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giovedì 18 aprile 2013

Le Forze speciali dietro le bombe di Boston

Bollettino Aurora

Aangirfan, 18 aprile 2013

4chan ThinkTank – Imgur.
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Questi due uomini, visti al traguardo della maratona di Boston poco prima delle esplosioni, indossano stivali militari per il deserto (foto in alto).
Uno indossa un berretto con un logo utilizzato dalle forze speciali degli Stati Uniti o da ex membri delle forze speciali (foto in basso).
È questo il bombarolo?

domenica 14 aprile 2013

La conferenza dell'UE sulla modificazione del clima e la geoingegneria ribadisce le richieste di trasparenza e controllo democratico del 1999

di Christof Lehmann
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Christof Lehmann (nsnbc) -Nei giorni 8 e 9 Aprile si è tenuta presso il Parlamento europeo una conferenza, dal titolo "Oltre le teorie della modificazione climatica- la società civile contro la geoingegneria". La conferenza ha rivalutato una risoluzione del 1999 e ha ribadito la mancanza sia di legislatori che di militari per salvaguardare la trasparenza e il controllo democratico su programmi riservati, che colpiscono intere popolazioni senza consenso, l'azione democratica, o l'accesso a dati e informazioni verificabili.

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I governi degli Stati membri dell'UE nascondono quello che è ovvio con una complicità silenziosa

La conferenza è iniziata l'8 aprile, con una proiezione ufficiale del documentario "Perché stanno spruzzando nel mondo?"del regista americano Michael Murphy.

La conferenza si è svolta sotto l'egida del gruppo parlamentare "Verdi/ Alleanza libera europea", che è un'alleanza di partiti verdi europei e partiti liberali.

Tra i relatori alla conferenza UE, i parlamentari Tatjana Ždanoka da Lativia, che è membro della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, Werner Schulz dalla Germania, che è membro della commissione per gli affari esteri, François Alfonsi, che è un membro della commissione per lo sviluppo regionale, il consigliere comunale Linda Leblanc, che è il segretario del Partito verde di Cipro, l'ex ambasciatore dell'Ucraina in Grecia e vice presidente del Partito dei Verdi di Ucraina, Valerie Tsybukh, Giulietto Chiesa, che è un ex parlamentare europeo e il presidente dell'Alleanza "Alternativa", Wayne Hall dalla Grecia, che è il coordinatore del sito web " Enouranois", Josefina Fraile dalla Spagna, che è un libero responsabile per la ricerca sull'ambiente della Piattaforma Internazionale contro la Modificazione del Clima " Skyguards", così come Claire Henrion dalla Francia, che è il presidente dell'associazione ACSEIPICA, e altri.

La conferenza si è tenuta grazie alla collaborazione tra le organizzazioni della società civile, riunite sotto la piattaforma internazionale "Skyguards", in collaborazione con l'alleanza "Alternative".

L'obiettivo principale della conferenza è stato quello di continuare il lavoro che era stato avviato nel 1998 dalla commissione del Parlamento europeo per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa, che ha portato all'adozione della "Risoluzione per l'ambiente, la sicurezza e la politica estera" il 14 gennaio 1999, con Theorin come relatore.

domenica 24 febbraio 2013

Ultime sugli F35: non possono volare

di Redazione Contropiano

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Il più grande bidone sfornato dal complesso militare industriale statunitense - il cacciabombardiere F35 - è stato bloccato a terra dal Pentagono. Il motore si rompe, quindi meglio non metterlo in moto.

Il "gioiello" - per il prezzo, soprattutto - cui il governo Monti (dopo quelli Prodi e Berlusconi) proprio non poteva rinunciare ha tirato fuori un altro di quei "difettucci" che ne rendono impossibile l'utilizzo.

Il Pentagono è stato costretto a sospendere tutti i voli degli esemplari fin qui completati. Una delle tante ispezioni necessarie - come per tutti gli aerei, anche civili - ha riscontrato una 'frattura' in una delle pale della turbina del reattore. In pratica, è probabilissimo che si possano spezzare in volo, quando le temperature e le sollecitazioni arrivano al limite. Si capisce senza sforzo che un aereo così, una specie di Ferrari da combattimento, tutto può sopportare tranne che l'esplosione di uno dei due motori mentre va a velocità pazzesche.

Il problema riscontrato in precedenza era più ridicolo, ma in fondo "minore". I serbatoi del velivolo - nel tentativo di ridurre al minimo il peso di ogni componentte - erano troppo "sensibili" ad eventuali scariche elettriche ad alto voltaggio. Insomma, infilandosi in una nube, potevano incendiarsi se colpiti da un fulmine (com'è noto, tutti gli aerei sono protetti da una "gabbia di Faraday" che impedisce tale sgradevole eventualità; ma nel caso dell'F35 questa "gabbia" presenta un varco mortale proprio nel punto dei serbatoi).

Un terzo problema, ancora più piccolo ma altrettanto invalidante, si era verificato un mese fa. La sonda per il rifornimento in volo si era staccata su un esemplare della versione per i Marines, F-35 B (a decollo corto e atterraggio verticale), di cui l'Italia dovrebbe acquistarne 30 per la Marina. Gli F-35 B vennero tenuti a terra per circa un mese.

sabato 6 ottobre 2012

La magistratura sequestra il Muos

di  Redazione Contropiano

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Primo importante risultato della campagna No Muos. La magistratura ha disposto il sequestro della struttura.

La stazione che ospita il sistema satellitare di telecomunicazioni ad altissima frequenza (UHF) delle forza armate Usa, costruita in una riserva naturale a Niscemi (Caltanissetta), è stata sequestrata dalla magistratura per violazione delle leggi sull'ambiente. Oggetto del sequestro sono stati l'area e gli impianti del sistema di comunicazioni 'Mobile usaer objective sistem' (Mous) della stazione 'Naval radio transmitter facility' (Nrtf) di contrada Ulmo.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura di Caltagirone, a conclusione di indagini avviate nel luglio del 2011. La stazione radio si trova nella riserva naturale 'Sughereta di Niscemi', area a inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario.

L'esecuzione del sequestro preventivo è stata affidata a carabinieri ed agenti della polizia municipale presso la Procura di Caltagirone, con l'ausilio dei carabinieri della compagnia di Sigonella e degli avieri del 41/o Stormo.

mercoledì 25 aprile 2012

Quirra, i privati erano complici della Difesa?

di: Matteo Mascia
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La procura di Lanusei ipotizza un legame tra militari e società esterne. Coinvolta una società della holding Fiat

L'inchiesta della procura di Lanusei sull’impiego di uranio impoverito a Quirra si arricchisce di nuovi elementi. Il procuratore del tribunale ogliastrino, Domenico Fiordalisi, sta infatti cercando di fare luce sul sistema dei controlli all’interno del grande poligono militare. Una architettura “gelatinosa” e poco funzionale.

Non a caso, una delle ipotesi di reato contestate agli indagati verte proprio sulle lacune nella prevenzione e nella profilassi. Leggerezze ed omissioni che coinvolgerebbero sia i vertici delle Forze armate che alcuni amministratori locali. Secondo la Procura avrebbero tenuto condotte penalmente rilevanti anche le società produttrici di armamenti.

giovedì 12 aprile 2012

Il Ministero teme che la base Usa di Niscemi inquini

di Antonio Mazzeo
Antonio Mazzeo blog

muosAnche senza il MUOS, il nuovo sistema satellitare a microonde della marina Usa, la stazione di telecomunicazioni militari di Niscemi è una pericolosa fonte d’inquinamento elettromagnetico. Così il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha chiesto alla direzione generale dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, di avviare in tempi rapidi una campagna di rilevamento delle emissioni delle 41 antenne installate nella base statunitense di contrada Ulmo, all’interno della riserva naturale “Sughereta” e a pochi chilometri dal centro abitato di Niscemi.

