lunedì 11 giugno 2012

Il premier piange perchè "i poteri forti" l'hanno abbandonato e Confindustria l'ha tradito. Ma non spiega il perchè.

di Sergio Di Cori Modigliani
Sergio Di Cori Modigliani Blog

lacrime di coccodrillo

Povero il nostro ragionier vanesio: è stato abbandonato dai poteri forti e piange!

Siamo alle comiche finali, caratteristica letteraria di ogni tragedia che si rispetti. In presenza del gran finale, ci si fanno quattro risate, prima che arrivi l’ecatombe generale.

“Sono stato tradito da Confindustria”. Poverino, come ci dispiace.

Mentre la truppa mediatica asservita faceva i salti mortali per impedire che le notizie venissero pubblicate, ben riuscendoci, i giovani industriali che si rendono conto di ciò che sta accadendo al paese, improvvisamente risvegliati dal loro letargo colluso, hanno cominciato a tempestare di telefonate Roberto Napoletano, direttore de ilsole24ore, un bravo professionista, un giornalista accorto e decoroso. Con la bava alla bocca, spiegando il nuovo corso di Confindustria dopo l’uscita della melensa Marcegaglia, hanno preteso e ottenuto che si cominci a dire come stanno le cose. E così, da dieci giorni a questa parte, leggere il loro quotidiano economico, è diventato, all’inizio una sorpresa, poi una curiosità, e infine –surprise!- addirittura fonte di informazioni reali. Il che, nell’Italia della comunicazione mediatica negata, vuol dire praticamente essere in odore di premio Nobel. Se vanno avanti così, in breve non ci stupiremo se assumeranno come editorialista Paolo Barnard che spiega agli industriali la sua ossessione quotidiana sui benefici della MMT.

Per il nostro ragionier vanesio si tratta di “tradimento”, perché, sempre secondo lui “mi hanno voltato le spalle nel momento più delicato”. Peggio per lui, avrebbe dovuto leggersi Shakespeare per capire come si gestisce il potere.

Cioè, peggio per noi, purtroppo.

Ma veniamo alla notizia.

Alla fine di aprile, mentre il nostro grande statista internazionale volava da una parte all’altra del globo investito da una corrente di stima, rispetto, amore, elogi, come non era mai accaduto a nessuno in Italia dai tempi di De Gasperi (sempre secondo la truppa mediatica s’intende) la Corte dei Conti, come avviene regolarmente ogni cento giorni per Legge, pubblicava lo stato reale dei conti pubblici nella gazzetta ufficiale; curiosamente, però, quel numero non compariva on-line né venivano diffusi dati pubblici. Erano tutti troppo presi dagli inchini a corte. In realtà i super-marpioni avevano preso i dati, erano andati dal ragionier vanesio, glie li avevano sbattuti in faccia spiegandogli che, comunque, erano in grado “momentaneamente” di metterci una pezza, il che a lui va benissimo perché ama vivere alla giornata, ma in cambio lui doveva mettere la firma sotto le loro decisioni: sottrazione della persona di De Gennaro dalle avide mani della magistratura;  annullamento immediato di un decreto legge che sembrava quasi pronto per imporre una aliquota (timida, al limite del vagito, ma pur sempre reale) alle fondazioni bancarie proprietarie di quelle banche che usufruiscono di prestiti dell’1% dalla BCE ma che danno i soldi alle imprese (quando va bene e sono fortunate) fino al 12%; nomine ufficiali dei membri dell’authority e dei garanti della privacy soltanto a funzionari dei tre partiti; pressioni sulla ministra Severino e sulla ministra Cancellieri per spiegar loro che vadano a farsi una passeggiata, magari del buon shopping, dopo aver provveduto ad allertare la magistratura competente che non s’azzardino a mettere il naso dentro finmeccanica, lo Ior, i rapporti tra Penati e Tedesco e la Banca Popolare di Emilia Romagna, per impedire che i giudici chiudano il cerchio. In cambio, i super-marpioni (va da sé che parlo della diabolica triade ABC) avrebbero provveduto attraverso i loro sacerdoti della comunicazione ad annacquare la situazione, trovando la consueta maniera italiota di interpretare la comunicazione politica: non dire nulla. Gad Lerner avrebbe pensato agli aristo-snob che amano le rivoluzioni in terrazza con i martini (shaken not stirred, si intende) l’impiegato di concetto Giovanni Floris avrebbe vomitato sui bèceri illusi della sinistra una valanga di inutili cifre e grafici da delirio psicotico, e l’inossidabile Bruno Vespa avrebbe spiegato che meno male abbiamo solidi tecnici al comando. Come chicca definitiva, ci hanno aggiunto anche Corrado Formigli per tenere a bada la plètora di aspiranti rivoltosi indignati, con una intervista in diretta degna del miglior Fracchia, geniale personaggio nato dall’invenzione di un altro comico genovese della generazione precedente (ma che acqua mettono a Genova dentro i tubi?), gli tremava perfino il mento. E invece gli è andata male. Anzi, malissimo.

