domenica 21 aprile 2013

Crisi sistemica globale - Ormai è guerra dichiarata tra il mondo politico economico e la sfera bancario-finanziaria.

Club Capretta

GEAB n. 74 in Italiano
Tradotto per il Club Capretta da Fedro55 e Aigor

Geab 74 copertina

Crisi sistemica globale - Ormai è guerra dichiarata tra il mondo politico economico e la sfera bancario-finanziaria.

Commento dell'ultimo minuto

Dal momento che la chiusura dei contenuti del GEAB n. 74 è stata fatta sabato sera (il 13/04/2013 n.d.t.), il nostro team segue con attenzione l’insolita coincidenza del crollo di tutti gli indicatori: borse europee, americane ed asiatiche, materie prime... ma anche e soprattutto dell'oro.

Noi, malauguratamente, non abbiamo avuto il tempo di soffermarci su questi fenomeni. L’interpretiamo comunque in linea con quello che abbiamo descritto in questo numero.

Peraltro, riferendoci a quelle situazioni che in questo numero descriviamo essere ancora in fase tranquilla, ancora da venire, ci si chiede se queste premesse non siano quelle del crollo che abbiamo previsto per il periodo da marzo a giugno del 2013.

(continua...)

L'austerità occidentale (il sequestro dell’economia USA più la cura dell’austerità per l'Europa) in virtù della quale la crescita cinese si è fermata, evento in sintonia con i dati al ribasso così come annunciati oggi, sta provocando un crollo dei prezzi delle materie prime e degli scambi in borsa, che a loro volta determinano come conseguenza un calo delle attività bancarie e costringe le banche a monetizzare con urgenza le loro posizioni per ottenere liquidità.

La moneta-oro è la più venduta e si ritrova a condurre la danza.

Il fenomeno sarebbe ancora più eclatante se fossimo nelle more di un processo speculativo normale in cui il vantaggio di un mercato va a scapito di un altro.

Siamo probabilmente all'inizio di un periodo di panico nel quale tutte le posizioni speculative verranno abbandonate.

Se realmente sta accadendo un collasso del tipo di quello accaduto nel 2008, la domanda da porsi è: da dove potranno mai arrivare le migliaia di miliardi che hanno salvato in extremis il sistema finanziario nel 2009?

Secondo il metodo dell’anticipazione politica, la datazione di un punto di rottura si effettua identificando i periodi ad alto rischio nei quali la più piccola scintilla da' fuoco a tutte le polveri.

Il periodo attuale è un tipico esempio nel quale si combinano un numero impressionante di fattori esplosivi: nuove bolle finanziarie gonfiate da massicce iniezioni di denaro pubblico, instabilità geopolitica mondiale, guerre valutarie, instabilità globale, inizio della guerra politica contro il "terrorismo finanziario", crisi politica in Europa, disoccupazione di massa ed economia reale deteriorata, escludendo, naturalmente, il debito pubblico alle stelle.

Si tratta di una tale coincidenza di fattori che è un miracolo che questa situazione possa perdurare.

Ne avevamo analizzato i motivi nel GEAB N. 71, in particolare l'interesse comune a mantenere in vita gli Stati Uniti con la respirazione artificiale e l'eccessiva generosità delle banche centrali.

Quest'ultimo aspetto ha raggiunto una nuova tappa con la politica della Banca del Giappone che questa volta, lungi dal ridurre il livello di rischio, lo ha al contrario amplificato, come spieghiamo qui di seguito, ed è un esempio eclatante della fuga in avanti che è utilizzata oggi come politica da alcuni paesi a corto di soluzioni, e che i lettori del GEAB conoscono bene: Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Il nostro team ritiene che sia stato compiuto un nuovo passo verso l’instabilità del sistema.

