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sabato 4 maggio 2013

Rubare il petrolio della Siria: il consorzio petrolifero UE-al-Qaida

Bollettino Aurora
Gearóid Ó Colmáin, Global Research, 1 maggio 2013

stevebell512

La decisione dell’Unione europea di sostituire l’embargo sulle esportazioni di energia del governo siriano con l’importazione di petrolio dell”opposizione armata’ è un’altra flagrante violazione del diritto internazionale. Viola la dichiarazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1962 sulla sovranità permanente sulle risorse naturali, ed è l’ennesima violazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1981 sull’inammissibilità dell’intervento e l’ingerenza negli affari interni degli Stati. Ma è molto più di una violazione tecnica della legge. Segna la discesa della civiltà nella barbarie. Londra e Parigi, più di Washington, sono in prima linea nell’aggressione contro la Siria.  Nonostante il fatto che sia stato ora confermato dalla maggior parte dei media, che l”opposizione  siriana’ è al-Qaida, Londra e Parigi persistono nella loro follia di armare i terroristi, utilizzando l’argomento spurio che se non armano i ‘moderati’, gli ‘estremisti’ occuperebbero il Paese. Tuttavia, nelle parole del New York Times, ‘in nessuna parte controllata dai ribelli in Siria, c’è una forza combattente laica degna di questo nome‘. [1] Il fatto che i “ribelli” siriani sono di fatto al-Qaida, è stata anche ammessa dal bellicista quotidiano francese Le Monde. [2] Così, Parigi e Londra  spingono all’ulteriore armamento di al-Qaida e alla legalizzazione del commercio petrolifero con i terroristi jihadisti. In parole povere questo significa che la rete terroristica nota al mondo come al-Qaida sarà presto uno dei partner dell’UE nel business del petrolio. Un nuovo assurdo capitolo nell’era del terrore sta per aprirsi.

Il diritto internazionale e le sue violazioni

La risoluzione 1803 delle Nazioni Unite del 1962, sulla sovranità permanente sulle risorse naturali, afferma: ‘La violazione dei diritti dei popoli e delle nazioni alla sovranità sulle proprie ricchezze e risorse naturali è in contrasto con lo spirito e i principi della Carta delle Nazioni Unite e ostacola lo sviluppo della cooperazione internazionale e il mantenimento della pace‘ [3]. Jabhat al-Nusra e altri gruppi affiliati ad al-Qaida non rappresentano in alcun modo il popolo siriano, e non costituiscono uno Stato sovrano secondo il diritto internazionale. L”opposizione armata’ è al-Qaida, pertanto la decisione dell’Unione europea di acquistare ufficialmente petrolio dalle bande terroristiche che attualmente occupano territori della Repubblica araba siriana, costituisce un crimine odioso ed è un’ulteriore beffa ai principi base che regolano i rapporti tra gli Stati.

Il documento ONU del 1981 condanna esplicitamente: ‘La crescente minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale a causa del frequente ricorso a minaccia o uso della forza, aggressione, intimidazione, intervento e occupazione militare, escalation della presenza militare e tutte le altre forme di intervento o di interferenza, diretta o indiretta, palese o occulta, minacciando la sovranità e l’indipendenza politica degli altri Stati membri, con l’obiettivo di rovesciarne i governi‘. La dichiarazione continua condannando categoricamente il dispiegamento di “bande armate” e “mercenari” da parte degli Stati, per utilizzarli nel rovesciare i governi di altri Stati sovrani: ‘Consapevole del fatto che tali politiche mettono in pericolo l’indipendenza politica degli Stati, la libertà dei popoli e la sovranità permanente sulle loro risorse naturali, danneggiando in tal modo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Consapevoli anche della necessità indispensabile che qualsiasi minaccia di aggressione, qualsiasi arruolamento, qualsiasi utilizzo di bande armate, in particolare dei mercenari, contro Stati sovrani deve terminare definitivamente, al fine di consentire ai popoli di tutti gli Stati di determinare il proprio sistema politico, economico e  sociale, senza interferenze o controllo esterno.’ [4]

I governi occidentali, che per molti anni hanno apertamente e spudoratamente violato tutti i principi noti e concordati del diritto internazionale, armando bande di terroristi che uccidono e mutilano civili, finanziando criminali comuni, narcotraffico e reclutamento di bambini-soldato, sono oramai scesi ancor più in basso acquistando petrolio e gas da queste bande di terroristi, delle risorse naturali giuridicamente di proprietà della Repubblica araba siriana e dei suoi cittadini.

domenica 3 marzo 2013

Obiettivo Siria tra disinformazione mediatica e mistificazione: chi e perché vogliono la caduta di Assad?

“Se non si capisce che l'universalismo è la tara di fondo, che non è mai esistito né mai esisterà un «cosmopolita», cioè un «cittadino del mondo», che la «vera democrazia» esiste solo nella mente di Giove, che la democrazia è solo questa bieca democrazia reale, non si è capito nulla. La differenza non è più tra destra e sinistra, tra rossi e neri, e così via. La differenza è fra mondialisti e difensori del diritto dei popoli ad essere se stessi. Per distruggere le appartenenze al mondo reale – fatto di razze, stirpi, nazioni, popoli e Stati – tre sono le strategie dei Nemici degli uomini liberi.”

Federico Dal Cortivo per Europeanphoenix ha intervistato lo studioso Gianantonio Valli, collaboratore e redattore della rivista l’Uomo Libero.

turchiamericana

La Siria è sotto tiro da mesi oramai e dopo la liquidazione della Libia di Gheddafi, l’apparato bellico e mediatico degli Stati Uniti e dei suoi fidi alleati, ha iniziato a muoversi contro il legittimo presidente siriano Bashar al  Assad. Una guerra al momento fatta d’intelligence, gruppi ben armati di mercenari, operazioni sotto copertura, provocazioni, che hanno già causato migliaia di vittime tra la popolazione civile e tra le forze di sicurezza governative. I fatti riportati dai media embedded tutti allineati al mainstream imposto da Washington, ogni giorno ci dipingono una Siria nel caos, un presidente delegittimato, una forza di opposizione che gode del pieno consenso dei siriani e una popolazione in attesa di essere “liberata”. Ne abbiamo parlato con il dott. Giannantonio Valli che è stato di recente in visita a Damasco.

1) Dott. Valli innanzitutto una premessa, lei in una recente conferenza ha esordito parlando della totale disinformazione che c’è sull’argomento Siria. Giornali, riviste, canali televisivi tutti salvo rare e lodevoli eccezioni ci propinano ripetitivamente la solita immagine degli insorti liberatori e dei governativi oppressori, come giudica la libertà di stampa in Italia oggi e in Europa in generale?

Il paradigma storico-politico dal quale l'umanità viene conformata dal secondo conflitto mondiale o per dirla più semplicemente la cornice che inquadra la ricezione delle informazioni da parte dell'uomo comune, è stato forgiato da precise centrali di guerra psicologica. Tali centrali altro non sono che le dirette eredi della Psychological Warfare Branch angloamericana. La creazione dei più diversi immaginarii è quindi, da un lato, il risultato pressoché inconscio della conformazione dei cervelli dell'uomo democratico, dall'altro dell'incessante opera dei mezzi di comunicazione di massa. Questi ultimi rispondono, in ogni Paese dell'Occidente, per il 99 per cento ai potentati finanziari, padroni pure della quasi totalità delle forze politiche maggiori. La residua libertà, di stampa e più latamente di informazione, è dovuta a voci assolutamente coraggiose, che mettono in discussione non tanto questo e quel singolo fatto, ma le radici stesse, ideologiche e storiche, del mondo attuale. Tra queste mi piace ricordare, per la loro serietà, coerenza e irriducibilità al Sistema, il quotidiano Rinascita e la rivista l'Uomo libero, come pure i siti internetici olodogma e syrian free press network. Quest'ultimo è la maggiore e più obiettiva fonte di informazione sugli eventi siriani. Come ho detto in una recente intervista radiofonica al periodico online La voce del ribelle, tale sito, oltre ad un'infinità di notizie, smentite e rettifiche, diffonde sia filmati girati dai cosiddetti ribelli «siriani», sia filmati di provenienza governativa. Tra questi, anche i telegiornali siriani, la cui diffusione viene impedita da mesi, alla faccia del pluralismo vantato dalla cosiddetta Libera Stampa, dai canali satellitari non solo occidentali, ma in primo luogo delle petromonarchie saudita, emiratica e qatariota. Li si guardi. Ognuno giudichi poi da sé, con la propria testa, la propria sensibilità, la propria coscienza. Quanto alle mie convinzioni sugli eventi siriani, oltre che sulle citate testate, mi sono basato sull'analisi degli eventi dell'ultimo trentennio, su una quindicina di volumi, reperibili con qualche impegno per ogni volonteroso che non voglia farsi accecare dalla propaganda degli aggressori, ed infine sulle impressioni ricavate dal mio viaggio in Siria nel maggio 2012. Una settimana non permette certo di conoscere la realtà di un Paese nella sua complessità. Ma io, a differenza della quasi totalità dei giornalisti di regime, ci sono stato. A mie spese. Il mio cervello non lo paga nessuno.

2) Veniamo alla Siria, che da tempo faceva parte di quella lista di “Stati canaglia” stilata dal Dipartimento di Stato statunitense e quindi prima o poi sarebbe finita sotto il mirino di Washington, quali sono state a suo avviso le ragioni principali di quest’offensiva a tutto campo contro Damasco?

La Sua domanda mi permette di proseguire il discorso in tutta naturalezza. In effetti, come ho detto alla televisione siriana, non si può capire il problema Siria se non lo si inquadra in una più ampia visione ideologica e in una strategia economico-geopolitica. Ideologia e strategia non solo americane, ma più ampiamente mondialiste, vale a dire giudaiche. Avere bollato da decenni la Siria come «Stato canaglia» ha significato, per gli Occidentali (mi riferisco agli Stati Uniti, all'Inghilterra, alla Francia e ad Israele, eterno nemico con il quale mai Damasco ha sottoscritto un trattato di pace) tenere sotto scacco quel Paese fin dagli ultimi anni Settanta. In questa ottica, è comprensibile che la diffamazione di ogni atto del governo siriano sia stata e venga condotta col massimo della tenacia e della «buona coscienza» democratica. «Buona coscienza» che io riconosco non solo ai giornalisti della cosiddetta Libera Stampa, ma persino ai loro direttori e ai più «autorevoli» commentatori. Tra questi ultimi cito, persona tra le più velenose, l'ex ambasciatore Sergio Romano. Gran penna del Corriere della Sera, costui non perde occasione per pedissequare, con supponenza, la versione degli eventi siriani data dal foglio che lo nutre. Invero, oggi, la battaglia non la si vince tanto sul campo con le armi, quanto con la conquista dei cervelli dei sudditi democratici. Al contrario del nostro Solone, io ho potuto fare esperienza diretta, vedere coi miei occhi, toccare con le mie mani, come sia possibile manipolare le coscienze. Quella in atto è in primo luogo una guerra mediatica. Prima che sul campo, la guerra oggi si vince, ripeto, invadendo la mente degli individui. Sono quindi lieto – tristemente lieto – per avere assistito di persona alla creazione di realtà fittizie con immagini manipolate e le menzogne più sordide. In particolare, mi riferisco ai massacri compiuti nell'ultimo ventennio da Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Israele col massimo di buona coscienza e avallati dalla complicità, dalla viltà dei popoli del Libero Occidente. Prima però di trattare dell'aggressione alla Siria, mi permetta di rammentare sette altri casi di menzogna, altrettanto atroci.

sabato 8 dicembre 2012

Il miglior discorso del mondo – Presid de Uruguay Josè Mujica

Oltre la Coltre



Un discorso che rimarrà nella storia per la sua semplicità e la sua profondità di vedute.

Esiste il bene al mondo e vale la pena di combattere per esso.

Il discorso che vorremmo ascoltare da ogni politico. Il Presidente dell’Uruguay Josè
“Pepe” Mujica tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità. E’ l’uomo che governa il mercato o il mercato che governa l’uomo? Un discorso che passerà alla storia.
_Pepe Munjica, noto come “il presidente più povero del mondo”, ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E’ stato in carcere 14 anni come oppositore del regime.

Fonte: Oltre la Coltre 7 Dicembre 2012

giovedì 30 agosto 2012

"I Globalizzatori"

Quando la trasmissione Report poteva essere ancora considerata un servizio pubblico…

Questa inchiesta di Paolo Barnard, del 2000, all’interno della trasmissione Report, parla degli accordi internazionali supervisionati dal WTO e firmati dagli stati aderenti, senza un dibattito pubblico, a svantaggio dei popoli e a favore delle multinazionali.

Il WTO, World Trade Organization,  e cioè l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), regola il commercio mondiale.

L’inchiesta è ancora molto attuale e sottolinea anche le responsabilità della Commissione Europea, quando si parlava poco di globalizzazione ma, in silenzio, si agiva molto alle nostre spalle.

Caricato su Youtube da paolobarnardclips in data 31 Ottobre 2011

venerdì 18 maggio 2012

La mafia della porta accanto

By ilsimplicissimus

struzzo_in_doppiopettoAnna Lombroso per il Simplicissimus

Tempo fa nel libro di un magistrato sull’intreccio tra corruzione, reati economici e criminalità, mi è capitato di leggere una dichiarazione folgorante dei carabinieri di Monza: “il mondo ormai è la Calabria e quello che diventerà Calabria”.

