giovedì 27 gennaio 2011

La povertà globale, rivolte per il cibo, e la crisi economica

Estratto da: "La crisi economica globale: La Grande Depressione del XXI secolo"

di Michel Chossudovsky
Global Research

food riots Mentre il governo della Tunisia è crollato sotto le proteste dei cittadini, in parte spinti dal drastico aumento dei prezzi alimentari, con le proteste che si diffondono in altri paesi della regione e nel mondo, questo estratto dalla pubblicazione più recente di Global Research, "La crisi economica globale: La Grande Depressione del XXI secolo",  fornisce una panoramica sullo sfondo della crisi attuale:

I proiettili apparentemente innocui del "libero mercato" stanno uccidendo i nostri figli. L'atto di uccidere è orchestrato in maniera indipendente attraverso il commercio computerizzato sulle borse merci di New York e Chicago, dove vengono decisi i prezzi globali di riso, grano e mais.

Persone di diversi paesi si stanno impoverendo simultaneamente a causa di un meccanismo di mercato globale. Un piccolo numero di istituzioni finanziarie e società globali che hanno la capacità di determinare i prezzi dei prodotti alimentari essenziali  quotati in borse merci, pregiudicando con questo il tenore di vita di milioni di persone in tutto il mondo.

L'aumento vertiginoso dei prezzi alimentari è in gran parte il risultato della manipolazione del mercato. Esso è  in gran parte attribuibile agli scambi speculativi sui mercati delle materie prime. I prezzi del grano sono aumentati artificialmente a causa di operazioni speculative su larga scala sulle borse merci di New York e Chicago.

Lo scoppio della carestia

I proiettili apparentemente innocui del "libero mercato" stanno uccidendo i nostri figli. L'atto di uccidere è orchestrato in maniera indipendente attraverso il commercio computerizzato sulle borse merci di New York e Chicago, dove vengono decisi i prezzi globali di riso, grano e mais.

Persone di diversi paesi si stanno impoverendo simultaneamente a causa di un meccanismo di mercato globale. Un piccolo numero di istituzioni finanziarie e società globali che hanno la capacità di determinare i prezzi dei prodotti alimentari essenziali  quotate in borse merci, pregiudicherebbero il tenore di vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Questo processo di impoverimento globale ha raggiunto un importante punto di svolta, che ha determinato la comparsa simultanea di carestie in tutte le principali regioni del mondo in via di sviluppo.

La fame è il risultato di un processo di  ristrutturazione dell'economia globale del  "libero mercato" che ha le sue radici nella crisi del debito dei primi anni ottanta. Non è un fenomeno recente, associato alla crisi economica del 2008-2009, come suggerito da molti analisti occidentali.

La povertà e la denutrizione cronica sono condizioni preesistenti. Le escursioni drammatiche dei prezzi alimentari e del carburante che hanno preceduto il crash finanziario 2008-2009, hanno contribuito ad inasprire e aggravare la crisi alimentare. Questi aumenti dei prezzi, che hanno raggiunto il picco nel luglio 2008, hanno colpito il mercato dei prodotti alimentari essenziali, compresi i prezzi al dettaglio nazionali, in tutte le regioni del mondo.

I movimenti di protesta contro l'aumento dei prezzi di cibo e benzina sono scoppiati simultaneamente in diverse regioni del mondo. Le condizioni sono particolarmente critiche ad Haiti, in Nicaragua, Guatemala, India e Bangladesh:

I prezzi dei prodotti alimentari ad Haiti sono saliti mediamente del 40 per cento in meno di un anno, insieme al costo degli alimenti di base come il raddoppio di riso... In Bangladesh [a fine aprile 2008] circa 20 000 operai tessili  sono scesi nelle strade per denunciare l'impennata dei prezzi alimentari e per chiedere l'aumento dei salari. Il prezzo del riso nel paese è raddoppiato negli ultimi anni [2007-2008], minacciando i lavoratori, che guadagnano uno stipendio mensile di soli 25 dollari, con la fame. In Egitto, proteste da parte dei lavoratori a causa dei prezzi alimentari ha scosso il centro tessile di Mahalla al-Kobra, a Nord del Cairo [aprile 2008], con due persone colpite a morte dalle forze di sicurezza. Centinaia sono stati arrestati, e il governo ha inviato la polizia in borghese nelle fabbriche per costringere gli operai a lavorare. I prezzi dei prodotti alimentari in Egitto sono aumentati del 40 per cento l'anno scorso... [2007-2008] All'inizio di questo mese [aprile 2008] in Costa d'Avorio, migliaia hanno marciato verso la casa del Presidente Laurent Gbagbo, scandendo le frasi "Siamo affamati" e "la vita è troppo costosa, ci sta uccidendo"

Scontri, scioperi e manifestazioni simili hanno avuto luogo in Bolivia, Perù, Messico, Indonesia, Filippine, Pakistan, Uzbekistan, Thailandia, Yemen, Etiopia e in gran parte dell'Africa subsahariana.[1]

