sabato 20 ottobre 2012

Parla con il tuo ministero e digli no all’Italia petrolifera

da Informare per Resistere
di Maria Rita D’Orsogna* (Sito)

Passera1

Ci dia l’esempio: una bella trivella nel suo giardino.

Qui il link del Ministero dello Sviluppo Economico

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di aprire una pagina per una “Consultazione” fra noi cittadini sulla strategia energetica da intraprendere a livello nazionale, come circolato da un email di Enzo di Salvatore.

Il link è qui, ed è abbastanza lungo e complicato. Secondo me è fatto non tanto a beneficio del cittadino medio, quanto per confondere le idee alla gente e per farci sentire piccoli e stupidi.

Si parla della SEN – una sigla che sta per “strategia energetica nazionale” e poi ci sono 24 domande.

.. Eh?

24 domande!

Addirittura!

24 domande che quasi ci vuole l’interprete – con parole auliche o scopiazzate dall’inglese in una sorta di linguaggio astruso in cui non si capisce niente.

Ma perché questi non possono scrivere in modo semplice, senza bisogno dell’azzecca garbugli?

O sono così  tecnici che si inventano un linguaggio per conto loro? Ripeto, secondo me, è solo per sceneggiatura, e per farci sentire che la democrazia è cosa loro e non nostra, come se per dire cosa pensi devi sapere il significato di cose fuori dal linguaggio e dalle preoccupazioni comuni.

Si parla di “partenariato pubblico-privato”, del titolo V della Costituzione, senza ricordare cosa dice il titolo V della Costituzione, dell’”assetto corrente”, della modernizzazione del sistema di “governance”, del “mercato retail”, della “policy”, del “surplus di potenza”,  della seconda e terza generazione di biocarburanti – e quali sarebbero di grazia? – del “mercato spot”,  di “hub”, della “borsa gas liquida”, di “audit energetici”, di “trade-off”.

E che è sta roba?  Ma l’Italiano normale questi lo sanno?

E al lattaio dell’Ohio di Montanelli, o alla casalinga di Voghera, hanno pensato?

Questo paese è loro tanto quanto lo è delle banche, caro Passera.

Perché non capiscono lor signori professoroni che la democrazia é invece per tutti, e che occorre rendere il linguaggio accessibile a tutti, che occorre spiegare le cose in maniera chiara e facile, se veramente si vuol sentire il parere della gente, in modo costruttivo.

Una delle domande che mi fanno più rabbia é questa:

“C18. Quali interventi privilegiare per la ristrutturazione e lo sviluppo del settore della raffinazione?”

No caro governo, non ci siamo. Non é il governo che deve pensare a come “ristrutturare e sviluppare” le raffinerie. Quelli sono stabilimenti PRIVATI da cui tirano fuori un sacco di soldi, e ci deve pensare chi le opera a ristrutturarle e a svilupparle. Il governo deve solo MULTARLE e MULTARLE in maniera salata ogni volta che sfondano i limiti legali, ed IMPORRE loro di abbassare le emissioni prima che si diventi una grande Taranto.

I soldi, le spese, sono a carico LORO, non delle collettività.

Capito?

Eccone un’altra

“C20. Quali sono le azioni/iniziative, a livello nazionale, regionale e locale da adottare per favorire un maggiore coinvolgimento delle collettività e sviluppare un processo condiviso di accettazione pubblica dei progetti minerari?”

E qui l’inganno è evidente. Evidente perché  già partono con l’idea che debba esserci questo “progetto condiviso dei progetti minerari”.

Carissimo Passera e compari, questo non succederà mai.

E sapete perché? Perché è tutta l’Italia che sottostà a questi “progetti minerari” e chiunque abbia un po’ di sale in zucca – da Oristano a Pantelleria, da Carpignano Sesia a Bomba – si renderà conto che bucare qualsiasi angolo di Italia porterà sono danni, malattie, disoccupazione e povertà – come in Basilicata.

Per cui tutta la vostra propaganda non servirà ad un bel niente: è impossibile convincere una persona intelligente all’accettazione pubblica di campi di petrolio dietro casa.

