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mercoledì 14 marzo 2012

Afghanistan: fallito attentato a Leon Panetta

di  Redazione Contropiano

panettaVolato in Afghanistan per cercare di riprendere la situazione sotto controllo dopo la strage di innocenti compiuta nei giorni scorsi da una banda di marines, il ministro della Difesa di Washington Leon Panetta è stato preso di mira da un attentato, fallito.

Dopo la strage di Kandahar in cui un gruppo di Marines ha assassinato 16 civili afghani, per lo più donne e bambini, i talebani alzano il tiro, legittimati da una ondata di sgomento e rabbia del popolo afghano contro gli incessanti e sempre più gravi crimini degli eserciti occupanti. Proprio per cercare di riprendere in mano la situazione nel paese occupato questa mattina il ministro della Difesa di Washington, Leon Panetta, aveva annunciato una visita a sorpresa nel paese. Ma è stato accolto nientemeno che da un attentato nella blindatissima base militare britannica di Camp Bastion, nella a provincia di Helmand.

lunedì 3 gennaio 2011

Ron Kovic, autore di "Nato il 4 Luglio", lancia un appello per la pace

Alzate la vostra voce, Protestate, Fermate queste guerre

di Ron Kovic
truthdig.com

march-forward

Quello che segue è un appello personale di Ron Kovic, veterano della guerra in Vietnam e autore di "Nato il 4 Luglio", ai veterani di guerra dell'Iraq e dell'Afghanistan e ai membri in servizio. Kovic ha pubblicato l'appello il 12 dicembre 2010, per portare ancora più veterani e soldati nella lotta contro la guerra e per sostenere il lavoro di March Forward! Per saperne di più su March Forward! visitate il loro sito a questo indirizzo.

Come ex sergente di fanteria del Corpo dei Marines degli Stati Uniti colpito e paralizzato da metà torace in giù il 20 gennaio 1968, durante il mio secondo tour di servizio in Vietnam, e come uno che ha vissuto con le ferite di quella guerra per oltre 40 anni, vi scrivo questa lettera per chiedervi di unirvi a me, mentre inizia una nuova fase critica nel crescente movimento anti-guerra.

Molti di voi hanno già prestato servizio in azioni multiple in Iraq e in Afghanistan. Tornate  a casa ora dopo quasi 10 anni. Molti hanno cominciato a mettere in discussione, a dubitare di queste guerre e dei nostri leaders. Più di 2 milioni di voi hanno servito con onore in entrambi i teatri di conflitto. Anche se ci separano molti anni, noi siamo fratelli e sorelle.

Anche se abbiamo combattuto in conflitti lontani dal punto di vista generazionale, siamo stati tutti nello stesso posto. Noi sappiamo cos'è la guerra. Abbiamo capito, e per molti di noi, la nostra vita non sarà mai più la stessa. In molti modi, noi rappresentiamo una forza molto potente nel nostro paese, un'alta motivazione morale, spirituale e politica che è inacontestabile, una possibilità di trasformare la nostra nazione che è innegabile. Nessuno conosce la pace o la preziosità della vita meglio dei soldati che hanno combattuto in guerra, o ne sono stati colpiti direttamente, la madre di un figlio che è morto, una moglie che non rivedrà mai suo marito, un bambino che non avrà mai un padre, un padre che non rivedrà mai più suo figlio.

Perché siamo noi che viviamo con le cicatrici fisiche ed emotive della guerra, e che viviamo con queste ferite ogni giorno e ne sentiamo il peso e il dolore ogni mattina. Siamo noi che abbiamo camminato e girato sulle sedie a rotelle per le strade del nostro paese e abbiamo visto i bambini che ci guardano e si chiedono perché. E siamo noi che gridiamo adesso per il futuro, per un mondo senza guerra.

Noi siamo i promemoria di ciò che la guerra può fare, di come può ferire e dare dolore, e svilire tutto ciò che è buono e umano. Lottiamo ogni giorno per credere in una vita che ci è stata quasi strappata. Sappiamo che anche se abbiamo perso, anche se  parti del nostro corpo mancano, anche se non siamo in grado di vedere o sentire, noi siamo uomini e donne importanti, con importanti lezioni da insegnare, con  cose importanti da condividere.

Quelli di noi abbastanza fortunati da essere sopravvissuti al combattimento, adesso anelano alla vita, alla bellezza, a  tutto ciò che è decente e buono, perché in guerra abbiamo visto il peggio dell'essere umano. Abbiamo visto la povertà e la morte, l'uccisione e la barbarie, i lati più oscuri dell'animo umano, le parti più odiose della nostra umanità.

