giovedì 28 aprile 2011

La crisi del debito nell'Unione europea: proposte chiave per un'altra Europa

di Dr. Eric Toussaint
Global Research
CADTM

europe-crisis La crisi ha scosso l'Unione europea nelle sue stesse fondamenta. Con l'aiuto e il favoreggiamento dei governi attualmente in carica, della Commissione europea (CE), della Banca centrale europea (BCE), e del FMI, gli istituti finanziari responsabili della crisi stanno facendo un sacco di soldi speculando sul debito pubblico. Nel frattempo, gli imprenditori stanno approfittando della situazione per lanciare un'offensiva contro i diritti sociali ed economici della maggioranza.

La riduzione del deficit pubblico deve essere realizzato non attraverso i tagli alla spesa per i programmi sociali, ma attraverso un aumento delle entrate fiscali a seguito di misure efficaci contro l'evasione fiscale, più imposte sul capitale, transazioni finanziarie, ricchezza personale, e redditi più alti. Per ridurre i deficit pubblici, i tagli dovrebbero riguardare la spesa per le armi, così come le altre spese socialmente riprovevoli e dannose per l'ambiente. E' invece essenziale aumentare la spesa per i programmi sociali, se non altro per compensare le conseguenze della depressione economica. Al di là di questa posizione di protezione, la crisi attuale dovrebbe essere vista come un'opportunità per rompere con la mentalità capitalista e ottenere un cambiamento radicale nella società. La nuova logica da sviluppare deve allontanarsi dal produttivismo, prendere in considerazione l'ambiente, eliminare tutte le forme di oppressione (basata su razza, sesso o altri criteri arbitrari), e sostenere l'accesso universale ai beni comuni.

Per raggiungere questo scopo noi dobbiamo costruire un fronte anti-crisi, sia a livello locale che a livello europeo in modo da mettere insieme abbastanza energia per creare un equilibrio di potere che è favorevole alla realizzazione di soluzioni radicali che puntino sulla giustizia sociale e la preoccupazione per l'ambiente. Già nell'agosto 2010, il CADTM ha elaborato otto proposte alternative alla crisi in Europa. [1] Il punto principale è la necessità di annullare la parte illegittima del debito pubblico. A tal fine, il CADTM (Ndr:Comitato per l'Annullamento del Debito del Terzo Mondo) raccomanda di istituire una revisione sotto il controllo dei cittadini, che deve essere combinata, in alcuni casi, con una sospensione unilaterale e sovrana del rimborso. L'obiettivo della revisione è quello di annullare la parte illegittima del debito pubblico e ridurre fortemente il resto.

Una drastica riduzione del debito pubblico è necessaria ma non sufficiente per ottenere l'uscita dalla crisi dei paesi dell'UE. Deve essere completata con misure significative in diversi settori.

