di Marinella Correggia
SibiaLiria
Agli occhi e alle orecchie dei tanti che hanno seguito la vicenda libica fin dall’inizio, la trasmissione “Presa Diretta – Speciale Libia” di ieri , lunedì 2 aprile, appare davvero propagandistica e one-sided, anche se è stata costretta a parlare delle “sbavature” alla narrazione rivoluzionaria della “Libia liberata”…visto che ormai ne parlano anche Human Rights Watch e Amnesty International.
La guerra in Libia, del resto è stata l’apoteosi della disinformazione, resa Vangelo da una Sinistra che, dalla aggressione alla Iugoslavia, continua ad illudersi che possano esistere “guerre umanitarie”.
Rimandando ad un successivo articolo per una disamina puntuale, ecco le più clamorose menzogne venute fuori dalla trasmissione:
1) Non c’è quasi traccia, nei reportage, dei bombardamenti della Nato e dei loro moltissimi effetti collaterali (non solo i morti e feriti, e le case e infrastrutture distrutte, ma anche quasi un milione di lavoratori tornati nei loro paesi poveri, tantissimi sfollati adesso dispersi)
2) A Sirte assediata e distrutta si è dedicato pochissimo spazio, tra l’altro affermando che è stata distrutta al pari di Misrata (e così non è)
3) Si continuano ad accreditare le accuse di stupro sollevate dai “ribelli”, anche se ormai perfino l’Onu ha dichiarato che si trattava di isteria collettiva e che NON ci sono prove
4) Per demonizzare e ridicolizzare il tiranno di turno, si favoleggia sul “tesoro di Gheddafi”, miliardi di euro, quando poi è chiarissimo che quegli enormi investimenti erano soldi della Libia e non di Gheddafi.
5) Si è scelto di mandare in Libia, come inviato della trasmissione , Gabriele del Grande che, l’anno scorso, da Bengasi alla trasmissione della Gruber giurò che i “ribelli” erano “un’armata di giovani rivoluzionari fra i quali non c’è traccia di islamismo e di violenza”. Davvero un veggente.
6) Chiamare ironicamente “baldanzosi” i quattromila soldati libici che – come affermato nella trasmissione – il giorno dopo furono annientati dalla Nato, manca certamente di rispetto davanti alla morte
7) La rievocazione da parte del solito “giovane rivoluzionario” del primo giorno di proteste a Bengasi è completamente inventata e senza prove e la versione della stessa Onu e di Amnesty è diversa
8) L’esodo dei migranti dalla Libia, con i ritorni nei paesi d’origine e con le tragedie in mare di chi invece si avviava verso l’Europa, non viene addebitato alla guerra della Nato; salvo nel caso del mancato soccorso in mare che del resto alla fine si preferisce mettere sul conto dell’Italia del tempo, e dunque di Berlusconi.
9) Sarebbe il caso di ricordare che è stato finanziato dalla Open Society di George Soros il documentario “Mare Chiuso”, un pezzo del quale è stato mostrato a Presa diretta, insieme all’intervista a uno dei due registi, Segre (l’altro è Liberti).
Marinella Correggia
Fonte: SibiaLiria 3 Aprile 2012
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