Leonid Savin, Strategic Culture Foundation, 09.04.2012
E’ diventato chiaro, dopo il vertice sul nucleare di Seul, che gli Stati Uniti aderiscono alla vecchia politica, risalente al 1945, di monopolizzare il diritto di usare le armi nucleari, combinando la loro parte nella non proliferazione del diritto internazionale con nuove misure restrittive contro gli altri, compresa la Russia. Tutto ciò dovrebbe riportare alla superiorità nucleare globale degli Stati Uniti.
Nel suo libro Towards a World War III Scenario: The Dangers of Nuclear War, Michel Chossudovsky ci narra dell’interconnessione tra il Pentagono e le grandi aziende statunitensi. Il libro dice che il Congresso statunitense approvò l’uso di armi nucleari tattiche nelle guerre non convenzionali, nel 2003. Secondo i congressisti, ciò era abbastanza “sicuro per i civili” (1).
Infatti, la tecnologia militare è avanzata di parecchio rispetto alle due bombe nucleari usate contro il Giappone, specialmente nel campo dello sviluppo di munizioni nucleari di bassa e bassissima potenza. Già nel 1950 il “cannone nucleare” Davy Crocket, il sistema d’arma più piccolo con una gittata di a 4,5 km, faceva parte dell’arsenale delle forze armate (2). Era destinato ad essere distribuito in gran numero in Europa occidentale per combattere un improvviso attacco da parte dell’Unione Sovietica.
Le forze armate statunitensi sono in possesso di 3400 munizioni nucleari dalla potenza variabile (circa 2000 schierate). Un operatore decide la potenza richiesta a seconda della situazione (ad esempio riducendola per colpire nemici nelle immediate vicinanze dell’esercito o della marina statunitense, o nel territorio o nelle acque di uno stato amico/alleato).
Veicoli aerei senza equipaggio possono essere utilizzati come vettori. L’MQ-9 Reaper, oggi presente nell’arsenale delle forze armate, può essere armato con fino 14 missili aria-superficie AGM-114 Hellfire, ognuno del peso di 50 kg. E’ possibile usarlo come vettore di piccole armi nucleari.
In condizioni di guerra ad alta intensità, le armi nucleari tattiche aggiornate possono creare l’illusione della loro assenza sul campo di battaglia nel caso in cui vengano utilizzate insieme a quelle convenzionali. Ad esempio, secondo esperti militari russi, le munizioni nucleari di nuova generazione sono state utilizzate in Libano nel 2006, durante l’operazione contro l’Hezbollah. Allora l’esercito israeliano ha utilizzato le cosiddette bunker busters. I campioni del suolo prelevati dai crateri avevano tracce di uranio arricchito. Allo stesso tempo venne precisato che non c’erano radiazioni gamma e isotopi cesio 137, derivanti da decadimento radioattivo. Il livello di radiazioni era alto all’interno dei crateri, ma scendeva di circa la metà a distanza di soli pochi metri. Non è escluso che le armi siano state inviate in Israele dagli Stati Uniti, per essere testate in battaglia.
Vi è un aspetto del diritto molto importante. Le munizioni termonucleari “pure” non sono controllate da nessun accordo internazionale e formalmente rientrano nei sistemi convenzionali ad alta precisione, anche se la loro potenza distruttiva è di gran lunga superiore. Gli esperti non hanno una visione comune di quanto gli Stati Uniti e altri stati siano avanzati nel campo dello sviluppo di armi a fusione termonucleare ‘pura’. Gli specialisti di uno degli istituti di ricerca militare russi, dicono che le nuove armi nucleari sono al di là delle restrizioni legali di un qualsiasi accordo internazionale su sviluppo, test, proliferazione o uso di armi nucleari (3).
Qualcosa di simile a ciò è stato detto dopo l’11 settembre 2001. Mentre indagavano sull’attentato alle torri gemelle di New York, alcuni esperti di diversi paesi giunsero alla conclusione che le torri furono demolite (insieme alla terza, che viene raramente menzionata nelle relazioni sull’attacco al Trade Center) a seguito di esplosioni di piccole cariche termonucleari (4). Lo scenario si basa sulle scosse sismiche del giorno dell’attacco e sul fatto che alcuni vigili del fuoco e poliziotti, che si trovavano nel luogo della distruzione, morirono anni dopo di cancro.
Nel bel mezzo del dibattito sul START-3 e sullo schieramento dello scudo missilistico europeo, gli Stati Uniti hanno riorganizzato in silenzio il Comando d’attacco globale dell’aviazione. Formalmente, la riorganizzazione è terminata nel dicembre 2011. Ora il nuovo comando avrà sotto il suo controllo la forza aerea strategica (5).
Andrew C. Weber, Assistente del Segretario alla Difesa per i programmi di difesa nucleare, chimici e biologici, ha dichiarato: “Alcuni dicono che non abbiamo mai usato le armi nucleari. La verità è che usiamo armi nucleari ogni giorno per mantenere il mondo sicuro…” Naturalmente il verbo da usare potrebbe significare affrontare. Ma Peter Eyre, un consulente sul Medio Oriente, ha detto che gli USA hanno usato armi nucleari tattiche almeno una volta in Iraq e un paio di volte in Afghanistan, nelle montagne di Tora Bora (questa violazione flagrante della Convenzione di Ginevra è stata sancita dai presidenti degli Stati Uniti, che ne fa dei criminali militari (6)). In questo contesto, il ragionamento espresso da Weber diventa inquietante.
C’è il presupposto che la riorganizzazione del Comando d’attacco globale dell’aviazione abbia per missione assegnare maggiore “flessibilità” all’uso globale delle armi nucleari nel mondo. Una volta che le armi sono state usate in Libano, Iraq e in Afghanistan, cosa impedisce che siano usate in qualche altro posto?
Note:
(1) Chossudovsky M. Towards a World War III Scenario: The Dangers of Nuclear War. Global Research, 2012
(2) S. Yuferev. Ultracompact nuclear weapon – recoilless gun Davy Crocket, Voennoe obozrenie (Military Review), 28 Ottobre 2011.
(3) V. Kretinin, A. Kotomin, A. Shushkov Pure fusion thermonuclear weapon: a myth or reality? Armeisky Vestnik (Army News) 06.06.2011
(4) Ad esempio, vedasi: Thermonuclear destruction of the World Trade center in New York, The Pandora’s box, 21 settembre 2011
(6) Stein V., CSAF signs munitions realignment program action directive.
La ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista on-line Strategic Culture Foundation .
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Fonte: Aurora Sito 9 Aprile 2012
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