1. Revisione del debito pubblico per annullare la parte illegittima

Una parte significativa del debito pubblico nei paesi dell'Unione europea è illegittima in quanto è il risultato di una politica deliberata da parte dei governi che hanno deciso di privilegiare sistematicamente le classi agiate, a scapito di altri membri della società. La riduzione delle imposte sui redditi più elevati, sulla ricchezza personale e sugli utili delle società private hanno indotto le autorità ad aumentare il debito pubblico per compensare il calo delle entrate pubbliche. Essi hanno inoltre aumentato il carico fiscale sulle famiglie a basso reddito, cioè sulla maggioranza della popolazione. Inoltre, il salvataggio del 2007-2008 delle istituzioni finanziarie private responsabili della crisi, ha significato un enorme dispendio di denaro pubblico e un rapido aumento del debito pubblico. La diminuzione dei ricavi a causa della crisi innescata da istituzioni finanziarie private, ha dovuto essere finanziata ancora una volta dal massiccio ricorso al prestito. Da tale contesto si evince chiaramente l'illegittimità di una parte significativa del debito pubblico. In un certo numero di paesi ricattati dai mercati finanziari si devono aggiungere altre fonti evidenti di illegittimità. Dal 2008 in poi, il denaro pubblico è stato preso in prestito da banche private (ed altre istituzioni finanziarie private), che hanno usato il denaro ricevuto a tassi molto bassi dalle banche centrali, per speculare e costringere i governi ad aumentare gli importi che vengono loro versati. In paesi come Grecia, Ungheria, Lettonia, Romania e Irlanda, i prestiti del FMI sono stati concessi a condizioni sfavorevoli agli interessi economici e sociali della popolazione. Peggio ancora, queste condizioni favoriscono di nuovo le banche ed altre istituzioni finanziarie. Devono quindi essere considerate illegittime. Infine, in alcuni casi i governi sono andati contro la volontà del popolo: per esempio, mentre nel febbraio 2011 una grande maggioranza degli irlandesi ha votato contro i partiti che avevano concesso regali ai banchieri ed accettato le condizioni imposte dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, la nuova coalizione di governo ha attuato le stesse politiche di quelle precedenti. Più in generale, in molti paesi, il ramo legislativo del governo è stato marginalizzato da politiche imposte dal potere esecutivo, dopo gli accordi con la Commissione europea e il FMI. L'esecutivo presenta l'accordo al Parlamento che poi deve prendere o lasciare.In alcuni casi, dibattiti senza voto sono organizzati sui temi più importanti. La tendenza del potere esecutivo a trasformare il Parlamento in un'assemblea per avallare ciecamente è sempre più forte.

In una tale situazione problematica, sapendo noi che numerosi paesi dovranno presto affrontare uno scenario di insolvenza per mancanza di denaro, e che il rimborso del debito illegittimo è inaccettabile per definizione, dobbiamo parlare a voce alta e chiara a favore della cancellazione del debito illegittimo. Il costo della cancellazione deve essere sostenuto dalle istituzioni finanziarie private, vale a dire da quelli che sono responsabili della crisi.

Paesi come Grecia, Irlanda, Portogallo, e quelli dell'Europa orientale (o al di fuori dell'UE, come l'Islanda), ossia paesi che vengono ricattati da speculatori, FMI ed altri organismi come la Commissione europea, dovrebbero richiedere un moratoria unilaterale sul rimborso del debito pubblico. La proposta è di ottenere il sostegno popolare nei paesi che sono maggiormente colpiti dalla crisi. A Dublino alla fine di novembre 2010, in un sondaggio telefonico di circa 500 persone, il 57% degli irlandesi preferiva l'inadempienza all'aiuto di emergenza del FMI e dell'UE. Inadempienza! dice il popolo, era il titolo del Sunday Independent, il principale settimanale  dell'isola. Il CADTM sostiene che una tale moratoria unilaterale deve essere combinata con la revisione dei prestiti pubblici (con la partecipazione dei cittadini).La revisione dovrebbe fornire al governo e  all'opinione pubblica le prove e gli argomenti per annullare/ripudiare la parte del debito che è stato riconosciuto come illegittimo. Il diritto internazionale e le varie leggi nazionali offrono una base giuridica per questo atto sovrano unilaterale di cancellazione/ripudio.

La sua esperienza di lavoro sulla questione del debito del Sud incita la CADTM a mettere in guardia i paesi inadempienti, nei confronti di misure insufficienti, come la mera sospensione del rimborso, che può rivelarsi controproducente. Ciò che occorre è una moratoria senza maturazione di interessi sull'eccesso di debito.

In altri paesi come Francia, Regno Unito o in Germania, può non essere indispensabile chiedere una moratoria unilaterale durante il periodo di revisione. Eppure una verifica deve essere effettuata al fine di determinare la portata della soppressione/ripudio auspicata. Se il contesto economico internazionale dovesse degradarsi ulteriormente, una sospensione del pagamento potrebbe essere all'ordine del giorno anche per i paesi che pensano di non poter essere ricattati da creditori privati.