Inoltre, alcune note discordanti stanno tentando di abbattere l'assordante muro di silenzio gelosamente imposto dal mondo finanziario sulla situazione reale, come l'improvviso deterioramento a "sorpresa" di tutti gli indicatori macroeconomici che riflettono ancora presunti segnali di "ripresa": quelli dell’occupazione negli Stati Uniti (1 ), in Canada (2), e in Australia (3); gli indici della fiducia (4); quelli delle vendite di computer (5) e di telefoni cellulari (6); quelli delle esportazioni cinesi (7); quelli delle vendite di auto nei paesi BRICS (8 ) e così via.

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Il volume delle vendite di benzina al dettaglio negli Stati Uniti.
Fonte: EIA

La crisi di Cipro è anche un buon campanello d'allarme.

Le preoccupazioni generate da questa minuscola isola, lontana quindi dal cuore finanziario globale che è rappresentato dalla zona-dollaro, lasciano presagire quello che accadrà nel caso venga allentato uno dei nodi centrali del sistema.

Infatti, mentre poco a poco l’Europa medica le sue piaghe, al contrario "la zona USA" si aggroviglia sempre di più nei processi responsabili della crisi, come se scegliere un trampolino ancora più alto per tuffarsi dentro ad una piscina senza acqua potesse rendere l'impatto meno doloroso.

In questo numero, vi presentiamo i primi due punti, su sei, dell'analisi completa:

LA CRISI AL QUADRATO O LA FUGA "POLITICA" IN AVANTI

"Costruire una nuova crisi sulla crisi attuale" sembra essere l'obiettivo della politica del Giappone, del Regno Unito e degli Stati Uniti.

Riflettendo sui prodotti finanziari che sono esplosi a mezz'aria nel 2008, i "CDO al quadrato" (9) sono delle costruzioni complesse basate su costruzioni complesse (CDO su altri CDO) miranti a diluire il rischio, ma che in realtà l’esasperano: la fuga in avanti guidata da questi paesi crea una sorta di "crisi al quadrato", una nuova crisi sulla crisi del 2008.

Essi pretendono di poter spegnere un incendio annaffiandolo, senza però rendersi conto che non è acqua quella utilizzata, ma benzina.

E così la Banca del Giappone svela il suo piano per comprare il debito giapponese (10), un piano che farebbe morire di gelosia Ben Bernanke e il suo QE.

Se non fosse che il Giappone ha avuto un passato doloroso su questo argomento, potremmo dire che è stata tolta la sicura ad un'arma atomica e che i rischi di uno scivolone sono enormi, con conseguenze collegate all'incremento della potenza di fuoco.

In effetti, l'enorme debito giapponese è stato fino ad oggi sostenibile perché gli interessi dei Buoni del Tesoro sono sempre stati molto bassi, in un ordine del 0,5%.

Gli investitori, prevalentemente istituzioni nazionali, hanno sempre accettato tali rendimenti minimi perché l'inflazione è sempre stata negativa, in un ordine di circa il -0,5%, facendo così salire il rendimento reale a circa l'1%.

Ma già vi erano tensioni che stavano emergendo, come ad esempio la minaccia da parte dei più grandi fondi pensione giapponesi e mondiali di abbandonare i buoni del tesoro giapponesi (11).

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Tasso dei buoni del tesoro giapponese a 5 anni.
Fonte: Zerohedge / Bloomberg

Tuttavia con un obiettivo di inflazione del 2% ed una banca centrale determinata a raggiungerlo raddoppiando la quantità di moneta in circolazione (12) (!), Il tasso dei buoni del tesoro dovrà salirà intorno al 3% per lasciare agli investitori un rendimento reale dell'1%.

Su un debito pubblico superiore al 200% del PIL, questo tasso è insostenibile perché il costo del debito rappresenta, al ritmo attuale, già il 40% delle entrate del governo (13).

Il mercato ne è ben consapevole, come lo dimostrano le quattro sospensioni temporanee in quattro giorni del mercato dei titoli di stato giapponesi a causa delle eccessive fluttuazioni (14).

Si tratta di un chiaro avvertimento della presenza di un rischio di collasso incontrollato.

