Voci dalla Strada
Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio il parlamento greco, contro la sua strada, contro il suo popolo e contro un’incredibile maggioranza, ha adottato un ennesimo “piano di austerità” imposto dalla troika UE, BCE e FMI.
Da “sinistra” come da “destra” alla stregua di bravi soldatini al servizio di un’Europa tecnocratica ormai resa completamente folle e strisciante dinnanzi al vitello d’oro chiamato €uro, sordi alle proteste del popolo che però sono tenuti a rappresentare, difendere e pietosamente proteggere dalla sua collera e dalla disperazione da migliaia di poliziotti che hanno inondato le strade di Atene sotto i lacrimogeni, in un’atmosfera da guerra civile, i deputati greci hanno riconosciuto dunque l’ennesimo piano di austerità imposto dai loro creditori ma anche, e forse soprattutto, dalla Germania di Angela Merkel, ormai apertamente diventata la tiranna dell’Europa di Bruxelles.
La Plume a Gratter
Questo nuovo piano di una brutalità indicibile si aggiunge a tutti gli altri piani di austerità che si sono succeduti dal maggio 2010 in Grecia, ogni volta presentati come “quello buono”, l’ultimo e che hanno accumulato aumenti fiscali fino alla nausea, tagli ai salari e alle pensioni, licenziamenti e privatizzazioni forzate, in nome di una opinione economica distruttrice che precipita la Grecia, culla storica della democrazia, in una disperazione senza fondo e in una regressione sociale senza precedenti.
L’ultimo “piano di salvataggio” prevede un nuovo abbassamento del 22% del salario minimo, portato questa volta a 586 euro lordi, l’eliminazione entro l’anno di quindicimila posti di lavoro pubblici, nuovi tagli a pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici, la riduzione del budget per la sicurezza sociale e per l’esercito e la privatizzazione delle rimanenti imprese statali o la negoziazione di titoli con i creditori privati per ridurre il debito pubblico al 120% del PIL da qui al 2020. Questa cura da cavallo promette perciò dieci – e forse più probabilmente venti – anni di recessione, di miseria e di privazioni senza la minima speranza di miglioramento per il popolo greco.
Dal primo piano di “salvataggio” il debito greco è comunque aumentato da 263 miliardi nel 2008 a 355 miliardi nel 2011. Il PIL è crollato da 233 miliardi a 218 miliardi. La disoccupazione è esplosa, dall’ 8 al 18%. La recessione è massiccia e, con un tasso di interesse ufficiale del 32%, va da se che le Grecia non può più assolutamente finanziarsi sui mercati economici. L’euro uccide la Grecia ma la Grecia deve rimanere nell’euro costi quel che costi!
La dittatura bancaria si è dunque messa in marcia nell’UE, al servizio di un meccanismo di distruzione sociale implacabile, regolato e motivato dal delirio speculativo cinico e stritolatore di persone che ovviamente si astengono dal denunciare e ancor più dal combattere coloro che lo hanno provocato. Perché per portare a termine questo compito apocalittico l’UE ha osato tutto, compreso mettere a capo dei paesi maggiormente in difficoltà gli artigiani zelanti del disastro che abbiamo di fronte.
Quando l’UE ci impone i suoi pompieri piromani
Mario Draghi, a capo della Banca Centrale Europea, Mario Monti, nuovo Presidente designato dall’oligarchia italiana al posto dell’ex Presidente del Consiglio e Lucas Papademos, Primo Ministro greco non eletto hanno qualcosa in comune: tutti e tre sono direttamente discendenti di questo sistema bancario cinico e senza scrupoli e fanno parte dei principali ideatori – entusiasti – della macchina infernale che ci ha gettato nella crisi terribile in cui siamo oggi.
Mario Draghi, dopo aver fatto parte di numerosi consigli di amministrazione di banche è stato vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs dal 2002 al 2006, prima di diventare governatore della Banca d’Italia, e poi direttore della BCE, incaricato di amministrare l’austerità cieca che l’Europa infligge alla Grecia, prima di imporla al Portogallo, all’Irlanda, all’Italia, alla Spagna e presto, non abbiamo dubbi in merito, alla Francia.