Come a dire “chi è causa del suo spread pianga se stesso”.

Ci avete sfrantumato gli zibidei con la necessità di far quadrare i conti per sette mesi di seguito, impietosamente inondandoci delle vostre fantasie da mitòmani?

Bene.

La Corte dei Conti ha presentato i conti. Mancano 3,4 miliardi di euro all’appello.

Calmi, non c’è dolo, questa volta. Né Belsito né Lusi né Scilipoti c’entrano alcunché.

Peggio.

I conti sono tutti sbagliati.

L’errore sta nella grammatica elementare di base.

Mio figlio minore che fa la quinta superiore e studiacchia ogni tanto preparandosi alla maturità mi ha detto “papi, ma noi lo sapevamo già” intendendo dire degli adolescenti che hanno letto un quarto di manuale tascabile e due nozioni su wikipedia.

I super-tecnici hanno sbagliato i conti.

Si sono dimenticati che in una situazione di recessione economica e in presenza di una contrazione del consumo e nella impossibilità di godere di credito bancario, aumentando il sistema delle aliquote dell’iva e della tassazione, sarebbe accaduto “matematicamente” ciò che è accaduto: 387.000 soggetti economicamente attivi, tra il 1 gennaio e il 31 marzo 2012 sono andati al tribunale locale e hanno restituito la propria partita iva cancellandosi dal mercato. Secondo le stime del governo, invece, quelli (definiti dal ragionier vanesio “irresponsabili presi da un panico fuorviante”) avrebbero dovuto buttar per aria il cappello e festeggiare con il coniuge all’idea di lavorare, indebitarsi, non guadagnare nulla, ma versare al fisco con teutonica precisione ogni santo mese la cifra dovuta per Legge. Il tutto ha comportato un arretramento degli indicatori economici nazionali che hanno spostato tutte le cifre nazionali che sono state immediatamente riviste, anche dal Fondo Monetario Internazionale: nell’ultimo trimestre di quest’anno, l’Italia non soltanto non si riprenderà come annunciato con vigore entusiasta dal ragionier vanesio, ma passerà dalla recessione alla depressione con una diminuzione del pil che si avvia verso un ineffabile -3%/-3.5%. L’indice manifatturiero rivela un abbassamento del 14% su base annua che porta l’Italia dal quarto all’ottavo posto in una botta sola, superato da India, Brasile, Corea del sud e Argentina.

Un vero genio dell’economia, questo Mario Monti.

I dati sono stati pubblicati da il sole 24 ore (da solo) per primo, e a quel punto, mi sembra ovvio, non essendo quello un quotidiano nato dalla fantasia di un blogger fantasioso, tutti gli altri sono stati costretti a prendere atto che ormai la cosa oltre a essere pubblica (ma non pubblicizzata) diventava “comunicata” al pubblico e quindi l’hanno pubblicata.

In questo consiste “il tradimento” di Confindustria.

Nell’aver osato spiegare come stanno davvero le cose per dare l’opportunità a chi produce di muoversi dentro la realtà e non nelle illusioni prodotte da autentici incompetenti.

Per non dire di peggio.

Piuttosto violente, come sembra accertato, le reazioni della Germania prima (per una  ragione) e degli Usa poi (per un’altra ragione).