Il Giappone è dunque in una situazione di stallo: continuare questa massiccia iniezione di liquidità che può creare inflazione e portare da una parte ad una insolvibilità del debito pubblico giapponese, a causa dei tassi di interesse insostenibili (con delle conseguenze drammatiche sulla società e sui fondi pensione), dall'altra ad una spirale incontrollabile dove la BoJ (Bank of Japan – n.d.t.) rimarrebbe l'unico giocatore sul mercato dei buoni del tesoro mentre tutti gli altri vendono; oppure arrestare il piano in corso e lasciare che l'economia deperisca ulteriormente.

Senza contare il fatto che, patriottismo o no, ci sarebbe la forte tentazione per le imprese giapponesi d’investire all'estero, per proteggersi dalla caduta libera dello yen che ora come ora sta "scherzando" con un tasso di scambio di circa 100 yen per un dollaro.

BOLLE OVUNQUE E PER TUTTI I GUSTI

Ma, in misura minore, la stessa strategia è in fase di test da parte degli Stati Uniti sin dall'inizio della crisi.

Questa illusione forzata di una vera e propria economia in buona salute alimenta lo svilupparsi di bolle praticamente ovunque.

Che sia la bolla dei finanziamenti agli studenti, quella per l'acquisto di auto, o piuttosto quella bolla sui buoni del tesoro, o addirittura un nuovo tipo di bolla relativa ai subprime, creata su richiesta di Obama che ora sta incitando le banche a concedere prestiti alle famiglie meno sicure (15), al fine di rilanciare il mercato immobiliare, tutti questi settori dell'economia sono "tenuti su" solo grazie alla Fed e sono scollegati dalla realtà, come abbiamo ben visto nel GEAB N ° 73.

Ma, parafrasando una frase di un film (16), non è la bolla che è importante, è l'atterraggio.

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Produzione e consumo negli Stati Uniti: in rosso, la produzione commercializzabile a livello globale (beni industriali in generale con pochi servizi); in azzurro, i consumi privati; in blu scuro i consumi governativi.
In trilioni di dollari nella valuta del 2011.
Fonte: Tullet Prebon

Tuttavia questo problema non si è accontentato di rimanere confinato agli Stati Uniti.

In effetti, ha anche contribuito ad alimentare una "bolla emergente nelle nazioni" (17) (vedi tabella sotto) che ha fallito il suo obiettivo e sta cominciando a sgonfiarsi (18), cancellando la speranza che l'economia mondiale potesse essere sostenuta e spinta avanti dai paesi emergenti nel 2013.

Il Canada stesso è in difficoltà, con una enorme bolla immobiliare (vedi il GEAB n. 69), con deludenti statistiche sull'occupazione, ecc. ecc.

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Mercato immobiliare cinese e brasiliano - Prezzi dell'immobiliare
Primo grafico: Shanghai
Secondo grafico: San Paolo Fonte: Global Property Guide

Ma in realtà è il dollaro stesso ad essere la bolla finale.
Tutta la supremazia degli Stati Uniti è fondata sul dominio del dollaro, e l'obiettivo fondamentale della loro politica estera è quello di preservare questo dominio a tutti i costi.

Tuttavia, essi non possiedono più questa opzione.
Il ruolo del dollaro sta svanendo da tutti i punti di vista:

  • improvvisi accordi di scambio o speculazioni extra-dollaro in borsa (19);
  • improvvise perdite di fiducia, incluso negli stessi Stati Uniti dove la politica inflazionistica della Fed ha portato diversi Stati membri ad autorizzare l'utilizzo dell'oro come valuta o, per lo meno, di considerarlo tale (20);
  • il progressivo scarico dei buoni del tesoro statunitensi da parte della Cina (21) (si tratterebbe di questo anche perché i suoi formidabili surplus commerciali sono scomparsi), e così via.

Anche la bolla del Bitcoin (22) illustra questa sfiducia nel dollaro come abbiamo anticipato nel GEAB n. 71: "L'esperimento con valute alternative [...] è all'ordine del giorno nel 2013. [...] Due diverse motivazioni spingono verso questi esperimenti. [Il primo è] la perdita di fiducia nella moneta ufficiale ".