Io, come molti americani che hanno prestato servizio in Vietnam e quelli che ora prestano servizio in Iraq e in Afghanistan (e innumerevoli esseri umani nel corso della storia), ero disposto a dare la vita per il mio paese con poca conoscenza o consapevolezza di ciò che significava realmente.

Come molti di voi che si sono arruolati dopo l'11/9, mi sono fidato e ho creduto e non avevo alcun motivo per dubitare della sincerità e delle motivazioni del mio governo. Fu solo  molti mesi dopo essere stato ferito, e mentre ero ricoverato in un ospedale per veterani a New York, che cominciai a chiedermi se io e gli altri eravamo andati a quella guerra per niente.

Cambiare non è facile, e opporsi al proprio governo in tempo  di guerra è spesso molto difficile. Vi è stato insegnato a seguire gli ordini, obbedire e non fare domande, ad andare avanti con il programma e fare esattamente quello che vi viene detto. L'avete imparato nel campo di addestramento. L'avete imparato  il giorno in cui i sottufficiali istruttori hanno cominciato ad urlare contro di voi. Ci sono solo "Sì, signore!" E "No, signore!" E niente in mezzo. Ci sono gli  abusi fisici e verbali, feroci minacce e  contiue molestie per disorientarvi. Si tratta di un processo di condizionamento potente, un processo iniziato molto tempo fa, molto prima che firmassimo quei documenti presso le stazioni di reclutamento delle nostre città di origine, un processo profondamente radicato nella cultura e nella psiche americana, e che ci  ha plasmato e influenzato fin dalla nostra prima infanzia .

Il defunto Dott. Martin Luther King Jr. una volta iscritto al  gruppo Clero e Laici Preoccupati per il Vietnam (Clergy and Laymen Concerned About Vietnam) dichiarò che "arriva un tempo in cui il silenzio è tradimento." King continuò dicendo, "La verità di queste parole è fuori dubbio, ma la missione a cui ci chiamano è più difficile. Anche quando sono pressati dalle esigenze della verità interiore, gli uomini non si assumono facilmente  il compito di contrastare la politica del loro governo, specialmente in tempo di guerra.

"Né  lo spirito umano si muove senza grandi difficoltà contro tutta l'indifferenza del pensiero conformista nell'intimo del suo cuore e nel mondo circostante. Inoltre, quando i problemi a portata di mano sembrano sconcertanti come spesso accade nel caso di questo conflitto terribile, rischiamo sempre di essere affascinati dall'incertezza, ma dobbiamo andare avanti ".

Sono passati più di 40 anni da quando Martin Luther King pronunciò quelle parole davanti ad una folla straripante nella Riverside Church di New York City nel 1967, e le tragiche lezioni del Vietnam continuano a rimanere lettera morta. Gli stessi modelli di guerre, menzogne, aggressione e brutalità continuano a ripetersi. Un altro paese, un'altra occupazione, un altro motivo per l'odio e la paura, ma alla fine è lo stesso crimine che viene commesso più e più volte, gli stessi civili innocenti uccisi, gli stessi giovani uomini e donne che tornano a casa in casse da morto e sacchi e sedie a rotelle.

Abbiamo presentato petizioni al nostro governo  più volte. Abbiamo marciato pacificamente e dimostrato per oltre un decennio, ma le uccisioni e le mutilazioni continuano. Preziose vite continuano ad essere sprecate mentre un'altra generazione di giovani uomini e donne viene gettata via, la nostra ultima sconfitta in politica estera.

I nostri leaders si rifiutano di ascoltare. Si rifiutano di imparare. Quante guerre insensate, bare avvolte da una bandiera, madri in lutto, paraplegici, amputati, figli e figlie stressati, civili innocenti massacrati, prima di decidere finalmente di rompere il silenzio di questa notte vergognosa? Molti di noi hanno sperato e creduto  che il cambiamento sarebbe arrivato, che queste guerre sarebbero finite, e che finalmente saremmo stati ascoltati. Ma non è affatto quello che è successo. Siamo stati indotti  in errore tragicamente.

Siamo stati ingannati e traditi. Ci è stata promessa la pace e ci è stata data la guerra. Ci è stato detto che ci sarebbe stato il cambiamento e nulla sta cambiando. Invece di imparare la lezione dal  fallimento disastroso in Iraq, il nostro governo continua lungo il sentiero della distruzione, della brutalità, dell'aggressività e della guerra, trascinandoci ancora più a fondo in un altro conflitto insensato e inutile in Afghanistan. Le battaglie fisiche e psicologiche delle guerre in Iraq e in Afghanistan imperverseranno per decenni, incidendo profondamente sulla vita dei cittadini in tutti i paesi coinvolti.

