste militari, altrimenti allo scoperto, di Wall Street e di Londra.

Come avviare la guerra

Ed è attraverso questa lente volutamente distorta che  sono state fatte le richieste di un intervento militare. Dopo aver negato per mesi che l'opposizione era armata,  il think-tank finanziato da Wall Street, il Council on Foreign Relations, ora sostiene apertamente che non solo i "manifestanti" sono  armati, ma c'è un esercito di resistenza di "15.000 persone". Il CFR sostiene che questo "Esercito Libero Siriano" chiede armi e supporto aereo. E' già stato rivelato che le armi vengono liberamente trasferite oltre i confini della Siria da sostenitori all'estero, in particolare, Turchia, Libano, Israele, e ora anche la Libia. Il rapporto del CFR passa poi ad esplorare le opzioni a disposizione della NATO per facilitare il "cambio di regime", compreso l'uso di "sistemi di sorveglianza dall'alto, collaboratori logistici, operatori di pace, droni armati, aerei da combattimento, truppe di terra" e "armi di contrabbando".

Naturalmente il numero dei disertori siriani è infondato, come il rapporto delle Nazioni Unite sui diritti umani. Tuttavia, anche l'affermazione su una grande forza di militanti armati che opera all'interno della Siria, contraddice direttamente l'attuale versione dell'Occidente secondo cui l'esercito siriano sta agendo selvaggiamente contro civili inermi. Con un esercito di "15.000 disertori", che tentano di prendere la nazione con la forza, con l'aiuto di denaro estero, armi e appoggio diplomatico, si fa fatica a credere che il governo siriano perderebbe il suo tempo a "massacrare civili". Proprio come in Libia, o una qualsiasi nazione dove le "rivoluzioni"sostenute dall'estero sono state tentate o realizzate, la violenza favorita dall'occidente è sempre una parte predeterminata dell'equazione, interamente disposta in anticipo, con la conseguente violenza ammantata dietro storie di  brutalità unilaterale, contro i regimi presi di mira.

Come menzionato nel rapporto dell'Istituto corporativo-finanziario Brookings "Quale percorso verso la Persia?" l'inclusione del sostegno armato segreto alle proteste sostenute dagli Usa non è solo un'opzione, ma una necessità nello svolgimento di tali operazioni all'interno di una nazione che possiede  forze di sicurezza adeguate.

Uso della forza militare per sostenere le rivoluzioni popolari, pagina 109-110 (pagine 122-123 del PDF): "Di conseguenza, sempre che gli Stati Uniti riescano a sollevare una rivolta contro il regime in carica, Washington dovrebbe valutare se rifornirla di qualche forma di sostegno militare per evitare che Teheran la soffochi. "Questo requisito implica che una rivoluzione popolare in Iran non sembra adattarsi al modello delle "rivoluzioni di velluto" che si sono verificate altrove. Il punto è che il regime iraniano potrebbe non essere disposto a sparire dolcemente nella notte; invece, a differenza di tanti regimi dell'Est europeo, potrebbe scegliere di combattere fino alla morte. Stando così le cose, se non c'è un sostegno militare esterno ai rivoluzionari, essi potrebbero non solo fallire, ma essere massacrati.

Di conseguenza, se gli Stati Uniti vogliono proseguire questa politica, Washington deve prendere in considerazione questa possibilità. Questo aggiunge alcuni requisiti molto importanti  alla lista: o la politica deve includere i modi per indebolire l'esercito iraniano, o indebolire la volontà dei leader del regime di far intervenire i militari, oppure gli Stati Uniti devono essere pronti ad intervenire per sconfiggerli".

Oltre a questa confessione della Brookings Institution, questa consuetudine di fornire, o coprire l'esistenza di, elementi armati impiegati durante le fasi di apertura di una rivoluzione colorata, è stata documentata anche in Libia , Siria, e a Bangkok, in Thailandia nel 2010 . Proprio come in Libia dove legioni di ribelli di Al Qaeda armati dalla NATO e con alle spalle il recente assassinio di truppe americane e britanniche in Iraq e in Afghanistan sono state inizialmente nascoste con la versione dei giovani che protestavano per strada abbattuti dalle truppe di Gheddafi, anche la Siria è stata tormentata da militanti violenti da quando è iniziata la sommossa all'inizio di quest'anno. In "La macchina da guerra globalista si fissa sulla Siria" del mese di Aprile, i primi rapporti sugli ormai onnipresenti cecchini che terrorizzano la Siria hanno cominciato ad emergere. È stata anche notata la somiglianza tra questi attacchi dei cecchini e gli attacchi simultanei in corso nello Yemen, e l'anno prima in Thailandia - tutte vittime della destabilizzazione sostenuta dall'Occidente.

Sarà attraverso una campagna di inganno perpetuo condotta da vari regimi fantoccio dell'Occidente e la loro coinvolta corporazione dei media che questa guerra sarà avviata. Il regime al potere in Siria sarà descritto come grotteschi trasgressori dei diritti umani, mentre armi segrete e supporto vengono forniti ad un esercito mercenario di dimensioni sempre crescenti, che commetterà provocazioni sempre più grandi. Nel tempo, mentre vengono eseguite vere e proprie manovre legali "internazionali", a questo esercito mercenario verranno forniti supporto aereo e navale dalla NATO, forze speciali della NATO, e potenzialmente truppe di terra NATO - questo naturalmente include la Turchia, membro della NATO dal 1952 e già profondamente coinvolta nell'ingerenza negli affari sovrani della Siria.

Come fermare la guerra

Mentre il potere dietro questa macchina da guerra che macina il pianeta sembra monolitico e inarrestabile, la fonte stessa del suo potere ci guarda dallo specchio tutti i giorni. Noi, attraverso le nostre scelte su come spendiamo il nostro tempo, denaro e attenzione, stiamo alimentando ogni giorno il consumo distruttivo del nostro mondo. Mentre le proteste, le elezioni, e l'attivismo sono importanti, ciò che è assolutamente essenziale è togliere del tutto il combustibile a questa macchina. Questo per noi significa, boicottare le multinazionali, le istituzioni e i personaggi che la compongono fino ad affamarli e sottometterli. Dobbiamo lavorare senza sosta per identificare e denunciare chi sono queste aziende, istituzioni e personaggi attraverso i media alternativi, boicottarli fino a farli fallire, e sostituirli interamente con soluzioni locali derivate dalla tradizione e dall'innovazione tecnologica.

La Generazione Precedente ha detto "mai più" all'ascesa del fascismo nel 1930 e 1940, eppure eccoci qui di nuovo a guardare l'ascesa di Wall Street e Londra ad altezze nauseanti di potere ingiustificato e guerrafondaio. Lasciate che questa generazione dica: "Non in nostro nome", e affamate questa bestia fino alla sottomissione, proprio come essa ha fatto con tante altre nazioni sovrane.

Fonte: Land Destroyer Report 30 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com

mercoledì 30 novembre 2011

La quarta guerra mondiale è cominciata

Appello al Popolo
pubblicato nel giugno 1997, su "Le Monde Diplomatique"

di Marcos

La guerra è una questione fondamentale per lo Stato, è la provincia della vita e della morte, la via che conduce alla sopravvivenza o all'annichilimento.

È indispensabile studiarla a fondo  ("Arte della guerra". Sun Tzu)

La globalizzazione moderna, il neoliberismo come sistema mondiale, deve essere intesa come una nuova guerra di conquista di territori.

La fine della III Guerra Mondiale, o "Guerra Fredda", non significa che il mondo abbia superato il bipolarismo o che sia stabile sotto l'egemonia del vincitore. Al termine di questa guerra si è avuto, senza alcun dubbio, un vinto [il campo socialista], ma è difficile dire chi sia il vincitore. L'Europa occidentale? Gli Stati uniti? Il Giappone? Tutti questi? Il fatto è che il crollo dell'"impero del male" [Reagan e Thatcher dixerunt] ha comportato l'apertura di nuovi mercati senza padrone. Era necessario, pertanto, lottare per prenderne possesso, conquistarli.

