di Daniele Bianchessi
Dedicato a Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante; Livia Bottardi Milani, 32, insegnante; Euplo Natali, 69, pensionato; Luigi Pinto, 25, insegnante; Bartolomeo Talenti, 56, operaio; Alberto Trebeschi, 37, insegnante; Clementina Calzari Trebeschi, 31, insegnante, e Vittorio Zambarda, 60, operaio.
Il cielo non promette nulla di buono. E’ il 28 maggio 1974, ma l’estate a Brescia ancora non arriva. Le strade che portano in centro sono tinte dei colori di striscioni e bandiere. Entrano in Piazza della Loggia. Diecimila anime. Sono sindacalisti, operai, studenti, disoccupati, giovani e vecchi, volti di gente comune. Si trovano tutti lì, gli indumenti inzuppati di quella pioggia fine che da fastidio e non fa vedere lontano. Una sottile coltre di umidità, nubi basse che quasi sembrano nebbia. I manifestanti attendono un cenno, un gesto, mezze frasi, il segno di una civile protesta contro una violenza che dura ormai da settimane. Lo hanno giurato: quegli attentati, quelle bombe devono proprio finire. Parla Franco Castrezzati della Cisl. Sono le 10 e 12 minuti. La pioggia inizia a battere fitta su mille ombrelli aperti, sugli impermeabili, sui giubbotti. Le sue saranno parole ingoiate di traverso.