Un corollario questo a una temibile profezia che pare si stia avverando contenuta in un rapporto che i servizi americani trasmisero a Clinton nel 2000 e che diceva più o meno che nel 2010 alcune nazioni sarebbero passate sotto il controllo di governi privati, veri e propri anti-stati che avrebbero sottratto la sovranità a popoli e paesi.


Il rapporto contava 50 aree del pianeta ormai passate sotto il dominio di potenze criminali e faceva intendere che il processo stava subendo una accelerazione. Allora era facile pensare al Sudamerica, ai balcani e al Mezzogiorno d’Italia. Allora era facile ma poco preveggente pensare che il fenomeno in Italia fosse localizzabile e circoscritto al Sud. Allora era facile pensare che queste potenze oscure avessero le fattezze di una gerarchia di padrini e di una manovalanza di picciotti, che fossero sanguinarie e cruente, ignoranti e primitive. Allora era facile persuadersi che forse la globalizzazione e la modernità le avrebbero spazzate via.

martedì 8 maggio 2012

Hollande e il mondialismo

di Ida Magli
ItalianiLiberi

hollandeMolti si rallegrano della vittoria di Hollande. Ma che ci facciamo con Hollande? Che ci facciamo noi, cittadini d’Italia, o di Francia, o di Spagna, o di Grecia, ecc.? Nulla, possiamo esserne certi, nulla, non ce ne facciamo nulla perché Hollande non sfiorerà neanche con un dito il problema vero: l’Unione europea. Ha promesso forse di abbandonare l’euro? Ha accennato, forse, alla mastodontica costruzione sovranazionale che sta uccidendo a poco a poco le Nazioni?

No, Hollande è come tutti gli altri politici che imperversano in Europa: variazioni minime, quel tanto che serve a far credere ai popoli che esista ancora una dialettica politica, una destra e una sinistra, mentre gli addetti ai lavori finiscono  di cuocere a fuoco lento ogni parvenza di democrazia per arrivare al governo globale, alla realizzazione del mondialismo.

giovedì 22 dicembre 2011

L’Argentina in dieci anni dal collasso al rinascimento. Come liberarsi del Fondo Monetario Internazionale e vivere felici

di Gennaro Carotenuto
19 Dicembre 2011

argentinaOggi, esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l’Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all’impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all’avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina.

mercoledì 30 novembre 2011

La quarta guerra mondiale è cominciata

Appello al Popolo
pubblicato nel giugno 1997, su "Le Monde Diplomatique"

di Marcos

La guerra è una questione fondamentale per lo Stato, è la provincia della vita e della morte, la via che conduce alla sopravvivenza o all'annichilimento.

È indispensabile studiarla a fondo  ("Arte della guerra". Sun Tzu)

La globalizzazione moderna, il neoliberismo come sistema mondiale, deve essere intesa come una nuova guerra di conquista di territori.

La fine della III Guerra Mondiale, o "Guerra Fredda", non significa che il mondo abbia superato il bipolarismo o che sia stabile sotto l'egemonia del vincitore. Al termine di questa guerra si è avuto, senza alcun dubbio, un vinto [il campo socialista], ma è difficile dire chi sia il vincitore. L'Europa occidentale? Gli Stati uniti? Il Giappone? Tutti questi? Il fatto è che il crollo dell'"impero del male" [Reagan e Thatcher dixerunt] ha comportato l'apertura di nuovi mercati senza padrone. Era necessario, pertanto, lottare per prenderne possesso, conquistarli.

Non solo: la fine della "Guerra Fredda" ha trascinato con sé una nuova cornice nelle relazioni internazionali, nella quale la lotta nuova per questi nuovi mercati e territori ha prodotto una nuova guerra mondiale, la IV. Questo ha reso necessaria, come in tutte le guerre, una ridefinizione degli Stati Nazionali. Ancora, oltre alla redifinizione degli Stati Nazionali, l'ordine mondiale è tornato alle vecchie epoche delle conquiste di America, Africa e Oceania. Strana modernità, questa che avanza all'indietro, il crepuscolo del XX secolo assomiglia di più ai brutali secoli precedenti che al placido e razionale futuro di qualche romanzo di fantascienza. Nel mondo del Dopoguerra Freddo vasti territori, ricchezze e, soprattutto, forza lavoro qualificata, aspettavano un nuovo padrone…

Ma uno solo è il posto di padrone del mondo, e diversi sono gli aspiranti a diventarlo. E per ottenerlo si dispiega altra guerra, questa volta tra coloro che si erano autonominati "impero del bene".

Se la Terza Guerra Mondiale è stata tra il capitalismo e il socialismo [capeggiati dagli Usa e dall'Urss, rispettivamente], con scenari alterni e differenti gradi di intensità, la IV Guerra Mondiale si fa ora tra i grandi centri finanziari, con scenari totali e con una intensità acuta e costante.

Dalla fine della II Guerra Mondiale fino al 1992 si sono svolte 149 guerre in tutto il mondo. Il risultato sono stati 23 milioni di morti, perché non vi siano dubbi sull'intensità di questa III Guerra Mondiale [i dati sono dell'Unicef]. Dalle catacombe dello spionaggio internazionale fino allo spazio siderale della cosiddetta Iniziativa di Difesa Strategica [le "guerre stellari" del cowboy Ronald Reagan]; dalle spiagge di Playa Girón, a Cuba, fino al Delta del Mekong, in Vietnam; dalla sfrenata corsa nucleare fino ai selvaggi colpi di stato nella dolorante America latina; dalle minacciose manovre degli eserciti Nato fino agli agenti della Cia nella Bolivia dell'assassinio di Che Guevara; la guerra impropriamente chiamata "Fredda" ha raggiunto temperature molto alte, che, nonostante il continuo cambio di scenario e all'incessante su-e-giù della crisi nucleare [o precisamente a causa di ciò], hanno finito per dissolvere il campo socialista come sistema mondiale, e lo hanno diluito come alternativa sociale.

La III Guerra Mondiale ha mostrato le virtù della "guerra totale" [ovunque e in ogni forma] dal punto di vista del trionfatore: che è il capitalismo. Ma lo scenario del dopoguerra ha mostrato, nei fatti, il profilo di un nuovo teatro di operazioni mondiali: grandi "terre di nessuno" [create dal fallimento politico, economico e sociale dell'Europa dell'est e dell'Urss], potenze in espansione [Usa, Europa occidentale e Giappone], crisi economica mondiale, e una nuova rivoluzione tecnologica, l'informatica. "Allo stesso modo in cui la rivoluzione industriale aveva permesso di rimpiazzare il muscolo con la macchina, la attuale rivoluzione informatica punta al rimpiazzo del cervello [per lo meno di un numero crescente delle sue funzioni] con il computer. Questa 'cerebralizzazione generale' dei mezzi di produzione [accade lo stesso nell'industria e nei servizi] è accelerata dall'esplosione di nuove ricerche nelle telecomunicazioni e dalla proliferazione dei cybermondi" [Ignacio Ramonet, "La planètee des désordres", in "Géopolitique du chaos", Manière de voir 3, Le Monde diplomatique, aprile 1997].

Il re supremo del capitale, la finanza, ha cominciato allora a sviluppare la sua strategia bellica, nel nuovo mondo, e su ciò che restava in piedi del vecchio. Attraverso la rivoluzione tecnologica, imposta al mondo intero per mezzo di un computer, a loro arbìtrio, i mercati finanziari hanno imposto le loro leggi e i loro precetti a tutto il pianeta, La "mondializzazione" della nuova guerra non è altro che la mondializzazione delle logiche dei mercati finanziari. Da regolatori dell'economia, gli Stati Nazionali [e i loro governanti] sono passati ad essere regolati, meglio telediretti, dal fondamento del potere finanziario: il libero scambio commerciale. Non solo: la logica del mercato ha sfruttato la "porosità" che, in tutto lo spettro sociale mondiale, è stata provocata dallo sviluppo delle telecomunicazioni, ed è penetrato, si è appropriato di tutti gli aspetti dell'attività sociale. Il fine è una guerra mondiale totalmente totale!

Una delle prime vittime di questa nuova guerra è il mercato nazionale. Come una pallottola sparata dentro una stanza blindata, la guerra iniziata dal neoliberismo rimbalza da un lato all'altro. Una delle basi fondamentali del potere dello Stato capitalista moderno, il mercato nazionale, è liquidato dal cannoneggiamento della nuova era dell'economia finanziaria globale. Il capitalismo internazionale incassa alcune delle sue vittime fiaccando i capitalismi nazionali e smagrendo, fino all'inedia, i poteri pubblici. Il colpo è stato tanto brutale e definitivo che gli Stati Nazionali non dispongono della forza necessaria per opporsi all'azione dei mercati internazionali, quando questi vanno contro gli interessi dei cittadini e dei governi.

La sorvegliata e ordinata vetrina che si supponeva essere l'eredità della "Guerra Fredda", il "nuovo ordine mondiale", si è frantumato sotto l'urto neoliberista. Il capitalismo mondiale sacrifica senza misericordia alcuna ciò che gli ha assicurato futuro e progetto storico: il capitalismo nazionale. Imprese e stati capitombolano in pochi minuti, ma non nella tormenta delle rivoluzioni proletarie, bensì a causa degli uragani finanziari. Il figlio [il neoliberismo] divora il padre [il capitalismo nazionale], e di passaggio distrugge tutte le promesse dell'ideologia capitalista: nel nuovo ordine mondiale non c'è democrazia, né libertà, né eguaglianza, né fraternità.

Nello scenario mondiale prodotto dalla fine della "Guerra Fredda" si vede solo un nuovo campo di battaglia e, in esso, come in tutti i campi di battaglia, regna il caos.

Negli ultimi tempi della "Guerra Fredda", il capitalismo aveva creato un nuovo orrore bellico: la bomba a neutroni. La "virtù" di quest'arma è che distrugge solo la vita e risparmia gli edifici e le cose. Già si potevano distruggere intere città [ovvero, i loro abitanti] senza che fosse necessario ricostruirle [e spendere soldi per questo]. L'industria degli armamenti si era felicitata con se stessa, l'"irrazionalità" delle bombe nucleari era soppiantata dalla nuova "razionalità" della bomba a neutroni. Eppure, una nuova "meraviglia" bellica sarebbe stata scoperta, all'inizio della IV Guerra Mondiale: la bomba finanziaria.

Perché la nuova bomba neoliberista, a differenza delle sue antenate di Hiroshima e Nagasaki, non solo distrugge la polis [la Nazione, in questo caso] e impone morte, terrore e miseria e chi la abita; e, a differenza della bomba a neutroni, non distrugge solo "selettivamente". La bomba neoliberista, in più, riorganizza e riordina ciò che attacca e lo ricostruisce come una tessera del rompicapo della globalizzazione economica. Dopo che il suo effetto di distruzione ha agito, il risultato non è un mucchio di rovine fumanti, o decine di migliaia di vite spente, ma una periferia che si aggiunge a qualcuna delle megalopoli commerciali del nuovo ipermercato mondiale, e una forza lavoro risistemata nel nuovo mercato del lavoro mondiale.

L'Unione europea, una delle megalopoli prodotte dal neoliberismo, è un risultato della IV Guerra Mondiale in corso. Qui, la globalizzazione ha ottenuto di cancellare le frontiere tra Stati rivali, nemici tra loro da molto tempo, e li ha obbligati a convergere e a progettare l'unione politica. Dagli Stati Nazionali alla federazione europea, il cammino economicista della guerra neoliberista nel cosiddetto Vecchio Continente sarà disseminato di distruzione e di rovine, e una di esse sarà la civilizzazione europea.

Le megalopoli si riproducono in tutto il pianeta. Le zone commerciali integrate sono il terreno su cui vengono edificate. Questo accade nell'America del Nord, dove il Trattato di libero commercio dell'America del Nord [Nafta, la sigla in inglese], tra Canada, Stati uniti e Messico, non è altro che il preludio del compimento di una vecchia aspirazione di conquista statunitense: "L'America agli americani". In America del Sud si segue lo stesso cammino con il Mercosur tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. In Africa del Nord, con l'Unione del Maghreb arabo [Uma] tra Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania; in Africa del Sud, nel Vicino Oriente, nel Mar Nero, in Asia, nel Pacifico… in tutto il pianeta esplodono le bombe finanziarie e riconquistano territori.

Le megalopoli sostituiscono le nazioni? No, o non solo. Le includono, anche, e riassegnano loro funzioni, limiti e possibilità. Paesi interi si convertono in dipartimenti della megaimpresa neoliberista. Il neoliberismo produce così distruzione/spopolamento, da un lato, e la ricostruzione/riordinamento dall'altro, di regioni e nazioni, per aprire nuovi mercati o modernizzare quelli esistenti.

Se le bombe nucleari avevano un carattere dissuasivo, intimidatorio e coercitivo, nella IV deflagrazione mondiale non accade lo stesso con le iperbombe finanziarie. Queste armi servono ad attaccare territori [Stati Nazionali] distruggendo le basi materiali della sovranità nazionale [ostacolo etico, giuridico, politico, culturale e storico contro la globalizzazione economica] e producendo uno spopolamento qualitativo dei loro territori. Questo spopolamento consiste nel prescindere da tutti quelli che sono inutili alla nuova economia di mercato [per esempio gli indios]. Però, in più, i centri finanziari operano, simultaneamente, una ricostruzione degli Stati Nazionali e li riordinano secondo la nuova logica del mercato mondiale [e i modelli economici sviluppati si impongono su relazioni sociali deboli o inesistenti].