Mentre si avvicina il 43° anniversario del mio ferimento in Vietnam, per molti versi sento che il mio infortunio in quella guerra è stato una benedizione sotto mentite spoglie. Mi è stata data la possibilità di muovermi attraverso la notte oscura dell'anima verso una spiaggia nuova, per acquisire una comprensione, una conoscenza, una visione completamente diversa. Ora credo di aver sofferto per una ragione, e in molti modi ho trovato quella ragione nel mio impegno per la pace e la nonviolenza. Noi che abbiamo visto l'oscenità della guerra e vissuto il suo orrore e le conseguenze terribili abbiamo l'obbligo di superare il nostro dolore e la tristezza e trasformare la tragedia della nostra vita in un trionfo.

Sono giunto a credere che non vi è nulla di più terrificante della guerra nella vita degli esseri umani, e nulla di più importante per quelli di noi che hanno fatto l'esperienza di condividere la sua terribile verità.

Arriva un momento in cui un popolo non può più aspettare. Un tempo in cui l'agonia, la sofferenza, sono diventate troppo grandi. Un tempo in cui un popolo deve agire e fare ciò che è necessario. Ci sono delle vite in gioco. Non possiamo più fidarci del presidente o dei politici per porre fine a queste guerre. Non possiamo più credere loro quando dicono che le truppe torneranno a casa presto. Essi hanno da tempo perso la loro credibilità.

Ogni giorno che passa, un'altra vita è persa. Ogni ora che questa guerra si trascina, la necessità di un nuovo audace approccio del movimento contro la guerra diventa sempre più evidente. E' necessaria una leadership audace, creativa, fantasiosa, e non credo che in questo momento ci sia un gruppo più adatto per quel compito, dei veterani del conflitto più recente della nostra nazione.

Alle ore 10 di Giovedi, 16 Dicembre 2010, i veterani di Iraq e Afghanistan, tra cui soldati ora in servizio nelle forze armate degli Stati Uniti, hanno compiuto un drammatico atto  di disobbedienza civile non violenta di fronte alla Casa Bianca a Washington, DC, insieme ad altri coraggiosi  veterani  e cittadini, per protestare contro le guerre in Iraq e  Afghanistan, chiedendo che tutte le truppe siano ricondotte a casa immediatamente e senza indugio. (Clicca qui per saperne di più su questa azione)

Con la speranza che questa azione ed altre simili nei prossimi giorni, possano rappresentare la crescente consapevolezza del popolo americano che solo loro possono porre fine a queste guerre e cominciare a riorientare le priorità della nostra nazione verso obiettivi più positivi e a favore dell'importanza della vita.

Vi scrivo questa lettera oggi per chiedervi di unirvi a loro in quel giorno e nei difficili giorni futuri, per superare con coraggio e grande dignità quella linea che non avete oltrepassato prima ed iniziare ad esercitare quella potente forza morale che voi, come veterani e soldati in servizio attivo, rappresentate; per alzare la voce, protestare, dimostrare, porre fine a queste guerre e rendere il nostro paese un posto migliore.

Questa è la mia speranza.

Questa è la mia preghiera.

Con grande ammirazione e rispetto,

Ron Kovic
Veterano del Vietnam
Autore di "Nato il quattro luglio"

Fonte: TruthDig 31 Dicembre 2010
Traduzione: Dakota Jones

giovedì 16 dicembre 2010

Vi vogliamo fuori: lettera aperta dei Giovani Volontari Afghani per la Pace, e di Afghani per la Pace

Inserito da davidswanson
Warisacrime.org

peace-afghanistan-letter

Mentre l'amministrazione Obama rilascia la Relazione di Dicembre sulla guerra degli Stati Uniti in Afghanistan, i Giovani Volontari Afghani per la Pace, insieme con gli Afghani per la Pace, hanno rilasciato una relazione sulle loro esperienze. Per esprimere sostegno alla loro lettera, segui questo link.

Vi vogliamo fuori: lettera aperta dei Giovani Volontari Afghani per la Pace, e di Afghani per la Pace

A tutti i leaders del nostro mondo, ai leaders della coalizione a guida Usa, al governo afgano, ai 'talebani/Al-Qaeda' e ai paesi della regione,

Siamo intollerabilmente arrabbiati.

Tutti i nostri sensi sono addolorati.

Le nostre donne, i nostri uomini e sì vergognatevi, i nostri figli, sono in lutto.

