sabato 21 luglio 2012

Il grande circo della geoingegneria

iron  fertilizationNon passa giorno senza che venga alla luce un nuovo progetto (naturalmente sostenuto da un "nuovo studio") per manipolare gli eco-sistemi terrestri. Sono sempre le solite sciocchezze, fatte passare per scienza, che arrivano sui media e sollevano discussioni.

Questa è la volta, di nuovo, della fertilizzazione degli oceani che dovrebbe accrescere il plancton che catturerebbe la "pericolosissima CO2", togliendola dalla circolazione.

Mancano i soldi per le cose importanti ma i soldi per la geoingegneria si trovano sempre, visto che arricchisce i soliti noti, ai quali si uniscono sempre più attori che vogliono entrare nel grande circo della geoingegneria e del commercio dei carbon credits.
"Venghino, Signori, venghino. Più gente entra e più bestie si vedono"

Se qualcuno viene ancora a parlarmi di CO2, lo stendo, direttamente (ilupidieinstein....)

Gli scienziati propongono di scaricare centinaia di tonnellate di ferro nell'Oceano per “fermare il riscaldamento globale”

Anthony Gucciardi
NaturalSociety

Nel tentativo di "fermare il riscaldamento globale", gli scienziati hanno sperimentato lo scarico di diverse tonnellate di ferro nell'oceano Antartico, al fine di favorire possibilmente lo sviluppo del plancton. Nonostante siano state sollevate molte obiezioni da parte delle principali organizzazioni di controllo su scienza e salute, un nuovo studio chiede ora che la pratica sia ulteriormente estesa come strategia di  "geoingegneria" a livello mondiale per modificare il clima attraverso lo scarico di centinaia di tonnellate di polvere di ferro nell'oceano. Precedenti ricerche hanno scoperto che lo scarico di metalli pesanti negli oceani di tutto il mondo potrebbe non solo devastare la vita della popolazione marina, ma anche ridurre i livelli di ossigeno e far esplodere la crescita di alcuni organismi indesiderati.

L'operazione è iniziata con una società californiana conosciuta come Planktos, una sedicente società privata per l''ecorisanamento'. Nonostante l'esperimento dello scarico di ferro su larga scala sia stato interrotto a causa della mancanza di fondi, alcuni chiedono ancora che il piano sia completato. Utilizzando una nave da  115-piedi, i membri del team aziendale volevano percorrere oltre 200 miglia a ovest delle Isole Galápagos e, infine, scaricare un centinaio di tonnellate di polvere di ferro in acque internazionali.

Il ferro, come stimolante  della crescita del plancton (organismi che assorbono CO2), è stato propagandato come un metodo di ingegneria artificiale del clima di grande efficacia. Infatti, uno scienziato di nome John Martin ha detto nel 1980 che una "mezza nave cisterna di ferro" potrebbe causare un'era glaciale. Planktos ha cercato di scaricare quantità eccessive di ferro nell'oceano, per catturare anidride carbonica, e poi vendere crediti di carbonio alle aziende che cercano di "compensare" le emissioni globali. Un'impresa che alla fine è fallita.

Ma ora il CEO Russ George di Planktos e alcuni "scienziati ambientali" sono tornati in sella e stanno cercando di rivisitare l'idea, per vendere milioni (se non miliardi) di dollari di stravaganti crediti di carbonio alle grandi aziende. Un'operazione che, non solo è rischiosa per ciò che sappiamo potrebbe accadere, ma anche per ciò che non sappiamo che possa accadere. Come illustrato in un rapporto UNESCO, è stato documentato che armeggiare con la regolamentazione naturale dell'oceano è molto rischioso. Il rapporto afferma :

"La fertilizzazione su  larga scala potrebbe avere effetti non intenzionali (e difficili da prevedere) non  solo a livello locale, ad esempio il rischio di fioriture algali tossiche, ma anche lontano nello spazio e nel tempo. Le valutazioni di impatto devono includere la possibilità di  tali effetti 'a distanza' sulla produttività biologica, sui livelli di ossigeno in profondità, sulla produzione di biogas e acidificazione degli oceani."

Per ora, il piano non ha una data stabilita o conferma. Se le organizzazioni e gli individui a favore di questo piano facessero a modo loro, però, centinaia di tonnellate di ferro, potrebbero essere scaricate a breve negli oceani della terra, senza la corretta identificazione dei rischi associati al processo.

Fonte: NaturalSociety 21 Luglio 2012
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.it

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