La IV Guerra Mondiale sul terreno rurale, per esempio, produce questo effetto. La modernizzazione rurale, che i mercati finanziari esigono, punta a incrementare la produttività agricola, però quel che ottiene è distruggere le relazioni sociali ed economiche tradizionali. Risultato: esodo massiccio dai campi alle città. Sì, come in una guerra. Intanto, nelle zone urbane si satura il mercato del lavoro e la distribuzione diseguale del reddito è la "giustizia" che spetta a coloro che cercano migliori condizioni di vita. Di esempi che illustrano questa strategia è pieno il mondo indigeno: Ian Chambers, direttore dell'Ufficio del Centro America dell'Organizzazione internazionale del lavoro [dell'Onu], ha dichiarato che la popolazione indigena mondiale, calcolata in 300 milioni di persone, vive in zone che detengono il 60 per cento delle risorse naturali del pianeta. Così, "non sorprendono i conflitti molteplici per l'utilizzo e il destino delle loro terre attorno agli interessi di governi e imprese [...] Lo sfruttamento delle risorse naturali [petrolio e minerali] e il turismo sono le principali industrie che minacciano i territori indigeni in America" [Intervista di Martha Garcia, La Jornada, 28 maggio 1997]. Dietro i principali progetti di investimento ci sono l'inquinamento, la prostituzione e le droghe. Vale a dire, si compiono distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordinamento delle zone interessate.

In questa nuova guerra mondiale, la politica moderna come organizzatrice dello Stato Nazionale non esiste più. Ora la politica è solo una organizzatrice economica e i politici sono moderni amministratori di impresa. I nuovi padroni del mondo non sono "governo", non ne hanno bisogno. I governi "nazionali" si incaricano di amministrare gli affari nelle differenti regioni del mondo. Questo è il "nuovo ordine mondiale", l'unificazione del mondo intero in un solo mercato. Le nazioni sono botteghe di dipartimenti con gestori in forma di governi, e le nuove alleanze regionali, economiche e politiche si avvicinano più a un moderno "mall" commerciale che a una federazione politica. L'"unificazione" prodotta dal neoliberismo è economica, è l'unificazione dei mercati che facilita la circolazione del denaro e delle merci. Nel gigantesco ipermercato mondiale circolano liberamente le merci, non le persone.

Come ogni iniziativa imprenditoriale [e di guerra] questa globalizzazione va accompagnata con un modello generale di pensiero. Eppure, tra tante novità, il modello ideologico che accompagna il neoliberismo nella sua conquista del pianeta ha molto di vecchio e di ammuffito. L'"american way of life" che accompagnò le truppe nordamericane in Europa nella II Guerra Mondiale, e nel Vietnam degli anni sessanta, e, più di recente, nella Guerra del Golfo, ora va mano nel mano [o meglio, nei computer] dei mercati finanziari.

Non si tratta solo di una distruzione delle basi materiali degli Stati Nazionali, ma anche [in un modo tanto imponente quanto poco studiato] di una distruzione storica e culturale. Il degno passato indigeno dei paesi del continente americano, la brillante civilizzazione europea, e la poderosa e ricca antichità di Africa e Oceania, tutte le culture e le storie che hanno forgiato nazioni sono attaccate dal modo di vita nordamericano. Il neoliberismo impone così una guerra totale: la distruzione di nazioni e gruppi di nazioni per omologarli al modello capitalista nordamericano.

Una guerra dunque, una guerra mondiale, la IV. La peggiore e più crudele, quella che il neoliberismo conduce ovunque e con tutti i mezzi contro l'umanità.

Però come in tutte le guerre ci sono combattimenti, ci sono vincitori e vinti, ci sono pezzi rotti di questa realtà distrutta. Per tentare di comporre l'assurdo rompicapo del mondo neoliberista mancano molte tessere. Alcune si possono trovare tra le rovine che questa guerra mondiale già ha lasciato sulla superficie del pianeta. Ciononostante sette di queste tessere si possono ricostruire, e incoraggiare la speranza che questo conflitto mondiale non finisca uccidendo il contendente più debole: l'umanità.

Sette tessere da disegnare, colorare, ritagliare e tentare di comporre tra loro per ricostruire il rompicapo mondiale.

La prima è la doppia accumulazione, di ricchezze e povertà, ai due poli della società mondiale. L’altra è lo sfruttamento totale della totalità del mondo. La terza è l’incubo di una parte errante dell’umanità. La quarta è la nauseabonda relazione tra crimine e Potere. La quinta è la violenza dello Stato. La sesta è il mistero della megapolitica. La settima è la multiforme borsa di resistenza dell’umanità contro il neoliberismo.

Tessera 1:

La concentrazione della ricchezza e la distribuzione della povertà.

Nella storia dell'umanità, diversi modelli sociali hanno fatto a gara per inalberare l'assurdo come segno distintivo dell'ordine mondiale. Sicuramente il neoliberismo otterrà un posto privilegiato, al momento dei premi, perché la sua "distribuzione" della ricchezza sociale non fa altro che distribuire un doppio assurdo della accumulazione: l'accumulazione della ricchezza nelle mani di un certo numero, e la accumulazione della povertà per milioni di esseri umani.

Nel mondo attuale, l'ingiustizia e la diseguaglianza sono i segni distintivi. Il pianeta Terra, terzo del sistema planetario solare, ha cinque miliardi di esseri umani. In esso, solo 500 milioni di persone vivono comode, mentre quattro miliardi e mezzo soffrono la povertà e tentano di sopravvivere.

Un doppio assurdo è il raffronto tra ricchi e poveri: i ricchi sono pochi e i poveri sono molti. La differenza quantitativa è criminale, ma il raffronto tra gli estremi si fa usando la ricchezza come metro di misura: i ricchi suppliscono alla loro minoranza numerica con migliaia di milioni di dollari. I patrimoni delle 358 persone più ricche al mondo [migliaia di milioni di dollari] è superiore al reddito annuale del 45 per cento degli abitanti più poveri, qualcosa come due miliardi e 600 milioni di persone. Le catene d'oro degli orologi finanziari si trasformano in pesanti ceppi per milioni di persone. Mentre la "… cifra degli affari della General Motors è più elevata del Prodotto interno lordo della Danimarca, quella della Ford è più grande del Pil dell'Africa del Sud, e quella della Toyota oltrepassa il Pil della Norvegia" [Ignacio Ramonet, Lmd di gennaio 1997], per tutti i lavoratori i salari reali sono caduti, in più essi devono affrontare le riduzioni di personale nelle imprese, la chiusura di fabbriche e la delocalizzazione dei centri produttivi. Nelle cosiddette "economie capitaliste avanzate" il numero dei disoccupati arriva già a 41 milioni di lavoratori.

In modo lento, la concentrazione della ricchezza in poche mani e la distribuzione della povertà in molte, va delineando il volto della società mondiale moderna: il fragile equilibrio di diseguaglianze assurde.

La decadenza del sistema economico neoliberista è uno scandalo: "Il debito mondiale [comprendento quello delle imprese, dei governi e delle amministrazioni] ha oltrepassato i 33 miliardi e 100 milioni di dollari, come dire il 130 per cento del Pil mondiale" [Frédéric F. Clairmont, "Le duecento società che controllano il mondo", Lmd, aprile 1997].

La crescita delle grandi multinazionali non implica il progresso delle nazioni sviluppate. Al contrario, mentre i giganti finanziari aumentano i loro profitti, si acutizza la povertà nel cosiddetti "paesi ricchi".

La differenza da colmare tra ricchi e poveri non pare avere alcuna tendenza a ridursi, anzi il contrario. Lontano dall'attenuarsi, già non diciamo dall'essere eliminata, la diseguaglianza si accentua, soprattutto nelle nazioni capitaliste sviluppate: negli Usa, l'1 per cento dei nordamericani più ricchi ha incamerato il 61,1 per cento dell'insieme della ricchezza nazionale del paese, tra il 1983 e il 1989. L'80 per cento dei nordamericani più poveri non si sono divisi che l'1,2 per cento. In Gran Bretagna il numero dei senzatetto si è raddoppiato; il numero dei bambini che vivono solo con gli aiuti sociali è passato dal 7 per cento nel 1979 al 26 del 1994; il numero di inglesi che vivono in povertà [soglia fissata alla metà del salario minimo] è passata da 5 milioni a 13 milioni e 700 mila; il 10 per cento dei più poveri ha perso il 13 per cento del potere d'acquisto, mentre il 10 per cento dei più ricchi ha guadagnato il 65 per cento e da cinque anni in qua si è raddoppiato il numero dei milionari [dati di Lmd, aprile 1997].

All'inizio degli anni novanta, "… circa 37 mila imprese stringevano, con le loro 170 mila filiali, l'economia internazionale nei loro tentacoli. Ciononostante, il centro del potere si colloca nel cerchio più ristretto delle prime duecento: dall'inizio degli anni ottanta esse hanno conosciuto una espansione ininterrotta per via delle fusioni e degli acquisizione di imprese. In questo modo, la parte di capitale transnazionale nel Pil mondiale è passata dal 17 per cento della metà degli anni sessanta al 24 del 1982 e a più del 30 per cento nel 1995.

Le prime duecento sono conglomerati le cui attività planetarie coprono senza distinzione i settori primario, secondario e terziario: grandi sfruttamenti agricoli, produzione manifatturiera, servizi finanziari, commercio, ecc. Geograficamente, esse si ripartiscono tra dieci paesi: Giappone [62], Usa [53], Germania [23], Francia [19], Regno Unito [11], Svizzera [8], Corea del Sud [6], Italia [5] e Paesi Bassi [4]". [Frédéric Clairmont, cit.].

La figura 1 si costruisce disegnando il simbolo del dollaro. Rappresenta il potere economico. Va colorato di verde dollaro. Dell’odore nauseabondo non ci si deve preoccupare, la Roma di sterco, fango e sangue ce l’ha dalla nascita.

Fonte: Appello al Popolo 29 Novembre 2011

domenica 20 novembre 2011

Ri-organizzazione economica: L'Unione europea ha una scadenza?

L'Unione europea ha una scadenza?

di Adrian Salbuchi
Global Research
Russia Today - 19 Novermbre 2011

Una vera e propria ri-organizzazione di tutto il pianeta ha avuto luogo davanti ai nostri occhi per molti decenni. Tuttavia, dal momento che è graduale, la maggior parte delle persone non si accorge o non capisce cosa sta succedendo.

Proprio come la rana proverbiale che, se gettata in acqua bollente salta fuori dolorosamente e sopravvive, ma sarà cotta e morirà, se gettata in acqua tiepida in cui il calore aumenta di un grado ogni 5 minuti ...

Quello che va sotto il nome di "Nuovo Ordine Mondiale", "globalizzazione" o (il mio preferito) "Governo Mondiale", descrive gli obiettivi a lungo termine di una Elite di Potere Globale molto potente, incorporata all'interno di ogni paese, in particolare Stati Uniti ed Europa, che possiede, gestisce e dirige le risorse di ogni paese - petrolio, finanza, potere economico, potenza militare, risorse naturali - dall'interno, per promuovere la sua agenda sovranazionale.

Questo processo molto complesso, olistico e ampiamente pianificato aiuta a spiegare molta (se non tutta) della violenza in corso, del caos e dell'ingiustizia che vediamo nei campi della finanza, della politica e dell'economia. Ma una buona pianificazione strategica richiede anche  sperimentazione, prove ed errori,costruzione di scenari e giochi di guerra.

Il mio paese natale, l'Argentina (e l'America Latina nel suo complesso), è stato ripetutamente utilizzato per tale "sperimentazione", come è accaduto dieci anni fa, quando il cartello bancario internazionale, allineato al FMI/Banca Mondiale, Dipartimento del Tesoro statunitense, agenzie di rating e i media mainstream "qualificati", hanno lavorato insieme per far crollare il sistema finanziario e monetario in Argentina, ma allo stesso tempo sono riusciti a salvare tutte le loro banche che operavano nel paese.

Gli Argentini hanno visto i loro soldi bloccati nelle banche, i loro depositi in dollari furono riconvertiti arbitrariamente in pesos locali svalutati a tassi di cambio fraudolenti mentre  Governi Provvisori locali (ancora oggi) adottano misure sempre allineate agli interessi dei banchieri locali e internazionali.

I risultati per l'Argentina? Il PIL è sceso del 40% nel 2002, il 50% della nostra popolazione è scesa al di sotto della soglia di povertà (la maggior parte non ha mai recuperato), violenza e morte sulle nostre strade, pignoramenti, fallimenti, vera e propria guerra sociale (che si è fermata a pochi passi dalla guerra civile) e ancora .... non una singola banca chiusa!

Se ci trasferiamo rapidamente in Grecia, Irlanda, Italia, Spagna, Stati Uniti, Regno Unito, Portogallo e Islanda di oggi, assistiamo alla stessa scena più e più volte. Chiaramente, non ci sono errori commessi da governi specifici, ma un vero e proprio piano progettato per controllare intere nazioni, imponendo debiti pubblici inutili e fraudolenti.

Una delle lezioni chiave che hanno appreso in Argentina è stata come controllare "We the People" attraverso la PsyWar (guerra psicologica) esercitata dai media controllati, in modo che la popolazione finisce per accettare tutte le difficoltà, mentre gli infiltrati del sistema bancario e del governo continuano a mantenere tutti i loro soldi e a rimanere al potere.

