John Pilger-30 dicembre 2009
In Millenovecentottantaquattro, George Orwell ha descritto un superstato chiamato Oceania, il cui linguaggio di guerra invertiva menzogne che "passavano nella storia e diventavano verità. 'Chi controlla il passato', diceva lo slogan del partito, 'controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato'".
Barack Obama è il leader di una Oceania contemporanea. In due discorsi alla chiusura del decennio, il vincitore del Premio Nobel per la Pace ha affermato che la pace non era affatto più pace, ma piuttosto una guerra permanente che "si estende ben oltre l'Afghanistan ed il Pakistan" a "regioni turbolente e nemici diffusi". Ha chiamato questo "sicurezza globale" ed ha chiesto formalmente la nostra gratitudine. Al popolo dell'Afghanistan, che l'America ha invaso ed occupato, ha detto spiritosamente: "Non abbiamo nessun interesse ad occupare il vostro paese".
In Oceania, la verità e le menzogne sono indivisibili. Secondo Obama, l'attacco americano all'Afghanistan nel 2001 è stato autorizzato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non vi era nessuna autorità dell'ONU. Ha affermato che "il mondo" appoggiava l'invasione come conseguenza dell'11/9, quando, in verità, tutti eccetto tre dei 37 paesi esaminati dalla Gallup hanno espresso una schiacciante opposizione. Ha dichiarato che l'America ha invaso l'Afghanistan “soltanto dopo che i talibani rifiutarono di dare in custodia [Osama] bin Laden".
Nel 2001 i talibani cercarono tre volte di consegnare bin Laden per un processo, riferì il regime militare del Pakistan, e vennero ignorati. Anche la mistificazione di Obama dell'11/9 come giustificazione per la sua guerra è falsa. Più di due mesi prima che le Torri Gemelle fossero attaccate, al ministro degli esteri pakistano Niaz Naik venne raccontato dall'amministrazione Bush che un assalto militare americano avrebbe avuto luogo per la metà di ottobre. Il regime talibano di Kabul, che l'amministrazione Clinton aveva segretamente appoggiato, non veniva più considerato come abbastanza "stabile" per assicurare il controllo americano sulle condotte petrolifere e del gas al Mar Caspio. Doveva andare.
La più audace menzogna di Obama è che oggi l'Afghanistan è un "porto sicuro" per gli attacchi di al Qaeda all'occidente. Il suo stesso consigliere per la sicurezza nazionale, generale James Jones, in ottobre ha dichiarato che vi erano "meno di 100" membri di al Qaeda in Afghanistan.
Secondo l'intelligence USA, il 90% dei talibani non sono affatto talibani, ma "una insurrezione tribale localizzata che si considera avversaria degli USA perché sono una potenza occupante". La guerra è un inganno. Soltanto degli scervellati terminali restano devoti al marchio di "pace mondiale" di Obama.
Comunque, sotto la superficie vi è uno scopo serio. Sotto il preoccupante generale Stanley McCrystal, che ha ottenuto importanza per le sue squadre della morte in Iraq, l'occupazione di uno dei paesi più impoveriti è un modello per quelle "regioni turbolente" del mondo ancora oltre la portata di Oceania. Questo è noto come COIN, ovvero rete di controinsurrezione, che attira assieme militari, organizzazioni di assistenza, psicologi, antropologi, media e pubbliche relazioni prezzolati. Dissimulato in gergo come conquistare cuori e menti, il suo scopo è di opporre un gruppo etnico all'altro e provocare la guerra civile: tagiki ed uzbeki contro pashtun.
In Iraq gli americani hanno fatto questo e distrutto una società multietnica. Hanno corrotto e costruito muri tra le comunità che una volta avevano matrimoni misti, facendo la pulizia etnica dei sunniti e scacciandone milioni fuori del paese. I media integrati hanno riportato questo come 'pace" ed accademici americani comprati da Washington ed "esperti di sicurezza" istruiti dal Pentagono sono comparsi alla BBC per diffondere le buone notizie. Come in 1984, era vero il contrario.
Qualcosa di simile è progettato per l'Afghanistan. La gente è costretta in "zone bersaglio" controllate da signori della guerra finanziati dagli americani e dal traffico di oppio. Che questi signori della guerra siano famigerati per la loro barbarie è irrilevante. "Possiamo vivere con questo", affermò un diplomatico dell'era Clinton sulla persecuzione delle donne in un Afghanistan "stabile" guidato dai talibani. Agenzie di soccorso, ingegneri e specialisti agricoli scelti si occuperanno della "crisi umanitaria" e così "assicureranno" le terre tribali sottomesse.
La teoria è questa. Ha funzionato come pratica in Jugoslavia, dove la partizione etnico-settaria ha distrutto una società una volta pacifica, ma fallì in Vietnam, dove il "programma dei villaggi strategici" della CIA fu progettato per spingere dentro e fuori e dividere la popolazione meridionale e così sconfiggere i Viet Cong — il termine buono per tutto degli americani, simile a "talibani".
Dietro gran parte di ciò vi sono gli israeliani, che da lungo consigliano gli americani nelle avventure sia in Iraq che in Afghanistan. Pulizia etnica, costruzione di muri, posti di controllo, punizioni collettive e sorveglianza costante – queste sono asserite come innovazioni israeliane che hanno avuto successo per rubare la maggior parte della Palestina al suo popolo nativo. E nonostante tutta la loro sofferenza, i palestinesi non sono stati irrevocabilmente divisi e resistono come nazione contro tutte le circostanze.
I precursori più significativi del Piano Obama, che il vincitore del Premio Nobel per la Pace ed il suo nuovo generale ed i suoi uomini di PR preferiscono che dimentichiamo, sono quelli che hanno fallito nello stesso Afghanistan. I britannici nel 19° secolo ed i sovietici nel 20° secolo tentarono di conquistare quel selvaggio paese con la pulizia etnica e furono sconfitti, sebbene dopo un terribile bagno di sangue. I cimiteri imperiali sono i loro memoriali. La potenza del popolo, a volte sconcertante, spesso eroica, rimane il seme sotto la neve e gli invasori la temono.
"Era curioso" scrisse Orwell in 1984, "pensare che il cielo fosse lo stesso per tutti, in Eurasia o in Estasia come anche qui. E che anche la gente sotto il cielo fosse proprio più o meno la stessa, dovunque, in tutto il mondo ... persone ignoranti dell'esistenza l'una dell'altra, tenute separate da muri di odio e di menzogne e tuttavia quasi esattamente le stesse persone che ... conservavano nel cuore e nella pancia e nei muscoli la forza che un giorno avrebbe rivoltato il mondo".
Articolo originale (in inglese): http://www.infowars.com
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