Con una nota inviata il 29 febbraio 2012 all’Arpa e all’Assessorato del territorio e ambiente della regione siciliana, il direttore generale per le valutazioni ambientali del dicastero solleva più di un dubbio sul parere espresso a favore dell’installazione del MUOS dopo le simulazioni effettuate a Niscemi dell’agenzia regionale. “Dalla relazione istruttoria inviata dall’Arpa Sicilia - scrive il Ministero dell’ambiente – si evince che nelle aree circostanti la base radio della Marina militare Usa di Niscemi NRTF (Naval Radio Transmitter Facility), il contributo al campo elettromagnetico fornito dalle antenne paraboliche e dalle antenne elicoidali del MUOS sia trascurabile a condizione che vengano rispettati gli angoli di elevazione e le direzioni di puntamento di progetto”. Da un recentissimo studio sui rischi del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari a firma dei professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di Torino, rileva la direzione generale del ministero, è tuttavia emerso che nel periodo compreso tra il dicembre 2008 e l’aprile 2010, “l’Arpa Sicilia ha effettuato una serie di rilievi sulle emissioni elettromagnetiche generate dalla stazione NRTF che hanno consentito di rilevare valori di campo elettrico prossimi al valore di attenzione di 6 V/m”. Le misurazioni hanno evidenziato in particolare “la presenza di un campo elettrico intenso e costante in prossimità delle abitazioni, mostrando un sicuro raggiungimento dei limiti di sicurezza per la popolazione e, anzi, un loro probabile superamento. In un caso il valore rilevato è risultato prossimo al valore limite di attenzione stabilito dalla normativa”.

giovedì 23 febbraio 2012

Dossier F35 Italia: 10 punti per la verità

Il sito Investireoggi è un sito di economia, finanza e fisco. Ha redatto un dossier sugli F35.
Si tratta del primo dossier sull’argomento che fa luce su questi aerei militari, fin dall’inizio della storia che ha coinvolto l’Italia. Il dossier si trova a questo indirizzo

Dossier F-35

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InvestireOggi è lieta di presentare il primo dei suoi Dossier sulla vicenda del coinvolgimento dell’Italia nella progettazione, nella produzione e nell’acquisto di cacciabombardieri statunitensi F-35. Questo Dossier è il frutto del lavoro collegiale di diversi autori ed esperti della Redazione di InvestireOggi.it.

Chiediamo a tutti voi lettori di diffondere questo Dossier nei modi a ciascuno più congeniali, dalla condivisione sui social network come Facebook e Twitter e sino al passaparola.

Dossier F35 Italia: 10 punti per la verità

10 punti per capire da chi è partito, chi ci guadagna e perchè non dovremmo acquistarli

I 10 PUNTI DEL DOSSIER F-35

- F-35: inizio della storia. Chi decise di comprare
Perchè proprio gli F35 americani? Ecco i motivi dichiarati
F35: Un progetto fallimentare e pieno di problemi
L’Italia potrebbe sottrarsi all’acquisto degli F35?
Gli sviluppi del governo Monti sugli F35: il gioco delle 3 carte
30.000 militari di carriera da riposizionare in 20 anni: F35 salvi
Tutti i rischi dell’operazione F35: – lavoro, + armi
I costi della difesa italiana: 23 miliardi di euro, F35 esclusi
Partiti politici: la mappa dei pro e dei contro gli F35
Le reazioni di cittadini e società civile: il fronte del No F35

Fonte: Investireoggi

martedì 24 gennaio 2012

Apertura di un nuovo teatro di guerra in terra nordamericana

di Saman Mohammadi
The Excavator

caniusaflagAmerica, Canada e Messico sono nazioni finanziariamente e mentalmente colonizzate. Ma la propaganda dei media e le frodi finanziarie non sono più sufficienti. A causa del risveglio politico in tutto il continente è giunta la necessità dei militari.

"È chiaro che c'è stato un movimento continuo nella direzione dei preparativi per la legge marziale, una tendenza che è stata tanto continua, quanto inattesa." -  Professor Peter Dale Scott, "La guerra, la legge marziale e la crisi economica," Global Research, 23 febbraio 2011.

"Prendono le nostre tasse e poi  militarizzano la polizia, e utilizzano le forze armate regolari contro di noi." - Alex Jones, "Il complesso militare industriale ha dichiarato guerra agli Stati Uniti," Russia Today, 19 gennaio 2012.

"Non è più solo per le guerre in Afghanistan e in Iraq. Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale è interessato ad un impianto di telecamere che possono sbirciare su quasi quattro chilometri quadrati di territorio americano (costituzionalmente protetto) per lunghi, lunghi periodi di tempo.

venerdì 5 agosto 2011

Elicotteri volano basso su Boston per esercitazioni militari mentre continuano a crescere i movimenti militari

The Intel Hub

Negli ultimi due mesi abbiamo assistito ad un enorme aumento di movimenti militari che fanno pensare che qualcosa di sinistro sia in preparazione.

Che si tratti di numerosi elicotteri neri , esercitazioni militari su larga scala, o imponenti convogli di treni, i movimenti militari sono decuplicati.

Il 3 agosto, un cittadino preoccupato ha filmato numerosi  elicotteri dell'esercito che prendevano parte ad una esercitazione militare direttamente sulla città di Boston.

Proprio così, piuttosto che esercitarsi lontano dalle popolazioni civili, l'esercito è attivamente coinvolto in esercitazioni che simulano il loro funzionamento contro cittadini statunitensi.

Media Alert

Esercitazioni federali congiunte di addestramento militare si svolgeranno all'interno e intorno alla zona di Boston tra il 26 luglio e il 5 agosto.

Il personale militare effettuerà esercizi di addestramento per assicurare la capacità dei militari di operare in ambienti urbani, preparare le forze per i prossimi schieramenti all'estero, e per soddisfare i requisiti di certificazione  di addestramento obbligatorio. Gli elicotteri saranno utilizzati in alcune esercitazioni.

Il Dipartimento di Polizia di Boston sta lavorando con il personale militare per coordinare centri di formazione per minimizzare gli impatti negativi sui nostri cittadini di Boston e sulla loro routine quotidiana. Precauzioni di sicurezza sono state adottate per prevenire rischi per il pubblico e il personale militare coinvolto. Per questo, le aree interessate alle esercitazioni non sono aperte al pubblico e saranno sorvegliate da personale in uniforme per fornire ulteriore sicurezza.

Il Boston Herald ha pubblicato un articolo sugli elicotteri militari che volano a bassa quota sulla città.

L'articolo è scritto secondo il punto di vista che questo è del tutto normale ed è in realtà una buona cosa. A quanto pare l'idea dei militari che lavorano contro la popolazione non è un problema per i media  controllati dalle corporazioni.

Ogni giorno diventa più chiaro che almeno alcune parti militari stanno pianificando un'operazione contro il popolo americano a causa di disordini civili su larga scala causati da un attacco terroristico o collasso economico.

Fonte: The Intel Hub 4 Agosto 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

mercoledì 20 ottobre 2010

Geoingegneria e Vertici: il trionfo dell'ipocrisia

image Oggi, 20 Ottobre 2010, inizia la X° Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (COP 10). Il vertice, nell'Anno Internazionale della Biodiversità, dichiarato dalle Nazioni Unite, si terrà a Nagoja, Giappone, e durerà 10 giorni. Saranno presenti 8000 delegati, 193 paesi.