Non solo: la fine della "Guerra Fredda" ha trascinato con sé una nuova cornice nelle relazioni internazionali, nella quale la lotta nuova per questi nuovi mercati e territori ha prodotto una nuova guerra mondiale, la IV. Questo ha reso necessaria, come in tutte le guerre, una ridefinizione degli Stati Nazionali. Ancora, oltre alla redifinizione degli Stati Nazionali, l'ordine mondiale è tornato alle vecchie epoche delle conquiste di America, Africa e Oceania. Strana modernità, questa che avanza all'indietro, il crepuscolo del XX secolo assomiglia di più ai brutali secoli precedenti che al placido e razionale futuro di qualche romanzo di fantascienza. Nel mondo del Dopoguerra Freddo vasti territori, ricchezze e, soprattutto, forza lavoro qualificata, aspettavano un nuovo padrone…

Ma uno solo è il posto di padrone del mondo, e diversi sono gli aspiranti a diventarlo. E per ottenerlo si dispiega altra guerra, questa volta tra coloro che si erano autonominati "impero del bene".

Se la Terza Guerra Mondiale è stata tra il capitalismo e il socialismo [capeggiati dagli Usa e dall'Urss, rispettivamente], con scenari alterni e differenti gradi di intensità, la IV Guerra Mondiale si fa ora tra i grandi centri finanziari, con scenari totali e con una intensità acuta e costante.

Dalla fine della II Guerra Mondiale fino al 1992 si sono svolte 149 guerre in tutto il mondo. Il risultato sono stati 23 milioni di morti, perché non vi siano dubbi sull'intensità di questa III Guerra Mondiale [i dati sono dell'Unicef]. Dalle catacombe dello spionaggio internazionale fino allo spazio siderale della cosiddetta Iniziativa di Difesa Strategica [le "guerre stellari" del cowboy Ronald Reagan]; dalle spiagge di Playa Girón, a Cuba, fino al Delta del Mekong, in Vietnam; dalla sfrenata corsa nucleare fino ai selvaggi colpi di stato nella dolorante America latina; dalle minacciose manovre degli eserciti Nato fino agli agenti della Cia nella Bolivia dell'assassinio di Che Guevara; la guerra impropriamente chiamata "Fredda" ha raggiunto temperature molto alte, che, nonostante il continuo cambio di scenario e all'incessante su-e-giù della crisi nucleare [o precisamente a causa di ciò], hanno finito per dissolvere il campo socialista come sistema mondiale, e lo hanno diluito come alternativa sociale.

La III Guerra Mondiale ha mostrato le virtù della "guerra totale" [ovunque e in ogni forma] dal punto di vista del trionfatore: che è il capitalismo. Ma lo scenario del dopoguerra ha mostrato, nei fatti, il profilo di un nuovo teatro di operazioni mondiali: grandi "terre di nessuno" [create dal fallimento politico, economico e sociale dell'Europa dell'est e dell'Urss], potenze in espansione [Usa, Europa occidentale e Giappone], crisi economica mondiale, e una nuova rivoluzione tecnologica, l'informatica. "Allo stesso modo in cui la rivoluzione industriale aveva permesso di rimpiazzare il muscolo con la macchina, la attuale rivoluzione informatica punta al rimpiazzo del cervello [per lo meno di un numero crescente delle sue funzioni] con il computer. Questa 'cerebralizzazione generale' dei mezzi di produzione [accade lo stesso nell'industria e nei servizi] è accelerata dall'esplosione di nuove ricerche nelle telecomunicazioni e dalla proliferazione dei cybermondi" [Ignacio Ramonet, "La planètee des désordres", in "Géopolitique du chaos", Manière de voir 3, Le Monde diplomatique, aprile 1997].

Il re supremo del capitale, la finanza, ha cominciato allora a sviluppare la sua strategia bellica, nel nuovo mondo, e su ciò che restava in piedi del vecchio. Attraverso la rivoluzione tecnologica, imposta al mondo intero per mezzo di un computer, a loro arbìtrio, i mercati finanziari hanno imposto le loro leggi e i loro precetti a tutto il pianeta, La "mondializzazione" della nuova guerra non è altro che la mondializzazione delle logiche dei mercati finanziari. Da regolatori dell'economia, gli Stati Nazionali [e i loro governanti] sono passati ad essere regolati, meglio telediretti, dal fondamento del potere finanziario: il libero scambio commerciale. Non solo: la logica del mercato ha sfruttato la "porosità" che, in tutto lo spettro sociale mondiale, è stata provocata dallo sviluppo delle telecomunicazioni, ed è penetrato, si è appropriato di tutti gli aspetti dell'attività sociale. Il fine è una guerra mondiale totalmente totale!

Una delle prime vittime di questa nuova guerra è il mercato nazionale. Come una pallottola sparata dentro una stanza blindata, la guerra iniziata dal neoliberismo rimbalza da un lato all'altro. Una delle basi fondamentali del potere dello Stato capitalista moderno, il mercato nazionale, è liquidato dal cannoneggiamento della nuova era dell'economia finanziaria globale. Il capitalismo internazionale incassa alcune delle sue vittime fiaccando i capitalismi nazionali e smagrendo, fino all'inedia, i poteri pubblici. Il colpo è stato tanto brutale e definitivo che gli Stati Nazionali non dispongono della forza necessaria per opporsi all'azione dei mercati internazionali, quando questi vanno contro gli interessi dei cittadini e dei governi.

La sorvegliata e ordinata vetrina che si supponeva essere l'eredità della "Guerra Fredda", il "nuovo ordine mondiale", si è frantumato sotto l'urto neoliberista. Il capitalismo mondiale sacrifica senza misericordia alcuna ciò che gli ha assicurato futuro e progetto storico: il capitalismo nazionale. Imprese e stati capitombolano in pochi minuti, ma non nella tormenta delle rivoluzioni proletarie, bensì a causa degli uragani finanziari. Il figlio [il neoliberismo] divora il padre [il capitalismo nazionale], e di passaggio distrugge tutte le promesse dell'ideologia capitalista: nel nuovo ordine mondiale non c'è democrazia, né libertà, né eguaglianza, né fraternità.

Nello scenario mondiale prodotto dalla fine della "Guerra Fredda" si vede solo un nuovo campo di battaglia e, in esso, come in tutti i campi di battaglia, regna il caos.

Negli ultimi tempi della "Guerra Fredda", il capitalismo aveva creato un nuovo orrore bellico: la bomba a neutroni. La "virtù" di quest'arma è che distrugge solo la vita e risparmia gli edifici e le cose. Già si potevano distruggere intere città [ovvero, i loro abitanti] senza che fosse necessario ricostruirle [e spendere soldi per questo]. L'industria degli armamenti si era felicitata con se stessa, l'"irrazionalità" delle bombe nucleari era soppiantata dalla nuova "razionalità" della bomba a neutroni. Eppure, una nuova "meraviglia" bellica sarebbe stata scoperta, all'inizio della IV Guerra Mondiale: la bomba finanziaria.

Perché la nuova bomba neoliberista, a differenza delle sue antenate di Hiroshima e Nagasaki, non solo distrugge la polis [la Nazione, in questo caso] e impone morte, terrore e miseria e chi la abita; e, a differenza della bomba a neutroni, non distrugge solo "selettivamente". La bomba neoliberista, in più, riorganizza e riordina ciò che attacca e lo ricostruisce come una tessera del rompicapo della globalizzazione economica. Dopo che il suo effetto di distruzione ha agito, il risultato non è un mucchio di rovine fumanti, o decine di migliaia di vite spente, ma una periferia che si aggiunge a qualcuna delle megalopoli commerciali del nuovo ipermercato mondiale, e una forza lavoro risistemata nel nuovo mercato del lavoro mondiale.

L'Unione europea, una delle megalopoli prodotte dal neoliberismo, è un risultato della IV Guerra Mondiale in corso. Qui, la globalizzazione ha ottenuto di cancellare le frontiere tra Stati rivali, nemici tra loro da molto tempo, e li ha obbligati a convergere e a progettare l'unione politica. Dagli Stati Nazionali alla federazione europea, il cammino economicista della guerra neoliberista nel cosiddetto Vecchio Continente sarà disseminato di distruzione e di rovine, e una di esse sarà la civilizzazione europea.