La partecipazione dei cittadini è una condizione irrinunciabile per garantire che la revisione sia obiettiva e trasparente. Il comitato incaricato della valutazione deve comprendere vari organismi pubblici interessati, esperti di finanze pubbliche di controllo, economisti, giuristi, costituzionalisti e rappresentanti dei movimenti sociali. In questo modo sarà possibile decidere le diverse responsabilità coinvolte nel processo di indebitamento ed esigere l'assunzione di colpa dei responsabili, sia a livello nazionale che internazionale. Qualora il governo attuale non dovesse essere d'accordo per la revisione contabile del debito, deve essere istituita una revisione di un comitato di cittadini, senza la partecipazione del governo.

In tutti i casi, è legittimo che le istituzioni private e gli individui a reddito elevato, che detengono titoli di debito, si assumano l'onere della cancellazione del debito sovrano illegittimo, in quanto essi sono in gran parte responsabili della crisi, e ne hanno anche approfittato. Si tratta semplicemente di un giusto ritorno ad  una  maggiore giustizia sociale. E' importante creare un registro dei detentori di titoli, al fine di risarcire coloro che hanno bassi o medi redditi.

Se la revisione dovesse apportare la prova di reati connessi al debito illegittimo, i responsabili devono essere pesantemente condannati a pagare un risarcimento e finire in carcere come si addice alla gravità delle loro trasgressioni. Gli enti pubblici che hanno contratto prestiti illegittimi deve essere ritenuti responsabili.

Quanto al debito legittimo, i creditori dovrebbero essere costretti a cercare di ridurre il capitale e i tassi di interesse, e a rinviare la scadenza. Anche in questo caso, una discriminazione positiva a favore dei piccoli detentori di titoli di debito pubblico, dovrebbe assicurare che vengano pagati. Inoltre, l'importo nel bilancio dello stato, accantonato per rimborsare il debito, deve essere limitato a seconda delle condizioni economiche, della capacità di rimborso degli enti pubblici, e della natura irriducibile della spesa per i programmi sociali. Dobbiamo prendere ispirazione da ciò che è stato fatto per la Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale. L'Accordo di Londra del 1953 sul debito estero della Germania (che tra l'altro ha ridotto il capitale del debito del 62%) ha stabilito che l'impegno di debito/ammontare del reddito annuale da esportazione non può superare il 5%. [2] Si potrebbe definire un analogo rapporto: l'importo dedicato a ripagare il debito non può superare il 5% dei ricavi dello Stato. Dobbiamo inoltre definire un quadro giuridico in modo da evitare il ripetersi della crisi che è iniziata nel 2007-2008, compreso il divieto di socializzare i debiti privati, l'obbligo di organizzare un controllo permanente delle politiche di debito pubblico, con la partecipazione dei cittadini, la non applicabilità dei limiti di legge per i reati connessi al debito illegittimo, la nullità del debito illegittimo, e così via.

2. Fermare i piani di austerità, sono ingiusti e stanno solo rendendo la crisi peggiore

I governi dei paesi europei hanno scelto di soddisfare le richieste del FMI e di imporre severe politiche di austerità sulle loro popolazioni, con tagli alla spesa pubblica, compresi i licenziamenti di massa dei dipendenti pubblici e stipendi ridotti o addirittura congelati per loro, accesso ridotto ad alcuni servizi pubblici essenziali e ai servizi di protezione sociale, dopo l'età pensionabile. Al contrario, le aziende pubbliche hanno chiesto - e ottenuto - un aumento dei loro prezzi, mentre il costo per ottenere l'accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione è aumentato. L'utilizzo di imposte indirette più alte particolarmente ingiuste, come l'imposta sulle vendite (IVA) è sempre più frequente. Gli enti Pubblici nei settori aperti alla concorrenza sono stati massicciamente privatizzati. Le politiche di austerità attuate sono state spinte a livelli mai raggiunti dalla seconda guerra mondiale. Le conseguenze della crisi sono state quindi rese molto peggiori mediante i provvedimenti contestati, il cui obiettivo principale è quello di tutelare gli interessi dei detentori del capitale.In poche parole, champagne per i banchieri, e noccioline per i lavoratori, pensionati e disoccupati!