Io credo invece – dopo due settimane a sentire le preoccupazioni degli italiani –  che il cittadino comune sia fortemente preoccupato della situazione ambientale in Italia e che non ne vogliano sapere più di trivelle, trivelle, trivelle o come dite in linguaggio aulico dei vostri “progetti minerari”.Il mio pensiero è semplice, ed è questo:

1. Non vogliamo essere bucati in lungo ed in largo e per nessuna ragione allo sfruttamento di monnezza petrolifera, inquinante e scadente – perché è questo che abbiamo nel nostro sottosuolo – e lo sanno pure i petrolieri;

2. Non vogliamo diventare un “autostrada del gas” o come piace dire a voi un “hub” per scorrimento a basso costo di metano dal Nord Africa al Nord Europa, con opere di stoccaggio e metanodotti in zone pericolose e sismiche e a beneficio di altre nazioni o di speculatori;

3. Non vogliamo essere una colonia delle ditte del petrolio che ci prendono di mira perché qui è la bonanza delle trivelle, che arrivano e distruggono tutto quello che di buono c’è già sul territorio, lasciandoci dietro tre lire;

4. Non vogliamo più raffinerie di nessun genere – ne abbiamo 18, la Norvegia 2, con tutto il petrolio che tirano fuori.  E per quelle che già esistono vogliamo norme più severe per i petrolieri, vogliamo multe a chi inquina, vogliamo bonifiche fatte a spese degli inquinatori e non della collettività;

5. Vogliamo invece sapere chi ha inquinato con idrocarburi pesanti il lago Pertusillo in Basilicata, contenente acqua destinata al consumo umano in Puglia, e vogliamo che chiunque sia stato venga multato pesantemente;

6. Vogliamo invece leggi contro il fracking in Toscana e in Sardegna;

7. Vogliamo invece il rispetto di un fascia di trivellazione di 100 miglia come fanno negli USA per i nostri mari da Venezia al Salento;

8. Vogliamo invece il risparmio energetico, vogliamo la crescita del settore delle rinnovabili in modo diffuso e per ricchezza distribuita e reale delle persone e non delle multinazionali;

9. Vogliamo invece che tutto il patrimonio culturale, paesaggistico, storico di questa nazione, unico e bellissimo, sia valorizzato, e per davvero in modo da migliorare l’Italia;

10. Vogliamo invece che i politici per primi diano l’esempio e si rendano conto che questa non e l’Arabia Saudita, ma la nostra casa.

Ecco, senza neanche una parola di inglese.

Facile facile.

————–

Ecco qui altre domande sul semi assurdo:

C11. Opportunità e rischi di una progressiva migrazione nell’approvvigionamento da un mercato legato a contratti di lungo periodo a un mercato spot. Quale è il migliore mix tra i due nella situazione italiana?

C1. La definizione degli obiettivi principali implica delle scelte di trade-off con altri obiettivi di politica energetica perseguibili. Quali eventuali obiettivi diversi dovrebbe indirizzare la SEN, tenendo conto del contesto internazionale e del punto di partenza del Paese?

C10. Aumento della liquidità sulla borsa gas: quali strumenti più idonei per favorire lo sviluppo di una borsa gas liquida e competitiva e incentivare lo spostamento di volumi significativi di gas verso di essa?

C7. In particolare per quanto riguarda i Certificati Bianchi, l’estensione dei soggetti obbligati anche a società di vendita (come in Francia o in Inghilterra) e/o ad altri operatori potrebbe aumentare il numero di soggetti direttamente coinvolti, risultare più “vicino” ai clienti finali e alle loro esigenze e quindi facilitare il raggiungimento degli obiettivi? Quali opportunità di revisione del meccanismo in questo ambito?

http://dorsogna.blogspot.it/2012/10/parla-con-il-tuo-ministero-e-digli-no.html
*Maria Rita D'Orsogna, fisico, professore associato presso il dipartimento di matematica della California State University

Tratto da: Parla con il tuo ministero e digli no all’Italia petrolifera | Informare per Resistere
20 Ottobre 2012

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