Certo non per amore del popolo italiano.

Per un motivo molto più banale: sanno che il ragionier vanesio ha soltanto tre strade davanti; a). Quella pretesa dalla Merkel: “adesso ti presenti al parlamento, spieghi per bene le motivazioni e piazzi una immediata manovra supplementare economica per circa 5 miliardi” il che, in una condizione di fibrillazione socio-emotiva permanente com’è quella attuale in Italia, è impensabile. La gente lo va a cercare sotto casa con la cerbottana. b). Quella pretesa da Hollande e da Juncker: varare un provvedimento d’urgenza immediato di applicazione anche retroattiva che applichi la normativa europea che impone l’applicazione dell’ici a tutte le attività patrimoniali e commerciali dello stato del vaticano operanti dentro la repubblica italiana compresi enti cosiddetti di beneficenza, con pagamento immediato, come richiesto da Bruxelles nel 2009, nel 2010, nella lettera di Draghi nel 2011, nella successiva lettera della BCE nel febbraio del 2012. E’ impensabile. Se lo facesse, lo cacciano dalla Bocconi, l’opus dei se lo mangia vivo, dato che l’opus dei l’ha creato e lo disfa quando vuole. C). (quella scelta dal governo). Far finta di niente, sperando che gli europei di calcio, una seratina in balera al mare e un cocktail alla frutta in riviera, finiscano per far dimenticare il tutto rimandando la resa dei conti a settembre quando verranno diffusi i dati entro il 30 giugno che evidenzieranno un ulteriore buco per altri 3,2 miliardi che porta il tutto a 6,6 da saldare subito dato che il fiscal compact (varato in parlamento dalla festosa combriccola di ABC che hanno votato per cambiare la costituzione) impedisce di sforare. Quindi, operare per recuperare quei soldi attraverso l’ingegnoso piano dell’astuto ragionier vanesio: vendere proprietà italiane, magari accordandosi adesso per eseguirle il 14 agosto quando nessuno se ne accorge. Ha trovato subito solide orecchie. C’è già un’offerta succosa per Enel, Eni, Finmeccanica. Valgono 100? Eccole qui, subito sull’unghia. Gli amici servono a questo, lui è pieno di amici. Naturalmente pagheranno 65, gli affari si sa come si fanno: prendere o lasciare. Noi che siamo sempre con l’acqua alla gola lo sappiamo come funziona. Adesso lo sa anche il governo. Non solo. C’è la ressa degli amiconi. Sembrerebbe che sia già partito, a livello di bozza informativa sotto forma di lettera privata, una proposta ingegnosa di un colosso italiano, la Lloyd Adriatico, gigante delle assicurazioni. Peccato che non sia italiana, bensì sia tedesca; la maggioranza di controllo del pacchetto azionario appartiene al gruppo Allianz, colosso europeo leader nel continente e nel mondo, il cui uomo di punta in Europa è stato messo da Corrado Passera in data 12 gennaio 2012 alla presidenza di IntesaSan Paolo.  L’idea –che ha una sua nobiltà marketing non lo nego- sarebbe quella di rilevare l’intero assetto della gestione turistico-alberghiero della zona adriatica da Ravenna al Gargano, comprese, oltre alle licenze di esercizio, anche il diritto di affittanza della battigia. Ci sono perfino gli sponsor: Kredietke bank, Commerzbank, Deutschebank. Una pacchia.

“I poteri forti mi hanno abbandonato” piange il premier.

E si prepara a svendere l’Italia.

Tutto ciò, il PD non l’ha detto, non lo dice, non lo racconta e non lo dirà.

Per questo non merita il mio rispetto, e non merita neppure il credito elettorale del popolo.

Sui piagnistei del ragionier vanesio è meglio stendere un velo pietoso d’amor di patria.

Perché la patria, a suo modo esiste, per noi italiani.

Mica siamo come Mario Monti.

Ma lui, è cosa nota, è un uomo superiore, è un grande economista, è un tecnico infallibile.

E per oggi è più che sufficiente.

P.S. Secondo la Bindi, un articolo come questo è “anti-politica”

Fonte: Sergio Di Cori Modigliani Blog 8 Giugno 2012

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