Durante il vertice si dovrebbe votare anche su una moratoria sulla Geoingegneria, richiesta da più parti, anche se il testo riguardo alla moratoria, appare e scompare dall'Agenda riportata in vari siti, forse a causa della cattiva coscienza di molti ipocriti che fanno finta di non vedere l'elefante nella stanza(quella dei bottoni).

Due giorni fa, l'ETC Group, proprio in previsione del vertice,  ha pubblicato il suo rapporto 2010 sulla Geoingegneria,  intitolato: Geopiracy: The case against geoengineering (Geopirateria: Processo alla Geoingegneria). Il rapporto, lungo 56 pagine, è puntuale e preciso anche se, il Gruppo, parte dal presupposto che esista il "riscaldmento globale da CO2 di origne antropica" ed accusa le parti in campo di volerlo utilizzare come scusa per "aggiustare il clima", adoperando una serie di tecnologie molto pericolose.

Ho sempre pensato che  questa posizione sia davvero strana perchè nessuno, e dico nessuno, puo pensare che 60 anni di manipolazione e controllo meteo e tanti esperimenti, a tutti i livelli dell'atmosfera, compresi i tests nucleari, possano essere passati invano, senza contribuire, in larga parte, agli scompensi climatici. James Fleming, nel suo libro "Fixing the sky: The Checkered History of Weather and Climate control" ha descritto molto bene tutti questi anni di esperimenti e conseguenti problemi.

A mio parere, il grande problema, oggi, è che nessuno riesce a dire la verità, tutta la verità, preferendo salvaguardare la parte alla quale è interessato. Ci sono, ad esempio, scettici dichiarati sul riscaldamento globale che, però, prendono in considerazione la geoingegneria, non si capisce a quale scopo. Io so che il clima è "in disordine" e che la biodiversità è in pericolo ma so anche che la causa principale è proprio la leggerezza con la quale molti interessi corporativi hanno gestito il nostro ambiente.

Le conseguenze negative della geoingegneria sono globali, anche se qualcuno vorrebbe farci credere che gli attuali esperimenti, su scala regionale, non abbiano conseguenze in tutto il mondo. Ma si sa, gli stupidi credono sempre che anche gli altri lo siano.

Il fatto che le tecniche non sono testate e che dietro ad esse c'è un enorme interesse militare, dovrebbe consigliare almeno un minimo di precauzione. Alan Robock ha descritto, egregiamente, i motivi per cui la geoingegneria non è consigliabile, nel suo rapporto:
20 reasons why geoengineering may be a bad idea

I politici e gli "scienziati" ne parlano poco e tentano di modificare (allargare) continuamente la definizione di geoingegneria, per farci ingoiare il rospo a piccoli pezzi. Di questo si tratta: anteporre gli interessi della politica, della cosiddetta scienza e delle  corporazioni, al bene dei popoli del mondo, con l'arroganza e la presunzione, giustificandosi con ragioni che non stanno in piedi.

I giornali, che sono gli altoparlanti dei più avidi interessi, già alcuni anni fa, hanno iniziato a parlarne più frequentemente.

La Geoingegneria, ufficialmente, si sviluppa su tre fronti: 1) Gestione della Radiazione Solare 2) Rimozione e stoccaggio del CO2 dall'atmosfera 3) Interventi sugli andamenti meteo

L'idea di riempire la stratosfera di sostanze "riflettenti", per schermare la luce solare, pretende di risolvere  un problema(inesistente), aggiungendo all'atmosfera le stesse sostanze che, a loro dire,  l'hanno provocato.

Tra le idee più incredibili c'è quella di moltiplicare ad oltranza  alcune forme di alghe GM, da distribuire su fiumi, laghi, oceani e addirittura, da far crescere sulle facciate delle case, per assorbire CO2 dall'aria, cosa che equivale ad invadere l'ambiente con specie aliene che potrebbero avere conseguenze inaudite.

Per quanto riguarda la modificazione meteo, tutti stiamo vedendo  le conseguenze e le stiamo apprendendo da relazioni che arrivano da tutto il mondo.
A gestire questo grande affare è una lobby internazionale di imprenditori, scienziati, think tank e politici di diverse parti, compresi ambientalisti che si dicono allarmati ed ex scettici sul riscaldamento globale che si sono convertiti per l'occasione.

Ma che strani ambientalisti, quelli allarmati per lo stato dell'eco-sistema e favorevoli all'inquinamento intenzionale ed anche alla perdita di biodiversità. Eh già, la geoingegneria che vede protagoniste le corporazioni, prevede l'invenzione e lo sviluppo di nuove tecniche, anche di ingegneria genetica e biologia sintetica, che, naturalmente, saranno da loro brevettate e gestite come meglio credono.

A gestire tutto lo schema saranno i privati, non i governi che, almeno teoricamente, dovrebbero avere a cuore l'interesse dei popoli,  proprio quei privati ai quali interessa una sola cosa: il profitto. Se mai al suddetto vertice si dovesse discutere di geoingegneria e si votasse a favore, le corporazioni, le istituzioni finanziarie internazionali che gestiscono la parte finanziaria, come la Banca Mondiale, il complesso militare industriale e tutte quelle aziende nate proprio allo scopo di fare affari in questo campo, non si fermeranno di fronte a niente, visto che in tutto il mondo, non ci sono leggi che regolamentino questo tipo di esperimenti.

Questi soggetti sono disposti a danneggiare gli eco-sistemi marini pur di guadagnare; l'hanno già fatto attraverso la fertilizzazione degli oceani ed altre tecniche. Chi impedirà loro di andare a coltivare tutta la biomassa di cui vagheggiano(per produrre biocarburanti), nel mondo in via di sviluppo, accampando diritti su terre che verranno sottratte ai popoli indigeni? Da tempo, sappiamo che le monocolture, oltre a distruggere la biodiversità, impoveriscono il terreno

La storia che ci raccontano, circa la sperimentazione su piccola scala, prima di allargare gli schemi a tutto il mondo, è una fandonia di dimensioni extragalattiche. Non è possibile sperimentare su scala regionale, senza condizionare tutto il resto.

La Geoingegneria è un azzardo che pagheremo caro. Si vergognino, tutti quelli che, solo per interesse, senza mai aver approfondito l'argomento dal punto di vista scientifico, per ignoranza o per interesse, all'improvviso si scoprono favorevoli a questa vergogna. Spesso si tratta di quegli stessi personaggi che avendo letto, così dicono, qualche libretto di scarso valore, hanno scoperto la sovrappopolazione e sentono il bisogno improvviso di spopolare la terra. In rete sono presenti molti studi critici sulla cosiddetta equazione di Malthus ed il mito della sovrappopolazione è stato già messo all'angolo da molto tempo. Ma se anche, per assurdo, volessimo crederci, non va certo ad onore della specie umana, inneggiare ai metodi barbari finora adottati per lmitare le nascite.

Ora, qualcuno chiede che si firmi una moratoria sugli esperimenti di geoingegneria o una nuova convenzione per evitare il peggio.

Ma quante convenzioni servono per fermare il disastro? C'è già un lungo elenco di trattati internazionali che vengono violati ogni giorno, da questi esperimenti in corso già adesso. Quella che segue è una selezione di questi trattati(fonte: ETC Group)

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Questi trattati dovrebbero bastare, o sbaglio?