Una zona del dollaro che soffre a causa di migliaia di tagli e una Fed che, al contrario, sta stampando quantità crescenti di moneta e portando ad un eccesso di offerta di dollari, la cui conseguenza sarà lo scoppio della bolla del dollaro.

Se facciamo un confronto, le altre economie non dipendono dallo status internazionale della loro moneta, ma se fosse il contrario e venisse internazionalizzata, questo non potrebbe che farne aumentare l'importanza.

Per prolungare la supremazia del dollaro, oltre ai soliti mezzi sempre meno efficaci che utilizzano il petrolio e il potere militare, gli Stati Uniti cercano di creare zone di scambio libero a destra e a sinistra.

L'argomento relativo alle zone di libero scambio è ormai all'ordine del giorno nel 2013, come abbiamo scritto nel GEAB n. 71.

Tuttavia, avevamo anticipato che la maggior parte di queste sarebbe fallita o sarebbe rimasta un guscio vuoto travestito da nuovo protezionismo: questo è esattamente ciò che sta accadendo con i negoziati tra Europa e Stati Uniti, che sta cristallizzando il malcontento della gente comune (23) e non avrà abbastanza successo semplicemente perché gli europei non vogliono prodotti americani (e viceversa).

Le sole e rare trattative per zone di libero scambio che possono ancora sperare di avere successo, sono ad esempio quelle come gli accordi tra l'Europa e l'India, perché sono due aree dove viene garantito l'avvicinamento per poter svolgere un maggiore ruolo internazionale, ma anche qui la pillola è comunque difficile da digerire: infatti gli indiani stanno imponendo vincoli che sono sempre più difficili da accettare (24).

L'obiettivo delle regioni più importanti del mondo è, per il momento, quello di rafforzare se stesse e non aprire i propri confini.

Non essendo in grado di andare contro questa tendenza di base di logiche regionali, la conseguenza di questi numerosi trattati di libero commercio è quella di accentuare la guerra valutaria, il mezzo più comodo per continuare a perseguire una forma di protezionismo quando le barriere tariffarie sono vietate.

In breve, la sicurezza per il dollaro non giungerà dai trattati di libero commercio.


Note:
1
Leggere: Quit Blaming employment Europe for Bad Jobs News in the U.S., Bloomberg (09/04/2013)

2 Fonte: CBC News 05/04/2013

3 Fonte: The Telegraph 11/04/2013

4 Cfr., frag li altri: Dallas News 09/04/2013

5 Fonte: Le Monde 12/04/2013

6 Fonte: L'Expansion 13/02/2013

7 Fonte: The Wall Street Journal 10/04/2013

8 Fonte: le Monde 11/04/2013

9 Per una spiegazione semplice del principio dei CDO e dei CDO al quadrato, guardare il video su Information Processing (17/10/2008). Vedere anche Wikipedia Also see Wikipédia.

10 Fonte: The Guardian 08/04/2013

11 Fonte: Bloomberg 03/02/2013

12 Fonte: The Guardian 04/04/2013

13 Fonte: Wikipédia

14 Fonte: ZeroHedge 10/04/2013

15 Fonte: Washington Post 02/04/2013

16 La Haine (L'odio - n.d.t.) di Mathieu Kassovitz.

17 Per esempio, cfr The bubble bubble

18 Fonte: Caixin (03/04/2013), un eccellente articolo che vale la pena di essere letto.

19 Gli ultimi sono stati gli accordi di scambio fra la Cina e l'Australia e fra la Cina e il Brasile.
Fonte: The Australian (30/03/2013) e BBC News (27/03/2013).

20 Fonte: Bloomberg, 08/04/2013

21 Fonte: Zerohedge 11/04/2013

22 Per esempio cfr. Il Club Capretta: La bolla del Bitcoin si sgonfia esponenzialmente e Le Monde (09/04/2013)

23 Fonte: Der Spiegel 26/02/2013

24 Fonte: DNA 13/04/2013


Fonte dell'articolo: LEAP2020

Fonte: Club Capretta 17 Aprile 2013

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