L'aumento vertiginoso dei prezzi di cibo e carburante  in Somalia nel 2008 hanno contribuito a precipitare un intero paese in una situazione di inedia, insieme a gravi carenze di acqua. Una situazione simile e altrettanto grave è diffusa in Etiopia. Ma ora con gli aumenti vertiginosi dei costi alimentari fuori controllo  e con il bestiame che serve alla gente per vivere che cade morto nella sabbia, gli abitanti dei villaggi in questo  paesaggio devastato dal sole dicono che centinaia di persone stanno morendo di fame e di sete:

Molti somali stanno cercando di scongiurare la fame con un magro impasto di farina ottenuta da rami di alberi spinosi ridotti in poltiglia e chiamato jerrin. Alcuni anziani del villaggio, hanno detto che i loro figli masticavano le loro labbra e lingue perché non avevano cibo. Il tempo è stato spietato – giorni intensamente caldi, seguiti da notti crudelmente chiare.[2]

Si tratta di una catastrofe in fieri; abbiamo il tempo di agire prima che diventi una realtà. Il costo del cibo [in Somalia e nella regione di Afar dell'Etiopia] è aumentato fino al 500% in alcuni luoghi... Le persone stanno diventando sempre più disperate... Temiamo che il peggio debba ancora venire, mentre la crisi si deteriora in tutta l'Africa orientale.[3]
Altri paesi che sono stati colpiti dall'aumento vertiginoso dei prezzi alimentari nel 2007-2008 inclusi Indonesia, Filippine, Liberia, Egitto, Sudan, Mozambico, Zimbabwe, Kenya ed Eritrea, una lunga lista di paesi impoveriti, per non parlare di quelli sotto l'occupazione militare straniera, tra cui Afghanistan, Iraq e Palestina.

Mentre il prezzo dei prodotti alimentari è nettamente diminuito sulla scia della crisi finanziaria 2008, i meccanismi di manipolazione dei prezzi dei beni essenziali mondiali da parte di potenti interessi corporativi e speculatori istituzionali sono rimasti praticamente intatti. Non può essere esclusa una nuova ondata di commercio speculativo sugli alimenti essenziali e sul carburante.

Cibo, carburante e acqua: un requisito indispensabile per la sopravvivenza umana

La fornitura di cibo, carburante e acqua è una condizione essenziale per la sopravvivenza della specie umana. Essi costituiscono le basi economiche e ambientali per lo sviluppo della società civile. Negli ultimi anni, hanno preceduto e condotto al tracollo finanziario 2008-2009, i prezzi dei beni essenziali, compreso riso, mais e grano, benzina e acqua, aumentati drammaticamente a livello globale con devastanti conseguenze economiche e sociali.

Senza precedenti nella storia dell'umanità, questi beni essenziali o merci, che, in senso reale, determinano la riproduzione della vita economica e sociale sul pianeta terra, sono sotto il controllo di un piccolo numero di corporazzioni globali e  istituzioni finanziarie. Il destino di milioni di esseri umani è gestito a porte chiuse nelle sale delle riunioni del consiglio di ammistrazione delle corporazioni come parte di un profitto che guida l'agenda.

Governo e organizzazioni intergovernative sono complici di questi sviluppi. Le politiche economiche e finanziarie dello stato sono controllate da interessi corporativi privati. Il commercio speculativo non è oggetto di politiche di regolamentazione, e in realtà è vero il contrario: la struttura del commercio speculativo negli scambi delle merci è protetta dallo stato. Inoltre, la fornitura di cibo, acqua e carburante non sono più oggetto di regolamenti governativi o intergovernativi o di interventi al fine di alleviare la povertà o prevenire l'insorgenza delle carestie.

In gran parte offuscate da rapporti ufficiali e dai media, sia "la crisi alimentare" che la "crisi petrolifera" sono il risultato della manipolazione speculativa dei valori di mercato da parte di potenti attori economici. E poiché questi potenti attori economici che operano attraverso un "invisibile" meccanismo di mercato apparentemente neutro, i devastanti impatti sociali di  architettate impennate nei prezzi di cibo, carburante e acqua vengono liquidate come il risultato del rapporto domanda offerta.

Non ci troviamo con distinte e separate "crisi" di cibo, carburante e acqua, ma con un processo globale di ristrutturazione economica e sociale. La drammatica impennata dei prezzi di questi tre prodotti essenziali non sono casuali. Tutte e tre le variabili, tra cui i prezzi dei prodotti alimentari essenziali, dell'acqua per la produzione e il consumo  e del  carburante, sono oggetto di un processo di manipolazione del mercato deliberato e simultaneo.