Qualcuno ha confuso lo sviluppo tecnologico con il progresso; per questo c'è un'invasione di tecnologie devastanti e nessuna cura per le malattie importanti.

*La dichiarazione (come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) non è un trattato e quindi non ha stati in qualità di  parti. Comunque ha la valenza di legge internazionale.

Leggi anche: La grande estorsione: Geo-piratare quello che resta

martedì 7 settembre 2010

Guerra informatica:Hachers militari statunitensi e spie in rete

Gli Stati Uniti si preparano a sbattere il mondo off-line

di Leonid Savin
Global Research
Strategic Culture Foundation

National Cyber Security Division Dopo il 1° ottobre migliaia di hackers e spie militari statunitensi daranno il via alle loro attività di guerra informatica.

Sempre più spesso negli Stati Uniti si possono ascoltare  dichiarazioni sull'adozione di misure di difesa informatica. Gli analisti americani affermano che le reti di informazione e comunicazione, dalle quali dipende l'infrastruttura nazionale, stanno diventando più vulnerabili per colpa dei cyber criminali.

Il problema della difesa del cyber-spazio è urgente, non solo per gli Stati Uniti. "Le statistiche hanno rivelato che i cyber-criminali hanno alzato la posta e stanno diventando più sofisticati e creativi, diffondendo forme più aggressive di malware" dichiara il sito web Defence IQ.

"Le nostre statistiche mostrano che Trojans e rogueware ('falsi' programmi antivirus ) hanno rappresentato quasi l'85% di tutta l'attività malware nel 2009. Il 2009 è stato anche l'anno di Conficker, anche se questo contraddice il fatto che i worms ammontano solamente al 3,42% della creazione di malware durante lo scorso anno", recita la rivista.

"Il worm Conficker ha causato gravi problemi sia in  ambienti domestici che aziendali, con oltre 7 milioni di computers infettati in tutto il mondo, ed è ancora in rapida diffusione". ( 1 )

Sembra tuttavia che gli Stati Uniti siano troppo interessati al problema della difesa cibernetica in confronto agli altri paesi. Il 26 aprile , la Cia ha svelato i suoi progetti di nuove iniziative nella lotta contro gli attacchi in rete. Il documento delinea i piani per i prossimi cinque anni e il direttore della Cia Leon Pannetta ha detto che è "vitale per la CIA essere un passo avanti nel gioco quando si tratta di sfide come la sicurezza del cyber-spazio" (2).

Nel maggio 2009 , la Casa Bianca ha approvato il Riesame della Politica per il Cyberspazio (3), presentato al presidente degli Stati Uniti dai membri di una commissione speciale. Il documento riassume lo stato delle cose nel cyberspazio degli Stati Uniti e riguardo alla sicurezza dell'informazione nazionale. Si è proposto di nominare un funzionario per la politica di sicurezza informatica responsabile del coordinamento delle politiche e delle attività di  sicurezza informatica degli Stati Uniti.

La relazione ha presentato un nuovo quadro globale che permetta risposte coordinate da parte del governo, del settore privato, e degli alleati ad un incidente informatico significativo. Il nuovo sistema di coordinamento permetterebbe a governi federali, statali , locali e tribali di lavorare con l'industria per migliorare progetti e risorse preparati in anticipo per individuare, prevenire e reagire ad incidenti significativi per la sicurezza informatica. L'iniziativa implica anche la fornitura alla contro- intelligence degli Stati Uniti di più opzioni tecniche e funzionali e la formazione di nuovi specialisti di difesa cibernetica.

Ultimo ma non meno importante - a metà del 2010, sul territorio della base aerea di Lackland in Texas, è iniziata la costruzione del primo centro specializzato di intelligence informatica per 400 impiegati. Il 68-mo Network Warfare Squadron ed il 710-mo Stormo Information Operations sono stati spostati a San Antonio. Questo luogo è stato scelto perchè vicino agli altri impianti militari informatici - Air Force Intelligence, Agenzia per la sorveglianza e ricognizione, Centro di sicurezza Criptologia del Texas dell'Agenzia di Sicurezza nazionale americana, insieme al comando per le Operazioni di  informazione  e le forze di sostegno per la criptologia dell'aviazione americana. Esso funzionerà nell'interesse del comando spaziale Usa , del comando dell'Aviazione USA e della riserva delle Forze Aeree degli Stati Uniti.

Numerose pubblicazioni in mezzi di comunicazione di massa negli Stati Uniti dimostrano che la riforma delle forze di difesa informatica nazionale, nonché l'introduzione della dottrina e della strategia della guerra informatica stanno per essere completati. Per quanto riguarda la strategia informatica degli Stati Uniti si può supporre che sia in linea con il concetto generale della leadership globale degli Stati Uniti.

William Lynn III, nel suo articolo "La Strategia informatica del Pentagono", pubblicato nel giornale Foreign Affairs (settembre/ottobre 2010), ha delineato cinque principi fondamentali della strategia futura:

- Quella informatica deve essere riconosciuta come una guerra di dominio come quella a terra, in mare ed in aria ;

- Qualsiasi posizione di difesa deve andare al di là di una buona pratica di "pulizia" per includere  operazioni sofisticate e precise che permettano una risposta rapida;

- Le difese informatiche devono andare al di là del mondo punto-mil del dipartimento nelle reti commerciali, come stabilito dalla Homeland Security ;

- Le difese informatiche devono essere perseguite con gli alleati internazionali per un efficace "allarme comune" delle minacce; e

- Il Dipartimento della Difesa deve contribuire al mantenimento e al potere del dominio tecnologico degli Stati Uniti  e migliorare il processo di acquisizioni per stare al passo con la velocità e l'agilità del settore della tecnologia dell'informazione (4).

Commentando questo articolo gli analisti hanno messo in evidenza che "Le funzionalità richieste consentirebbero ai guerrieri informatici degli Stati Uniti  di 'ingannare, negare, arrestare, degradare e distruggere' le informazioni ed i computers in tutto il mondo". ( 5 )

Il generale Keith Alexander, il capo del nuovo Cyber Command del Pentagono ( ARFORCYBER ) ha detto: "Dobbiamo avere capacità offensive, per cessare l'attività, in tempo reale, di  qualcuno che cerca di attaccarci". Precedentemente Keith Alexander aveva paragonato gli attacchi informatici alle armi di distruzione di massa e secondo le sue recenti dichiarazioni gli Stati Uniti stanno progettando l'applicazione offensiva della nuova guerra.

Mentre Washington accusa gli altri paesi di sostenere e sponsorizzare il terrorismo informatico (le statistiche mostrano che la maggior parte degli attacchi informatici contro i sistemi informativi degli Stati Uniti sono state effettuate dalla Cina), le forze speciali degli Stati Uniti stanno addestrando nuovo personale per le guerre informatiche.

Il comando - composto di 1.000 esperti hackers e spie militari sotto un unico generale a quattro stelle - è il fulcro della nuova strategia del Pentagono ed  è destinato a diventare pienamente operativo il 1° ottobre.- secondo articoli del Washington Post (6). Il Dipartimento della Difesa ha "15.000 reti e 7 milioni di dispositivi informatici in uso in decine di paesi, con 90.000 persone che lavorano per mantenerli e dipende in larga misura dal settore commerciale per le sue operazioni in rete"(7). Attraendo  alleati e  imprese private che operano nel campo dell'IT e della sicurezza degli Stati Uniti prevede di stabilire il nuovo ordine nello spazio informatico globale.