La vostra strategia afghana civile-militare è una puzza micidiale che odoriamo, vediamo, sentiamo e respiriamo.

Presidente Obama, e tutti i principali partecipanti e popoli del mondo, perché?

Il budget annuale americano per le comunicazioni di 250 milioni di dollari  solo per urlare propaganda su questa guerra di percezioni, con la sua retorica nauseante imitata da Osama e da altri signori della guerra, è impotente davanti al pianto silenzioso di ogni debole madre.

Noi non saremo più preda passiva dei vostri  irrispettosi metodi di un'oligarchica, plutocratica guerra contro il popolo.

I vostri metodi alimentano i ricchi e i potenti. Essi sono vistosamente diversi, non ascoltano, non pensano e peggio, a loro non importa.

Abbiamo scelto di non gozzovigliare con voi. Abbiamo scelto di non essere addestrati da voi. Abbiamo scelto di non essere impegnati da voi.

Da ora in poi rifiutiamo ogni arma con la quale ci uccidete, ogni dollaro con cui ci adescate e ogni bugia con la quale ci manipolate.

Noi non siamo bestie.

Siamo Afghani, Americani, Europei, Asiatici e cittadini globali.

Sì, avete il falso, auto-conferito potere di  arrestarci perchè esprimiamo l'opinione pubblica di gente comune, studenti, agricoltori, pastori, operai, insegnanti, medici. . . . . , persone che ora non hanno nessuno a cui rivolgersi e  nessun luogo per nascondersi.( Lettera aperta ai nostri leader mondiali )

Questa opinione pubblica mondiale contro la guerra in Afghanistan è stata espressa chiaramente, ed è più grande di qualsiasi numero di rilasci Wikileaks che cercate di sopprimere. Allora, venite ad arrestarci tutti mentre noi vi disubbidiamo civilmente. Venite ad arrestarci tutti. (Vedi l'estratto di Wikipedia in basso da 'opinione pubblica internazionale sulla guerra in Afghanistan')

Sì, avete l'esercito, la polizia e gli apparati per soffocarci e per corrompere coloro che hanno riflessi pavloviani al denaro, ma non potete impedirci di ripristinare la nostra voce.

Noi ci rifiutiamo di prostituire i nostri cuori e le nostre menti.

Ci rifiutiamo.

Non è la persona umana, ma è il sistema di avido potere egoistico.

Più volte qui in Afghanistan, abbiamo visto una speranza che si accenda la luce della non-violenza, ogni giorno vediamo un desiderio di relazioni umane, e per questo, l'amore è il modo in cui ormai saldamente manteniamo la nostra posizione.

Ascolteremo il Popolo il 19 Dicembre, in occasione della Giornata Globale di Ascolto degli Afghani e invitiamo tutti voi a prendere il telefono per chiamarci, per condividere  l'altrui dolore, e richiamare il nostro mondo, alla riconciliazione urgente. Invitiamo l'opinione pubblica del mondo a travolgerci! (E-mail youthpeacevolunteers@gmail.com per organizzare una telefonata).

Vogliamo invitare tutte le persone del mondo perché, quando i poteri non ascoltano la gente, l'ascolto diventa un atto d'amore, diventa una solidarietà di resistenza non-violenta.

Come possiamo fare a meno?

Il padre del quattordicenne Abdulai è stato ucciso dai 'Talebani' e così, come ogni altro essere umano, affronta dolore, odio, paura e rabbia.

Ma, si solleva contro i giorni di guerra cronica nella sua terra, sentendo che "c'è qualcosa di molto sbagliato nel mondo in cui mi trovo", "questi anziani del mondo non l'avvertono ... .."

Come può funzionare un massacro da mille miliardi di deficit, seguito da una strategia di escalation del massacro e da un'altra relazione per poter uccidere ulteriormente?

Come questo può rendere qualcuno più sicuro?

Come si risolve la corruzione senza fine, l'incomparabile disuguaglianza e la violenza senza pari che affrontiamo tutti i giorni?

Le vostre politiche distorte, 'diagnosticate' e 'relazionate' con freddezza clinica avulsa dalla realtà, sono state sorde alle preoccupazioni e alle esigenze della gente, per questo noi cerchiamo di preparare una Relazione di Dicembre del Popolo Afghano, perché questo è quello che la gente comune può fare.

We would try not to 'throw' our shoes at you. Vorremmo provare a non 'buttarvi' le nostre scarpe in faccia. Vorremmo provare a riconoscere il lato migliore di tutti gli esseri umani e quindi continuare a servire il nostro thè  comune e il pane per tutti e di tutti. Ma chiediamo, invochiamo e pretendiamo che fermiate il vostro insostenibile militarismo di superpotenza.