Mi chiedo se l'Unione europea non possa essere un esperimento simile ma su una scala molto più vasta e più grande? Un esperimento su come avvicinare paesi molto diversi, con lingue diverse, sistemi giuridici diversi, culture diverse, storie di guerra e di odio tra loro, il tutto sotto la camicia di forza di un'unione burocratica che distrugge sempre più sovranità nazionali? Una sorta di "Manuale" per promuovere la sottomissione volontaria dei 27 stati membri dell'UE ad accettare un'unica burocrazia legale, un unico parlamento, un unico presidente non eletto, un'unica forza militare, un'unica bandiera, e un'unica valuta ...

Quali insegnamenti stanno traendo i globalisti dai problemi della UE? I guai odierni dell'euro sempre crescenti sono  un riflesso del fatto che, dopo più di mezzo secolo di costruzione dell'euro-ora vediamo la demolizione controllata della UE al fine di (ri) costruire qualcosa di nuovo? Forse, "la sua trasformazione in qualcosa più vicina al desiderio del loro cuore", secondo la vecchia  19th Century British Fabian Society che sollecitava un graduale governo mondiale socialista, un tempo immaginato?

L'Unione europea è una tappa intermedia sulla "Hard Road verso il governo mondiale", suggerita dal membro del Council on Foreign Relations, Richard Gardner, in un seminale articolo dell'aprile 1974  su "Foreign Affairs"? Una fase in cui il mondo legale, politico, commerciale, finanziario, sociale, culturale, mediatico, monetario, militare e tante, tante altre complessità sono stati rottamati, ri-progettati e ri-elaborati per servire ad uno "scopo più grande"?

Avremo presto il crollo dell'euro, non come uno sfortunato "incidente" ma come un mega-processo previsto che (insieme alla iper-inflazione del Dollaro USA) che lo farà avvitare in un collasso controllato solo per essere sostituito da una nuova moneta globale emessa e gestita dagli interessi privati della  Global Power Elite ​​per mezzo di una prossima banca centrale mondiale di qualche tipo? L'UE ha una scadenza?

Il Vaticano, sempre ben informato, sembra pensarla così, come vediamo dal suo recente  invito a rinnovare le istituzioni globali, un segno sicuro che i vecchi che camminano lungo i corridoi del Vaticano stanno ancora una volta difendendo il loro posto sotto il sole che verrà ...

Il collasso controllato dell'euro (attraverso il suo crollo) e del Dollaro (tramite inflazione) insieme ad una versione opportunamente costruita della "Primavera araba" per l'Europa, gli Stati Uniti e altri, eroderanno ulteriormente sovranità nazionali su scala planetaria, alimentate da una serie controllata di guerre e sostenute dalla crescente Guerra Psicologica proveniente dal monopolio dei media occidentali ...

E' tutto solo un grosso errore o semplicemente punti di vista diversi sullo stesso Leviatano planetario deciso a imporre un Governo Mondiale su tutti noi?

Adrian Salbuchi è un analista politico, scrittore, speaker radiofonico e / commentatore televisivo in Argentina (www.asalbuchi.com.ar)

Fonte: Global Research 20 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

lunedì 3 ottobre 2011

Occupare Wall Street: Un'operazione globalista con lo scopo di distruggere gli sforzi di porre fine alla Fed

di Kurt Nimmo
Infowars.com

Un paio di giorni dopo il lancio iniziale delle proteste di piazza di Occupy Wall Street, Infowars.com ha ricevuto una mail che ci rimproverava per aver attribuito  il movimento ad Anonimous, il gruppo di hacker attivisti.

 
Come può un movimento nato e finanziato dai globalisti mettere fine al regime globalista per asservire il mondo?

"C'è un'inesattezza fondamentale in tutta la copertura che  mi sta  preoccupando, ed è l'attenzione su Anonymous, come architetti e organizzatori della manifestazione," una e-mail ricevuta il 23 settembre dichiara "La chiamata iniziale per la protesta è stata divulgata dalla rivista Adbusters."

La persona, che rimarrà senza nome, a questo punto - visto che non ho ottenuto il permesso di citare l'e-mail privata che mi ha mandato - non è solo uno spettatore o un outsider che fa un'osservazione. Egli afferma di essere intimamente connesso al movimento attraverso l' Assemblea Generale di New York, descritta come pianificazione centrale e comitato organizzatore della protesta. La sua pagina di Facebook rivela che è davvero collegato ad Occupy Wall Street.

L'Adbusters Media Foundation si descrive come un'organizzazione no-profit "anti-consumista" che funziona come "una rete globale di artisti, attivisti, scrittori, disobbedienti, studenti, educatori e imprenditori che vogliono portare avanti il nuovo movimento sociale attivista dell'era dell'informazione. "

Come molti cosiddetti no-profit di sinistra, Adbusters è una creatura delle fondazioni globaliste. Secondo la ricerca condotta da Activistcash.com , Adbusters prende soldi da un certo numero di fondazioni apparentemente progressiste, tra cui il big Kahuna delle fondazioni sinistroidi - la Fondazione Tides e il Centro Tides. Tra il 1996 e il 2003, Tides ha regalato 334.217.00 dollari ad Adbusters, di gran lunga la più grande delle donazioni di otto fondazioni.

Steve Baldwin sostiene che Tides ha ricevuto oltre 7000 dollari da George Soros. Sebbene il collegamento finanziario tra il fondatore di Tides, Drummond Pike, e l'astuto globalista Soros sia un po' torbida, il ricercatore Ron Arnold ha tracciato numerosi collegamenti tra i due cosiddetti filantropi. Secondo le regole IRS, Drummond non è obbligato a rivelare da chi riceve il denaro per finanziare un gran numero di organizzazioni apparentemente progressiste.

"La Fondazione Tides è un tramite per il denaro di altre fondazioni", scrive Arnold. "La Fondazione Tides è un ente di beneficenza pubblico, non una fondazione privata. La  Fondazione Tides passa il denaro di altre fondazioni ad uno spettro di organizzazioni di sinistra che i donatori originali non vogliono o non possono sostenere da soli ... Poiché nessuno degli oltre 260 progetti sotto l'ombrello Tides pubblica il suo Modello 990 per l'IRS, le loro finanze sono totalmente segrete e non a disposizione del pubblico, un problema che richiede un rimedio al Congresso."

Il blog del Dj Osiride aggiunge ulteriori dettagli: "Sembrerebbe che George Soros sia collegato alla Giornata della rabbia degli Stati Uniti alias Occupy Wall Street attraverso la Ruckus Society. Sul sito della Giornata statunitense della Rabbia. La società Ruckus riceve finanziamenti dalla Fondazione Tides e l'Open Society Institute di George Soros offre finanziamenti a Tides, tra cui un minimo di 4,2 milioni di dollari nel 2008, le cifre dello scorso anno sono disponibili. "

Come il regista Michael Moore ha ammesso all'attivista di  We Are Change e giornalista Luca Rudkowski la scorsa settimana, l'obiettivo del movimento finanziato in gran parte con i soldi dei globalisti è quello di attaccare e smantellare il capitalismo. Moore non ha tenuto in conto qualunque sforzo per porre fine alla Federal Reserve e restituire al paese una moneta solida e onesta controllata dal popolo americano, non da un cartello di banchieri e oligarchi della classe finanziaria, tra cui George Soros.

Invece di affrontare le questioni che risolveranno i gravi problemi sociali e politici creati dalla riserva frazionaria del sistema bancario ed altre truffe gestite dalla classe dirigente, il movimento anticapitalista comprato da Soros guiderà l'indignazione popolare e la reazione politica in canali a prova di fuoco che potranno essere controllati dalle forze  globaliste che stanno dietro il sipario.

Sul cosiddetto lato destro dello spettro politico, una simile operazione è stata condotta contro il movimento libertario Tea Party, oggi in gran parte una sezione applausi e coro di amen per l'establishment del Partito Repubblicano che è dominato da personalità neocon come Sarah Palin, Michele Bachmann, e dal camaleonte della politica ed ex operativo di Gore, Rick Perry.

Il movimento Occupy Wall Street, finanziato da fondazioni globaliste - e che riceve sempre di più una copertura favorevole da parte dei media corporativi, perlomeno dall'ala "liberale" -  ora si descrive come un raduno di "descamisados" (poveri, senza terra) schierati contro gli "estancieros"(proprietari terrieri), un riferimento alla lotta di classe resa popolare in Argentina.

In realtà, è un altro programma di consolidamento della ricchezza progettato dall'élite. Warren Buffet puo usare le pagine del New York Times per chiedere di tassare i "ricchi", ma quello che sta sostenendo è in sostanza un programma di consolidamento della ricchezza.

La classe dirigente, le loro banche e multinazionali non pagano le tasse, il popolino lo fa, come ha osservato con arroganza Leona Helmsely. L'aumento delle tasse dell"1 per cento", come richiede il movimento, per salvare il "99 per cento", si tradurrà in una ulteriore erosione della classe media, come sa bene l'elite.

"L'aumento delle tasse puo' causare benissimo l'uscita dal mercato delle imprese più piccole", osserva il blog  Collateral Damage. "Non avranno le economie di scala per competere con le corporazioni più grandi, quindi ciò che accadrà è che il patrimonio delle piccole imprese alla fine sarà comprato dalle grandi imprese, di solito per una frazione di quello che le attività valgono. Quindi, in effetti, finisce per essere un trasferimento di ricchezza dalla classe media all'elite dei super ricchi ".

Se guardiamo al di là della facile retorica socialista ed esaminiamo chi sta finanziando ed essenzialmente gestendo il movimento Occupy Wall Street - le fondazioni "liberali" con un obiettivo globalista e i loro presunti nemici ideologici sul cosiddetto diritto (che hanno disinnescato il movimento del Tea Party) - ci rendiamo conto che il movimento è essenzialmente un altro tentativo di colonizzare l'opposizione politica e renderla inefficace e politicamente impotente.

Il movimento reale, l'unico che costituisce una grave minaccia per l'"1 per cento", l'elite globale, chiede la fine della Federal Reserve, un ritorno ai principi fondamentali della nostra, una volta orgogliosa repubblica costituzionale, e alla moneta solida e onesta non controllata dall'elite e dal settore finanziario che ora ha il compito di smontare l'economia e l'America per ridurla ad un deserto da terzo mondo.

Fonte: Infowars.com 2 Ottobre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com

giovedì 29 settembre 2011

Sanzioni: Tagliare i globalisti fuori dall'umanità

L'Onu sanziona nazioni sovrane, Noi il Popolo Sanzioniamo l'Elite Globale: è tempo di tagliarli fuori dall'umanità.

editoriale di Tony Cartalucci
Land Destroyer Report

sanctionsGlobalists Il primo passo per distruggere un nemico trincerato è tagliarlo fuori dal resto del mondo. I globalisti della NATO, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, il Qatar e altri, hanno illustrato questo principio in Libia su più livelli. Prima hanno tagliato la nazione della Libia dal mondo esterno, imponendo embarghi sulle armi e commerciali al governo libico, bloccando le loro spiagge, e prendendo il controllo del loro spazio aereo. Mentre le  brigate del terrore del Gruppo combattente islamico libico (LIFG) di Bengasi spazzavano tutto il paese sotto la copertura della Nato, seminando stupro, omicidio, e brutalizzazione sul loro cammino, i globalisti hanno iniziato ad organizzare l'accerchiamento e l'isolamento delle singole città libiche, permettendo (e dando sostegno) ai ribelli di tagliare cibo, forniture mediche, gas da cucina, elettricità e, inimmaginabile, persino l'acqua, per sottomettere le popolazioni affamandole letteralmente. Mentre il popolo della Libia ha dimostrato immensa decisione contro questa strategia, è solo per l'incompetenza della NATO e la mancanza di forza d'animo, carattere, o di qualsiasi desiderabile qualità umana tra i ribelli che questo processo di isolamento e assedio del popolo libico non è riuscito.

Che l'assoluta beffa delle sanzioni delle Nazioni Unite all'intervento militare della NATO in Libia stia generando il concetto artificioso di "responsabilità di proteggere (R2P)" è evidente mentre i civili in fuga dalla città libica di Sirte accusano la Nato di genocidio , bombardamenti di scuole, ospedali e case e uccisioni di massa di persone innocenti. Inoltre, sotto la copertura della Nato, intere città libiche sono state sterminate, con la popolazione arrestata, uccisa o esiliata e derubata dei suoi beni. Un esempio, Tawarga, riportato dal Telegraph nell'articolo, "la città fantasma di Gheddafi dopo il ritiro dei lealisti" ha coinvolto un paese di 10.000 persone ai quali  i ribelli hanno detto non sarebbe mai stato permesso di tornare alle loro case.

Agli americani durante la Seconda Guerra Mondiale fu chiesto di prendere posizione contro il fascismo in Europa e l'imperialismo in Asia orientale, di intervenire nelle trasgressioni di Germania e Giappone contro la sovranità delle nazioni vicine. Col senno di poi, gli inglesi e gli americani erano altrettanto colpevoli dal momento che preparavano i loro imperi, ma ipocrisia a parte, essere all'altezza di fermare la costruzione di un impero sull'umanità libera è davvero una nobile causa. Chi sarà all'altezza della situazione oggi, contro Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Qatar, membri della NATO e quelli che sostengono le illegittime Nazioni Unite, l'artificiosa Corte penale internazionale ed altre egoiste "istituzioni internazionali" che stanno facendo a modo loro con questo pianeta? Chi? E come?