Considerando tutto questo che cosa possiamo aspettarci? E' molto probabile che possiamo aspettarci lo spionaggio per mezzo di etichette e backdoors nel software venduto da aziende rinomate come la Microsoft, così come un blocco dell'informazione, un accesso limitato a fonti alternative di informazione. Così dal 1° ottobre, tutte le conquiste dell'era dell'informazione potranno essere messe in discussione.

Note
(1) http://www.defenceiq.com/article.cfm?externalID=2718
(2) http://www.defenceiq.com/article.cfm?externalID=2460
(3) http://www.whitehouse.gov/assets/documents/Cyberspace_Policy_Review_final.pdf
(4) William J. Lynn III W. Difendere un nuovo dominio : Strategia informatica del Pentagono.//Affari Esteri. Settembre/ottobre 2010.
http://www.foreignaffairs.com/articles/66552/william-j-lynn-iii/defending-a-new-domain
(2010/08/29 )
(5) S. Webster Il Pentagono può applicare la politica di guerra preventiva a Internet. 29 agosto 2010 .
http://www.rawstory.com/rs/2010/0829/pentagon-weighs-applying-preemptive-warfare-tactics-internet/
( 2010/08/30 ).
(6) E. Nakashima Il Pentagono considera gli attacchi preventivi, come parte della strategia di cyber-difesa. Washington Post. 28 agosto 2010 .
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/08/28/AR2010082803849_pf.html
(7) Daniel L. Lynn delinea le minacce informatiche, misure difensive. American Forces Press Service.
http://www.defense.gov/news/newsarticle.aspx?id=60600

Fonte: Global Research, 6 Settembre 2010
Traduzione: Dakota Jones

mercoledì 19 maggio 2010

Big Science-Il silenzio assordante della scienza

big-science "Big Science" è un'espressione adoperata da scienziati  e da storici della scienza quando vogliono riferirsi ad una serie di cambiamenti, in ambito scientifico, che si sono verificati, nelle nazioni industrializzate, durante e dopo la II guerra mondiale, quando i progressi scientifici sono stati affidati  a progetti su larga scala, finanziati dai governi nazionali o da gruppi di governi.

Anche oggi, piccoli gruppi o individui, nell'ambito di quella che, per contrapposto, viene definita Small Science, possono ottenere rilevanti risultati teorici ma poi, la verifica empirica che richiede esperimenti e strumenti costosi, viene affidata a grandi gruppi. E' il caso, ad esempio, del Large Hadron Collider, con un costo tra i 5 ed i 10 miliardi di dollari

Il problema è che scienza e tecnologia sono state sempre, in un certo senso, guidate da esigenze militari ma dopo la II guerra mondiale, i finanziamenti militari della "scienza" sono aumentati, assumendo scale di grandezza senza precedenti. Per questo la seconda guerra mondiale è stata definita la "guerra dei fisici", per il ruolo che i ricercatori hanno avuto nello sviluppo di nuove armi e strumenti, come ad esempio il radar o la bomba atomica. Tutto avveniva in laboratori sponsorizzati dal governo, con l'impiego di migliaia di scienziati e di tecnici, gestiti dalle università. Nel caso dei laboratori allestiti durante la seconda guerra mondiale, ebbero una parte rilevante l'università della California ed il MIT(Massachusetts Institute of Technology)

Soprattutto dopo il successo del Progetto Manhattan, sotto l'influenza delle prime armi atomiche, i governi si resero conto dell'importanza di avere istituti di ricerca scientifica forti e divennero i principali finanziatori della scienza. Accadde negli Stati Uniti, in Russia durante la Guerra Fredda ma anche in altri paesi minori.

Big Science, la scienza su larga scala, richiede grandi finanziamenti e/o grandi squadre di ricercatori e/o grandi macchinari. Certamente occorrono grandi laboratori e se da una parte, la centralizzazione della scienza attuata in questo modo, diminuisce i costi, aumenta, dall'altra parte, le difficoltà di accesso.

Verso la fine del XX° secolo, molti progetti sono passati alla Big Science, sia in campo fisico ed astronomico che nel campo delle cosiddette "scienze della vita". Un esempio: il fallito Progetto Genoma Umano. "Grande", infatti, almeno in campo scientifico, non significa "di successo"

Tutto è diventato grande ma ai consistenti finanziamenti dei governi, sono subentrati, sempre più, gli interessi industriali che hanno reso molto labile la linea di demarcazione tra ricerca pubblica e ricerca privata. Tutti i dipartimenti universitari, sia privati che pubblici, spesso sono finanziati da imprese private.

La più grande critica che viene mossa alla Big Science è quella di minare gli stessi principi fondamentali del metodo scientifico poichè è molto difficile verificare i risultati di esperimenti portati avanti con macchine enormi e uniche, come ad esempio gli acceleratori di particelle. Inoltre, per esperti esterni, è difficile avere accesso alle strutture scientifiche interessate e per questo, la Big Science viene considerata elitarista.

Big Science sfugge al controllo e, cosa altrettanto preoccupante, è che maggiori finanziamenti governativi hanno spesso significato maggiori finanziamenti militari. Insomma, la scienza come pura ricerca della conoscenza, a servizio dell'umanità, è finita.

La stretta relazione tra scienziati, la cui maggiore attività, oggi, sembra essere l'attrazione di finanziamenti (anche attraverso divulgatori e agenti PR), e accademie, governi, interessi industriali, soprattutto militari, fa sorgere il dubbio: possono gli scienziati essere completamente obiettivi quando i risultati della loro ricerca contraddicono gli interessi e le intenzioni dei loro finanziatori?

Molto spesso, gli scienziati giustificano la loro assenza dalla scena, alimentando il mito dello scienziato misantropo, dicendo di non essere bravi a  comunicare ma sono credibili? Io penso di no perchè resta il dubbio che comunicare la verità sulle loro ricerche non li renderebbe molto simpatici all'opinione pubblica. Mi viene in mente Rossella O'Hara, talmente priva di scrupoli che, secondo Reth Butler , era "per niente dispiaciuta di quello che aveva fatto ma solo preoccupata di finire all'inferno".

Non riesco neanche ad immaginare come possa sentirsi uno "scienziato" che lavora per interessi di guerra o altri interessi non esattamente etici, sapendo che la sua ricerca servirà, sicuramente, a danneggiare persone innocenti.

Almeno per rivendicare la loro libertà di scienza e coscienza, potrebbero opporsi a questo sistema ma sembra quasi che nessuno riesca più a sottrarsi al suo "ineluttabile destino", come se le persone avessero perduto la parte più importante della loro mente, quella che li mette in relazione con gli altri esseri umani.

Alla luce di tutto questo, è ragionevole(a dir poco) pensare che tutta la faccenda del "clima che cambia" sia stata in realtà messa in piedi per nascondere ricerca finanziata da privati, militari o altri, come tutto il resto della cosiddetta ricerca scientifica. Vista la propaganda che circola in rete su certe operazioni, ho l'impressione che Big Science sia diventata come Big Pharma, Big Tobacco ed altri Big Qualcosa che stanno colonizzando il mondo.

Non posso fare altro che pensarne male, molto male. Molte persone che, come me, hanno una formazione scientifica e consideravano loro interesse, piacere e dovere, informarsi su quello che succedeva in ambito scientifico, hanno perso interesse perchè non si riesce più a capire dove sia la verità e dove siano, invece, gli specchietti per le allodole. Per queste persone, il  silenzio della "scienza" è diventato assordante.