Le megalopoli si riproducono in tutto il pianeta. Le zone commerciali integrate sono il terreno su cui vengono edificate. Questo accade nell'America del Nord, dove il Trattato di libero commercio dell'America del Nord [Nafta, la sigla in inglese], tra Canada, Stati uniti e Messico, non è altro che il preludio del compimento di una vecchia aspirazione di conquista statunitense: "L'America agli americani". In America del Sud si segue lo stesso cammino con il Mercosur tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. In Africa del Nord, con l'Unione del Maghreb arabo [Uma] tra Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania; in Africa del Sud, nel Vicino Oriente, nel Mar Nero, in Asia, nel Pacifico… in tutto il pianeta esplodono le bombe finanziarie e riconquistano territori.

Le megalopoli sostituiscono le nazioni? No, o non solo. Le includono, anche, e riassegnano loro funzioni, limiti e possibilità. Paesi interi si convertono in dipartimenti della megaimpresa neoliberista. Il neoliberismo produce così distruzione/spopolamento, da un lato, e la ricostruzione/riordinamento dall'altro, di regioni e nazioni, per aprire nuovi mercati o modernizzare quelli esistenti.

Se le bombe nucleari avevano un carattere dissuasivo, intimidatorio e coercitivo, nella IV deflagrazione mondiale non accade lo stesso con le iperbombe finanziarie. Queste armi servono ad attaccare territori [Stati Nazionali] distruggendo le basi materiali della sovranità nazionale [ostacolo etico, giuridico, politico, culturale e storico contro la globalizzazione economica] e producendo uno spopolamento qualitativo dei loro territori. Questo spopolamento consiste nel prescindere da tutti quelli che sono inutili alla nuova economia di mercato [per esempio gli indios]. Però, in più, i centri finanziari operano, simultaneamente, una ricostruzione degli Stati Nazionali e li riordinano secondo la nuova logica del mercato mondiale [e i modelli economici sviluppati si impongono su relazioni sociali deboli o inesistenti].

La IV Guerra Mondiale sul terreno rurale, per esempio, produce questo effetto. La modernizzazione rurale, che i mercati finanziari esigono, punta a incrementare la produttività agricola, però quel che ottiene è distruggere le relazioni sociali ed economiche tradizionali. Risultato: esodo massiccio dai campi alle città. Sì, come in una guerra. Intanto, nelle zone urbane si satura il mercato del lavoro e la distribuzione diseguale del reddito è la "giustizia" che spetta a coloro che cercano migliori condizioni di vita. Di esempi che illustrano questa strategia è pieno il mondo indigeno: Ian Chambers, direttore dell'Ufficio del Centro America dell'Organizzazione internazionale del lavoro [dell'Onu], ha dichiarato che la popolazione indigena mondiale, calcolata in 300 milioni di persone, vive in zone che detengono il 60 per cento delle risorse naturali del pianeta. Così, "non sorprendono i conflitti molteplici per l'utilizzo e il destino delle loro terre attorno agli interessi di governi e imprese [...] Lo sfruttamento delle risorse naturali [petrolio e minerali] e il turismo sono le principali industrie che minacciano i territori indigeni in America" [Intervista di Martha Garcia, La Jornada, 28 maggio 1997]. Dietro i principali progetti di investimento ci sono l'inquinamento, la prostituzione e le droghe. Vale a dire, si compiono distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordinamento delle zone interessate.

In questa nuova guerra mondiale, la politica moderna come organizzatrice dello Stato Nazionale non esiste più. Ora la politica è solo una organizzatrice economica e i politici sono moderni amministratori di impresa. I nuovi padroni del mondo non sono "governo", non ne hanno bisogno. I governi "nazionali" si incaricano di amministrare gli affari nelle differenti regioni del mondo. Questo è il "nuovo ordine mondiale", l'unificazione del mondo intero in un solo mercato. Le nazioni sono botteghe di dipartimenti con gestori in forma di governi, e le nuove alleanze regionali, economiche e politiche si avvicinano più a un moderno "mall" commerciale che a una federazione politica. L'"unificazione" prodotta dal neoliberismo è economica, è l'unificazione dei mercati che facilita la circolazione del denaro e delle merci. Nel gigantesco ipermercato mondiale circolano liberamente le merci, non le persone.

Come ogni iniziativa imprenditoriale [e di guerra] questa globalizzazione va accompagnata con un modello generale di pensiero. Eppure, tra tante novità, il modello ideologico che accompagna il neoliberismo nella sua conquista del pianeta ha molto di vecchio e di ammuffito. L'"american way of life" che accompagnò le truppe nordamericane in Europa nella II Guerra Mondiale, e nel Vietnam degli anni sessanta, e, più di recente, nella Guerra del Golfo, ora va mano nel mano [o meglio, nei computer] dei mercati finanziari.

Non si tratta solo di una distruzione delle basi materiali degli Stati Nazionali, ma anche [in un modo tanto imponente quanto poco studiato] di una distruzione storica e culturale. Il degno passato indigeno dei paesi del continente americano, la brillante civilizzazione europea, e la poderosa e ricca antichità di Africa e Oceania, tutte le culture e le storie che hanno forgiato nazioni sono attaccate dal modo di vita nordamericano. Il neoliberismo impone così una guerra totale: la distruzione di nazioni e gruppi di nazioni per omologarli al modello capitalista nordamericano.

Una guerra dunque, una guerra mondiale, la IV. La peggiore e più crudele, quella che il neoliberismo conduce ovunque e con tutti i mezzi contro l'umanità.

Però come in tutte le guerre ci sono combattimenti, ci sono vincitori e vinti, ci sono pezzi rotti di questa realtà distrutta. Per tentare di comporre l'assurdo rompicapo del mondo neoliberista mancano molte tessere. Alcune si possono trovare tra le rovine che questa guerra mondiale già ha lasciato sulla superficie del pianeta. Ciononostante sette di queste tessere si possono ricostruire, e incoraggiare la speranza che questo conflitto mondiale non finisca uccidendo il contendente più debole: l'umanità.

Sette tessere da disegnare, colorare, ritagliare e tentare di comporre tra loro per ricostruire il rompicapo mondiale.

La prima è la doppia accumulazione, di ricchezze e povertà, ai due poli della società mondiale. L’altra è lo sfruttamento totale della totalità del mondo. La terza è l’incubo di una parte errante dell’umanità. La quarta è la nauseabonda relazione tra crimine e Potere. La quinta è la violenza dello Stato. La sesta è il mistero della megapolitica. La settima è la multiforme borsa di resistenza dell’umanità contro il neoliberismo.

Tessera 1:

La concentrazione della ricchezza e la distribuzione della povertà.

Nella storia dell'umanità, diversi modelli sociali hanno fatto a gara per inalberare l'assurdo come segno distintivo dell'ordine mondiale. Sicuramente il neoliberismo otterrà un posto privilegiato, al momento dei premi, perché la sua "distribuzione" della ricchezza sociale non fa altro che distribuire un doppio assurdo della accumulazione: l'accumulazione della ricchezza nelle mani di un certo numero, e la accumulazione della povertà per milioni di esseri umani.

Nel mondo attuale, l'ingiustizia e la diseguaglianza sono i segni distintivi. Il pianeta Terra, terzo del sistema planetario solare, ha cinque miliardi di esseri umani. In esso, solo 500 milioni di persone vivono comode, mentre quattro miliardi e mezzo soffrono la povertà e tentano di sopravvivere.