Mario Monti pure è un ex di Goldman Sachs. Dopo essere stato commissario europeo dal 1994 al 2004 – e quindi, proprio come il suo connazionale Draghi, agli affari durante la nascita dell’euro e la definizione totalmente irresponsabile della sua zona monetaria – è stato nominato consigliere internazionale di…Goldman Sachs nel 2005! Per servizio reso, senza dubbio!
Goldman Sachs ha permesso alla Grecia, come sappiamo oggi, dietro un compenso di 300 milioni di euro, di mentire al momento della presentazione dei suoi debiti e deficit all’epoca del suo “esame di ingresso” nella zona euro, aiutandola a falsificare largamente i suoi conti in particolare tramite raccolta di fondi fuori bilancio e tramite la scorciatoia dei tristemente famosi prodotti finanziari “swap”
Lucas Papademos non è estraneo a questa grande manipolazione politico-finanziaria. Infatti, anche se non ha lavorato direttamente per Goldman Sachs è stato dal 1994 al 2002 governatore della Banca Centrale della Grecia. A tale titolo ha partecipato perciò attivamente a questa gigantesca falsificazione finanziaria.
Oggi dunque l’Europa di Bruxelles ricompensa – designandoli quasi con decreto imperiale – gli stessi che sono direttamente responsabili del disastro! I responsabili vengono onorati e promossi! I più euroscettici tra noi potevano solamente immaginare una tale ignominia? Una tale indecenza?
Costretta alla catastrofe, sul bordo del baratro, la tecnostruttura europea si accuccia davanti all’”ortodossia” tedesca e andrà quindi fino in fondo alla sua follia dogmatica, alla sua credenza irrazionale e distruttrice, anche affrettando il cataclisma politico e sociale che minaccia l’Unione. Nessuno sprazzo di lucidità, nessun esame di coscienza è da aspettarsi da questa oligarchia autistica e limitata, ormai completamente fuori terra, che preferirà stritolare i popoli europei e forse gettarli nel caos piuttosto che riconoscere i propri errori. Perché l’Europa dei famosi “padri fondatori”, creata per non vedere mai la guerra sul nostro continente, sta senza dubbio oggi rendendola di nuovo possibile… La miseria genera la collera e dalla collera nascono rapidamente l’odio e la violenza.
Per Bruxelles è ovviamente importante che la Grecia resti, qualunque ne sia il prezzo, dentro l’euro. In effetti, se ne uscisse e, dopo due o tre anni sicuramente difficili, arrivasse ad intravedere una via di uscita ripetendo – chi lo sa?- il colpo dell’Argentina alla lobby bancaria e al FMI, ristabilendosi in maniera spettacolare, sarebbe la fine inevitabile dell’Europa tecnocratica irrazionale che ci hanno imposto le nostre élites globalizzate.
Popoli d’Europa, alzatevi!
Arriviamo ora senza dubbio al momento decisivo, all’istante cruciale per infine poter contrastare questo impero “orwelliano” che vuole imporci la tecnostruttura europeista. Li lasceremo ancora per molto tempo andare avanti nella loro follia?
La salvezza delle Nazioni è senza dubbio più fattibile rispetto alla strada, con tutti gli eccessi che ciò può comportare. Bisognerà che i popoli d’Europa si risveglino, e in massa, per mettere fine a questa parte mortifera; che allontanino le oligarchie irresponsabili, questi rinnegati che in loro nome ma spesso contro la loro volontà, destra e sinistra tristemente confuse, hanno voluto e plasmato, anno dopo anno, rinuncia dopo rinuncia, questo sistema infernale che ci schiaccia.
Certo, la dittatura è oggi tornata in Grecia… Non più militare ma finanziaria. La sua capacità di danno e di distruzione è forse ancora maggiore. Per il resto d’Europa, questa Europa di “libera concorrenza non falsata” essa è già ben avviata. Ricordiamoci del referendum sulla Costituzione europea e del crimine sostenuto dalla quasi totalità dei nostri deputati, UMP (Union pour un Mouvement Populaire), PS (Parti Socialiste), Modem (Mouvement Démocrate), ratificanti, contro il parere chiaramente espresso dal popolo francese, il Trattato di Lisbona.
Auspichiamoci perciò con forza che ovunque in Europa i popoli alla fine alzino la testa… Sono ancora in tempo!
Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli
Fonte: Voci dalla Strada 23 Febbraio 2012
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