Non è solo la Libia ad essere nel mirino. L'Afghanistan ha subito un decennio di occupazione e guerra per mano di un cartello corporativo-finanziario, bancario che si fa chiamare "globalisti ". Anche l'Iraq sta subendo un governo delega grato alle potenze di invasione straniere. Il popolo ugandese viene letteralmente massacrato in modo che i banchieri anglo-americani possano raccogliere vaste estensioni di terra per alimentare l'ennesima truffa economica Ponzi, basata non sulla moneta a corso forzoso, ma sugli ancora più inverosimili "crediti di carbonio". Quando si guarda alla quantità di risorse a disposizione dei "globalisti" ci si sente sopraffatti e ci si chiede naturalmente cosa si può fare contro una tale sfrontata, totale indifferenza per la vita umana, la sovranità umana, e i diritti umani?

La risposta ci sta di fronte ogni volta che prendendo i giornali corporativi  o girando sui canali di notizie corporativi vi troviamo la parola "sanzioni". Noi, il popolo, dobbiamo imporre sanzioni contro i globalisti, e non c'è nemmeno bisogno di un mandato delle Nazioni Unite per farlo. Si tratta semplicemente di  individuare le aziende e le istituzioni che stanno consentendo l'agenda globalista, boicottandoli sistematicamente, e alla fine sostituirli interamente a livello locale o regionale. Non c'è nulla che una multinazionale possa fare che il moderno stato-nazione non possa fare, e in molti casi, non c'è niente di quello che le multinazionali possono fare  che la gente non possa fare anche a livello locale. E mentre la tecnologia avanza sia in termini di informazione che di produzione, questa equazione punterà sempre più a favore di "noi del popolo".

Il predatori del globalismo hanno dimostrato senza ombra di dubbio la loro ipocrisia dichiarando i loro obiettivi di istituire un "ordine internazionale" basato sullo stato di diritto, dove "lo stato di diritto" si applica solo a loro stessi, che sfacciatamente, e costantemente violano perfino i loro stessi artificiosi mandati, editti, e risoluzioni quando gli fa comodo. In Libia, la "responsabilità di proteggere" si è trasformata in omicidi mirati, cambio di regime, e conquista della nazione (leggi: neo-imperialismo) prima che la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite uscisse dalla stampante - una conclusione scontata in progettazione da 30 anni, descritta solo come "intervento umanitario" a beneficio del pubblico. Così i globalisti hanno dimostrato che essi sono incapaci di spadroneggiare sull'umanità con il loro "ordine internazionale", e senza dubbio hanno dimostrato la necessità di estirpare interamente dalla società la loro mal concepita nozione di "governance globale".

I globalisti hanno costruito questa enorme quantità di potere impressionante solo attraverso la nostra complicità. Noi ogni giorno, mese, anno, e di generazione in generazione paghiamo tra le altre, anche le aziende in continua espansione che formano l'elite mondiale. Noi scegliamo di acquistare presso i loro negozi, di comprare i loro prodotti, di utilizzare i loro servizi, di cambiare valuta e conservare moneta nelle loro banche. Decidiamo di dedicare il nostro tempo, energia e attenzione ai loro spettacoli  sponsorizzati dalle corporazioni, sia in pista, che sul campo da calcio, di basket o di baseball. Ci viene detto che il destino della nostra nazione è determinato alle urne, e che l'unico modo per ottenere un cambiamento reale è quello di scegliere tra diversi, venduti, corrotti, egoisti politici, che manco a dirlo, servono i globalisti, non il popolo. In realtà, votiamo tutti i giorni, con un voto molto più efficace e di più ampia portata rispetto a qualsiasi cosa  accada in tempo di elezioni. Votiamo con i nostri acquisti, la nostra scelta di come trascorrere il tempo libero, e il modo in cui utilizziamo le risorse che abbiamo a nostra disposizione.

Sarebbe ragionevole, che, non riversando denaro nelle  corporazioni, istituzioni dei globalisti, e distogliendo noi stessi dalle loro distrazioni, potessimo cominciare ad abrogare gran parte di questo potere ingiustificato che hanno accumulato. Alla fine, potremo cominciare a sostituire le istituzioni corrotte, egoiste  che abbracciano tutto il mondo e pretendono di dominare su tutta l'umanità, con le istituzioni locali che servono il popolo. Non è qualcosa che sarà fatta durante una notte, ci vorrà del tempo. Anche i globalisti, con il loro potere senza fine, sono costretti a rafforzare gradualmente la presa sui loro nemici, anche quelli piccoli come la Libia. Sicuramente tutti oggi potremmo facilmente farla finita con la Coca-Cola e la Pepsi, così come spegnere i diversivi sponsorizzati dalle corporazioni nelle TV e sui campi sportivi. Se non ci riusciamo forse non meritiamo la libertà e la prosperità, ma solo la semplice, fugace illusione di essa che ci viene offerta dai nostri signori globalisti quando gli fa comodo. I Padri Fondatori degli Stati Uniti sarebbero molto probabilmente sconvolti da quanto gli americani moderni hanno rinunciato alla fiducia in se stessi, alla libertà, all'indipendenza per l'illusione della sicurezza, della convenienza e anche del divertimento. Dobbiamo smettere di cercare  eroi che ci salvino, e guardarci semplicemente allo specchio. Noi siamo la chiave per la nostra salvezza, perchè nessuno si preoccupa dei nostri interessi più di noi, il popolo, le nostre famiglie, e le nostre comunità vicine.

Cerchiamo di impegnarci ad imporre "sanzioni" sui globalisti. Tagliamo questi degenerati megalomani fuori dal mondo che  desiderano tanto dominare. Lasciamo i loro stadi vuoti, le loro compagnie aeree nell'indigenza, i loro posti di blocco desolati, le loro depresse aziende piene di merci fatte da schiavi cinesi in città virtuali fantasma, le loro banche di fiducia e affidamento per l'attività economica come quel gioco di monopoli che raccoglie polvere nell'armadio. Metterli fuori dal mercato, metterli fuori dal mercato per sempre. Essi hanno dimostrato senza ombra di dubbio che loro, non qualche fondamentalista che abita in una grotta o qualche colonnello libico, sono la più grande minaccia che l'umanità affronta.

Per un elenco parziale delle aziende che assolutamente devono  essere messe fuori dal  mercato leggi: "Fare i Nomi ". Per capire perché le aziende, anche apparentemente benevole come Pepsi e Coca-Cola sono complici dei crimini più eclatanti contro l'umanità, leggi: " Distruggere i globalisti ". Per alternative al vasto paradigma globalista di consumo, leggi: "Il Peggior Incubo dei Globalisti".

Fonte: Land Destroyer Report 27 Settembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com

giovedì 20 gennaio 2011

La dittatura è il modello del Nuovo Ordine Mondiale

Qualunque cosa pensiate, questa è la realtà dei fatti:passeremo da una dittatura ad un'altra. Il mondo avrà un Nuovo Ordine Mondiale, una dittatura globale in stile cinese. Quelli che, riguardo al "riscaldamento globale", invocano una dittatura per salvare il mondo, ci danno conferma ogni volta di quello a cui andiamo incontro, nel caso ce ne fosse ancora bisogno. Riescono a dire e fare quello che vogliono perchè sono al servizio dei dittatori globali, in linea con l'agenda del Nuovo Ordine Mondiale. Ma quando non serviranno più, non ci sarà più posto neanche per loro. Io ho buttato i loro nomi fuori dalla mia agenda, da molto tempo. O sono troppo stupidi o sono dei grandissimi ingannatori. Non intendo difendere l'America ma l'articolo che segue non va letto in chiave "senti chi parla" ma solo in relazione alla stretta realtà dei fatti, una realtà molto triste che prova, senza ombra di dubbio, chi è al timone della nave terra. (Dakota Jones)

10 modi in cui la Cina umilia gli Stati Uniti

I Globalisti stanno utilizzando la Cina come il veicolo attraverso il quale portare a termine la deindustrializzazione totale di un'America in decadenza

di Paul Joseph Watson
PrisonPlanet

jintao state visit Stendere un tappeto rosso, foderare Constitution Avenue con le bandiere comuniste, e accogliere il dittatore non eletto cinese Hu Jintao con sontuosi pranzi alla Casa Bianca, mentre lui parla male del dollaro USA è già abbastanza difficile da digerire, ma ci sono una miriade di modi in cui la Cina sta umiliando gli Stati Uniti visto che i  globalisti si apprestano ad usare la Cina come il veicolo attraverso il quale portare a termine la deindustrializzazione della decadente repubblica delle banane americana.

1) Prodotti alimentari guasti importati dalla Cina si  stanno riversando negli Stati Uniti con deliberato disprezzo per l'impatto sulla salute o per la minaccia all'approvvigionamento di cibo in generale. Il Washington Post ha riferito come mele secche conservate con sostanze chimiche che provocano il cancro, pesce gatto congelato carico di antibiotici vietati, Capesante e sardine in putrefazione ricoperte di  batteri e funghi conditi con pesticidi illegali sono solo alcuni degli elementi provenienti dalla Cina che la Food and Drug Administration ha trattenuto nei porti degli Stati Uniti in un solo mese.

2) Non solo cibo, ma anche giocattoli per bambini avvelenati dal piombo importati dalla Cina stanno inondando il mercato degli Stati Uniti. Le teste parlanti dei media istituzionali come Erin Burnett della CNBC insistono sul fatto che gli americani dovrebbero tacere su questi scandali e accettare il fatto che i loro figli mangeranno cibo contaminato e giocheranno con giocattoli avvelenati dal piombo, altrimenti la Cina potrebbe arbitrariamente punire gli Stati Uniti rivalutando la sua moneta e spingendo in alto i prezzi di Wal-Mart.

3) Mentre Hu Jintao e Obama vomitano retorica su due grandi imperi che si sono incontrati per il bene comune, la Cina è occupata a  rubare segreti militari statunitensi. Il massiccio rafforzamento militare della Cina è basato quasi interamente su tecnologia degli Stati Uniti rubata, come dimostrato dal recente prototipo di caccia stealth cinese , che è 10 anni in anticipo rispetto alla pianificazione che gli analisti militari statunitensi avevano previsto. L'annuncio del nuovo caccia stealth è stato una grande umiliazione per Obama e per il segretario alla Difesa Gates , un'ostentazione intimidatoria che ha costretto l'amministrazione Obama al ridicolo tentativo di sminuire l'importanza del caccia alla vigilia della visita di Stato di Jintao.

4) Alcuni hackers di Pechino sostenuti dal governo cinese hanno anche rubato  informazioni estremamente riservate sulla ricerca americana sulle armi  nucleari da luoghi come il Laboratorio Nazionale di Los Alamos  nel New Mexico. Tecnologia e segreti militari sono stati apertamente trasferiti in Cina dalle amministrazioni degli Stati Uniti che si sono susseguite, nonché  dalle imprese americane transnazionali.

5) Se la Cina vuole essere grande alleato dell'America, come sostiene costantemente Jintao, allora perché  i generali militari cinesi parlano continuamente di attaccare gli Stati Uniti? Cercando di fare supposizioni su quale sarebbe la risposta se l'America difendesse il suo alleato Taiwan, il generale Zhu Chenghu ha detto che la Cina lancerebbe il suo arsenale di missili nucleari contro gli Stati Uniti e distruggerebbe centinaia di città . La Cina ha inoltre recentemente inaugurato una missile anti nave, che è stato progettato per affondare una portaerei americana. L'ammiraglio Mike Mullen, capo del Joint Chiefs of Staff, ammette che in Cina le armi militari sono puntate esattamente contro gli Stati Uniti.

6) Come il più grande detentore del debito degli Stati Uniti, la Cina ha il potere di condurre il dollaro come una pecora al macello, che è precisamente ciò a cui Hu Jintao ha fatto cenno all'inizio di questa settimana quando ha deriso il dollaro come un "prodotto del passato" e ha chiesto la sua sostituzione con un nuovo sistema monetario globale basato sullo yuan cinese. In effetti, quando il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner ha pronunciato un discorso in cui sosteneva che il dollaro è forte, gli spettatori cinesi hanno risposto con una risata.

7) La Cina è stata utilizzata dai globalisti per distruggere la spina dorsale dell'economia americana - la sua base produttiva. Come risultato del crescente deficit commerciale con la Cina, l'economia statunitense ha perso 2,4 milioni di posti di lavoro tra il 2001 e il 2008 . Gli Stati Uniti hanno perso attualmente uno scioccante 32 per cento dei posti di lavoro di produzione. Oltre 42.000 fabbriche sono state chiuse in modo permanente negli Stati Uniti dal 2001. Il  Made in America è stato sostituito da beni prodotti da schiavi cinesi venduti nei Wal-Mart, allegramente consumati da americani ignoranti beatamente ignari del fatto che stanno distruggendo la prosperità futura dei loro figli.