Un doppio assurdo è il raffronto tra ricchi e poveri: i ricchi sono pochi e i poveri sono molti. La differenza quantitativa è criminale, ma il raffronto tra gli estremi si fa usando la ricchezza come metro di misura: i ricchi suppliscono alla loro minoranza numerica con migliaia di milioni di dollari. I patrimoni delle 358 persone più ricche al mondo [migliaia di milioni di dollari] è superiore al reddito annuale del 45 per cento degli abitanti più poveri, qualcosa come due miliardi e 600 milioni di persone. Le catene d'oro degli orologi finanziari si trasformano in pesanti ceppi per milioni di persone. Mentre la "… cifra degli affari della General Motors è più elevata del Prodotto interno lordo della Danimarca, quella della Ford è più grande del Pil dell'Africa del Sud, e quella della Toyota oltrepassa il Pil della Norvegia" [Ignacio Ramonet, Lmd di gennaio 1997], per tutti i lavoratori i salari reali sono caduti, in più essi devono affrontare le riduzioni di personale nelle imprese, la chiusura di fabbriche e la delocalizzazione dei centri produttivi. Nelle cosiddette "economie capitaliste avanzate" il numero dei disoccupati arriva già a 41 milioni di lavoratori.

In modo lento, la concentrazione della ricchezza in poche mani e la distribuzione della povertà in molte, va delineando il volto della società mondiale moderna: il fragile equilibrio di diseguaglianze assurde.

La decadenza del sistema economico neoliberista è uno scandalo: "Il debito mondiale [comprendento quello delle imprese, dei governi e delle amministrazioni] ha oltrepassato i 33 miliardi e 100 milioni di dollari, come dire il 130 per cento del Pil mondiale" [Frédéric F. Clairmont, "Le duecento società che controllano il mondo", Lmd, aprile 1997].

La crescita delle grandi multinazionali non implica il progresso delle nazioni sviluppate. Al contrario, mentre i giganti finanziari aumentano i loro profitti, si acutizza la povertà nel cosiddetti "paesi ricchi".

La differenza da colmare tra ricchi e poveri non pare avere alcuna tendenza a ridursi, anzi il contrario. Lontano dall'attenuarsi, già non diciamo dall'essere eliminata, la diseguaglianza si accentua, soprattutto nelle nazioni capitaliste sviluppate: negli Usa, l'1 per cento dei nordamericani più ricchi ha incamerato il 61,1 per cento dell'insieme della ricchezza nazionale del paese, tra il 1983 e il 1989. L'80 per cento dei nordamericani più poveri non si sono divisi che l'1,2 per cento. In Gran Bretagna il numero dei senzatetto si è raddoppiato; il numero dei bambini che vivono solo con gli aiuti sociali è passato dal 7 per cento nel 1979 al 26 del 1994; il numero di inglesi che vivono in povertà [soglia fissata alla metà del salario minimo] è passata da 5 milioni a 13 milioni e 700 mila; il 10 per cento dei più poveri ha perso il 13 per cento del potere d'acquisto, mentre il 10 per cento dei più ricchi ha guadagnato il 65 per cento e da cinque anni in qua si è raddoppiato il numero dei milionari [dati di Lmd, aprile 1997].

All'inizio degli anni novanta, "… circa 37 mila imprese stringevano, con le loro 170 mila filiali, l'economia internazionale nei loro tentacoli. Ciononostante, il centro del potere si colloca nel cerchio più ristretto delle prime duecento: dall'inizio degli anni ottanta esse hanno conosciuto una espansione ininterrotta per via delle fusioni e degli acquisizione di imprese. In questo modo, la parte di capitale transnazionale nel Pil mondiale è passata dal 17 per cento della metà degli anni sessanta al 24 del 1982 e a più del 30 per cento nel 1995.

Le prime duecento sono conglomerati le cui attività planetarie coprono senza distinzione i settori primario, secondario e terziario: grandi sfruttamenti agricoli, produzione manifatturiera, servizi finanziari, commercio, ecc. Geograficamente, esse si ripartiscono tra dieci paesi: Giappone [62], Usa [53], Germania [23], Francia [19], Regno Unito [11], Svizzera [8], Corea del Sud [6], Italia [5] e Paesi Bassi [4]". [Frédéric Clairmont, cit.].

La figura 1 si costruisce disegnando il simbolo del dollaro. Rappresenta il potere economico. Va colorato di verde dollaro. Dell’odore nauseabondo non ci si deve preoccupare, la Roma di sterco, fango e sangue ce l’ha dalla nascita.

Fonte: Appello al Popolo 29 Novembre 2011

domenica 20 novembre 2011

Ri-organizzazione economica: L'Unione europea ha una scadenza?

L'Unione europea ha una scadenza?

di Adrian Salbuchi
Global Research
Russia Today - 19 Novermbre 2011

Una vera e propria ri-organizzazione di tutto il pianeta ha avuto luogo davanti ai nostri occhi per molti decenni. Tuttavia, dal momento che è graduale, la maggior parte delle persone non si accorge o non capisce cosa sta succedendo.

Proprio come la rana proverbiale che, se gettata in acqua bollente salta fuori dolorosamente e sopravvive, ma sarà cotta e morirà, se gettata in acqua tiepida in cui il calore aumenta di un grado ogni 5 minuti ...

Quello che va sotto il nome di "Nuovo Ordine Mondiale", "globalizzazione" o (il mio preferito) "Governo Mondiale", descrive gli obiettivi a lungo termine di una Elite di Potere Globale molto potente, incorporata all'interno di ogni paese, in particolare Stati Uniti ed Europa, che possiede, gestisce e dirige le risorse di ogni paese - petrolio, finanza, potere economico, potenza militare, risorse naturali - dall'interno, per promuovere la sua agenda sovranazionale.

Questo processo molto complesso, olistico e ampiamente pianificato aiuta a spiegare molta (se non tutta) della violenza in corso, del caos e dell'ingiustizia che vediamo nei campi della finanza, della politica e dell'economia. Ma una buona pianificazione strategica richiede anche  sperimentazione, prove ed errori,costruzione di scenari e giochi di guerra.

Il mio paese natale, l'Argentina (e l'America Latina nel suo complesso), è stato ripetutamente utilizzato per tale "sperimentazione", come è accaduto dieci anni fa, quando il cartello bancario internazionale, allineato al FMI/Banca Mondiale, Dipartimento del Tesoro statunitense, agenzie di rating e i media mainstream "qualificati", hanno lavorato insieme per far crollare il sistema finanziario e monetario in Argentina, ma allo stesso tempo sono riusciti a salvare tutte le loro banche che operavano nel paese.

Gli Argentini hanno visto i loro soldi bloccati nelle banche, i loro depositi in dollari furono riconvertiti arbitrariamente in pesos locali svalutati a tassi di cambio fraudolenti mentre  Governi Provvisori locali (ancora oggi) adottano misure sempre allineate agli interessi dei banchieri locali e internazionali.

I risultati per l'Argentina? Il PIL è sceso del 40% nel 2002, il 50% della nostra popolazione è scesa al di sotto della soglia di povertà (la maggior parte non ha mai recuperato), violenza e morte sulle nostre strade, pignoramenti, fallimenti, vera e propria guerra sociale (che si è fermata a pochi passi dalla guerra civile) e ancora .... non una singola banca chiusa!

Se ci trasferiamo rapidamente in Grecia, Irlanda, Italia, Spagna, Stati Uniti, Regno Unito, Portogallo e Islanda di oggi, assistiamo alla stessa scena più e più volte. Chiaramente, non ci sono errori commessi da governi specifici, ma un vero e proprio piano progettato per controllare intere nazioni, imponendo debiti pubblici inutili e fraudolenti.

Una delle lezioni chiave che hanno appreso in Argentina è stata come controllare "We the People" attraverso la PsyWar (guerra psicologica) esercitata dai media controllati, in modo che la popolazione finisce per accettare tutte le difficoltà, mentre gli infiltrati del sistema bancario e del governo continuano a mantenere tutti i loro soldi e a rimanere al potere.

Mi chiedo se l'Unione europea non possa essere un esperimento simile ma su una scala molto più vasta e più grande? Un esperimento su come avvicinare paesi molto diversi, con lingue diverse, sistemi giuridici diversi, culture diverse, storie di guerra e di odio tra loro, il tutto sotto la camicia di forza di un'unione burocratica che distrugge sempre più sovranità nazionali? Una sorta di "Manuale" per promuovere la sottomissione volontaria dei 27 stati membri dell'UE ad accettare un'unica burocrazia legale, un unico parlamento, un unico presidente non eletto, un'unica forza militare, un'unica bandiera, e un'unica valuta ...