Se questo è quello che volevano gli scienziati, per restarsene isolati nelle loro torri d'avorio, a rimescolare nei loro pentoloni, in gran segreto, isolati dal mondo, sono stati ampiamente accontentati. Quelli che restano fuori, continueranno ad usare la loro intelligenza pienamente, senza esclusioni di capacità e sapranno trarre le giuste conclusioni.

Leggi anche: I militari, la ricerca scientifica e l'intelligenza politica

***Thanks: Grazie alla mia migliore amica che mi aiuta a tradurre i miei pensieri  in italiano

mercoledì 18 novembre 2009

Manipolazione del tempo, sai che risate

sorriso Qualcuno potrà anche pensare che questi signori nella foto, visibilmente felici e sorridenti, stiano facendo qualcosa di buono per l'umanità o che abbiano raggiunto accordi per migliorare le condizioni di salute e di benessere delle popolazioni del mondo. Invece no, va di male in peggio. Ma allora, perchè diamine sono sempre così sorridenti? Forse, con la scusa di decidere per il bene del mondo, stanno decidendo buone cose per i loro affari? Non si sa, l'unico fatto certo è che, tra un sorriso e l'altro, ci stanno portando alla catastrofe.

A Dicembre di quest'anno si terrà un altro meeting internazionale, a Copenhagen, per prendere decisioni riguardo al finto "riscaldamento globale".

Ma già si dice che l'incontro sarà un fallimento perchè, uno ad uno, gli stati si sono defilati, accusandosi l'uno con l'altro di non voler far niente per la catastrofe prossima ventura che distruggerà il mondo. Anche la Merkel che, a dispetto del fantomatico riscaldamento globale, vuole prolungare di un altro anno la missione in Afghanistan, ora minaccia di non partecipare all'incontro di Copenhagen, a meno che altri paesi come Cina ed India, non dichiarino le loro posizioni negoziali. Anzi no, parteciperà nonostante i dubbi sull'accordo, visto che altri 21 leaders nel mondo, compreso Obama, si sono già defilati. In fondo, si limiterà solo a fare una gita fuori porta e chissà che risate.

Obama che aveva vinto le elezioni promettendo azioni contro il riscaldamento globale, e su tante altre promesse non mantenute, ha altri piani. Evidentemente ha convinto, a suon di sorrisi e promesse, tutti gli altri, viste le defezioni. Obama ha un piano bellissimo contro la catastrofe da riscaldamento globale, ha in mente la geoingegneria(deliberata manipolazione dell'ambiente terra) della quale si sta occupando una commissione del Congresso americano che ha già avuto le prime udienze e sta già ascoltando i testimoni.

Obama vuole mandare nll'atmosfera milioni di tonnellate di zolfo e miliardi di piccolissimi specchi per riflettere la luce solare e raffreddare il mondo. Obama vuole manipolare la composizione chimico-fisica delle acque degli oceani e fare tante altre cose di questo genere, alla faccia dell'ecologia.

In effetti, diffondere sostanze nocive nella nostra atmosfera, è quello che aerei militari, da tanto tempo ormai, stanno già facendo, allo scopo di fare del clima un'arma contro paesi e popolazioni ma, per aggirare le convenzioni internazionali che proibiscono l'uso dello spazio su larga scala per scopi ostili, stanno portando avanti piani ed esperimenti separati. Ogni paese ha i suoi progetti, in modo da dare l'impressione che si tratti di un'azione "su piccola scala". Dopo che tutti i paesi avranno dichiarato ufficialmente il loro accordo su questa porcheria, in nome di un riscaldamento globale che non esiste, non ci saranno più ostacoli agli esperimenti.

La scienza si è venduta, visto che tanti sedicenti "scienziati" che dovrebbero lavorare per il bene dell'umanità, si prestano a simili obbrobri. Ormai, partecipare a progetti militari è diventata la norma per tanti cosiddetti "ricercatori". Accade da anni ormai e, magari, un microchip algoritmico che prima si trovava nel muso di un missile "intelligente" che al massimo dell'imbecillità uccideva civili innocenti, adesso si trova in un computer e serve a facilitare le videoconferenze o magari anche in qualche video-gioco per bambini.

Così è stabilito e così sarà. I militari, con l'aiuto di tante "civilissime" persone, manipoleranno il tempo su scala globale, per farne un'arma, silenziosa e discreta e forse anche democratica: uno tzunami ad uno, un uragano all'altro e nessuno avrà da lamentarsi. Basta con le armi nucleari ed altri chiassosi marchingegni che attirano tanta attenzione, bisogna pur progredire.

Ma ci sono paesi che già si stanno divertendo alla grande con la manipolazione del tempo, naturalmente su piccola scala, inseminando nubi per far piovere o per provocare una bella nevicata, come non se ne vedevano da tanto tempo.

La Cina, a breve distanza di tempo, ha provocato due grandi nevicate. Molti si sono lamentati per questo, a causa dei disagi. Ma quello che nessuno dice è che questa manipolazione ha provocato la morte di 38 persone (oggi si legge 19 ma chi ci crede), tra le quali 6 bambini morti a causa del crollo di una scuola. Un sindaco ha chiesto anche scusa per la pesante nevicata provocata dagli "scienziati" del servizio meteorologico nazionale.

Naturalmente grande pubblicità per questi avvenimenti, per nascondere lo scopo militare dietro un presunto scopo civile.

E così l'elite militare, finanziaria, sanitaria, agroalimentare, governerà il mondo.

Io non mi chiedo neanche più dove siano finiti certi "ambientalisti" che da lungo tempo pascolano insieme ai lupi ma mi chiedo dove siano finiti tutti quei siti di cosiddetta "controinformazione" che sono restati inchiodati sulle bugie dell'11 dettembre 2001 e si accorgono poco di altre cose. Dovrebbero svegliarsi e smetterla di dare la colpa di tutto a Bush ed ai neocons perchè questo è il tempo di Obama, il tempo del pugno di ferro in guanto di velluto, il tempo delle facce belle e delle anime nere.

Sarà sempre peggio e così, i "grandi del mondo", contenti di servire le corporazioni in cambio di ricchezza e potere, faranno ancora molte gite fuori porta.

Restate sintonizzati, si assicurano altre risate.

giovedì 24 settembre 2009

Retroscena di un funerale e «relativismo» della Cei

inviato da Anna M.P.
di Paolo Farinella, prete

donfarinella

Ricevo una comunicazione riservata da persona proveniente da «dentro» il sistema militare dei «corpi speciali» che mi ha fatto rabbrividire. A motivo del mio lavoro (terapia di sostegno), avevo intuito che molte cose non quadrassero, ma questa rivelazione mi ha sconcertato. Il berretto al bambino di due anni e la corsa dell’altro bambino alla bara del padre con la mano che si copre il volto (foto giornali perché non ho visto i funerali né ascoltato tg e rg) non sono frutto di spontaneità o gesti di mamme che cercano di proteggere i figli con «qualcosa» del padre (berretto e abbraccio).
Al contrario, sembra che tutto sia stato centellinato dall’équipe di sostegno psicologico che in questi giorni circondano i familiari con un cordone sanitario strettissimo. Mi dice il militare interlocutore che lo scopo di questo gruppo di sostegno non è aiutare le famiglie ad elaborare la morte e il lutto, ma impedire che facciano scenate o mettano in atto comportamenti lesivi dell’onore dell’esercito. La mia fonte asserisce che buona parte di questo personale non è specializzata in psicologia, ma è un corpo speciale che ha un obiettivo preciso: la gestione dei giorni successivi alla morte e il contenimento - o meglio l’annullamento della rabbia - della contestazione e della disperazione conseguenti, che potrebbero portare a comportamenti di indignazione verso l’esercito e le istituzioni.
Le tecniche quindi mirano ad adeguare il pensiero delle famiglie allo «status di eroe» del congiunto perché appaia «coerente» con la «nobiltà della missione» del morto che diventa anche la «missione della famiglia». Sarebbe una tragedia per l’immagine militare se mogli, madri, figli e fidanzate si mettessero a gridare contro l’esercito e il governo che li ha mandati a farsi ammazzare.
In questa logica si capisce la retorica dell’«eroe», l’insulsaggine del servizio alla Patria, il sacrificio per la Pace nel mondo e anche la lotta al terrorismo. Tutti sanno tutto e giocano a fare i burattini. Se le informazioni che ho ricevuto sono vere, e non posso dubitare della serietà della fonte, i funerali dei sei militari uccisi e tutta l’opera dei pupi presente a San Paolo, è stata un’operazione terribile, ancora peggiore degli attacchi dei talebani. Tutto è gestito per deviare il Paese, le Coscienze e la Verità. E’ una strategia scientificamente codificata.