8): La Cina sta comprando infrastrutture degli Stati Uniti ad un ritmo rapido visto che successivi presidenti degli Stati Uniti hanno acconsentito ad una svendita di beni americani al regime comunista per abbattere i costi. Nel 2006, alla Hutchison Whampoa S.r.l. è stato assegnato un contratto senza gara d'appalto dal governo degli Stati Uniti perchè si occupasse  della  sicurezza del rilevamento di radiazioni a soli 65 km da Freeport, nelle Bahamas, senza alcuna supervisione. Hutchison Whampoa, possiede porti in tutto il mondo e molti accusano i cinesi di usare l'azienda per circondare il mondo, per prepararsi alla rappresaglia verso l'opposizione alla progettata invasione cinese di Taiwan. Nel 1997 il governo comunista cinese ha rilevato il Long Beach Naval Air Base, l'unico porto importante in acque profonde che possa contenere grandi navi sulla costa occidentale. Nel 2000, Hutchinson Whampoa, gestito dal PLA, ha rilevato il Canale di Panama ed ha stazionato tra i 15.000 e i 30.000 soldati presso la struttura.

9) Mentre l'America viene messa da parte dagli avvoltoi globalisti come fase della rivoluzione post-industriale occidentale, la Cina sta rapidamente diventando il nuovo impero mondiale, con le nuove stime del PIL che dimostrano che l'economia cinese è ormai più potente di quella degli Stati Uniti in termini di  potere d'acquisto. "Secondo il professore di economia Ed Lazear della Stanford University, se l'economia statunitense e l'economia cinese continueranno a crescere ai ritmi attuali, il cittadino medio cinese sarà più ricco del cittadino medio americano in soli 30 anni", scrive l'Economic Collapse Blog , una premessa sorprendente dato il fatto che centinaia di milioni di cinesi vivono ancora in condizioni di estrema povertà . Nonostante questo, la deindustrializzazione degli Stati Uniti che ha spianato la strada alla strepitosa crescita economica del Drago Rosso non mostra segni di cedimento.

La Cina è lo stato modello per il nuovo ordine mondiale. Nessuna libertà di parola, nessun diritto di riunirsi, nessun diritto di possedere  armi da fuoco, un paese governato da dittatori non eletti che tortura e massacra i dissidenti politici e abortisce con la forza i bambini di donne che osano sfidare la brutale politica nazionale del figlio unico. La Cina prende in giro quel poco di  parvenza di libertà che resta negli Stati Uniti, mentre i presidenti degli Stati Uniti, in maniera coerente, non offrono altro che una debole retorica  quando si porta allo scoperto l'abituale abuso di libertà della Cina.

Fonte: Prison Planet  19 Gennaio 2011
Traduzione: Dakota Jones

Post correlato: Vi presento il nuovo Padrone: la Cina Possiede gli Stati Uniti (Inglese)

martedì 28 settembre 2010

'Fabbricare il Dissenso': il Movimento anti-globalizzazione è finanziato dalle elites corporative

Il Movimento popolare è stato dirottato
di Michel Chossudovsky
globalresearch.ca



"Tutto quello che la Fondazione
[Ford] ha fatto potrebbe essere considerato come "rendere il mondo sicuro per il capitalismo, ridurre le tensioni sociali, contribuire a confortare gli afflitti, fornire valvole di sicurezza per la rabbia, e migliorare il funzionamento del governo (McGeorge Bundy, Consigliere per la sicurezza nazionale di John F. Kennedy e Lyndon Johnson (1961-1966), Presidente della Fondazione Ford, (1966-1979))

"Fornendo il finanziamento e il quadro politico a molte persone interessate e devote che lavorano all'interno del settore non profit, la classe dirigente è in grado di cooptare la leadership delle Comunità di base ed è in grado di rendere il finanziamento, la contabilità e le componenti di valutazione del lavoro così lunghi ed onerosi che il lavoro di giustizia sociale è praticamente impossibile, in queste condizioni"
(Paul Kivel, questa si chiama democrazia, chi beneficia, chi paga e chi decide veramente, 2004, p. 122)

"Sotto il nuovo ordine mondiale, il rituale di invitare i leaders della"società civile"nei circoli ristretti del potere--reprimendo simultaneamente  la truppa--serve a diverse funzioni importanti. In primo luogo, si dice al mondo che i critici della globalizzazione "devono fare concessioni" per guadagnarsi il diritto di mescolarsi. In secondo luogo, essa trasmette l'illusione che mentre l'élite mondiale dovrebbe--sotto quella che viene chiamata eufemisticamente democrazia--essere oggetto di critiche, essa tuttavia domina legittimamente. E in terzo luogo, si dice che "non vi è alcuna alternativa" alla globalizzazione: un cambiamento radicale non è possibile e tutto quello che possiamo sperare è di impegnarci con questi governanti in un inefficace "dare e avere".

Mentre i "globalizzatori" possono adottare alcune frasi progressiste per dimostrare che hanno buone intenzioni, i loro obiettivi fondamentali non vengono sfidati. E quello che "mescolare la società civile" ottiene è di rafforzare  l'establishement corporativo indebolendo e dividendo contemporaneamente il movimento di protesta. Una comprensione di questo processo di cooptazione è importante, perché decine di migliaia di giovani di principio a Seattle, Praga e  Quebec City [1999-2001] sono coinvolti nelle proteste No-Global perché rifiutano il principio che il denaro è tutto, rifiutano l'impoverimento di milioni di persone e la distruzione della fragile Terra in nome dell'arricchmento di pochi.

Queste truppe ed anche alcuni dei loro leaders, meritano un plauso. Ma abbiamo bisogno di andare oltre. Abbiamo bisogno di contestare il diritto dei "globalizzatori" di fare le regole. Ciò richiede il ripensamento della strategia di protesta. Ci possiamo spostare su un piano superiore, avviando movimenti di massa nei nostri rispettivi paesi, movimenti che portano il messaggio di ciò che la globalizzazione sta facendo, alla gente comune? Perché questa è la forza che deve essere mobilitata per sfidare coloro che saccheggiano il mondo". (Michel Chossudovsky, il muro di Quebec Aprile 2001)

L'espressione "fabbricare il consenso" inizialmente è stata coniata da Edward S Herman e Noam Chomsky.

"Fabbricare il consenso" descrive un modello di propaganda utilizzato dai media corporativi per influenzare l'opinione pubblica e "inculcare negli individui valori e convinzioni...":  

i mass media servono come sistema per comunicare messaggi e simboli alla popolazione generale. La loro funzione è divertire, informare ed intrattenere per inculcare negli individui valori, credenze e codici di comportamento che li integreranno nelle strutture istituzionali della società più ampia. In un mondo di ricchezza concentrata e grandi conflitti d'interesse di classe, svolgere questo ruolo richiede una propaganda sistematica. ( Fabbricare il consenso di Edward s. Herman e Noam Chomsky ) 

"Fabbricare il consenso" implica la manipolazione e la formazioe dell'opinione pubblica. Stabilisce la conformità e l'accettazione dell'autorità e della gerarchia sociale. Si propone di ottenere la conformità ad un ordine sociale stabilito. 'Fabbricare il consenso' descrive la sottomissione della pubblica opinione alla narrativa dei media mainstream, alle sue menzogne e invenzioni.

"Fabbricare il dissenso"
In questo articolo, ci concentriamo su un concetto correlato, ossia il processo di "fabbricazione del dissenso" (anziché "consenso"), che svolge un ruolo determinante nel servire gli interessi della classe dirigente.

Sotto il capitalismo contemporaneo, deve prevalere l'illusione della democrazia. È nell'interesse delle elites corporative  accettare il dissenso e la protesta come una caratteristica del sistema poiché essi non minacciano l'ordine sociale stabilito. Lo scopo non è reprimere il dissenso, ma, al contrario, formare e plasmare il movimento di protesta, impostare i limiti esterni del dissenso.

Per mantenere la loro legittimità, le  élites economiche prediligono forme limitate e controllate di opposizione, al fine di prevenire lo sviluppo di forme radicali di protesta, che potrebbero scuotere le fondamenta e le istituzioni del capitalismo globale. In altre parole, la "fabbricazione del dissenso" agisce come una "valvola di sicurezza", che protegge e sostiene il nuovo ordine mondiale.

Per essere efficace, tuttavia, il processo di "fabbricazione del dissenso" deve essere attentamente regolamentato e controllato da coloro che sono oggetto del movimento di protesta.

"Finanziamento del dissenso"

Come viene realizzato il processo di  fabbricazione del dissenso?

Essenzialmente con il "finanziamento del dissenso", vale a dire convogliare risorse finanziarie da coloro che sono oggetto del movimento di protesta a coloro che sono coinvolti nell'organizzazione del movimento di protesta.

La cooptazione non si limita a comprare i favori dei politici. Le élites economiche--che controllano le principali Fondazioni--sovrintendono anche al finanziamento delle numerose ONG e organizzazioni della società civile, che storicamente sono state coinvolte nel movimento di protesta contro l'ordine economico e sociale stabilito. I programmi di molte ONG e i movimenti delle persone dipendono pesantemente da agenzie di finanziamento sia pubbliche che private comprese la Ford, la fondazione Rockefeller, le fondazioni McCarthy, tra gli altri.

Il movimento No-Global si oppone a Wall Street e ai giganti del petrolio del Texas controllati dal Rockefeller, et al. Tuttavia le fondazioni e gli istituti di beneficenza  di Rockefeller et al finanzieranno generosamente le reti progressiste anticapitaliste, nonché gli ambientalisti (che si oppongono a Big Oil) al fine di, in definitiva, sorvegliare e regolare le loro varie attività.

I meccanismi di "fabbricazione del dissenso" richiedono un ambiente manipolativo, un processo di braccio id ferro  e sottile cooptazione di individui all'interno delle organizzazioni progressiste, comprese le coalizioni anti-guerra, ambientalisti e il movimento No-Global.

Considerando che i media mainstream "fabbricano il consenso", la complessa rete di ONG (inclusi i segmenti dei media alternativi) viene utilizzata dalle élites corporative per forgiare e manipolare il movimento di protesta.

In seguito alla deregolamentazione del sistema finanziario globale negli anni '90 e al rapido arricchimento dell'istituzione finanziaria, i  finanziamenti attraverso le fondazioni e le associazioni di beneficenza salirono alle stelle. Per un'amara ironia, parte dei fraudolenti proventi finanziari di Wall Street negli ultimi anni sono stati riciclati tramite le fondazioni e associazioni di beneficenza delle elites, esenti da tasse. Questi proventi finanziari imprevisti non sono stati utilizzati solo per comprare i politici, sono stati distribuiti ad ONG, istituti di ricerca, centri comunitari, gruppi ecclesiastici, ambientalisti, media alternativi, gruppi per i diritti umani, ecc. La "fabbricazione del dissenso" vale anche per la "sinistra" e per i "media corporativi progressisti" finanziati dalle ONG o direttamente dalle fondazioni.

L'obiettivo interno è la "fabbricazione del dissenso" e stabilire i limiti di un'opposizione "politicamente corretta". A loro volta, molte ONG infiltrate da informatori spesso agiscono per conto di agenzie di intelligence occidentali. Inoltre, un segmento sempre più grande dei media alternativi progressisti su internet è diventato dipendente dai finanziamenti delle fondazioni e degli enti di beneficenza corporativi.

Attivismo a pezzi e bocconi

L'obiettivo delle élites corporative è quello di frammentare il movimento popolare in un vasto mosaico "fai da te". Guerra e globalizzazione non sono più la prima linea dell'attivismo della società civile. L'attivismo tende ad essere fatto a spizzichi. Non c'è nessun movimento anti-guerra No-Global integrato. La crisi economica non viene vista in rapporto alla guerra condotta dagli Stati Uniti.

Il Dissenso è stato diviso in compartimenti. I movimenti di protesta "orientati alla questione" separati (ad es. ambiente, No-Global, pace, diritti delle donne, cambiamento climatico) sono incoraggiati e generosamente finanziati al contrario di un movimento di massa coeso. Questo mosaico era già diffuso ai vertici dell'opposizione al G7 e ai vertici dei movimenti popolari degli anni '90.

Il movimento Anti-Globalizzazione

Il contro-vertice di Seattle del 1999 è stato immancabilmente accolto come un trionfo per il movimento No-Global: "una coalizione storica di attivisti alla chiusura del Vertice dell'organizzazione mondiale del commercio a Seattle, la scintilla che accende un movimento globale anti-corporazioni." (Vedere Naomi Klein, Copenaghen: Seattle cresce, The Nation , 13 Novembre 2009).

Seattle è stato infatti un importante crocevia nella storia del movimento di massa. Oltre 50.000 persone provenienti da diversi ambienti, organizzazioni della società civile, dei diritti umani, sindacati, ambientalisti si erano ritrovati insieme  per uno scopo comune. Il loro obiettivo era di smantellare forzatamente l'agenda neoliberale, compresa la sua base istituzionale.

Ma anche Seattle ha segnato un'importante inversione. Con il montare del dissenso da tutti i settori della società, il Vertice ufficiale  del WTO aveva disperatamente bisogno della simbolica partecipazione dei leaders della società civile "all'interno", per dare l'impressione di essere "democratico" all'esterno.

Mentre migliaia di persone convergevano su Seattle, quanto accaduto dietro le quinte è stata una vittoria de facto del neoliberalismo. Una manciata di organizzazioni della società civile, formalmente contrarie al WTO aveva contribuito a legittimare l'architettura commerciale globale del WTO. Invece di rimettere in discussione il WTO come un un organismo intergovernativo illegale, hanno aderito ad un dialogo pre-summit con il WTO ed i governi occidentali. "Le ONG accreditate partecipanti furono invitate a mescolarsi in un ambiente amichevole con gli ambasciatori, i ministri del commercio e i magnati di Wall Street a parecchi degli eventi ufficiali tra cui numerosi ricevimenti e cocktail party". (Michel Chossudovsky, Seattle e oltre: disarmare il nuovo ordine mondiale, Covert Action Quarterly, novembre 1999, vedere Dieci anni fa: "Fabbricare il Dissenso" a Seattle ).