Quali insegnamenti stanno traendo i globalisti dai problemi della UE? I guai odierni dell'euro sempre crescenti sono  un riflesso del fatto che, dopo più di mezzo secolo di costruzione dell'euro-ora vediamo la demolizione controllata della UE al fine di (ri) costruire qualcosa di nuovo? Forse, "la sua trasformazione in qualcosa più vicina al desiderio del loro cuore", secondo la vecchia  19th Century British Fabian Society che sollecitava un graduale governo mondiale socialista, un tempo immaginato?

L'Unione europea è una tappa intermedia sulla "Hard Road verso il governo mondiale", suggerita dal membro del Council on Foreign Relations, Richard Gardner, in un seminale articolo dell'aprile 1974  su "Foreign Affairs"? Una fase in cui il mondo legale, politico, commerciale, finanziario, sociale, culturale, mediatico, monetario, militare e tante, tante altre complessità sono stati rottamati, ri-progettati e ri-elaborati per servire ad uno "scopo più grande"?

Avremo presto il crollo dell'euro, non come uno sfortunato "incidente" ma come un mega-processo previsto che (insieme alla iper-inflazione del Dollaro USA) che lo farà avvitare in un collasso controllato solo per essere sostituito da una nuova moneta globale emessa e gestita dagli interessi privati della  Global Power Elite ​​per mezzo di una prossima banca centrale mondiale di qualche tipo? L'UE ha una scadenza?

Il Vaticano, sempre ben informato, sembra pensarla così, come vediamo dal suo recente  invito a rinnovare le istituzioni globali, un segno sicuro che i vecchi che camminano lungo i corridoi del Vaticano stanno ancora una volta difendendo il loro posto sotto il sole che verrà ...

Il collasso controllato dell'euro (attraverso il suo crollo) e del Dollaro (tramite inflazione) insieme ad una versione opportunamente costruita della "Primavera araba" per l'Europa, gli Stati Uniti e altri, eroderanno ulteriormente sovranità nazionali su scala planetaria, alimentate da una serie controllata di guerre e sostenute dalla crescente Guerra Psicologica proveniente dal monopolio dei media occidentali ...

E' tutto solo un grosso errore o semplicemente punti di vista diversi sullo stesso Leviatano planetario deciso a imporre un Governo Mondiale su tutti noi?

Adrian Salbuchi è un analista politico, scrittore, speaker radiofonico e / commentatore televisivo in Argentina (www.asalbuchi.com.ar)

Fonte: Global Research 20 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

venerdì 11 novembre 2011

Goldman Sachs innesca la crisi e poi piazza Mario Monti a risolverla

A integrazione del post "Tutto, tranne democrazia!" (qui il link) e del video qui sopra, ecco una notizia di Milano Finanza, noto covo di complottisti. Ci sarebbe Goldman Sachs dietro all'ondata di speculazioni che ha in pochissimo tempo innalzato artificialmente lo spread tra i buoni del tesoro poliennali italiani e suoi cugini tedeschi. Uomini Goldman Sachs innescano la crisi, uomini Goldman Sachs si propongono per risolverla, salendo a Palazzo Chigi per realizzare misure che non sono state dibattute né sottoscritte attraverso un mandato elettorale da nessun cittadino italiano. La terza guerra mondiale non usa carri armati: le nazioni oggi si conquistano rendendo in pochi giorni i loro debiti insostenibili.

Nel rapporto "The Crisis of Democracy", della Commissione Trilaterale di cui sia Mario Monti che Lucas Papademos (banchiere proposto per il governo tecnico greco) fanno parte (uno tra i tanti club "di ispirazione massonica ultraliberista statunitense", per dirla alla Odifreddi su Repubblica.it, ma senza dimenticare il Bilderberg, l'Aspen Institute e tutti quei posti dove una certa èlite, da Monti a Tremonti a Draghi, discute amabilmente di strategie politiche ignorando che le sedi preposte esistono e si chiamano istituzioni) viene detto a chiare lettere che un eccesso di democrazia paralizza gli USA e gli stati dell'Europa dell'est. E si sottolinea che:

" Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato [prima degli anni ’60; nda] ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene "

Può anche essere vero, ma se accettiamo che siano questi i principi guida ispiratori di chi sale al governo senza essere stato eletto da nessuno, in conseguenza di attività speculative che ne preparano l'ascesa, allora dobbiamo per forza accettare che la democrazia ha fallito, insieme a tutti i principi ispiratori che in questi anni ci hanno guidato grazie alla rete. E' la rete che ci ha permesso di coltivare il sogno della conoscenza condivisa. E' la rete che ha condotto alla stimolazione di uno spirito critico diffuso. E' la rete che ci ha consegnato un ideale di una consapevolezza allargata. E' la rete, quindi, che mette in discussione quel livello di apatia che il club di cui Mario Monti fa parte identifica come essenziale per il controllo delle masse. Del resto era proprio Zbigniew Brzezinski, uno dei fondatori della Commissione Trilaterale, a dire che "è più facile ammazzare milioni di persone che controllarle".

Fonte: Byoblu 10 Novembre 2010

giovedì 10 novembre 2011

La conferenza dell'Associazione Americana per la Ricerca sugli Aerosol fornisce ulteriori indizi su Scie Chimiche/Programmi di Geoingegneria

Di  Michael J. Murphy
Truth Media Production

geoengineering conference L'agenda dietro i programmi di scie chimiche/geoingegneria potrebbe essere qualcosa di più ampio di quello che stanno ammettendo i geoingegneri? La consapevolezza di questi dannosi programmi aumenta in tutto il mondo, le teorie su di essi includono il controllo meteo, il controllo della popolazione, il morbo di morgellons, il controllo alimentare, ecc. Dal 3 al 7 Ottobre  2011, scienziati di tutto il mondo si sono riuniti a Orlando, in Florida, per una conferenza dell'American Association for Aerosol Research (AAAR). Gli interventi in questa conferenza includevano; la "modellizzazione della qualità dell'aria", le "Disparità sulla Salute", l'"Inquinamento dell'ambiente atmosferico da particelle", e un argomento di particolare interesse per i molti che sono consapevoli della questione delle scie chimiche/geoingegneria, "aerosol, nubi e precipitazioni". Mentre la geoingegneria non era l'obiettivo principale della manifestazione, alcuni degli interventi hanno fornito indizi vitali sulla reale natura di alcune delle agende relative a questi dannosi programmi.

Come è stato esposto nell'innovativo documentario, "Che cosa stanno spruzzando nel mondo?", gli schemi della Geoingegneria includono l'irrorazione di 1-20 tonnellate di ossido di alluminio e altri aerosol tossici nella nostra atmosfera per l'obiettivo dichiarato di raffreddare il pianeta. Mentre i geoingegneri insistono che i loro modelli servono a raffreddare il pianeta, gli studi suggeriscono che l'aggiunta di aerosol nella nostra atmosfera è in grado di creare un raffreddamento temporaneo regionale, a costo di un riscaldamento globale del pianeta poichè gli aerosol creano una copertura e intrappolano il calore.
hhttp://www.nasa.gov/home/hqnews/2004/apr/HQ_04140_clouds_climate.html
hhttp://www.nature.com/news/2009/091221/full/news.2009.1157.html

Questi studi contraddicono la premessa stessa della geoingegneria, e questo porta molti a porre la domanda, quali sono le vere ragioni per questi programmi? I geoingegneri, inoltre, insistonno che questi programmi sono ancora in fase di sviluppo tuttavia, l'evidenza suggerisce che sono in corso di attuazione poichè continuiamo a vedere drammatici cambiamenti nei nostri cieli, nel nostro andamento meteo e nella quantità di alluminio e altri aerosol nella nostra atmosfera.

