martedì 11 dicembre 2012

Il tragico ritorno della croce uncinata sul trono d’Europa

di Francesco Maria Toscano
Il Moralista

europa-naz

Se gli italiani non si desteranno immediatamente dal cupo torpore che li paralizza, il sofisticato piano di sterminio neo-nazista in atto trionferà definitivamente spargendo miseria e dolore per i prossimi cento anni. La democrazia è già di fatto svuotata. Se i candidati, belli o brutti che siano, non sono graditi alla speculazione finanziaria internazionale, parte subito il ricatto dello spread.

I mostri governano con la paura. Milionari a pancia piena e senza scrupoli che chiedono impunemente sacrifici a pensionati al minimo, a disoccupati invecchiati, a famiglie al collasso. I nostri leader la credibilità in Europa se la giocano sul sangue degli ultimi.  Per essere riconosciuti dall’Europa che conta bisogna dare prova di avere gettato nella disperazione un buon numero di allocchi pronti a difendere “l’onorabilità” dell’Italia.

Viviamo all’interno di un contesto socio-culturale palesemente mafioso. I boss di stanza a Bruxelles osservano imperturbabili i picciotti di periferia pronti a scalare la gerarchia criminale a suon di manovre recessive e “fucilazioni” mirate. La scala dei valori è invertita. Chi lavora per il benessere sociale del proprio popolo è un “irresponsabile”, “un pericolo per i mercati”, “un populista demagogo”. Chi, al contrario, taglia i diritti, genera in  vitro sacche di disoccupazione utili per abbassare il costo del lavoro, svende i beni di Stato, demonizza le Istituzioni rappresentative è prestigioso e va ringraziato.

Nell’ultimo anno, certificano tutte le ricerche, l’Italia reale è stata letteralmente disintegrata. I consumi sono calati a ritmi vertiginosi, i giovani in cerca di lavoro non si contano più, le imprese chiudono e gli esodati marciscono nella speranza, vana, di non finire morti di fame, di freddo e di stenti. La Chiesa cattolica, per bocca del cardinal Bagnasco, benedice oggi come ieri la mano dei carnefici. Si tratti di africani da schiavizzare, di zingari da deportare o di poveracci da affamare, la gerarchia ecclesiastica non perde mai l’occasione di ammantare di carità i peggiori propositi di demoni imbellettati. In Italia esiste un’ élite schiavista pronta a difendere con le unghie e con i denti un nuovo equilibrio sociale che garantisce loro privilegi assurdi, fatti pagare ad una moltitudine di neostraccioni ridotti scientemente in una condizione semi-servile.

I giornali di regime, proprietà dei vari De Benedetti, famiglia Agnelli e Caltagirone, tutti condizionati da banchieri rapaci e milionari, rappresentano una realtà falsa ma funzionale al raggiungimento degli obiettivi classisti dei loro indegni padroni. Non per nulla la forbice delle disuguaglianze cresce in maniera esponenziale, mentre tutti omettono di spiegare al popolo che la “crisi” altro non è se non una vendetta sul piano storico delle vecchie aristocrazie predatrici ridimensionate dalla modernità. Noi non abbiamo molti strumenti per difenderci da questa barbarie.

Lo studio e l’uso consapevole del voto, unico strumento di democrazia rimasto nella disponibilità delle masse, sono indispensabili per sperare di porre un freno rispetto all’oramai acclarato ritorno della croce uncinata sul trono d’Europa. Nessun voto va disperso. Chi difende, pur con mille distinguo, le politiche distruttrici di rigore e austerità è un nemico dell’umanità, il cui destino andrà presto o tardi appaltato al Tribunale dell’Aja,competente rispetto alle ipotesi delittuose di genocidio.

In Italia Fini, Monti, Bersani Casini e Montezemolo sono alfieri a viso aperto di questo piano disumano, violento, ipocrita e antistorico. Nessun uomo libero si renda complice di cotanta infamia con il proprio voto. La lotta è impari, le forze in campo decisamente asimmetriche.

Probabilmente gli euro-schiavisti, dopo avere ridotto sul lastrico la Grecia, deporteranno tra gli applausi dei media pure i portoghesi, gli spagnoli, gli irlandesi e gli italiani. Francesi e tedeschi, oggi convinti di fare la voce grossa contro “le cicale del sud”, si sveglieranno infine con le catene ai piedi, colpevoli vittime di uno schema che, come presto capiranno, utilizza strumentalmente gli odi nazionali per imporre equilibri di classe sovranazionali. La classe media degli imperi centrali verrà umiliata per ultima. E’ solo questione di tempo. Basta muovere le lancette con sulfurea sapienza.

Fonte: Il Moralista 10 Dicembre 2012

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