L'ordine del giorno nascosto era quello di indebolire e dividere il movimento di protesta e orientare il movimento No-Global verso aree che non avrebbero minacciato direttamente  gli interessi dell'establishement corporativo.

Finanziate da fondazioni private (tra cui Ford, Rockefeller, Rockefeller Brothers, Charles Stewart Mott, la Fondazione per l'Ecologia profonda), queste organizzazioni della società civile "accreditate" si sono collocate come gruppi di pressione, che formalmente agiscono a nome del movimento popolare. Guidate da attivisti impegnati ed illustri avevano le mani  legate. In definitiva hanno contribuito (involontariamente) ad indebolire il movimento No-Global, accettando la legittimità di ciò che era essenzialmente un'organizzazione illegale. (Accordo del 1994 al Vertice di Marrakech che ha portato alla creazione del WTO il 1 gennaio 1995). (Ibid.)

I leaders delle ONG erano pienamente consapevoli da dove proveniva il denaro. Tuttavia nella comunità delle ONG degli Stati Uniti e dell'Europa, le fondazioni e gli enti di beneficenza vengono considerati organismi  filantropici indipendenti, separati dalle corporazioni; vale a dire la Fondazione Rockefeller Brothers, per esempio, è considerata come separata e  distinta dall'Impero di banche e compagnie petrolifere della famiglia Rockefeller.

Stipendi e spese di funzionamento dipendenti dalle fondazioni private, è diventata una routine accettata: in una logica contorta, la battaglia contro il capitalismo corporativo doveva essere combattuto utilizzando i fondi delle fondazioni esenti da imposte sulla proprietà del capitalismo corporativo.

Le ONG sono state intrappolate in una camicia di forza; la loro stessa esistenza dipendeva dalle fondazioni. Le loro attività sono state attentamente monitorate. In una logica contorta, la natura stessa dell'attivismo anticapitalista era controllata indirettamente dai capitalisti attraverso le loro fondazioni indipendenti.

"Cani da guardia  progressisti"

In questa saga in continua evoluzione, le élites corporative i cui interessi sono debitamente serviti dal FMI, dalla Banca mondiale e dal WTO, finanzieranno prontamente (attraverso le loro diverse fondazioni e associazioni di beneficenza) le organizzazioni che sono in prima linea nel movimento di protesta contro il WTO e le istituzioni finanziarie internazionali con sede a Washington.

Supportati dal  denaro della Fondazione, vari "cani da guardia" furono istituiti dalle ONG per monitorare l'attuazione delle politiche neoliberiste, senza tuttavia aver sollevato la questione più ampia di come i gemelli Bretton-Woods e il WTO, attraverso le loro politiche, avevano contribuito all'impoverimento di milioni di persone.

La Rete per la Revisione Partecipativa dell'Adeguamento Strutturale(Structural Adjustment Participatory Review Network =SAPRIN) è stata fondata da Development Gap, una ONG fondata dall'USAID e dalla Banca mondiale, con sede a Washington DC.

Ampiamente documentata, l'imposizione del Programma di Adeguamento Strutturale del Fondo Monetario Internazionale-Banca Mondiale (SAP) per i paesi in via di sviluppo costituisce una palese forma di ingerenza negli affari interni di Stati sovrani a nome delle  istituzioni creditrici.

Invece di rimettere in discussione la legittimità della  "cura economica mortale" della Banca mondiale-FMI, il nucleo dell'organizzazione della SAPRIN ha cercato di stabilire un ruolo partecipativo per le ONG, che operano con i guanti nei confronti dell'USAID e della Banca mondiale. L'obiettivo era quello di dare un "volto umano" all'agenda politica neoliberale, anziché respingere apertamente la politica di FMI-BM:

"SAPRIN è la rete globale della società civile he ha preso il suo nome dalla Structural Adjustment Participatory Review Network (SAPRI), avviata dalla Banca mondiale e dal suo Presidente, Jim Wolfensohn, nel 1997.

SAPRI è progettato come un esercizio tripartitico per riunire le organizzazioni della società civile, i loro governi e la Banca mondiale in un'analisi congiunta dei programmi di aggiustamento strutturale (SAPs) e l'esplorazione di nuove opzioni politiche. Esso sta legittimando un ruolo attivo per la società civile nel processo decisionale economico, allo stesso tempo è progettato per indicare le aree in cui sono necessari cambiamenti nelle politiche economiche e nel processo di elaborazione delle politiche economiche. (http://www.saprin.org/overview.htm sito Web SAPRIN, enfasi aggiunta)

Analogamente, l'Osservatorio sul commercio (formalmente WTO Watch), che opera da Ginevra, è un progetto dell'istituto per le politiche agricole e commerciali(IATP),con sede a Minneapolis generosamente finanziato dalla Ford, Rockefeller, Charles Stewart Mott, tra gli altri. (cfr. tabella 1).

L'Osservatorio sul  Commercio ha il compito di monitorare l'organizzazione mondiale del commercio (WTO), l'accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA) e la proposta zona di libero scambio delle Americhe (ALCA). ( IATP, informazioni sull'Osservatorio sul commercio , accesso settembre 2010).

L'Osservatorio sul commercio è adibito anche a sviluppare dati e informazioni, nonché a favorire "governo" e "responsabilità". Responsabilità nei confronti delle vittime delle politiche del WTO o responsabilità per i protagonisti delle riforme neoliberiste?

Le funzioni dell'Osservatorio sul commercio non minacciano in alcun modo il WTO. Al contrario: non viene mai messa in dubbio la legittimità delle organizzazioni commerciali e degli accordi.

Tabella 1 principali donatori dell'Istituto Minneapolis per l'agricoltura e le politiche commerciali (IATP)
(per l'elenco completo clicca qui)

Ford Foundation $2,612,500.00 1994 – 2006
Rockefeller Brothers Fund $2,320,000.00 1995 – 2005
Charles Stewart Mott Foundation $1,391,000.00 1994 – 2005
McKnight Foundation $1,056,600.00 1995 – 2005
Joyce Foundation $748,000.00 1996 – 2004
Bush Foundation $610,000.00 2001 – 2006
Bauman Family Foundation $600,000.00 1994 – 2006
Great Lakes Protection Fund $580,000.00 1995 – 2000
John D. & Catherine T. MacArthur Foundation $554,100.00 1991 – 2003
John Merck Fund $490,000.00 1992 – 2003
Harold K. Hochschild Foundation $486,600.00 1997 – 2005
Foundation for Deep Ecology $417,500.00 1991 – 2001
Jennifer Altman Foundation $366,500.00 1992 – 2001
Rockefeller Foundation $344,134.00 2000 – 2004

Fonte: http://activistcash.com/organization_financials.cfm/o/16-Institute-for-Agriculture-and-Trade-Policy

Il Forum economico mondiale. "Tutte le strade conducono a Davos"

Il Movimento popolare è stato dirottato. Intellettuali selezionati, dirigenti sindacali e  leaders di organizzazioni della società civile (comprese Oxfam, Amnesty International, Greenpeace) vengono regolarmente invitati alla Forum economico mondiale di Davos, dove si mescolano con i soggetti economici e politici più potenti del mondo. Questo intreccio delle élites corporative mondiali con "progressisti" selezionati fa parte del rituale base del processo di "fabbricazione del dissenso".

Il trucco consiste nello scegliere in modo selettivo i leaders della società civile "dei quali ci possiamo fidare" e integrarli in un "dialogo", tagliarli fuori dalla loro base, farli sentire come "cittadini globali" che agiscono a nome dei loro compagni lavoratori, ma farli agire in  modo da servire gli interessi  dell'establishement corporativo:

"La partecipazione delle ONG all'incontro annuale di Davos è prova del fatto che [noi]cerchiamo volutamente di integrare... un ampio spettro delle principali parti interessate della società per definire e far progredire l'agenda globale... noi crediamo che il Forum Economico Mondiale [Davos] fornisca alla comunità imprenditoriale il quadro ideale per impegnarsi in collaborazione con gli altri principali operatori [ONG] dell'economia globale per "migliorare la situazione del mondo", che è la missione del forum. (Forum economico mondiale, Comunicato Stampa 5 gennaio 2001)

Il FEM non rappresenta la più ampia comunità di affari. Si tratta di un raduno elitario: i suoi membri sono gigantesche corporazioni globali  (con un minimo fatturato annuo pari a 5 miliardi di dollari). Le organizzazioni non governative (ONG) selezionate  sono considerate come partners "azionisti", nonché un comodo "portavoce per i senza-voce che spesso vengono lasciati fuori dei processi decisionali." (Forum economico Mondiale- organizzazioni non governative,  2010)

"Esse [le ONG] svolgono una varietà di ruoli in collaborazione con il forum per migliorare lo stato del mondo, tra cui servire come un ponte tra imprese, governo e società civile, connettere i responsabili politici alla base, portando al tavolo soluzioni pratiche..." (Ibid.)

"Soci" delle corporazioni globali della società civile per conto dei "senza-voce", che vengono "lasciati fuori"?

wef
I dirigenti sindacali vengono cooptati anche a scapito dei diritti dei lavoratori. I leaders della  Federazione internazionale dei sindacati (IFTU), la AFL-CIO, la Confederazione europea dei sindacati, il Congresso canadese del lavoro(CLC), tra gli altri, ordinariamente sono invitati a partecipare ad entrambe le riunioni annuali del FEM a Davos, in Svizzera come pure ai vertici regionali. Essi partecipano anche al lavoro della Comunità dei Leaders Labouristi del FEM che si concentra sui modelli di comportamento reciprocamente accettabili  per il movimento operaio. Il FEM "ritiene che la voce labourista sia importante per un dialogo dinamico sui temi della globalizzazione, della giustizia economica, della trasparenza e della responsabilità per garantire un sano sistema finanziario globale."

"Garantire un sano sistema finanziario globale" modellato con la frode e la corruzione? La questione dei diritti dei lavoratori non viene menzionata. ( Forum economico mondiale - leader laburista , 2010).

Il Forum sociale mondiale: "un altro mondo è possibile"

Il contro-vertice di Seattle nel 1999 per molti versi ha gettato le basi per lo sviluppo del Forum sociale mondiale.

Il primo incontro del Forum sociale mondiale ha avuto luogo nel gennaio 2001, a Porto Alegre, Brasile. Questo incontro internazionale ha visto la partecipazione di decine di migliaia di attivisti di organizzazioni popolari e delle ONG.

L'incontro delle ONG e delle organizzazioni progressiste al Forum Sociale Mondiale si è tenuto simultaneamente al  Forum Economico Mondiale di Davos (FEM). Volevano esprimere opposizione e dissenso nei confronti del Forum Economico Mondiale dei leaders corporativi e dei ministri delle finanze.

Il Forum Sociale Mondiale fin dall'inizio è stata un'iniziativa di ATTAC Francia e varie ONG brasiliane:

"... Nel febbraio del 2000, Bernard Cassen, il capo di un programma della ONG francese ATTAC, Oded Grajew, il capo di un'organizzazione brasiliana di lavoratori e Francisco Whitaker, capo di un'associazione di ONG brasiliane si sono riuniti per discutere una proposta per un "evento mondiale della società civile"; dal marzo 2000, essi hanno ottenuto formalmente il sostegno del governo municipale di Porto Alegre e del governo dello stato del Rio Grande do Sul, entrambi controllati al momento dal Partito dei Lavoratori brasiliano.... Un gruppo di ONG francesi, ATTAC, Friends of L'Humanité, and Friends of Le Monde Diplomatique, hanno sponsorizzato un forum sociale alternativo a Parigi dal titolo "Un Anno dopo Seattle", al fine di preparare un'agenda per le proteste che si sarebbero tenute all'imminente  Vertice dell'Unione europea a Nizza. I portavoce chiedono di "riorientare alcune istituzioni internazionali come il FMI, Banca mondiale, WTO.. in modo da creare una globalizzazione dal basso" e  la "creazione di  un movimento internazionale di cittadini, non per distruggere il FMI ma per riorientare le sue missioni". (Unità di ricerca per la politica economica, L'economia e la politica del Forum sociale mondiale Global Research, 20 gennaio 2004 )

Fin dall'inizio nel 2001, il FSM è stato sostenuto essenzialmente dal finanziamento della Fondazione Ford, che è nota per avere legami con la CIA, che risalgono al 1950: "La CIA utilizza fondazioni filantropiche come conduttore più efficace per incanalare ingenti somme di denaro per progetti dell'agenzia senza avvertire i destinatari della loro origine." (James Petras, La Fondazione Ford e la CIA, Global Research, 18 settembre 2002)

La stessa procedura di donazione che ha finanziato i contro-vertici o i vertici popolari che hanno caratterizzato gli anni '90  è stata introdotta nel Forum Sociale Mondiale (FSM):

"... altri finanziatori del Forum Sociale Mondiale (o «partners», come vengono definiti nella terminologia del FSM) includevano la Fondazione Ford,--basti dire qui che ha sempre operato in collaborazione con la Central Intelligence Agency degli Stat Uniti e con gli interessi strategici globali degli Stati Uniti; la Fondazione Heinrich Boll, che è controllata dal Partito tedesco dei Verdi, partner nell'attuale governo tedesco [2003] e  sostenitore delle guerre in Jugoslavia e in Afghanistan (il suo leader Joschka Fischer è l'ex Ministro degli esteri tedesco); e grandi agenzie di finanziamento come Oxfam (UK), Novib (Paesi Bassi), ActionAid (Regno Unito), e così via.