Ma la gente è sempre meno disposta a sopportare l'ingiustizia di tali riforme, che determinano una regressione sociale su larga scala. Coloro che sono costretti a contribuire al meglio, per consentire ai governi di rimborsare i creditori, sono lavoratori dipendenti, disoccupati e famiglie a basso reddito. Nel frattempo, le donne sono le più colpite, dal momento che l'attuale organizzazione della società patriarcale e dell'economia è tale che esse portano il peso delle conseguenze disastrose di dover fare i turni, lavorare part-time, e occupare posti di lavoro sotto-pagati. Sono anche direttamente colpite dal degrado dei servizi sociali pubblici. La nostra lotta per imporre un altro modo di pensare deve andare di pari passo con una lotta per il rispetto totale dei diritti delle donne.

3. Stabilire una vera giustizia fiscale europea e un'equa ridistribuzione della ricchezza. Proibire transazioni con i paradisi fiscali e legali. Lottare contro la frode fiscale di massa, commessa dalle aziende più grandi e più prospere.

Dal 1980, le aliquote delle imposte dirette sui redditi più alti e sulle multinazionali più grandi sono diminuite con continuità nell'Unione europea. Tra il 2000 e il 2008, il più alto tasso di imposta sul reddito personale è diminuito del 7 per cento, mentre il più alto tasso di imposta sulle corporazioni è diminuito dell'8,5 per cento. Queste centinaia di miliardi di euro in sgravi fiscali sono stati in gran parte elargiti agli speculatori e ai membri più ricchi della società, che hanno visto la loro ricchezza continuare ad accumularsi.

Riforme fiscali più ambiziose rivolte alla giustizia sociale, devono essere attuate (diminuzione delle entrate e della ricchezza personale dei più ricchi, in modo che il resto del pianeta possa avere di più), e adottate in tutta Europa, al fine di prevenire il dumping fiscale. [3] L'obiettivo è quello di aumentare le entrate pubbliche, in particolare mediante un'imposta progressiva sui redditi degli individui più ricchi  (l'aliquota marginale per quelli che si trovano nella fascia fiscale più alta, deve essere portata al 90% [4]), una tassa sulla ricchezza personale al di sopra di un certo importo, e un'imposta sulle aziende. Questo incremento dei ricavi deve essere accompagnato da una rapida diminuzione del prezzo dei beni  e servizi giornalieri, quali generi alimentari di base, acqua, elettricità, riscaldamento, trasporto pubblico, e materiale scolastico, che può essere realizzato attraverso una mirata e sostanziale diminuzione dell'imposta sulle vendite (IVA) applicata a questi beni e servizi vitali. Le politiche fiscali adottate dovrebbero anche incoraggiare la protezione dell'ambiente, mediante l'applicazione di una tassa dissuasiva per penalizzare le aziende che inquinano.

L'UE deve adottare una tassa sulle transazioni finanziarie, in particolare sui mercati dei cambi, in modo da aumentare le entrate del governo.

Nonostante le loro nobili intenzioni, i paesi del G20 hanno più volte rifiutato di trattare l'argomento dei paradisi fiscali e legali. Una misura semplice per combattere contro questi paradisi fiscali (che sottraggono risorse vitali necessarie per lo sviluppo delle persone nel Nord e nei paesi del Sud), consisterebbe nell'adozione di una legge che vieta ufficialmente a tutti gli individui e le imprese situate in un paese di fare qualsiasi tipo di transazione attraverso un paradiso fiscale, con una sanzione pecuniaria che sarebbe equivalente alla somma della transazione proibita. In definitiva, questi pozzi neri finanziari devono essere eliminati, insieme con le attività criminali, corruzione, e delinquenza dei colletti bianchi e di quelli in giacca e cravatta che avvengono.