Funerali-para

Il vescovo militare (generale di corpo di armata) non ha risparmiato parole grosse di encomio e di osanna al servizio che i militari fanno alla Pace e alla Democrazia. Una sviolinata che neppure La Russa è capace di fare. A lui si è unito il cardinale Angelo Bagnasco che ha detto: 

«Non è esagerato parlare di strage, tanto più assurda se si pensa ai compiti assolti dalla forza internazionale che opera in quel Paese e allo stile da tutti apprezzato con cui si muove in particolare il contingente italiano. Non è un caso che questo lutto, com’era successo per la strage di Nassiryia, abbia toccato il cuore dei nostri connazionali, commossi dalla testimonianza di altruismo e di dedizione di questi giovani, quasi tutti figli delle generose terre del nostro Sud. E per questo il nostro popolo si è stretto alle famiglie dei colpiti con una partecipazione corale al loro immane dolore. Anche noi ci uniamo ai sentimenti prontamente espressi dal Santo Padre» (21-09-2009). 
Mi dispiace per il signor cardinale, ma non posso associarmi a questa mistificazione collettiva. Enrico Peyretti mi dice che durante l’Eucaristia, pane spezzato per la fame del mondo, è risuonato l’urlo di guerra dei parà: «Folgore!» quasi una schioppettata nel cuore del Sacramento. Credo che si possa dire che la Messa è stata la cornice vacua di una parata militare con i propri riti.
Oggi (21-09-2009), infine, il cardinale Bagnasco ha parlato anche della questione morale e della legge sugli immigrati senza mai nominare né l’uno e né l’altra. Nessun cenno esplicito alla legge sul reato di clandestinità: si intravede tra le righe un leggero senso di disapprovazione. Figuriamoci se chiamava per nome il Papi Priapeo. Si è limitato a fare una predica generalizzata, valida per tutti e, quindi per nessuno, come giustamente interpreta «Il Giornale» di famiglia. Tutto va bene, madama la marchesa? Ma, sì! Diamoci una botta e via! «Domani  è un altro giorno« diceva Rossella O’Hara o Tarcisio Bertone? Non ricordo bene.
Paolo Farinella, prete - Genova, 21-09-2009

Fonte: Tafanus

mercoledì 16 settembre 2009

Enduring Freedom fino al 2050

AUTORE: Pepe ESCOBAR

Tradotto da Manuela Vittorelli

obama_yes_we_can And it's one, two, three
what are we fighting for?
Don't ask me, I don't give a damn
next stop is Vietnam*

Country Joe and the Fish, 1969

Dopo otto lunghi anni, ora più che mai l'invasione e la parziale occupazione dell'Afghanistan da parte degli Stati Uniti va a pieno ritmo, grazie alla “nuova strategia” del Presidente Barack Obama.
Questa strategia – che secondo il capo del Pentagono Robert Gates “sta funzionando” - prevede che gli Stati Uniti e l'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) mettano in scena delle mini-Guernica, ispirandosi al bombardamento di Guernica, Spagna, compiuto dagli aerei tedeschi e italiani nel 1937 e rappresentato nel quadro di Pablo Picasso.
Prevede anche che il Generale Stanley McChrystal – ex sicario numero uno del Generale David Petraeus in Iraq – vada all'assalto di Washington per chiedere (serve altro?) altri 45.000 soldati.
Aggiungeteci 52.000 soldati americani e niente meno che l'impressionante cifra di 68.000 mercenari a partire dalla fine di marzo – senza tener conto della NATO – e presto ci saranno più americani a voltolarsi nel pantano afghano di quanti fossero i sovietici al culmine della loro occupazione negli anni Ottanta. In soli 450 giorni le truppe di Enduring Freedom più NATO sono passate da 67.000 a 118.000 unità.
Importa forse che, secondo un sondaggio McClatchy/Ipsos, a quasi otto anni dai bombardamenti della “guerra al terrore” contro i taliban il 54% degli americani pensi che gli Stati Uniti stiano “perdendo” la guerra mentre il 56% è contrario all'invio di altre truppe? Certo che no.
Vogliamo la nostra fetta
L'ultima mini-Guernica è il raid aereo compiuto contro due autocisterne di carburante sequestrate dai taliban e incastrate nel letto di un fiume nei pressi di un mercato nel distretto di Ali Abad, nella provincia di Kunduz. Il raid è stato ordinato da un minus habens, un incapace colonnello tedesco, sotto la bandiera della NATO, ed è ora degenerato in una caustica guerra verbale tra Washington e Berlino.
La “missione” della NATO in Afghanistan è estremamente impopolare in Germania. Secondo gli abitanti di Kunduz, il raid aereo NATO ha ucciso più di 100 civili; secondo la NATO non più di 25; e tutto questo continuando a dire che prima di colpire ci si era accertati che nell'area non si trovassero civili. Lo scenario di questa mini-Guernica è lo stesso di Herat nell'agosto del 2008 e di Farah nel maggio del 2009.
Niente di tutto questo rallenta la marcia inarrestabile di Gates/Mullen/McChrystal – il trio superstar del Pentagono ossessionato dall'idea di sfruttare un'escalation in stile Vietnam della sedicente “guerra necessaria” di Obama, il cui obiettivo finale, secondo il super-inviato Richard Holbrooke, è del genere “sapremo riconoscerlo quando lo vedremo”.
Per quanto riguarda la United States Agency for International Development, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, si è appena “scoperto” che i taliban – come racket di protezione – si prendono una parte degli aiuti allo sviluppo internazionale che si riversano in Afghanistan. Ma quella fetta impallidisce se confrontata con le somme che il governo di Hamid Karzai e dei signori della guerra suoi compari distraggono dalle casse dell'Unione Europea sotto la supervisione delle Nazioni Unite – con una baldoria dopo l'altra in nome della “ricostruzione afghana” (Tokyo 2002, Berlino 2004, Londra 2006, Parigi 2008).
Forse non quanto gli americani, ma anche i contribuenti europei vengono derubati. In un fantastico post sul blog italiano byebyeunclesam, Giancarlo Chetoni spiega come l'Afghanistan stia costando ai contribuenti italiani 1000 euro (1433 dollari) al minuto, o 525,6 milioni di euro all'anno, per “liberare il paese dal terrorismo e dalle droghe”. Il surrealismo è la regola. È rimasta famosa la decisione dell'Italia di destinare 52 milioni di euro alla “riforma del sistema giudiziario dell’Afghanistan”, quando in Italia “sono attualmente pendenti 3,5 milioni di processi penali e 5,4 milioni di processi civili”. Nei prossimi quattro anni l'Italia praticamente raddoppierà il suo contingente, che passerà dagli attuali 3250 militari a più di 6000.
Il nuovo segretario generale della NATO, il danese Anders Rasmussen amico dell'ex presidente George W. Bush, ha cercato di spiegare la nuova “strategia” agli scettici europei usando un “natese” pirotecnico. Ma la vera trama di questa tragicommedia senza fine non viene mai svelata. Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO faranno – e spenderanno – tutto quello che serve per piazzare le loro basi militari sulla soglia della Russia e della Cina e – lo sa Allah – riportare in carreggiata il Trans-Afghan Pipeline.
Dal novembre del 2001 al dicembre del 2008 l'amministrazione Bush ha bruciato 179 miliardi in Afghanistan, la NATO 102 miliardi. L'ex capo della NATO Jaap de Hoop Scheffer disse che l'Occidente avrebbe mantenuto le proprie truppe in Asia Centrale per 25 anni. Il capo di Stato maggiore britannico, Generale David Richards, lo corresse: gli anni sarebbero stati 40. Potete contare sul fatto che nel 2050 i taliban – “cattivi”, in forma e immuni al surriscaldamento globale – combatteranno ancora contro Enduring Freedom.