Noi vogliamo la pace.

Vi vogliamo fuori.

Con sincerità particolare,

Afghan Youth Peace Volunteers

Afghans for Peace

Note:
"Il mio popolo, i milioni soppressi, sono i miei eroi. Essi sono la vera fonte di ogni cambiamento positivo in Afghanistan e il loro potere è più forte di qualsiasi altra cosa. E i manifestanti contro la guerra in tutto il mondo, quelli che si sollevano contro la politica distruttiva delle  potenze mondiali. C'è una superpotenza nel mondo, oltre al governo degli Stati Uniti - l'opinione pubblica mondiale" Malalai Joya.

Estratti da Wikipedia :

L'opinione pubblica internazionale è in gran parte contraria alla guerra in Afghanistan.

L'indagine di Pew Global Attitudes  in 25 nazioni nel giugno 2009, ha rivelato che la maggioranza o una moltitudine di persone, in 18 su 25 paesi, vogliono che gli Stati Uniti e la NATO ritirino le loro truppe militari dall'Afghanistan, il più presto possibile.

Nonostante le richieste americane agli alleati della Nato di inviare più truppe in Afghanistan, la maggioranza o una moltitudine di persone si oppone a tale azione in ognuno dei paesi della NATO censiti: Germania (opposizione 63 %), Francia (62%), Polonia (57%), Canada (55%), Gran Bretagna (51%), Spagna (50%), e  Turchia (49%).

In Europa, un sondaggio dopo l'altro in Francia, Germania e Gran Bretagna mostrano che anche i cittadini europei vogliono che le loro truppe siano ritirate e che meno soldi siano spesi per la guerra in Afghanistan

Un sondaggio di ABC News/BBC/ARD/Washington Post su 1.691 adulti afgani da Ottobre al 29 Novembre.

Gli Afgani si sono mostrati più pessimisti circa la direzione del loro paese, meno fiduciosi che le truppe della coalizione a guida Usa forniscano protezione e siano più disposte a negoziare con i talebani rispetto ad  un anno fa.

Più della metà degli afgani intervistati ha detto che le forze USA e NATO dovrebbero iniziare a ritirarsi dal paese, a metà del 2011 o prima.

"Ci sono le forze di occupazione dal cielo, che lasciano cadere  bombe a grappolo e all'uranio impoverito, e sulla terra ci sono i signori della guerra fondamentalisti e i talebani, con le loro armi. Se io dovessi morire, e voi doveste scegliere di portare avanti il mio lavoro, siete invitati a visitare la mia tomba. Versate un po' d'acqua su di essa e gridate tre volte. Voglio  sentire la vostra voce." Malalai Joya

Fonte: Warisacrime.org 15 Dicembre 2010
Traduzione: Dakota Jones

giovedì 17 giugno 2010

La storia delle ricchezze minerali dell'Afghanistan è propaganda di guerra

Il giornale "liberale" New York Times vende ancora una volta l'occupazione imperialista con false notizie

di Steve Watson - prisonplanet.com
15 giugno 2010

afghanistan-mineral Le notizie che gli Stati Uniti hanno improvvisamente scoperto  giacimenti minerari in Afghanistan per un valore di 1.000 miliardi di dollari, e la descrizione di questa grande ricchezza come qualcosa che "cambia i giochi" fatta dai mass media , rappresentano niente di più che rozza propaganda di guerra destinata a rilanciare il sostegno pubblico per un'occupazione fallimentare e sempre più inutile.

Il giornale "liberale" New York Times, che in passato ha prodotto storie fantastiche sulle ADM (Armi di Distruzione di Massa) in Iraq e ossido di uranio dal Niger, ancora una volta, sta descrivendo enormi giacimenti di minerali in Afghanistan come "mai conosciuti prima".

In un articolo del Times di Domenica , il giornale ha indicato una "nota interna del Pentagono" come sua fonte, rilevando che i funzionari americani ora credono che l'Afghanistan potrebbe diventare il "Arabia Saudita del litio".

L'articolo afferma che "un piccolo gruppo di funzionari del Pentagono e geologi americani" ha recentemente scoperto immensi filoni di ferro, rame, cobalto e oro, che potrebbero trasformare l'Afghanistan in uno dei centri minerari più importanti del mondo.

L'idea che questa informazione sia nuova, tuttavia, è palesemente ridicola.