"Aerosol, Nubi e Interazioni con le Precipitazioni: effetti antropici e naturali", è stato uno degli interventi che ha discusso il modo in cui gli aerosol nell'atmosfera possono influenzare il tempo. L'intervento ha ricoperto il ruolo degli aerosol nella formazione di nubi e precipitazioni. La prima parte dell'intervento ha discusso lo sbiancamento delle nubi associato ad un aumento degli aerosol che fungono da nuclei di condensazione della nuvola. Questo sembra essere direttamente collegato agli schemi delle scie chimiche/geoingegneria perché, l'intervento ha discusso il modo in cui diversi aerosol distribuiscono l'acqua delle nubi in goccioline più piccole che riflettono la radiazione solare in modo più efficace . E' stato anche discusso il fatto che l'aumento di aerosol atmosferici porterà all'aumento della durata delle nuvole, alla riduzione di efficienza delle precipitazioni e alla scomparsa di nuvole d'acqua. Da questa conferenza e da molti altri studi ben documentati, sappiamo che mettere aerosol nella nostra atmosfera serve non solo a riflettere la luce solare, ma anche ad influenzare la capacità di una nuvola di produrre pioggia, e quindi l'aumento e la diminuzione delle precipitazioni in alcune regioni.

Al dottor Hui Su della NASA, che ha partecipato al Simposio su aerosol e precipitazioni, è stato chiesto se ha notato un considerevole aumento degli aerosol stratosferici. Ha risposto affermando che ha notato un aumento significativo, ma non ha valutato la composizione degli aerosol. Questa osservazione è stata riscontrata anche in un recente studio della National Ocean Atmospheric Administration (NOAA). Anche se entrambi non sono riusciti a riconoscere la provenienza e la composizione di queste particelle, le prove puntano verso un'applicazione in corso di programmi di geoingegneria con aerosol stratosferici. Il Dr. Su ha  continuato dicendo che immettere aerosol nella stratosfera influenza le temperature, il vapore acqueo e le nubi e porta alla siccità e ad altre conseguenze negative per la nostra atmosfera, compreso l'assottigliamento dello strato di ozono. Quando gli è stato chiesto qualcosa sull'idea di aggiungere aerosol in atmosfera tramite programmi di geoingegneria, ha dichiarato che l'idea è "spaventosa" e ha concordato sul fatto che questo potrebbe offrire a governi e aziende la possibilità di privatizzare e quindi di controllare il nostro tempo.

Alla riunione dell'AAAS nel 2010, i geoingegneri si vantavano della loro capacità di riscaldare oltre 400 miglia quadrate della nostra atmosfera. Secondo l'esperto aerospaziale Mark McCandlish, il riscaldamento di parti dell'atmosfera può creare sistemi artificiali di alta e bassa pressione, e quindi dare a questi soggetti la possibilità di governare le tempeste. Per riscaldare l'atmosfera, è necessario un conduttore. Mentre l'alluminio non è un grande conduttore sotto forma di fili metallici, è un conduttore molto efficace nel cielo a causa della sua leggerezza e altre proprietà. Forse è per questo che continuiamo a vedere quantità crescenti di fulmini insieme ad un aumento di alluminio nei test sulla pioggia in tutto il mondo.

Chi trae vantaggio dalle modificazioni climatiche e dai programmi di controllo meteo? Il tempo cominciò ad essere venduto come una merce negoziabile presso il Chicago Mercantile Exchange nel 1997. È interessante notare che questo è successo da quando molti credono che sia iniziato l'impiego di programmi di scie chimiche/geoingegneria su larga scala. Le materie principali sono direttamente influenzate dal tempo e dalle temperature. Prevedere queste tendenze potrebbe essere molto redditizio per alcuni individui che hanno la capacità di controllare o manipolare il nostro tempo. Inoltre, come discusso nell'Introduzione ai Derivati Meteo c'è stata la recente nascita di un altro nuovo mercato, le opzioni sulle catastrofi. Secondo l'operatore del Chicago Mercantile Exchange, Michael Agne, investendo in questi tipi di opzioni di derivati, le aziende del settore dell'energia e delle assicurazioni potrebbero trarre profitti da certe catastrofi, tuttavia va notato che questi derivati ​​molto probabilmente sarebbero utilizzati come copertura dei rischi aziendali esistenti e le plusvalenze sarebbero utilizzate per compensare i versamenti assicurativi o altri tipi di rischio intrinseco. Almeno questo è l'intento della maggior parte dei contratti derivati futures, per coprire certi tipi di rischi. Tuttavia, questo non esclude la plausibilità di guadagni in eccesso, al di là della compensazione dei potenziali rischi aziendali inerenti. Ha continuato ad affermare che è più che possibile che certi gruppi sarebbero in grado di accumulare guadagni in conto capitale attraverso l'utilizzo di questi derivati.

Mentre l'idea delle aziende a caccia di profitto a spese del pubblico, in generale non è una novità, sembra indicare un'agenda ancora più ampia per i programmi di scie chimiche/geoingegneria. Così come le corporazioni acquisiscono la nostra terra, l'acqua e altre risorse naturali, è possibile che abbiano anche intenzione di prendere in consegna il clima mondiale? Mentre la modificazione del clima è stata utilizzata per creare pioggia in aree specifiche per anni, il controllo del clima cerca di usurpare l'autorità della natura e controllare completamente i sistemi meteorologici della Terra. È un dato di fatto che la privatizzazione aziendale/controllo meteo è stato a lungo un obiettivo dichiarato della corporazione delle forze armate statunitensi come descritto in "Possedere il Tempo nel 2025". Il controverso presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha dichiarato che i paesi occidentali stavano usando la tecnologia per sopprimere la pioggia nel suo paese e in altre parti del mondo per creare siccità.

Perché i governi sono interessati a creare siccità in altre parti del mondo? Se esaminiamo gli obiettivi delle élite corporative che hanno dichiarato che il loro intento è di consolidare il potere nelle mani di pochi, creando un governo mondiale, cominciamo a vedere come il controllo meteo è essenziale nel portare a compimento questa agenda. Il controllo meteo può essere utilizzato come arma in quanto dà ad alcuni governi la possibilità di creare siccità e carestie in altre regioni. Questo può distruggere la capacità dei paesi di produrre cibo e quindi di essere sovrano e indipendente. Quando un paese è alla disperata ricerca di cibo, permetterà ad altri governi di imporre il loro dominio e autorità su di esso, in cambio di pioggia e altre risorse. Questa è la base della dialettica hegeliana, problema-reazione-soluzione. Il problema è poca o nessuna pioggia, la reazione è la fame e la disperazione, la soluzione viene offerta dal soggetto che ha la possibilità di inviare la pioggia e/o semi OGM che crescono in condizioni di siccità. La geoingegneria ha il potenziale non solo di essere un'arma efficace di guerra, ma può anche dare alle multinazionali, ad alcuni governi e, come affermato da Geoengineer David Keith," dare all'uomo il potere di Dio".

Mentre i geoingegneri continuano ad affermare che i loro dannosi programmi sono progettati per salvare il pianeta dal riscaldamento globale, prove schiaccianti puntano verso il consolidamento del potere nelle mani di pochi per il controllo dei sistemi e delle risorse naturali. Mentre continuiamo a vedere un aumento di patologie correlate all'alluminio e il crollo degli ecosistemi in tutto il mondo, abbiamo bisogno di porre la domanda, dare all'uomo il potere di Dio è una buona idea? Dobbiamo anche chiederci se siamo disposti a subire le conseguenze di continuare a vivere su un pianeta dove ad ogni respiro ci riempiamo di ossido di alluminio e altre particelle dannose. Spetta a quelli di noi che sono consapevoli di questo problema prendere una posizione e chiedere il nostro diritto che ci è stato dato da Dio a vivere in un ambiente naturale sano.

Per ulteriori informazioni sulle scie chimiche/geoingegneria vai a:
www.coalitionagainstgeoengineering.org e www.geoengineeringwatch.org.

Fonte: Truth Media Production 8 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

mercoledì 9 novembre 2011

Attacco all'Iran: un atto hitleriano di aggressione

Lettura indispensabile riguardo all'Iran

di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

6 novembre 2011 - Mentre aumenta la retorica sulla guerra con l'Iran, prima con la messa in scena dell'attentato  DEA-saudita, e ora, con un prossimo rapporto dell'AIEA  che apparentemente "espone" le ambizioni nucleari dell'Iran, è importante rileggere le confessioni firmate dagli interessi corporativo-fascisti dietro questa spinta alla guerra, nelle quali si ammette che:

1. L'Iran non rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA - anche se acquisisse armi nucleari, piuttosto l'Iran minaccia gli interessi americani in tutto il Medio Oriente, nell'altra metà del mondo.