Sorprendentemente, un membro del Consiglio internazionale del FSM segnala che i "considerevoli fondi" ricevuti da queste agenzie non hanno "finora sollevato dibattiti significativi [negli organi FSM] sulle possibili relazioni di dipendenza che potrebbero generare." Eppure egli ammette che "al fine di ottenere finanziamenti da parte della Fondazione Ford, gli organizzatori dovevano convincere la Fondazione che il Partito dei lavoratori non era coinvolto nel processo." Due punti sono degni di nota qui. In primo luogo, si stabilisce che i finanziatori sono stati in grado di convincere e determinare il ruolo delle diverse forze del FSM--dovevano essere 'convinti' delle credenziali di coloro che volevano essere coinvolti. In secondo luogo, se i finanziatori avessero contestato la partecipazione del Partito dei lavoratori accuratamente addomesticato, essi avrebbero dovuto ancor più strenuamente  fare obiezione al rilievo dato alle forze autenticamente antimperialiste. Che abbiano obiettato diventerà chiaro mentre descriveremo chi è stato inserito e chi escluso dal secondo e terzo incontro del FSM....

... La questione del finanziamento [del FSM] non figura neanche nella Carta dei principi del FSM, adottata nel giugno 2001. I marxisti, essendo materialisti, farebbero notare che uno dovrebbe guardare alla  base materiale del forum per afferrare la sua natura. (In realtà non occorre essere marxisti per capire che "chi paga i suonatori sceglie la musica".) Ma il FSM non è d'accordo. Puo attirare fondi da istituzioni imperialiste come la Fondazione Ford durante la lotta alla "dominazione capitalista del mondo e a qualsiasi forma di imperialismo" (Unità di Ricerca per l'Economia Politica, L'Economia e la Politica del FSM , Global Research, 20 gennaio 2004)

La Fondazione Ford ha fornito il supporto principale al FSM, con contributi indiretti alle "organizzazioni partners" partecipanti, dalla Fondazione McArthur, alla Charles Stewart Mott Foundation, The Friedrich Ebert Stiftung, la Fondazione w. Alton Jones, la Commissione europea, numerosi governi europei (tra cui il governo laburista di Tony Blair), il governo canadese, nonché ad un certo numero di organismi delle Nazioni Unite (compresi UNESCO, UNICEF, PNUS, OIL e FAO). (Ibid.).

In aggiunta al supporto iniziale della Fondazione Ford, molte delle organizzazioni della società civile partecipanti ricevono finanziamenti da grandi fondazioni e istituti di beneficenza. A loro volta, le ONG degli Stati Uniti e quelle europee spesso operano come agenzie di finanziamento secondarie canalizzazzando il denaro di Ford e Rockefeller verso organizzazioni partner nei paesi in via di sviluppo, compresi i movimenti contadini e i diritti umani di base.

Il Consiglio internazionale (IC) del FSM è composto da rappresentanti di organizzazioni non governative, sindacati, organizzazioni di media alternativi, istituti di ricerca, molti dei quali sono pesantemente finanziati da fondazioni, come pure dai governi. (Vedere Fórum Social Mundial). I sindacati stessi, che sono regolarmente invitati a confondersi con il CEO di Wall Street al Forum Sociale Mondiale di Davos, compresi AFL-CIO, la Confederazione europea dei sindacati e il Congresso Laburista canadese (CLC) siedono anche nel Consiglio internazionale del FSM (IC). Tra ONG finanziate da importanti fondazioni presenti nell'IC del FSM c'è l'Istituto per l'agricoltura e la politica commerciale (IATP) (vedere la nostra analisi sopra) che sovrintende all'Osservatorio del commercio con sede a Ginevra.

La rete dei Finanziatori per il commercio e la globalizzazione (FTNG), che ha lo status di osservatore al Consiglio internazionale del FSM svolge un ruolo chiave. Mentre incanala il sostegno finanziario per il FSM, funge da camera di compensazione per le principali fondazioni. La rete FTNG descrive se stessa come "un'Alleanza di creatori di sovvenzioni impegnati a costruire comunità giuste e sostenibili nel mondo". I membri di questa alleanza sono la Fondazione Ford, Rockefeller Brothers, Heinrich Boell, C. S. Mott, la Fondazione della Famiglia Merck Open Society Institute, Tides ,tra gli altri. (Per un elenco completo delle agenzie di finanziamento della FTNG vedere FNTG: finanziatori ). La FTNG agisce come un'entità di raccolta di fondi per conto del FSM.

I governi occidentali finanziano i contro-Vertici  e reprimono il movimento di protesta

Per un'amara ironia, i governi, compresa l'Unione europea concedono denaro per finanziare gruppi progressisti (compreso il FSM) coinvolti nell'organizzazione di proteste contro gli stessi governi che finanziano le loro attività:

"Anche i  governi, sono stati significativi finanziatori di gruppi di protesta. La Commissione europea, per esempio, ha finanziato due gruppi che hanno mobilitato un gran numero di persone per protestare contro  i vertici dell'UE a Göteborg e Nizza. La  Lotteria nazionale della Gran Bretagna, che è controllata dal governo, ha contribuito a  finanziare un gruppo al centro del contingente britannico di entrambe le proteste". (James Harding, Contro-Capitalismo , Ft.com, 15 ottobre 2001)

Ci stiamo occupando di un processo diabolico: il governo ospite finanzia il Vertice ufficiale, ed anche le ONG  che partecipano attivamente al Contro-Vertice. Finanzia anche l'operazione di polizia antisommossa che ha un mandato per reprimere i partecipanti di base al Contro-Vertice, compresi i membri di ONG direttamente finanziate dal governo.

Lo scopo di queste operazioni combinate, comprese le azioni violente di vandalismo commesse da poliziotti sotto copertura (Toronto G20, 2010), vestiti come attivisti, è quello di screditare il movimento di protesta e intimidire i suoi partecipanti. L'obiettivo più ampio è di trasformare il contro-vertice in un rituale di dissenso, che serve a sostenere gli interessi del Vertice ufficiale e del governo ospite. Questa logica ha prevalso in numerosi contro-vertici fin dagli anni novanta.

Al Vertice americano del 2001 a Quebec, il finanziamento da parte del governo federale canadese alle principali ONG e ai sindacati è stato concesso a determinate condizioni. Un grande segmento del movimento di protesta è stato de facto escluso dal Vertice popolare. Questo di per sé ha portato ad un secondo luogo di convegno parallelo che alcuni osservatori hanno descritto come un "contro-Vertice popolare". A sua volta, sia le autorità provinciali e federali che la marcia di protesta si sarebbero mossi verso una postazione remota, a circa 10 km dalla città, anziché verso la zona del centro storico dove si teneva il vertice ufficiale FTAA  dietro un "perimetro di sicurezza" fortemente sorvegliato.

"Invece di marciare verso la recinzione perimetrale e gli incontri al Vertice delle Americhe, gli organizzatori della marcia hanno scelto una strada che hanno percorso dal Vertice popolare lontano dalla recinzione, attraverso aree residenziali in gran parte vuote fino al parcheggio di uno stadio in un'area vuota a parecchi chilometri di distanza. Henri Masse, il Presidente della Federazione dei lavoratori e i lavoratori di Québec (FTQ), ha spiegato, "deploro di essere così lontani dal centro-città.... Ma era una questione di sicurezza." Un migliaio di agenti della FTQ hanno mantenuto un controllo molto stretto sulla marcia. [Quando la marcia è arrivata al punto dove alcuni attivisti prevedevano di dividersi e andare su per la collina fino al recinto, gli agenti FTQ hanno segnalato al contingente Canadian Auto Workers (CAW) che camminava a piedi dietro il CUPE di sedersi e arrestare la marcia in modo che gli agenti FTQ potessro bloccare le armi e impedire ad altri di lasciare il percorso di marcia ufficiale." (Katherine Dwyer, Lezioni da Quebec City , Rivista Internazionale socialista, giugno/luglio 2001)

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Perimetro di sicurezza, Quebec City 2001
Il Vertice dell Americhe si è tenuto all'interno di un "bunker" di quattro chilometri fatto
di cemento e con un recinto di acciaio galvanizzato. Il  "Muro di Quebec" alto 10 piedi
circondava parte del Centro storico della città compresi la compagine parlamentare
dell'Assemblea nazionale, alberghi e aree per lo shopping.

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Quebec City, aprile 2001

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Quebec City 2001, costruzione della recinzione di sicurezza

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Quebec City, aprile 2001

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Recinzione di sicurezza del G20 a Toronto 5,5 milioni di dollari, giugno 2010

Capi delle ONG contro le loro Basi

L'istituzione del World Social Forum (WSF) nel 2001 è stato senza dubbio un punto di riferimento storico, che ha riunito decine di migliaia di attivisti impegnati. E' stato  un luogo importante che ha consentito lo scambio di idee e la creazione di legami di solidarietà.

Quello che è in gioco è il ruolo ambivalente dei leaders delle organizzazioni progressiste. Il loro rapporto educato e accogliente con i circoli ristretti di potere, con le corporazioni  e i fondi pubblici, agenzie di finanziamento, la Banca mondiale, ecc., mina la loro relazione e la responsabilità verso la base. L'obiettivo della fabbricazione del dissenso è proprio questo: mantenere i leaders a distanza dalle loro basi come mezzo per mettere a tacere e indebolire efficacemente le azioni della base.
Il finanziamento del dissenso è anche un mezzo per  infiltrare le ONG, nonché per acquisire informazioni sulle strategie di protesta e di resistenza dei movimenti di base.

La maggior parte delle organizzazioni partecipanti al Forum sociale mondiale tra cui le organizzazioni contadine, studenti e lavoratori, fermamente impegnate nella lotta contro il neoliberismo erano ignare delle relazioni del Consiglio internazionale del FSM con il  finanziamento corporativo, negoziato dietro le loro spalle da una manciata di leaders di ONG con legami con agenzie di finanziamento sia ufficiali che private.

Il finanziamento di organizzazioni progressiste non è incondizionato. Il suo scopo è quello di "placare" e modificare il movimento di protesta. Condizioni precise vengono imposte tramite le agenzie di finanziamento. Se esse non sono soddisfatte, gli esborsi sono sospesi e la ONG destinataria viene condotta de facto al fallimento a causa della mancanza di fondi.

Il FSM si definisce come "un luogo di incontro aperto per la riflessione, il dibattito democratico delle idee, la formulazione di proposte, il libero scambio di esperienze e inter-connessione per un'azione efficace, per gruppi e movimenti della società civile che si oppongono al neoliberismo e alla dominazione capitalista del mondo e a qualsiasi forma di imperialismo, ed  è impegnato per la costruzione di una società centrata sulla persona umana". (Vedere Fórum Social Mundial , accesso ai dati 2010).

Il FSM è un mosaico di singole iniziative che non  minacciano o contestano direttamente la legittimità del capitalismo globale e delle sue istituzioni. Esso si riunisce ogni anno. E' caratterizzato da una moltitudine di sessioni e seminari. A questo proposito, una delle caratteristiche del FSM era di mantenere una struttura "fai da te", caratteristica dei contro-vertici popolari al G7 degli anni '90 finanziati dal donatore.

Questa struttura apparentemente disorganizzata è intenzionale. Mentre favorisce il dibattito su un numero di singoli argomenti, la struttura del FSM non è favorevole all'articolazione di un programma  comune coeso e ad un piano d'azione diretto contro il capitalismo globale. Inoltre, gli Stati Uniti hanno portato la guerra in Medio Oriente e Asia centrale, che scoppiò un paio di mesi dopo l'incontro inaugurale del FSM di Porto Alegre, nel gennaio 2001,  e che non è stata una questione centrale  al forum di discussione.

Ciò che prevale è una vasta e complessa rete di organizzazioni. Le organizzazioni di base destinatarie nei paesi in via di sviluppo sono invariabilmente ignare che le ONG loro partners negli Stati Uniti o nell'Unione europea, che stanno fornendo loro sostegno finanziario, sono esse stesse finanziate da importanti fondazioni. Il denaro viene dall'alto, mettendo dei vincoli alle azioni a livello locale. Molti di questi leaders di ONG sono individui impegnati e di buone intenzioni che agiscono in un quadro che imposta i limiti del dissenso. I leaders di questi movimenti vengono cooptati, spesso senza nemmeno rendersi conto che a causa del finanziamento corporativo hanno le mani legate.

Il capitalismo globale finanzia l'anticapitalismo: un rapporto assurdo e contraddittorio.

"Un altro mondo è possibile", ma esso non può essere utilmente realizzato sotto il presente accordo.

Un cambiamento del Forum sociale mondiale, della sua struttura organizzativa, dei suoi accordi di finanziamento e della sua leadership è necessario.

Non ci può essere nessun movimento di massa significativo quando il dissenso è generosamente finanziato da quegli stessi interessi corporativi che sono bersaglio del movimento di protesta. Nelle parole di McGeorge Bundy, Presidente della Fondazione Ford (1966-1979), ""Tutto quello che la Fondazione [Ford] ha fatto potrebbe essere considerato come «rendere il mondo sicuro per capitalismo»".

Fonte: Global Research, 20 Settembre, 2010
Traduzione: Dakota Jones