La frode fiscale drena una notevole quantità di risorse dalla comunità locale e va a detrimento dell'occupazione. Ingenti risorse pubbliche devono essere attribuite ai servizi di finanza pubblica in modo che possano lottare contro questo tipo di frode in modo efficace. I risultati delle loro attività devono essere rese pubbliche, e i colpevoli devono essere severamente puniti.

4. Frenare i mercati finanziari creando un registro dei possessori di titoli, e vietando le vendite allo scoperto e speculazioni in diversi settori. Creare un'Agenzia europea di rating pubblico.

La speculazione in tutto il mondo rappresenta più volte la quantità di ricchezza prodotta sul pianeta. La natura altamente complessa  di questa  ingegneria finanziaria la rende totalmente incontrollabile. I meccanismi messi in gioco minano l'economia reale. Le operazioni finanziarie non trasparenti sono la regola. Per essere tassati alla fonte, i creditori devono essere prima identificati. La dittatura dei mercati finanziari deve finire! La speculazione deve essere proibita in molti contesti. La speculazione su titoli di Stato, valute, e cibo dovrebbe essere proibita.[5] Le vendite allo scoperto devono essere vietate [6] e i Credit Default Swaps strettamente regolamentati. I mercati dei derivati ​​non quotati in borsa devono essere chiusi, perché sono veri e propri buchi neri, non soggetti ad alcuna regolamentazione o  sorveglianza.

Le agenzie di rating devono essere seriamente riformate e rigorosamente regolamentate. Lungi dall'essere gli strumenti per obiettive stime scientifiche, sono diventate i dispositivi di base per costruire la globalizzazione neoliberista e hanno già provocato catastrofi sociali diverse volte. Quando il rating di un paese viene abbassato, i tassi d'interesse sui prestiti fatti ad esso vengono aumentati, il che spiega perché la situazione economica del paese in questione si deteriora ulteriormente. Il comportamento compiacente degli speculatori aggrava notevolmente le difficoltà incontrate, che incideranno negativamente sui cittadini comuni. L'atteggiamento remissivo di queste agenzie di rating nei loro rapporti con il settore finanziario dell'America del Nord, le ha trasformate  in attori importanti sulla scena internazionale, e la loro responsabilità nello scoppio e peggioramento della crisi non è stata evidenziata a sufficienza dai media. La stabilità economica dei paesi europei è stata messa nelle mani di queste agenzie di rating, senza garanzie, nessun serio mezzo di controllo su di esse è stato fornito dalle autorità governative. L'unico modo per uscire da questa impasse è la creazione di un rating pubblico.

Notes Note

[1]  Vedi http://www.the CADTM.org / Debito-a-boo ...

[2] Vedi Éric Toussaint, La Banca Mondiale: un Testo Fondamentale, Pluto Press, Londra (2008), capitolo 4.

[3] Ad esempio in Irlanda, dove le imposte sugli utili societari sono solo12.5.

[4] Questo tasso del 90% fu imposto ai ricchi negli Stati Uniti negli anni '30 sotto la presidenza di Franklin Roosevelt.

[5] Vedi Éric Toussaint "Arrivare alle cause della crisi alimentare" http://www.cadtm.org/Getting-to-the ...

[6]  Le vendite allo scoperto consentono agli operatori di speculare sul prezzo di un titolo, che si aspettano scenderà, mediante operazioni in cui acquistano subito per rivendere immediatamente lo stock che non possiedono a breve giro. Le autorità tedesche hanno vietato queste transazioni dubbie, mentre le autorità francesi e quelle di altri paesi sono contrarie a questo divieto tedesco.

Tradotto da Charles La Via, Christine Pagnoulle e Vicki Briault

Éric Toussaint è dottore in Scienze Politiche (Università di Liegi e Università di Paris VIII), presidente del CADTM-Belgio (Comitato per l'Annullamento del Debito del Terzo Mondo, www.cadtm.org), autore con Damien Millet di Il Debito, il FMI, e la Banca mondiale. Sessanta Domande, Sessanta risposte, Rassegna mensile, New York, 2010.

Fonte: Global Research 27 Aprile 2011
Taduzione: Dakota Jones

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