2. L'Iran vuole disperatamente evitare il conflitto armato con Israele e l'Occidente e userebbe le armi nucleari solo come deterrenza difensiva.

3. Gli Stati Uniti e Israele stanno cercando attivamente di spingere l'Iran alla guerra attraverso una combinazione di sostegno segreto alla destabilizzazione all'interno dell'Iran, sostenendo la lista delle organizzazioni terroristiche, e un limitato attacco militare preventivo unilaterale, per provocare una risposta iraniana necessaria per giustificare un più ampio confronto militare.

Tutto questo è stato incredibilmente enunciato fin nei più piccoli dettagli, all'interno delle pagine del rapporto del Brooking Institution, finanziato dall'elite corporativa-finanziaria, "Quale percorso verso la Persia?".  E 'essenziale che ogni americano, europeo e israeliano legga quanto l'elite globalista sia perfida, incallita e desiderosa di innescare una guerra catastrofica con la Repubblica islamica, con l'unico scopo di proteggere Wall Street e l'egemonia di Londra in tutto il Medio Oriente.

 
"Which Path to Persia?" Brookings Institution 2009 .pdf

Di seguito sono riportati i collegamenti agli sforzi per coprire in dettaglio gli aspetti chiave di questa crescente propaganda di guerra, i giocatori chiave dietro di esso, comprese le società che finanziano questo programma, così come la prova inconfutabile che illustra questi piani, delineati nel 2009 e che si stanno già realizzando.

1. "Quale percorso verso la Persia?" del Brookings: La guerra è già iniziata, la guerra totale è una possibilità

2. Quale percorso verso la Persia? Redux: Siria, Libia, e non solo, i globalisti si preparano per la seconda fase.

3. La politica americana verso l'Iran Biglietto Solo Andata per la guerra, gli arroganti della politica fanno i finti tonti sull'Escalation iraniana.

4. Il clamore per la guerra all'Iran dell'elite corporativa-fascista. Responsabili politici non eletti, finanziati dalle corporazioni, costituiscono la maggiore minaccia alla sicurezza nazionale degli USA

5. I collegamenti dei terrroristi dell'Iran, finanziati dagli Usa, con il complotto Arabia-DEA. Accuse infondate degli Stati Uniti contrastate da più probabili accuse iraniane

6. Ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq altamente sospetto. I progetti per l'Iran del Think-tank lasciano sul tavolo solo la provocazione attacco&persuasione di Israele per una guerra totale.

Dopo aver letto queste informazioni, ci si rende conto con orrore con quanta persistente pazienza gli interessi corporativo-finanziari di Wall Street e Londra hanno perseguito questa campagna verso la guerra con l'Iran, e il modo assolutamente ingannevole con cui sono disposti ad agire al fine di andare avanti. E' assolutamente imperativo che le persone capiscano non solo quanto sia artificiosa la minaccia dell'Iran, ma che coloro che spacciano bugie su una tale minaccia, a porte chiuse, l'hanno ammesso.

BrookingsCorporateSponsors_1 Immagine: Solo alcune delle aziende-sponsor dietro il non eletto, guerrafondaio "think tank", Brookings Institution, che ha prodotto il pericoloso rapporto "Quale percorso verso la Persia?"

Prestate inoltre particolare attenzione alle corporazioni che finanziano questo atto di aggressione hitleriana contro una nazione di 70 milioni di persone con la potenziale perdita delle vite di decine di migliaia di americani e israeliani (e di altri soldati per procura), per non parlare del costo incalcolabile della guerra per un contribuente americano già in difficoltà. Si noti inoltre che queste stesse società non perderanno i loro figli e figlie, né un solo centesimo nello sforzo bellico, infatti, molti di loro guadagnano indicibili fortune e potere - la ragione stessa per cui perseguono una tale linea di condotta.

Ora sarebbe il momento giusto per contattare i vostri rappresentanti, boicottare le multinazionali di cui sopra, e iniziare a minare un sistema che, in maniera parassitaria, sta dissanguando il pianeta a morte, sia finanziariamente che letteralmente, per ottenere l'egemonia Corporativo-fascista Globale. E ricordate, non finirà in Iran, l'attacco e la distruzione della sovranità iraniana è solo l'inizio.

Fonte: Land Destroyer Report 6 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

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giovedì 27 ottobre 2011

La Robin Hood Tax: Il Movimento Occupare sta marciando direttamente verso il precipizio globalista

di Patrick Henningsen
Global Research
21st Century Wire

Era inevitabile che un movimento che ha lottato per concordare un manifesto, avrebbe alla fine eseguito gli ordini degli stessi poteri globalisti d'elite contro i quali stanno manifestando, tanto per cominciare.

Invece di ottenere la libertà dalla schiavitù del debito della Banca Centrale, gli ingenui Occupanti  sembrano aver abboccato, spingendo la massa ad avallare un sistema globale di tassazione, che dovrebbe essere amministrato ... da un nuovo ente governativo globale.

Mentre il Movimento Occupare mette a punto le sue idee sul prossimo vertice del G20 in Francia, il 3-4 novembre, i manipolatori globalisti dietro le quinte sono riusciti a dirigere le masse esattamente verso il Santo Graal di tutti i super-stati socialisti - la famosa, alla moda  "Robin Hood Tax", nota anche come Tobin Tax, una tassa sulle transazioni finanziarie applicata a tutte le operazioni che riguardano azioni, obbligazioni e derivati. Almeno secondo i piani ...

I fondi ottenuti, affermano, calcolati nell'ordine delle centinaia di miliardi di dollari l'anno, andrebbero a beneficio di commoventi fantastiche cause liberali introdotte da Bono come 'ridurre la povertà nel terzo mondo' e sorpresa, sorpresa ... "lotta al cambiamento climatico "e forse anche salvare gli orsi polari - una mossa che farebbe sicuramente piacere agli uomini disperati come Al Gore (ma che sarebbe uno spreco di soldi visto che l'origine antropica del riscaldamento globale è già stata completamente screditata).

ROBIN HOOD TAX: un'idea utopistica, tassare i ricchi e il carbonio - non funzionerà.

Il grido di battaglia per questo sentimentale sogno globalista è venuto direttamente dal presunto cervello del neonato Movimento Occupare, l'organizzazione sostenuta dai globalisti e finanziata da Soros, Ad Busters, che sta guidando tranquillamente il suo gregge verso una delle più grandi truffe per la creazione e il controllo dele entrate mai concepite.

Reuters ha riferito Lunedi:

"Adbusters con sede in Canada vuole che il Movimento di protesta Occupare Wall Street contro la disuguaglianza economica scenda in piazza per chiedere una tassa dell'1 per cento su tali accordi in vista di un vertice del 3-4 novembre del Gruppo delle 20 (G20) principali economie in Francia .

"Inviamo loro un messaggio chiaro: Vogliamo che rallentiate alcuni di quei 1.300 miliardi di dollari facili riversati ogni giorno nel casinò globale - abbastanza denaro per finanziare tutti i programmi sociali e le iniziativa ambientali nel mondo", il gruppo di attivisti ha detto sul suo sito web, www.adbusters.org.

Adbusters ha lanciato il primo invito ad Occupare Wall Street e da quando i manifestanti si sono accampati in un parco nel quartiere finanziario di New York il 17 settembre, hanno ispirato manifestazioni di solidarietà e le cosiddette occupazioni in tutto il mondo ".

Si potrebbe sentire un po di compassione per gli Occupanti, desiderosi di afferrare tutto questo "denaro facile riversato in giro" ... se solo l'utopia fosse così facile.

In molti modi, la Robin Hood Tax è un'operazione fiscale truffa, identica a quella proposta dai globalisti al Summit 2009 delle Nazioni Unite sul clima, COP15, a Copenhagen, dove una serie di nuove tasse sulle transazioni finanziarie e nuove carbon tax sarebbero state versate in giganteschi "fondi neri" per essere gestiti niente di meno che dalla Banca Mondiale.