In un' intervista con Politico , un ex funzionario degli Stati Uniti in pensione osserva che chiunque con una durata della memoria più lunga di quella di un pesce rosso realizzerà che la presunta "nuova scoperta" è tutt'altro che questo:

"Quando vivevo a Kabul all'inizio degli anni '70 il governo [US], i russi, la Banca Mondiale, le Nazioni Unite ed altri erano tutti molto concentrati su una vasta gamma di giacimenti minerari afghani. Un modo economico per spostare il minerale ai porti marittimi è sempre stato il fattore limitante ", ha detto il funzionario.

Inoltre, a metà degli anni '80, l'ingegnere capo del Dipartimento di rilevamento geologico afgano pubblicò un rapporto riguardante grandi riserve di ricchezze minerarie. Il governo afgano fu preparato a collaborare con i sovietici per l'estrazione, prima che la Russia lo portasse fuori dal paese l'intero impero iniziò a sgretolarsi nel 1989.

Un uomo intrinsecamente legato alla lotta contro l'operazione sovietica in Afghanistan, a causa della  radicalizzazione della resistenza musulmana nel Paese, è stato il super elitario Zbigniew Brzezinski. Nel suo libro del 1997 La Grande Scacchiera: La supremazia Americana ed i suoi imperativi geostrategici , Brzezinski si riferisce direttamente alle azioni strategiche ed economiche per guadagnare il controllo di ciò che egli descrive come i Balcani euroasiatici:

"... I Balcani euroasiatici sono infinitamente più importanti come potenziale azione economica: un'enorme concentrazione di gas naturale e di riserve di petrolio si trova nella regione, oltre ad importanti minerali, compreso l'oro (pagina 124)," e il "primato globale dell'America dipende direttamente da quanto a lungo e con quanta efficacia il suo predominio viene mantenuto nel continente Eurasia ... Un potere che domina l'Eurasia controllerebbe due delle tre regioni più avanzate ed economicamente produttive al mondo ... la maggior parte della ricchezza materiale del mondo è anche lì, sia nelle sue imprese che nel sottosuolo (pag. 30-31). "

Con il  suo ormai familiare buon cuore, Brzezinski sottolinea, inoltre, che per controllare la regione, un potere dominante a livello mondiale deve "evitare la collusione e mantenere la garanzia della dipendenza tra i sudditi, mantenere i tributari docili e protetti, e impedire che i barbari si uniscano (pagina 40). "

Brzezinski ha inoltre osservato che il popolo americano dovrebbe essere infiammato e mobilitato in sostegno a ciò che in sostanza equivale ad una crociata moderna:

"L'atteggiamento del pubblico americano verso la proiezione esterna della potenza americana è stata molto più ambivalente. Il pubblico sostenne l'impegno americano nella Seconda Guerra Mondiale in gran parte a causa dell'effetto shock dell'attacco giapponese a Pearl Harbor (pag. 24-25)."

A seguito degli avvenimenti del 9/11, il mondo ha visto svolgersi esattamente quello che Brzezinski proponeva.

Se credete ancora che il governo degli Stati Uniti non era già in precedenza a conoscenza delle vaste ricchezze minerarie in Afghanistan, nonostante il fatto che ex alti funzionari americani, afgani, sovietici e Zbigniew Brzezinski ci credessero, allora date un'occhiata a questo Rapporto Geologico USA 2007

Il rapporto rivela che gli Stati Uniti erano a conoscenza di "significative quantità di risorse minerali non combustibili ancora inesplorate" in Afghanistan, sottolineando che il paese "ha una notevole quantità di risorse minerali  non combustibili inesplorate", tra cui "grandi quantità di ferro e rame accessibili [e] abbondanti depositi di pietre colorate e pietre preziose, tra cui smeraldo, rubino [e] zaffiro ".

Anche le agenzie estere di stampa  come la Reuters hanno messo in discussione l'articolo del Times, evidenziando la necessità di "un controllo di realtà".

Allora, perché  il "liberale" NY Times fa passare questa storia come una "scoperta" che cambia i giochi quando è una delle ragioni principali per cui gli Stati Uniti sono comunque impegnati nell'occupazione della regione?

Semplicemente perché il pubblico americano è stanco di vedere il proprio paese cadere a spirale nel buco nero del debito, pur continuando a pagare per una guerra che ha ormai superato il conflitto in Vietnam, come il più lungo nella storia militare degli Stati Uniti.

Jeremy White del The Huffington Post osserva che "Questa storia è simile a quelle che hanno preceduto la guerra in Iraq, quando l'amministrazione Bush ha sostenuto che la ricchezza di petrolio dell'Iraq avrebbe pagato per tutte le spese di ricostruzione".