E uno, due, tre
ma si combatte perché?
Frega niente, non chiederlo a me
prossima fermata Vietnam
Country Joe and the Fish, 1969


Originale da: Enduring Freedom until 2050
Articolo originale pubblicato l'8/9/2009
L’autore
Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.
URL di questo articolo su Tlaxcala:
http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=8638&lg=it

lunedì 17 agosto 2009

I militari, la ricerca scientifica e l'intelligenza politica

Il testo che segue è stato scritto da Albert Einstein nel 1947 ma sembra scritto ieri. Vorrei che l'intelligenza e la lungimiranza di Einstein appartenessero ai politici della terra ma temo che aspetteremo ancora molto, prima di trovarne qualcuno in grado di guidare le sorti del mondo con onestà e coraggio.
Li abbiamo visti crescere, invadere ogni nostro spazio, adesso anche i nostri cieli, intromettersi nella ricerca scientifica in maniera inaccettabile. Sono i maggiori inquinatori al mondo, di loro però non si parla mai e, al minimo cenno, vengono sovvenzionati dalla politica perchè possano aggiungere altro inquinamento a quello già esistente. Sto parlando dei militari. Ora, vogliono "appropriarsi" anche dei cambiamenti climatici, seminando il terrore che davvero un presunto riscaldamento globale possa generare scenari apocalittici e condurci tutti alla morte, in un crescendo di disastri e guerre.
Forse, dovremmo far pressione presso i nostri politici affinchè certe pretese non vengano minimamente prese in considerazione. Dando potere al complesso militare industriale, siamo arrivati alla "guerra preventiva" e a tutte le altre aberrazioni alle quali abbiamo assistito in quest'ultimo decennio. E' ora di fermarsi. Dopo Einstein, altri ci avevano avvertito e avevano previsto tutto ma la politica ha preferito fare orecchie da mercante.

einstein L'intrusione dei militari nella scienza
di Albert Einstein (1947)

La mentalità militarista

Mi sembra che il punto nodale della situazione stia nel fatto che non possiamo considerare il problema che abbiamo davanti come isolato. Prima di tutto, ci si potrebbe porre la seguente domanda: da adesso in poi le istituzioni culturali e per la ricerca dovranno essere sempre più sostenute da fondi statali, dal momento che, per varie ragioni, le fonti private non saranno sufficienti. È forse ragionevole affidare ai militari la distribuzione dei fondi prelevati per questi scopi dal contribuente? A questa domanda ogni persona assennata risponderà di sicuro: «No!» Perché è evidente che bisognerebbe affidare il difficile compito della più benefica elargizione a persone la cui preparazione e il cui lavoro di una vita testimonino della loro competenza scientifica e culturale.

Se nondimeno certe persone ragionevoli insistono per affidare ad agenzie militari la distribuzione di una parte sostanziale dei fondi disponibili, la ragione di ciò sta nel fatto che subordinano gli interessi culturali alle loro opinioni politiche generali. Dobbiamo quindi focalizzare la nostra attenzione su tali convinzioni politiche concrete, sulle loro origini e sulle loro implicazioni. Così facendo, non ci resterà che ammettere presto che il problema in discussione non è che uno dei tanti, e che lo si può analizzare appieno e valutare in modo adeguato solo inquadrandolo in un contesto più ampio.

Le tendenze cui abbiamo accennato sono qualcosa di nuovo per l'America. Esse cominciarono ad affiorare quando, per effetto delle due Guerre Mondiali e della conseguente concentrazione di ogni energia su un obiettivo di tipo militare, prese a svilupparsi una mentalità prevalentemente militarista, che si è andata ancor più accentuando con la quasi improvvisa vittoria. Il tratto tipico di questa mentalità è che la gente attribuisce a quello che Bertrand Russell chiama in modo così efficace «potere nudo» un'importanza di gran lunga superiore a quella riservata a tutti gli altri fattori influenzanti le relazioni tra i popoli. I tedeschi, fuorviati in particolare dai successi di Bismarck, subirono esattamente questo tipo di mutamento di mentalità, in conseguenza del quale conobbero una rovina completa in meno di un centinaio di anni.

Devo francamente confessare che la politica estera degli Stati Uniti dalla cessazione delle ostilità mi ha ricordato, in modo irresistibile, l'atteggiamento della Germania sotto il Kaiser Guglielmo II, e so che che la stessa analogia è venuta in mente con acuto dolore anche ad altri, indipendentemente da me. È tipico della mentalità militarista considerare essenziali i fattori non-umani (bombe atomiche, basi strategiche, armi di ogni sorta, il possesso di materie prime ecc.) e ritenere invece trascurabile e secondario l'essere umano, i suoi desideri e pensieri, in breve i fattori psicologici. Qui si riscontra una rassomiglianza con il Marxismo, almeno finché se ne tiene unicamente presente il lato teorico. L'individuo è degradato a mero strumento; egli diventa «materiale umano». Con concezione simile i normali fini delle aspirazioni umane svaniscono. Al loro posto, la mentalità militarista eleva il «potere nudo» a fine in sé, uno dei più sconcertanti inganni a cui gli uomini possano soccombere.

Nel nostro tempo la mentalità militare si è fatta ancora più pericolosa che in passato perché le armi offensive sono diventate molto più potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili del cittadino al presunto bene dello stato.

Appaiono inevitabili la caccia politica alle streghe, controlli di ogni sorta (per es., il controllo dell'insegnamento e della ricerca, della stampa e così via), e, per questa ragione, essi non incontrano quella resistenza popolare che, non fosse per la mentalità militarista, costituirebbe una protezione. Si assiste a un graduale riassestamento di tutti i valori in quanto tutto ciò che non serve in modo esplicito i fini utopici è considerato e trattato come inferiore.

Non vedo altra via d'uscita dalle condizioni imperanti che una politica perspicace, onesta e coraggiosa, tesa a fondare la sicurezza su basi sovrannazionali. Speriamo che si troveranno individui sufficienti per numero e per forza morale, atti a guidare la nazione su questa strada, finché le circostanze esterne le attribuiranno un ruolo di guida. Allora problemi come quelli descritti cesseranno di esistere.