In definitiva, è molto probabile che qualsiasi Robin Hood Tax andrà a finire in un fondo gigante per "garantire che le banche siano adeguatamente capitalizzate", e che sarà utilizzato per il salvataggio, o per garantire alle grandi banche le perdite e le migliaia di miliardi persi nelle scommesse dei rischiosi derivati.

In realtà, una Robin Hood Tax fa esattamente il contrario di ciò che il suo nome suggerisce. Piuttosto che rubare ai ricchi per dare ai poveri, è progettata per rubare più soldi attraverso la tassazione sui redditi dei lavoratori che finiranno direttamente nelle mani di istituzioni come la Federal Reserve americana e il suo cartello di banche di Wall Street.

Inoltre, un tale potere di prelievo fiscale porterà con sé nuove tasse fuori controllo in un secondo momento, tasse finanziarie globali che alla fine elimineranno cose come i prelievi in contanti e i trasferimenti di denaro. Purtroppo, è così che i governi si comportano.

Occupare Wall Street perde il filo

E 'molto facile per la folla di giovani manifestanti cadere in una trappola palesemente socialista, o collettivista , poichè molti ingenui giovani americani non sono in grado, o non vogliono, di liberarsi dalla dialettica hegeliana che dice loro che il governo deve aumentare le tasse e la spesa per ottenere qualsiasi progresso sociale.

E' ovvio che i problemi numero uno e due in America sono la mancanza di posti di lavoro e l'inflazione strisciante, una doppia piaga che sta alimentando la caduta dello standard di vita negli Stati Uniti e in Europa-e, infine, il dissenso a livello globale. Gli Occupanti non si chiedono perché il loro governo ha permesso alle aziende americane di spedire milioni di posti di lavoro americani all'estero, e perché non si è mai preso la briga di offrire incentivi a società straniere per  trasferirsi negli Stati Uniti. Allo stesso modo gli occupanti non hanno capito che proprio la Federal Reserve li sta derubando tutti i giorni con la creazione di una carestia artificiale, guidando quel genere di cicli di boom and bust (bolle e scoppi) che in ultima analisi, impediscono agli americani di salvare la loro vita e il loro patrimonio.

Invece di richiedere un ulteriore nuovo mostruoso sistema di tassazione, gli occupanti dovrebbero prima chiedersi se un governo è affidabile per la gestione delle entrate fiscali in modo responsabile. Certamente oggi sembra che le leggi porcate di Washington e dell'amministrazione Obama stiano controllando il deficit di bilancio più grande nella storia degli Stati Uniti. Questo dovrebbe essere motivo di allarme, tuttavia, non viene certo menzionato dalla massa del movimento Occupare.

Incredibilmente, il Movimento Occupare non chiede al governo di tagliare la spesa e diventare fiscalmente responsabile.

Potrebbero anche chiedere al loro amato governo a Washington - ed anche altrove in tutto il mondo, dove vanno a finire attualmente tutte le loro entrate fiscali. Se hanno capito che in questo momento, la loro imposta sul reddito federale (in alcuni casi, prelevata a mano armata dalla IRS) va direttamente a pagare il debito che il loro governo detiene su ogni dollaro stampato dalla privata Federal Reserve Bank.

Ogni tassa sul commercio dovrebbe diventare globale al fine di mantenere l'industria all'interno delle nazioni partecipanti. Gli Occupanti dovrebbero sicuramente stare attenti a non permettere ad un governo federale o globale di erigere un nuovo sistema di tassazione di massa, no? Apparentemente, una delle grandi caratteristiche del Movimento Occupare in America è la loro travolgente lealtà e fiducia nell'amministrazione Obama. Se al potere ci fosse un'amministrazione repubblicana, allora è certo che le manifestazioni avrebbero un tono molto più anti-governo.

Il Movimento OWS, a suo merito, ha esortato i manifestanti a chiudere i loro conti in banca e a trasferire il loro denaro presso le cooperative di credito, istituendo una giornata del trasferimento bancario il 5 novembre, sicuramente un passo in una direzione positiva. Ma è sufficiente?

Reale Soluzione: Sganciarsi dal sistema finanziario

C'è un antico detto: "Se non sei felice, allora vattene". I manifestanti del movimento OWS dovrebbero parlare di adozione di misure per svincolarsi completamente dal sistema che li schiavizza, questo potrebbe includere la rimozione della loro sudata liquidità dal sistema, mediante annullamento di tutte le carte di credito, non acquisendo prestiti studenteschi, o per auto inutili e prodotti elettronici.

Un'altra trappola evidente della Robin Hood Tax è che potrebbe (e sarà) utilizzata per prendere di mira tutte le operazioni - compresi i fondi pensione. Gli Occupanti potrebbero invece considerare di non versare i loro fondi pensione e del piano di previdenza 401K in fondi pensione quotati in borsa. Per i manifestanti più anziani, potrebbe essere l'occasione di cambiare il loro IRA (Individual Retirement Account-Fondo Pensione Individuale) in fondi pensione basati su oro e argento, non consentendo agli speculatori e ai giocatori d'azzardo di Wall Street di decimare i loro risparmi di oltre una vita.

C'è stato un qualunque appello per una protesta di massa contro l'IRS, che continua a sfidare la Costituzione degli Stati Uniti derubando ogni lavoratore americano del suo lavoro e della sua proprietà, per sostenere il loro debito nazionale con il cartello della Federal Reserve? Certamente questo farebbe vacillare d'improvviso l'establishment. Il Movimento Occupare dovrebbe colpire nella maniera più seria e più ovvia che si possa immaginare, quella che metterebbe finalmente in discussione la legittimità dell'incostituzionale tassa federale sul reddito.

O meglio ancora, gli occupanti potrebbero prendere in considerazione di detrarre il totale delle spese delle forze armate statunitensi a livello nazionale e all'estero, e dividerlo per il numero dei lavoratori americani, dando loro una cifra individuale di denaro che ogni manifestante si rifiuterà di consegnare come tassazione al governo federale - una protesta pacifica in combinazione con un'intelligente azione di libertà da parte di uomini e donne liberi.

Purtroppo, nessuna di queste idee veramente rivoluzionarie è uscita dalle proteste di Piazza della Libertà. Invece, tutto quello che potrebbero gestire, alla fine, è adottare uno dei programmi più ingannevoli e tirannici dell'establishment, la Robin Hood Tax - dove il 99% finirà per dare all'1%, anche più dei loro sudati risparmi. Mirano sl sintomo del collasso finanziario, non al problema, lasciando tutti i vecchi giocatori ancora in gioco, perchè possano creare altre bolle e fare fortuna con il crollo di nuovi mercati.

Ironico, ma questa è l'attuale direzione verso cui sta andando la folla inferocita, ma ingenua, di OWS..

Se uno qualsiasi dei 99% crede veramente che le banche di alto livello regalerebbero volentieri miliardi di dollari all'anno al nuovo Fisco Robin Hood, ci ripensi.

Come dimostra la storia, la loro nuova tassa sarà probabilmente imposta più rigorosamente su istituzioni di piccole e medie dimensioni e sui gestori di fondi, nel tentativo di spazzare via qualsiasi concorrenza alle banche, che godono già di mega tagli sul reddito delle società, e in alcuni casi, non pagano alcuna imposta. Le grandi banche sono al sicuro, ma la concorrenza più piccola sarà sicuramente colpita duramente da una Robin Hood Tax - garantendo che l'attuale gerarchia rimanga esattamente così com'è. Questo è sempre stato il modo in cui normative governative globali e tasse punitive entrano in gioco.

In maniera tipicamente in malafede, quando una folla non ha alcun chiaro obiettivo normalmente segue il leader. In questo caso, il leader è finanziato dalla fondazione Ad Busters, che ha fornito al movimento OWS senza direzioni e senza cervello il vero piano generale per la sua stessa fine.

Lì, la Suprema Assemblea Generale ha abboccato all'amo.

Qui, qui, Robin Hood.

Fonte: Global Research 26  Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com