Il blogger Steve Hynd di Newshoggers descrive il pezzo del Times come "una storia zombie convenientemente programmata ... risorta ancora una volta, per scopi politici."

Ricordate che Obama ha iniziato la sua guerra in Afghanistan  riversando migliaia e migliaia di soldati nel paese ed esigendo dal Congresso fondi senza precedenti per la guerra. Se l'avventura in Afghanistan di Obama fallisce, fallisce anche la sua presidenza. Entrambi i pezzi grossi al "Times" e alla Casa Bianca non se lo possono permettere.

L'apparente diminuzione dell'entusiasmo per il coinvolgimento degli Stati Uniti  in nome del presidente afgano Hamid Karzai , e le sue minacce di  "unirsi ai talebani", a fronte di una missione degli Stati Uniti che non funziona, può anche essere un fattore.

Come riferisce Gareth Porter di  IPS, l'amministrazione Obama guarda con timore "lo spettro di un crollo del sostegno politico degli Stati Uniti per la guerra in Afghanistan nei prossimi mesi paragonabile a quello che si è verificato nella guerra in Iraq alla fine del 2006".

La storia delle ricchezze minerali può anche essere stata progettata per rafforzare il coinvolgimento delle forze britanniche di fronte allo scontento di gran parte del pubblico, ad un nuovo governo, i cui elementi hanno espresso opposizione al conflitto in corso, e alla tensione provocata tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna per la fuoriuscita di petrolio BP.

L'idea che  le ricchezze minerali dell'Afghanistan non abbiano avuto un ruolo nell'invasione e occupazione, elaborate prima del 9/11, e che improvvisamente sono state scoperte, è dimostrabilmente falsa.
Il New York Times è ancora una volta impegnato nella diffusione della propaganda, nel tentativo di vendere la costruzione imperiale del nuovo ordine mondiale.

Traduzione di Dakota Jones
Fonte: Prisonplanet

martedì 16 febbraio 2010

Nobel per la Pace e criminali di guerra

Emergency denuncia
14 febbraio 2010

guerra_afg Da ieri l’ospedale di Emergency a Lashkar-gah, nel sud dell’Afganistan, è in attesa di ricevere le vittime dei bombardamenti delle forze anglo-americane che da due giorni colpiscono il villaggio di Marjah, situato a circa 50km a sud ovest dal capoluogo della provincia di Helmand.

Al nostro staff è stato comunicato che decine di vittime civili in gravi condizioni non riescono ad essere trasferite agli ospedali a causa dei posti di blocco militari che impediscono anche il passaggio di vetture per il trasporto dei feriti. Ci risulta che, a questa mattina, già 6 di loro sono morti perché ne è stata impedita l’evacuazione.

Tra i pochi riusciti a raggiungere l’ospedale di Emergency anche un bambino di 7 anni colpito al petto da una pallottola e immediatamente operato.

Emergency denuncia questi gravissimi crimini di guerra perpetrati dalle forze della coalizione internazionale guidate dagli Stati Uniti e chiede che venga aperto un corridoio umanitario per garantire una pronta assistenza ai feriti.

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Fonte: Emergency

mercoledì 16 settembre 2009

Enduring Freedom fino al 2050

AUTORE: Pepe ESCOBAR

Tradotto da Manuela Vittorelli

obama_yes_we_can And it's one, two, three
what are we fighting for?
Don't ask me, I don't give a damn
next stop is Vietnam*