Al cuore della crisi alimentare 2005-2008 c'era l'aumento del prezzo dei prodotti alimentari essenziali, insieme ad un drastico aumento del prezzo del carburante. Contemporaneamente, il prezzo dell'acqua, che è un dato essenziale nella produzione agricola e industriale, infrastrutture sociali, servizi igienici pubblici e consumi delle famiglie, è aumentato bruscamente a causa di un movimento mondiale verso la privatizzazione delle risorse idriche. Ci stiamo occupando di un grande sconvolgimento economico e sociale e di una crisi globale senza precedenti, caratterizzata dal rapporto triangolare tra acqua, cibo e carburante – tre variabili fondamentali che insieme influenzano la sopravvivenza umana.

In termini molto concreti, questi aumenti dei prezzi impoveriscono e distruggono la vita delle persone. Inoltre, il crollo del tenore di vita in tutto il mondo si sta verificando in tempo di guerra. Esso è intimamente legato all'agenda militare. Le guerre in Medio Oriente e Asia centrale hanno una relazione diretta con il controllo sulle riserve di petrolio e acqua. Mentre l'acqua non è attualmente una delle materie prime sul mercato internazionale, allo stesso modo dei beni fondamentali petrolio e alimenti, è anche oggetto di manipolazione del mercato attraverso la privatizzazione dell'acqua. L'acqua è una risorsa naturale che è privatizzata e venduta. La tendenza è verso la mercificazione dell'acqua.

Sia lo stato che l'insieme delle organizzazioni internazionali – spesso definito come la "comunità internazionale" – serve gli interessi sfrenati del capitalismo globale. I principali organismi intergovernativi, comprese le Nazioni Unite, le istituzioni di Bretton Woods e l'organizzazione mondiale del commercio (OMC), hanno approvato il nuovo ordine mondiale, a nome del loro sponsor. I governi dei paesi sviluppati e dei paesi in via di sviluppo hanno abbandonato il loro ruolo storico di regolamentare le principali variabili economiche, nonché garantire un minimo di sussistenza alla loro gente.

La speculativa impennata dei prezzi del grano

I media con superficialità hanno tratto in inganno l'opinione pubblica sulle cause degli aumenti dei prezzi del 2005-2008, concetrandosi quasi esclusivamente sulle questioni dei costi di produzione, del clima e di altri fattori che comportano forniture ridotte e che potrebbero contribuire a incrementare il prezzo dei prodotti alimentari essenziali. Mentre questi fattori possono anche entrare in gioco, hanno una rilevanza limitata nella giustificazione dell'impressionante e drammatica impennata dei prezzi.

Gli aumenti vertiginosi dei prezzi alimentari sono in gran parte il risultato della manipolazione del mercato. Essi sono in gran parte attribuibili agli scambi speculativi sui mercati delle materie prime. I prezzi del grano sono aumentati artificialmente a causa di operazioni speculative su larga scala sulle borse merci di New York e Chicago. Vale la pena notare che, nel 2007, il Chicago Board of Trade (CBOT), si fuse con il Chicago Mercantile Exchange (CME), formando la più grande entità mondiale per il commercio delle materie prime, insieme ad  una vasta gamma di strumenti speculativi (opzioni, opzioni su futures, indice dei fondi, ecc.).

Il commercio speculativo di frumento, riso o mais può avvenire senza la presenza di transazioni reali delle materie prime. Le istituzioni che speculano sul mercato dei cereali non sono necessariamente coinvolte in un'effettiva vendita o consegna di grano. Le transazioni possono utilizzare l'indice dei fondi delle materie prime che sono scommesse sul rialzo o  ribasso dei prezzi delle materie prime. Una "put option" è una scommessa che il prezzo si abbasserà, una "call option" è una scommessa che il prezzo salirà. Attraverso la manipolazione concordata, gli operatori istituzionali e le istituzioni finanziarie fanno salire il prezzo  e poi piazzano le loro scommesse su un movimento al rialzo del prezzo di un prodotto particolare.

La speculazione genera la volatilità del mercato. A sua volta, l'instabilità risultante incoraggia ulteriori attività speculative. Si fanno profitti quando il prezzo sale. Al contrario, se lo speculatore vende allo scoperto sul mercato, farà profitti quando crolla il prezzo.

Il resto del capitolo tratto sopra è contenuto nel libro "La crisi economica globale: La Grande Depressione del XXI secolo" Clicca qui per i dettagli.

Note

1. Bill Van Auken, "Mentre cresce la crisi alimentare, i governi temono la Rivolta degli affamati", Global Research, http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=8846, 30 aprile 2008.

2. Jeffrey Gettleman, "Incombe la carestia mentre le guerre lacerano il Corno d'Africa", New York Times, http://www.nytimes.com/2008/05/17/world/africa/17somalia.html, 17 mag 2008.

3. Rob McNeil di Oxfam, citato in Barry Mason, "Carestia in Africa orientale: minaccia di catastrofe come l'aumento dei prezzi alimentari", World Socialist Website, http://www.wsws.org/articles/2008/aug2008/east-a06.shtml, 6 ago 2008.

Fonte: Global Research 25 Gennaio 2011
Traduzione: Dakota Jones

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