Country Joe and the Fish, 1969

Dopo otto lunghi anni, ora più che mai l'invasione e la parziale occupazione dell'Afghanistan da parte degli Stati Uniti va a pieno ritmo, grazie alla “nuova strategia” del Presidente Barack Obama.
Questa strategia – che secondo il capo del Pentagono Robert Gates “sta funzionando” - prevede che gli Stati Uniti e l'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) mettano in scena delle mini-Guernica, ispirandosi al bombardamento di Guernica, Spagna, compiuto dagli aerei tedeschi e italiani nel 1937 e rappresentato nel quadro di Pablo Picasso.
Prevede anche che il Generale Stanley McChrystal – ex sicario numero uno del Generale David Petraeus in Iraq – vada all'assalto di Washington per chiedere (serve altro?) altri 45.000 soldati.
Aggiungeteci 52.000 soldati americani e niente meno che l'impressionante cifra di 68.000 mercenari a partire dalla fine di marzo – senza tener conto della NATO – e presto ci saranno più americani a voltolarsi nel pantano afghano di quanti fossero i sovietici al culmine della loro occupazione negli anni Ottanta. In soli 450 giorni le truppe di Enduring Freedom più NATO sono passate da 67.000 a 118.000 unità.
Importa forse che, secondo un sondaggio McClatchy/Ipsos, a quasi otto anni dai bombardamenti della “guerra al terrore” contro i taliban il 54% degli americani pensi che gli Stati Uniti stiano “perdendo” la guerra mentre il 56% è contrario all'invio di altre truppe? Certo che no.
Vogliamo la nostra fetta
L'ultima mini-Guernica è il raid aereo compiuto contro due autocisterne di carburante sequestrate dai taliban e incastrate nel letto di un fiume nei pressi di un mercato nel distretto di Ali Abad, nella provincia di Kunduz. Il raid è stato ordinato da un minus habens, un incapace colonnello tedesco, sotto la bandiera della NATO, ed è ora degenerato in una caustica guerra verbale tra Washington e Berlino.
La “missione” della NATO in Afghanistan è estremamente impopolare in Germania. Secondo gli abitanti di Kunduz, il raid aereo NATO ha ucciso più di 100 civili; secondo la NATO non più di 25; e tutto questo continuando a dire che prima di colpire ci si era accertati che nell'area non si trovassero civili. Lo scenario di questa mini-Guernica è lo stesso di Herat nell'agosto del 2008 e di Farah nel maggio del 2009.
Niente di tutto questo rallenta la marcia inarrestabile di Gates/Mullen/McChrystal – il trio superstar del Pentagono ossessionato dall'idea di sfruttare un'escalation in stile Vietnam della sedicente “guerra necessaria” di Obama, il cui obiettivo finale, secondo il super-inviato Richard Holbrooke, è del genere “sapremo riconoscerlo quando lo vedremo”.
Per quanto riguarda la United States Agency for International Development, l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, si è appena “scoperto” che i taliban – come racket di protezione – si prendono una parte degli aiuti allo sviluppo internazionale che si riversano in Afghanistan. Ma quella fetta impallidisce se confrontata con le somme che il governo di Hamid Karzai e dei signori della guerra suoi compari distraggono dalle casse dell'Unione Europea sotto la supervisione delle Nazioni Unite – con una baldoria dopo l'altra in nome della “ricostruzione afghana” (Tokyo 2002, Berlino 2004, Londra 2006, Parigi 2008).
Forse non quanto gli americani, ma anche i contribuenti europei vengono derubati. In un fantastico post sul blog italiano byebyeunclesam, Giancarlo Chetoni spiega come l'Afghanistan stia costando ai contribuenti italiani 1000 euro (1433 dollari) al minuto, o 525,6 milioni di euro all'anno, per “liberare il paese dal terrorismo e dalle droghe”. Il surrealismo è la regola. È rimasta famosa la decisione dell'Italia di destinare 52 milioni di euro alla “riforma del sistema giudiziario dell’Afghanistan”, quando in Italia “sono attualmente pendenti 3,5 milioni di processi penali e 5,4 milioni di processi civili”. Nei prossimi quattro anni l'Italia praticamente raddoppierà il suo contingente, che passerà dagli attuali 3250 militari a più di 6000.
Il nuovo segretario generale della NATO, il danese Anders Rasmussen amico dell'ex presidente George W. Bush, ha cercato di spiegare la nuova “strategia” agli scettici europei usando un “natese” pirotecnico. Ma la vera trama di questa tragicommedia senza fine non viene mai svelata. Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO faranno – e spenderanno – tutto quello che serve per piazzare le loro basi militari sulla soglia della Russia e della Cina e – lo sa Allah – riportare in carreggiata il Trans-Afghan Pipeline.
Dal novembre del 2001 al dicembre del 2008 l'amministrazione Bush ha bruciato 179 miliardi in Afghanistan, la NATO 102 miliardi. L'ex capo della NATO Jaap de Hoop Scheffer disse che l'Occidente avrebbe mantenuto le proprie truppe in Asia Centrale per 25 anni. Il capo di Stato maggiore britannico, Generale David Richards, lo corresse: gli anni sarebbero stati 40. Potete contare sul fatto che nel 2050 i taliban – “cattivi”, in forma e immuni al surriscaldamento globale – combatteranno ancora contro Enduring Freedom.

E uno, due, tre
ma si combatte perché?
Frega niente, non chiederlo a me
prossima fermata Vietnam
Country Joe and the Fish, 1969


Originale da: Enduring Freedom until 2050
Articolo originale pubblicato l'8/9/2009
L’autore
Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.
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